I tre Consorzi sono con l`acqua alla gola Capannoni abbandonati e

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Transcript I tre Consorzi sono con l`acqua alla gola Capannoni abbandonati e

anno ii- n° 0 mercoledì 1 marzo 2017
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Candido Paglione
L’Oscar del giorno lo assegniamo
a Candido Paglione. In qualità di
presidente dell’Esu, l’Ente per il
diritto allo studio degli universitari
è riuscito a velocizzare l’iter delle
pratiche e a rendere l’ente maggiormente funzionale e rispondente alle esigenze di studenti e
delle stesse famiglie.
L’Ardire
La guerra dell’acqua
Non facciamocela
fregare
di Giuseppe Saluppo
A
ttenzione. Ci vogliono fregare anche l'acqua. Venerdì in
Consiglio regionale approda
la proposta di legge di istituzione dell'Egam. Un Ente che obbliga i
comuni a prendervi parte e che nella sua
missione (recondita) alligna la progressiva privatizzazione del servizio
idrico e, quindi, una lauta mancia al capitale privato che sull’acqua sta organizzando forse il più grande business
del secolo, più del petrolio. Sulle perdite d’acqua dalle reti di distribuzioni
nei comuni e sulla derivazione da parte
delle regioni contermini si può scrivere
un pesantissimo atto d’accusa contro
gli amministratori locali e regionali e
indicarli al pubblico ludibrio per la indifferenza che pongono al problema.
Che non è di oggi, ma si trascina da decenni. Allora, perchè, non è stato riaperto il confronto con la Campania, la
Puglia e l’Abruzzo sulla derivazione
dell’acqua molisana nelle rispettive tubature per vedere, finalmente, i milioni
di metri cubi d’acqua sorgiva dati altrove, diventare una posta attiva del bilancio regionale? Perchè, si è lasciata
andare la centrale di Auduni che pompa
acqua dal Biferno per la Campania con
quali costi e pagati da chi? Perchè, Molise Acque ha crediti non esigibili in bilancio per 40 milioni di euro e non è
stato mai attuato un piano di rientro graduato? Perchè, oggi la nascita dell'Egam quando potrebbe svolgerne le
funzioni Molise Acque, custode del patrimonio idrico, con la garanzia che
l'acqua continui a restare ai molisani
così come è stato fino ad oggi? Quanti
interrogativi. Troppi. Lo stato delle
cose può essere considerato uno sberleffo politico e amministrativo al quale
i molisani sono costretti a sottostare a
causa dell’inerzia politica di chi li amministra oggi, al pari di chi li ha amministrati ieri. Ma non è che l’intenzione
inconfessata, ma trasparente, è volgere
le potenzialità naturali e le risorse, compresa quella idrica, ad affari?
IL NOSTRO
TAPIRO
IL NOSTRO
OSCAR
Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione
Direttore Responsabile: giuseppe Saluppo
VimarFa edizioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso
redazione tel: 0874.484486
email: [email protected]
Vincenzo Notarangelo
Il Tapiro del giorno lo diamo a Vincenzo Notarangelo, sindaco di Larino.
La cittadina frentana è da tempo assente
dalla ribalta politica regionale ed ha
perso, anche, il ruolo di catalizzatore
dei paesi vicini. Con la scomparsa del
Vietri, poi, la caduta è ancora più pesante. Larino, da tempo, è scomparsa
dai radar regionali.
I tre Consorzi sono con l’acqua alla gola
Capannoni abbandonati
e servizi sempre meno efficienti
Perchè non sono stati trasformati?
Servizio a pag.2
Regione
Acqua, l’ Egam
è l’anticamera
della privatizzazione
Venerdì in Consiglio regionale approda la proposta di legge dell’Egam. Acqua privatizzata?
Regione
Frattura: “L’Irpef cala
Ridotta in Molise
dello 0,30%”
L’Irpef cala in Molise dopo anni di
crescita. Per il presidente Frattura
segna il meno 0,30%
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1 marzo 2017
CAMPOBASSO. Il consorzio industriale CampobassoBojano, esiste sulla carta,
ma è praticamente finito. Le
cause del suo progressivo decadimento sono note da diversi anni ma, a conferma che
la Regione Molise usa il discernimento in modo capriccioso, bizzarro e bizzoso, è
stato lasciato impunemente
scorrere il tempo e il danno. Il
Consorzio per lo sviluppo industriale Campobasso – Boiano è riassumibile in una
vergogna politica, amministrativa e gestionale. Negli ultimi mesi, proprio a causa del
perdurante stato di difficoltà
gestionale, ne era stato chiesto lo scioglimento. Infatti, il
perdurante stato di crisi strutturale del Consorzio determinerebbe
l’applicabilità
dell’articolo 14, comma 2
dello Statuto: cioè lo scioglimento.
Conclusione che sembra ulteriormente avvalorata anche
dalla modalità di funzionamento degli organi consortili
che “suscita notevoli perplessità in ordine alla legittimità
della costituzione e/o perma-
TAaglio
lto
Che fine ha fatto
la proposta di legge
sui Consorzi industriali?
L’intervento
di Massimo Dalla Torre
Basterebbe il titolo per chiudere l’articolo quotidiano. Invece, no, perché corre
l’obbligo evidenziare come le
cose sono sempre più fuori regola tanto da utilizzare i mezzi
più svariati per non far apparire la situazione di precarietà
che ci attanaglia da moltissimi
anni. Precarietà che, a quarantottore dalla scissione materiale, che ha portato alla
instabilità politica anche nel
Molise con abbandoni eccellenti, leggasi Totaro, Leva e
altri, ha iniziato a instaurare
nei palazzi della politica uno
stato di sbandamento, prova ne
sia finanche la sigla che da PD
si è trasformata in DP; il che fa
pensare a poca fantasia creativa, soprattutto quando si
tratta del nuovo. Una situazione di totale disarmonia che
si potrebbe paragonare a un
orologio in cui oltre al TIC e
TAC si è aggiunto un TOC;
Le problematiche della strutura consortile di Campobasso-Bojano
rappresentano lo stallo delle politiche industriali sul territorio
nenza in carica, nonché della
convocazione e validità delle
deliberazioni consortili, sia
sotto il profilo del quorum
strutturale che del quorum
funzionale richiesti a tal fine
dallo Statuto”. Un disastro.
Però tenuto in piedi nonostante le relazioni, i richiami,
gli avvisi e le crisi di cui è
stato reiteratamente oggetto.
La Regione di Frattura aveva
annunciato una legge di riforma dei Consorzi e su questa ipotesi ha speculato
parecchio sulla sua presunta
carica innovativa e razionalizzatrice delle distorsioni orga-
nizzative e gestionali lasciate
da chi il governo Frattura lo
ha preceduto. Il Consorzio di
Boiano è sulla soglia dello
scioglimento; quello di Isernia/Venafro staziona in regime commissariale, e quello
di Termoli va a ruota libera,
con possibile botto finale. La
legge di riforma è rimasta
nella mente del presidente e
della giunta regionale. Come
tante altre riforme annunciate
e mancate. Problemi che si
trascinano da anni e che
avrebbero dovuto trovare rapide soluzioni. Al contrario, il
sistema dei Consorzi industriali è rimasto lo stesso
mentre sono venute meno le
motivazioni nonchè l’assenza
di una strategia programmatica in materia industriale. Il
Consorzio industriale di Campobasso-Bojano ne è solo un
esempio.
Tic, Tac anzi Toc; accidenti
forse qualcosa non va!
una stonatura insomma. Una
stonatura che evidenzia come
il meccanismo che scandisce
le ore perde sempre più colpi.
Per quelli che assistono allibiti
alla disfatta del sistema, le
esternazioni, le elucubrazioni,
le rivendicazioni di prima genitura, ma soprattutto di rassicurante paternità, crea lo
stesso stato d’animo dei protagonisti de “il deserto dei Tartari”. Il romanzo di Dino
Buzzati in cui i militari
d’istanza nella fortezza Bastiana attendono invano l’arrivo dei Tartari che, alla fine,
non arrivano se non sotto
forma di miraggio creando
scompiglio e allarmismo isterico. Un segno che evidenzia
come la molla di caricamento
del meccanismo è giunta al
punto di massima tensione. La
quale, se non allentata, si romperà causando ancora più di-
stonie. Vedete quando in una
realtà come il Molise che, potrebbe essere il banco di prova
ideale per attuare il rilancio
definitivo in tutti i campi, ci si
accorge che il non sincronismo
cozza con il resto del meccanismo le soluzioni per riportare
tutto alla sincronismo iniziale
sono due: o si procede alla sostituzione totale degli ingranaggi; il che è impossibile per
mancanza di “pezzi di ricambio” perché non più sul mercato, o si arresta l’intero
meccanismo. Due soluzioni
che, se attuate, anche se dolorose, permetterebbero al Mo-
lise di recuperare il terreno
perduto. Una regione in cui,
sempre di più, si sentono gli
effetti deleteri creati della ruggine. La quale, corrode e fa cadere letteralmente a pezzi quel
poco di buono che ancora resiste. Una regione che, tra mille
contraddizioni, ostenta agli
occhi di chi non conosce cosa
si cela dietro la facciata, benessere e sicurezza, senza sapere che è tutto posticcio. Una
regione in cui neanche “l’orologiaio di Graz” mitico personaggio
dell’Austria
dell’ottocento, curatore degli
orologi dei regnanti di mezza
Europa dell’epoca, sarebbe in
grado di eliminare il fastidiosissimo TOC e non ha capito
che è arrivato il momento di
chiudere “l’orologio” nella
scatola degli “oggetti demodé”
perché la stagione politica è
decisamente cambiata.
3
TAaglio
lto
“Per la prima volta dal 2007 riduciamo l’imposizione fiscale: 0,30% l’addizionale regionale
all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e -0,15% l’addizionale all’imposta regionale
per le attività produttive (Irap).
La riduzione dello 0,30 percento
riguarda tutti gli scaglione di reddito. In concreto, chi nel 2016 ha
pagato, per fare un esempio, 304
euro di Irpef su un reddito annuo
inferiore a 15 mila euro, nel 2017
paga 260 euro”. Così, il presidente della Giunta regionale,
Paolo Frattura nel corso della
conferenza stampa. “Abbiamo
raggiunto l’obiettivo che c’eravamo dati a inizio legislatura,
passare dalla regione con la più
alta tassazione in termini di addizionali a una tassazione più adeguata: un passo in questa
direzione è stato fatto. Verifichiamo con fatti concreti le ricadute positive di una politica
sicuramente di rigore per i primi
anni di questa legislatura: mi auguro che questi segnali importanti
diventino presto strutturali a certificare ripartenza e ripresa per il
nostro tessuto economico regionale.Dal 2007, a causa del disavanzo sanitario, abbiamo subito
un incremento costante e continuo dell’imposizione in termini
di addizionali regionali. Per l’Irpef, siamo passati nel tempo da
un’aliquota allo 0,90% (anno
2004) fino all’1,70% (2010). Dal
1 marzo 2017
La sottolineatura è stata fata dal presidente della Giunta regionale, Paolo Frattura
“E’ un trend che è andato riducendosi grazie alle politiche di contenimento”
“Aliquote Irpef,
scese dello 0,30%”
2011 fino al 2015 arriviamo al
2,03% per via del doppio incremento, stabilito per una parte dal
Governo Monti con il “Salva Italia” e per l’altra parte dalla Giunta
regionale sempre a causa dell’ultradeficit sanitario. Nel 2016, finalmente,
l’inversione
di
tendenza possibile grazie al pa-
reggio in termini di gestione del
bilancio sanitario regionale. A
tutto questo va ad aggiungersi la
misura straordinaria nel senso di
una tantum, prevista in Legge di
stabilità del 2016, con la quale
abbiamo cancellato l’Irap per le
nuove imprese. Sono interventi,
azioni e risultati che evidenziano
Area di crisi non complessa,
le domande il 4 aprile
Area di crisi industriale non
complessa, dal prossimo 4
aprile si potranno presentare
le domande per le agevolazioni previste dalla legge
181/89 per i programmi di investimento. “È appena stato
pubblicato il decreto direttoriale del Ministero dello sviluppo
economico”,
comunicano il presidente
della Regione Molise, Paolo
di Laura Frattura, e l’assessore Carlo Veneziale.
“È una notizia che anche il
nostro Molise attendeva. Si
completa il quadro degli interventi che intendiamo mettere
in campo per agevolare in
tutto il nostro Molise condizioni reali per un rilancio produttivo e occupazionale.
Adesso anche nei nostri comuni indicati per l’area di
crisi di non complessa si
fanno sempre più concrete le
condizioni per favorire nuovi
la qualità del lavoro di riorganizzazione complessiva del Sistema
Regione”. Il presidente Frattura
ha, poi, preannunciato un’altra
conferenza stampa riguardante i
risultati raggiunti per la sanità.
“Da 60 milioni di deficit di qualche anno addietro andremo a
chiudere il 2017 con meno di 18
milioni e la copertura per il pareggio di bilancio sarà possibile
grazie al Fondo di solidarietà con
le altre regioni. Ciò, ci permetterà
di potere assumere oltre 900 figure professionali a partire dalla
stabilizzazione dei precari”. Tutto
questo, però, sarà oggetto di altra
conferenza stampa.
L’intervento
A chi dire grazie?
di Gianfranco Vitagliano
investimenti”, commentano
soddisfatti.
Sul sito di Invitalia tutte le informazioni dettagliate.
http://www.invitalia.it/site/ne
w/home/chi-siamo/area-
media/notizie-e-comunicatistampa/legge-18189-dal-4aprile-via-alla-presentazionedelle-domande-per-le-aree-dicrisi-industriale-noncomplessa.html
Ho fatto qualche piccola riflessione sull’annuncio, io che sono
uno dei “più cattivi” tra quelli che hanno governato prima e che,
dal peccato originale in poi, portano tutte le colpe sulle spalle.
Dunque, l’IRPEf cala (- 0,30%, sull’addizionale regionale sul reddito delle persone fisiche)!
Cala anche l’IRAP (-0,15%, sull’addizionale regionale sul reddito d’impresa).
Si!?!?
Questo calo, così importante(!!!), viene a valle:
- del contributo straordinario delle altre regioni al ripiano sanitario per due anni (2016: 25 milioni di euro, 2017: 18 milioni di
euro), che dall’anno prossimo non ci sarà più;
- della stipula da parte della Regione di un mutuo per 250 milioni
di euro, con restituzione a rate per trent’anni a carico dei molisani;
- della esclusione dal calcolo dei saldi di finanza regionale (e
quindi dal disavanzo) dell’anticipazione di liquidità concessa
dallo Stato.
Sappiamo, allora, la verità e chi ringraziare!!
Non c’ è da aggiungere altro se non sottolineare come, nella regione più tassata d’Italia - sempre per colpa di quelli di prima,
che però avevano lasciato tutti gli ospedali in funzione, senza alcuna riduzione di servizi e di prestazioni sanitari e lottavano per
avere più soldi dallo Stato - si continua a fare disavanzo e aumenta l’emigrazione sanitaria mentre sono stati chiusi tre ospedali
pubblici, declassati i tre più grandi, ridotti drasticamente i servizi
e le prestazioni.
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1 marzo 2017
L’iter amministrativo prosegue
in IV^ Commissione Consiliare
per il riconoscimento del Parco
archeologico, storico, artistico,
naturale del sito dell’Abbazia di
San Vincenzo al Volturno. La
proposta di Legge Regionale che
mira a istituirlo fu avviata il 5
giugno 2014 dall’allora Assessore regionale alle Attività Produttive
e
al
Marketing
Territoriale Massimiliano Scarabeo (primo firmatario) e dalla
Consigliera regionale Nunzia
Lattanzio, Presidente della
Quarta Commissione Consiliare
(seconda firmataria) che con
forza e diligenza ne sta seguendo l’iter attuativo. Ieri si è
tenuta la seconda seduta sull’argomento con la IV^ Commissione riunitasi presso la sede del
Consiglio regionale alla presenza della Presidente Nunzia
Lattanzio; del relatore, il Consigliere regionale Francesco Totaro e dei membri della IV^
Commissione, i Consiglieri regionali: Nico Ioffredi, Federica
Manzo, Carmelo Parpiglia e Angela Fusco Perrella. Il Consigliere Totaro, ha illustrato e
depositato la proposta di legge
regionale. Presenti all’audizione
anche il Sindaco di Rocchetta al
Volturno Teodoro Santilli e di
Castel San Vincenzo Marisa
Margiotta. Oltre all’Architetto
Mario Ialenti e Franco Valente,
presente quale emissario del-
di Pasquale Di Lena
Alcuni anni fa, di fronte alla questione sanità molisana, apertasi con
il ribaltone di Iorio, e di fronte, tanto
per parlare del Basso Molise, alla
cacciata della Maugeri dall’ospedale di Larino, da parte di rappresentava in Consiglio regionale gli
interessi di altri privati, l’allora movimento che ha lottato per governare la mia Città, Larino viva,
scriveva “Se Larino piange, Termoli
non ride“.
Ogni giorno ci sono segnali allarmanti che portano a pensare, dopo
la chiusura dell’ospedale di Larino
(sono capaci di ridurre e perfino di
azzerare il personale per giustificare
la chiusura di quei pochi reparti rimasti), il S. Timoteo di Termoli si
trova già (prima di Natale scorso ho
passato, in questo ospedale, due
giorni al Pronto Soccorso e reparto
d’urgenza) in una situazione di sovraffollamento e sempre maggiori
impossibilità a dare risposte ai cittadini del Basso Molise.
Non serve prendersela con il personale medico e infermieristico, che
TAaglio
lto
San Vincenzo al Volturno,
la proposta del Parco
La valorizzazione dell’area archeologica per un rilancio europeo
l’Abate di Montecassino Gian
Carlo Pozzo e per la Sovrintendenza dei Beni Archeologici del
Molise, la Direttrice la Dott.ssa
Teresa Elena Cinquantaquattro.
«Il sito – spiega il Consigliere
regionale Scarabeo – interessato
dalle presenze di archeologia
preclassica, classica, medievale
e post-medievale, con particolare riguardo a quelle del monastero, è di preminente interesse
scientifico e lo scopo della mia
proposta di legge regionale è finalizzato proprio alla salvaguardia ed alla gestione delle
testimonianze materiali pertinenti al complesso monastico di
San Vincenzo al Volturno. Per
queste ed altre ragioni, la sua valorizzazione, insieme a quella
del monastero altomedievale, va
ampiamente sostenuta, attraverso uno specifico provvedi-
mento legislativo regionale che
istituisca un vero e proprio
Parco archeologico storico- naturale. Sono certo – conclude
Scarabeo – che questa iniziativa
sarà ampiamente condivisa, in
quanto è indubbio l’interesse
rappresentato dall’istituzione di
un Ente Parco per la salvaguardia del sito, finalizzato anche
alla promozione del complesso
monastico, già oggi interessante
ed importante punto di riferimento storico non soltanto del
Molise». Il provvedimento del
Parco – afferma la Presidente
della IV^ Commissione Nunzia
Lattanzio- si pone, oltre agli
obiettivi primari legati alla valorizzazione del sito, anche quelli
relativi alla tutela ambientale del
territorio di riferimento, attraverso la ricostituzione e il miglioramento degli eco-sistemi
naturali, il rispetto ecologico,
naturalistico e paesaggistico,
nonchè quello dei corsi d’acqua
e dei sistemi idrici, idrografici e
idrogeologici ad esso collegati.
Sappiamo bene che il Molise, attraverso le proprie bellezze artistiche, storiche, archeologiche,
tanto per citarne alcune – fa no-
tare Lattanzio – ha tutte le potenzialità per diventare un importante punto di riferimento
turistico, per questo un altro
aspetto da tener presente è rappresentato proprio dalla presenza di visitatori che il sito,
quale fonte importante di promozione ai fini culturali, scientifici e didattici, può determinare
in un prossimo futuro. I vantaggi
possono quindi ricadere in termini positivi sull’economia di
questa parte della nostra regione
che ha i presupposti per arrivare
ed essere un punto di riferimento
e d’impulso per il tessuto economico ed occupazionale del Molise. La seconda audizione di
ieri, si è rivelata molto positiva,
continueremo il prossimo 6
marzo. Dopo i lavori e l’espressione di voto in sede di Commissione consiliare, il disegno
normativo – conclude Lattanzio
– passerà al vaglio dell’Assemblea consiliare”. Sono fiduciosa
e convinta che stiamo muovendo
l’azione amministrativa nella direzione giusta per il bene del
Molise e la valorizzazione di
uno dei siti più importanti d’Europa ».
Sanità, distrutto il basso Molise
sono anch’esse vittime di scelte al
pari dell’ammalato, e, neanche con
la direzione sanitaria di quell’ospedale, che deve applicare disposizioni che arrivano da Campobasso,
ma con chi governa la regione ed ha
scelto la privatizzazione.
Anche con chi, in mancanza di idee
e di obiettivi ha fatto da spalla a
scelte politiche sbagliate e a chi,
oggi, fa da spalla a questi governanti e li applaude per queste scelte.
Sono, personalmente, con il Forum
per la difesa della Sanità pubblica e
del Territorio.
L’AVEVAMO DETTO
Noi venti siamo Cassandre è come
tutte le Cassandre nessuno ci ascolta
con il solo risultato che alla fine diventiamo antipatici, noiosi, nel momento in cui ripetiamo “noi
l’avevamo detto”.
Qualche anno fa, il nostro amico “U
fauneie” e, in seguito, anche “il
Maestrale”, Si sono occupati della
Sanità del Molise e, in particolare,
dell’Ospedale “Vietri” di Larino
che, da anni, per colpa soprattutto di
amministratori incastrati dal ruolo
di ingranaggio del potere politico
termolese di cui, oggi, è rimasto
poca cosa o niente.
Un potere che, impostato sul concetto proprio della politica che è
quello della filiera, ha dato un primo
scossone all’ospedale di Larino, e,
nel tempo, aperto varchi a “vacche
e porcei”, come dicono in qualche
regione del nord est, cioè a aspiranti
amministratori che hanno utilizzato
l’ospedale per i loro programmi
elettorali.
Nessuno ha avuto la bontà di ringraziare il “Vietri” (con l’aria che
tira è quello che bisogna aspettarsi
anche domani). Anzi, come succede
quasi sempre in questi casi, l’hanno
maltrattato pur di non riconoscere la
sua generosità. Molti di questi sono
spariti in poco tempo, ma qualcuno
ci ha costruito sopra la sua fortuna
politica che, per Larino e il suo territorio, il Molise, è diventata una
iattura, visto che queste realtà hanno
dovuto registrare un calo di immagine e di attività, con il rischio, che
tutt’ora permane, di perdere la loro
stessa identità.
Miserie politiche che non varrebbe la pena raccontare per non ritrovarsi a essere maltrattati dalle
vittime più che dai carnefici di questa situazione.
Miserie come quelle espresse in
questi giorni dal Sindaco di Termoli
e dai sindaci del Basso Molise a di-
fesa dell’Ospedale S. Timoteo di
Termoli, dimostrando di arrivare a
chiudere la stalla quando i buoi
sono già scappati. Ma, come si sa,
non tutti sono Cassandre.
Non ricordiamo se nel 2008 o all’inizio del 2009 e quale dei nostri
amici venti ha detto “Se Larino
piange, Termoli non ride” per significare che la drammaticità della situazione del “Vietri” di Larino
avrebbe coinvolto e travolto anche
il “S. Timoteo”, con danni per tutti
i cittadini del Basso Molise che,
l’isernino di adozione, Iorio, con le
sue scelte, ha messo ai margini proprio nel momento in cui si doveva
forzare il suo ruolo di motore naturale dell’intero sviluppo del Molise,
e per più di una ragione.
La verità è che sulle spoglie della
sanità molisana e dei suoi ospedali
questi ed altri hanno costruito la
loro fortuna politica, dimostrando
una verità amara: per vivere da protagonista la politica, oggi più che
mai, non bisogna pensare e, tanto
meno, progettare e fare. Guai poi a
dire “noi lavevamo detto” e a mostrarsi come Cassandre!
5
TAaglio
lto
1 marzo 2017
I consiglieri regionali di centrodestra, Fusco, Iorio, Sabusco e Cavaliere
lanciano l’allarme prima della riunione del Consiglio di venerdì
“L’Egam? Una proposta di legge
della Giunta regionale sulla quale
abbiamo avuto modo di dissentire
perché diretta a toccare una delle
principali ricchezze della nostra
regione, l’acqua, soprattutto sulla
gestione (affidata a chi?) e sul
ruolo di Molise Acque”. In vista
del Consiglio regionale di venerdì
3 marzo, lo sostengono i consiglieri regionali di centrodestra:
Angela Fusco Perrella, Michele
Iorio, Giuseppe Sabusco e Nicola
Cavaliere . “Una procedura –
prosegue la minoranza di centrodestra di Palazzo D’Aimmo – rivelatasi
illegittima,
come
avevamo avuto modo di osservare anche in aula, per l’incompetenza della Giunta regionale
essendo la materia attratta nell’ambito delle prerogative del
Consiglio, al quale spetta deliberare, con legge istitutiva, l’istituzione e la soppressione di Enti e
Aziende dipendenti della Regione. Si è cercato quindi di correre ai ripari, inutilmente, con una
proposta non condivisa da tutte le
parti politiche della Commissione. Uno scenario inaspettato
per chi amministra la nostra regione, che ha portato a una discussione aspra e dura anche
nella commissione, dove abbiamo avuto modo di evidenziare
una profonda spaccatura nella
stessa maggioranza, senza poter
approfondire una legge determinante per il futuro del Molise,
spingendoci addirittura ad abbandonare i lavori, perché è stata negata ogni possibilità di dialogo
“Egam, una proposta di legge
che porta dritto
alla privatizzazione
dell’acqua molisana”
costruttivo. Una discussione tra
l’altro segnata anche dall’assenza
di elementi necessari per procedere al parere: un documento del
Gruppo di lavoro appositamente
costituito incompleto e che non
chiarisce gli aspetti legati alla
partecipazione dei Comuni; il
verbale del CAL che non prende
atto del documento elaborato dai
Sindaci; i molti aspetti oggetto di
ricorso al TAR Molise e sul quale
il tribunale non si è espresso. In
aula il blitz del Presidente della
Giunta, che, con un atto di forza,
ha chiesto e ottenuto l’iscrizione
dell’argomento all’ordine del
giorno del Consiglio regionale, a
causa del rischio di commissariamento governativo, ledendo ancora una volta i diritti propri del
nostro ruolo di consiglieri regionali, impedendoci di esprimere il
nostro parere in sede di commissione consiliare, lasciando so-
di Massimo Dalla Torre
Come volevasi dimostrare, quello che era
nell’aria da tempo, si è verificato; ci riferiamo alla costituzione anche nel Molise
del DP che vede cambi di casacca a livello
dei massimi vertici regionali, tanto da far
aumentare i “molti mal di pancia” che
causano notti insonni, ma anche perché la
Réunion del partito di maggioranza indetta dalla segreteria regionale, non è stata
una passeggiata di salute leggasi dimissioni del vicesegretario, anche se si registra l’ingresso di nuove forze. Cose che
bollivano in pentola da tempo anche se
non sta assolutamente a noi giudicare le
scelte perché un detto locale dice “come
ti fai il letto così ti ci corichi”; ci auguriamo che il sonno (dei giusti) non sia agitato da fantasmi, perché si rischia di non
allinearsi con i principi che regolano il delicato equilibrio delle cose e questo, per il
bene della collettività molisana è da scongiurare. Dicevamo, ci siamo “arrogati” il
diritto di esternare queste poche considerazioni, in nome e per conto dei cittadini,
perché lo sconcerto è sempre più palese
tant’è che si stenta a riconoscersi in certi
ambiti. Non giudicateci disfattisti ma, la
spesi nel vuoto i tanti interrogativi che questo processo di riforma porta con sé. Chi pagherà i
costi di questa riforma? Quali saranno le spese da sostenere?
Come verrà riscritto il processo di
gestione unitaria dell’acqua, pre-
visto dalle disposizioni nazionali?
In aula – concludono Iorio,
Fusco, Sabusco e Cavaliere – interverremo con opportuni emendamenti
per
escludere
legislativamente ogni rischio di
privatizzazione e speculazione,
nell’esclusivo interesse dei comuni e dei cittadini molisani, e
per definire il ruolo di Molise
Acque all’interno dell’Egam, evitando doppioni inutili e scongiurando il ridimensionamento della
stessa Molise Acque”.
Il gioco dei quattro cantoni
metamorfosi, non quella di Ovidio né
tanto meno di Kafka, che ha portato allo
sconvolgimento del mondo politico locale, non sappiamo fino a che punto
possa giovare a chi le ha messe in atto.
Un non giovamento, almeno, questo è
quello che crediamo, dovuto essenzialmente a una presa di coscienza di chi arrivato in cima non si sente più sicuro e
teme una caduta libera, tanto da non essere rieletto. Con questo, non auguriamo
a nessuno di precipitare rovinosamente,
perché chi siede nelle stanze dei bottoni,
si è dimostrato più di una volta preparato, intelligente e pronto a battersi per
le sorti del Molise. Una caduta, dicevamo,
che forse potrebbe essere evitata solamente se si mettessero da parte i troppi
“personalismi” che rappresentano il vero
nodo che, non permette assolutamente il
decollo della politica, quella con la “P”
maiuscola anche nella terra un tempo dominata dai Sanniti, popolo che seppe soggiogare le aquile romane, ma questa è
un’altra storia. Per tornare allo scritto, ci
siamo permessi di titolarlo in questo
modo, perché la situazione che si è venuta
a creare ci ricorda il gioco dei quattro cantoni, che da ragazzi si faceva, senza alcuna allusione né a fatti né a persone, che
divertiva perché c’era sempre qualcuno
che meno lesto degli altri non riusciva a
occupare lo spazio angolare; cosa che lo
escludeva matematicamente dal gioco. Un
gioco che, nelle fattispecie, questa è la
cosa, forse più preoccupante, mette in mostra com’è molto difficile fare politica.
Noi che scriviamo spesso e volentieri
siamo stati invitati a entrare nel “parterre
politico”, siccome, non siamo politici e
tanto meno sappiamo fare la politica, con
molta umiltà e garbo, abbiamo sempre rifiutato gli inviti, anche perché potremmo
arrecare danni e non apportare benefici a
nessuno. Eppure ci sono molti che ambiscono a ricoprire cariche, anche le più insignificanti, valli a capire. Il grande bardo
nel “Giulio Cesare” fa dire ad Antonio
quando commemora “Cesare” “Romani
non sono qui per piangere la morte di Cesare…eppure Cesare era un uomo
d’onore” Un “onore” che ora come ora,
ci è difficile riscontrare perché lo “sbandamento” si è impossessato dei gangli del
sistema, cosa che porta ad uno stravolgimento totale delle cose. Uno stravolgimento che a noi uomini della strada,
appare inconcepibile ma che, in nome
della politica “è utile” non sono parole nostre, ma di chi vive di politica, anche se
“utilità” è una parola “grossa” specialmente quando in palio ci sono le sorti
della collettività qualunque, essa sia.