Milazzo come era: il Carnevale - i Blog de La Citta di Milazzo

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Milazzo
Carnevale
come
era:
il
Il tappeto di coriandoli della via Giacomo
Medici ci annuncia che è tornato il carnevale.
Una festa sempre attesa anche se forse produce meno entusiasmi
del tempo passato.
Ora sono coinvolti dalla festa i giovani ed i bambini
sfoggiano maschere di moda per la gioia dei genitori.
che
In un non lontano passato il carnevale coinvolgeva anche
persone anziane che si divertivano oltre che nei veglioni
ad elaborare scherzi, e ciò forti del detto popolare: “ a
carnevale ogni scherzo vale”.
“Semel in anno licet insanire “ era la massima latina
ripetuta dalle persone che sognavano una qualche avventura un
po’ osè.
Intorno agli anni cinquanta il carnevale a Milazzo era molto
atteso non solo dai giovani e ciò anche perché costituiva
una delle rare occasioni di partecipare a feste di ballo.
Erano gli anni immediatamente successivi alla guerra e c’era
una gran voglia di divertirsi anche per dimenticare i tempi
tristi da poco superati.
In quell’epoca a Milazzo non vi erano balere, né night club,né
discoteche per cui i giovani
per ballare dovevano prima
inventarsi
un motivo (onomastico,compleanno,ecc.) e poi
organizzare festicciole in famiglia che si svolgevano sotto
l’occhio vigile dei genitori, delle zie zitelle e delle
nonne,il che frenava notevolmente l’esuberanza giovanile.
Per cercare di
creare una atmosfera meno rigida i giovani spesso,svuotando
le tasche dei pochi risparmi, portavano bottiglie di vermout
e guantierine di paste secche.
A Milazzo i veglioni si svolgevano al teatro Trifiletti. La
sala veniva sgomberata dalle sedie e poltroncine per
consentire i balli e l’ingresso,uno alla volta, dei carri
allegorici per essere giudicati e premiati.
Sul palco,oltre
l’orchestra e l’eventuale cantante, vi era un bancone per la
vendita di pasticceria perché era consuetudine dei cavalieri
portare al buffet la dama con la quale avevano ballato.
Si ballava anche in alcuni circoli: al circolo Duca di Genova
,cosiddetto dei nobili,nel quale vi era la tradizione della
“fagiolata”a mezzanotte di martedì grasso; nella sala rotonda
del Paladiana nella quale animatore delle serate era il prof.
Peppino Catalioti ,presso il quale un po’ tutta la gioventù
milazzese è andata a ripetizione di matematica.
Nei circoli erano più numerosi i partecipanti in
maschera,prevalentemente in “domino” preso in affitto.
Quest’ultimi suscitavano
facilmente individuabili.
la
curiosità
perché
non
erano
Nei circoli poiché vi erano meno persone rispetto al
Trifiletti era più agevole alle coppie volteggiare al suono
delle note dei valzer di Strauss.
I carri allegorici
che sfilavano lungo le vie cittadine
meriterebbero un lungo discorso a parte.
Non hanno avuto la notorietà
di quelli di carnevali
più
famosi perché sono mancati gli“sponsor”.
Erano frutto non solo di passione
erano ricchi di inventiva.
ma anche si sacrificio ed
Bisognava procurarsi
il materiale
che spesso era
introvabile o inaccessibile alle “tasche” degli animatori ed
ideatori dei carri. D’altra parte
i premi erano
spesso
simbolici e non coprivano le spese. Gli occupanti dei carri
spesso cantavano delle parodie di canzoni
con le quali
criticavano o mettevano alla berlina dei personaggi in vista
della città.
La satira era a volte troppo pungente per cui una volta un
organizzatore subì una denuncia.
Basta con i ricordi nostalgici
che possono provocare
malinconie, e ,Viva il carnevale ripetendo i versi di Lorenzo
il Magnifico:” Chi vuol essere lieto sia,del dimane non v’è
certezza…”