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Giovedì 2 Marzo 2017
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Lo ha detto esplicitamente il vescovo di Mostar, Ratko Peric, in un apposito comunicato
Medjugorje? È tutta una falsità
Ma perché, allora, Roma sta mandando un suo incaricato?
DI
ANTONINO D’ANNA
M
edjugorje? È tutto
falso, dice il vescovo di Mostar
monsignor Ratko
Peric con un comunicato del
26 febbraio scorso. Pure la prima settimana di apparizioni,
come testimoniano le audiocassette registrate alla fine
di giugno 1981 quando i sei
veggenti iniziarono a vedere
la Madonna. Ma allora, se è
tutto falso, per quale motivo
la Santa Sede sta mandando
un inviato speciale per la pastorale, ossia l’arcivescovo di
Varsavia Henryk Hoser? Se
non c’è Madonna, non ci sono
fedeli. Dunque niente pastorale.
Ma vediamo la dichiarazione di monsignor Peric. Il
vescovo di Mostar indica tutte
le indagini fatte in quasi 40
anni: «la prima Commissione
diocesana di Mostar: 19821984, la Commissione allargata: 1984-1986, la Commissione
della Conferenza Episcopale di
Zagabria: 1987-1990, la Commissione della Congregazione
per la Dottrina della Fede in
Vaticano: 2010-2014 e infine la
valutazione della stessa Congregazione: 2014-2016, come
stabilito da papa Benedetto
XVI. Crediamo che tutto sia
stato consegnato nelle mani
del Santo Padre Papa Francesco». Ma malgrado le indagini: «La posizione di questa
Curia per tutto questo periodo
è stata chiara e risoluta: non si
tratta di vere apparizioni del-
la Beata Vergine Maria».
Attenzione: la posizione
è della Curia di Mostar, che
in teoria dovrebbe dire la parola definitiva sulle apparizioni.
Sennonché è da tempo sceso
in campo il Vaticano, e se c’è
una cosa chiara è che a Jorge
Mario Bergoglio non piace
essere annoiato nell’esercizio
della sua potestà piena, suprema, immediata da obiezioni giuridiche.
Peric, quindi, avrebbe
potuto evitare una tale uscita, se non altro per permettere a Roma di seguire la vicenda. E invece no: il vescovo di
Mostar affonda il fenomeno
fin dalle radici e sconfessa in
anticipo il lavoro dell’inviato di Jorge Mario Bergoglio.
Sono false – dice - non solo le
47.000 apparizioni dal 1981 a
oggi: ma anche e soprattutto
le prime.
Parola dei nastri magnetici: «Dopo aver trascritto dai
registratori le audiocassette
contenenti i colloqui avvenuti, nella prima settimana,
nell’ufficio parrocchiale di
Medjugorje, tra il personale
pastorale e i ragazzi e le ragazze che avevano affermato
di aver visto la Madonna», la
risposta è no. E afferma, con
una punta polemica: «Questa
Curia ha cercato sempre di
informarne la Santa Sede, in
particolare i Sommi Pontefici
San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco”.
Perché quella di Medjugorje non può essere la Madonna? Perché: «ride in ma-
niera strana; a certe domande
scompare e poi dopo ritorna;
permette di farsi toccare».
Nella prima apparizione ha
un «tremito» alle mani, non è
sicura la data dell’anniversario, non è detto abbia un bambino tra le braccia. È definita
generica, ambigua, manda
strani messaggi. La Madon-
na si fa toccare? Tutto questo:
«Crea in noi una sensazione
e convinzione che si tratti di
qualcosa indegno, inautentico
e scandaloso».
Francesco aveva annunciato provvedimenti a giugno
2015, di ritorno da Sarajevo, ma
ha nominato Hoser l’11 febbraio scorso. Un segno di attenzio-
ne e cautela verso Medjugorje,
realtà che richiama milioni di
fedeli ogni anno. E che adesso la
dichiarazione di Peric ingarbuglia ulteriormente. Come reagirà la Santa Sede? Richiamerà il
vescovo di Mostar? La missione
di monsignor Hoser parte in
salita.
© Riproduzione riservata
I passeggeri di Malpensa
crescono del 14 per cento
I
DI
MANUEL FOLLIS
numeri di Sea, la società che gestisce i due
aeroporto lombardi di Malpensa e di Linate,
crescono e lo fanno anche più della media
del settore. E la società ha finalmente trovato un equilibrio nella gestione dei due aeroporti la cui convivenza, un tempo problematica
, oggi sembra possibile. Per il futuro il gruppo si
concentrerà su voli intercontinentali e low cost,
sulla generazione di cassa e sugli investimenti
con un totale restyling di entrambi gli scali. Il
presidente di Sea, Pietro Modiano, ha illustrato il piano industriale 2016-2021 ma anche
un masterplan con alcune idee per un possibile
sviluppo di Linate al 2030. «I dati ci indicano
che siamo di fronte a un ciclo economico positivo», ha spiegato Modiano. «Per la prima volta
da quando sono alla guida di Sea, cresciamo
molto più degli altri competitor. I passeggeri
sono aumentati del 9% a novembre, del 15%
a dicembre, del 14% a gennaio e chiuderemo
febbraio con un incremento che toccherà quasi
il 10%. Per non parlare del cargo, dove stiamo
crescendo a doppia cifra, mentre gli altri aeroporti sono quasi fermi».
A oggi Malpensa rappresenta il 60% del
movimento merci di tutta Italia. «L’export è
sempre stato costante ed è sempre andato ab-
bastanza bene», ha commentato Modiano, «ma
quello che ci ha colpito è la crescita dell’import,
che è salito del 16%», a testimonianza di un
particolare momento felice dell’area milanese-lombarda. «Per i prossimi anni lavoreremo sempre di più con i vettori low cost, come
Ryanair ed Easyjet, che insieme dovrebbero
rappresentare il 62% dei nuovi posti sugli
aerei», il che implicherà un lavoro complesso
per aumentare i margini visto che, di norma,
questi vettori comprimono la redditività degli
aeroporti.
Il presidente, nel presentare i dati e le
prospettive, ha ricordato il grande lavoro fatto
sull’handling, con la creazione di Sea Handling
che ha scongiurato il pagamento di una multa
europea. Il piano industriale prevede anche una
crescita nel settore dei voli intercontinentali
del 3% medio annuo, passando dai 5,6 milioni
di passeggeri del 2015 a 6,6 nel 2021. Dal 2016
(con somme già stanziate) al 2021 il gruppo ha
previsto il rifacimento della pista di Linate (da
effettuare per legge obbligatoriamente entro
il 2019) e il completo restyling del Terminal 2
di Malpensa, il cui completamento è previsto
entro il 2020.Gli investimenti su Linate prevedono anche un restyling estetico (a partire
dalla facciata) che dovrebbe essere completato
già nel 2017.
VANTA PERSINO UN CORSO DI PASTORALE LITURGICA E SACRAMENTALE CONSEGUITO A PARIGI
Chi prometteva finanziamenti pubblici ai circoli che organizzano
anche orge gay è un cattolico ipergallonato con master dovunque
DI
E
ANTONINO D’ANNA
siste ancora il cattorenzismo? Il caso di Francesco Spano, ex direttore
dell’Unar (Ufficio nazionale
antidiscriminazioni razziali) finito nel
mirino delle Iene per il finanziamento
da 55 mila euro finito all’associazione
a cui fanno riferimento circoli che organizzano orge gay e si registrano casi
di prostituzione, ha sollevato non pochi
malumori all’interno del Partito Democratico alleggerito dalla scissione.
Una tegola nella tegola che pone i
cattolici del Pd davanti ad ulteriori
riflessioni e dilemmi in merito al loro
futuro. Perché a molti pare che il cattorenzismo non esista, e conseguentemente i cattolici nel partito del dimissionario Matteo Renzi non possano
avere grandi prospettive di futuro.
Ma andiamo con ordine. Spano è
uomo che conosce il mondo delle istituzioni. Classe 1977, già alla guida della
Consulta giovanile per il pluralismo
religioso e culturale voluto da Giovanna Melandri (organismo nato nel
2007, governo Prodi II: «Per prevenire sempre a Parigi. Ha vinto una bore per trovare forme aperte, partecipa- sa di studio alla Cattedra internate e democratiche di composizione dei zionale «Luigi Sturzo», scritto su
conflitti sociali, culturali e religiosi - benecomune.net che è un sito vicino
attuali e potenziali - legati a doppio alle Acli.
Insomma, il pedifilo alla crescita del
gree cattolico c’è.
numero di cittadini
Come ci sono anche gli
italiani e di immigraincontri col cardinale
ti di altre religioni
vicario Agostino Vale per favorire politilini, Angelo Scola e
che di integrazione
l’arcivescovo di Boloe di promozione dei
gna Matteo Zuppi.
diritti costituzionaFino allo scoop delle
li»), è un canonista
Iene.
di valore.
E qui entra il dibatHa vinto infatti la
tito tra i cattolici del
borsa di studio del
Pd. Che si chiedono se
programma Gratiail «cattolico evanescennus, messa in palio
te» (copyright Luigi
dal prestigioso InAccattoli) Renzi posstitut Catholique
sa rappresentare una
de Paris; tra i suoi
Francesco Spano
prospettiva di futuro.
studi annovera anPerché le scelte fatte
che un corso di formazione per la pastorale liturgi- dall’ex premier e dal suo entourage
ca e sacramentale presso l’Istituto sembrano proprio non essere interessuperiore di Liturgia all’Institut sate ad attribuire un peso al mondo
Catholique, nonché un corso di li- cattolico o comunque a cercare un
turgia e pastorale del matrimonio rapporto con Oltretevere.
Futuro? Fuori da qui, in qualche
altra realtà di centrosinistra: con l’ex
ditta di Pier Luigi Bersani? Difficile
immaginarlo: in casi estremi magari
con Angelino Alfano, perché no. Ma
servirà del tempo per far decantare
tutto.
Dall’altro lato è anche vero che qualche monsignore, dalle vicende di questi
giorni, trae una considerazione: è una
Chiesa confusa, poco attenta a cercare interlocutori per un dialogo con la
politica.
Adesso Spano, con un comunicato, dice di essere vittima di una bufala: «Non solo perché i finanziamenti in
questione non sono stati ancora erogati, ma perché ad essere considerati finanziabili sono stati singoli progetti
sociali, proposti da diverse realtà
associative e istituzionali e valutati da una commissione secondo
criteri oggettivi prestabiliti. La
procedura di controllo preliminare
all’eventuale erogazione è tutt’oggi in corso». Insomma, soldi ai localini gay non ne ha dati. Vedremo
come andranno a finire le cose.
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