Polizia di Stato False imprese per false assunzioni a stranieri

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Polizia di Stato
False imprese per false assunzioni a stranieri
Un giro di affari che oscillava tra i 2 e i 3 milioni di euro e 171 indagati responsabili di favorire l’immigrazione clandestina
e la permanenza illegale in Italia tramite la creazione di documenti falsi per ottenere permessi di soggiorno.
Questo è il risultato di un’operazione condotta dal commissariato di Monza in collaborazione con la questura di Milano e
il Reparto prevenzione crimine che si è conclusa stamattina con 10 arresti domiciliari e 1 in carcere.
Le indagini hanno consentito ai poliziotti di scoprire l’organizzazione criminale che faceva capo ad un ragioniere
commercialista e ai collaboratori del suo studio di Sesto San Giovanni. Questi, insieme ad intermediari, prestanome, titolari di
ditte, ognuno con un compito ben definito, hanno creato nel corso degli anni che vanno dal 2007 al 2016 un’attività
basata sulla creazione di false ditte con lo scopo di simulare altrettanto falsi rapporti di lavoro. L’organizzazione ha così
fornito ad un numero enorme di cittadini stranieri i documenti di lavoro necessari per rimanere in Italia o per entrare.
In particolare, ogni volta che un cittadino straniero voleva ottenere un permesso di soggiorno per lavoro, pur non avendone i
requisiti come contratto di lavoro, buste paga e Cud, veniva avvicinato da persone, italiane e straniere, che gli offrivano una
falsa assunzione in una loro ditta. A volte capitava invece che lo straniero fosse avvicinato da un intermediario che raccoglieva i
suoi documenti e, nel giro di 3 o 4 giorni, gli consegnava la documentazione falsa o, ancora, che venisse direttamente
accompagnato nello studio del commercialista.
Sempre qui, infatti, quale che fosse la tipologia del “reclutamento”, veniva prodotta tutta la documentazione falsa
che, a seconda dei casi, veniva pagata dall’utente finale o all’intermediario o direttamente al commercialista.
Gli importi richiesti oscillavano tra i 200 ed i 3 mila euro. Il “prezzo” dipendeva dalla complessità della
pratica-lavoro da falsificare e dall’avidità dei vari intermediari che spesso “ricaricavano” consistenti
percentuali per sé stessi.
L’attività dell’organizzazione criminale nel corso degli anni, grazie alla poliedricità del commercialista,
all’elevato numero di soggetti coinvolti ed alla loro capacità di riciclarsi in vari ruoli, nonché nel creare sempre nuove ditte
ben si riassume nel nome dell’indagine: “Hydra”, il mitologico mostro dalle nove teste di serpente che, una
volta tagliate, ricrescevano duplicate.
Infatti ogni volta infatti che il commercialista aveva anche solo il sentore che i controlli stessero intensificandosi, faceva in modo
di creare una nuova ditta abbandonando quella compromessa.
Un vero e proprio sistema che nel corso degli anni ha creato ditte fittizie o utilizzato imprese già esistenti, per un totale stimabile
in 828 che hanno assunto nel corso degli anni più di 1.500 lavoratori stranieri.
Dalle perquisizioni effettuate, gli agenti hanno sequestrato documenti attestanti il reato, più di 4 mila euro in contanti nella casa
del ragioniere che a sua volta è stata posta sotto sequestro insieme allo studio, cantina e box al cui interno i poliziotti hanno
trovato migliaia di pratiche inerenti il reato.
20/02/2017
www.poliziadistato.it
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