Libre de l`eleve(fantastique)

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Transcript Libre de l`eleve(fantastique)

Prologo
La neve scricchiolava sotto i suoi scarponi e la sua armatura a piastre incise riluceva sotto il
freddo sole invernale, lui, Ragros della nobile casa dei Craven era costretto a salire in
superfice! Un nano nobile della sua levatura! Costretto ad abbandonare la sua comoda
dimora per una missione diplomatica, insieme ad una nutrita guardia del corpo. Mentre
rifletteva all'immane fastidio che gli provocava la neve scorse finalmente la sua meta, su una
collina circondata da pini innevati si stagliava un grande forte di pietra attorniato da un alta
palizzata con camminamento da cui diversi arcieri in cotta di maglia coperta da un araldica
verde e gialla scrutavano il suo gruppo con sospetto. Mentre si avvicinavano all'ingresso, un
massiccio cancello in metallo con 2 torri di guardia ai lati, ebbe l'occasione di notare un
profondo fossato asciutto sul cui fondo, parzialmente nascosti dalla neve, si notavano vari
spuntoni. Mentre li osservava assorto il gruppo raggiunse la passerella posta di fronte il
portone e il rombo della sua apetura riscosse Ragros dalla sua distrazione. -Salve!- Esordi,
non molto entusiasta,la guardia del cancello. -Il capo vi aspetta nella sala grande insieme al
vostro amico.-Molto bene- gli rispose Ragros -Assicurati che i miei uomini ricevano un pasto decente,
dopo essere partiti da Rusthar sono giorni che camminiamo in questa dannata neve senza
mangiare e vorremmo poterci tornare-Allora, come posso dire? Ah, sì! A me di te e dei tuoi uomini... anzi mezzuomini non me ne
frega un cazzo, se fosse per me sareste ancora a marcire davanti questo portone- risponde
infastidito il capo delle guardie indicando il portone con il pollice,
e aggiunge -Purtroppo questo non dipende da me ma dal capo, per cui vi indicherò la
taverna e i tuoi nani potranno alzare il culo e andarsi a prendere il cibo da soli. Digli anche
di alzare la voce con l'oste, sapete il bancone è un po altino!- scroscia di risate da parte degli
arceri seguono quest'ultima affermazione e Ragros sentì salire un forte sentimento di rabbia,
ma, per evitare di essere fatto a pezzi, è costretto a reprimerlo e limitarsi a rispondere
pacatamente con -Per me tu e i tuoi arcieri potete benissimo andarvene a fare in culo!- Bè,
forse non così pacatamente, mentre seguiva la strada in terra battuta che saliva fino
all'ingresso del forte. La strada era affiancata da due distese di tende da campo che
circondavano l'altura con il forte piene di soldati che vi ronzavano in mezzo come tante api
operaie ma sui bastioni del forte, sui quali erano visibili pochi arcieri, regnava la calma.
Ragros contemplava il forte, una massiccia struttura in pietra con tre torri messe a triangolo
intorno alla struttura centrale sulla quale vi era un argano pronto al tiro, sotto di questo si
poteva osservare un massiccio portone in legno sul quale erano presenti varie picche con
tanto di teste umane alle estremità e due grossi stendardi con tre cinghiali gialli affilati uno
sotto l'altro in campo verde.
Raggiunti i piedi del portone gli si fa incontro una sentinella armata di lancia:
-Ehilà! Nano, sei atteso dal capo nella sala grande. Adesso e occupato con alcune udienze
ma alla fine di queste ti ascolterà ugualmente.-Naturalmente!- rispose Ragros aggiungendo poi -Chiamami un altra volta nano e non avrai
il tempo di pentirteneLa guardia gli rispose con un grugnito segnalando nel contempo di aprire il portone e
Ragros, non appena ci fu lo spazio per passare, entrò nella piazzola del forte con passo
marziale. La piazzola all'interno delle mura del forte era un semplice spazio in terra battuta
con un paio di bersagli ed un pupazzo, il quale aveva uno scroto dipinto sul sacco che gli
faceva da faccia, messi a ridosso del muro alla sua destra sul quale vi erano almeno una
decina di arcieri non particolarmente attivi. Mentre Ragros si apprestava a varcare la porta
della sala grande sentì alle sue spalle il suono di una pernacchia ma, quando si voltò, il
portone d'ingresso si era ormai richiuso. Entrato nella sala grande vide di fronte a sé un
trono sul quale c'era il signore del forte, un uomo con una barba corta che copriva la parte
inferiore del viso, affiancato da due guardie in cotta di maglia armate ognuna di un ascia a
due mani che tenevano adagiata sulla spalla sinistra, in più per tutta la lunghezza dei muri
della sala vi erano ad intervalli regolari soldati armati di lancia e scudo sbracalati a non far
niente. Il signore ascoltava irritato le lamentele di quello che pareva un contadino con
indosso un vestito ricavato da un sacco e un cappello a tesa larga tormentato tra le sue mani.
Egli implorava in ginocchio il signore: -Sua illustre eccellenza, nei granai del villaggio c'è
cibo solo per due mesi e i vostri uomini hanno chiesto proprio scorte per due mesi, non
possiamo darvi ciò che chiedete-Perchè sono vuoti? Non avete forse avuto un intera estate per riempirli?-Ma, illustrissimo, vi ho appena detto che abbiamo riserve per due mesi, che per arrivare
alla prossima estate sono appena sufficienti...-Stronzate, non hai appena detto che i miei uomini hanno chiesto scorte per due mesi?
Quindi sono vuoti, ora rispondi alla domanda!-Illustrissimo, non potete averli! Nel villaggio ci sono anche donne e bambini che...- ma il
signore fece un cenno e il contadino non riuscì a finire la frase perchè venne trafitto dalla
lancia di una guardia e si accasciò a terra gorgogliando, quindi il signore ordinò alla stessa
guardia che aveva compiuto l'esecuzione di portare via il cadavere e segnalò al prossimo
postulante di farsi avanti solo per poi dire: -Sai una cosa? Non mi piace la tua faccia!- ed
ecco che il soldato che aveva alla sua sinistra brandì l'ascia spaccandogli in due la testa per
poi indietreggiare ridacchiando al suo posto.
-Che cazzo, Johann! Guarda che cosa hai fatto! Adesso chi è che pulisce, eh? Tu?-Scusa, davo per scontato che non avesse nulla in quella testa di cazzo, invece guarda quanta
spazzatura!-Hai perfettamente ragione! Talmente perfetta che adesso vai nelle cucine, prendi un paio di
stracci e ripulisci tutto!-Si, si!- grugnì quindi la guardia di nome Johann avviandosi verso una porta laterale.
Fu allora che il signore notò Ragros, e questo disegnò sul suo viso un espressione incuriosita
ma anche un po' preoccupata. -Hei, Ragros! Che cosa ti ha spinto fuori da quella fogna che
tu chiami casa?-Lo stesso motivo che spinge te a cercare inutilmente di crearti un ambiente confortevolerispose Ragros indicando la pozza di sangue e cervella ai piedi del signore e sentendo puzza
di merda nell'aria.
-Sì sì, vaffanculo! Ora che abbiamo esaurito i convenevoli che ne dici se ci spostiamo in un
altra sala mentre Johann pulisce e parliamo del motivo che ti a spinto qui? A parte la
mancanza delle magnifiche sale del mio maniero ovviamente!-Perchè no? Tanto un ammasso di pietre sconnesse vale l'altro!Quindi il signore si alzò dal trono e si diresse verso una porta laterale seguito a ruota da
Ragros che, varcata la quale, venne investito da un forte odore di abbandono e si trovo
davanti un ampia stanza, anche se più piccola del salone , con al centro un tavolo
rettangolare e quattordici sedie, tutte ricoperte di polvere, sotto il quale vi era un tappeto con
elaborati disegni orientali, spostando poi lo sguardo sulle pareti notò quattro feritoie in
corrispondenza del muro destro tra le quali vi erano logori blasoni simili agli stendardi
all'ingresso. Si avvicinarono al tavolo,sul quale vi erano tre piccoli bicchieri in vetro ed una
brocca d'argilla piena di un liquido marrone che si rivelò essere birra scura andata a male.
-Ammira lo splendore della sala tattica!- disse il signore aprendo le braccia,
-Quale lustro splendore! Rivaleggia con le immense sale reali naniche! E che aroma, mi
ricorda una latrina!-Sfotti, sfotti! Tutta invidia la tua!- rispose il signore mentre si accomodava a capotavola,
Ragros invece si sedette ad una sedia al lato destro del tavolo e l'altra guardia del corpo
rimase in piedi, fissando il suo signore come ad attendere che gli prestasse attenzione.
-A parte gli scherzi, credo che tu abbia intuito perchè sono qui.-I Caniani, giusto?-Già, loro hanno osato opporsi al vero potere e, per una concatenazione di eventi fortunati
sono riusciti a scacciarti! E ora credono che sia finita!-Non è finito un cazzo finchè respiro!-Stessa cosa per il Grande Regno Nanico! Come possono pensare di averci sconfitto?
Dobbiamo dimostrargli che si sbagliano!-Non devo ricordarti che in questo momento il regno di Cania e vassallo dell'Impero
Rihtar?-Nonostante non riesca ancora a capacitarmi di come simili coglioni siano riusciti dove noi
abbiamo fallito, da fonti attendibili so che il rapporto tra popolo Caniano e governo Rihtar
non è molto roseo-Perchè lo è mai stato?-Ovviamente no, ma ultimamente inizia a serpeggiare un sentimento di rivolta e L'Homus
Tariq è troppo occupato con la guerra contro il Songhai per preoccuparsene.-E se l'attuale governo di Cania dovesse cadere...-...il patto con il Rihtar sarebbe da considerarsi rotto, spianandoci la strada per riprenderti
ciò che è tuo di diritto!-Quindi stai proponendo una sorta di patto?-Esattamente, possiamo metterci d'accordo per ripristinare lo status quo.-Perchè dovreste farlo, non vi converrebbe annetterlo e basta?-Certo! Ma temo che i miei attuali superiori non siano interessati a tutto il territorio. Vedi,
noi ci stiamo organizzando per delle spedizioni più a sud, con lo scopo di riprenderci il
monte Hemeledda, ove c'è il palazzo reale, strappato ai Nani dai Caniani.-Quindi avete contattato me, dando per scontato che avrei accettato, in modo da avere
qualcuno che prenda il comando di Cania per tenere a bada eventuali contrattacchi.-Per quanto mi costi ammetterlo, ultimamente il regno dei Nani si trova in difficoltà.-Che tipo di difficolta?-Mi spiace, amico mio ma temo che questi non siano cazzi tuoi! Piuttosto non mi hai ancora
risposto...-Beh, non saprei. Sai, qui mi trovo bene: Ho un bel castello pieno di soldati, controllo un
villaggio di sudditi abituati a subire angherie di quasi ogni tipo, non faccio un cazzo dalla
mattina alla sera...-Sai meglio di me che non è vero, il tuo bel castello non è altro che un cumulo di pietre, i
tuoi soldati dei disertori e i cosiddetti sudditi un gruppo di morti di fame.-Già- gli rispose il signore con un sorriso mesto -Ci penserò e ti faro sapere-Confido in una tua risposta affermativa, tanto che hai da perdere? Al limite ti tocchera
tornartene qui in esilio!-Vedremo, ti trattieni per la notte?-Nemmeno per idea! Intendo partire subito per riferire ai miei superiori ma soprattutto per
concedermi un meritato riposo in un luogo confortevole cioè tutto il contrario del tuo grande
maniero, l'unico aggettivo che gli si può affibbiare!- mentre finiva di parlare Ragros si alzò
e si diresse alla porta osservato dal signore ma non dalla sua guardia che aveva insistito a
fissarlo per tutto il tempo. Quindi quest'ultima si schiari la gola, -Ahem...-Sì, lo so! Raduna qualche centinaio di uomini e vai a castigare quei popolani!-Certamente!- rispose la guardia mentre un ghigno sorgeva sul suo viso, quindi uscì anche
lei ed il signore rimase solo a riflettere su quello che aveva sentito mentre giocherellava
con uno dei bicchieri, rimase così per una decina di minuti quindi si alzò e tornò nella sala
grande che nel frattempo era stata completamente ripulita, si sedette sul trono e schioccò le
dita. Una guardia si fece avanti -Cosa volete capo?-Portami Penna, calamaio e un paio di fogli, devo scrivere un messaggio.-Davvero?-Sì, è ora di radunare alcuni uomini fidati.-Eh?-Si avvicina il momento in cui gli sporchi ribelli Caniani strisceranno ai miei piedi
chiedendo pietà, e non ne riceveranno alcuna!-
Mentre Ragros se ne tornava a casa e il signore era intento a prepararsi, qualcun altro era
intenzionato a mettere il naso nell'affare. In una città situata su una collina in mezzo ad un
arido deserto svettava un lussuoso palazzo in stile medio orientale, all'interno del quale vi
era un ampia sala piena di tappeti e con un divano pieno di cuscini all'estremità opposta a
quella dove c'era una grande porta con due guardie armate di spada e scudo con indosso
un'armatura a scaglie impegnati a sonnecchiare. Assiso sul divano c'era un uomo vestito con
una tunica di foggia araba e con un turbante in testa sul fronte del quale vi era un
pennacchio bianco fermato alla stoffa da un diadema. L'uomo gettava distrattamente
manciate di mangime sul pavimento davanti a sé, dove vi erano alcuni pavoni a razzolarlo,
con lo sguardo fisso nel vuoto. La stasi apparente della stanza rimase immutata per diversi
minuti, finchè non iniziarono ad udirsi passi regolari risuonare per il corridoio ed il
proprietario spuntare dal lato della porta. Egli si avvicinò all'uomo sul divano, disperdendo
così i pavoni, e si inchinò davanti a lui. Quindi iniziò a parlare con tono deferente:
-Potente Signore, sono stato a Nyeni come mi avete ordinato. La città è in agitazione,
sembra che ci siano problemi con gli schiavi. La guarnigione è molto numerosa e ben
equipaggiata nonostante la scarsa organizzazione, i disordini stanno impegnando gran parte
delle loro forze nella repressione e la produzione è paralizzata. In più le recenti offensive
Songhai sono riuscite a dare alle fiamme Ngazargumu e ad occupare anche se
temporaneamente Tura. L'Impero Rihtar è in difficoltà, può difendersi ancora efficacemente
ma dubito che possa intervenire in caso di rivolte in uno dei suoi stati vassalli.-Bene, le mie orecchie sono liete di sentire ciò. Parlami di Cania, ora.- rispose l'uomo sul
divano con voce pacata.
-Il regno di Cania è composto da tre entità distinte: il suo nucleo, semplicemente l'antico
regno Tadesk prima delle sue conquiste; L'ex-ducato di Illensweer, occupato in seguito
all'unione delle due case regnanti ed infine l'ex-regno libero di Rahasan, conquistato in
seguito ad una grande battaglia nelle sue secche pianure. Nella sua capitale, Hybor, sorge la
famosa accademia delle arti del combattimento e della magia che sforna i migliori guerrieri
e maghi di questo regno. Formidabili, ma non sufficienti a fermare le armate Rihtar.-