In Consiglio regionale le questioni Gam e Zuccherificio Manca una

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anno ii- n° 0 mercoledì 22 Febbraio 2017
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Gianmaria Palmieri
L’Oscar del giorno lo assegniamo
a Gianmaria Palmieri. Il Rettore
dell’università del Molise sta lavorando assiduamente sul territorio
per cercarne la piena valorizzazione. Così, dopo Agnone per le
prossime Summer school è stata la
volta del Parco dell’olivo di Venafro. Piccole azioni concrete.
L’Ardire
Tangenziale Nord,
dal cantiere al Tar
di Giuseppe Saluppo
L
a gatta frettolosa fece i gattini
ciechi. Tangenziale Nord, progettata 40 anni fa e in parte realizzata, per alcune imprese
molisane l’amministrazione comunale di
Campobasso avrebbe fatto un appalto
contestabile. Al punto che alcune di queste, che hanno partecipato alla gara, hanno
chiesto l’accesso agli atti (della gara),
hanno chiesto copie degli elaborati, e
hanno presentato ricorso al Tar avverso
l’aggiudicazione degli undici milioni che
all’impresa napoletana Brancaccio serviranno per portare a realizzazione il tratto
terminale della tangenziale Nord. Sabato
25 giugno 2016, in un arco di tempo da
primato, è stata portata a termine la procedura di aggiudicazione provvisoria relativa alla "Progettazione esecutiva ed
esecuzione, previa presentazione progettazione definitiva in sede di gara, dei lavori di adeguamento, miglioramento e
completamento della strada di collegamento dal ponte San Pietro alla zona industriale – Tangenziale Nord", degli
undici milioni di euro l’importo dei lavori.
Il bando, pubblicato a marzo 2016, prevedeva la scadenza delle offerte il 9 giugno, alle ore 12, con prima seduta
pubblica per il giorno successivo. Sull’appalto pendeva la spada di Damocle
che se non fosse stato concluso e aggiudicato entro il 30 giugno, lo stanziamento
per l’esecuzione dei lavori avrebbe subito
un taglio del 15 per cento. Pericolo scongiurato. Nonostante la complessa articolazione del bando, il numero dei
partecipanti e la mole degli elaborati che
formavano l’offerta di ciascun concorrente (i faldoni solo a vederli mettevano
paura), la commissione è stata rapidissima. Con l’esito che sappiamo: ha vinto
la Bancaccio di Napoli su un nutrito
gruppo di imprese molisane tra cui quella
che ha realizzato parte della Tangenziale
Nord, Falcione costruzioni, finita seconda. Amaro in bocca per molti. Ora, l'8
marzo, il Tar dovrà esprimersi sulla sospensiva. Nell'attesa, sempre, del collaudo
delle opere fin qui realizzate. Una storia,
dunque, che continua e che rischia di protrarsi ancora negli anni. Come se quelli
passati non fossero già abbastanza.
IL NOSTRO
TAPIRO
IL NOSTRO
OSCAR
Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione
Direttore Responsabile: giuseppe Saluppo
VimarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso
redazione tel: 0874.484486
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Salvatore Ciocca
Il Tapiro del giorno lo diamo a Salvatore Ciocca. Il delegato alla Protezione
civile, sulla questione dell’Egam e dell’acqua ha ritenuto che la proposta di
legge presentata dalla Giunta non andasse a toccare l’aspetto pubblico della
stessa. Una lettura che non convince
perchè il testo di legge favorisce la privatizzazione.
In Consiglio regionale le questioni
Gam e Zuccherificio
Manca una strategia programmatica
Si rischia la desertificazione
Servizio a pag.3
Vertenze lavoro,
chiacchiere
senza idee
Politica
Parco del Matese,
mentre crescono
i pali eolici
Rischia di essere vanificato, prima
ancora di nascere, il Parco del Matese.
Regione
Per l’Egam, il blitz
dell’iscrizione veloce
in aula
La denuncia, per l’iscrizione in aula
della proposta di legge sull’Egam, è
dei Cinque Stelle.
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22 febbraio 2017
A sottolineare i dati, il senatore Roberto Ruta
“Positivo il crescere
dei giovani in agricoltura”
CAMPOBASSO. “I dati forniti
da Ismea e Svimez indicano che
dopo molti anni l’agricoltura
del Mezzogiorno spinge il Pil
del Sud ad una crescita dello
0.8% contro lo 0.5% del centronord, grazie al rafforzamento
delle filiere agroalimentari e soprattutto alla nuova imprenditoria innovativa e di qualità degli
under 40”, lo afferma il senatore Roberto Ruta, attuale componente e già capogruppo Pd in
commissione Agricoltura a Palazzo Madama. “L’imprenditorialità giovanile agricola cresce
al Sud nei primi mesi dell’anno
scorso con 20mila nuove imprese, con Molise, Basilicata,
Calabria protagonisti seguiti a
ruota da Campania, Sicilia e
Sardegna “, specifica il sen.
Ruta, evidenziando inoltre
“come questo sia stato possibile
soprattutto grazie ad aziende
create da giovani preparati che
hanno puntato con coraggio alla
produzione innovativa e di qualità, nonostante le gravi carenze
di infrastrutture materiali ed
immateriali e a fronte di un disagio sociale profondo che
piaga una parte consistente del
Mezzogiorno d’Italia”. “L’interesse delle nuove generazioni
verso le produzioni agroalimen-
L’intervento
tari è confermato -sottolinea il
sen. Ruta – dal dato riguardante
le immatricolazioni nell’anno
accademico 2015/2016 alle università del gruppo agrario che
hanno raggiunto un livello di
quasi il 20% maggiore rispetto
a dieci anni prima.”. “L’impegno in commissione agricoltura
da componente e da capogruppo è stato tutto rivolto in
questa direzione con proposte
legislative ed emendative approvate contenenti misure in favore dell’agricoltura e dei primi
insediamenti per giovani, in
particolar modo per il sud Italia: i mutui decennali a tasso
zero, l’abolizione dell’irap e
dell’imu sui terreni agricoli,
l’azzeramento dell’Irpef a carico di circa 400mila coltivatori
diretti e imprenditori agricoli
professionali, l’esenzione totale
dai contributi previdenziali per
i primi 3 anni di attività per i
nuovi imprenditori agricoli
under 40, l’estensione dei crediti d’imposta per innovazione,
reti d’impresa ed e-commerce,
norme per sostenere l’agricoltura biologica e di contrasto al
fenomeno del caporalato, solo
per citarne alcune”, conclude il
sen. Ruta ricordando che “il
mondo ha “fame” di prodotti
italiani e noi vogliamo agevolare le filiere agroalimentari italiane favorendo ulteriormente
la creazione di nuove aziende
innovative con produzioni di
qualità insieme a reti d’impresa
per essere più forti sui mercati
internazionali”.
I Cinque Stelle: “ Sull’acqua
la fretta è per gli affari?”
“La regione Molise procede nell’iter di approvazione della legge
di riordino del sistema idrico con
annessa istituzione dell’Ente di
governo dell’ambito del Molise (EGAM). Questo in attuazione
del quadro normativo nazionale, tacendo sul fatto che tale quadro sia stato imposto, con decreto legge aggravato dal ricatto
della fiducia, da un governo retto da un parlamento illegittimo
in quanto eletto con legge incostituzionale”. Lo sostengono i
consiglieri del movimento Cinque Stelle. “Si può ritenere legittimo, a questo punto, un simile provvedimento normativo in
uno scenario dove individuare la legittimità è impresa assai
ardua? Ad ogni modo la gestione dell’ACQUA mediante un
unico gestore regionale, come testimoniano le realtà dove questo è avvenuto a partire dalla metà degli anni 90’, non va a migliorare il servizio o a favorire i cittadini, anzi. Chi ci guadagna
sono soltanto le lobby dell’acqua, che gestiscono anche rifiuti,
energia, ecc, che han ben capito che accaparrarsi questo bene
inesauribile e gestirlo in regime di monopolio è l’AFFARE in
assoluto, ma per i loro affari”.
Scacco al Re o all’Alfiere?
di Massimo Dalla Torre
Non so voi, ma io, quando ci accorgiamo di aver già visto un
film, o spegniamo il televisore,
o cambiano canale perché conosciamo la fine della storia, o addirittura ci abbandoniamo tra le
braccia di Morfeo con la speranza di non fare brutti sogni.
Questo è quello che è accaduto
assistendo agli avvenimenti che
hanno caratterizzato i palazzi del
potere nazionale e a breve quelli
locali nel corso delle ultime settimane, ci riferiamo alla probabile scissione in casa PD, anche
se quelli che l’hanno causata
stanno ripensandoci, speriamo di
no per il bene della Nazione. Un
film non di cassetta, i cui titoli di
testa non rispecchiano assolutamente quelli coda. Un film talmente noioso che, nonostante i
fuori programma, offre uno spettacolo dai toni scadenti, senza
contenuto; anzi uno c’è: quello
che lo spettro delle “disarmonie”
e delle “primogeniture” aleggia
con insistenza. Uno spettacolo
dove le comparse assumono
sempre più il ruolo di protagonisti e viceversa. Uno spettacolo
che ci riporta alla mente i girovaghi e i saltimbanchi che allietavano le serate dei signori nel
medioevo. Ieri leggendo i titoli
che occupavano le prime pagine
dei giornali, tutti o quasi tutti,
protesi a fare l’analisi di certe
posizioni, ci è venuto alla mente
il titolo che avremmo utilizzato
intervento,
questo
per
“Scacco…al re”. Titolo che, invece, volutamente abbiamo modificato sotto forma di domanda:
Il re è veramente in scacco? o
ancora una volta è l’alfiere a
dover cedere? Gli esperti di politica, che, in questi casi non
mancano mai, giacché spuntano
come funghi alla stregua di
quelli che s’improvvisano allenatori di calcio e in Italia gli alcirca
sono
lenatori
quarantamilioni, a questo punto
ci tedierebbero con una lunga
elucubrazione non mentale ma
parlata se non addirittura scritta,
per esporci la strategia da seguire, sempre che ne esista una.
Una strategia che, la dice lunga
su come ancora una volta siamo
stati presi per “il naso” da chi,
pur di distogliere la collettività
dai problemi che ci assillano ha
messo su una pantomima. Una
rappresentazione che sminuisce
i problemi nodali che, se letti nel
verso giusto, potrebbero causare,
anche se a nostro modesto giudizio è avvenuta, la “caduta degli
dei”. Ecco la spiegazione e il
perché dello stravolgimento del
titolo. Vedete, “le baruffe chiozzotte”, perché di baruffe si tratta,
caratterizzate tra l’altro, dalle
“ciarle”, potevano andare bene
nella Venezia del settecento
dove il parlare forbito era
d’uopo, oggi, invece, è il linguaggio spiccio a far da padrone
che, nella saggezza popolare
commenterebbe, specialmente
dopo aver visto l’espressione di
Orfini che è tutto un programma,
in questo modo – traduciamo dal
vernacolo - “ci vogliono le fave
che durano e non i confetti che
si sciolgono”. Perché “i confetti”
se non consumati all’istante, rischiano di divenire stantii, immangiabili e pieni di ospiti
indesiderati e l’Italia di questa
categoria ne ha le tasche fin
troppo piene.
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22 febbraio 2017
Chiacchiere per i lavoratori che rischiano il futuro
Il Consiglio regionale non è stato in
grado di elaborare un abbozzo di scelte
programmatiche e d’investimento per
salvare le ultime fette di economia locale
Che brutta immagine, il Consiglio
regionale del Molise presidiato da
padri di famiglia che, a brevissimo, non sapranno più cosa mettere a tavola. Legati alle
vicissitudini della Gam, dello
Zuccherificio e di altre piccole realtà. Dinanzi? Un Consiglio regionale che non è stato capace
nemmeno di mettere sù un documento. Posto, invece, dai sindacati. Che tristezza. La politica
senza un'idea di cosa fare, di una
strategia da portare avanti, di un
programma da coronare. E, così,
ancora la speranza riposta nelle
decisioni nazionali.
Timidezza, sottomissione, acquiescenza: difetti atavici del Molise.
Soprattutto nei confronti dei poteri nazionali, specie quelli che
emanano (quando vogliono)
provvedimenti di assistenza ai bisogni socio/economici nelle fasi
acute delle crisi. Da molisani
siamo tributari da decenni. Ebbene, quei difetti atavici sono
riaffiorati nella fase di avvio della
soluzione della crisi industriale
complessa riconosciuta alle attività produttive dell’area del Molise interno in cui ricadono i
L’intervento
Col presente appello, rivolto
al Presidente del Consiglio
della Regione Molise e a tutti
i componenti del Consiglio
regionale, le OO.SS. chiedono un ulteriore impegno e
sforzo alla Regione Molise
per prospettare una soluzione
positiva della vertenza GAM.
Al termine di un percorso
così delicato e complesso non
possiamo permetterci di perdere l’occasione per il rilancio della filiera avicola
molisana e per la definizione
di alternative accettabili per
i 280 lavoratori.
Il tempo è tiranno e l'imminente arrivo dell’8 marzo,
data in cui dovrà essere saldato il prezzo da parte di
Agricola Vicentina per l’aggiudicazione definitiva del
Lotto 1, ci obbliga a impegnare il Consiglio regionale
Consorzi industriali di Boiano e
di Pozzilli/Venafro, e i comuni in
cui sussistono impianti e strutture
produttive (in crisi). Ne stanno
pagando da alcuni anni le pene
oltre tremila lavoratori delle
aziende Gam di Boiano e Ittierre
di Pettoranello, per non dire delle
altre aziende, Zuccherificio compreso, che hanno dovuto abbassare le saracinesche. Manca del
tutto, a oggi, un abbozzo di confronto, di analisi e di commento
alle scelte programmatiche e alla
ipotesi d’investimento che si
vanno profilando, né di mettere
con le spalle al muro gli uomini
della regione che da tre anni
stanno mestando l’acqua. Non si
è riusciti, nemmeno, Cioè, a mettere in salvo l’esistenza e il futuro
dei lavoratori di Gam e Ittierre e
dell’indotto metalmeccanico parimenti in crisi. Il consiglio regionale è un corpo flaccido e
accidioso; né pare disporsi a tanto
la società d’investimenti Invitalia,
che risponde ai voleri del Go-
verno di Roma certo non a quello
del Molise. Entrambi, però, finora
hanno dimostrato di non considerare una priorità il recupero e la
ricollocazione dei lavoratori.
Sotterraneamente, si vanno mettendo d’accordo sugli incentivi da
dare alle imprese che vorranno
cogliere l’occasione di essere foraggiate, per poi magari alzare le
vele e andarsene.
Eppure, si tratta di partire dall’obbligo di reimpiego per i 3
mila lavoratori espulsi e non da
generiche incentivazioni erogate
alle imprese e del tutto svincolate
dal riassorbimento dei dipendenti
dell’Ittierre, della Gam e del settore metalmeccanico. Per cercare
di ricollocare individualmente
ciascuno dei 3 mila lavoratori e
sollecitare finanziamenti ad hoc
allo Stato appostando almeno 30
mila euro per ciascuno di essi, al
cospetto dei 10mila previsti dalla
Regione.
Il rischio che il Molise svuoti le
potenzialità del decreto di riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa del 7 agosto
2015, limitandosi ad esaltare i
soli incentivi alle imprese gestiti
da Invitalia e le ricadute positive
della proroga delle politiche passive con l’allungamento temporale degli ammortizzatori sociali.
Di fianco, per la ripresa e lo sviluppo, andrebbero messe nel novero delle necessità immediate
una serie di infrastrutture non più
rinviabili. Fuori da queste indicazioni e da queste valutazioni, dal
governo regionale e dalla rete
delle istituzioni territoriali non si
raccolgono che vuote parole di
speranza.
La vertenza Gam va combattuta
in piena unità sui tavoli romani
del 21 febbraio a trovare
un’adeguata soluzione alla
questione in tempi rapidi e, di
conseguenza, consentire a
tutte le Parti di arrivare alla
sottoscrizione di un accordo.
I 280 lavoratori vedranno lo
scadere della CIGS per
aziende in area di crisi complessa il prossimo 4 novembre; successivamente gli
stessi non avranno alcuna garanzia sul loro futuro e su
eventuali ammortizzatori sociali e, visti i tempi lunghi
definiti nel piano industriale
dell'azienda per la ripresa
delle attività produttive, la
responsabilità obbliga tutti a
non lasciare i lavoratori
senza un adeguato sostegno
al reddito.
Si creerebbe un problema sociale insostenibile. Dopo
anni di totale assenza di una
realtà imprenditoriale e soprattutto di un appropriato
progetto di rilancio dell’intera filiera, è fondamentale
trovare rapidamente una soluzione, in modo da poter favorire la partenza del piano
industriale presentato dal
Gruppo Amadori che,
seppur con molte incognite, è
ad oggi l'unica alternativa
percorribile.
La consapevolezza della
complessità delle lavorazioni in un comparto industriale di questa natura, in
particolare modo delle lavo-
razioni del macello caratterizzate da movimenti pesanti, ripetitivi ed usuranti,
attirano l'attenzione sul potenziale reimpiego dei lavoratori
GAM, molto difficile da garantire per molti di loro, vista
l’età media degli stessi e le
molteplici prescrizioni mediche che purtroppo si sono accumulate nel tempo.
Pertanto, i lavoratori hanno
bisogno che la Regione Molise trovi, entro i primi giorni
di marzo, ulteriori risorse da
investire nelle politiche attive. Chiediamo di dare particolare
attenzione
all’incentivo per l’esodo anticipato, in quanto l'utilità
dello
strumento non è sost enuta
dall'adeguatezza delle risorse
ad oggi dichiarate, palesemente insufficienti per dare
una possibilità di futuro ai lavoratori e alle loro famiglie.
Siamo convinti della necessità di mettere in campo tutte
le azioni necessarie per permettere il rilancio della filiera
avicola
molisana,
l'unica delle vertenze che
hanno coinvolto la Regione
Molise negli ultimi anni, che
può chiudersi positivamente.
Segreterie Nazionali
Fai - CISL Flai - CGIL Uila
- UIL
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22 febbraio 2017
E’ stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra il rettore Palmieri, il sindaco di Venafro,
Sorbo e il presidente dell’Ente, Pesino per la valorizzazione del patrimonio territoriale
L’Università degli Studi del Molise – con il Centro di ricerca Risorse Bio-Culturali e Sviluppo
Locale (BioCult), il Comune di
Venafro e l’Ente Parco regionale
dell’olivo di Venafro insieme
con il protocollo d’intesa per attività di collaborazione nell’ambito della realizzazione e
sviluppo di ricerche e studi, attività formative e di terza missione riguardanti lo sviluppo
locale e la valorizzazione sostenibile del patrimonio territoriale.
Questa mattina la sottoscrizione
dell’Accordo, con la firma, negli
Uffici del Rettorato, del Rettore,
Prof. Gianmaria Palmieri, del
Sindaco di Venafro, Dott. Antonio Sorbo e del Presidente dell’Ente Parco regionale dell’olivo
di Venafro, dott. Emilio Pesino,
con il quale viene rafforzato il
rapporto di collaborazione interistituzionale. l’UniMol, il Comune e il l’Ente Parco, si
propongono dunque di avviare
ed intraprendere un piano di
azioni congiunte orientate alla
più ampia e reciproca collaborazione con l’obiettivo comune di
favorire lo sviluppo sostenibile
del territorio, tenendo conto
della multipla vocazione e delle
molteplici risorse in esso presenti. Per l’Università la responsabilità scientifica delle azioni
previste, nonché l’esecuzione
delle stesse è affidata al Centro
di ricerca BioCult “Risorse bioculturali e sviluppo locale” con
la supervisione del suo Presi-
“Il segretario di un micro sindacato della polizia penitenziaria
che non ha alcuna rappresentatività, avendo poche decine di
iscritti in tutta Italia, sta alimentando voci incontrollate circa la
possibile chiusura del carcere di
Isernia. A me non risulta. Ho
chiesto al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e nessuno sa nulla. Qual è la
qualificata fonte, dunque, di chi
ha diffuso questa notizia, forse
con l’unico scopo di avere visibilità mediatica che altrimenti non
avrebbe? Dobbiamo mica aspettarci uno sciopero della fame,
visti i precedenti di chi ha diffuso
queste incontrollate voci che altro
non fanno che preoccupare poliziotti, detenuti e rispettive famiglie?”
Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato
Autonomo Polizia Penitenziaria
SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri.
“Voci di questo tipo sono del tutto
incontrollate ed infondate e trovo
Unimol e Parco dell’olivo
per lo sviluppo locale
dente, Prof. Fabio Pilla. Scendendo nel dettaglio dell’accordo,
le parti si propongono, in particolare, di collaborare per svolgere attività di ricerca, di
didattica, di insegnamento e di
formazione, con peculiare riferimento alle vocazioni produttive
locali, al paesaggio e all’olivicoltura di qualità, alle risorse vegetali e zootecniche; ed inoltre,
promuovere ed organizzare convegni, seminari e incontri di studio e di approfondimento su
tematiche ed argomentazioni di
interesse comune; ed in più ospitare laboratori didattici, visite di
studio, tirocini e stage formativi.
Una parte rilevante del protocollo ricade nell’attività di elaborazione dei progetti e di
realizzazione e stesura di pubblicazioni scientifiche. Pubblicazioni che avranno quale punto
nodale la definizione e gestione
di politiche di valorizzazione integrata e sostenibile delle risorse
territoriali e dell’olivicoltura
presenti nell’area di riferimento del Comune
e del Parco; da ultimo,
sarà essenziale intessere un fitta rete di rapporti e ogni forma di
sinergia per coinvolgere i portatori locali
d’interesse nello sviluppo di iniziative comuni, condivise e
partecipate. A valle
della firma, soddisfazione piena è stata
espressa dal Sindaco
Sorbo e dal Presidente
Pesino per un così importante e strategico
raggiunto,
obiettivo
quale quello di collaborare con UniMol, rappresenta, infatti, una
grande opportunità per lo sviluppo delle risorse dell’intera
Area venafrana. Il Sindaco
Sorbo, a cui si è accodato subito
dopo il Presidente Pesino, ha voluto esternare, in conclusione, i
ringraziamenti al Rettore Palmieri e al prof. Pilla, per la sensibilità e l’attenzione mostrata
nella fase preliminare, di avvio
ed attuativa del protocollo, concretizzatasi con la firma di oggi,
ma anche grande soddisfazione
per l’Amministrazione comunale
“Chiude il carcere a Isernia?
E’ un assurdo”
La notizia circolata è stata smentita dal Sappe
davvero inqualificabile diffonderle, visto che l’unica cosa che
determinano sono preoccupazioni e tensioni. Farlo per avere
un po’ di visibilità sui giornali
sarebbe ancor più grave, ed invito tutti a farsi una opinione in
merito. Sono altre le cose che
andrebbero messe in evidenza,
non le chiacchiere, ripeto, incontrollate, senza fonte e
prove”.
Capece denuncia: “Contiamo
ogni giorno gravi eventi critici
nelle carceri italiane, episodi
che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria. Ogni
9 giorni un detenuto si uccide in
cella mentre ogni 24 ore ci sono
in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati
dalle donne e dagli uomini del
Corpo di Polizia Penitenziaria.
Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno
e i dati sulle presenze in carcere
ci dicono che il numero delle
presenze di detenuti in carcere è
in sensibile aumento. Come si
può dunque sostenere che è terminata l’emergenza nelle carceri
italiane?”.
“Da quando sono stati introdotti
nelle carceri vigilanza dinamica
e regime penitenziario aperto
sono decuplicati eventi gli
eventi critici in carcere. Se è
vero che il 95% dei detenuti sta
fuori dalle celle tra le 8 e le 10
ore al giorno, è altrettanto vero
che non tutti sono impegnati in
attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far
nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi
critici nelle carceri da quando
sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario
aperto”, conclude. “Nell’anno
2016 ci sono infatti stati 39 suicidi di detenuti, 1.011 tentati
suicidi, 8.586 atti di autolesionismo, 6.552 colluttazioni e 949
ferimenti. E nelle carceri regionali del Molise 42 sono stati gli
atti di autolesionismo commessi
da detenuti, 2 i tentati suicidi
sventati dalla Polizia Penitenziaria, 14 le colluttazioni e 18 i
ferimenti tra le sbarre. Questo
deve sapere l’opinione pubblica,
per comprendere quel che fanno
le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria. Non le chiacchiere incontrollate….”
“Egam,
un ente
che distrugge
l’acqua
pubblica”
CAMPOBASSO. “La regione Molise procede nell’iter di approvazione della
legge di riordino del sistema
idrico con annessa istituzione dell’Ente di governo
dell’ambito del Molise
(EGAM). Questo in attuazione del quadro normativo
nazionale, tacendo sul fatto
che tale quadro sia stato imposto, con decreto legge aggravato dal ricatto della
fiducia, da un governo retto
da un parlamento illegittimo
in quanto eletto con legge incostituzionale”. Lo sostiene
il sindaco di Campodipietra,
Peppe Notartomaso che ha
organizzato un nuovo incontro sulla questione Egam
dopo il ricorso al Tar.
“Si può ritenere legittimo, a
questo punto, un simile
provvedimento normativo in
uno scenario dove individuare la legittimità è impresa
assai ardua? Ad ogni modo
la gestione dell’ACQUA
mediante un unico gestore
regionale, come testimoniano le realtà dove questo è
avvenuto a partire dalla metà
degli anni 90’, non va a migliorare il servizio o a favorire i cittadini, anzi. Chi ci
guadagna sono soltanto le
lobby dell’acqua, che gestiscono anche rifiuti, energia,
ecc, che han ben capito che
accaparrarsi questo bene inesauribile e gestirlo in regime
di monopolio è l’AFFARE
in assoluto, ma per i loro affari.
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22 febbraio 2017
L’emendamento di Roberto Ruta è passato al Senato ora si attende il sì definitivo alla Camera
Ribadiamolo fino alla noia, sperando che
l’insistenza sul tema, riesca ad aiutare coloro che ai valori ambientali credono e
sui valori ambientali hanno la convinzione che parte del futuro (anche economico) del Molise possa migliorare.
Ribadiamolo, dunque. Il Molise dispone
di tre riserve naturali statali (Collemeluccio – Montedimezzo e Pesche), di due
riserve naturali regionali (Oasi wwf di
Guardiaregia e il Torrente Callora), dell’area protetta di Bosco Casale (Oasi
Lipu di
Casacalenda) e di uno spicchio del Parco
nazionale d’Abruzzo.
All’apparenza danno l’idea di essere di
fronte a una regione ambientalmente virtuosa, custode delle peculiarità del proprio territorio nonché impegnata a
preservarlo e a valorizzarlo.
All’apparenza. Perché poi nei fatti la realtà è altra. In questo Molise dalle riserve
naturali statali e regionali, dall’area protetta e di una porzione del Parco nazionale d’Abruzzo prolificano i pali eolici
sui crinali più interessanti dal punto di
vista paesaggistico; ogni estate gli incendi distruggono centinaia di ettari di
bosco; prolificano le cave estrattive e le
discariche a cielo aperto, e l’inquinamento dell’aria, dei terreni e dell’acqua.
Il sistema di controllo del territorio non
brilla per tempestività e assiduità. A ciò
si aggiunga l’invasione del cemento nelle
aree urbane di pregio, in zona agricola
(lottizzazioni abusive) e a ridosso,
quando non proprio all’interno, di siti archeologici, dei tratturi, dei luoghi in cui i
valori naturali subiscono alterazione e
compromissione. In questo insieme territoriale, le tre riserve naturali statali, le
due riserve naturali regionali, l’area protetta di Bosco Casale e lo spicchio di
Parco nazionale d’Abruzzo si marginalizzano, perdono di significato, inghiottite dalla voracità di chi considera il
territorio una conquista e non già un
bene. Se torniamo sulle riserve naturali,
sull’area protetta, sulle oasi e sulla porzione del Parco nazionale d’Abruzzo raccontiamo realtà cristallizzate, statiche,
Il partito di maggioranza, il PD,
è diviso sulle privatizzazioni, la
spaccatura si registra anche a livello governativo. Il capitale
della società Poste Italiane, quotata in Borsa dopo la prima apertura ai privati, è attualmente
suddiviso tra Cdp 35%, Tesoro
29,3% e 21,8% investitori istituzionali e il 13,9% sono in mano
a
singoli
risparmiatori.
Il No secco alla vendita di Poste
è giunto dalla Segreteria della
CISL Poste, Antonio D’Alessandro ha dichiarato. “Non si affronta il problema del debito
pubblico con le privatizzazioni,
nutro forti dubbi se non altro
perché non possiamo continuare
con questa logica di privatizzazione
di
realtà
strategiche come Poste Italiane,
occorre una grande strategia
d’investimenti
pubblici”.
Il Parco del Matese,
come il mostro di Loch Ness,
rischia la leggenda
Frattanto si decida proliferano i pali eolici, i boschi bruciano, le cave
a cielo aperto s’ingrandiscono, così le discariche e le forme
di inquinamento dell’aria, dell’acqua e del terreno
per giunta escluse da ogni forma di interesse scientifico e turistico organico.
Dicono niente. Non muovono attenzione, interesse, passione, né catalizzano i cultori e i cantori della natura
evidentemente in tutt’altre faccende affaccendati. Diversamente, darebbero
linfa ai valori ambintali e naturali preservati ed esistenti e, soprattutto, nuova
linfa, nuova energia, nuova incisività
ala proposta di istituire il Parco naturale
del Matese e alla mappatura di altre aree
protette concepite in chiave turistica e
ambientalista. Ovvero, si renderebbero
protagonisti in servizio permanente effettivo in veste e in funzione di mediatori della crescita e dello sviluppo del
territorio mediante l’organizzazione di
sistemi amministrativi e gestionali ad
hoc. Se la memoria non ci trae in inganno, l’idea del Parco del Matese e di
altre aree protette da individuare per arricchire l’appeal turistico – ambientale naturalistico del Molise galleggia da circa
un trentennio nelle aule consiliari delle
maggiori istituzioni locali e territoriali
(ha fatto epoca negli Anni 80 la proposta
della Cisl). Ultima iniziativa pubblica in
ordine di tempo sull’idea, sull’opportunità, e sulla volontà di istituire il Parco
naturale del Matese, è stata quella dell’allora consigliere regionale Riccardo
Tamburro (oggi intruppato nei ranghi dirigenziali della Regione). Ancora prima
c’erano stati aborti in serie di proposte di
legge al riguardo e frettolose retromarce.
Finanche l’università del Molise, sull’idea del Parco s’è resa protagonista, col
Consiglio regionale Unipol, di un convegno a Isernia dal titolo “I parchi del Molise: un’occasione
di sviluppo”
tradottosi, poi, nell’ennesima occasione
fallita. Andando a concludere sul filo del
passato e trasferendoci ai giorni nostri,
qualche mese fa il Parco del Matese è approdato in Senato e, ora, è sui binari che
portano alle Commissioni del Parlamento
per l’esame di merito. Il mostro di Lock-
nmess apparendo e scomparendo dal lago
omonimo, alimenta la leggenda. Non vorremmo che il Parco del Matese seguisse
le vicende , diventando a sua volta una
leggenda del Molise. E’ già accaduto infatti che sia comparso e sia scomparso
dalla scena. Frattanto proliferano i pali
eolici, i boschi bruciano, le cave a cielo
aperto s’ingrandiscono, così le discariche
e le forme di inquinamento dell’aria, dell’acqua e del terreno.
Dardo
“Poste, mantenga il suo ruolo sociale”
L’appello del segretario della Cisl, D’Alessandro, ai parlamentari molisani
Da oggi sono finite le assemblee
con tutti i lavoratori postali molisani, in cui il Sindacato ha
aperto un dibattito all’interno
della categoria. La voce dei lavoratori è chiara, le perplessità
che suscita, la scelta del Piano
industriale di Caio di puntare sul
risparmio gestito (prodotti con
capitale di rischio) anziché sul
tradizionale risparmio sicuro dei
prodotti della Cassa – ha dichiarato Antonio D’Alessandro, Segretario
Interregionale
di
SLP-CISL -, il mandato che ha
ricevuto il Sindacato, dai lavoratori è far capire, alla Politica e
alle Istituzioni, il ruolo di Poste
Italiane e delle sue relazioni con
i risparmiatori italiani e con i cittadini destinatari dei servizi.
Le risposte dell’AD Caio, alla
Commissione parlamentare di
vigilanza sulla Cassa Depositi e
Prestiti, alle puntuali domande e
osservazioni fatte dalla Presidente della Commissione Bonfrisco, sulla necessità di
valorizzare presso i clienti le finalità e gli utilizzi dei fondi raccolti attraverso il collocamento
dei prodotti di risparmio tradizionale emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, non sono
apparse per nulla convincenti –
ha riferito Antonio D’Alessandro – lasciando al contrario intatti i dubbi sugli effetti nel
tempo che le scelte gestionali attuali possono lasciare, orientando il ruolo di Poste verso la
“finanziarizzazione” piuttosto
che verso la “digitalizzazione”
che occorre al Paese e che può
rappresentare il vero motore
della
crescita.
Anche in tema d’incentivi alla
vendita, riservati ai venditori di
Poste Italiane – finisce Antonio
D’Alessandro – le risposte
dell’AD Caio non sono apparse
del tutto in linea con la realtà
quotidiana vissuta invece negli
uffici postali dove le cosiddette
“pressioni commerciali” hanno
raggiunto livelli ormai insostenibili per il personale addetto
alla vendita di prodotti finanziari, tanto da determinare, per
questi dipendenti, una volontà
sempre più forte di cambiare
mansione. Il futuro di Poste deve
guardare alla digitalizzazione e
ai cambiamenti del futuro, ma le
Poste devono fare innanzitutto le
Poste e mantenere salda la missione per cui sono nate.