La marcia dei pinguini - Il richiamo

Download Report

Transcript La marcia dei pinguini - Il richiamo

Recensioni cinema e film | Persinsala.it Michele Parrinello 23 febbraio 2017

Una decade dopo l’exploit de La marcia dei pinguini, Luc Jacquet torna tra i ghiacci dell’Antartide. La potenza delle immagini è innegabile, almeno quanto l’astuzia dell’artificio di una scelta narrativa che però finisce per non essere né rigorosa né empatizzante, se non per un pubblico medio.

A primavera, un pinguino imperatore torna all’Oamok, la pinguinaia dove l’attende la sua compagna. Essa, nei mesi in cui è stato via, si è presa cura del loro piccolo.

In un percorso narrativo che corre su binari paralleli, scopriamo le vicissitudini della famiglia, alle prese con il termine dello svezzamento e, a ritroso, l’avventurosa vita e i rischi che il piccolo ha dovuto affrontare nel gelido continente d’Antartide per sopravvivere a predatori, temperature che toccano quaranta gradi sotto zero e ghiacciai che si sciolgono all’arrivo dell’estate, fino al suo primo tuffo nell’oceano.

La prima, innegabile riflessione che salta agli occhi nell’immediatezza della visione de La marcia dei pinguini – Il richiamo non può che essere di carattere visivo.

Sono passati dodici anni dal successo mondiale del primo La marcia dei pinguini e le tecnologie di esplorazione e ripresa si sono evolute e affinate. Altissima definizione, droni e immersioni pionieristiche settanta metri sotto la banchisa d’Antartide sono in grado di regalare scorci mozzafiato, paesaggi al limite del sublime e scenari sottomarini inediti tempestati da varianti quasi aliene della fauna marina cui siamo abituati.

persinsala

la famiglia, che non lesini un sottotesto d’approfondimento e una spinta alla ricerca personale sull’universo tratteggiato.

A fronte di un indiscutibile comparto tecnico, La marcia dei pinguini – Il richiamo è un ibrido che può soddisfare l’utente cinematografico medio, ma la sua posizione di equidistanza tra i generi di riferimento mostra l’evidente risvolto della medaglia. La pellicola è infatti troppo poco scientifica per poter competere con un qualsiasi documentario di livello che affronti l’analisi della stessa sfera naturale, e la scelta di una narrazione romanzata (è Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, a prestare la voce alla versione italiana) è sì simpatica e accattivante, ma dimostra un

http://www.persinsala.it/web 1/2 Recensioni cinema e film | Persinsala.it

Recensioni cinema e film | Persinsala.it Michele Parrinello 23 febbraio 2017

intento ruffiano e semplificatore che ha tutto il sapore della forzatura e il retrogusto del persistente dejà vu.

La marcia dei pinguini – Il richiamo avrebbe avuto tutte le potenzialità per essere un ottimo documentario o un originale prodotto d’intrattenimento, invece si rivela troppo simile al suo predecessore per stupire davvero. Si può decidere di soprassedere deliberatamente ai suoi difetti al fine di godersi lo spettacolo dei lunari paesaggi dell’Antartide e dei suoi caracollanti abitanti allineati in chilometriche marce tra ghiacciai, pietraie, neve fresca e gelidi oceani (ancora) incontaminati. Ma sarà impossibile ritrovarvi la magia, il magnetismo, il rigore o il livello di interesse che potrebbe generare un qualsiasi episodio di Planet Earth o un prodotto sperimentale come ad esempio era stato Koyaanisqatsi. Titolo originale: La Marche de l’empereur 2 Nazionalità: Francia Anno: 2017 Genere: Documentario Durata: 82′ Regia: Luc Jaquet Narrazione: Pierfrancesco Diliberto (Pif) Produzione: Bonne Pioche, Paprika Films, Wild Touch Productions, Disneynature Distribuzione: Notorius Pictures Fotografia: Luc Jaquet, Jerome Bouvier Musiche: Cyrille Aufort Nelle sale italiane dal 23 Febbraio 2017

persinsala

http://www.persinsala.it/web 2/2 Recensioni cinema e film | Persinsala.it