Untitled - Atlantico Press

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aLbuM
L’architetto Jérôme de
Meuron, nipote del Pritzker
Pierre de Meuron, vive
con sua moglie e il piccolo
Demien in un monolite
nascosto tra la vegetazione
del Lago Maggiore.
È un volume rivestito di
cemento grezzo, rimasto
semivuoto per scelta.
«Solo pochi arredi in rovere,
disegnati da me. Per
il resto, tutto è integrato
nell’architettura»
Di Francesca Sironi
Testo Michele Falcone
Foto Monica Spezia
La casa
neLLa roccia
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160
La zona living con cucina
in acciaio: cemento
grezzo alle pareti,
antracite lucido a
pavimento. I pensili sono
a scomparsa, tavolo,
sedie, sgabelli e divano
sono tutti in rovere
disegnati dallo stesso
Jérôme. Come il quadro
sulla parete del blocco
centrale che ospita il
camino e la panca
con cuscini di cuoio fatti
a mano. A tutta parete
le vetrate scorrevoli con
affaccio sulle montagne
e sul lago. Nelle pagine
precedenti: la facciata
della casa e un momento
familiare in cucina
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Se fosse per Google Maps dovremmo proseguire
dritto. Dritto nell’acqua del Lago Maggiore. Sulla
cartina digitale di Big G non c’è traccia della casa di
Jérôme e a occhio nudo ci mettiamo qualche minuto
di troppo per localizzarla. È nascosta tra gli alberi e le
rocce del paesaggio lacustre di Caviano, un piccolo
paese di centocinquanta anime nel Canton Ticino.
«Non siete gli unici, in tanti non riescono a trovarla.
Spesso ci arrivano anche davanti e non la vedono»,
scherza l’architetto de Meuron, nipote di Pierre
vincitore con Jacques Herzog del Pritzker per
l’architettura nel 2001. Ci vive con sua moglie Paola e
il piccolo Demien: «Abitavamo a Locarno, ci siamo
trasferiti da meno di due anni dopo aver acquistato
parte di questo terreno». È sullo stesso lotto dove
anni fa è stato costruito lo studio che divide con i
colleghi Marcus Wespi e Luca Romeo, raggiungibile
attraverso un sentiero di pietre. «Per fortuna l’ufficio
è vicino. Inizio a lavorare presto, prima delle 7. Ora
stiamo seguendo una riqualificazione in Croazia, oltre
a progetti qui in Svizzera». Si sveglia all’alba, quando
la nebbia oltre le vetrate impedisce la vista sul lago.
Un angolo della zona living:
i quadri in polistirolo
e cemento spatolato rivestito
di pittura acrilica sono
opera dell’architetto Jérôme
(sopra). Al piano inferiore
la stanzetta del piccolo
Demien (a destra). Come
la camera matrimoniale,
è dotata di una loggia
antistante che lascia filtrare
la luce nella zona notte.
Poltrona da esterni Valley di
Outbag (nella pagina accanto)
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I pensili progettati ad hoc
dall’architetto sono in viroc,
materiale composito dalla
texture irregolare, costituito
da legno di pino e cemento (in
questa pagina). Dettaglio delle
sedute in rovere che affiancate
compongono una panca
(nella pagina accanto in alto).
Jérôme in cucina (nella
pagina accanto in basso)
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anche i pensili sono
mimetizzati nelle pareti.
l’abbiamo fat to per
ot timizzare gli spazi e
vivere appieno l a casa
È ancora densa e grigia, in pendant con gli interni:
«Cemento grezzo alle pareti, antracite lucido sul
pavimento». Il colore solo in un paio di quadri rossi
come le mele nel portafrutta e una caraffa arancio.
Sembra la solita casa spoglia per questioni di
shooting invece è rimasta vuota consapevolmente:
«Sì, non volevamo arredarla. È tutto a scomparsa,
integrato nell’architettura, anche i pensili. L’abbiamo
fatto per ottimizzare gli spazi e viverla appieno».
I pochi pezzi presenti sono tutti in rovere naturale
e disegnati dallo stesso Jérôme: le due sedie
simmetriche che affiancate diventano una panca,
gli sgabelli e il divano con cuscinoni bianchi davanti
al camino già acceso. L’edificio visto dall’esterno
sembra un monolite, è un unico blocco incastonato
nel terreno e si sviluppa in verticale: 128 metri
quadrati su tre piani. «La forma poligonale e la ripida
topografia del suolo danno questa impressione,
sensazione sottolineata dalle superfici in béton che si
scuriranno sempre più grazie agli agenti atmosferici».
Il portone – color ruggine per scelta – conduce a una
piccola corte interna. È coperto da glicine
rampicante, da fusti e da foglie pennate che si
mischiano alla vegetazione spontanea della collina:
«Abbiamo rispettato la distanza minima dal bosco e
tutte le norme edilizie del caso», precisa. L’Italia dista
solo un chilometro, ma di abusivismo e condono
neanche a parlane. Tutto è in regola. Anche le due
pareti a livello strada senza finestre e totalmente
chiuse. A illuminare e arieggiare la zona living con
cucina ci pensano due grandi vetrate scorrevoli che
– nebbia e umidità permettendo – lasciano entrare il
sole per accomodarlo sul divano. Scendendo la scala
dotata di lucernaio troviamo la camera matrimoniale
e la stanzetta di Demien con trenino elettrico in
funzione che fa tanto Bernina Express. Ognuna è
dotata di servizi e aperta su una loggia antistante.
Proseguendo ancora più giù, raggiungiamo una
cantina utilizzata come magazzino piena di
cianfrusaglie e un laboratorio in perfetto ordine. È
una sorta di pensatoio ‘creativo’ ma poco utilizzato.
D’altronde, qui, per meditare e trovare la giusta
ispirazione basta sedersi in cucina e guardare il lago.
wespidemeuron.ch
il monolite dalla facciata grezza
in béton, con vista sul Lago
maggiore (in questa foto).
nella pagina accanto: Jérôme
davanti all’ingresso di casa con
il portone effetto ruggine in
acciaio grezzo brunito (sopra).
La camera matrimoniale
dell’architetto e di sua moglie
paola (sotto). Foto Living inside
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