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Supplemento n° 3 - February 2015 of International Technology Magazine
Editor Carlo Leoni - Publisher Editoriale di Informazioni Settoriali srl
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Stampa: Faenza Printing Industries S.p.A. - Faenza (RA)
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Notizie
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Notizie in breve
Notizie
WP Lavori in Corso punta ai
Paesi dell’Est
Società Italia ha stretto un
accordo con WP Lavori in Corso,
il gr uppo bolognese che produce
su licenza i prodotti Woolrich
John Rich & Bros, occupandosi
anche della distribuzione in
Europa. La partnership, che
partirà già dalla stagione
autunno-inverno 2015/16, vedrà
Società Italia impegnata nel
ruolo di distributore del brand
simbolo dell’outwear americano
nei mercati dell’Est Europa.
Infatti, grazie ad una esperienza
ventennale in quest’area come
distributore ufficiale di numerosi
news
Prossima la cessione
di Rockport
È stato raggiunto un agreement
da parte di Adidas per quanto
riguarda la cessione di Rockport.
Il marchio di calzature in pelle
sarà venduto per una cifra
pari a 280 milioni di dollari
a una nuova società i cui
partner saranno il fondo
Berkshire Partners e
il marchio New Balance.
La nuova società dovrebbe
dunque comprendere il
marchio Rockport e quelli
della divisione New Balance,
ovvero Drydock Footwear
Group, Arayon Dunham e Cobb
Hill. Il management Adidas ha
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brand internazionali del lusso, la
società rappresenta un trampolino
importante in Russia, Ucraina,
Bielorussia, Georgia, Armenia,
Azerbaigian, Kazakistan,
Tagikistan, Turkmenistan,
Kirghizistan e Uzbekistan. WP
Lavori in Corso negli ultimi
anni, ha avuto un forte sviluppo a
livello internazionale, chiudendo
il 2014 con un fatturato di 132
milioni di euro e una crescita
complessiva del 10%. Un trend
brillante, attribuito in particolare
alle vendite del marchio Woolrich
John Rich & Bros che hanno
registrato, nel mercato europeo,
un aumento del 40%.
affermato: “La cessione ha come
obiettivo mantenere un’immagine
più sportiva del marchio, come
è già per tutte le nostre linee
dell’abbigliamento”.
Adidas nel 2014 ha fatto
registrare un importante risultato:
+2 % per nelle vendite, che
hanno raggiunto quota 14,8
miliardi di euro. Il gruppo
tedesco ha inoltre sottolineato
che rispetterà i suoi obiettivi di
utile al netto degli aggravi dalla
cessione del marchio Rockport e
dell’impatto del deprezzamento
del rublo. Dopo l’annuncio, il
titolo di Adidas è balzato da 58,3
euro a circa 60,5 euro registrando
una crescita di oltre il 3 per cento.
WP Lavori in Corso aims to
Eastern Europe
Società Italia has signed an
agreement with WP Lavori in
Corso, the Bolognese group that
manufactures Woolrich John
Rich & Bros. products under
license, and also deals with the
distribution in Europe.
The partnership, which will start
as early as the autumn-winter
2015/16, will see
Società Italia engaged in the role
of distributor of the American
outwear brand in Eastern Europe
markets. In fact, thanks to a
twenty-year experience in this
area as the official distributor of
many international luxury brand,
the company is an important
springboard in Russia, Ukraine,
Belarus, Georgia, Armenia,
Azerbaijan, Kazakhstan,
Tajikistan, Turkmenistan,
Kyrgyzstan, and Uzbekistan. In
recent years, WP Lavori in Corso
had a strong international growth,
closing 2014 with a turnover of
132 million Euros and an overall
increase of 10%.
A brilliant trend particularly
attributed to the sales of the brand
Woolrich John Rich & Bros,
which registered in the European
market, an increase of 40%.
Rockport about to be sold
An agreement by Adidas has
been reached about the sale of
Rockport. The leather footwear
brand will be sold for $ 280
million to a new company, whose
partners will be the Berkshire
Partners fund and the New
Balance brand. Therefore, the
new company should comprise
the Rockport and New Balance
division brands, i.e. Drydock
Footwear Group, Arayon
Dunham, and Cobb Hill. Adidas
Management has said, “The sale
aims at maintaining a sportier
image of the brand, as it is
already for all our clothing lines.”
In 2014, Adidas registered an
important result: +2% in sales,
which reached 14.8 billion euro.
The German group has also
underlined that they will meet
their profit goals after the sale
costs of the Rockport brand and
the impact of rouble depreciation.
After the announcement, Adidas
title jumped from 58.3 euro to
about 60.5 euro, registering a
growth of over 3 percent.
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Notizie in breve
A great 2014 for Philipp Plein
Excellent results in 2014 for the
eclectic designer and entrepreneur
Philipp Plein. The designer from
Monaco registered an increase
in sales compared to 130 million
in 2013, reaching a total of about
200 million euro, in line with
forecasts. A brand featuring an
unleashed luxury look, with a
selection of the finest materials,
among which the leathers selected
one by one – combined with the
careful working made in Italy,
much appreciated in the world –
stand out. The image – anyway
young and inspired by the world
of rock and sport – is very much
appreciated in Asia, Russia and
throughout Europe.
A comprehensive offering
that ranges from female to
male clothing, through a
large collection of footwear,
leather goods and accessories
proposed in thirty selected stores
worldwide, twenty of which
are flagships and ten are
shop-in-shop.
Poor prospects from Russia
for Cavalli
The Cavalli brand continues the
negotiations with the private
equity fund Clessidra, which
should acquire the majority
of the fashion house.
The transaction is expected to
close in these days, in advance
of the forecast. Meanwhile, the
2014 results were announced,
which shown a slight increase in
revenues. Not so good appears
2015, with the sight set on Russia,
where a drop in revenues of 20
percent is expected, possibly
compensated in part by the US
dollar drop. However, the group,
as usual, has not presented
the results country by country,
although the Cavalli brand is
much appreciated and has four
stores in Russia, owned in joint
venture with a local partner and a
network of multi-brand.
Champion aims to a new stylist
In order to boost its own
positioning, the sports brand
relies on several new collections.
Among these, the one resulted
from the collaboration with the
fashion designer
Todd Snyder – American rising
star – who has revisited the
Ivy League line, drawing his
inspiration from the US campus
world. Points of strength of this
collection will be the choice
of materials and a design that
combines innovative form, classic
style, and sports. Moreover,
Champion is planning to invest
on a distribution network of its
own, a project that began with the
opening of a flagship store in the
centre of Florence.
Un ottimo 2014
per Philipp Plein
Ottimi i risultati del 2014 per
l’eclettico stilista e imprenditore
Philipp Plein. Lo stilista
monegasco ha registrato
un’accelerazione del fatturato
rispetto ai 130 milioni del 2013,
raggiungendo una quota intorno
ai 200 milioni di euro, in linea
con le previsioni.
Un marchio improntato a un look
di lusso senza freni, caratterizzato
da una scelta di materiali molto
pregiati tra cui spiccano i pellami
selezionati uno per uno, uniti a
un’accurata lavorazione made
in Italy, molto apprezzata nel
mondo. L’immagine comunque
giovane e ispirata al mondo del
rock e dello sport piace molto in
Asia, Russia e nell’intera Europa.
Un’offerta completa che spazia
dall’abbigliamento femminile
a quello maschile, passando
per un’ampia collezione di
calzature, pelletteria e accessori
e trova spazio in una trentina di
selezionati negozi nel mondo, di
cui ben venti monomarca e una
decina di shop in shop.
La Russia non sorride a Cavalli
Il brand Cavalli prosegue le
trattative con il fondo di private
equity Clessidra che dovrebbe
acquisire la maggioranza della
maison di moda.
L’operazione dovrebbe
concludersi in questi giorni, in
anticipo sulla previsione. Nel
frattempo sono stati resi noti i
risultati 2014 che hanno fatto
segnare una leggera crescita dei
ricavi. Non così roseo appare il
2015, con gli occhi puntati sulla
Russia ove si prevede un crollo
dei ricavi pari al 20 per cento,
forse bilanciato in parte dalla
discesa del dollaro.
Il gruppo non ha comunque
presentato come di consuetudine i
risultati paese per paese, anche se
il brand Cavalli in Russia è molto
apprezzato e conta quattro negozi
di proprietà in joint-venture con
un socio locale e una rete di
multimarca.
Champion punta
su un nuovo stilista
Diverse le nuove collezioni a
cui il brand sportivo Champion
si affida per rilanciare il proprio
posizionamento. Tra queste
quella nata dalla collaborazione
con lo stilista Todd Snyder,
astro nascente americano, che
ha rivisitato la linea Ivy League,
traendo ispirazione dal mondo
universitario statunitense. Punti
d forza di questa collezione
saranno la scelta dei materiali
e un designe che coniuga in
forma innovativa il classico
con lo sportivo. Champion ,
inoltre, prevede di investire su
una propria rete di distribuzione,
progetto che è partito con
l’apertura di un monomarca nel
centro di Firenze.
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Notizie
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Todd Sneyder
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italiano
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La calzatura italiana nel 2014
Mercato
La produzione
torna sotto i
200 milioni di paia
market
I dati di preconsuntivo 2014
delineano un quadro non
particolarmente favorevole per il
settore calzaturiero italiano.
Alle ormai purtroppo radicate
difficoltà sul fronte interno - dove
gli acquisti delle famiglie hanno
subìto un’ulteriore contrazione,
soprattutto in termini di spesa – si
sono aggiunte le conseguenze
sulla domanda che la crisi
economica e le forti tensioni
politiche tra Russia e Ucraina
hanno indotto nei mercati della
Comunità degli Stati Indipendenti.
Assieme al rallentamento dei
flussi verso il Giappone, che
pure erano stati caratterizzati
nel biennio 2011-2012 da
un’incoraggiante quanto vigorosa
fase di recupero, il crollo delle
esportazioni verso l’ex-Unione
Sovietica (nell’ordine del 20% nei
primi 10 mesi 2014) ha fortemente
penalizzato le performance
complessive dell’export italiano
fuori dai confini comunitari. Le
vendite extra-UE, vero traino del
settore negli anni recenti, hanno
chiuso il 2014 con un decremento,
benché limitato, in quantità: non
accadeva dal 2009, l’anno della
crisi economica mondiale.
Certo non sono mancate imprese
in crescita e mercati in espansione,
anche significativa: il Far East,
escludendo il mercato nipponico
(-6,1% valore e -7,4% nelle paia),
ha fatto segnare nel 2014 un
nuovo aumento a doppia cifra in
valore; risultati incoraggianti sono
stati raggiunti in Medio Oriente;
bene anche in Nord America. La
stessa Unione Europea, pur non
brillando particolarmente, ha
mostrato segnali di tenuta, con
inversioni di rotta in positivo in
diversi Paesi. Nonostante il trend
positivo del Far East, va segnalato
che la crescita in percentuale è
stata meno brillante rispetto agli
scorsi anni: +10% globalmente in
valore (Cina +12%, Hong Kong
+24%, Corea del Sud +23%),
accompagnato da un +1,8% in
quantità. L’aggregato Cina+Hong
Kong si è confermato il nostro
settimo mercato di destinazione
in valore. La crescente rilevanza
assunta nel corso dell’ultimo
decennio dai mercati della CSI
–divenuti per il loro dinamismo il
partner commerciale privilegiato
di alcuni distretti calzaturieri e di
moltissime realtà aziendali– non
può, comunque, non condizionare
il giudizio complessivo sul 2014,
che pure si è chiuso (malgrado
le citate criticità) con l’ennesimo
record in valore raggiunto
Analisi Export valore anno 2014 per mese e trimestre
(Var.% su analogo periodo 2013)
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Italian footwear in 2014
Production below
200 million pairs
again
The preliminary data of 2014
outlines a not particularly
favourable situation for the
Italian footwear industry.
Along the domestic difficulties
now deeply rooted – where
households’ purchases
have suffered a further
decline, especially in
terms of expenditure – the
consequences on demand
that the economic crisis
and the strong political
tensions between Russia
and Ukraine led in markets
of the Commonwealth of
Independent States have
added.
Together with the slowdown
in flows to Japan – which also
had been characterized in
2011-2012 by an encouraging
and vigorous recovery phase
– the collapse of exports to the
former Soviet Union (about
20% in the first 10 months of
2014) has strongly affected the
overall performance of Italian
exports outside the EU. The
extra-EU sales – a real driving
force for the sector in recent
years – have closed 2014 with
a decrease, although limited,
in quantity. This has not
happened since 2009, the year
of the global economic crisis.
Sure there have been growing
businesses and expanding
markets, also significant –
the Far East, excluding the
Japanese market (-6.1% and
-7.4% in pairs), registered in
2014 a further double-digit
increase in value; encouraging
results have been achieved in
the Middle East; same positive
trend in North America. The
European Union itself, while
not particularly brilliant,
showed signs of holding,
with positive turnaround in
several countries. It should
be noted, though, that despite
the positive trend in the Far
East, the growth in percentage
was less significant than in
previous years: an overall
+10% in value (China +12%,
Hong Kong +24%, South Korea
+23%), accompanied by an
increase of +1.8% in quantity.
The aggregate China + Hong
Kong has confirmed our
seventh destination market
in value. Over the last decade,
the importance of the CIS
markets has increasingly
grown, making them – for
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italiano
Italian footwear in 2014
their dynamism – the main
business partner for some
footwear districts and many
companies.
Such importance, then, does
affect the overall judgment
of 2014, which closed
(despite the aforementioned
challenges) with yet another
record in exports and a
substantial hold of the trade
balance for over 4 billion euro.
Because of this turbulence,
the foreign demand failed
to compensate – as often
happened in the past, not
least in 2013 – the fall in
production due to the domestic
market. Italian production
closed 2014 with a reduction
in volume, returning – as in
2012 and 2009 - just below the
threshold of 200 million pairs,
confirming, though, the value
levels of 2013.
The preliminary evaluation,
then, estimates an overall
decline of 2.5% registered for
the whole year, which brings
the national production of
2014 to 197.1 million pairs,
with a loss of about 5 million
pairs compared to 2013.
The breakdown – with
reference to the value - shows
a positive sign for all product
categories, with the exception
of rubber upper shoes (-4.9%
for the first 10 months of
2013). Below average, the
increase of leather shoes
(+2.5%), which register,
though, a decrease in quantity
of -1.1%. With 114 million
pairs, they remain the most
sold, with shares of 60% in
volume and 82% in value of
total exports.
Among the footwear with
leather uppers, negative sign
for the walking shoes (dropped
by 3.6% in quantity),
especially those intended for
female customers (-6.2%),
+1.7% in volume, however, for
little boots / boots and +2.8%
the sales of sandals.
The sports shoes registered
-5.3%, accompanied, though,
by an increase in value; stable
the leather safety footwear
with metal toecap.
The “children / boys” segment
– after a troubled 2013 – was
the only segment, between the
leather shoes, with significant
increases in both quantity
(+4.3%) and nominal terms
(+15.4%). The export of shoes
for men has grown by 5.2% in
value, with a modest +1.1% in
quantity. A quantity decline
of 2.7%, instead, for women
(-0.6% in value).
market
(Var.% su analogo periodo 2013)
dall’export e la sostanziale tenuta
dell’attivo del saldo commerciale
oltre i 4 miliardi di euro. La
domanda estera, a seguito di
queste turbolenze, non è riuscita
a compensare –come più volte
successo in passato, non ultimo
nel 2013– il calo produttivo
determinato dal mercato
nazionale: la produzione italiana
ha chiuso così il 2014 con una
riduzione in volume, tornando
–come già nel 2009 e nel 2012–
di poco sotto la soglia dei 200
milioni di paia, con la conferma,
in valore, dei livelli 2013. E’
proseguito inoltre il processo
di selezione delle imprese,
con una flessione ulteriore nel
numero di addetti, mentre sul
fronte finanziario permangono
le difficoltà nel reperimento
del credito bancario, così come
le tensioni nel ciclo incassipagamenti. Il rallentamento della
produzione nel 2014 si è fatto più
evidente col passare dei mesi. Nel
quarto trimestre, complice anche
il raffronto con un’ultima parte di
2013 più dinamica, la flessione in
termini reali è risultata –secondo
l’indagine a campione condotta
da Assocalzaturifici tra le aziende
associate– attorno al -3,5%. La
valutazione di preconsuntivo
stima dunque in un -2,5% il calo
complessivo registrato nell’intero
anno, che porta la produzione
nazionale 2014 a 197,1 milioni
di paia, con una perdita di circa 5
milioni di paia rispetto al 2013.
L’analisi per tipologia evidenzia,
con riferimento al valore, un
segno positivo per tutti i comparti
merceologici, ad eccezione
delle scarpe con tomaio in
gomma (-4,9% sui primi 10
mesi 2013). Inferiore alla media
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Mercato
Analisi Import valore anno 2014
per mese e trimestre
l’incremento per quelle in pelle
(+2,5%), che registrano peraltro
una diminuzione in quantità del
-1,1%. Con 114 milioni di paia
si confermano le più vendute,
con quote del 60% in volume
e dell’82% in valore sul totale
export.
Tra le calzature con tomaio in
pelle, male le scarpe da passeggio
(scese del 3,6% in quantità),
soprattutto quelle destinate alla
clientela femminile (-6,2%);
+1,7% in volume, invece, per
scarponcini/stivali e +2,8% le
vendite di sandali.
Le scarpe sportive fanno segnare
un -5,3%, accompagnato però da
un incremento in valore; stabili le
calzature di sicurezza in pelle con
puntale protettivo di metallo.
Il “bambino/ragazzo” –dopo un
2013 in difficoltà– è risultato il
solo segmento, tra le calzature in
pelle, con aumenti apprezzabili sia
in quantità (+4,3%) che in termini
nominali (+15,4%). L’export di
scarpe per uomo cresce del 5,2%
in valore, con un modesto +1,1%
in quantità. Riduzione invece del
2,7% in quantità per la donna
(-0,6% in valore).
Le aspettative per la prima parte
del 2015 risultano improntate
verso la conferma dello scenario
corrente, escludendo (o almeno
ritardando) per il settore
calzaturiero la fine della lunga
e profonda recessione iniziata
sei anni fa che molti analisti
intravvedono imminente –grazie a
una molteplicità di fattori esterni
favorevoli, tra cui svalutazione
del cambio dell’euro, crollo del
prezzo del petrolio e accelerazione
del commercio mondiale– per
l’economia italiana nel suo
insieme.
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Appuntamento in Messico per i protagonisti del settore
“Dobbiamo
lavorare insieme”
Attualità
actuality
La seconda edizione fuori
da confini europei del World
Footwear Congress (WFC),
promosso dalla Confederazione
Europea dell’Industria della
Calzatura (CEC) e tenutosi a
Leon nello stato di Guanajuato
(24/25 novembre 2014, Messico),
ha portato ad affrontare a livello
globale tutte le tematiche che
riguardano il settore.
Partendo dalle esigenze e dalle
aspettative del consumatore di
oggi, si è spaziato dai problemi di
accesso sui diversi mercati sino
a quelli etici e di responsabilità
sociale dei produttori. Gli aspetti
di approvvigionamento per le
materie prime, i nuovi materiali
e la loro continua evoluzione, un
panorama fieristico che ha perso
di vista la funzione essenziale di
questo passaggio, scivolando in
un susseguirsi ed accavallarsi di
appuntamenti che non aiutano,
anzi, penalizzano produttori e
buyer, sono stati affrontati con
l’obiettivo di trovare risposte
opportune in tempi brevi.
Come riportato su Foto Shoe:
“Cambiamento è stata la parola
chiave del congresso: nel
generale mutato scenario politico
ed economico globale, mutano
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gli equilibri mondiali in campo
commerciale e produttivo della
calzatura, evidenziando da un lato
il consolidamento delle economie
emergenti, dall’altro l’emersione
di nuovi player e la tendenza alla
riallocazione nei mercati
al consumo.
Cambiano anche i gusti e le
esigenze dei consumatori,
imponendo un radicale
ripensamento sul prodotto e il
modo di distribuirlo. A fronte
dell’enorme crescita dei flussi
commerciali internazionali,
i cambiamenti sul versante
dell’apertura dei mercati
sono invece decisamente più
lenti: il congresso fa il punto
sulle criticità e al contempo
apre spiragli di ottimismo,
considerando le importanti
negoziazioni internazionali
avviate nel mondo, sia a livello
di organizzazioni mondiali come
WTO-World Trade Organization
e UE-Unione Europea, sia a
livello nazionale all’interno
di piattaforme come il TPPTrans-Pacific Partnership e
TTIP- Transatlantic Trade and
Investment Partnership”.
Due giorni di lavoro
all’insegna della chiarezza e del
pragmatismo, che, per la loro
importanza, hanno portato Jean
Pierre Renaudin, Presidente
CEC, alla proposta di un incontro
annuale: “La dimensione globale
del nostro settore, così come
l’interdipendenza dei mercati di
produzione e consumo – ha detto
Jean Pierre Renaudin - sono un
modello che non può progredire
se non continuiamo a lavorare
assieme, nonostante i nostri
interessi siano talvolta diversi e
addirittura in conflitto”.
Appointment in Mexico
for sector players
“We must work
together”
The second edition outside
Europe of the WFC (World
Footwear Congress) –
promoted by the ECF
(European Confederation
of Footwear Industry) and
held in Leon in the state of
Guanajuato (24/25 November
2014, Mexico) – allowed to
discuss all the issues affecting
the industry at a global level.
Starting from the needs
and expectations of today’s
consumer, the discussions
ranged over problems such
accessing the different
markets, and the ethical and
social responsibility of the
producers. With the purpose
of finding the appropriate
answers in short time, the
aspects of raw material
supply, new materials and
their constant evolution, a
trade fair system that has lost
sight of the essential function
of this step - becoming a
succession and overlapping of
almost useless events that, in
fact, penalize manufacturers
and buyers – were addressed.
As reported on Foto Shoe,
“Change is the key word of
the congress. In the generally
changed, global political
and economic scenario, the
world balance in the footwear
trade and production field is
changing, highlighting the
consolidation of the emerging
economies on one side,
and the appearance of new
players and the tendency to
reallocation in the consumer
markets on the other.
Consumers’ tastes and needs
are changing as well, forcing a
radical change of mind on the
product and its distribution.
Changes regarding market
opening – considering the
huge growth of international
trade flows – are definitely
slower, instead. The Congress
focuses on the critical points
and, at the same time, opens
glimmers of optimism,
considering the important
international negotiations
undertaken worldwide,
in terms of both global
organizations – such as WTO
(World Trade organization)
and EU (European Union)
– and domestically within
platforms, such as the TTP
(Trans-Pacific Partnership)
and TTIP (Transatlantic
Trade and Investment
Partnership).”
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Pitti Filati: crescono i visitatori in particolare dall’estero
Creatività,
ottimismo e tanta
internazionalità
Fiere
fairs
L’edizione n.76 di Pitti Filati
(Firenze, 28/30 gennaio 2015)
si è conclusa in un’atmosfera
di ottimismo che ha coinvolto
espositori commenti e
compratori. I dati finali hanno
fatto registrare 4.150 buyer (una
crescita intorno al 3% rispetto
al gennaio 2014), con l’estero
a trainare le presenze: 1.800
operatori internazionali (+5,5%).
Una piccola ma confortante
crescita anche sul fronte dei
compratori italiani (+1%).
Tra i mercati esteri, quasi tutti in
crescita – sia quelli europei sia
quelli extra-Eu – le performance
migliori arrivano da Stati Uniti
(+30%), Giappone (+29%), Gran
Bretagna (+18%), Francia (+5%),
Turchia (+12%) e Cina (+41%);
calo atteso, così com’è stato
anche per gli altri saloni di Pitti
Immagine, per le presenze
dalla Russia.
“Pitti Filati riflette il trend
di fiducia e positività che
sta vivendo la filatura di
alta gamma”, dice Raffaello
Napoleone, amministratore
delegato di Pitti Immagine.
“Anche se nel 2014 il fatturato
complessivo del settore ha
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registrato una lieve perdita,
tra gli addetti ai lavori c’è un
generale ottimismo, e una diffusa
consapevolezza che anche per
la filatura d’eccellenza siamo
finalmente vicini a un turning
point. Tra gli stand si respira un
clima netto di soddisfazione:
le aziende hanno presentato
collezioni ad alto tasso
d’innovazione, e si è vista tanta
qualità e ricerca nei contenuti
moda. L’estero si sta confermando
ancora una volta come volano
del nostro sistema moda, a tutti
i livelli e per tutti i comparti,
con presenze che crescono non
solo nei numeri ma anche nella
qualità. E ci tengo a sottolineare
che anche i dati di affluenza
positivi del mercato italiano sono
molto significativi, e attestano un
cambio di passo che ci aspettiamo
nell’immediato futuro”.
Nella classifica dei primi 15
paesi esteri sale in testa la Gran
Bretagna (273 buyer), seguita da
Germania (246 buyer), Francia
(176), Stati Uniti (128), Turchia
(101), Spagna (100), Svizzera
(90), Giappone (80), Olanda (67),
Cina (41), Belgio (34), Hong
Kong (31), Corea del Sud (30),
Svezia (29) e Russia (29).
Apprezzamenti positivi per
il nuovo Spazio Ricerca
Magliaitalia, curato da Angelo
Figus e Nicola Miller, omaggio
orgoglioso all’italianità nel
produrre filati e maglieria di
alta gamma, molto apprezzato
anche il nuovo appuntamento con
KnitClub, l’area dedicata a una
selezione di alcuni tra i migliori
maglifici italiani, e la seconda
tappa del progetto espositivo
Denim Italiano, realizzato in
collaborazione con Milano Unica.
english
Pitti Filati – growth in visitors,
especially from abroad
Creativity, optimism
and a lot of
internationality
The 76th edition of Pitti
Filati (Florence, 28-30
January 2015) ended in an
atmosphere of optimism,
which involved exhibitors,
comments and buyers. The
final data registered 4,150
buyers (around 3% of growth
compared to January 2014),
with foreign countries to
drive attendance: 1,800
international operators
(+5.5%). A small but
comfortable growth also in
terms of Italian buyers (+1%).
Among the foreign markets
– both European and nonEuropean ones (almost
all growing) – the best
performances are for the
United States (+30%), Japan
(+29%), Great Britain
(+18%), France (+5%), Turkey
(+12%) and China (+41%);
expected drop in attendance
from Russia, as it has been
for the other Pitti Immagine
exhibitions.
“Pitti Filati reflects the trend
of confidence and positivity
that the high-range spinning
is now experiencing,” says
Raffaello Napoleone, CEO of
Pitti Immagine. “Although
in 2014 the total turnover of
the sector has registered a
slight loss, a general optimism
among the experts exists,
and a widespread awareness
that even for spinning of
excellence we are finally
close to a turning point.
Within the stands, a clear
atmosphere of satisfaction is
felt – the companies presented
collections with a high rate
of innovation, and a lot of
quality and research in the
fashion content was seen.
Once again, foreign countries
confirm as the driving force of
our fashion industry - at all
levels and in all sectors with an attendance growing
not only in numbers but
also in quality.”
In the ranking of the top
15 foreign countries, first
place for Great Britain
(273 buyers), followed by
Germany (246 buyers),
France (176), United States
(128), Turkey (101), Spain
(100), Switzerland (90 ),
Japan (80), the Netherlands
(67), China (41), Belgium
(34), Hong Kong (31), South
Korea (30), Sweden (29), and
Russia (29).
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