RAPPORTO N°02/2017

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Transcript RAPPORTO N°02/2017

 Credito e rischio delle imprese
La Lombardia a confronto con Emilia Romagna,
Veneto e Piemonte
Osservatorio III trimestre 2016
Febbraio 2017
RAPPORTO
N°02/2017
A cura di:
Area Centro Studi Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza e Ufficio Studi Cerved
Credito e rischio delle imprese
La Lombardia a confronto con Emilia Romagna,
Veneto e Piemonte
Osservatorio III trimestre 2016
Febbraio 2017
A cura di:
Area Centro Studi Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza e Ufficio Studi Cerved
Hanno collaborato al Rapporto:
Francesca Bartoli, Francesca Casiraghi e Valeria Negri per Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza
Claudio Castelli e Guido Romano per Cerved
Rilasciato sulla base delle informazioni disponibili al 31 gennaio 2017
Indice Contenuti
EXECUTIVE SUMMARY
4
1. I PRESTITI ALLE IMPRESE
5
L’andamento del totale economia
L’andamento dei macro-settori
La variazione rispetto al pre-crisi
5
7
9
2. LE SOFFERENZE
10
Lo stock di sofferenze
Il tasso di ingresso in sofferenza
10
12
3. LE IMPRESE USCITE DAL MERCATO
14
I fallimenti
Le procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazioni volontarie
Le uscite totali nel periodo 2008-2016
14
19
21
4. LA RISCHIOSITÀ DELLE IMPRESE
23
GLOSSARIO
26
Executive summary

Nel terzo trimestre 2016 tornano a calare i prestiti alle imprese lombarde: 232,9 miliardi di euro,
dai 235,2 del secondo trimestre. La variazione rispetto allo stesso periodo del 2015 è del -0,4%,
dal -0,1% registrato nel secondo trimestre 2016. Dall’inizio della crisi il calo complessivo dei
prestiti in Lombardia supera il -13%.

In Lombardia, il calo dello -0,4% dei prestiti del totale economia nel terzo trimestre 2016
nasconde dinamiche settoriali differenti: i prestiti ai servizi sono in ripresa (+4,2%) per il secondo
trimestre consecutivo, dopo oltre 4 anni di variazioni negative; quelli all’industria tornano a
contrarsi (-3,1%) interrompendo il trend di recupero iniziato nel terzo trimestre 2015, mentre i
prestiti alle costruzioni presentano una consistente caduta (-7,5%).

I prestiti si riducono in tutte le regioni monitorate, con un calo particolarmente marcato in
Veneto, -6,1%, massima contrazione dall’inizio della crisi, e del -3,5% in Emilia Romagna. In
leggera diminuzione anche i prestiti in Piemonte (-0,1%).

Il flusso di nuove sofferenze è in calo in Lombardia anche nel terzo trimestre 2016: 2,9% dei
finanziamenti, in costante riduzione dal picco del 3,7% del primo trimestre 2014. Solo il Piemonte
presenta un dato migliore in termini di flussi (2,2% dei finanziamenti). In termini assoluti, lo stock
di sofferenze lorde continua invece a salire in Lombardia, arrivando a 32,2 miliardi (circa sei volte
il dato del 2008), e tocca nuovamente il punto di massimo del 13,8% degli impieghi. La
percentuale si conferma comunque la più bassa nel confronto regionale.

I fallimenti in Lombardia continuano a calare anche nei primi nove mesi del 2016: 2.116 le nuove
procedure avviate tra gennaio e settembre, in discesa del -5,4% rispetto ai primi nove mesi del
2015. Su un orizzonte di più lungo periodo, il numero di fallimenti rimane elevato, più del doppio
rispetto ai primi nove mesi del 2008 (1.014).

La crisi economica ha generato un significativo processo di ristrutturazione dell’economia:
considerando i fallimenti, le altre procedure concorsuali e le liquidazioni, tra il 2008 e i primi
nove mesi del 2016 si sono perse in Lombardia circa 163 mila imprese, di cui l’84% costituito da
liquidazioni volontarie.

Le imprese sopravvissute alla crisi continuano a rafforzarsi e ad evidenziare profili più robusti.
Secondo il Cerved Group Score, un indice che sintetizza la probabilità di default delle imprese, a
dicembre 2016 il tessuto produttivo lombardo risulta più solido rispetto all’anno precedente, con
una quota di imprese in area di sicurezza o di solvibilità che sale al 55,9% (0,8 punti percentuali
in più rispetto a dicembre 2015). In parallelo, tuttavia, si accentua la polarizzazione nella
distribuzione del rischio: la quota di imprese in area di sicurezza sale al 16,7% (1,8 p.p. in più
rispetto a dicembre 2015), quella di imprese in area di rischio al pari al 13,8% (1 p.p. in più su
base annua). Le imprese lombarde risultano più solide rispetto a Emilia Romagna e Piemonte,
ma leggermente meno del Veneto.
4
1. I prestiti alle imprese
L’andamento del totale economia
In Lombardia nel terzo trimestre 2016 i prestiti per il totale economia segnano un leggero calo, scendendo
a quota 232,9 miliardi di euro, 2,3 miliardi in meno di quanto registrato nel secondo trimestre. Il valore
non rappresenta in ogni caso un nuovo minimo (230,7 miliardi il valore del primo trimestre 2016), sebbene
il gap negativo rispetto al picco del terzo trimestre 2011 torni a superare i 40 miliardi di euro.
Grafico 1.1 - Impieghi lordi in Lombardia, totale economia: stock
(dati trimestrali, consistenze di fine periodo, miliardi di euro)
280
270
260
250
240
232,9
230
220
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
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2013
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2015
2016
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza
Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie e famiglie produttrici al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da
giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti
Considerando le variazioni tendenziali, la contrazione in atto dal primo trimestre 2012 ha toccato un punto
di massima flessione nel quarto trimestre 2013 (-7,2% rispetto al quarto trimestre 2012). Dal primo
trimestre 2015 il ritmo si fa via via più lento e nel terzo trimestre 2016 la diminuzione rispetto allo stesso
trimestre dell’anno precedente è contenuta (-0,4%), ma maggiore di quanto registrato nel trimestre
precedente (-0,1%).
Nel confronto regionale, il Piemonte è l’unica regione che si caratterizza per un percorso di risalita analogo
e ancora più virtuoso: i prestiti sono sostanzialmente stabili al terzo trimestre 2016 (-0,1%), dopo essere
tornati addirittura in positivo nel secondo (+0,7%). Veneto ed Emilia Romagna presentano al contrario una
situazione di consistente calo: nel terzo trimestre 2016 l’Emilia Romagna è ancora su tassi di variazione
del -3,5%, mentre il Veneto fa registrare un -6,1%, massima contrazione dall’inizio della crisi.
5
Grafico 1.2 - Impieghi lordi, totale economia: tasso di variazione tendenziale
(dati trimestrali, var. % sullo stesso trimestre anno precedente)
18%
16%
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6%
4%
2%
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-12%
Lombardia
-0,4%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
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0%
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-6%
-8%
-10%
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2015
2016
Emilia Romagna
-3,5%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
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2016
Veneto
-6,1%
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2016
Piemonte
-0,1%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
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Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza
Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie e famiglie produttrici al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da
giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti
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L’andamento dei macro-settori
In Lombardia, il calo dello -0,4% dei prestiti nel totale economia del terzo trimestre 2016 nasconde
dinamiche settoriali differenti: i prestiti ai servizi sono in ripresa (+4,2%), intensificando la crescita già
registrata nel secondo trimestre 2016, dopo oltre 4 anni di variazioni negative. Nell’industria i prestiti
continuano a diminuire, con una riduzione del -3,1% su base annua che arresta il trend di recupero iniziato
nel terzo trimestre 2015. Sempre in forte calo i prestiti alle costruzioni: -7,5%, in ulteriore peggioramento
dopo il -6,7% del secondo trimestre.
Nel confronto regionale, il Piemonte conferma complessivamente il miglior andamento già osservato sul
totale economia. I servizi si mantengono in area positiva (+3,5%, dopo il +4,3% del secondo trimestre),
mentre tornano a contrarsi i prestiti all’industria (-1,2%, dopo il balzo del +1,9% del primo trimestre e il
+0,2% del secondo trimestre). Emilia Romagna e Veneto presentano un profilo molto simile per quanto
riguarda l’andamento dei prestiti ai servizi (ancora su tassi di contrazione superiori al -3%), mentre si
collocano ai due lati opposti per quanto riguarda l’industria: -0,3% l’Emilia Romagna, -7,6% il Veneto).
Nelle costruzioni, gli impieghi lordi risultano in progressivo peggioramento in tutte le regioni analizzate,
con cali consistenti che toccano un massimo in Veneto (-12,5%).
Grafico 1.3 - Impieghi lordi, industria: tasso di variazione tendenziale
(dati trimestrali, var. % sullo stesso trimestre anno precedente)
18%
16%
14%
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Lombardia
-3,1%
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-7,6%
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-0,3%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2016
Veneto
Emilia Romagna
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16%
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4%
2%
0%
-2%
-4%
-6%
-8%
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-12%
2015
2016
Piemonte
-1,2%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007
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2015
2016
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza
Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato
comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti. I dati settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a
quella ATECO (evidente in particolare nelle costruzioni) di giugno 2010
7
Grafico 1.4 - Impieghi lordi, servizi: tasso di variazione tendenziale
(dati trimestrali, var. % sullo stesso trimestre anno precedente)
18%
16%
14%
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8%
6%
4%
2%
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Lombardia
4,2%
18%
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4%
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-4%
-6%
-8%
-10%
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-3,9%
2007
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2012
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2014
2015
2008
2009
2010
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2014
18%
16%
14%
12%
10%
8%
6%
4%
2%
0%
-2%
-4%
-6%
-8%
-10%
-12%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007
-3,6%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2016
Veneto
Emilia Romagna
2015
2016
Piemonte
3,5%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2016
2007
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2016
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza
Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato
comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti. I dati settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a
quella ATECO (evidente in particolare nelle costruzioni) di giugno 2010
Grafico 1.5 - Impieghi lordi, costruzioni: tasso di variazione tendenziale
(dati trimestrali, var. % sullo stesso trimestre anno precedente)
60%
55%
50%
45%
40%
35%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
-5%
-10%
-15%
-20%
Lombardia
discontinuità
statistica
-7,5%
60%
55%
50%
45%
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35%
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15%
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5%
0%
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1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007
60%
55%
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45%
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15%
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5%
0%
-5%
-10%
-15%
-20%
2008
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2011
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2015
Veneto
-12,5%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007
2008
2009
2010
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2012
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2015
2016
-9,2%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2016
discontinuità
statistica
Emilia Romagna
discontinuità
statistica
2007
60%
55%
50%
45%
40%
35%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
-5%
-10%
-15%
-20%
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
Piemonte
discontinuità
statistica
-7,0%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza
Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato
comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti. I dati settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a
quella ATECO (evidente in particolare nelle costruzioni) di giugno 2010
8
La variazione rispetto al pre-crisi
La Lombardia mostra il gap più elevato rispetto al pre-crisi in termini di impieghi lordi. Complessivamente,
nel terzo trimestre 2016 i prestiti del totale economia risultano inferiori del -13,1% rispetto al terzo
trimestre 2008 (-10,4% in Veneto, -8,9% Emilia Romagna, e -3,6% Piemonte). A livello settoriale, in
Lombardia la contrazione nell’industria è del -18,3% (segue l’Emilia Romagna, con -16,6%), quella nei
servizi del -20,4% (Veneto -14,6%)1.
Grafico 1.6 - Impieghi lordi: la variazione rispetto al pre-crisi
(dati trimestrali, var. % 3° trim 2016/3° trim 2008)
Totale economia
Lombardia
-13,1%
Emilia Romagna
-8,9%
Veneto
-10,4%
-3,6%
Piemonte
Industria
Lombardia
-18,3%
Emilia Romagna
-16,6%
Veneto
-13,5%
Piemonte
-12,2%
Servizi
Lombardia
-20,4%
Emilia Romagna
-8,7%
Veneto
-14,6%
-4,1%
Piemonte
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza
Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato
comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti. I dati settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a
quella ATECO (evidente in particolare nelle costruzioni) di giugno 2010
I dati relativi alle costruzioni risentono in maniera più marcata di alcune modifiche nella classificazione settoriale nelle statistiche Banca d’Italia, effettuate a giugno
2010, e pertanto il grafico non è riportato.
1
9
2. Le sofferenze
Lo stock di sofferenze
A settembre 2016 le sofferenze lorde delle imprese in Lombardia raggiungono quota 32,2 miliardi di euro,
un valore quasi sei volte il dato del 2008 (5,6 miliardi di euro), e pari al 13,8% degli impieghi (2,1% a fine
2008). Nelle altre regioni lo stock di sofferenze lorde risulta minore (16,1 miliardi di euro in Veneto, 15,8 in
Emilia Romagna e 9,1 in Piemonte), con una tendenza in leggero calo in Emilia Romagna. Le differenze nei
valori assoluti dipendono tuttavia dalle dimensioni complessive del mercato del credito nelle diverse
regioni.
12,1
14,6
16,0
16,1
Lombardia
Emilia Romagna
2008
2009
2010
2011
2,0
3,0
3,8
4,9
5,7
7,1
8,6
9,0
9,1
3,1
5,0
6,3
8,2
9,8
5,6
8,9
2,8
4,1
5,8
7,7
9,3
12,0
12,1
14,6
16,0
15,8
15,4
18,4
24,0
29,5
31,7
32,2
Grafico 2.1 - Sofferenze lorde delle imprese, totale economia
(consistenze di fine periodo, miliardi di euro)
Veneto
2012
2013
2014
Piemonte
2015
settembre 2016
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza
Nota: sofferenze di società non finanziarie e famiglie produttrici al lordo delle svalutazioni e dei passaggi di proprietà; da giugno 2011 il dato
comprende anche le sofferenze su finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti
Considerando le sofferenze in rapporto al totale impieghi, la Lombardia risale leggermente, tornando al
punto di massimo del 13,8% già toccato nel terzo trimestre 2015 e nel primo trimestre 2016. Nelle altre
regioni le percentuali sono più elevate: 15,8% in Piemonte (in risalita e su un nuovo massimo), 16,9% in
Emilia Romagna (ancora stabile, dopo il calo al 16,3% del primo trimestre 2016) e 17,6% in Veneto
(anch’esso su un nuovo massimo).
10
Grafico 2.2 - Sofferenze lorde delle imprese in rapporto al totale impieghi, totale economia
(sofferenze lorde in % degli impieghi lordi, dati trimestrali, consistenze di fine periodo)
20%
17,6%
18%
16,9%
16%
15,8%
14%
13,8%
12%
10%
8%
6%
4%
2%
0%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2009
2010
Lombardia
2011
2012
2013
Emilia Romagna
2014
Veneto
2015
2016
Piemonte
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza
Nota: sofferenze di società non finanziarie e famiglie produttrici al lordo delle svalutazioni e dei passaggi di proprietà; da giugno 2011 il dato
comprende anche le sofferenze su finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti
11
Il tasso di ingresso in sofferenza
Nel terzo trimestre 2016 diminuiscono le nuove sofferenze delle imprese in Lombardia: considerando i dati
in valore, risultano in sofferenza il 2,9% dei finanziamenti (in progressiva riduzione dal 3,7% del primo
trimestre 2014). Solo il Piemonte presenta performance migliori: 2,2% nel terzo trimestre 2016, stabile
rispetto al secondo trimestre 2016 e in continuo e marcato calo dal picco del 5,2% del primo trimestre
2014. In Veneto sembra arrestarsi il calo in atto dal secondo trimestre 2015: 3,6% nel terzo trimestre 2016,
dal 3,5% del trimestre precedente. I valori sono ancora particolarmente elevati nel terzo trimestre 2016 in
Emilia Romagna (4,4%), anche se in leggerissima diminuzione rispetto al trimestre precedente (4,5%).
Grafico 2.3 - Le sofferenze delle imprese, totale economia: tasso di ingresso in sofferenza annualizzato
(dati trimestrali, flusso di nuove sofferenze rettificate in % degli impieghi vivi di inizio periodo, valori annualizzati)
8%
Totale economia
7%
6%
5%
4,4%
4%
3,6%
3%
2,9%
2%
2,2%
1%
0%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007
2008
Lombardia
2009
2010
2011
Emilia Romagna
2012
2013
Veneto
2014
2015
2016
Piemonte
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni Centrale Rischi
Nota: dati in valore; somma mobile su 4 trimestri dei flussi di nuove sofferenze rettificate di società non finanziarie e famiglie produttrici in %
degli impieghi vivi di inizio periodo; dati riferiti alle segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di cartolarizzazione. Nel calcolo
delle sofferenze rettificate si considera l’esposizione complessiva per cassa dei soggetti che, alla fine del trimestre di riferimento, presentano per
la prima volta una delle condizioni per essere qualificati in “sofferenza rettificata” a livello di sistema (vedi Glossario)
Il dato sulle sofferenze del totale economia lombardo è il risultato di dinamiche settoriali differenti. Il
miglior andamento congiunturale si osserva nei servizi, che dal 3,5% del primo trimestre 2016 scendono
al 2,7% nel terzo trimestre, segnando un’inversione di tendenza dal trend negativo che proseguiva dal
primo trimestre del 2015. Il tasso di decadimento dei servizi è tuttavia ancora quasi un punto percentuale
al di sopra di quello dell’industria, settore che mostra il maggior recupero in un’ottica di più lungo
periodo: stabile all’1,6% nel terzo trimestre 2016, dall’1,9% del primo trimestre dell’anno e in progressivo
calo dal picco del 3,1% del primo trimestre 2014. Nuovamente in aumento le costruzioni (6,5%, dal 6,2%
del secondo trimestre 2016), con valori significativamente più elevati rispetto agli altri settori ma
decisamente più bassi rispetto a quelli di Emilia Romagna (13,6%) e Veneto (10,9%).
In Piemonte, nel terzo trimestre 2016, industria e soprattutto costruzioni fanno registrare un leggero
peggioramento rispetto ai valori registrati nel secondo trimestre dell’anno. Ciò non toglie che la regione
si confermi anche su base settoriale quella con il maggior recupero: a partire dal primo trimestre 2014 i
tassi di decadimento di tutti e tra i settori in esame sono in progressivo calo, con valori sistematicamente
inferiori a quelli osservati nelle altre regioni.
12
Grafico 2.4 - Le sofferenze delle imprese, macro-settori: tasso di ingresso in sofferenza annualizzato
(dati trimestrali, flusso di nuove sofferenze rettificate in % degli impieghi vivi di inizio periodo, valori annualizzati)
8%
Industria
7%
6%
5%
4%
2,1%
3%
1,8%
2%
1,6%
1%
1,2%
0%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007
2008
2009
Lombardia
2010
2011
2012
Emilia Romagna
2013
2014
Veneto
2015
2016
Piemonte
8%
Servizi
7%
6%
5%
3,6%
4%
3,0%
3%
2,7%
2%
2,1%
1%
0%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007
2008
2009
Lombardia
2010
2011
2012
Emilia Romagna
2013
2014
Veneto
2015
2016
Piemonte
16%
Costruzioni
14%
13,6%
12%
10,9%
10%
8%
6,5%
6%
4,9%
4%
2%
0%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007
2008
2009
Lombardia
2010
2011
Emilia Romagna
2012
2013
Veneto
2014
2015
2016
Piemonte
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni Centrale Rischi
Nota: dati in valore; somma mobile su 4 trimestri dei flussi di nuove sofferenze rettificate di società non finanziarie e famiglie produttrici in %
degli impieghi vivi di inizio periodo; dati riferiti alle segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di cartolarizzazione. Nel calcolo
delle sofferenze rettificate si considera l’esposizione complessiva per cassa dei soggetti che, alla fine del trimestre di riferimento, presentano per
la prima volta una delle condizioni per essere qualificati in “sofferenza rettificata” a livello di sistema (vedi Glossario)
13
3. Le imprese uscite dal mercato
I fallimenti2
Prosegue anche nei primi nove mesi del 2016 in il calo dei fallimenti3, dopo la riduzione registrata nel 2015:
nel periodo gennaio-settembre si contano 2.116 nuove procedure, -5,4% rispetto a quanto registrato nello
stesso periodo del 2015. Su un orizzonte di più lungo periodo, il numero di fallimenti rimane elevato, oltre
il doppio rispetto ai primi nove mesi del 2008 (1.014).
Il calo delle nuove procedure fallimentari osservato sul totale economia è guidato in via principale
dall’industria. Il settore fa registrare una inversione di tendenza già nel 2014 (-5,3% rispetto al 2013); nel
2015 la diminuzione sfiora il -20%, assestandosi a 429 procedure aperte. I primi nove mesi del 2016
confermano questo andamento positivo: 303 nuove procedure, in calo del -6,2% rispetto al dato dei primi
nove mesi del 2015. Nel 2015 sono diminuiti notevolmente anche i fallimenti nelle costruzioni, ma il trend
non si conferma nel 2016 (+0,7% rispetto ai primi nove mesi del 2015). Viceversa, i servizi scendono solo
marginalmente nel 2015 (-1% sul 2014), ma nei primi nove mesi dell’anno fanno registrare un -8,6%
rispetto ai primi nove mesi del 2015.
Complessivamente, il Piemonte è la regione che presenta l’andamento migliore nel 2015, così come nei
primi nove mesi del 2016, sia per quanto riguarda il totale economia (-13,5% rispetto al 2014; -8,5%
rispetto ai primi nove mesi del 2015), sia singolarmente su industria e servizi (nel 2015, -27,2% su industria
e -12,7% su servizi, mentre nel periodo gennaio-settembre 2016, -6,7% e -9%, rispettivamente). In Emilia
Romagna nei primi nove mesi del 2016 accelera la riduzione de fallimenti (-6,7%), dopo aver registrato un
calo contenuto nel 2015 (-1,6%). La riduzione del 2016 è legata soprattutto all’andamento delle costruzioni
(-8,2%), con l’industria solo in leggero calo (-2%) e i servizi ancora in crescita (+1,5%). Nei primi nove mesi
del 2016 iniziano a calare i fallimenti anche in Veneto (-8,0%, mentre fino al 2015 risultava l’unica regione
ancora in crescita), anche se l’industria fa nuovamente registrare un +7,8%, dopo diminuzioni di oltre il10% nel 2014 e 2015.
Occorre sottolineare come, dopo oltre 50 anni dall’istituzione della disciplina fallimentare, dal 2005 sono state introdotte una serie di modifiche normative (volte a
velocizzare i tempi dei fallimenti, a favorire soluzioni concordate tra creditori e debitori, a far emergere più precocemente la situazione di crisi dell’impresa) che hanno
favorito o frenato il ricorso alle diverse procedure concorsuali. In particolare, il D.L. 5/2006 e il D.Lgs 169/2007 hanno innalzato le soglie di fallibilità, così escludendo
un numero rilevante di microimprese dall’ambito di applicazione delle norme. Il pacchetto di misure in materia di giustizia approvato con la legge 132 dello scorso
agosto ha introdotto termini più stringenti per i curatori fallimentari, individuando in due anni il tempo massimo per le liquidazioni della società. In Lombardia, l’effetto
della riforma ha portato ad un aumento del numero di pratiche chiuse nel periodo settembre 2015-marzo 2016 del 21,7% rispetto ai 12 mesi precedenti, con una durata
media in miglioramento già prima dell'introduzione di queste misure, passata da 6,1 anni nel 2014 a 5,7 nel 2015.
3
Le date considerate sono quelle di apertura delle procedure.
2
14
Lombardia
2007
Emilia Romagna
2008
2009
2010
372
475
651
816
848
956
975
1.173
1.015
677
1.194
1.146
1.085
1.264
1.320
1.363
882
538
741
887
1.089
430
577
776
859
917
867
1.089
1.128
1.110
752
1.512
1.996
2.423
2.670
2.837
3.210
3.374
3.088
2.116
Grafico 3.1 - I fallimenti, totale economia
(numero di nuove procedure nel periodo)
Veneto
2011
2012
2013
Piemonte
2014
2015
gen-set 2016
Fonte: Cerved
Grafico 3.2 - I fallimenti, totale economia: tassi di variazione tendenziali
(var. % a/a; gen-set 2016: var % sullo stesso periodo anno precedente)
38,8%
34,2% 34,5%
Lombardia
32,0%
21,4%
10,2%
6,3%
13,1%
Emilia Romagna
25,6%
10,7%
5,1%
6,8%
-8,5% -5,4%
3,6%
-1,6%
-5,5%
-6,7%
-25,9%
-42,1%
2007
2008
2009
37,7%
2010
2011
2012
2013
2014
2015 gen-set
2016
34,6%
2007
2009
2010
2011
27,7%
2013
2014
2015 gen-set
2016
Piemonte
25,3%
16,5%
20,3%
12,7%
4,4% 3,3%
-4,0% -5,3%
2012
37,1%
Veneto
19,7%
2008
3,9%
2,0%
-8,0%
-13,5%
-8,5%
-36,2%
-47,8%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015 gen-set
2016
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015 gen-set
2016
Fonte: Cerved
15
317
276
244
319
180
164
174
197
181
201
213
155
111
268
227
247
197
103
113
142
94
157
202
230
213
164
225
228
204
146
247
303
328
409
429
508
463
497
562
532
Grafico 3.3 - I fallimenti, industria
(numero di nuove procedure nel periodo)
Lombardia
2007
Emilia Romagna
2008
2009
2010
Veneto
2011
2012
2013
Piemonte
2014
2015
gen-set 2016
Fonte: Cerved
Grafico 3.4 - I fallimenti, industria: tassi di variazione tendenziali
(var. % a/a; gen-set 2016: var % sullo stesso periodo anno precedente)
32,8%
67,0%
Lombardia
7,3%
37,2%
13,9%
13,1%
1,3%
-5,3%
-8,9%
-6,2%
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015 gen-set
2016
39,6%
38,7%
25,4%
2007
2009
2010
2011
2013
2014
9,7%
2015 gen-set
2016
Piemonte
6,1%
13,2%
11,0%
6,0%
-6,7%
-8,1%
-12,9% -11,6%
-16,0% -15,3%
2012
45,1%
7,8%
-27,2%
-30,4%
2007
2008
Veneto
29,1%
-10,5%
-23,0%
-30,4%
-35,5%
-2,0%
-7,4%
-19,4%
2007
Emilia Romagna
28,7%
24,7% 24,2%
-36,0%
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015 gen-set
2016
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015 gen-set
2016
Fonte: Cerved
16
Lombardia
2007
Emilia Romagna
2008
2009
2010
172
217
258
Veneto
2011
2012
2013
333
375
370
458
454
590
515
476
472
468
530
601
640
423
216
273
311
401
195
254
361
388
405
411
489
532
541
559
647
877
1.010
1.058
1.164
1.199
1.421
1.566
1.550
Grafico 3.5 - I fallimenti, servizi
(numero di nuove procedure nel periodo)
Piemonte
2014
2015
gen-set 2016
Fonte: Cerved
Grafico 3.6 - I fallimenti, servizi: tassi di variazione tendenziali
(var. % a/a; gen-set 2016: var % sullo stesso periodo anno precedente)
Lombardia
32,3% 35,5%
Emilia Romagna
42,1%
30,3%
20,6%
10,0%
18,5%
3,0%
29,4%
10,2%
7,5% 4,4%
1,5%
-1,0%
1,7% 3,3% 1,5%
-8,6%
-32,8%
-50,9%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015 gen-set
2016
53,1%
2007
2008
2009
26,4%
26,2%
13,2% 13,4%
-0,8% -0,8%
2011
2012
2013
2014
45,3%
Veneto
13,9%
2010
2015 gen-set
2016
Piemonte
30,0%
23,8%
18,9%
6,5%
-0,9%
-1,3%
-8,2%
-12,7%
-9,0%
-41,3%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015 gen-set
2016
-52,5%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015 gen-set
2016
Fonte: Cerved
17
Lombardia
2007
2009
2010
2011
112
70
Emilia Romagna
2008
189
207
210
237
228
267
236
157
180
233
275
283
260
308
308
308
158
112
197
101
120
171
193
242
220
248
289
256
156
290
427
572
444
494
539
582
659
710
Grafico 3.7 - I fallimenti, costruzioni
(numero di nuove procedure nel periodo)
Veneto
2012
2013
Piemonte
2014
2015
gen-set 2016
Fonte: Cerved
Grafico 3.8 - I fallimenti, costruzioni: tassi di variazione tendenziali
(var. % a/a; gen-set 2016: var % sullo stesso periodo anno precedente)
47,2%
53,1%
Lombardia
11,3% 9,1% 8,0%
13,2%
25,4%
18,8%
7,7%
0,7%
Emilia Romagna
42,5%
12,7% 16,5%
12,9%
5,2%
-9,1%
-11,4%
-19,4%
-18,3%
-38,6%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015 gen-set
2016
60,7%
2007
2008
60,0%
Veneto
2009
2010
2011
2012
2013
2014
68,8%
2015 gen-set
2016
Piemonte
29,4%
18,5%
18,0%
2,9%
9,5%
0,0% 0,0%
1,4%
-3,8%
-8,1%
-19,4%
2007
-25,8%
2008
2009
2010
2011
2012
17,1%
12,9%
2013
2014
2015 gen-set
2016
-11,6% -8,2%
-32,7%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015 gen-set
2016
Fonte: Cerved
18
Le procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazioni
volontarie
Nei primi nove mesi del 2016 sono state aperte in Lombardia 213 procedure concorsuali non fallimentari4,
mentre hanno liquidato volontariamente la propria impresa 8.900 imprenditori, dato che cala a 4.700 se
si considerano esclusivamente le “vere” società (definite come società che hanno depositato almeno un
bilancio nei tre anni precedenti alla liquidazione). Prosegue il trend positivo, in atto dal 2014, per le
procedure non fallimentari (-34,1%), mentre si interrompe per le chiusure volontarie, che tornano dopo
due anni ad aumentare (+7,6%).
Il forte calo di procedure concorsuali non fallimentari riguarda tutte le regioni analizzate e non riflette
dinamiche economiche, ma è attribuibile alle modifiche legislative che hanno interessato il concordato
preventivo 5 . Viceversa, l’andamento delle liquidazioni volontarie riflette un peggioramento delle
aspettative degli imprenditori sui profitti.
Sommando ai fallimenti le altre procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazioni volontarie, in
Lombardia nei primi nove mesi del 2016 sono state avviate 11.229 pratiche.
2007
Emilia Romagna
2008
2009
2010
2011
Veneto
2012
2013
2014
78
225
165
50
69
76
116
143
161
131
297
319
235
263
154
184
184
186
202
116
132
131
161
180
Lombardia
76
264
264
356
434
59
81
148
185
213
330
341
336
384
636
601
Grafico 3.9 - Le altre procedure concorsuali non fallimentari, totale economia
(numero di nuove procedure nel periodo)
Piemonte
2015
gen-set 2016
Fonte: Cerved
Sono considerate nell’analisi le procedure di amministrazione controllata e straordinaria, il concordato preventivo, gli accordi di ristrutturazione dei debiti ex art.182
LF, la liquidazione coatta amministrativa e lo stato di insolvenza. Sono escluse tutte le procedure di cancellazione e che or iginano da atti dell’Autorità.
5
In particolare, le modifiche al ‘concordato in bianco hanno comportato una netta riduzione nel ricorso a questa procedura e, di conseguenza, al concordato
preventivo.
4
19
Lombardia
2007
2009
2010
2011
3.034
3.446
Emilia Romagna
2008
7.499
6.920
6.732
6.543
7.221
6.902
6.717
6.383
5.879
8.299
7.503
7.357
7.033
7.813
7.365
7.654
7.216
6.489
3.899
7.819
7.053
7.410
6.891
6.848
7.511
7.238
6.849
6.570
8.900
17.114
15.759
15.162
16.116
16.467
16.614
17.761
15.051
14.265
Grafico 3.10 - Le liquidazioni volontarie, totale economia
(numero di nuove procedure nel periodo)
Veneto
2012
2013
Piemonte
2014
2015
gen-set 2016
Fonte: Cerved
Lombardia
2007
2008
Emilia Romagna
2009
2010
2011
2012
Veneto
2013
2014
1.938
1.981
2.030
1.882
2.081
2.230
2.202
1.995
1.839
995
3.178
2.890
3.081
3.008
3.207
3.507
3.558
3.206
2.936
1.489
2.856
2.771
3.070
2.987
2.860
3.498
3.404
3.128
2.959
1.674
4.713
7.789
7.447
7.520
8.361
7.911
9.118
9.157
8.062
7.364
Grafico 3.11 - Le liquidazioni volontarie di vere società di capitali, totale economia
(numero di nuove procedure nel periodo)
2015
Piemonte
gen-set 2016
Fonte: Cerved
Nota: per vere società di capitali si intendono le società di capitali che hanno depositato almeno un bilancio nei tre anni precedenti la data di
avvio della procedura
20
Le uscite totali nel periodo 2008-2016
In Lombardia l’exit ratio (che misura il numero di nuove procedure avviate nel corso dell’anno in rapporto
alle imprese presenti sul mercato a inizio periodo) è in progressivo calo rispetto al picco del 2013 ma
presenta valori più alti rispetto alle altre regioni analizzate. Nel periodo gennaio-settembre 2016 si
contano complessivamente in la Lombardia 129 nuove procedure ogni 10.000 imprese operative (erano
126 nei primi nove mesi del 2015), 109 per l’Emilia Romagna, 96 in Veneto e 90 in Piemonte.
Grafico 3.12 – Exit ratio
(numero di nuove procedure nel periodo ogni 10.000 imprese attive a inizio periodo)
249
208
205
221
224
225
Lombardia
220
Emilia Romagna
206
174
188
178
177
189
195
187
182
129
109
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
gen-set
2016
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
Veneto
178
179
178
192
180
195
188
Piemonte
174
175
172
172
187
181
183
181
167
90
96
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
gen-set
2016
gen-set
2016
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
gen-set
2016
Fonte: Cerved
21
La crisi economica ha generato un significativo processo di ristrutturazione dell’economia, con 162.781
imprese lombarde in procedura concorsuale o in liquidazione tra il 2008 e i primi nove mesi del 2016, di
cui l’84% costituito da liquidazioni volontarie. Nei servizi si contano quasi 100.000 imprese in meno,
mentre industria e costruzioni registrano rispettivamente un calo di quasi 18.000 e 19.000 società.
Le altre regioni presentano valori molto inferiori in termini assoluti, date le diverse dimensioni del tessuto
produttivo. In termini relativi, la Lombardia è in ogni caso l’area ad aver sofferto la maggiore perdita di
base produttiva: le 162.781 imprese uscite dal mercato dal 2008 ad oggi corrispondono a una perdita del
19,4% rispetto al numero di imprese operative a inizio 2008 6 . Nelle altre regioni, la perdita è
rispettivamente del 15,8% in Emilia Romagna, del 15,6% in Veneto e del 15,2% in Piemonte.
Grafico 3.13 - Numero complessivo di imprese uscite dal mercato dal 2008 a oggi tramite procedura concorsuale o
liquidazione
(numero di nuove procedure nel periodo gennaio 2008 – settembre 2016)
Industria
Lombardia
17.639
Emilia Romagna
8.190
Veneto
9.558
Piemonte
6.341
Servizi
Lombardia
98.673
Emilia Romagna
40.225
Veneto
40.860
Totale
economia
Costruzioni
Piemonte
37.054
Lombardia
Emilia Romagna
Veneto
Piemonte
18.761
9.322
9.141
7.159
Lombardia
Emilia Romagna
Veneto
Piemonte
162.781
70.029
73.616
65.247
Fonte: Cerved
6
Il dato è calcolato sul totale delle imprese operative a inizio 2008 e non tiene conto delle imprese nate successivamente.
22
4. La rischiosità delle imprese
Secondo il Cerved Group Score 7 (CGS), a dicembre 2016 il 55,9% delle imprese 8 lombarde presenta un
grado di rischio di default molto basso (area sicurezza) o comunque contenuto (area solvibilità). In
particolare, le imprese in area di sicurezza sono il 16,7%, mentre quelle in area di rischio il 13,8%. Il
confronto con i dati di dicembre 2015 evidenzia come sia ancora in atto un processo di polarizzazione che
tuttavia è in via di esaurimento, con un aumento delle imprese in area di sicurezza in Lombardia pari a
circa il doppio di quello delle imprese in area di rischio (1,8 e 1 p.p. di differenza, rispettivamente).
Solvibilità
Lombardia
Vulnerabilità
Emilia Romagna
Veneto
13,1%
14,1%
13,8%
Sicurezza
16,0%
31,7%
29,4%
31,8%
16,2%
16,9%
15,1%
16,7%
30,3%
39,0%
39,6%
37,2%
39,2%
Grafico 4.1 - Distribuzione delle imprese secondo il Cerved Group Score a dicembre 2016, totale economia
(% sul totale)
Rischio
Piemonte
Fonte: Cerved
In tutte le regioni monitorate, il numero di upgrade (imprese che hanno migliorato la propria classe CGS)
ha superato quello di downgrade, con la Lombardia che si contraddistingue per il migliore saldo positivo
(3,1 p.p. di differenza) e per la più bassa percentuale di downgrade (25,3%).
Grafico 4.2 - Upgrade e downgrade delle imprese secondo il Cerved Group Score tra dicembre 2015 e dicembre
2016, totale economia
(% sul totale)
46,3%
25,3%
down
grade
stessa
classe
Lombardia
46,4%
44,6%
28,4%
26,8%
up
grade
down
grade
28,6%
stessa
classe
up
grade
Emilia Romagna
25,8%
down
grade
stessa
classe
Veneto
46,2%
27,7%
26,2%
up
grade
down
grade
27,6%
stessa
classe
up
grade
Piemonte
Fonte: Cerved
Il Cerved Group Score offre una valutazione completa e aggiornata del rischio di insolvenza delle imprese, combinando la componente di bilancio e sistemica con
una comportamentale, che consente di cogliere tempestivamente i segnali provenienti dal mercato, come le abitudini di pagamento delle imprese (vedi Glossario).
8
In questa sezione si analizzano le società di capitale che hanno presentato gli ultimi due bilanci a ottobre 2016.
7
23
Complessivamente, è il Veneto la regione dove il tessuto imprenditoriale risulta più solido, con il 16,9%
delle imprese in area di sicurezza e il 39,6% in area di solvibilità. Miglior risultato anche nelle aree
vulnerabilità e rischio, con una quota complessiva di imprese pari al 43,5% (segue la Lombardia con il
44,1%). Il Piemonte risulta ancora indietro su sicurezza (16,2%) e solvibilità (39,0%), ma presenta la minor
quota di imprese in area di rischio (13,1%). Più critica la situazione in Emilia Romagna: a dicembre 2016 si
conferma la regione che presenta la più elevata quota di imprese rischiose (16%), e la minor quota di
imprese sicure (15,1%).
Grafico 4.3 - Distribuzione delle imprese secondo il Cerved Group Score, totale economia: dicembre 2016 vs.
dicembre 2015
(% sul totale)
40,2%
Lombardia
39,2%
32,2%
14,9%
30,3%
16,7%
Sicurezza
12,8%
Solvibilità
Vulnerabilità
dic-15
13,8%
Rischio
dic-16
Emilia Romagna
37,7%
13,8%
37,2%
33,2%
15,2%
15,1%
Sicurezza
Solvibilità
Vulnerabilità
dic-15
40,5%
Veneto
Solvibilità
40,2%
Vulnerabilità
Rischio
Piemonte
39,0%
31,7%
16,2%
Sicurezza
14,1%
dic-16
33,0%
Fonte: Cerved
29,4%
12,9%
dic-15
14,8%
Rischio
39,6%
16,9%
Sicurezza
16,0%
dic-16
31,1%
15,5%
31,8%
12,0%
Solvibilità
Vulnerabilità
dic-15
13,1%
Rischio
dic-16
24
Emilia Romagna
Veneto
12,0%
13,5%
12,3%
12,1%
13,0%
13,0%
Rischio
27,2%
20,8%
19,2%
Costruzioni
21,8%
41,4%
45,0%
Piemonte
30,6%
25,6%
32,2%
32,2%
44,0%
Veneto
42,0%
Emilia Romagna
14,3%
29,4%
26,8%
29,2%
28,3%
Vulnerabilità
5,3%
4,6%
Piemonte
Servizi
Solvibilità
Lombardia
Sicurezza
Rischio
41,2%
40,9%
39,3%
40,9%
Vulnerabilità
17,3%
19,3%
17,1%
Sicurezza
3,2%
29,0%
11,6%
Solvibilità
Lombardia
17,8%
29,3%
29,1%
21,4%
18,4%
16,8%
21,6%
Sicurezza
4,9%
32,3%
Industria
37,7%
40,0%
37,4%
37,7%
Grafico 4.4 - Distribuzione delle imprese secondo il Cerved Group Score a dicembre 2016 per settore di attività
economica
(% sul totale)
Solvibilità
Lombardia
Emilia Romagna
Vulnerabilità
Veneto
Rischio
Piemonte
Fonte: Cerved
25
Glossario
Cerved Group Score: valutazione sintetica del merito creditizio delle imprese italiane basata su una vasta gamma
di informazioni societarie (bilanci, abitudini di pagamento, eventi negativi, ecc.) e del mercato di operatività,
ottenuta attraverso modelli statistici che consentono di stimare per ciascuna impresa una probabilità di insolvenza.
Sulla base della probabilità di insolvenza stimata, le imprese sono classificate in dieci classi di merito, raggruppate
in quattro aree di rischio: 1) sicurezza: aziende caratterizzate da un eccellente profilo economico-finanziario e da un
rischio di credito molto basso; 2) solvibilità: aziende capaci di far fronte agli impegni finanziari, che potrebbero
risentire di improvvisi e gravi mutamenti del mercato, con un rischio di credito contenuto; 3) vulnerabilità: i
fondamentali dell’azienda sono complessivamente positivi nonostante elementi di fragilità che la rendono
vulnerabile a improvvisi cambiamenti del mercato; il rischio, inferiore alla media, può essere significativo; 4) rischio:
l’azienda presenta gravi problemi che ne possono pregiudicare la capacità di far fronte agli impegni, anche a breve
termine; il rischio di credito è elevato, molto elevato o massimo. Il dettaglio settoriale differisce parzialmente dalla
classificazione ATECO. Nell’industria rientrano: largo consumo, sistema moda, sistema casa, altri beni di consumo,
mezzi di trasporto, chimica e farmaceutica, metalli, meccanica, hi tech, prodotti intermedi; nei servizi: informazione,
comunicazione e intrattenimento, distribuzione, logistica e trasporti, servizi non finanziari, servizi, finanziari e
assicurativi, immobiliari. La stessa classificazione è seguita per le procedure concorsuali e le liquidazioni volontarie
a livello settoriale.
Impieghi lordi: finanziamenti erogati dalle banche a soggetti non bancari calcolati al valore nominale, al lordo delle
poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze. Nel perimetro totale economia rientrano il totale settori Ateco al
netto della sezione U. Nell’industria rientrano le attività manifatturiere, estrattive, energetiche e le utilities (sezioni
da B a E). I servizi corrispondono alle sezioni da G a T, mentre le costruzioni alla sezione F. Per il totale economia, nel
perimetro imprese rientrano le società non finanziarie e le famiglie produttrici. Per i dati settoriali, nel perimetro
imprese rientrano esclusivamente le società non finanziarie. Da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti
erogati da Cassa Depositi e Prestiti (dato non scorporabile). Le variazioni tendenziali risentono di questo aspetto fino
a giugno 2012 (le costruzioni in particolar modo), quando il perimetro rilevazioni torna a essere omogeneo. I dati
settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a quella ATECO (evidente in particolare sulle
costruzioni) di giugno 2010.
Sofferenze lorde: sofferenze al lordo delle svalutazioni e dei passaggi a perdita eventualmente effettuati. Dati
calcolati come differenza tra impieghi totali e impieghi vivi. Nel perimetro di attività economica rientrano il totale
settori Ateco al netto della sezione U. Nel perimetro imprese rientrano le società non finanziarie e le famiglie
produttrici. Da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti (dato non
scorporabile).
Sofferenze rettificate: concetto di vigilanza che estende la qualifica di credito in sofferenza a tutti i crediti di un
soggetto qualora questi abbia almeno una linea di credito in default, sulla base dei seguenti criteri: a) in sofferenza
dall'unico intermediario che ha erogato il credito; b) in sofferenza da un intermediario e tra gli sconfinamenti
dell'unico altro intermediario esposto; c) in sofferenza da un intermediario e l'importo della sofferenza sia almeno il
70% dell'esposizione dell'affidato nei confronti del sistema, ovvero vi siano sconfinamenti pari o superiori al 10% dei
finanziamenti per cassa; d) in sofferenza da almeno due intermediari per import pari o superiori al 10% del
complessivo fido per cassa utilizzato nei confronti del sistema. Per flusso di nuove sofferenze rettificate si intende
l’esposizione complessiva per cassa dei soggetti che, alla fine del trimestre di riferimento, presentano per la prima
volta una delle condizioni previste per essere qualificati in "sofferenza rettificata" a livello di sistema. Le posizioni
interessate da operazioni di fusione e di cessione tra intermediari, già classificate a sofferenza rettificata per il
sistema ad inizio trimestre, non concorrono alla determinazione del fenomeno a fine trimestre.
Tasso di ingresso in sofferenza: flussi di nuove sofferenze rettificate nel trimestre in % degli impieghi vivi di inizio
periodo. Il valore riportato corrisponde al tasso annualizzato, dato, per ogni periodo, dalla somma dei flussi di
sofferenze rettificate sui 4 trimestri precedenti in rapporto agli impieghi vivi del primo trimestre considerato (ad
esempio, il tasso di decadimento del 3° trimestre 2015 è dato dalla somma dei flussi di sofferenze rettificate dal 4°
trimestre 2014 al 3° trimestre 2015 in rapporto agli impieghi vivi al 3° trimestre 2015). Nel totale economia rientrano
il totale settori Ateco al netto della sezione U. Nell’industria rientrano le attività manifatturiere, estrattive,
energetiche e le utilities (sezioni da B a E). I servizi corrispondono alle sezioni da G a T, mentre le costruzioni alla
sezione F. Nel perimetro imprese rientrano le società non finanziarie e le famiglie produttrici. Dati riferiti alle
segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di cartolarizzazione.
26
Elenco rapporti pubblicati:
– “Osservatorio Territoriale Infrastrutture - Rapporto OTI Nordovest 2014” N° 01/2015
– “3° Rapporto sulla fiscalità locale nei territori di Milano, Lodi e Monza e Brianza” N° 02/2015
– “1° Osservatorio Città Metropolitana investire sul territorio. Mercato degli immobili di impresa, cantieri infrastrutturali
e dinamiche del sistema produttivo nei territori della Città Metropolitana di Milano” N° 03/2015
– “Il lavoro nelle imprese dell'Area Milanese (Milano, Monza e Brianza e Lodi)” N° 04/2015
– “Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro II trim 2015” N° 05/2015
– “Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro III trim 2015” N° 06/2015
– “Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro IV trim 2015” N° 01/2016
– “Quanto costa la burocrazia? Osservatorio sulla Semplificazione 2015” N° 02/2016
– “Osservatorio Territoriale Infrastrutture - Rapporto OTI Nordovest” N° 03/2016
– “4° Rapporto sulla fiscalità locale nei territori di Milano, Lodi e Monza e Brianza” N° 04/2016
– “Il lavoro a Milano 2015 - X Edizione” N° 05/2016
– “Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro I trim 2016” N° 06/2016
– “L’internazionalizzazione degli atenei di Milano e della Lombardia” N° 07/2016
– “Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro II trim 2016” N° 08/2016
– “Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro III trim 2016” N° 09/2016
– “Credito e rischio delle imprese” N° 10/2016
– “Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro IV trim 2016” N° 01/2017
www.assolombarda.it
www.farvolaremilano.it
www.assolombardanews.it
www.cerved.com
know.cerved.com