Confermato il taglio di 10 autisti alla Seac di Campobasso Meno

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anno ii- n° 0 venerdì 24 Febbraio 2017
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Vincenzo Cotugno
L’Oscar del giorno lo assegniamo
a Vincenzo Cotugno. Il presidente
del Consiglio regionale, a Roma,
ha ribadito che sulla questione immigrati non si possa obbligare i comuni sul programma Sprar ma
bisogna avviare un confronto
anche per il capitolo fondi che non
sono sufficienti.
L’Ardire
Ripensare
il Molise
per guardare
al domani
di Giuseppe Saluppo
U
n tempo in Molise si realizzava, ci si affannava a creare
occasioni di sviluppo, si ponevano le basi per un futuro.
Oggi si smonta quanto costruito. Emblematica la foto della disattivazione dell'ospedale Santissimo Rosario di Venafro
al quale faranno seguito altre scelte oltre
le chiusure già in atto. Dalla crescita al baratro grazie ad una classe politica arrogante, impreparata, inutile. Eppure, oggi,
"le piccole patrie" hanno le potenzialità
per tornare a giocare una vera partita sullo
scacchiere sempre più in mano ad una depravata finanza. Tutto ciò ci impone di
prendere atto che una fase storica si è conclusa e che diventa necessario attrezzarci
per tempo al fine di dare vita ad una
nuova, più difficile ed esaltante fase:
quella della seconda autonomia. E' una
sfida importante per il Molise e per tutti i
molisani, al di la delle appartenenze e di
quant'altro se non vogliamo tornare ad essere la costola di qualche altra regione o,
peggio, doverci sistematicamente presentarci col cappello in mano. E' pur vero che
molti esempi non sono stati positivi, che
quanto costruito nel corso dell'ultimo
trentennio è stato mangiato ma è altrettanto vero che possiamo ricostruire un
percorso. Una seconda autonomia, allora.
Puntiamo, in primo luogo, all’ottimizzazione di tutto il potenziale umano, territoriale, infrastrutturale, tecnico, economico,
finanziario e culturale di cui attualmente
disponiamo. E non è poca cosa. Sappiamo
di non avere dalla nostra parte il conforto
dei grandi numeri. Per realtà più consistenti la “qualità” diventa una ragionevole
probabilità statistica: nel nostro caso deve
diventare un progetto lucidamente elaborato e tenacemente perseguito, dove nulla
può essere lasciato al caso o all’improvvisazione. E' la seconda autonomia la vera
sfida che si impone alle forze politiche e
a noi tutti per avere la speranza ancora di
un domani.
IL NOSTRO
TAPIRO
IL NOSTRO
OSCAR
Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione
Direttore Responsabile: giuseppe Saluppo
viMarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso
redazione tel: 0874.484486
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Laura Venittelli
Il Tapiro del giorno lo diamo a Laura
Venittelli. La parlamentare molisana
del Pd non è intervenuta sui problemi
che stanno affliggendo il territorio e
cercando di spronare sia il partito locale che la stessa Giunta regionale alla
soluzione degli stessi. Un maggiore interesse soprattutto da chi si è candidata
anche per la segreteria regionale.
Confermato il taglio di 10 autisti
alla Seac di Campobasso
Meno corse per i cittadini
e Comune senza un piano
Servizio a pag.3
Politica
Ruta al Governo
“I lavoratori Gam
non vanno lasciati soli”
Interrogazione al Governo è stata
presentata dal senatore Ruta sui
280 lavoratori della Gam.
Regione
Totaro: “La Regione
lascia Larino senza
Consorzio di bonifica?”
E’ l’interrogativo che pone alla
Giunta regionale, il consigliere
Francesco Totaro
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TAaglio
lto
24 febbraio 2017
L’incapacità politica
e la morte della Regione
Provate a immaginare un paziente che sta a pezzi e si sente
a pezzi a cui un giovane medico
dica ogni giorno che sta migliorando mentre non è questa la
sua percezione del proprio stato
di salute. Il Molise sta così.
La Regione non c’è la fa ad alzarsi e non corre, anzi di fronte
a una rampa di scale sente salire
l’affanno. Scontiamo l’assenza
di una vera classe dirigente.
Abbiamo tanti di quei personaggi, ‘personaggetti’ direbbe
De Luca, come quelli che vediamo di notte in tivù leggere le
carte, vendere una collana, proporre un materasso, vantare il
quadro di uno sconosciuto. Il rischio, è che veniamo a giocarci
l’autonomia regionale. Oggi
non può essere sacrificata con
l’alzata di spalle perchè, forse,
nel passato non tutte le cose
sono filate lisce e si inseguono
‘patrie’ ideali rappresentate
dalle economiciste macroregioni. Non si può che le piccole regioni non “hanno un
senso” pensandole di smembrarle come se fossero brandelli
di animali morti. Identità di popolo significa appartenenza a
una comunità di vita e di destino. Non si può dire oggi, con
estrema facilità, che tanto resterebbe in piedi comunque
un’identità di idee e di principi.
Questa si ha solo quando ad un
cittadino di una comunità di
vita viene sottratto il diritto di
cittadinanza nella sua regione.
Il caso
“Questa mattina ho depositato
in Senato un’interrogazione urgente ai Ministri del lavoro e
dello sviluppo economico per
chiedere un intervento immediato del Governo che consenta
di concludere positivamente la
vertenza Gam, per salvaguardare i livelli occupazionali di
tutti i 280 dipendenti e al contempo rilanciare la filiera avicola molisana”, lo afferma in
una nota il senatore PD Roberto Ruta.
“Nello specifico- evidenzia
Ruta - ho chiesto al Governo:
risorse aggiuntive e straordinarie da impegnare per le politilavoro
del
attive
che
nell’accordo di programma ai
sensi della legge n. 134 del
2012; misure idonee per consentire l’accesso ad un ulteriore
Ed è quello che si intenderebbe
compiere, come un misfatto, ai
danni delle più piccole entità
istituzionali come il Molise.
Purtroppo, ed è questo il guaio
maggiore, è che ci sono anche
in questa terra coloro i quali
pensano che stare col cappello
tra le mani ad elemosinare al
cospetto di regioni più grandi
sia la cosa migliore. Quando si
è convinti della propria identità
di vita non si insegue l’utopia
di una patria perfetta o ideale,
come si vaneggia con la sottomissione all’Abruzzo, diventando così estranei alla propria
comunità di vita. L’aspirazione
di tutti noi, invece, dovrebbe
essere quella di costruire una
società regionale nuova che
nella sua identità di popolo ritrovi le ragioni per un comune
futuro. E questo compito dovrebbe assumerlo la politica,
quella vera, quella che, pure,
dovrebbe rappresentare le aspirazioni del popolo a costruire il
suo futuro come speranza ed
aspettativa attiva di contribuire
a far nascere un cammino
nuovo. Questo è il solco da
tracciare. “Le piccole patrie”
oggi hanno le potenzialità per
tornare a giocare una vera partita sullo scacchiere sempre più
in mano ad una depravata finanza. Tutto ciò ci impone di
prendere atto che una fase storica si è conclusa e che diventa
necessario attrezzarci per
tempo al fine di dare vita ad una
nuova, più difficile ed esaltante
fase: quella della seconda autonomia. E’ una sfida importante
per il Molise e per tutti i moli-
sani, al di la delle appartenenze
e di quant’altro se non vogliamo tornare ad essere la costola di qualche altra regione o,
peggio, doverci sistematicamente presentarci col cappello
in mano. E’ pur vero che molti
esempi non sono stati positivi,
che quanto costruito nel corso
dell’ultimo trentennio è stato
mangiato ma è altrettanto vero
che possiamo ricostruire un
percorso. Una seconda autonomia, allora. L’avvento di questa
deve assumere, per la nostra
gente, il significato di una vera
e propria sfida: come fare sviluppo – per una piccola regione,
fortemente caratterizzata dal
suo particolarismo culturale e
dalla sua natura di montagna
(magnifica, ma anche impegnativa) - nell’epoca della globa-
lizzazione? Bisognerà puntare
essenzialmente a far uscire la
nostra società da quella sorta di
“impasse” economica (oggi aggravata dalla crisi mondiale)
che l’ha caratterizzata in questi
ultimi decenni tratteggiata
come “benessere senza sviluppo”, pur senza voler minimamente sottostimare gli
importanti traguardi raggiunti,
che hanno consentito alla nostra
comunità
di
ottenere
quell’“égalité de chances” rispetto ad altre aree metropolitane più ricche della nostra.
Come fare sviluppo, dunque?
Aumentando la ricchezza prodotta, per continuare a garantire
un elevato standard dei servizi
offerti alla collettività. E ciò si
potrà ragionevolmente ottenere
puntando, in primo luogo, all’ottimizzazione di tutto il potenziale umano, territoriale,
infrastrutturale, tecnico, economico, finanziario e culturale di
cui attualmente disponiamo. E
non è poca cosa. Sappiamo di
non avere dalla nostra parte il
conforto dei grandi numeri. Per
realtà più consistenti la “qualità” diventa una ragionevole
probabilità statistica: nel nostro
caso deve diventare un progetto lucidamente elaborato e
tenacemente perseguito, dove
nulla può essere lasciato al caso
o all’improvvisazione. Anche
se il problema del Molise è non
avere al proprio capezzale una
classe dirigente.
Ruta: “Il Governo preveda misure
a sostegno dei lavoratori Gam”
anno di cassa integrazione straordinaria e il riconoscimento
del trattamento Naspi per tutti i
lavoratori GAM; ulteriori strumenti da predisporre prima
dell’8 marzo, giorno fissato per
la sottoscrizione dell’Accordo,
che consentano di raggiungere
l’intera platea dei lavoratori, attraverso un sistema modulare
che preveda, con l’adeguato finanziamento dell’area di crisi
complessa, percorsi volontari
di accompagnamento alla pensione o di esodo incentivato anticipato; incentivi da destinare
alla creazione di impresa, in
forma individuale o associata
anche con riferimento all’utilizzo dei beni pubblici disponi-
bili e a percorsi di attività socialmente utili; bonus assunzionali a favore delle imprese
che assumono uno o più lavoratori interessati dal processo
di crisi; voucher per la formazione individuale e la qualificazione delle competenze dei
lavoratori, con il riconoscimento di un’indennità di frequenza”.
“E’ indispensabile- precisa il
senatore - che il Governo dia
immediata contezza delle risorse disponibili e definisca il
perimetro delle misure entro il
quale attivare gli strumenti
più idonei ad assicurare tutela
e certezza al percorso lavorativo di tutti i 280 dipendenti”.
3
TAaglio
lto
CAMPOBASSO. Niente da
fare per i 10 licenziamenti alla
Seac a Campobasso dopo i
tagli ai fondi da parte della Regione per il trasporto pubblico
urbano nel capoluogo. Presso
la sede dell’assessorato alle
Politiche Sociali, si è svolto
l’incontro per completare la
procedura di licenziamento di
dieci lavoratori dipendenti
della SEAC, Azienda che gestisce il servizio di Trasporto
Pubblico urbano di Campobasso. “Come lasciavano prevedere le condizioni alla
vigilia dell’incontro, in ordine
all’ annunciato irrigidimento
della Azienda sulla possibilità
di intervenire anche tecnicamente sulla Organizzazione di
servizio aziendale, allo scopo
di scongiurare o almeno di ridurre le negative conseguenze
occupazionali, l’incontro si è
chiuso negativamente. Pertanto, se non interverranno elementi nuovi che possano
incidere, riducendo, la riduzione delle risorse destinate al
Trasporto Urbano del Comune
di Campobasso come altri Comuni, potremmo soltanto utilizzare gli strumenti Giudiziari
per impugnare i licenziamenti”. Così, i sindacati di categoria. “Vogliamo e dobbiamo
però, segnalare, seppur in questa fase non sia ritenuto obbligatoria, la totale assenza degli
Amministratori protagonisti di
una vertenza che assesta un ulteriore drastico, colpo alla occupazione e quindi alla
economia regionale e cittadina.
L’intervento
di Francesco Totaro*
Leggendo la proposta di legge
licenziata dalla giunta regionale in merito al riordino e
adeguamento dei Consorzi di
Bonifica sembra emergere un
dato incontestabile: Larino si
appresta a perdere la sede dell’istituendo Consorzio di Bonifica ‘Basso Molise’ a meno
che questa volta la ruota della
fortuna si fermi proprio sulla
casella con la dicitura ‘Larino’. Questo, quanto annunciato dal consigliere regionale
Francesco Totaro che ha poi
aggiunto in tono ironico: “Larino non ha una vocazione sanitaria in quanto il suo storico
ospedale è stato riconvertito in
casa della salute. Il centro
frentano non ha vocazione industriale in quanto tutte le
24 febbraio 2017
A nulla è valso l’incontro presso l’assessorato regionale al Sociale
I sindacati: “Grave l’assenza delle istituzioni”
“Seac, confermati
i 10 autisti licenziati”
Nessun delegato Istituzionale,
ha inteso partecipare anche
solo in funzione di rappresentanza simbolica, ritenendo e ridimensionando
a
mera
trattazione tecnica, il dramma
di dieci lavoratori, per i quali,
avremmo ritenuto un intervento, magari risolutivo”.
Ricordiamo che la Regione ha
tagliato il 25% dei fondi al Comune di Campobasso per il tra-
sporto urbano facendo scendere i chilometri da effettuarsi
in città da 1.088.000 a poco più
di 800mila. Per questo motivo,
la Seac ha dovuto fare ricorso
ai licenziamenti perchè vengono meno chilometri e fondi.
Il trasferimento in meno di
800mila euro non potrà essere
coperto dal bilancio comunale
perchè l’amministrazione comunale ha ritenuto di non iscri-
vere alcuna posta in palio. . Un
capoluogo che, purtroppo, non
si è mai dotato di proprie linee
programmatiche su cosa fare
del trasporto urbano. Del resto,
come si può fare se, semplicemente, non si è tenuto conto
delle trasformazioni della città
( i nuovi quartieri, i nuovi poli
di attrazione, le nuove domande di spostamento)? Non
era attraverso questa strategia
che era possibile ripensare il
disegno delle nuove linee del
trasporto urbano così come all’abbattimento delle barriere
nei pressi delle fermate, al finanziamento per l’acquisto di
tecnologie applicabili al sistema della mobilità ( paline
intelligenti, informazioni all’utenza)? E, oggi, con la coperta corta, si pagano le
conseguenze.
Si lascerà Larino anche senza
il Consorzio di Bonifica?
aziende sono dislocate nell’ambito del nucleo industriale
di Termoli. Larino non ha una
vocazione turistica. Infatti
l’Azienda autonoma di soggiorno e turismo ha sede nel
centro costiero. A tutto questo
oggi si aggiunge anche che
Larino sembra non abbia nemmeno una vocazione agricola.
Sì, perché la giunta regionale
andando a riordinare e ad adeguare i Consorzi di Bonifica,
ha creato un nuovo organismo
(il Consorzio di bonifica del
‘Basso Molise’) che accorperà
le competenze prima spettanti
ai disciolti consorzi del Trigno
e Biferno, ed appunto, quello
integrale larinese. E qui viene
il bello. Infatti, se da un lato la
giunta regionale si è preoccupata di indicare i criteri (unitarietà
ed
omogeneità
idrografica e idraulica del territorio sia per la difesa del
suolo sia per la gestione delle
acque) necessari alla creazione del nuovo organismo, ha
colpevolmente lasciato in
bianco lo spazio dove avrebbe
dovuto indicare la sede legale
dell’istituendo Consorzio. E
qui, la questione si complica
evidentemente. Infatti, se da
un lato la sede del disciolto
Consorzio Trigno-Biferno è
addirittura soggetta ad una
procedura di vendita, dall’altro la sede storica del consorzio integrale larinese è di
proprietà dell’Ente. Ed allora
perché la giunta regionale, ha
lasciato in bianco quella che, a
rigor di logica, ma prima ancora a rigor di economicità
delle scelte della politica, doveva essere la naturale sede
del nuovo organismo? Cosa
vorrà significare una simile dimenticanza? Sembra che l’organo politico regionale abbia
deciso di non decidere in merito. Eppure ritengo che una
sola ed unica scelta debba essere fatta per un criterio logico
ma soprattutto economico.
*Consigliere regionale Pd