infame della situazione quando sarei voluto diventar

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Transcript infame della situazione quando sarei voluto diventar

Quagliarella si racconta a Le Iene:
“Sono passato per l’infame della
situazione quando sarei voluto
diventare il capitano del Napoli”
Occhi lucidi, per nuovo inizio. Fabio Quagliarella a quasi due settimane
dalla sentenza che lo ha liberato da un peso lungo cinque interminabili anni
si è presento ancora così, senza filtri, a raccontare un incubo finalmente
alle spalle. “Sono passato per l’infame della situazione e, credetemi,
esserlo agli occhi della propria gente fa male. In ogni viaggio che facevo
per tornare a Napoli cercavo di camuffarmi con cappelli e occhiali per paura
che qualcuno mi dicesse qualcosa, dovevo nascondermi. – racconta lacrime agli
occhi l’attaccante della Sampdoria a “Le Iene”, ripercorrendo gli anni in cui
lo stalker (condannato a quattro anni e otto mesi) gli ha avvelenato il suo
intimo – Ma cosa avevo fatto di male? Quando gli amici mi proponevano di
andare a fare un giro in qualche locale ero sempre costretto a dirgli di no”.
“Naturalmente non tutta la gente è così, non vorrei far passare una brutta
immagine della mia terra, anzi: il napoletano ha un cuore, magari avessero
tutto un cuore come noi sarebbe meglio, però faceva male e io non potevo
andare da nessuna parte e godermi la mia gente. Rischiavi sempre di beccare
quello che ti diceva una parolina di più e alla prima te la tieni, alla
seconda anche, ma poi… Capita anche che le persone intorno a te reagiscano al
posto tuo, e io ho sempre maledettamente voluto evitare questa cosa. Non
posso litigare con la mia gente, non se lo meritano loro e non me lo merito
io. E così continuavo a dirmi ‘speriamo che arrivi quel giorno’.” L’attesa è
finita, quel giorno tanto atteso è finalmente arrivato. “Dopo un incubo
durato cinque anni, per colpa di una persona alla quale non so cosa sia
passato per la testa. Anzi, era una persona alla quale avevo dato fiducia,
per via anche del suo lavoro (di poliziotto)”.
Un incubo che oltre a togliergli la serenità lo allontano da Napoli.
“Dovevamo giocare in Svezia, ero titolare, la società però mi disse che non
potevo giocare perché mi avevano venduto”. Alla Juventus, tra le proteste e
la rabbia dei tifosi napoletani. “L’ennesima conferma che la gente mi amava,
altrimenti non avrebbe fatto così. Ti immaginavi capitano del Napoli, di
poter vincere qualcosa perché man mano la squadra diventava più forte come
ora, che è uno squadrone. Se non ci fosse stato tutto questo credo che sarei
stato ancora li a giocare, sicuramente”. La storia invece racconta del
passaggio alla Juventus, poi al Torino, fino al ritorno alla Sampdoria. “È
stata una vicenda che mi ha segnato in carriera, ti allenavi col fisico ma
con la mente non c’eri. Restare lì in quell’anno sarebbe stato bello, poter
fare il capitano. Per la prima volta l’ho fatto domenica con la Samp ed è
stata un’emozione bellissima: quando torni indietro con la mente, pensi se
avessi potuto farlo a Napoli, con la tua gente”. E se ora il napoli lo
richiamasse? “Sarebbe bello, per me sarebbe bellissimo se solo gli venisse
l’idea di un mio ritorno, poi le trattative sono altre cose. Quando
ripercorro la mia carriera mi guardo indietro e penso di aver lasciato
qualcosa di incompiuto lì, è come essere davanti alla porta stare per tirare
e vedersi levare via il pallone”. Un sogno svanito, da un giorno all’altro.
Per colpa di un incubo, finalmente alle spalle. Alle porte ora c’è un nuovo
capitolo della sua vita tutto da scrivere, maglia della Sampdoria sulle
spalle. In futuro, chissà…
Fonte: Gianlucadimarzio.com