Carnevale - Corriere del Mezzogiorno

Download Report

Transcript Carnevale - Corriere del Mezzogiorno

www.corrieredelmezzogiorno.it
Domenica, 19 Febbraio 2017
Carnevale
SFILATE, USI E MASCHERE IN SICILIA E CALABRIA
Il caos scompagina il cosmos
La carica eversiva e liberatoria
della festa, non di rado
combattuta e osteggiata dal
potere ecclesiastico e secolare,
non ha perduto la sua forza
di Gabriella D’Agostino
I
l Carnevale storicamente rimanda a un insieme di rituali caratterizzati da sequenze, comportamenti, performance incentrati sull’inversione dell’ordine sociale, dunque sulla sua
temporanea sospensione, sull’eccesso alimentare, sull’orgiasmo. Se tutte le feste sono tali perché
introducono una cesura nell’ordinario fluire del
tempo, consentendoci di coglierne la sua “natura” collettiva, il Carnevale, in questo senso può
essere considerato la festa del tempo per eccellenza perché ci lascia cogliere in modo esemplare il passaggio dal tempo consumato al tempo rigenerato, una rappresentazione del tempo come
dimensione ciclica, sacrale, reversibile diversamente da quella lineare, irreversibile del tempo
storico.
Collocandosi tra la fine dell’inverno e l’inizio
della primavera, è il tempo in cui le forze vitali si
esauriscono introducendo, per contrappunto e
inversione, il caos che scompagina il cosmos, il
tempo della morte che deve essere scongiurata
per riaffermare la vita attraverso la dismisura,
nelle figure, nell’assunzione del cibo, nell’eros; è
il tempo del ritorno dei defunti, del sopravvento
delle forze demoniache, delle maschere dell’alterità, della diversità, del rovesciamento e dell’inversione, di status, di genere, di generazioni, di
confusione degli ordini della realtà naturale.
Il tempo delle beffe
On line
Lo speciale
«Carnevale
in Sicilia
e Calabria»
è consultabile su
www.corrierede
lmezzogiorno.it
Carnevale è il capro espiatorio che si fa carico
dei mali del mondo (si pensi alla morte e al funerale di Carnevale nelle diverse personificazioni
che esso assume a seconda dei contesti) ma, nello stesso tempo è l’eroe che rigenera attraverso la
sua morte.
Il tempo di Carnevale è un tempo di sospensione, è un tempo altro in cui l’ordine sociale può
essere sconvolto e capovolto, le gerarchie abolite,
le regole dell’etichetta e delle decenza violate.
Senza regole
È in questo periodo
dell’anno che l’ordine
sociale può essere
sconvolto e ci si può
prendere gioco
di qualsiasi potere
Un tempo in cui è lecito beffarsi dei potenti, in
cui i padroni portano “capestro e sella”. Moduli
agonistici, con sfide, duelli, assalti, moduli nuziali, con pantomime di corteggiamenti e nozze,
moduli performativi basati sullo scambio (di alimenti, dolci, confetti) giocati sull’eccesso, secondo una modalità che viola le regole, di misura e
di confine, nei diversi registri possibili: eccessi
verbali, nel linguaggio scurrile o irridente, eccessi nella gestualità, scomposta, provocatoria, in-
decente, eccessi sonori, con grida, fischi, percussioni.
La carica eversiva e liberatoria, non di rado ma
con difficoltà combattuta e osteggiata dal potere
ecclesiastico e secolare, pur se addomesticata,
non ha perduto la sua forza, come attestano i diversi esempi documentati.
Docente di Antropologia culturale
all’Università di Palermo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
2
Domenica 19 Febbraio 2017 Corriere del Mezzogiorno
PA
Qui Sicilia
Il gemellaggio
Carri in miniatura
dell’evento acese
esposti a Taormina
Quest’anno tra il comune di Taormina ed il comune
di Acireale è stato organizzato un gemellaggio in
vista del periodo di Carnevale. Saranno in mostra
dei carri in miniatura del Carnevale di Acireale
all’interno delle sale del Palazzo Corvaja di
Taormina. L’iniziativa - mossa dall’impegno delle
rispettive amministrazioni comunali - è stata
promossa dall’assessorato regionale al Turismo
con il servizio turistico regionale di Taormina e
quello di Acireale. Una nuova sinergia per fare
sistema e per aumentare vicendevolmente
l’indotto turistico delle due città, nonché per
riportare il carnevale taorminese ai fasti delle
edizioni passate, seguendo l’esempio di quello
acese, ormai noto in tutto il mondo. «Le nostre
eccellenze si uniscono per potenziare l’offerta e
sono convinto che questa collaborazione possa
determinare riflessi significativi per entrambi i
territori – dice il sindaco di Taormina, Eligio
Giardina -. Unire le forze è un fatto positivo».
Termini Imerese, la corsa contro il tempo
Salvi tradizione e rogo del fantoccio Nannu
Folklore
 La morte
simbolica del
fantoccio
Nannu veniva
preceduta da u
tistamentu, il
testamento,
che aveva lo
scopo di
sbeffeggiare
politici locali e
personalità più
note del paese.
Oggi quel rito è
scomparso, ,
ma è rimasto il
rito del rogo
P
er settimane Termini
Imerese ha temuto che
la realizzazione del carnevale più antico di Sicilia potesse saltare per mancanza di fondi. Una situazione
che ha tenuto con il fiato sospeso i termitani e gli appassionati di tutta Sicilia per un
appuntamento, quello di febbraio, che ormai è una tradizione irrinunciabile. Grazie all’impegno di alcune associazioni, con il sostegno di commercianti e operatori
economici, è stato trovato l’accordo per garantire anche
quest’anno il weekend carnevalesco. Una corsa contro il
tempo perché fra una settimana arriveranno a Termini Imerese migliaia di visitatori.
Quest’anno la maggior parte
degli eventi si concentrerà tra
il 26 e il 28 febbraio con la sfilata dei carri allegorici e l’immancabile rogo del fantoccio
di cartapesta della figura de U
Nannu. Si tratta del fantoccio
di cartapesta di un arzillo vecchietto, che secondo l’antica
tradizione, veniva portato in
corteo e poi bruciato. La morte
simbolica del fantoccio veniva
preceduta dalla lettura di rime
u tistamentu, il testamento,
che avevano lo scopo di sbeffeggiare i politici locali e le
personalità più conosciute del
paese. Oggi quel rito è scomparso preferendo allo spettacolo del testamento, la sfilata
dei carri allegorici, ma è rimasto il rito del rogo.
La figura de U Nannu, segno
di riconoscimento di un carnevale tanto antico quanto misterioso, rappresenta un cambio di passo, di stagione ma
anche della stessa vita. Oggi U
Nannu è rappresentato da un
personaggio basso, con le
guance rosse e dall’aria allegra
che si consuma sul rogo per
fare spazio, per l’appunto, all’arrivo della quaresima a Nanna, immagine di rinascita a
nuova vita per l’arrivo della
primavera. Questo dualismo
tra U Nannu e A Nanna è il
simbolo stesso del carnevale
termitano. Un tradizione di cui
Sembrava che
la sfilata saltasse
per mancanza
di fondi, poi
sono intervenuti
alcuni privati
e l’evento si terrà
tra il 26 e il 28
di questo mese
si hanno testimonianze già
dalla seconda metà dell’Ottocento da un appassionato e
ignoto creatore di maschere
carnevalesche.
Ma chi sono e cosa rappresentano queste due figure? U
Nannu è un personaggio scorbutico e iracondo ed è anche
solito riservare al resto della
popolazione gesti scurrili e
Figure e gesti
Attesa per il rito della
morte simbolica del
pupazzo di cartapesta
contraltare di Nanna
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Acireale, è qui la festa che piace a “The Guardian”
Per l’autorevole quotidiano inglese è tra i dieci carnevali più belli del mondo
L
a città di Acireale è in trepida attesa per accogliere
lungo le vie del barocchissimo centro storico i suoi giganti di cartapesta. Come ogni
anno l’arrivo dei carri allegorici è un momento di forte interesse per gli abitanti e i turisti
che giungono qui per lasciarsi
stupire dalla maestosità dei
carri allegorici. Otto le gigantesche opere create dai maestri della cartapesta che quest’anno sfileranno accompagnate da sofisticati effetti scenici e luci multicolore. Oggi e
dal 23 al 28 febbraio, sette maschere singole e otto testoni
seguiranno nella parata i carri
allegorici, inoltre, «ci sarà una
grande festa in maschera per
bambini e ragazzi nel giovedì
grasso, ma soprattutto i fiori
torneranno protagonisti il lunedì con una retrospettiva che
parte delle carrozze dell’800,
dalla quale i nobili lanciavano
fiori e confetti, fino ad arrivare
alle macchine infiorate degli
anni ‘70» ha spiegato il direttore artistico del Carnevale,
Giulio Vasta.
Tra i temi scelti per i carri
non mancherà il mix tra satira,
fantasia e arte mentre, una
buona dose di musica farà da
cornice all’evento. Al sound,
infatti, ci penserà Rds, media
partner della manifestazione,
che sarà presente in piazza
Duomo alla cerimonia di apertura, alla sfilata e alla festa se-
Allegorie
Uno dei carri
del carnevale
di Acireale, un
mix tra satira,
fantasia e arte
Alla musica
ci pensa Rds
rale. La radio farà da miccia
per far esplodere la carica di
divertimento e allegria, con un
carro allegorico ad hoc ispirato al morning show di successo “Tutti pazzi per… Rds”.
Claudio Guerrini trascinerà il
pubblico assiepato sulle strade di Acireale, guiderà la grande festa di piazza Duomo,
inondandola di ‘Grandi successi’ e coinvolgerà il pubblico
in uno speciale party open air.
Il presidente della Fondazione del Carnevale, Antonio
Belcuore, sottolinea come
questo media partner darà al
Carnevale 2017 «la proiezione
nazionale che merita questo
palcoscenico». Per il sindaco
di Acireale, Roberto Barbagal-
scherzi vari mostrando, dall’alto del carro allegorico che
lo ospita, enormi finocchi e rape con evidenti intenti offensivi.
A Nanna, secondo il folclorista Paolo Toschi, è la figura
femminile che fa da contraltare che s’identifica con la Quaresima e rappresenta il passaggio tra vecchio e nuovo, tra
passato e futuro. Il rogo del
fantoccio del Nannu ha un
simbolismo intrinseco, la sua
distruzione è l’eliminazione
del male, quella dell’arrivo della Nanna propizia, invece, la
fecondità e l’abbondanza.
Nonostante un programma
ridotto, i maestri artigiani lavorano alacremente per rendere colorato e animato il carnevale. Quest’anno si è deciso
di puntare ad arricchire il
weekend di festa con appuntamenti collaterali: mostre, concerti e feste che animeranno le
strade e i vicoli di Termini
Imerese.
Roberto Chifari
lo: «sarà un evento di qualità
sotto tutti i profili: siamo presenti negli aeroporti di Roma,
Milano e Palermo e il The
Guardian cita il nostro Carnevale tra i dieci più belli al mondo. Lo stop per la sistemazione
della Cittadella, le scelte coraggiose e la destagionalizzazione della manifestazione
premiano. Il Carnevale 2017 è
programmato e promozionato
da un anno e alla fine della
manifestazione non ci fermeremo. È stato messo a bando il
bozzetto di Manara, un’opera
singolare e importante che resterà esposta nella nostra città».
Ve. Co.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Supplemento della testata
Distribuito con il Corriere della Sera non vendibile separatamente
Direttore responsabile: Enzo d’Errico
Redattore capo centrale: Carmine Festa
Redattore capo centrale: Paolo Grassi
Editoriale del Mezzogiorno s.r.l. con socio unico, soggetta a direzione
e coordinamento da parte della società RCS Mediagroup S.p.A.
Presidente: Alessandro Bompieri
Amministratore delegato: Domenico Errico
Produzione, amministrazione e sede legale: Vico II S. Nicola alla
Dogana, 9 80133 Napoli - Tel: 081.7602001 - Fax: 081.58.02.779
Reg. Trib. Napoli n. 4881 del 17/6/1997
Responsabile del trattamento dei dati (D.Lgs. 196/2003): Enzo d’Errico
© Copyright Editoriale del Mezzogiorno s.r.l. - Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici,
elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge.
Stampa: Società Tipografica Siciliana S.p.A.
Strada 5a n. 35 - 95030 Catania - Tel. 095.59.13.03
Sped. in A.P. - 45% - Art.2 comma 20/B Legge 662/96 Filiale di Napoli
Diffusione: m-dis Distribuzione Media Spa
Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02.25821
Pubblicità: Rcs MediaGroup S.p.A.
Dir. Pubblicità
Via Campania, 59/C - 00187 Roma - Tel. 06.6882.8692 - 06.6882.8662
Legale: Tel. 02.2584.6665
www.rcspubblicita.it
Pubblicità locale: PKSud srl. C.so Sicilia 43 - Catania
Tel. 095.73.06.336 - email: [email protected]
Proprietà del Marchio:
RCS MediaGroup S.p.A.
Distribuito con il
Direttore responsabile: Luciano Fontana
3
Corriere del Mezzogiorno Domenica 19 Febbraio 2017
PA
Le tradizioni
Chiaramonte Gulfi, tamburi medievali e gran ballo in maschera
In programma anche animazione e la XXXV edizione della sagra della salsiccia
Dal 26 al 28 febbraio, anche Chiaramonte Gulfi, un paesino
che fa parte del consorzio comunale di Ragusa, avrà il suo
Carnevale. Per i tre giorni più pazzi dell’anno sfileranno tre
carri (Cuba, Il Paese dei balocchi e Siamo tutti sulla stessa
gondola), inoltre, domenica 26, è prevista l’animazione per
bambini in piazza in mattinata, nel pomeriggio parata di
tamburi medievali provenienti da Santa Croce, Comiso e
Giarratana, e per concludere, ballo in maschera in piazza
Duomo. Lunedì 27, invece, si svolgerà la XXXV sagra della
salsiccia, anche quest’anno supportata dal Consorzio dei
Produttori di Chiaramonte. Infine, martedì la manifestazione
si concluderà con la sfilata dei carri e la premiazione del
vincitore nonché con il gran ballo in maschera, in piazza
Duomo. (Ve. Co.)
Sciacca, la sfida ultracentenaria dei carri
Attesi dal 25 al 28 febbraio migliaia di turisti. Distribuite aranciate al posto del vino
Re Nappa
 Peppe
Nappa è la più
antica
maschera
siciliana e una
delle più
antiche tra
quelle italiane.
 È un servo
sciocco e
scroccone
regolarmente
picchiato per
ogni guaio che
combina. Il
soprannome
“Nappa”
contribuisce a
caratterizzare il
soggetto,
associandolo
all’elemento
simbolo della
miseria che è
rappresentato,
nell’immaginari
o collettivo,
dalle “pezze”
sugli abiti laceri
U
ltracentenario, tra i più
importanti d’Italia,
conquista ogni anno
migliaia di turisti. È il
Carnevale di Sciacca, che con i
suoi carri allegorici coinvolge
tutta la città, nei lunghi preparativi, che ogni anno raggiungono importanti traguardi.
Peppe Nappa è il re del Carnevale saccense, viene rappresentato su un carro allegorico
fuori concorso e apre annualmente la sfilata carnascialesca.
Nell’ultimo trentennio particolarità del carro è la distribuzione al popolo di salsicce alla
brace, caramelle, vino e spremute di arance del luogo.
Il destino del carro è, secondo anche una credenza pagana, il rogo al centro della piazza intorno al popolo, che balla
sulle note del suo inno. Ogni
anno i carri allegorici vengono
preparati dalle singole associazioni. Ogni carro ha la sua
storia, la sua tematica, il suo
inno musicale, accompagnato
dai balletti preparati da gruppi
di giovani e non solo. Alcuni
ritengono che il Carnevale di
Sciacca risalga al 1616 quando
il viceré Osuna comunicò che
nell’ultimo giorno di festa, tutti dovevano mascherarsi. Inizialmente, i festeggiamenti si
svolgevano come una festa popolare per cui si mangiavano
molte salsicce, si beveva molto
vino e la gente si riversava in
strada travestita come meglio
credeva. In seguito iniziarono
a sfilare i primi carri addobbati che portavano in giro per la
città le persone mascherate.
Soltanto nel dopoguerra, però, i carri cominciarono ad essere intitolati e da essi iniziarono ad essere lanciati corian-
doli e stelle filanti. Dagli anni
‘50, poi, Peppe Nappa divenne
la maschera tipica del carnevale di Sciacca diventando anche
il sindaco simbolico della città
nei giorni di festa.
La sera del martedì grasso,
dopo essersi presentati ed esibiti per tutte le altre precedenti serate sul palcoscenico in
piazza Scandaliato, i carri ven-
gono classificati secondo vari
criteri (struttura, movimento,
inno musicale, copione) e solo
uno sarà il vincitore dell’edizione. Quest’anno una giovane
saccense, Roberta Mandalà, ha
lanciato su Instagram alcuni
scatti del carnevale che hanno
suscitato l’interesse della compagnia di navigazione “Tirrenia”. Sulle proprie navi, quin-
Arte
di cartapesta
Il vicesindaco
Silvio Caracappa
con due maestri
carristi e, in alto,
uno dei carri
allegorici
in sfilata
di, verrà pubblicizzato l’evento. Dall’edizione del 2011, al
posto del vino, viene distribuita aranciata per combattere il
fenomeno dell’alcolismo. «A
Sciacca arriveranno tantissimi
visitatori - dice il vicesindaco
Silvio Caracappa - come del resto ogni anno. Il nostro carnevale è conosciuto in tutto il
mondo e cerchiamo sempre di
dare quel tocco in più, che
possa permettere alla nostra
città di essere sempre al top.
Le prenotazioni nei vari alberghi sono già numerose, cosi la
città, i saccensi e i visitatori
potranno rendere omaggio al
faticoso lavoro e all’arte dei
nostri carristi. Ringraziamo
tutte le associazioni che hanno
lavorato da mesi per la realizzazione di questi splendidi
monumenti di cartapesta. Un
ringraziamento va ai ragazzi
dei gruppi mascherati, ai coreografi, a chi ha curato le musiche e gli inni, alla proloco
Sciacca-Terme e a tutti coloro
che con grandi sacrifici, hanno contribuito per rendere
questa nostra festa unica. I
maestri della cartapesta hanno dato il massimo, hanno impiegato questi ultimi giorni
senza pausa, curato i dettagli e
le opere finite sono davvero
meravigliose. Invito tutti a raggiungere Sciacca oggi e poi il
25, 26, 27 e 28 febbraio per il
rogo finale della maschera tradizionale del Peppe Nappa ed i
giochi pirotecnici in piazza
Scandaliato».
Francesca Capizzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4
PA
Domenica 19 Febbraio 2017 Corriere del Mezzogiorno
5
Corriere del Mezzogiorno Domenica 19 Febbraio 2017
PA
L’artigianato
Petrosino
Sfilate e danze
E il quattro marzo
c’è il carnevalone
Situato sulla punta occidentale della Sicilia, lungo la
costa tra Marsala e Mazara del Vallo, il Comune di
Petrosino sta per dare il via alla ventitreesima
edizione del suo Carnevale. L’evento, considerato il
più importante per la città e per l’intera provincia, si
svolgerà dal 25 al 28 febbraio con un ricco
programma d’iniziative che culminerà il 4 marzo con
il carnevalone. Quest’anno sfileranno per le vie del
centro quattro carri ma non mancherà l’animazione
per i bambini, musica e feste presso la struttura del
Carristi, un lavoro
che dura tutto l’anno
PalaCarnival, nonché l’esibizione dei gruppi
mascherati e, persino, un contest fotografico su
Instagram. «Quest’anno i veri protagonisti saranno i
carristi – afferma il sindaco Gaspare Giacalone -.
Questi ragazzi sono una risorsa preziosa, sono
carichi d’entusiasmo e lavorano con molto tempo in
anticipo” per arrivare all’appuntamento con un
carico straordinario di impegno e di creatività». Il
logo distintivo del Carnevale 2017 è una maschera
realizzata con acini d’uva e foglie,(Ve. Co.)
Plasmano la cartapesta
ispirandosi a
personaggi d’attualità,
le danno consistenza
e colore. Poi elettricisti
e meccanici
si occupano di rendere
le allegorie animate
e pronte per le sfilate
 I
La
cartapesta
si ottiene
riciclando
fogli di
giornale
con la colla
I carristi
preparano
le loro
allegorie
anche mesi
prima
dell’evento
l carnevale è una festa pagana di antichissime origini, ma che racchiude in
sé un’atmosfera di grande
divertimento, allegria e travestimento nata dal sentimento
di evasione e di reazione nei
confronti del periodo di penitenza e digiuno che lo segue.
In tutta la Sicilia, nei paesi
dove la tradizione, ancora oggi è viva come ieri, le strade e i
vicoli diventano per qualche
giorno un palcoscenico di manifestazioni ed eventi, sfilate
di carri allegorici e cortei di
maschere, coriandoli e stelle
filanti.
Uno spettacolo che racchiude in sé il lavoro incessante di
artigiani che realizzano e danno vita a figure animate. Al loro impegno senza soste dedichiamo uno spazio in questo
inserto speciale perché non
sarebbe carnevale senza la sfilata dei carri allegorici, realizzati dalle mani di artigiani che
modellano forme di cartapesta uniche nel loro genere.
E proprio in Sicilia, ad Acireale, si hanno testimonianza
dei primi carri di cartapesta le
cui maschere più caratteristiche sono quelle della parodia
dei maggiori esponenti delle
classi sociali cittadine, sono le
rappresentazioni in chiave derisoria e grottesca di coloro
che detengono il potere e che
hanno un ruolo predominante nella società.
La cartapesta con cui si costruiscono i carri si ottiene riciclando fogli di giornale che
si modellano con una colla ottenuta mescolando acqua e farina. È un materiale che, seppur povero, possiede sorpren-
Creatività
Un giovane
artigiano alle
prese con il
calco che a
Carnevale
diventa un
pezzo
importante
di un carro
allegorico
allegro,
buffo e
canzonatorio
denti potenzialità espressive e
resistenti. E i carri allegorici
del carnevale ne sono il risultato più sorprendente. I maestri artigiani lavorano settimane, o in alcuni casi anche mesi
prima, con sapienza, estro,
passione e determinazione
mettono in forma, giorno dopo giorno, nei loro capannoni,
spettacolari creature di carta
che prendono consistenza
pian piano: allegre allegorie
delle vicende umane, personaggi dell’attualità, della cronaca e della politica.
Una volta realizzato il modello desiderato, gli artigiani
lo decorano con disegni, fiori,
paesaggi, tocchi di colore accesi o spruzzi d’argento.
La cartapesta viene così modellata su calchi di argilla e
gesso prima di essere dipinta
con colori sgargianti.
Il passaggio successivo
spetta agli elettricisti e ai meccanici che si occupano di rendere le maschere animate di
vita propria.
I carri sono un lungo e laborioso lavoro che scattano una
fotografia del momento e, al
contempo, delle vere e proprie opere d’arte da esporre
lungo le strade. E così il paese,
nei giorni delle sfilate, si trasforma in un vivace teatro a
cielo aperto dove ad esibirsi in
sfilata ci sono proprio i carri
più belli. Quando escono dai
capannoni enormi nelle dimensioni, sgargianti nei colori, animati da meccanismi segreti, i carri allegorici sono
uno spettacolo affascinante
che mozza il fiato, che sorprende per il gioco di equilibri
improbabili e per la lussuosa
coreografia.
Roberto Chifari
© RIPRODUZIONE RISERVATA
6
Domenica 19 Febbraio 2017 Corriere del Mezzogiorno
PA
Peccati di gola
Cascata di miele
Pignolata che bontà
La ricetta antica
al sapore di festa
È un’ode al miele, la pignolata (o anche detta
pignoccata, pagnuccata o mpagnuccata), quel
tipico dolce carnevalesco siciliano. Questa ricetta
antica, che varia leggermente secondo le zone in
cui è cucinata, compare in tutti i ricettari delle
nonne poiché non si può resistere a questa
cascata di bocconcini peccaminosi la cui forma
ricorda quella di una pigna (da cui prende il nome),
guarniti da una cascata di codette colorate che
ricordano i festosi coriandoli e da abbondanti
cucchiaiate di miele. Con l’impasto - realizzato con
farina, uova, burro e qualche goccia di limoncello –
si formano tanti bastoncini lunghi e sottili che poi
si tagliano a pezzetti di uno/due centimetri di
lunghezza. Con pazienza e minuzia le piccole
pigne, infine, vengono fritte in abbondante olio
caldo finché non diventeranno paffute e dorate.
Paese che vai, golosità che trovi: i dolcetti della
pignolata in Campania si chiamano struffoli e si
mangiano durante le festività natalizie (Ve. Co.)
Dolci Una volta all’anno si può esagerare
Sfingi, crispelle di riso e chiacchiere sono protagoniste del carnevale siciliano in pasticceria
Ma c’è anche chi prepara la “brighella”, bignè fritto con la crema, e torte farcite di banconote
Chiacchiere
Le chiacchiere
o frappe sono
un dolce che
unisce l’Italia
da Nord a Sud.
Dopo aver
realizzato un
impasto con
zucchero, uova,
farina, cannella
e marsala,
facciamo delle
strisce di pasta
da friggere in
olio bollente,
finché non
sono dorate e
croccanti.
Mettiamole a
colare su carta
assorbente e,
una volta
fredde, le
decoriamo con
zucchero a velo
e confettini.
L
a frittura, la ricotta, ricette dense di storia si
alternano sulle tavole siciliane durante i giorni
di Carnevale. La comparsa d
sfingi, crispelle e chiacchiere
sui banconi di laboratori e pasticcerie indica che la festa più
gioiosa e mattacchiona dell’anno è ormai alle porte. I siciliani tendono sempre a far
passare dalla cucina ogni avvenimento dell’anno: dal Natale
a Pasqua, ogni ricorrenza è
buona per sedersi e gustare il
dolce tipico di quel periodo
dell’anno. Ma la Sicilia, si sa, è
piena di vizi culinari imbattibili, come del resto buona parte delle regioni del Sud Italia.
La pensano così anche i pasticceri dell’Isola che non smettono di preparare leccornie e
specialità tipiche.
Con ben quarant’anni d’attività dolciaria alle spalle, il maestro pasticcere, Giuseppe
Rizzo, della storica pasticceria
catanese Verona & Bonvegna
svela le sue specialità più richieste del mese di febbraio:
«in questo periodo dell’anno
prepariamo delle mini meringhe a forma di pagliaccio, le
intramontabili chiacchiere,
preparate con farina, zucchero, uova e vino bianco, infine,
Dolce e salato
La torta
decorata
con banconote
beneauguranti,
rigorosamente
in pasta di
zucchero
e alcuni panini
con i salumi
le crispelle di riso immerse nel
miele. Per l’occasione abbiamo creato delle torte decorate
con diversi segni beneauguranti, come stelle filanti, spighe di grano e banconote, realizzati in pasta di zucchero, ma
anche crostate di ricotta la cui
base è di pasta frolla e sopra
s’innalza un manto di chiacchiere e riccioli di ricotta. Per
non dimenticarci dell’euforia
legata a questa festa trasformiamo in simboli scherzosi il
marzapane elaborato con pasta di mandorla. Decliniamo la
classica frutta martorana, che
si usa durante il periodo pasquale, in forme inconsuete
ma tipiche del periodo carnascialesco. Ed ecco saltano fuori panini con la mortadella,
formaggi di vario genere, olive
e salsiccia: tutti quei cibi che si
consumano in genere durante
il periodo “grasso” prima del
digiuno quaresimale».
Spostandoci a Palermo, il
giovane pasticcere palermitano Giovanni Cappello, invece,
rivisita in chiave moderna i
dolci del periodo burlesco. «I
dolci della pasticceria Cappello seguono le richieste della
nostra clientela – svela Giovanni - oltre alle immancabili
chiacchiere, sia al forno che
fritte, realizziamo monopor-
zioni al cioccolato bianco ricoperti con glassa al cioccolato o
al lampone e decorate con pois colorati. Creiamo mascherine di cioccolato e cioccolatini
dalle forme festose, con all’interno diversi ripieni che vanno
dal cioccolato fondente al tiramisù, fino al latte e nocciola e
al caffè. Non mancano, ovviamente, torte di ogni tipo che
addobbiamo ad hoc per far vivere a chi li acquista quell’aria
di allegria anche sui dolci».
Diametralmente opposte le
specialità di Carnevale della
pasticceria castelbuonese, Fiasconaro, che si concentrano su
ricette arabe, una sinfonia di
profumi e gusto. «Il martedì
grasso la gente si sveste delle
proprie frustazioni – confessa
il noto pasticcere Nicola Fiasconaro – un momento di sfogo con o senza maschera. Anche nell’alimentazione dolciaria c’è bisogno di qualche dolce scherzoso, come ‘la
brighella’, un bignè fritto in
olio extra vergine di oliva e farcito poi con una ganash di crema alla manna. A questo accostiamo la “Testa di Turco” e il
“Riso Turco”, meglio conosciuto come “Riso in Tegame”.
Il primo è un dolce a cucchiaio, un biancomangiare che in-
termezza lasagnette di sfoglia
sottilissima, friabile e croccante. Al primo assaggio predomina nel palato un trionfo di
agrumi capitanati dal verdello
e quel tocco pacato e avvolgente della cannella. Il “Riso Turco”, invece, è un riso dolce lasciato a mantecare nel latte o
nello strutto, impastato poi
con zucchero, cannella, cioccolato e scaglie di tuma. Sapori antichissimi, della memoria
madonita che di anno in anno
rivivono grazie alle mani sapienti di noi pasticceri».
Concluso il periodo di Carnevale, i laboratori dei maestri
pasticceri siciliani cominceranno subito a produrre i dolci
di Pasqua. Si metteranno così
all’opera tra colombe, cassare,
cuddure cull’ova (un grosso
dolce di forma circolare, con
incorporato un numero variabile, ma sempre dispari, di uova col guscio, che le giovani
donne usavano regalare ai fidanzati nel giorno della Resurrezione) e quant’altro sia di
buon auspicio durante la Settimana Santa, facendo in modo
che la ritualità di questo ritmato e dolcissimo ingranaggio
non abbia mai fine.
Venera Coco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
7
Corriere del Mezzogiorno Domenica 19 Febbraio 2017
PA
Qui Calabria
Il personaggio
C’è Giangurgolo,
insolente caricatura
di ufficiali spagnoli
Di origine poco certa, prima a Napoli e poi a Reggio
Calabria e così a Catanzaro, la figura di
Giangurgolo è la classica maschera allegorica
creata per soddisfare l’esigenza di mettere in
ridicolo, caricaturandoli, i dominatori spagnoli del
Meridione d’Italia considerati “inutili eroi”, bravi
soltanto con le chiacchiere. Dedita alla gola, la
maschera rappresenta l’arroganza, la millanteria e
la codardia tipica degli atteggiamenti di superiorità
tracotante degli ufficiali spagnoli, irriverenti ed
insolenti. Così, nel ‘600 e nel ‘700, Giangurgolo è
stato il protagonista nei palcoscenici dei teatri ma
anche in rappresentazioni di strada. Secondo
un’altra ipotesi, invece, la maschera sarebbe nata
dalla volontà di ridicolizzare una persona
realmente esistita a Catanzaro. Secondo tale
ipotesi, rappresenterebbe, dal punto di vista
etimologico, un “Gianni l’ingordo”, per la sua
caratteristica distintiva che era, appunto,
l’ingordigia. (c. s.)
Castrovillari, la mascherata al top
Giunto alla 59esima edizione, è stato inserito tra i Carnevali storici d’Italia
A Crotone 247 atleti in gara nella regata internazionale e show di Cristicchi
Arbereshe
Lungro, paese
di cultura
albanese,
riporta
in piazza,
secondo il rito
arbereshe, la
celebrazione
delle gesta
eroiche degli
antichi padri e
condottieri.
A Guardia
Piemontese di
scena
il Carnevale
Occitano
delle comunità
Valdesi.
L
a festa più allegra dell’anno è pronta ad aprire
le danze. Nelle piazze
dei centri storici e lungo
le vie, in tante cittadine della
Calabria, si porta in scena la
tradizione mista all’allegorica
rappresentazione del presente
per poi rivolgersi, con azioni
benefiche, anche a chi ha più
bisogno. Già da ieri, lo storico
Carnevale di Castrovillari, in
provincia di Cosenza, ha dato
inizio al ricco programma di
eventi che coinvolgerà i numerosi ospiti fino al 28 febbraio.
Giunto alla 59esima edizione, quest’anno ha ricevuto, da
parte del Ministero dei beni
culturali, l’ambito inserimento
nell’elenco nazionale dei Carnevali Storici d’Italia, al pari
quindi di Viareggio, Venezia,
Putignano e Cento. Il Carnevale entrerà nel vivo il 23 febbraio con l’incoronazione di “Re
Burlone” a cura della compagnia teatrale “I Pirrupajni” e
con il corteo storico della Festa
della Bandiera di Morano Calabro. Tra gli altri eventi, al
centro del programma, spazieranno le sfilate tipiche della
manifestazione che, nella
giornata di domenica, rappresenteranno la “Parata della
Gioia” e, nel pomeriggio, il
“Serpentone colorato” di figuranti e carri allegorici. Attraverseranno le vie cittadine in
attesa della festa conclusiva di
martedì grasso.
Si rimane nel Cosentino, ad
Alessandria del Carretto per
celebrare, tra i più tradizionali
della Calabria, il carnevale di
Pulcinella con la messa in scena di due tipici figuranti: u
pohicinelle bielle e u pohicinelle brutte. Tra ieri e oggi, l’appuntamento è fissato soprattutto con la “bella” che è rappresentata da un costume coloratissimo, legato ai rituali
usati nei fidanzamenti ufficiali
che, ancora nel presente, ven-
gono vissuti con grande enfasi. Così, anche nella loro rappresentazione mascherata, sia
chi la indossa che chi partecipa alla vestizione vive il momento con grande solennità.
La maschera “brutta”, invece,
ricorda la vecchiaia che, un
tempo più rappresentata, è vestita di nero e catenacci per fare scherzi e spargere cenere tra
le persone.
Si cambia provincia per
giungere a Crotone dove il carnevale ha il volto di ben 247 atleti, provenienti da 11 Nazioni,
chiamati a raccolta dal Club
Velico per celebrare la regata
internazionale “Carnival Race
2017”. Così, dal 21 al 28 febbraio, la “Città della Vela” sarà animata da un ricco contenitore
di concerti, opere teatrali, mostre di pittura, presentazioni
di libri, lezioni magistrali, parate di Carnevale e iniziative
nelle scuole superiori crotonesi. Tra gli eventi in programma
da non perdere l’incontro con
Simone Cristicchi, cantautore
e attore, che metterà in scena
“Esodo”. Floriana Mungari e il
suo Shining Voices Gospel
Choir si esibiranno in uno
spettacolo dedicato alle più
belle canzoni di sport dal titolo “C(u)ori da stadio”. L’Orchestra Giovanile della Calabria,
52 elementi, interpreterà “I pirati dei Caraibi e altre musiche” mentre la compagnia crotonese del Teatro della Maruca
presenterà lo spettacolo di burattini “Pulcinella e Zampalesta nella terra dei fuochi”.
Stessa allegria è prevista per
i carnevali etnici calabresi di
spiccata natura identitaria. Si
tratta del Carnevale di Lungro,
paese di cultura albanese, che
riporta in piazza, secondo il rito arbereshe, la celebrazione
delle gesta eroiche degli antichi padri e condottieri. Sarà
così, anche, a Guardia Piemontese con il Carnevale Occitano delle comunità Valdesi. A
Melito di Porto Salvo, l’Adspem Fidas e l’Ail accoglieranno quanti vorranno festeggiare in maschera per poi devolvere il ricavato delle offerte al
reparto di ematologia degli
Ospedali Riuniti di Reggio Calabria.
Concetta Schiariti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
8
PA
Domenica 19 Febbraio 2017 Corriere del Mezzogiorno