Roncalli Sarrocchi

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Transcript Roncalli Sarrocchi

La Voce del Leone
I.I.S. “Roncalli-Sarrocchi
Anno X
n° 1 Settembre 2015
…facciam festa tuttavia
Chi vuol esser lieto,sia...
La Voce del Leone
contatti:Facebook.com/giornalinoLaVocedelLeone
Anno X n°1 Settembre 2015
Blog: La-voce-del-leone 1.webnode.it
IN QUESTO NUMERO:
6 La partita a scacchi di
3 -5 La storia millenaria
Marostica
del vino
11-12 La stagione teatrale
2015-2016 del Politeama
L' intervista del Leone
10
2
Editoriale
7-8 Storia degli scacchi
9 Comenius
13-14 Notizie dall'Istituto
Le nostre Rubriche:
15-16
Appunti di viaggio
17-19
OCCHIO alla FOTO
20-21
25
26
27
La rubrica degli sport
a cura di Virginia Lorenzini
I Consigli di Andrea
a cura di Andrea Verdiani
a cura di Tommy Laurino
LE VIGNETTE
a cura di Liodia Li Perni
a cura di Ramin Afzali
Cruciverba crittografato a cura di PIDI
Pag.2
ED IT ORI ALE
Buon compleanno,Leone!!
Eh sì,questo è il decimo anno de La Voce del Leone e devo dire i 10 anni d'età il
giornalino se li porta proprio bene !!!
Non voglio annoiarvi con la lunga storia del Progetto “Giornalino scolastico” ,così si
chiama nel P.T.O.F.,tuttavia sono orgogliosa di quella che io chiamo “l'avventura del
Leone”.
Dieci anni fa,era il lontano anno scolastico 2006/2007, nessuno,compresa chi
scrive,immaginava di poter spegnere le dieci candeline di questa torta,al momento
virtuale, che ho davanti a me.
Sono stati anni intensi, che hanno visto profondi cambiamenti all'interno del nostro
periodico. Siamo cresciuti,abbiamo migliorato non solo la grafica ma anche i contenuti e
i ragazzi, che in questo decennio si sono “succeduti” all'interno della nostra Redazione,
sono stati i protagonisti di questa,passatemi l'espressione,”mutazione genetica” de La
Voce del Leone.
Quella di oggi è,scusate l'entusiasmo, una vera e propria rivista che con cadenza
mensile copre per intero il “tempo scuola”,vale a dire da Settembre a Giugno,ogni anno!!
Abbiamo collaborato con realtà diverse esistenti sul territorio ed ancora oggi lo
facciamo.
Non posso non ricordare la Rivista culturale “Il Chiasso Largo” di Siena, diretta dal
dottor Fausto Tanzanella, con la quale abbiamo avuto l'onore di condividere gli anni che
vanno dal 2009 al 2011 e che ha pubblicato poesie e racconti dei nostri giornalisti;ma il
Leone ha fatto da megafono anche al Premio nazionale “Liberi di scrivere”,curato dalla
collega professoressa Claudia Corti,pubblicandone le opere migliori.
Attualmente il nostro giornale collabora con La Fondazione Elsa, che cura la stagione
teatrale e concertistica del Teatro Politeama di Poggibonsi in collaborazione con il
Teatro del Popolo di Colle Val d'Elsa e il Teatro “G. Boccaccio” di Certaldo;i nostri
giornalisti andranno a vedere gli spettacoli in cartellone e ne faranno una recensione che
poi verrà pubblicata sul giornalino.
Parimenti interessante è la partnership con l'Associazione Premio Articolo 11,presieduta
dal dottor Stefano Paolillo,psicologo dell'Informazione,al
quale abbiamo fatto
l'intervista che potrete leggere all'interno di questo primo numero.
Il decennale,come potete immaginare,sarà festeggiato a dovere e quindi mi riservo,più
avanti,di darvi ulteriori notizie sui tempi e i sui modi;adesso però parliamo del numero di
Settembre che tra poco sfoglierete.
È tempo di vendemmia e il Leone,ovviamente,non ha mancato l'occasione di
parlarvene;ma dato che guarda anche al futuro,vi propone un articolo sulla Partita a
scacchi di Marostica, che si gioca ogni due anni, e quindi potrete organizzarvi per
assistere alla prossima, nel Settembre 2016. Ovviamente per farvi andare più
“attrezzati” all'evento,qualora decideste di fare una gita a Marostica, vi proponiamo
anche una breve storia degli scacchi. Per finire troverete le consuete rubriche e la
vignetta di Tommy.
Insomma,il Leone c'è tutto,come sempre. Vi auguro una buona lettura!
Pag. 3
La storia millenaria del vino
Le origini del vino sono talmente antiche da affondare nella leggenda. Alcune di esse fanno risalire
l'origine della vite ad Adamo ed Eva,indicando nel frutto proibito del Paradiso terrestre la
succulenta uva e non la più famosa mela. Altre raccontano di Noè che avendo inventato il vino
pensò bene di salvare la vite dal diluvio universale riservandole un posto sicuro sulla sua Arca.
Venendo a tempi più recenti, sono in molti ad affermare che la vite sia originaria dell'India, e che
da qui, nel terzo millennio a. C., si sia diffusa prima in Asia e in seguito nel bacino del
Mediterraneo. È un dato storico quello che in Occidente la coltura della vite e la pratica della
vinificazione fossero già note in Mesopotamia dalla quale è partita la rivoluzione agricola con
l'abbandono del nomadismo e la conseguente nascita dell'agricoltura stanziale. È la "mezzaluna
fertile", l' area geografica compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate, la “madre” dei cereali e il
laboratorio nel quale si è giunti alla scoperta dei processi fermentativi da cui discendono: il pane,
il formaggio e le bevande euforizzanti così come noi le conosciamo oggi.
Alcuni geroglifici egiziani ,risalenti al 2500 a. C. ,descrivono già vari tipi di vino. Nell'antico Egitto
la pratica della vinificazione era talmente consolidata che nel corredo funebre del re Tutankamon
(1339 a. C.) erano incluse delle anfore contenenti la
rossa bevanda sulle quali erano impressi la zona di
provenienza, l'annata e il produttore (delle DOCG!).
Dall'Egitto la pratica della vinificazione si è diffusa
presso gli Ebrei, gli Arabi, i Greci ed infine i
Romani. Il successo dell'inebriante bevanda fu
consacrata poi dal dio della convivialità,Dioniso che
a Roma prese il nome di Bacco. Nel cuore del
Mediterraneo, la vite ha iniziato dalla Sicilia il suo
viaggio verso l'Europa, diffondendosi ,prima, presso
i Sabini e ,poi, presso gli Etruschi, i quali diventarono abili coltivatori e vinificatori ed estesero la
coltivazione dell'uva sui territori da loro abitati, dalla Campania sino alla pianura Padana. Dal canto
suo il vino ha contribuito alla nascita dell'impero romano. Infatti gli antichi romani erano a
conoscenza delle proprietà battericide di quella bevanda e la distribuivano agli uomini delle loro
legioni durante le numerose campagne militari. Plutarco racconta che Cesare distribuì vino ai suoi
soldati per debellare una malattia che stava decimando l'esercito. Fu così che la vinificazione
assunse notevole importanza,ma fu solo dopo la conquista della Grecia che i romani si fecero
promotori della diffusione della viticoltura in tutte le province dell'impero.
Nel tempo due grandi religioni hanno ,per motivi diversi,rallentato la diffusione della coltura della
vite:il Cristianesimo e l'Islam;vediamo perché.
Tutti sanno che il declino dell'Impero Romano, al quale ha contribuito certamente la diffusione
del Cristianesimo, segna l'inizio di un periodo buio per il vino, accusato di portare ebbrezza e
piacere effimero;la diffusione nel Mediterraneo della religione di Maometto tra l'800 e il 1400 d.
C. e la messa al bando della viticoltura in tutti i territori occupati ha concluso l'opera. Per nostra
fortuna ,in quello stesso periodo, i monaci cristiani e le comunità ebraiche continuarono, quasi
clandestinamente, la viticoltura e la pratica della vinificazione per produrre i vini da usare nei riti
religiosi e così salvarono una coltivazione millenaria.
Pag. 4
Bisogna,però,attendere il Rinascimento per ritrovare una Letteratura che restituisca al vino il suo
ruolo di protagonista nella cultura occidentale decantandone le qualità. Nel XVII secolo si affinò
l'arte dei bottai, divennero meno costose le bottiglie e si diffusero i tappi di sughero che
contribuirono alla conservazione e al trasporto del prodotto favorendone il commercio; ma fu il
XIX secolo a vederne il consolidamento nella civiltà occidentale,infatti alla tradizione contadina
iniziò ad affiancarsi il contributo di illustri studiosi che si adoperano per la realizzazione di vini di
migliore qualità e bontà. Il vino divenne anche oggetto di ricerca scientifica. Nel 1866 Louis
Pasteur nel saggio intitolato Etudes sur le vin affermava che "il
vino è la più salutare ed igienica di tutte le bevande".
Mai affermazione fu più veritiera di questa!
Infatti studi medici recenti hanno dimostrato che fra i turisti che si
recano in Paesi in cui sono frequenti le infezioni alimentari chi beve
vino è meno soggetto ad attacchi di dissenteria rispetto a chi
consuma acqua ,anche se imbottigliata. E questo accade perché ,a
prescindere dalle cause della contaminazione, molti batteri ,che in
acqua sopravvivono e a volte prolificano, nel vino muoiono per l'acidità
dovuta alla presenza di alcol e di tannini. Per di più queste stesse
sostanze rendono il vino una bevanda salutare per l'uomo, a condizione però,che esso venga
assunto in quantità moderate,non più di un bicchiere a pasto. La ricerca ha dimostrato che un
moderato consumo di vino ha effetti positivi sul sistema cardiovascolare riducendo i rischi di
malattie cardiache. La ragione di questo non è ancora del tutto chiara, ma secondo alcuni è dovuta
alla presenza di piccole quantità di sostanze con proprietà ipocolesterinizzanti contenute nei
tannini contenuti nei vini rossi.Sono passati circa 150 anni dai primi studi di Pasteur e il tempo non
li ha ancora smentiti! Fino ad oggi non è mai stato isolato un agente patogeno per l'uomo che si
origini dal vino.
La vite (dal latino “vite”, derivato dall’indoeuropeo viere = curvare, intrecciare) è un arbusto
rampicante, diffuso in vaste aree del nostro pianeta comprese tra il 20° e 50° grado di latitudine
Nord e il 20° e 40° di
latitudine Sud. E’ una pianta
molto resistente, in grado di
resistere fino a 15°C sotto
zero in inverno, ma che
predilige
temperature
comprese fra 8°C e 13°C per
il germogliamento, fra 16°C e
20°C per la fioritura e fra
18°C
e
23°C
per
la
maturazione.
La varietà europea della vite che è stata coltivata con grande soddisfazione in tutta l'Europa sino
alla metà del 1800 è stata la vitis vinifera;purtroppo però in quegli stessi anni
"sbarcò"
dall'America del nord sul Vecchio Continente un insetto della famiglia degli Afidi: la Philloxera
Vastratix. I primi ad accorgersi ,intorno al 1860, delle devastazioni che l'insetto era in grado di
provocare alla vite europea furono i francesi. In Italia la Fillossera giunse 20 anni dopo
propagandosi rapidamente.
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Gli sforzi profusi nella lotta contro questo insetto, che attacca le radici della vite europea e le fa
marcire, furono vani per lunghi anni e, ad un certo punto, si pensò che esso avrebbe finito con il
portarla all'estinzione,ma la soluzione del problema fu trovata con uno stratagemma ,che è
probabilmente anche il primo esempio di lotta biologica nella storia dell'umanità, innestare sulle
radici della vite americana, resistenti all'insetto, la vite europea che possiede una costituzione
delle foglie non gradita alla Fillossera. È in questo modo che le varietà europee di grande qualità
organolettica sono riuscite a resistere e a giungere sino a noi. L'arrivo in Europa di viti americane,
da utilizzare come porta innesti, ha naturalmente portato anche all'impianto di ibridi in grado di
produrre direttamente uva. Si tratta del Clinton e di Isabella (uva fragola). La legislazione
italiana,dato che si tratta di uve poco interessanti dal punto di vista agronomico, ne ha vietato
l'impianto già nel 1931. Tuttavia si trova ancora chi le coltiva e ne vinifica le uve, a dispetto dei
divieti dato che se ne ricava dei piacevoli vinelli di pronta beva che hanno un loro mercato.
Per concludere,anche se l'argomento vino mi porterebbe molto lontano,tante sono le notizie su di
esso da potervi dare,voglio aggiungere due parole
sui vitigni da cui si producono tutti i vini esistenti.
Il vitigno è la varietà della vite dalla quale è
possibile trarre vini anche diversi per sapore e
consistenza,dato che essi dipendono dal tipo di
terreno in cui la pianta viene coltivata ,dal
clima,dalle tecniche di vinificazione e dal grado di
maturazione dell'uva. Per tale ragione per tutti i
vini di qualità esistono dei regolamenti, detti
"disciplinari", che indicano per ciascuna zona
enologica (detta Denominazione d'Origine) il tipo
di vitigno la cui coltivazione è ammessa e le modalità di coltivazione e di lavorazione specifiche. I
vini che sottostanno a queste regole vengono designati con le sigle DOC (Denominazione d'Origine
Controllata) e DOCG (Denominazione d'Origine Controllata e Garantita). Per poter garantire il
vignaiolo, prima, e il consumatore, dopo, sull'appartenenza di una data pianta ad un vitigno
piuttosto che ad un altro, per tanto tempo i botanici si sono cimentati in vari sistemi di
descrizione e catalogazione dei vitigni dando origine alla Ampelografia (dal greco ampelos = vite, e
graphia = descrizione, studio) ossia alla disciplina che studia la vite nelle sue specie e varietà
coltivate.
I vitigni italiani più importanti sono questi:
- Cabernet;Merlot;Pinot nero;Re fosco dal P.R. ( dai quali si ottengono vini rossi).
- Chardonnay;Malvasia;Picolit;Pinot Bianco;Pinot grigio;Ribolla;Riesling;Tocai;Verduzzo (dai quali si
ottengono vini bianchi).
A questo punto non mi resta che augurarvi una buona bevuta.
Cristina Klyusyk
Pag 6
La Partita a scacchi di Marostica
Oggi voglio parlarvi di Marostica, una splendida cittadina medievale della provincia di Vicenza,
nella quale con cadenza biennale si svolge ,dal 1923, una partita a scacchi con personaggi viventi
nel secondo fine settimana di settembre. Questa manifestazione ha una storia che voglio
raccontarvi perché secondo me è molto interessante. Cominciamo.
La vicenda della Partita risale al 1454 quando Marostica era una delle fedelissime della
Repubblica di Venezia.
“Avvenne che due nobili guerrieri, Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara, si innamorarono
contemporaneamente della bella Lionora, figlia di Taddeo Parisio Castellano di Marostica e, come
era costume di quei tempi, si sfidarono in un cruento duello. Ma il Castellano, che non voleva
inimicarsi alcuno dei due calorosissimi giovani e perderli in duello, proibì lo scontro rifacendosi
anche ad un editto di Cangrande della Scala, e decise perciò, che Lionora sarebbe andata sposa a
quello che avesse vinto una partita al nobile gioco degli scacchi: lo sconfitto sarebbe diventato lo
stesso suo parente sposando Oldrada, sua sorella minore. L’incontro si sarebbe svolto in un giorno
di festa nella piazza del Castello da Basso, a pezzi grandi e vivi, armati e segnati delle nobili
insegne dei bianchi e neri in presenza del Castellano, della sua nobile figlia, dei Signori di
Angarano e di Vallonara, dei nobili e del popolo tutto. Decise anche che la disfida fosse onorata
da una mostra in campo di uomini d’arme, fanti e cavalieri e fuochi e luminarie e danze e suoni.
Ecco dunque scendere in campo gli armati: arcieri, balestrieri ed alabardieri, fanti schiavoni e
cavalieri, il Castellano, la sua nobile corte con Lionora trepidante perché segretamente
innamorata di uno dei due contendenti, la fedele nutrice, dame, gentiluomini, l’araldo, il capitano
d’armi, falconieri, paggi e damigelle, vessilliferi, musici, massere e borghigiani e poi ancora i
bianchi e i neri con Re e Regine, torri e cavalieri, alfieri e pedoni e due contendenti che ordinano
le mosse; tripudio infine con fuochi e luminarie secondo l’ordine del castellano”.
E così oggi tutto si ripete come la prima volta, in una cornice di costumi fastosi, di corteggi
pittoreschi, di gonfaloni multicolori, di marziali parate, di squisita eleganza e su tutto domina una
nota di singolare gentilezza cui si è ispirata la rievocazione e questa torna a rivivere oggi quasi
per un miracolo della fantasia. I comandi alle milizie vengono ancora oggi impartiti nella lingua
della “Serenissima Repubblica di Venezia”. La durata di una partita è circa 2 ore.
Questo evento è uno spettacolo storico / folkloristico che viene rappresentato da oltre 600
figuranti in costume medievale. Una fastosa cornice di costumi preziosi e di gonfaloni,
affascinanti dame ed intrepidi cavalieri, giocolieri e sputa fuoco, rinnovando negli animi il sapore
antico di un’appassionante storia d’amore.
Andrea Verdiani
Pag.7
Storia degli scacchi
Le origini degli scacchi si perdono nella notte dei tempi e nessuno può dire con
assoluta certezza dove e quando furono inventati.
A tale proposito esistono varie teorie ma l'ipotesi più accreditata pone il luogo
d'origine in India. Tale ipotesi si basa su antichi poemi persiani che descrivono,
talvolta anche in dettaglio, un antico gioco da tavolo, lo Chatrang, il quale sembra
avere notevoli tratti in comune con il moderno gioco degli scacchi.
Questi stessi poemi (risalenti circa al VI-VII secolo d. C.) definiscono il gioco
persiano del Chatrang come derivato da un gioco ancor più antico e sempre di
provenienza indiana, lo Chaturanga.
Alcuni studiosi ritengono addirittura che lo Chaturanga derivi a sua volta da arcaici
giochi cinesi, tuttavia dagli elementi finora raccolti sembra che questo sia il gioco che
ha i maggiori diritti di fregiarsi del titolo di progenitore originale del moderno gioco
degli scacchi, in quanto altri giochi più antichi presentavano solo alcuni tratti in
comune con esso.
Ritrovamenti archeologici di antichi pezzi dello Chaturanga, sono avvenuti nel 1972
nell'Uzbekistan del Sud, presso la località di
Afrasaib. Tali pezzi sono stati datati al 760 d. C.
circa, grazie anche al concomitante ritrovamento di
una moneta del 761 d. C. che si trovava assieme ai
pezzi.
Appare comunque quasi certo che le origini dello
Chaturanga siano ben più antiche, forse addirittura
al I o II secolo d. C. I pezzi di Afrasaib sono,
infatti, finemente lavorati per l'epoca, quindi con
grande probabilità risalgono ad un periodo storico in
cui lo Chaturanga era già molto popolare.
In ogni caso la diffusione del nuovo gioco fu
relativamente rapida, anche grazie ai mercanti ed ai carovanieri dell'epoca, ansiosi di
portare in patria ogni novità.
Con il tempo il nome e le regole dell'originale Chaturanga cambiarono in vari modi e
secondo la regione di adozione. È così che nel Borneo il gioco venne denominato
Chatur, nell'isola di Giava Chator e nella regione di Burma Chitareen.
In Persia un po' alla volta cambiarono non solo il nome, prima Chatrang e poi Shatranj,
ma progressivamente anche le regole, che pertanto a piccoli passi si stavano
avvicinando a quelle moderne.
Sull'origine degli scacchi sono fiorite numerose storie e leggende, ma una in
particolare ha avuto una vastissima diffusione.Adesso ve la racconto.
Pag. 8
“C'era una volta un ricchissimo Principe indiano. Le sue ricchezze erano tali che nulla
gli mancava ed ogni suo desiderio poteva essere esaudito. Mancandogli però in tal
modo proprio ciò che l'uomo comune spesso ha, ovvero la bramosia verso un desiderio
inesaudibile, il Principe trascorreva le giornate nell'ozio e nella noia. Un giorno,
stanco di tanta inerzia, annunciò a tutti che avrebbe donato qualunque cosa a colui
che
fosse
riuscito
a
farlo
divertire
nuovamente.
A corte si presentò uno stuolo di personaggi d'ogni genere eruditi, saggi e
stravaganti fachiri, improbabili maghi e spericolati saltimbanchi, sfarzosi nobili e
zotici plebei, ma nessuno riuscì a rallegrare l'annoiato Principe. Finché si fece avanti
un mercante, famoso per le sue invenzioni. Aprì una scatola, estrasse una tavola con
disegnate alternatamente 64 caselle bianche e nere, vi appoggiò sopra 32 figure di
legno variamente intagliate, e si rivolse al nobile reggente: «Vi porgo i miei omaggi, o
potentissimo Signore, nonché questo gioco di mia modesta invenzione. L'ho chiamato
il gioco degli scacchi».Il Principe guardò perplesso il mercante e gli chiese spiegazioni
sulle regole. Il mercante gliele mostrò, sconfiggendolo in una partita dimostrativa.
Punto sull'orgoglio il Principe chiese la rivincita, perdendo nuovamente. Fu alla quarta
sconfitta consecutiva che capì il genio del mercante, accorgendosi per giunta che non
provava più noia ma un gran divertimento! Memore della sua promessa, chiese
all'inventore
di
tale
sublime
gioco
quale
ricompensa
desiderasse.
Il mercante, con aria dimessa, chiese un chicco di grano per la prima casella della
scacchiera, due chicchi per la seconda, quattro chicchi per la terza, e via a
raddoppiare fino all'ultima casella. Stupito da tanta modestia, il Principe diede ordine
affinché la richiesta del mercante venisse subito esaudita. Gli scribi di corte si
apprestarono a fare i conti, ma dopo qualche calcolo la meraviglia si stampò sui loro
volti. Il risultato finale, infatti, era uguale alla quantità di grano ottenibile coltivando
una superficie più grande della stessa Terra! Non potendo materialmente esaudire la
richiesta dell'esoso mercante e non potendo neppure sottrarsi alla parola data, il
Principe diede ordine di giustiziare immediatamente l'inventore degli scacchi.”
In effetti il numero di chicchi risultante è di 264-1 (due alla sessantaquattro meno uno), pari
ad un numero esorbitante, cioè a 18.446.744.073.709.551.615. Questa leggenda era notissima
durante il Medioevo con il nome di Duplicatio scacherii, tanto che vi appare un accenno anche
nella Divina Commedia di Dante Alighieri, dove viene adoperata dal sommo poeta per dare
un'idea al lettore del numero degli Angeli presenti nei cieli:
L'incendio suo seguiva ogne scintilla
ed eran tante, che 'l numero loro
più che 'l doppiar de li scacchi s'inmilla.
(Paradiso, XXVIII, 91-93)
Andrea Verdiani
Pag. 9
VIAGGIO IN TURCHIA
COMENIUS 2015
L'ultima tappa dell'amato progetto culturale “Comenius” è stata Istanbul, che con i suoi
quasi 15 milioni di abitanti è una città grande e trafficata.
Istanbul è divisa in due parti,dal punto di vista geografico:la prima europea, che è la più
antica (Aya Sofia, Moschea Blu, Piazza Sultanahmet, Palazzo TopKapi e i famosi
bazar);una seconda asiatica più densamente abitata.
L'argomento centrale di quest'ultimo incontro è stato sempre il solito, poiché il progetto
mira ad abituare i cittadini europei al rispetto della natura e della salute.
Già da questo potete immaginare che abbiamo parlato di cibo, principalmente i piatti
tradizionali turchi, e di inquinamento che loro producono in quantità sconcertanti a causa
del loro traffico stradale infernale.
Abbiamo svolto tutto ciò accompagnando queste cose serie ed importanti con alcune
attività di gruppo che hanno coinvolto le nazioni partecipanti, che, come ben sapete sono
cinque (Croazia, Italia, Polonia, Turchia e Ungheria).
Il tempo trascorso in Turchia ,una settimana, è stato speso visitando: le magnifiche ed
imponenti moschee, tra le quali la mia preferita è la “Moschea Blu”; i musei ,come quello
del sultano; i piccoli paradisi verdi, spazi dimenticati (fortunatamente) dall'uomo e
isolette pure e non inquinate dove gli unici mezzi di trasporto sono carri trainati da cavalli
oppure motori elettrici.
La prima impressione che ho avuto di Istanbul, o almeno della parte anatolica, è stata
quella di una città bellissima ed allegra, nonostante il caos interno che abbiamo trovato a
causa delle elezioni politiche, e dei loro strani ritmi frenetici; ma ,osservandola bene, da
una piccola isola dove eravamo andati a fare un'escursione, la professoressa Milazzo mi ha
fatto notare che è solo cemento, tantissimo cemento, una marea di cemento e dunque mi
sono rattristato pensando a quanti alberi sono stati tagliati e quanta natura è stata
distrutta per fare spazio all'uomo e alla sua dannata urbanizzazione.
Ciò ci deve indurre ad una riflessione sull'importanza di coniugare bene lo sviluppo urbano
con l'ambiente e la necessità di trovare anche nuovi modi per farlo.
Davide Checcucci
Le interviste del Leone
Pag.10
Oggi abbiamo intervistato il dottor Stefano Paolillo,psicologo dell'informazione,che presta la
sua opera in RAI ed è fondatore e presidente dell'associazione culturale “Articolo 11”.
D: Che cos'è e di che cosa si occupa l'Associazione culturale” Articolo 11” della quale lei
è il presidente?
R: L'Associazione Premio Articolo 11,in verità,è nata per generare questo premio all'informazione. Ci
tengo a sottolineare che è un premio all'informazione e non un premio di giornalismo perché premiamo
coloro che fanno informazione e non solo giornalisti. Nelle varie sezioni del premio,oltre a quella dei
prodotti informativi esiste anche quella dedicata ai blog. Per blog s'intende anche una pagina di FB,un
account, Twitter e quanto altro serve per fare informazione. Una quarta sezione è dedicata al
pubblico;infatti le persone possono
segnalare dei prodotti o degli articoli e poi votarli
successivamente. Il Premio fa solo da veicolo di questa Quarta Sezione.
D: Sappiamo che lei è uno psicologo dell'audiovisivo,può spiegarci di cosa si occupa
questa disciplina?
R: Lo psicologo dell'audiovisivo è una persona che usa la psicologia per comprendere gli
audiovisivi,come essi si fatti,che ricadute hanno,quali ricadute hanno,come ci si può lavorare e come si
può disinnescarli. Anche perché gran parte degli audiovisivi parte della comunicazione passa attraverso
di essi,basti pensare alla pubblicità,quanto influenzano i comportamenti delle persone e la società
stessa. Per questi motivi uno degli spazi nei quali si muove uno psicologo della comunicazione è proprio
questo.
D: Quando è nato il “Premio d'Informazione Articolo 11”?
R: Siamo giovanissimi,è nato quest'anno. Contiamo di arrivare lontano anche perché non ci sono
giornalisti né nella giuria né nel comitato organizzatore. Sono gli utenti che decideranno chi fa una
buona informazione. Io ritengo che quando si è di fronte a categorie forti,e quella dei giornalisti lo è,si
rischia sempre di essere autoreferenziali. C'è sempre il rischio di pensare di avere tutte le risposte e
di parlare per i colleghi. Insomma c'è il forte rischio di essere lontani dalla “verità” perché si sta
chiusi nel “fortino”. Noi di “Articolo 11”,invece, siamo fuori dal “fortino”; intendo e possiamo dire:”Tu
hai fatto buona informazione perché sei stato utile per capire la verità”.
D: Chi sono i componenti del Comitato Organizzativo?
R: In realtà sono tutti coloro che vogliono partecipare al nostro premio e che si candidano da soli a
farlo. Non esiste un discrimine. Tutti possono candidarsi: coloro che fanno parte della società
civile;coloro che hanno anche ruoli di responsabilità in ambito sociale senza essere personaggi
mediatici. Insomma sto parlando di quella parte della società che fa le cose e che ha bisogno
dell'informazione. Faccio un esempio molto semplice:per fare l'insegnante e capire quanto i programmi
scolastici siano,più o meno,aderenti alla realtà esterna è necessario essere informati,essere
aggiornati. L'arrivo dei nuovi strumenti,come il tablet ad esempio,e per capire come essi funzionino
servono informazioni adeguate,solo dopo l'insegnante può decidere se possono essere funzionale alla
sua attività di docente oppure no.
D:Da dove nasce la denominazione “Articolo 11”?
R: Si tratta dell'articolo 11 della Dichiarazione dell'Uomo e del Cittadino emanata durante la
rivoluzione francese. È quello che parla della “libertà di parola e di opinione”; nacque allora,in quel
particolare contesto storico e culturale. Il caso ha voluto che anche la Carta dell'ONU abbia nel
proprio articolo 11 parlato dello stesso argomento,la libertà d'espressione. È una risonanza
significativa che sancisce il diritto a: esprimere le proprie opinioni; divulgare informazioni. Insomma
sancisce il diritto di fare informazione.
La nostra intervista si conclude qui,la ringraziamo molto per la disponibilità e la
gentilezza.
Pag.11
Stagione teatrale 2015-2016
TEATRO DEL POPOLO
giovedì 5 novembre 2015 ore 21.00
venerdì 6 novembre 2015 ore 21.00
Associazione Culturale La Pirandelliana
BISBETICA
con Nancy Brilli
regia di Cristina Pezzoli
TEATRO BOCCACCIO
mercoledì 18 novembre 2015 ore 21.00
Permàr - Archivio Diaristico Nazionale - dueL - La
Piccionaia
MILITE IGNOTO
uno spettacolo di Mario Perrotta
a cura di Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi
TEATRO POLITEAMA
martedì 24 novembre 2015 ore 21.00
Arca Azzurra Teatro
BENVENUTI IN CASA GORI
di Ugo Chiti e Alessandro Benvenuti
regia Alessandro Benvenuti
TEATRO BOCCACCIO
lunedì 7 dicembre 2015 ore 21.00
Mr. HENRY & Mme. SCHMUTZ
di e con DUO FULL HOUSE (Henry Camus e Gaby
Schmutz)
TEATRO POLITEAMA
giovedì 10 dicembre 2015 ore 21.00
Compagnia Gli Ipocriti - Fondazione Teatro della Pergola
LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA
di Tennessee Williams - traduzione di Gerardo Guerrieri
con Vittoria Puccini, Vinicio Marchioni
regia di Arturo Cirillo
TEATRO DEL POPOLO
giovedì 17 dicembre 2015 ore 21.00
Compagnia Moliere - Teatro ABC
LA LUPA
di Giovanni Verga
con Lina Sastri, Daniele Liotti
regia Guglielmo Ferro
TEATRO DEL POPOLO
giovedì 7 gennaio 2016 ore 21.00
Officine del Teatro Italiano
I SUOCERI ALBANESI
di Gianni Clementi
con Francesco Pannofino, Emanuela Rossi
regia Claudio Boccaccini
TEATRO DEL POPOLO
mercoledì 13 gennaio 2016 ore 21.00
giovedì 14 gennaio 2016 ore 21.00
Agidi - Enfi Teatro
CALENDAR GIRLS
di Tim Firth
con Angela Finocchiaro
regia Cristina Pezzoli
TEATRO POLITEAMA
martedì 26 gennaio 2016 ore 21.00
a.ArtistiAssociati di Gorizia
NUDI E CRUDI
di Alan Bennett
con Maria Amelia Monti e Paolo Calabresi
regia Serena Sinigaglia
TEATRO POLITEAMA
martedì 2 febbraio 2016 ore 21.00
Goldenart production
TRADIMENTI
di Harold Pinter
con Ambra Angiolini, Francesco Scianna
regia Michele Placido
TEATRO BOCCACCIO
mercoledì 3 febbraio 2016 ore 21.00
TEATRO dello SBAGLIO con il TEATRO STUDIO di Grosseto
FAR FINTA DI ESSERE GABER
regia e scrittura di Cosimo Postiglione
con Luca Pierini, Cosimo Postiglione e Mirio Tozzini
TEATRO DEL POPOLO
mercoledì 17 febbraio 2016 ore 21.00
Fondazione Teatro di Napoli
EURIDICE ED ORFEO
di Valeria Parrella
con Michele Riondino, Federica Fracassi
regia di Davide Iodice
TEATRO POLITEAMA
giovedì 18 febbraio 2016 ore 21.00
Officine del Teatro Italiano
MODIGLIANI
con Marco Bocci
scritto e diretto da Angelo Longoni
TEATRO DEL POPOLO
venerdì 4 marzo 2016 ore 21.00
Compagnia Mauri Sturno
QUATTRO BUFFE STORIE
di Luigi Pirandello e Anton Cechov
con Glauco Mauri, Roberto Sturno
TEATRO DEL POPOLO
martedì 8 marzo 2016 ore 21.00
mercoledì 9 marzo 2016 ore 21.00
Compagnia della Rancia
CABARET
testo di Joe Masteroff basato sulla commedia di John Van
Druten e sui racconti di Christopher Isherwood
con Giampiero Ingrassia, Giulia Ottonello, Mauro Simone
regia Saverio Marconi
TEATRO POLITEAMA
martedì 15 marzo 2016 ore 21.00
Compagnia Opus Ballet, 2012, con il sostegno della
Regione Toscana in collaborazione con Compagnia Petrillo
Danza ed Elsinor Teatro Stabile d'Innovazione
IL LAGO DEI CIGNI
coreografie e regia Loris Petrillo
interpretazione Compagnia Opus Ballet
diretta da Rosanna Brocanello
Pag. 12
TEATRO BOCCACCIO
martedì 22 marzo 2016 ore 21.00
Stefano Bollani, Pierfrancesco Pisani in collaborazione con
Infinito srl
LA REGINA DADA
con Stefano Bollani e Valentina Cenni
scritto e interpretato da Stefano Bollani e Valentina Cenni
musiche di Stefano Bollani
TEATRO POLITEAMA
sabato 23 gennaio 2016 ore 16.00
Teatro a Merenda XXI edizione - Rassegna di Teatro per
bambini e famiglie
L'OMINO DELLA PIOGGIA
di e con Michele Cafaggi
regia Ted Luminarc
TEATRO DEL POPOLO
giovedì 31 marzo 2016 ore 21.00
Emilia Romagna Teatro Fondazione - Teatro Stabile
dell'Umbria - Teatro Stabile del Veneto
7 MINUTI
di Stefano Massini
con Ottavia Piccolo
regia Alessandro Gassman
TEATRO DEL POPOLO
domenica 20 marzo ore 16.00
Corale Vincenzo Bellini - Fabbrica D'Opera
CAVALLERIA RUSTICANA
Musiche di Pietro Mascagni con Silvia Pacini, Simone
Frediani, Romano Martinuzzi e Corale Bellini, Corale Verdi
TEATRO POLITEAMA
martedì 5 aprile 2016 ore 21.00
Teatro Franco Parenti
GLI INNAMORATI
di Carlo Goldoni
con Marina Rocco, Matteo De Blasio
regia Andrée Ruth Shammah
TEATRO BOCCACCIO
mercoledì 6 aprile 2016 ore 21.00
Sud Costa Occidentale
ACQUASANTA - Trilogia degli occhiali
testo e regia Emma Dante
con Carmine Marignola
Fuori abbonamento
2015-2016
TEATRO POLITEAMA
venerdì 20 novembre 2015 ore 21.30
Teatro della Toscana
LA PROSSIMA STAGIONE - Spettacolo da leggere
da un'idea di Luca Dini e Michele Santeramo
di e con Michele Santeramo
TEATRO DEL POPOLO
domenica 22 novembre 2015 ore 16.00
Corale Vincenzo Bellini - Fabbrica D'Opera
TOSCA
libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
con Silvia Pacini, Simone Frediani, Romano Martinuzzi,
Alessandro Calamai e Corale Bellini, Corale Verdi, Coro voci
bianche Viviana Apicella
regia Alberto Paloscia
TEATRO BOCCACCIO
sabato 12 dicembre 2015 ore 16.00
L'ALBERO DELLA FELICITÀ
di e con Giacomo Verde
teatrino olografico realizzato da Silvia Avigo
computer grafica di Giacomo Verde
progetto sostenuto da SPAM! rete per le arti
contemporanee
Stagione concertistica 2015-2016
TEATRO POLITEAMA
mercoledì 23 dicembre 2015 ore 21.00
Orchestra della Toscana
CONCERTO DI NATALE
DONATO RENZETTI, direttore
Andrea Tacchi, violino
- Bach/Respighi - Tre Corali
- Maxwell Davies - A spell for Green Corn: The MacDonald
Dances
- Dvořàk - Sinfonia n. 8 op. 88
giovedì 14 gennaio 2016 ore 21.00
Orchestra della Toscana
ASHER FISCH, direttore
- Ligeti - Melodien, per orchestra (1971)
- Mahler - sinfonia n. 5 versione per orchestra da camera
di Klaus Simon (2014)
sabato 5 marzo 2016 ore 21.00
Orchestra della Toscana
DANIELE RUSTIONI, direttore
Beatrice Rana, pianista
- Kodàly - Danza di Galànta (1933)
- Chopin - Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra op. 11
- Beethoven - Sinfonia n. 4 op. 60
giovedì 21 aprile 2016 ore 21.00
Orchestra della Toscana
GAETANO D'ESPINOSA, direttore
Emmanuel Rossfelder, chitarra
Michele Marasco, flauto
- Busoni - Divertimento per flauto e orchestra op. 52
- Rodrigo - Concerto d'Aranjuez
- Dvořàk - Sinfonia n. 7 op. 70
mercoledì 25 maggio 2016 ore 21.00
Orchestra della Toscana
DANIELE RUSTIONI, direttore
Francesca Dego, violinista
- Rossini - L'italiana in Algeri, ouverture
- Paganini - Concerto n. 1 per violino e orchestra op. 6
- Schumann - Sinfonia n. 3 op. 97 'Renana'
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NOTIZIE dall' ISTITUTO
Dopo aver sudato sette camicie siamo riusciti a mettere in atto il corso di
formazione per il Design e la Progettazione del verde.
Il corso si divide in tre livelli, divisi in tre anni.
Organizzato dalla Prof.ssa Vitale, si prevede l’interessamento di molte persone
specialmente del corso Costruzione Ambiente e
Territorio, presso l’istituto Roncalli.
Il corso ha suscitato interesse anche all’esterno
dell’istituto stesso in cui si svolgerà il corso,
ricevendo iscrizioni anche da Siena e provincia.
Il progetto di cui stiamo parlando è una vera
occasione per ricevere una certificazione
importante ad un prezzo più che abbordabile
visto che se preso all’esterno della scuola,ha un costo di circa 4000,00 €.
Il prezzo del corso non è ancora stato
fissato, ma si prevede un costo che
varia in funzione delle iscrizioni.
E’ da tenere presente che nell’intera
regione Toscana non sono presenti
altri corsi come questo, organizzato
da un Istituto Superiore e questo può
solo valorizzare il progetto.
Le iscrizioni sono già aperte e si concluderanno il 20 Settembre, per
ulteriori informazioni non esitate a contattare via mail
la prof.sa Vitale
([email protected]) oppure anche via Whats App al numero 3465336575Gennaro Petito.
Si allega il programma dello svolgimento del corso con le materie che si
apprenderanno nei tre anni.
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Istituto d’Istruzione Superiore “G. Roncalli”- Poggibonsi
I ANNO
Materie d’insegnamento
- Storia dell’Arte Contemporanea e dei Costumi 1
- Storia del Design 1
- Metodologia della Progettazione
- Architettura degli Interni 1
- Sociologia dei Processi culturali
- Fotografia 1
- Grafica e Modellistica
Durata del Corso: ottobre/maggio
II ANNO
Materie d’insegnamento
- Storia dell’Arte Contemporanea 2
- Architettura degli Interni 2
- Fotografia 2
- Progettazione del Verde / Restauro (a scelta)
- Fondamenti di Marketing Culturale
- Design Sostenibile
- Grafica e Modellistica
III ANNO
Materie d’insegnamento
- Fenomenologia delle Arti Contemporanee
- Architettura degli Interni 3
- Lighting Design
- Allestimento Spazi Espositivi e Artistici
- Antropologia Culturale
- Progettazione del Verde / Restauro (a scelta)
- Grafica e Modellistica
CONTATTI : mail: [email protected]
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Appunti di viaggio
Vienna
Vienna è la capitale federale e ,allo stesso tempo, uno dei nove stati federali dell'Austria . È
il settimo comune, per abitanti, dell'Unione europea. Situata nel Nord-Est del Paese, dista 40
km dal confine con la Slovacchia e circa 50 km da Bratislava. La città è composta da 23
distretti (in tedesco Bezirke,) dei quali il Centro è il primo. Gli altri distretti si susseguono a
spirale intorno ad esso. La periferia cittadina è
pianeggiante e industrializzata a sud, collinare e
verdeggiante a nord ai piedi della Selva Viennese
(Wienerwald). La capitale è attraversata ,nella
sua parte orientale, dal fiume Danubio, mentre un
piccolo canale artificiale (il Donaukanal) lambisce
il centro storico a est. Un'isola ,creata
artificialmente al centro del
Danubio,
la
protegge da eventuali
inondazioni.
L'isola,
sistemata a parco,viene utilizzata dai viennesi per
praticare sport o rilassarsi sotto il sole, inoltre una volta all'anno (verso la fine di giugno) vi
si festeggia, per tre giorni consecutivi, il Donauinselfest (festa dell'isola del Danubio).
L'elegante città di Vienna è sede di importanti organizzazioni internazionali tra le quali:
OPEC, AIEA e ONU.Il centro storico della città è stato dichiarato patrimonio dell'umanità
dall'UNESCO. Vienna è nota anche come la Città dei sogni per essere stata la casa di
Sigmund Freud,il “padre” della Psicanalisi, o la Città dei musicisti per avere ospitato molti dei
maggiori
compositori
(come
Antonio
Vivaldi
e
Niccolò
Paganini)
.
Le attrazioni turistiche sono tantissime. Una delle più importanti è la vecchia e affascinante
ruota panoramica del Prater, il simbolo di Vienna. Con le sue 250 attrazioni e un estesissimo
spazio verde pieno di caffè e ristoranti, il Prater è un parco giochi in cui potrete distendere
la mente e divertivi. Nel centro storico rimarrete colpiti dal lusso e dallo sfarzo del palazzo
imperiale (Hofburg)visitando le camere private e le sale di rappresentanza dell’imperatore.
Infatti gli Asburgo sono stati una delle più longeve famiglie reali d'Europa dato che hanno
iniziato a regnare circa seicento anni fa ed hanno vissuto nel palazzo fino alla fine della
prima guerra mondiale. Il castello di Hofburg risale al XIII secolo, ma nel tempo è stato
ampliato ed arricchito man mano che la potenza degli Asburgo cresceva. Oggi si presenta
come un complesso di palazzi tra loro apparentemente distaccati: la Cappella Imperiale
(Hofkapelle oBurgkapelle), il Naturhistorisches Museum ed il Kunsthistorisches Museum, la
Biblioteca Nazionale Austriaca(Hofbibliothek), il tesoro imperiale (Schatzkammer), il
Burgtheater, la Scuola di cavalleria spagnola (Hofreitschule), le stalle imperiali (Stallburg e
Hofstallungen), ed il centro congressi Hofburg. Vienna ,che stupisce sempre per la sua
maestosa eleganza imperiale, ha in realtà molto da offrire: l' architettura contemporanea,
una vivace vita culturale,la moda e le tendenze in continuo cambiamento.
Pag. 16
È una città imponente e allo stesso tempo intima e romantica: nelle belle caffetterie antiche
ci si rilassa sull'aria un valzer di Strauss,ma ,non lontano, nel Quartiere dei Musei la
modernità va in scena. Uno di questi, “il museo delle belle arti” accoglie moltissimi capolavori
della Storia dell'Arte occidentale, fra cui l'"Arte del Dipingere" di Vermeer, la "Madonna del
Prato" di Raffaello, i “dipinti delle Infanti” di Velazquez e diverse opere di Rembrandt,
Rubens, Dürer, Tintoretto e Tiziano. Aperto nel 1891 per accogliere le ampie e ricche
collezioni della casa imperiale, attualmente il Museo delle Belle Arti di Vienna è uno dei più
importanti del mondo per il valore delle sue opere. L'arte è un piacere, si sa, e verso sera
potrete averne conferma con l'esclusivo e delizioso buffet nella sala del museo con il
soffitto a cupola.
Vienna a tavola
L'arte culinaria austriaca riunisce parecchie tradizioni fra cui quelle boeme, ungheresi,
italiane ed ebraiche. Nei menù di Vienna si trova il Tafelspitz, un gustoso pezzo di manzo
bollito nel brodo, che di norma viene servito con salsa di erba cipollina, patate arrosto, mela o
cren; il Gulasch,una specialità ungherese, che consiste in uno stufato di carne cotta con
lardo, farina, cipolle, carote, patate e paprica; la Wiener Schnitzel, una cotoletta di vitello
impanata e fritta; la Frittatensuppe, una frittata tagliata a striscioline e servita in una tazza
di brodo caldo e il Kaiserschmarren, una frittata dolce sminuzzata e condita con composta di
frutta, inventata, secondo la leggenda, dall'imperatore Francesco Giuseppe. Altri leggendari
dessert sono inoltre: l'Apfelstrudel, il Powidltascherl, fagottino di pasta di patate ripieno di
mousse alle prugne e il Topfenstrudel, fatto con uno strato sottilissimo di pasta da strudel
ripiena di quark (una specie di ricotta) e uvetta; senza dimenticare la celeberrima
Sachertorte, torta di cioccolato con marmellata di albicocche. Insomma, possiamo dire,senza
essere smentiti, che i viennesi amano lasciare la tavola con la bocca dolce.
Per concludere parliamo del suo clima. Vienna ha un clima continentale mediamente mite.
L'inverno è comunque lungo e rigido con frequenti nevicate, soprattutto a Gennaio. L'Estate
è abbastanza calda ,con alcuni giorni più freschi causati dalle piogge che vengono dal nordovest dell'Europa. La media delle precipitazioni è comunque bassa, pari a circa 700 mm/anno.
La temperatura media annuale è 10,4 °C in centro città e 9,8°C nei dintorni. Tuttavia vi sono
differenze climatiche all'interno della stessa area urbana. I distretti occidentali, per
esempio, risentono dell'influsso oceanico: qui arrivano le piogge causate dagli umidi venti
marittimi, che per quasi metà dell'anno provengono da ovest. A sud e ad est, invece, il clima è
continentale e si hanno temperature più estreme (molto elevate d'estate e rigide d'inverno).
Visitare Vienna è piacevole in ogni stagione dell'anno,a Natale come in Estate,perché
gli eventi sono sempre tantissimi e noi non siamo in grado di consigliarvi un periodo
piuttosto che un altro proprio perché “la città dei musicisti” o ”dei sogni”,scegliete
voi, è sempre affascinante e ricca di suggestioni.
BUON VIAGGIO !!!
Lidia Li Perni
Pag. 17
Le strategie per ottenere delle buone foto
OCCHIO alla FOTO
Il mare
FOTO 1
TRAMONTO A FOLLONICA
Questa foto è stata scattata in spiaggia utilizzando una fotocamera digitale
da 8 mega-pixel .
Da notare il bel riflesso del Sole sulla superficie marina mare mentre sta
tramontando .
Il mare è leggermente mosso .
Nell'acqua notiamo che c'è una rete per giocare a pallavolo .
In questa foto sono stati modificati i colori , per ottenere una prevalenza del
giallo .
È stato necessario effettuare diversi scatti per ottenere l'immagine migliore .
Pag. 18
FOTO 2
GABBIANI SULLO SCOGLIO
ACITREZZA (CT)
Questa foto è stata scattata ad Acitrezza (prov. di Catania ) .
Da notare in primo piano i gabbiani sullo scoglio .
L'immagine presenta altre formazioni rocciose che sembrano chiudere
l'insenatura.
Queste rocce sono di origine vulcanica e hanno un colore nero.
L'immagine appare poco luminosa perché quando è stata scattata il cielo era
molto nuvoloso .
La luce particolare fa sembrare la foto come se fosse in bianco e nero,in realtà
ho usato il colore.
Pag. 19
FOTO 3
Gabbiani in mare
Questa foto,come l'altra, è stata scattata ad Acitrezza (prov. di Catania ) e ritrae un
gruppo di gabbiani sul mare .
Il colore dell'acqua è di un blu intenso perché il mare è molto profondo già dopo
pochi metri .
Gli uccelli sono sia in mare che sullo scoglio e questi ultimi fanno risaltare la presenza
di alghe.
Questa foto è stata scattata nelle ore più calde del giorno ed è per questo motivo
che i colori appaiono nitidi e luminosi .
Il colore dominante è il blu scuro .
Il mare è molto calmo e questo consente di vedere la scogliera che emerge con i suoi
vivaci colori;interessanti sono le macchie di rosso .
Questa immagine non è stata ritoccata con nessun programma .
Ramin Afzali
Pag. 20
La rubrica degli sport
Il Polo
Il Polo è uno sport di squadra nel quale due formazioni di quattro giocatori ciascuna, in sella a
cavallo e muniti di stecche di bambù, si fronteggiano con l'obiettivo di mandare una palla di legno
attraverso due pali. Vince la squadra che segna più punti.
Si narra che questo sport sia la naturale evoluzione delle esercitazioni che la cavalleria inglese
eseguiva per l'addestramento al combattimento a cavallo durante le campagne militari. Si può
notare, infatti, che il gesto compiuto dal giocatore dall'alto verso il basso per colpire la palla, è
analogo al fendente vibrato con una sciabola da cavalleria. Anticamente si colpiva con la parte
tonda di minore spessore per dare più potenza alla palla e questo modo è ancora in vigore e non è
proibito. La prima partita di Polo della storia fu giocata nel 600 a. C fra i Turcomanni e i Persiani.
Infatti ai tempi della dinastia persiana dei Safavide, la grande piazza di Isfahan, la Meidān
Naqsh-e jahān, attuale piazza Imam Khomeini era utilizzata per il gioco del Polo.
Le regole del gioco
Una partita è divisa in tempi detti chukker o chukka. La durata e il numero di chukker in una
partita è variabile; a seconda dei regolamenti, un chukker dura dai 7 ai 7 minuti e mezzo e ne
vengono giocati da quattro a otto in una partita. Ogni giocatore al termine di un chukker deve
cambiare il cavallo, visto che esso è, in genere, spronato a correre continuamente e al massimo
può essere tenuto per due chukker non consecutivi. Le regole del gioco pongono particolare
attenzione alla sicurezza del giocatore e del cavallo. Una delle più famose è quella della ‘Linea
della Palla’, una linea immaginaria che va dalla stecca che ha colpito alla palla. Essa è tracciata con
lo scopo di far avvicinare il giocatore alla palla in sicurezza. Colui che la colpisce ha la precedenza
e gli altri giocatori possono attraversare la linea della palla, solo quando non generano una
situazione pericolosa. La maggior parte dei falli sono a carico di chi, attraversando la linea,
genera involontariamente una condizione di pericolo. Secondo un'altra regola la palla si può
colpire con entrambi i vertici della stecca.
Pag. 21
Il Polo è stato introdotto nei Giochi Olimpici nel 1900 ed ha fatto parte del programma
olimpico per altre quattro edizioni, fino ad essere eliminato dopo i Giochi della XI Olimpiade
nel 1936.
Medagliere complessivo per nazioni
Pos
1
2
3
4
5
6
Nazione
Regno Unito
Argentina
Stati Uniti
Spagna
Messico
Francia
Oro
3
2
1
0
0
0
Argento
4
0
2
1
0
0
Bronzo
2
0
1
0
2
1
Totale
9
2
4
1
2
1
Il Campionato mondiale di Polo
La Campionato del Mondo di Polo (World Polo Championship ) è la massima competizione
internazionale per squadre nazionali maschili, ed è organizzata dalla Federazione
Internazionale. La prima partecipazione degli azzurri alla Coppa del Mondo di Polo risale alla
VI edizione (2001), la più recente alla IX edizione( 2011). In questa edizione l'Italia è salita
sul podio per la prima volta nella sua storia, classificandosi al terzo posto.
Curiosità
• Lo stilista Ralph Lauren adotta come simbolo nella sua collezione Polo Ralph Lauren un
giocatore di polo sul suo cavallo
• LA MARTINA adotta come simbolo 2 giocatori di polo con la stecca incrociata ed è
sponsor della squadra argentina di Polo
• Il batterista Stewart Copeland è proprietario di una squadra di Polo ed usa anche la
silhouette di un cavallo come logo per il suo Blue Bell Ride e per il suo sito.
Vi do appuntamento al prossimo sport.
Virginia Lorenzini
Pag. 22
Cuochi provetti
Ed anche per quest'anno il Leone è ritornato, sempre più ruggente e ricco di novità. Tra tutte le
rubriche e i vari argomenti non può mancare la vostra rubrica di cucina “Cuochi Provetti”. Quest'anno
cercheremo di farvi assaggiare piatti tipici del Mondo, perché come sapete il Leone cerca di aprirsi
verso nuovi orizzonti e attraverso l'informazione di farvi conoscere culture nuove senza farvi
muovervi da casa e dalla scrivania.
Quest'anno avendo partecipato ad Erasmus, di cui il Leone vi ha già parlato, mi si sono aperte molte
frontiere e la mia mentalità è cambiata. Così ho deciso di farvi conoscere nuovi Paesi e gastronomie
differenti dalla nostra per farvi sentire i loro profumi e i frutti preziosi delle loro terre!
Nell'occasione del nostro primo appuntamento, non ci spostiamo molto dall'Italia, rimaniamo in
Europa, andando a scoprire un menù tutto spagnolo!!!
C'è da leccarsi i baffi... assicurato e già testato ahahah !!!
Quando pensiamo alla Spagna viene subito in mente la Paella (Valenciana ),un piatto di cui parleremo
oggi, poi ,come dessert, una crema catalana.... E l'antipasto ce ne siamo dimenticati?? Certo che no!!
In Spagna non sono molto comuni gli antipasti, ma sono comunissime le Tapas ovvero piccole razioni
di cibo tipico a basso prezzo. La Tapas che vi presento oggi si mangia in quasi tutta la Spagna, è la
Tortilla.
Tortilla di patate
Ingredienti:
1 Kg Patate Gialle
300gr di cipolle dorate
4 uova
2gr di sale
½ litro di olio di semi
Preparazione:
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Sbucciate le patate e tagliatele a fette e a cubetti di 1 cm. Per non farle annerire ponetele in un
recipiente con dell'acqua fredda
Mondate le cipolle e tagliatele a spicchi di 1 cm e mettetele da parte e scolate bene le patate
Scaldate l’olio in una padella capiente fino a quando avrà raggiunto la temperatura di 180° e
versateci le patate abbassando la fiamma, poiché devono cuocere lentamente diventando morbide
Aggiungete anche la cipolla che avete tagliato in precedenza e mescolate il tutto con una spatola,
facendo cuocere per 5-6 minuti
Una volta pronte scolate le patate e le cipolle dentro ad un colino affinché perdano l’olio in
eccesso e lasciatele intiepidire per 15-20 minuti.
In una ciotola sbattete le uova, aggiungete un pizzico di sale e unite le patate e le cipolle ormai
tiepide mescolando il composto.
In una padella del diametro di 23 cm riscaldate l’olio e versateci il composto facendolo cuocere a
fiamma bassa. Cuocere il tutto per 10 minuti, coprendo con un coperchio. Trascorsi i 10 minuti,
aiutandovi con un coperchio girate la tortilla. Lasciate cuocere per altri 10 minuti dal lato opposto
sempre a fiamma bassa.
Quando il tutto sarà ben cotto adagiate su un piatto da portata la tortiglia. Buon appetito!!
Pag. 23
Paella Valenciana
Ingredienti
460 gr Pollo
460 gr Coniglio
200 gr Taccole
200 gr di Fagioli bianchi di Spagna
150 gr Peperoni Rossi
200 ml di Passata di pomodoro
1 cucchiaino di peperoncino dolce in polvere
2 bustine di zafferano (0,150gr l'una)
400 gr riso Arborio o originario
30 ml olio extravergine di oliva
sale q.b.
1 cucchiaino di paprika dolce
1200 ml di brodo
pepe q.b.
60 ml Vino bianco
LIVELLO DI DIFFICOLTÀ:
Preparazione
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Pulite e tagliate in piccole parti il pollo ed il coniglio.
Nella padella tipica (Paellera) aggiungete un filo d'olio e fate rosolare a fuoco medio per
circa 30 minuti i pezzi di pollo e coniglio sfumando il tutto con del vino e girando la carne di
tanto in tanto.
Quando il vino sarà sfumato, aggiungere 200gr di brodo poco per volta. Salate e pepate
Quando il pollo sarà rosolato, lavate il peperone, pulitelo togliendo il picciolo e tagliatelo a
listarelle. Quando è pulito e tagliato aggiungetelo nella paella.
Lavate, spuntate le taccole all'estremità e aggiungetele agli altri ingredienti in padella.
Cuocere per altri 10 minuti mescolando bene tutti gli ingredienti
A questo punto, aggiungete i fagioli bianchi di Spagna e dopo un paio di minuti unite la
passata di pomodoro,la paprika e il peperoncino
Aggiungete il brodo restante continuando ad amalgamare
Aggiungete il riso spargendolo in maniera uniforme in tutta la paellera. DA QUESTO
MOMENTO IN POI NON DOVETE PIU' TOCCARE IL RISO!
Lasciate cuocere il tutto a fuoco vivo per 7/8 minuti dopodiché abbassare nuovamente la
fiamma e lasciate cuocere a fuoco medio per altri 10 minuti finché il riso non si asciugherà.
Al quinto minuto di cottura a fuoco medio, sciogliere lo zafferano in poco brodo e versatelo
nel riso mescolandolo bene con gli altri ingredienti
Per vedere se il tutto è pronto scostate il riso nella parte centrale e vedete se il brodo si
sarà asciugato. Se è così e il vostro riso risulterà bello asciutto, la vostra paella valenciana
sarà pronta!!
Pag. 24
Crema Catalana
Ingredienti
500ml latte
4 Uova (tuorli)
100gr zucchero
1 limone
1 pezzetto di cannella
25gr Maizena o amido di mais
zucchero di canna q.b.
Noce moscata q.b.
Preparazione
•
Sciogliete la maizena in poco latte freddo e mettetelo da parte
•
In un tegame versate il resto del latte, aggiungetevi la scorza grattugiata del limone, meta' dello
zucchero e la cannella. Portate il tutto ad ebollizione mescolando per sciogliere lo zucchero e
togliete dal fuoco il tegame.
•
In una ciotola a parte, mettete i tuorli d'uovo , il rimanente zucchero e aggiungeteci poi anche
l'amido di mais (maizena) sciolto precedentemente nel latte.
•
Quando la maizena si sarà unita al
composto, aggiungete il
composto preparato
precedentemente con latte,limone,zucchero e cannella ancora caldo filtrandolo con un colino.
Mentre filtrate il latte continuate a mescolare.
•
Mettete ora il composto ottenuto in un tegame e portatelo ad ebollizione a fuoco vivace
continuando e mescolare; lasciatelo cuocere per circa due minuti e poi levatelo dal fuoco.
Avrete ottenuto in questo modo una crema morbida e liscia.
•
Versate la crema catalana, ancora calda, nelle apposite pirofile e, appena raffreddata, mettete
in frigorifero a rassodare per circa un paio d'ore.
•
Al momento di servire in tavola, cospargete la crema con lo zucchero di canna e un pizzico di
noce moscata e mettete la pirofila sotto il grill caldo per pochi minuti, per permettere allo
zucchero di caramellarsi.
Alessia Spedale
Pag. 25
I Consigli di Andrea
Autrice: Renata Viganò
Titolo:
L'Agnese va a morire
Editore: Giulio Einaudi
Agnese,una contadina di mezz'età,divenuta collaboratrice dei partigiani è costretta
alla clandestinità insieme alle truppe della Resistenza.
Quando suo marito, Palita, un intellettuale comunista membro della Resistenza
viene deportato dai tedeschi Agnese continua per circa sei mesi a spostarsi da
un paese all'altro per portare cibo,notizie e armi insieme agli altri partigiani.
Un giorno un soldato tedesco, ospitato dalla famiglia con la quale Agnese e Palita
condividevano la casa, mentre era ubriaco uccide per gioco la sua gatta nera,
unico ricordo del marito, e Agnese lo aggredisce ferendolo alla testa con il mitra.
Credendo di averlo ucciso fugge e si rifugia presso una famiglia di partigiani.
È proprio durante questi mesi che viene sapere della morte del marito,avvenuta
durante il trasporto verso i campi di concentramento.
Da quel momento Agnese diventa una sorta di mamma per gli altri partigiani,
poiché si occupa di preparare pasti caldi per coloro che tornano dalla guerriglia, ha
il controllo delle provviste e condivide con gli altri sia momenti di gioia che quelli di
tristezza e di dolore.
Anche Lei ,come tutti coloro che fanno parte della Resistenza, obbedisce al
Comandante e ai suoi ordini, ma dopo la grave sconfitta subita del suo battaglione
partigiano Agnese torna a fare la staffetta, e viene uccisa durante un controllo fatto
dai nazisti dopo essere riconosciuta da quel soldato che credeva di avere ucciso e
per il quale era stata costretta a vivere da clandestina.
Il romanzo è interessante sopratutto perché dà uno spaccato della guerra
partigiana che ha caratterizzato l'Italia negli ultimi due anni della seconda
guerra mondiale.
Andrea Verdiani
Pag. 26
VIGNETTE e non solo
“Un carabiniere va al cinema e legge:
Sopra la panca la capra canta.....sotto la
"vietato ai minori di 17" allora esce e....torna panca si lamentano perché non dormono!
con 16 amici.”
"La mia ragazza mi ha lasciato a San
Valentino perché voleva un solitario, ma io
ho capito male e le ho regalato un mazzo di
carte..."
Un carabiniere preoccupato incrocia un un
suo collega che gli domanda:
«Perché sei così preoccupato?» e il
carabiniere preoccupato: «Domani ho
l' esame del sangue e non ho studiato nulla!»
Il Crittografato diVino
Istruzioni: Per risolvere il cruciverba occorre sostituire ai numeri le lettere tenendo conto del fatto che a numero uguale
corrisponde lettera uguale.
( PIDI)
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La Voce del Leone
Redazione
Afzali R.; Checcucci D.;
Klyusyk C. ;Li Perni L.;Laurino T.;
Lorenzini V.; Lucà N.;
Petito G.; Prodan D.;Sasso E.;
Santonastaso R. ;Socha O.;
Spedale A. ;Verdiani A.; Xhaferi D.
Caporedattore
Marco Nesi