La città di Campobasso nel degrado I bagni pubblici di via Palombo

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Transcript La città di Campobasso nel degrado I bagni pubblici di via Palombo

anno ii- n° 0 giovedì 23 Febbraio 2017
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Massimo Di Risio
L’Oscar del giorno a Massimo Di
Risio. Con il principe Alberto II di
Monaco ha tenuto a battesimo, al
Salone Internazionale dell'Auto di
Monaco, la DR Evo5 Monte Carlo
che è un suv con i colori del Principato prodotto in serie limitata
dall'azienda automobilistica di
Isernia.
L’Ardire
Quando il commercio
muore
di Giuseppe Saluppo
L
a riduzione dei negozi nei centri
storici delle nostre città riduce la
qualità delle vita. "Senza i negozi non c'è socialità, bellezza e
sicurezza. E' un problema grave perché le
città sono una risorsa di inestimabile valore per tutti'', è la sintesi del presidente di
Confcommercio, Carlo Sangalli sulla situazione del commercio nei centri storici.
In Molise, poi, i dati sono drammatici. La
politica non si è resa minimamente conto
della paurosa crisi che sta attanagliando le
imprese molte delle quali sono costrette
alla pura, difficile, sopravvivenza. L’erosione delle attività nei piccoli centri diventa inarrestabile. E l'addio ai piccoli
negozi significa l'addio anche ai servizi.
Tra il 2015 e il 2016 si sono persi servizi
postali e bancari, negozi di vicinato, macellerie, piccoli supermercati, con una desertificazione che tocca soprattutto i
piccoli comuni, ma anche i centri storici
di Campobasso e Isernia. Ed in questa
drammatica situazione prosegue imperterrita l’azione di taluni Amministratori
locali che, nonostante la crisi del commercio, nonostante le difficoltà delle imprese, nonostante la chiusura di aziende
storiche nonostante le pesanti ripercussioni sulla vita dei nostri centri storici,
continuano imperterriti a dosare Ici,
Tosap, Tarsu e Imposta pubblicità. La rivitalizzazione dei centri storici e dei piccoli centri interni è sì una questione di
ripristino urbanistico (eliminare ad esempio le brutture edilizie di questi ultimi decenni; togliere il “grigio” che caratterizza
piazze, strade, periferie continue… ), ma
è anche ritornare ai piccoli negozi, alle
botteghe. Occorrono, perciò, incentivi e
per questo una nuova legge regionale in
materia. Se le attività non restano sul territorio, il territorio non sarà appetibile perchè tutto sarà scaduto nell’omologazione.
E, allora, perchè un tizio dovrebbe venire
in un qualsiasi centro se commercialmente e artigianalmente non c’è più
nulla? E' il caso, forte, deprimente di
Campobasso. Città svuotata delle sue tradizionali attività. Ogni serranda che
chiude definitivamente è un pezzo di vita
comunitaria di un luogo che finisce.
IL NOSTRO
TAPIRO
IL NOSTRO
OSCAR
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redazione tel: 0874.484486
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Marco Di Biase
Il Tapiro del giorno lo diamo a Marco
Di Biase sindaco di Bojano. Nel momento culminante della questione
Gam, ci si sarebbe atteso un suo intervento o una presa di posizione su
quanto sta accadendo in queste ore.
Del resto, la cittadina matesina è la più
coinvolta. Il suo silenzio non è un fatto
positivo.
La città di Campobasso nel degrado
I bagni pubblici di via Palombo
fotografano lo stato dell’essere
del capoluogo regionale
Servizio a pag.2
Politica
Facciolla: “Positiva
la crescita dei giovani
in agricoltura”
Soddisfazione per i dati Ismea è
stata manifestata dall’assessore all’Agricoltura, Facciolla.
Regione
La proposta di legge
dell’Egam il 3 marzo
in Consiglio regionale
Forti tensioni sulla proposta di legge
istitutiva dell’Egam che approda in
Consiglio il 3 marzo.
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23 febbraio 2017
Il presunto caso di malaria di un nigeriano ospite a San Pietro Avellana, poi rivelatosi non tale,
ha riaperto la questione di un costante intervento medico
Immigrati, occorrono
maggiori controlli sanitari
Sembra essersi risolto prositivamente il presunto caso di malaria di un 27enne nigeriano
ospite di un centro a San Pietro
avellana. Il ricovero in ospedale
del giovane immigrato avrebbe
portato alla diagnosi con la
quale viene scongiurato il presunto caso di malaria.E’ chiaro
che resta alta la guardia e si riapre la questione della necessità
di controlli più assidui e frequenti oggi non del tutto assicurati secondo i canoni.
A noi sembra che il lato speculativo ed economico di questo fenomeno sociale e umano stia
prevalendo spudoratamente sulla
concezione e l’attuazione dell’accoglienza e della solidarietà.
Siamo all’accaparramento dei migranti. Un imprenditore edile ha
acquisto una villetta a due piani
alla parte estrema di Via Gorizia,
da anni sfitta e per questo a basso
costo, per darla ai migranti in numero certamente superiore alla
capienza possibile e consentita,
determinando in quella parte
della città poco illuminata, strada
stretta, a ridosso di una scuola e
della piscina comunale frequentate da una varietà di persone, soprattutto donne e bambini, senza
alcuna condizione di sicurezza,
costretti, per la natura stessa del
luogo e per l’alto numero di mi-
Il caso
aaBagni pubblici impraticabili in città, sporcizia e cartacce ovunque, muri scrostati
caratterizzano la struttura di
via Palombo a Campobasso,
per non parlare poi dei cattivi odori che, in determinate
ore della giornata e soprattutto durante i giorni più
caldi, si sprigionano dalla
gradinata di accesso ai bagni.
Fruibile da sempre la struttura è priva di segnaletica, di
orari e di gestori. Si tratta di
un servizio fantasma: esiste
ma non funziona, o meglio
funziona male. “Qualche
volta succede che malauguratamente i turisti entrano
nei bagni” raccontano alcuni
commercianti , “ma escono
imprecando e protestando
granti che vi stazionano, ad attraversare un muro umano, fatto di
gente che non conoscono o che
percepiscono spontaneamente,
istintivamente, poco rassicuranti.
E non certo per il colore della
pelle, quanto per l’atteggiamento
di inedia che esprimono, a sua
volta espressa dal numero di bottiglie vuote di birra che vengono
lasciate. Soprattutto le donne e i
bambini avvertono disagio, che le
famiglie non sanno a chi trasferire
non avendo mai visto in zona una
divisa, un berretto, una macchina
delle Forze dell’Ordine e dei Vigili urbani. Ci siamo chiesti se la
questura venga informata sistematicamente di queste sistema-
zioni, di questi allogamenti, della
capienza dei locali, e del numero
dei migranti; torniamo a chiedercelo sulla scorta delle segnalazioni
ricevute
e
delle
considerazioni che esprimono,
tutte rivolte al problema della sicurezza, specialmente nelle ore
serali e notturne. Molte famiglie
che mandavano i figli a scuola o
alla piscina da soli, adesso sono
costrette ad accompagnarli.
Siamo ad una evidente alterazione di abitudini, comportamenti
e necessità. Il caso di Via Gorizia
non è il solo ad essere proposto
con una postilla di preoccupazione sociale. I migranti, diciamolo, sono lasciati in balia di se
stessi o tutt’al più di chi l’accoglie, siano esse strutture pubbliche e private. Una intollerabile
forma di abbandono che si traduce nel girovagare per la città,
senza uno scopo e senza una
meta. Con quali garanzie? Con
quale certezza di regolarità? Con
quale sistema di controllo?
Finanche la Regione dinanzi al
flusso dei migranti in numero incontrollato ha dovuto ammettere
di essere impreparata ad assicurare i compiti che le vengono
dalla legge: l’assistenza sanitaria
dei cittadini stranieri richiedenti
protezione internazionale, soprattutto per ciò che concerne la sorveglianza sindromica e la
profilassi immunitaria sugli immigrati dall’Africa settentrionale.
Il timore dell’accentuarsi di patologie di particolari criticità, su cui
sarebbe indispensabile intervenire con la massima urgenza,
viene accentuato anche dalle difficoltà dell’Asrem a prestare assistenza, ad effettuare nelle 24 ore
successive all’arrivo ai centri di
accoglienza una vista medica che
accerti l’assenza di patologie evidenti che rendano incompatibile
l’ingresso e la permanenza del richiedente la protezione internazionale nella struttura, quali le
malattie infettive o contagiose e
pericolose per la comunità, gli
stati psichiatrici, le patologie
acute o cronico/degenerative che
non possono ricevere le cure adeguate nel centro di accoglienza,
nonché l’insussistenza di condizioni di incompatibilità con la
permanenza nelle strutture di accoglienza quali lo status di minore non accompagnato. Ma
intanto arrivano migranti. Senza
sosta. Nonostante il Molise abbia
accolto più gente di quanto ne dovrebbe, stando alla ripartizione
per quote regionali. Qualcuno si
occuperà di queste cose; qualcosa
cambierà?
Dardo
I bagni pubblici di via Palombo
fotografano il degarado di Campobasso
per la
s p o rcizia
e l’incuria”. Eppure la struttura si trova in uno dei luoghi più centrali della città e
frequentato anche per la vicinanza con Piazzetta Palombo, ma rappresenta un
vero e proprio scempio e un
biglietto da visita decisamente poco gratificante per
Campobasso. Altri bagni
pubblici in città non esistono. Ma più che all’apertura bisognerebbe pensare
alla gestione. “Sempre più
spesso” incalza qualche barista del centro storico “siamo
costretti a far utilizzare ai turisti i bagni delle nostre atti-
vità, ma il Comune dovrebbe pensare all’attivazione di servizi igienici
pubblici perché i privati
non possono sempre sopperire alle carenze dell’amministrazione”. E la fotografia
della situazione in via Palombo rappresenta, purtroppo, la situazione di
degrado che si respira in
città. Una città capoluogo
di regione, priva di idee sul
futuro e che vive alla giornata privata del suo stesso
senso civico. Una bruttura
che testimonia brutture ancora più profonde.
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Della proposta di legge dell’Egam, se ne parlerà in Consiglio
regionale, venerdì 3 marzo mentre è forte lo scontro politico
anche all’interno della stessa
maggioranza per il rischio insito
nella stessa di privatizzazione del
sistema idrico. Non la si riesce
proprio a digerire la questione
della costituzione dell’Egam,
l’ente che dovrebbe gestire le risorse idriche molisane istituito
attraverso la delibera di Giunta
n.285 del 15 giugno 2015. Non
pochi Comuni molisani hanno rifiutato di farvi parte e sono stati
commissariati. Altrettanti ritengono che in quella delibera approvata ci siano non pochi motivi
di illegittimità. Motivi che sono
riaffiorati con forza in Commissione regionale tanto che la proposta di legge che va a sanare
alcune illegittimità è stata bloccata e rinviata all’ufficio legale
per un parere. Non solo le opposizioni hanno battagliato su questo testo ma anche alcuni
esponenti della stessa maggioranza tra i quali, Vincenzo Niro. I
dubbi e le perplessità restano. Il
rischio concreto, palesato da più
parti, è quello di incorrere nella
privatizzazione dell’acqua, un
bene primario che deve rimanere
nella disponibilità della gestione
pubblica, soprattutto in un territorio geograficamente configurato
come il nostro, dove l’acqua rappresenta un bene fondamentale e
una risorsa accessibile. Di fatto
l’istituzione dell’EGAM potrebbe
rappresentare il primo tassello di
un processo legalizzato di privatizzazione dell’acqua pubblica,
sul quale i Comuni non potranno
dire la loro, vista la spada di Damocle del commissariamento che
pende sul loro capo. Perché i Co-
L’intervento
di Massimo Dalla Torre
Non so voi, ma noi, quando ci
troviamo di fronte a situazioni
che rasentano l’irrazionale, ci
sentiamo enormemente a disagio. Un disagio che disorienta e
che, se non ridimensionato, arriva a ripercuotersi a trecentosessanta gradi sul modo di
giudicare gli accadimenti,
spesso irrazionali; forse! Dopo
aver usato un’apertura di tipo ermetico dove il non senso domina, veniamo al nocciolo della
questione, che appassiona, si fa
per dire, non solo gli addetti ai
lavori, ma l’intera collettività
che, nonostante tutto attende “la
messa in onda delle puntate successive di questo reality il cui
epilogo dovrebbe portare, salvo
colpi di scena dell’ultima ora, al
confronto serio tra le varie
anime del PD, ne sono molte e
23 febbraio 2017
La Commissione regionale ha chiesto che la proposta di legge venga
esaminata dall’ufficio legale. Forti reazioni anche in maggioranza
L’Egam anticamera
della privatizzazione dell’acqua?
muni, poi, non sono stati coinvolti attivamente nella fase di
formulazione del disciplinare
per
l’organizzazione
dell’EGAM? Perché, vista l’importanza e la centralità di un bene
primario come l’acqua, la questione non è stata portata anche
all’attenzione del Consiglio regionale? Tra l’altro tenendo presente che lo Statuto regionale
prevede che spetta al Consiglio
“deliberare con legge l’istituzione e la soppressione di enti e
aziende”. Allo stesso modo occorre fare chiarezza su un altro
aspetto assai delicato della questione, soprattutto per salvaguardare i diritti dei cittadini
molisani: l’istituzione dell’EGAM provocherà l’aumento
delle tariffe? il rischio di vedersi sottrarre uno dei beni vitali alla propria esistenza
(l’acqua) perché diventi un
mezzo di guadagno per l’investitore privato. Da Palazzo Vitale dissentono, ma finora non
hanno fornito alcuna assicurazione circa la assoluta preservazione dell’acqua come bene
pubblico inalienabile. Solo circonlocuzioni che si avvitano su
se stesse, evitando qualsiasi
chiarificazione e assicurazione.
D’altronde è nello statuto del-
l’Egam la possibilità che la gestione del sistema idrico integrato possa essere svolto dal
privato e non dalla mano pubblica. Infine, quanto contano
i 26 milioni di italiani che nel
lontano giugno del 2011 votarono “sì” ai due referendum sull’acqua pubblica? Poco o niente
se è vero che la gestione dei servizi idrici non deve essere pubblica, ma di mercato.
Pd senza un confronto serio
Inizia l’effetto domino
non tutte sulla stessa sintonia, e
non a scambi di accuse di non rispetto delle regole cosa di non
poco conto. Una situazione che,
come uno di quei tormentoni
tanto di moda nell’Italietta, mostra che quello che sta accadendo,
leggasi
scontro
all’interno della maggioranza
nel corso della riunione dell’Assise di Palazzo D’Aimmo, è
forse l’inizio di una serie di
“crolli”, caratterizzati da dissidi,
ripicche e deliri di onnipotenza
che ingenerano non solo confusione su confusione ma agevolano un rimescolamento di ruoli
che, nell’assurdo della vicenda,
trasforma i vari protagonisti in
fantasmi di se stessi. Ruoli che,
come si legge nei vari articoli
pubblicati dalla stampa locale,
se non ricondotti alla dimensione giusta, potrebbero innescare il cosiddetto effetto
“domino”, causando una
vera e propria caduta verticale di
tutti senza esclusione alcuna. Un
qualcosa d’incontrollabile do-
vuto alla non serenità che regna all’interno
dei
palazzi del potere o
di quello che rimane,
giacché
molti potrebbero
abbracciare
il
“credo della scissione”. Compagini
che, forse, per la
non perfetta sinergia di strategie,
programmi e uomini, rischia di soccombere
causa le “incomprensioni interne” che ingarbugliano ancora
di più le cose, senza sapere che
la soluzione giusta è: ricostruire
dalla base per governare meglio;
a tal riguardo invitiamo ad an-
dare a visitare i saloni del Comune di Siena e guardare l’affresco trecentesco l’”Allegoria
del buon governo”; intelligenti
pauca, dicevano i latini. Insegnamenti che, anche se vecchi di
oltre settecento anni, potrebbero
essere da sprone al rilancio del
Molise che ha assunto l’aspetto
di un “clochard”. Una realtà che
ci vede spettatori inermi di una
partita, nostro malgrado, in cui il
risultato è scritto da tempo sul
taccuino del “direttore di gara”
che non vede l’ora di fischiare il
termine della partita. Una realtà
che non offre certezze perché di
certezze non ve ne sono se non
una… a voi la scelta di quella
più idonea, sempre che ve ne sia
una.
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23 febbraio 2017
Sulla soglia dei trent’anni dall’appalto
Il sottopasso pedonale di Via
Mazzini sta per venire alla luce
In questa settimana i lavori per by-passare i binari della ferrovia
Tempi tecnici e amministrativi,
tempi burocratici: la mistura,
nel Molise, produce effetti deleteri: opere pubbliche da compiersi in tre anni ne impiegano
il doppio o triplo, se tutto va
bene. Prendiamo il sottopasso
pedonale di Via Mazzini per
collegare il terminal con il centro urbano, all’altezza dell’ex
molino/pastificio Carlone. Una
soluzione - si disse - alla mobilità pedonale per le miglia di
pendolari che giornalmente raggiungono il capoluogo, e appena fuori dell’area dei Bus,
non hanno altra soluzione che
buttarsi a centinaia sulla carreggiata dello svincolo della
tangenziale Est, a loro rischio e
pericolo: un gregge umano in
transumanza, spettacolo per fotografi e telecamere; una pecca
vistosa dell’amministrazione
comunale. La data del progetto,
dell’appalto e dell’inizio dei lavori risale ai primi anni del
1990. I lavori sono ancora in
corso, e sono passati oltre 20
anni. Il primato se lo gioca con
la tangenziale Nord. Del sottopasso di Via Mazzini quindi se
ne sono occupati i sindaci Litterio, Rizzi, Di Grezia, Massa,
Di Fabio e Di Bartolomeo: ciascuno s’è detto fiducioso di
portare a termine quell’opera.
Così non è stato. Forse, nell’impresa di concluderli, riuscirà il sindaco Battista se,
davvero, nel corso di questa
settimana inizieranno finalmente i lavori di scavo sotto i
binari: il punto più delicato,
complesso e difficile dell’opera. A Battista va dato il
merito di essere intervenuto (lui
ferroviere) con le argomentazioni giuste nei confronti del
compartimento ferroviario di
Bari, per rimuovere le perplessità delle Ferrovie ad interrompere il transito dei treni da e per
Termoli, per consentire, appunto, di abbattere l’ultimo diaframma prima di sbucare su Via
Mazzini. Un lavoro di diplomazia, il suo, portato a termine
con i vertici dell’Azienda di
Stato, avvantaggiato anche
dalla valenza strategica dell’opera. Ora tocca all’impresa
Pallante sbrigarsela sul piano
tecnico/operativo, avendo due
mesi di tempo per compiere i
lavori. Ce la farà certamente,
essendo un’impresa all’altezza
del compito oltre che interessata a chiudere un capitolo
aperto da oltre 20 anni. Quando
sarà il giorno fatidico dell’inaugurazione sarà difficile però inneggiare dinanzi alla prova di
quanto sia stata ingarbugliata,
faticosa, addirittura vergognosa
la gestazione dell’opera e altrettanto il parto. Comunque,
dopo 20 anni, Campobasso finalmente aggiungerà alla sua
realtà un intervento strutturale
che dovrebbe aiutarla ad essere
meno provvisoria e precaria
nelle sue presunte prerogative
di città/regione - città/direzionale. Avendo l’umiltà di accettare di essere una città
amministrata sempre con fatica
da una classe politica che non
ha saputo mai guardare oltre il
proprio naso, né pensare in
grande e, tantomeno, intessere
concretamente e fattivamente
rapporti programmatici con la
Regione lasciando che questa a sua volta incapace di darsi
una sede unica - con gli assessorati e gli uffici disseminati da
un capo all’altro del territorio
urbano, contribuisse al caos
edilizio e funzionale.
L’unico, comunque, che da
questa storia poco piacevole
potrà trarre un vantaggio indossando la fascia tricolore al momento della consegna dei lavori
e dell’inaugurazione del sottopasso, sarà il sindaco Battista.
Il cui motore amministrativo,
diciamolo, è lento, ma non
batte in testa.
Dardo
Contro la carenza di lavoro
il coraggio imprenditoriale dei giovani
I più determinati e coraggiosi tra
i giovani che non trovano lavoro
in contesti sociali ed economici
oggettivamente poveri quali il
Molise e la Basilicata (ma accade
anche nelle altre regioni meridionali), si danno all’imprenditoria.
Imprese individuali in prevalenza, quindi società di capitali e
società di persone. Provano ad
uscire dall’inedia, si agganciano
agli incentivi, insomma rifiutano
il fatalismo. Per questo vanno apprezzati, salvo il rischio di trovarsi poi subito difficoltà,
dovendo operare in realtà territoriali depresse, che non sono in
grado di offrire lavoro, per cui bisogna crearselo. Nel Molise, che
registra un’area
interna connotata
da una crisi industriale complessa con migliaia di
lavoratori in cassa integrazione e
difficilmente ricollocabili nel
mondo del lavoro, il fenomeno
dei giovani che si danno all’imprenditoria ha offerto il fianco all’Ufficio studi dell’Unioncamere
Molise di elevare peana e compiacenza ai dati statistici che indicano la ventesima regionale
d’Italia in testa alla classifica
delle regioni in cui, percentualmente, nell’ultimo trimestre dell’anno, sono nate iniziative
imprenditoriali nei settori dell’agricoltura, del turismo, del
commercio e del terziario più che
in tutte le altre regioni d’Italia:
le nuove imprese, aperte da gio-
vani con meno di 35 anni di età,
sono state 288, pari a circa il 40%
di tutte le aperture di nuove imprese nel trimestre che, al netto
delle chiusure rilevate nello
stesso periodo (62), arrivano a
226 unità. Numero ch’è andato a
rimpolpare le circa 4 mila
aziende giovanili in regione. Ci
provano dunque i giovani molisani con il loro entusiasmo a fare
da contraltare al pessimismo imperante, al nullismo amministrativo,
ai
ritardi
della
programmazione 2014/2020 irrorata dai Fondi europei, e a tutte le
altre forme d’investimento che se
opportunamente attuate, sapientemente sorrette, ancorché condivise, potrebbero contribuire alla
risalita dell’economia complessiva del Molise. Quelli che sono
tornati all’agricoltura forse rischiano di meno, essendo il comparto oggettivamente in fase di
crescita e, soprattutto, con un
Piano regionale di sviluppo rurale
approvato ed operante al quale,
tolta la quota da destinare al
clientelismo (l’assessore Facciolla ne ha dato di recente un
saggio con decine di contratti di
consulenza e di assistenza), rimangono sufficienti risorse per
creare e dare incentivi al lavoro e
alla produzione. Il turismo, benché continui ad essere ritenuto un
campo fertile di guadagno, nel
Molise è una realtà virtuale, sulla
quale la tentazione di esercitarsi a
dargli un senso e un contenuto si
va rilevando uno sforzo vano,
mancando (il turismo
molisano) di un’organizzazione
territoriale, di un centro promozionale, di una precisa volontà
politica e amministrativa di farne
un volano sistematico dell’economia locale. Ci provano i giovani
a dargli corpo, ma fintanto non si
avranno rilievi statistici consolidati sulla permanenza in essere di
queste nuove attività imprenditoriali, saremo sempre di fronte a
situazioni aleatorie. Ciò che viene
registrato in positivo dall’Ufficio
studi dell’Unioncamere Molise
non è frutto di un sistema economico in crescita e in espansione;
tutt’altro. Nasce, al contrario, da
una condizione di crisi, di stagnazione, di immobilismo, contro cui
l’energia, il coraggio, forse anche
l’incoscienza dei giovani nuovi
imprenditori giocano la carta
della probabilità di farcela.
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23 febbraio 2017
Lettera aperta inviata al presidente Frattura da 18 pazienti in cura all’ospedale Caracciolo
Una lettera aperta al presidente della
Giunta regionale, Paolo Frattura, è
stata inviata da 18 dializzati oggi in
cura all'ospedale Caracciolo di
Agnone
“Nell’Atto Aziendale definitivo –scrivono- non compare né la UOS Emodialisi né il Servizio Dialisi di
Agnone collegato ad Isernia il che fa
capire la possibile soppressione o trasformazione del servizio del Caracciolo per noi pericolosa in Centro di
Assistenza Limitata Emodialisi Territoriale (detta Calt). Abbiamo vissuto
il dramma di doverci sottoporre a dialisi nei giorni 27 e 29 dicembre ad
Isernia partendo dalla nostra Area
Particolarmente Disagiata, con stress
psicofisici notevoli, e in questa occasione Teresa Ottaviano già provata da
un intervento cardiaco è venuta a
mancare. A nostro avviso in quei
giorni non sono state prese decisioni
per il bene dei pazienti gli stessi sballottati come pacchi postali per ben tre
giorni. Siamo arrabbiati poiché dal
2011 la nostra UOS Emodialisi ha il
personale medico ed infermieristico
ridotto al lumicino pur in presenza di
18 pazienti in trattamento, 4 in lista
d’attesa e 12 che vorrebbero tornare
nei mesi estivi ad Agnone ma non trovano posto perché come si dice in
gergo aeroportuale in “over bucking”
in quanto teoricamente ci sono solo 6
posti tecnici ed uno per acuti. Avendo
appreso da fonti esterne della trasformazione della nostra UOS in Centro
di Assistenza Limitata come Venafro
CAMPOBASSO. Il Molise riparte dall’agricoltura, che diventa protagonista della ripresa
economica del Mezzogiorno
d’Italia. A confermarlo è il rapporto Ismea Svimez, presentato
ieri a Roma, alla Camera dei Deputati.
Tra gli indicatori più importanti
quello relativo all’occupazione
giovanile in agricoltura, cresciuta dell’11,3% in Italia e del
12,9% nel Sud del Paese. Il Molise, unitamente a Basilicata e
Calabria, vanta il maggior contributo in termini di imprenditorialità giovanile in agricoltura: le
iscrizioni di nuove attività da
parte degli under 35 superano il
38% delle iscrizioni totali dei
primi 9 mesi del 2016, a fronte
di una media nazionale che si attesta attorno al 31%.
“Il Molise corre e i dati del rapporto Ismea Svimez lo confermano – ha commentato
l’assessore alle Politiche agricole, Vittorino Facciolla - Numeri e percentuali incoraggianti
“Non lasciateci morire
per i tagli fatti
all’Unità di Emodialisi”
Nell’atto aziendale non compare più il servizio fino ad oggi
garantito all’interno del nosocomio diAgnone. “
e Larino, e che la stessa sia stata
avanzata da ambiti della Direzione
Sanitaria Locale, noi siamo fortemente in allarme. Viviamo in una
zona altamente disagiata a cavallo
fra Abruzzo e Molise, fortemente dispersi sul territorio, non godiamo
tutti di buona salute e le nostre sedute dialitiche non sono standardizzate
spesso
hanno
bisogno
dell’assistenza medica per le correzioni necessarie anche farmacologiche per questo è importante la
struttura ospedaliera. Sappiamo che
si è previsto per il Caracciolo un
Pronto Soccorso di Area Disagiata
che assomiglia ad un Punto di Primo
Intervento senza anestesisti e consulenze relative. Dobbiamo davvero
morire o fuggire altrove?. Noi non
vogliamo che la nostra UOS Emodialisi Agnone diventi un Call altrimenti insieme all’Aned Nazionale
saremo costretti a fare ogni battaglia
possibile, anche legale, per la nostra
sopravvivenza che ripetiamo non interessa solo quattro gatti in emodialisi ma una popolazione malata
cospicua. Chiediamo che questa struttura rientri nella Rete Ospedaliera
con pronta disponibilità che copra il
restante orario di servizio dei sanitari,
se non come UOS o come si dice SS
Emodialisi di Isernia con la dotazione
organica medica e infermieristica necessaria”
“Agricoltura, buon segno la crescita dei giovani”
Soddisfazione sui dati dell’Ismea viene espressa dall’assessore, Facciolla
per la nostra regione che ha mostrato un cambio di passo rispetto al passato. Il peso
dell’imprenditorialità giovanile
nell’agricoltura molisana è rilevante e le politiche messe in
campo per favorire un ricambio
generazionale stanno dando ottimi frutti, ad iniziare dalle misure del Programma di Sviluppo
Rurale destinate ai giovani agricoltori”.
Di recente pubblicazione, infatti,
è il bando Pacchetto Giovani,
con una dotazione finanziaria di
6 milioni di euro; attraverso una
domanda unica, i potenziali beneficiari potranno accedere contestualmente alle Sottomisure
6.1 e 4.1, finalizzate rispettivamente a favorire il primo insediamento e a sostenere gli
investimenti in aziende agricole,
per migliorare la loro competitività in termini economici ed ambientali.
Il crescente protagonismo dei
giovani e l’attrazione che l’agricoltura esercita su di loro è l’elemento da cui partire per
rafforzare un quadro che fa ben
sperare non solo sul versante occupazionale, ma anche su quello
legato alla competitività, all’in-
ternazionalizzazione, all’innovazione tecnologica.
Il rapporto Ismea
Svimez certifica,
inoltre, che il Molise ha registrato
dal 2013 al 2015
un aumento del
fatturato relativo
all’export dei prodotti Dop pari al
18,8% e del 31%
per i vini Igt. Una
crescita che dimostra come le
aziende molisane
abbiano iniziato a
guardare con maggior interesse
all’export, puntando sulla qualità.
L’importante crescita registrata
dalle esportazioni del settore vitivinicolo evidenzia come eccellenze del territorio regionale
continuino ad investire e ad es-
sere riconosciute anche attraverso la partecipazione ad eventi
di respiro internazionale, quali il
Vinitaly, il Merano Wine Festival, il Prowinedi Dusseldorfed e
altre manifestazioni del settore,
in cui l’offerta di un prodotto di
qualità incontra la domanda proveniente da operatori che giungono da tutto il mondo;
occasioni importanti su cui l’assessorato alle Politiche agricole
della Regione Molise punta
molto.
“Anche sull’export dei vini, il
Molise continua la sua crescita
dando prova di coraggio e determinazione - ha concluso Facciolla - qualità necessarie per
consentire ai produttori molisani
di acquisire nuove ed importanti
fette di mercato, facendosi
strada nel percorso di internazionalizzazione che oramai da
qualche anno è stato avviato con
successo”.