Rassegna stampa del 20 febbraio 2017

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del 20/02/2017
20 febbraio 2017
http://www.abruzzoweb.it/contenuti/paradossi-postsismici-nell-alto-aterno-a-rischio-milionidi-euro-per-lo-sviluppo-/620501-302/
PARADOSSI POSTSISMICI: NELL'ALTO ATERNO
A RISCHIO MILIONI DI EURO PER LO SVILUPPO
L'AQUILA - È una fatica vana gettare semi su un terreno non fertile. Una saggezza
contadina che, oggi più che mai, vale anche per le misure di rilancio economico,
detassazione e aiuto alle popolazioni previste dal decreto legge appena pubblicato a
beneficio anche dei territori abruzzesi, del Teramano e dell’Aquilano, colpiti dal terremoto
dell'agosto 2016, e poi ancora quelli di ottobre e gennaio, quando ancora a fatica si
stavano riprendendo dal sisma del 2009.
Un esempio concreto lo racconta ad AbruzzoWeb Dario Tudini, presidente
dell’associazione Stava, che da un paio d’anni lavora a rilanciare il turismo nell’area
dell’Alto Aterno, ovvero in primis dei tre comuni del vecchio e nuovo cratere sismico,
Capitignano, Montereale e Campotosto.
Qui, oltre 2 milioni di progetti già presentati a Invitalia, finanziabili con i fondi del 4 per
cento della ricostruzione del 2009 stornati per il rilancio economico e produttivo, sono in
via di definitiva approvazione, ma il problema è che la nuova emergenza sismica ha
mutato lo scenario e ora buona parte di quei fondi rischiano di non poter essere utilizzati
se non si concedono deroghe, se non si ripensano i termini dell’intervento.
"Parliamo di oltre dieci progetti - spiega Tudini - per importi medi di 250 mila euro, tutti a
mio parere assolutamente validi, perché redatti con il supporto di alte professionalità, su
basi concrete. Tra i progetti, quelli che prevedono la realizzazione di aree di sosta
attrezzate per i camper, un villaggio turistico in bioarchitettura e con piscina a beneficio di
tutto il comprensorio, un parco didattico a tema, dedicato alla flora e alla fauna di queste
montagne, servizi di noleggio per biciclette con pedalata assistita, spiagge attrezzate a
basso impatto ambientale sul lago di Campotosto e anche una scuola di vela".
Progetti con tutte le carte in regola per avere l’ok da Invitalia, ma pensati e stilati in una
situazione molto diversa da quella di oggi.
"Il bando - spiega infatti Tudini - prevede un finanziamento a fondo perduto dell’80 per
cento con tetto massimo fissato a 200 mila euro e con l’Iva a carico del beneficiario.
Ovvero, su un finanziamento di 250 mila euro, il beneficiario deve mettercene circa 100
mila e impegnarsi, pena la restituzione del finanziamento, a far decollare il progetto entro
180 giorni".
Condizioni e obiettivi che potevano essere congrui e alla portata prima del terremoto del
24 agosto, ma che ora rischiano di diventare una trappola, o comunque una missione
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impossibile.
"I nostri paesi sono ora deserti - ricorda Tudini - non ci sono più nemmeno i cosiddetti
‘oriundi’, ovvero i paesani che vivono a Roma o altre città e che nei fine settimana e feste
comandate tornano nella casa in paese, e rappresentano un ossigeno anche economico".
Per non parlare dei turisti, spariti, anche a causa dell’allarmismo mediatico, scatenato
financo dalla commissione Grandi rischi che ha paventato scosse di magnitudo fino a 7,
ovvero distruttive, pur ribadendo che i terremoti non sono prevedibili, e addirittura
vagheggiando un "rischio Vajont" nel lago di Campotosto, lanciato nel bel mezzo
dell’emergenza sisma e neve di metà gennaio.
"Da questo punto di vista - protesta Tudini - assieme al sisma del 24 agosto questi
irresponsabili proclami hanno fatto più danni di quello del 6 aprile 2009, perché hanno
consolidato a livello nazionale l’immagine di un territorio che non è sicuro per tracorrerci
una vacanza e figuriamoci per viverci. E dunque, con queste basi, come si può a cuor
leggero dar seguito ai progetti di Invitalia? Sono progetti che dovono subito cominciare a
creare profitti, ma ora il rischio d’impresa si è decuplicato".
Non è un caso che le banche già stiano facendo qualche passo indentro, rispetto
all’iniziale disponibilità a concedere mutui agli aspiranti imprenditori del turismo, che in
buona parte sono giovani e senza grandi disponibilità economiche. Il rischio, insomma, è
che in molti rinuncino non solo al finanziamento, ma anche ai loro sogni, alla loro
determinazione a far rinascere il territorio.
"Quello che va previsto è un mutamento in corsa delle regole - spera Tudini - Per esempio
si possono allungare i termini di avvio del progetto, da 180 giorni a 5 anni, o dare la
possibilità di ricalibrarlo. C’è chi ha inserito come strategico un immobile che ora è
inagibile, mi sembra ragionevole dare la possibilità a beneficiari di aggiornare il progetto.
La Regione potrebbe, poi, intervenire come garante finanziario dei progetti, sostituendosi
alle banche che si tirano indietro”.
E il discorso torna a cadere anche sull’edilizia. Non solo tra i turisti, ma anche tra i
residenti, si è diffusa una talvolta immotivata "psicosi della pietra": non vogliono più
dimorare nelle abitazioni tradizionali, seppure antiche di secoli, anche se consolidate e
certificate, e che hanno retto a tremendi terremoti senza mai cadere e fare vittime.
Ma in tempo di guerra non si può andare per il sottile, e Tudini, a nome di tanti operatori,
chiede che venga favorita la possibilità, non prevista nel decreto, di poter realizzare
strutture in legno o altri materiali considerati sicuri al 100 per cento in caso di sisma, al fine
di riallocare anche attività turistiche, ricettive e agricole.
Una proposta tutto sommato in linea con quella che potrebbe coinvolgere l’archistar Renzo
Piano, e che prevede di abbattere buona parte di Camopotosto e delle sue frazioni e
ricostruirle ex novo, con tecniche innovative antisismiche, secondo un progetto pilota da
elaborare assieme alle migliori professionalità in ambito di progettazione tecnica ed
architettonica.
In alcuni comuni del cratere sismico abruzzese si stanno poi progettando edifici anche
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dentro i centri storici, che prevedono esternamente le pareti in pietra preesisenti,
dovutamente consolidate, ma al loro interno strutture in acciaio che hanno costi di
realizzazione e gradi di sicurezza sismica pressochè irrangiungibili.
Tudini rimarca che "le nuove scosse hanno aumentato ancor di più il numero degli edifici
inagibili e ritarderanno ancor di più il processo di ricostruzione delle case colpite dal sisma
del 2009. Non possiamo permetterci di attendere anni - sbotta - servono strutture
alternative subito, e ben venga anche l’edilizia in legno, o altri materiali, anche dentro i
tessuti urbani dei nostri paesi, in sostituzione delle case in pietra di nessun pregio
architettonico e artistico e oramai irrecuperabili, con tempi di realizzazione molto più brevi".
"Anche chi opera nel turismo e nel comparto agricolo va aiutato a realizzare strutture
alternative, e va fatto subito, stando attenti come ovvio a minimizzare il consumo di suolo,
a tutelare il paesaggio", conclude.
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http://news-town.it/economia/14976-abruzzo,-garanzia-over-premia-le-imprese-delchietino-l-aquila-molto-indietro.html
ABRUZZO, 'GARANZIA OVER' PREMIA IMPRESE DEL CHIETINO:
L'AQUILA INDIETRO
Sono stati pubblicati gli elenchi delle aziende ammesse a finanziamento per l'Avviso
pubblico Garanzia Over.
Si tratta di circa 300 richieste di assunzioni a tempo indeterminato, presentate nella sola
giornata del 5 dicembre 2016, il primo giorno utile, che fruiranno degli incentivi messi a
disposizione dall'Avviso pubblico
Il finanziamento è concesso su due linee: la prima, prevede "Incentivi finalizzati
all'assunzione di disoccupati over 30 residenti nei Comuni della regione Abruzzo
ricompresi nelle aree interne e nelle aree di crisi complessa e non complesse"; la
seconda, invece, "Incentivi finalizzati all’assunzione di disoccupati over 30 residenti nei
Comuni della regione Abruzzo non appartenenti ad aree interne/di crisi".
Spiegano gli uffici regionali che l'efficacia delle graduatorie è condizionata all'esito dei
controlli sul "de minimis" nel triennio 2015-2017 e alle eventuali controdeduzioni da parte
delle aziende escluse.
Sta di fatto che, nella sola giornata del 5 dicembre, sono stati impegnati 2.8 milioni di euro,
sui 4,8 milioni messi a disposizione come contribuzione a fini di assunzione a tempo
indeterminato. Nei prossimi giorni verranno resi pubblici gli elenchi delle candidature
presentate dopo il 5 dicembre 2016.
Intanto, a leggere i dati emerge che, a livello provinciale, la maggior parte delle imprese
finanziate opera nel chietino (127, quelle finanziate); seguono la provincia di Pescara (71
imprese finanziate), Teramo (46) e L'Aquila (43); segno che le attività imprenditoriali di
quel territorio hanno risposto con maggiore sollecitudine alle opportunità fornite dal bando.
Ovviamente, il dato si conferma a leggere i nomi di coloro che sono stati assunti: dei 300
fortunati che hanno risposto al bando e ottenuto un posto di lavoro, soltanto 14 risiedono a
L'Aquila città.
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http://www.abruzzoweb.it/contenuti/grido-di-dolore-dei-vescovi-in-abruzzo-cresconopoverta-e-disoccupazione-/620973-327/
GRIDO DI DOLORE DEI VESCOVI: ''IN ABRUZZO CRESCONO
POVERTA' E DISOCCUPAZIONE''
"Non solo cattedrali. La Chiesa di oggi ha bisogno di essere presenza e sostegno nella
vita quotidiana della gente".
Con queste parole il segretario della Conferenza Episcopale Abruzzese e Molisana mons.
Camillo Cibotti scandisce il nuovo imperativo dei credenti d'oggi, a coclusione del
convegno 'Sognate anche voi questa Chiesa' che ha visto insieme gli undici vescovi
dell'Abruzzo e del Molise e 300 delegati provenienti da tutte le realtà del territorio.
Centrale nella relazione conclusiva di monsignor Bruno Forte, vescovo metropolita di
Chieti e Vasto, e dei sociologi Attilio Danese e Paola Di Nicola, gli allarmanti dati sulla
crescente condizione di povertà in Abruzzo e Molise.
Nelle due regioni analizzate, considerando anche gli immigrati, è sotto la soglia di una
condizione di vivibilità un quarto delle famiglie, pari a più di 80 mila persone, mentre in
alcune aree la disoccupazione giovanile, ha quasi raggiunto il 60 per cento. Le famiglie
con figli sono sempre più a rischio povertà ed esclusione sociale. Il tasso sale al 48,3 per
cento per le coppie con tre o più figli rispetto al 39,4 per cento dell'anno scorso e
raggiunge il 51,2 per cento se si tratta di minorenni.
In particolare per le persone che vivono in coppia con almeno tre figli l'impossibilità di far
fronte a una spesa imprevista di almeno 800 euro è passata dal 48,1 per cento al 52.8 per
cento, mentre la quota di chi è in arretrato con mutui, prestiti o bollette passa dal 21,7 per
cento del 2014 al 30,4 per cento del 2016.
"Evangelizzare, accompagnare e integrare - ha spiegato mons. Forte - sono i tre verbi
chiave da tener presente e tradurre in realtà per sostenere la famiglia oggi. In una società
dove vige la cultura del provvisorio, occorre proporre in tutte le forme e occasioni il
messaggio che la famiglia rappresenta una risorsa e non un problema. È dunque
necessario accompagnare i giovani che si preparano al matrimonio e nello stesso tempo
accogliere le famiglie, anche quelle 'ferite"
"Ascoltare, provocare e coinvolgersi - ha proseguito mons. Forte - sono invece i verbi che
vanno messi in atto con i giovani che chiedono di essere ascoltati, senza pregiudizi e
senza paure". "I giovani - ha sostenuto - non vogliono maestri che insegnino dall'alto di
una cattedra, ma testimoni che li affianchino o li precedano in maniera convincente. I
giovani, anche in Abruzzo e Molise, restano 'figli' sempre più a lungo: quattro giovani su
dieci tra i 25 e 34 anni, vivono ancora nella famiglia d'origine; il 45% dichiara di restare in
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famiglia perché non ha un lavoro e/o non può mantenersi autonomamente; la
disoccupazione giovanile e il precariato risultano essere il dramma più grande che oramai
vivono tutte le famiglie".
"La mancanza di lavoro è un problema reale, anzi, è 'il' problema in questo momento, che
colpisce la maggior parte delle famiglie, sviluppando una nuova povertà. C'è una forte
mobilità, un forte precariato, un lavoro nero o sottopagato, che genera un'instabilità
psicologica e relazionale delle persone, rendendo più difficile il pensare a prospettive per il
futuro, come formare una famiglia. Il paradigma del lavoro come 'impiego' si sta esaurendo
con una progressiva perdita dei diritti lavorativi e sociali, in un contesto di perdurante crisi
economica che coinvolge fasce sempre più ampie della popolazione".
"Sono povertà fisiche e povertà spirituali, povertà materiali e povertà culturali. Ci sono
poveri fra i giovani e gli adulti, fra i bambini e gli anziani. Occorre poi personalizzare,
mettere al centro la persona, nella piena consapevolezza che il povero non è un oggetto
né tanto meno un sacco da riempire, ma una persona umana, da rispettare, promuovere,
amare. Condividere perché ogni intervento verso i poveri va inteso come una condivisione
reciproca, uno scambio. Non c'è nessuno così povero che non abbia qualcosa da offrire
all'altro".
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http://www.terremarsicane.it/vas-donatori-sangue-di-avezzano-panecaldo-confermatopresidente-arrivano-anche-tre-giovani/
VAS (DONATORI SANGUE) DI AVEZZANO, PANECALDO CONFERMATO
PRESIDENTE. ARRIVANO ANCHE TRE GIOVANI
Il V.A.S. (Volontari Abruzzesi Sangue) sezione di Avezzano, ormai al suo terzo anno di
attività, nella sede operativa in via Don Minzoni n. 42/B, ha voluto esprimere la sua
gratitudine ai propri donatori, per il loro “gesto d’amore”, con un piccolo ma significativo
buono spesa, utilizzabile presso un centro commerciale della città.
E’ stato in tal modo possibile ringraziare quanti hanno donato almeno una volta nel corso
del 2016, ossia coloro che hanno agito nello spirito tipico del donatore volontario,
periodico, responsabile e non retribuito, operando con il solo principio di solidarietà che
caratterizza tutte le donazioni, di qualsiasi associazione sul territorio.
Mai come in quest’ultimo periodo l’Italia e la nostra terra, in particolare, hanno bisogno di
consolidare l’autosufficienza del sangue, con una diffusione capillare, nel territorio, della
cultura della donazione, perché non si può andare a donare solo quando accadono eventi
catastrofici, che richiedono uno straordinario fabbisogno di sangue, ma si ha la necessità
soprattutto di donatori abituali, senz’altro più controllati e con uno stile di vita consono a
tale attività. Con un gesto di altruismo, semplice e sicuro, si può salvare la vita di persone
che ne hanno un assoluto bisogno.
“Donare sangue è donare una Vita” è lo slogan del VAS di Avezzano, che invita quanti
volessero dare il proprio contributo, donando in modo responsabile e abituale, a
contattarci presso la nostra sede….
Si coglie l’occasione per comunicare che nello scorso mese di gennaio il VAS ha rinnovato
il suo direttivo, inserendo una preziosa componente giovanile ed esattamente Eleonora
Venturini (vicepresidente), Laura Venturini (consigliere) e Giampaolo Pierleoni (Tesoriere).
Confermati come consiglieri Fabrizio Cianfarani, Loreto Ciucci, Mario Di Renzo, Rossana
Petricola, Luciano Toracchio, Luciano Venturini. Inoltre confermati Giulio Panecaldo
(Presidente), Silvio Di Loreto (Segretario) e Bartolomeo Pulsoni (Presidente onorario).
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http://www.terremarsicane.it/gioia-aratari-confermato-coordinatore-dei-volontari-dellaprotezione-civile-aureli-nominato-coordinatore-amministrativo/
GIOIA, ARATARI CONFERMATO COORDINATORE DEI VOLONTARI
DELLA PROTEZIONE CIVILE, AURELI NOMINATO COORDINATORE
AMMINISTRATIVO
Gioia dei Marsi. In una sala consiliare gremita si sono rinnovate le cariche del gruppo
comunale di Protezione civile di Gioia dei Marsi.
Ha aperto i lavori della seduta il sindaco di Gioia dei Marsi, Gianclemente Berardini, che
ha ringraziato il gruppo per i numerosi interventi svolti in questi 7 anni e ha voluto
rimarcare l’orgoglio provato nel confronto con gli altri sindaci del comprensorio nel vedere
come la Protezione civile comunale sia particolarmente apprezzata e considerata modello
di riferimento, auspicando che il rinnovo delle cariche sociali porti nuova linfa e voglia di
coesione e aggregazione nel gruppo.
La giornata si è caratterizzata dalla relazione di fine mandato sia del coordinatore
amministrativo Luigi Aratari che del coordinatore dei volontari Antonio De Ioris, i quali
hanno ricordato ai presenti i rispettivi obiettivi di mandato e i risultati ottenuti.
Spiccano gli interventi nell’Emergenza neve 2012 che ha colpito la regione
Abruzzo, nell’Emergenza sisma Emilia 2012 nel campo Abruzzo allestito nel comune di
Cavezzo, le numerose campagne A.I.B. con l’attività di avvistamento e spegnimento,
l’intervento nel sisma Centro Italia 2016 nel campo Abruzzo allestito nel comune Accumuli
in località Grisciano ed ultima Emergenza neve e sisma 2017 con l’intervento nel comune
di Notaresco e il supporto ancora in corso presso il centro di accoglienza
allestito nel comune di Capitignano.
Altri obiettivi primari sono stati la formazione dei volontari con i numerosi corsi
organizzati in sede quali il primo soccorso, il B.L.S.D., misure e attività da operatore di
protezione civile, corso di II Livello per lo spegnimento incendi, il tutto al fine di rendere i
volontari altamente qualificati e pronti ad ogni emergenza.
Altro traguardo importante è stato anche in funzione dei risultati ottenuti per numero
di volontari attivi e per la partecipazione nelle emergenze, l’assegnazione di un mezzo
regionale in dotazione del gruppo nel 2014 e l’affidamento da parte dell’ASL per il tramite
del comune di Gioia dei Marsi di una sede ufficiale i cui lavori sono in corso e che vedrà
l’inaugurazione nel mese di marzo c.a.
I volontari in segno di profondo apprezzamento per il lavoro svolto in questi anni, per
l’esperienza in possesso messa a disposizione della comunità e per le capacità di
aggregazione e affiatamento del gruppo avute, hanno ringraziato con una targa i
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coordinatori uscenti.
All’unanimità hanno chiesto a Luigi Aratari di continuare a guidare il gruppo nel ruolo
di Coordinatore dei volontari e inoltre hanno condiviso con il sindaco la nomina di Cesidio
Aureli quale coordinatore amministrativo.
Dopo i ringraziamenti di rito il sindaco ha ufficializzato le cariche nominando Cesidio Aureli
quale cooordinatore amministrativo il quale ha indicato quale suo vice Miriam Finamore e
Luigi Aratari eletto Coordinatore dei Volontari il quale ha nominato suo vice Antonelli
Nicola.
La giornata si è conclusa con una cena sociale e l’ufficializzazione della campagna di
iscrizione all’associazione per il biennio 2017 e 2018.
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http://www.meteoweb.eu/2017/02/terremoto-oltre-cento-alla-ciaspolata-dicampotosto/857509/
TERREMOTO: OLTRE CENTO ALLA CIASPOLATA DI CAMPOTOSTO
Oltre cento persone hanno partecipato ieri all’escursione sulla neve a Campotosto,
organizzata dalle guide ambientali escursionistiche dell’Aigae per rilanciare l’immagine
dell’Abruzzo a un mese dalla tragedia dell’hotel Rigopiano di Farindola (Pescara) e dalle
scosse di terremoto che hanno reso inagibili molti borghi montani. “La missione delle guide
ambientali escursionistiche e’ rilanciare il comparto del turismo naturalistico, e non solo, in
tutte le zone dell’Italia Centrale, valorizzare tradizioni e memoria storica di questi territori
rimasti integri grazie ai popoli che li hanno vissuti. Per continuare a viverli, pero’, occorre
che le istituzioni si adoperino per una ricostruzione con tecniche antisismiche, senza
stravolgere l’architettura tradizionale”. Sono le parole di Salvatore Costantini, consigliere
nazionale Aigae. “I Monti della Laga sono un patrimonio enorme per il nostro territorio,
abbiamo il dovere di tutelarlo e soprattutto abbiamo il dovere di non abbandonarlo”.
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http://www.corrierepeligno.it/storia-tutta-abruzzese/59891
UNA STORIA TUTTA ABRUZZESE
Sulmona - Si terrà nei giorni 4-5 marzo il primo convegno sulla Resistenza Umanitaria,
promosso dall’Istituto Abruzzese per la storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea
e dall’Associazione Culturale “Il sentiero della Libertà / Freedom Trail”, con gli interventi di
Costantino Felice e Carlo Spartaco Capogreco. Due storici, due approcci alla realtà
abruzzese nel periodo della seconda guerra mondiale. Felice è certamente il maggiore
esperto e studioso della situazione abruzzese, docente di storia economica all’Università
di Pescara ha il pregio di un copioso numero di opere pubblicate fino all’ultimo “Dalla
Maiella alle Alpi. Guerra e Resistenza in Abruzzo” (Donzelli 2014), “Le trappole
dell’identità. L’Abruzzo le catastrofi, l’Italia di oggi” (Donzelli 2010) e tanti altri. Carlo
Spartaco Capogreco, docente all’Università della Calabria, storico, autore de “I campi del
duce”, curatore di “Maria Eisenstein, L’internata numero 6” (Mimesis, 2014) è anche
autore del libro “Ferramonti. La vita e gli uomini del più grande campo d’internamento
fascista” (La Giuntina, 1987). Da quest’ultimo è stato tratto il film “18000 giorni fa”
(1993) della regista Gabriella Gabrielli, girato al Campo 78 di Fonte d’Amore
“Resistenza Umanitaria” effettivamente è una terminologia nuova, che difficilmente si
ritrova nelle trattazioni classiche di storia della resistenza. Resistenza, in genere, indica
scontro bellico, lotta armata. L’aggettivo “umanitaria” viene usato la prima volta in un
convegno a Chieti, alla presenza di rappresentanti della famiglia ebraica Finzi-Contini,
ospitata in tempo di guerra ad Atessa. Ed è lo storico Adolfo Pepe, che usa il termine,
anche alla luce del libro “E si divisero il pane che non c’era” (a cura di Rosalba Borri, Maria
Luisa Fabiilli e Mario Setta) e dell’aiuto spontaneo offerto dagli abruzzesi agli ex prigionieri
di guerra. Pepe ripeterà l’aggettivo in un convegno a Sulmona descrivendo il senso di
umanità in tempo di guerra.
Ma l’analisi più approfondita della tematica risale alla presentazione del libro “Il sentiero
della libertà, un libro della memoria con Carlo Azeglio Ciampi” (Laterza, 2003), avvenuto, a
Roma, nella sala dei Presidenti di Palazzo Giustiniani. E saranno due storici, come
Gabriele De Rosa e Claudio Pavone, che si soffermeranno sul concetto di umanità fino ad
affrontare il concetto di bene e male nella natura umana. Da allora la terminologia passa
nelle opere di vari storici abruzzesi, da Costantino Felice a Marco Patricelli ed altri.
Lo storico inglese Roger Absalom, pur non usando il termine, nel libro A Strange Alliance,
tradotto in italiano “L’alleanza inattesa” e. soprattutto, nella prefazione al libro di Simpson
tradotto in italiano col titolo “La guerra in casa 1943-1944. La Resistenza Umanitaria
dall’Abruzzo al Vaticano” si sofferma sull’aiuto ai prigionieri di guerra in fuga. “Gli ex
prigionieri alleati, protetti e, in molti casi, diventati più figli dei figli, scoprirono, invece,
un’altra Italia, senza nazionalismi, dignitosa, industriosa e cristiana, in un senso
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profondissimo che aveva poco a che fare con gerarchie e dottrine. […] Ciò che successe
in quel di Sulmona fu solo un tassello del mosaico dell’assistenza agli ex prigionieri che
interessò tutta l’Italia centro-settentrionale”.
Dopo l’8 settembre 1943, si verificò la fuga di migliaia di prigionieri, anche perché il vicecomandante del Campo 78, Rocco Santacroce, favorì l’apertura dei cancelli. Secondo i
dati dell’Asc (Allied Screening Commission), sulla base dei documenti rilasciati dagli stessi
prigionieri, a Sulmona, nascosti nelle famiglie della città, in particolare al Borgo
Pacentrano, furono circa 473. Ma, un dato perlomeno curioso e particolarmente
interessante, è rappresentato dalle numerose testimonianze autobiografiche, lasciate dagli
ex-prigionieri in Abruzzo: Uys Krige, John Esmond Fox, Donald Jones, Jack Goody, John
Furman, William Simpson, John Verney, Sam Derry, J P. Gallagher, Dan Kurzman, John
Broad, Hans Catz, Tony Davies, Ronald Mann, Guy Weymouth, Joseph Frelinghuysen,
John Miller, Martin Schou, Stan Skinner, Gladys Smith. Per questo, il fenomeno dell’aiuto
ai prigionieri di guerra è stato definito “epopea”. Una pagina di storia, piena di episodi
drammatici e toccanti, comici e romantici: ci furono ex-prigionieri nascosti per mesi nelle
grotte, nelle cantine, travestiti da donne, fatti passare per sordomuti e quelli che, dopo la
liberazione, contrassero il matrimonio con le figlie dei loro benefattori. Oggi, queste
testimonianze sono raccolte nel libro antologico “Terra di Libertà, storie di uomini e donne
nell’Abruzzo della seconda guerra mondiale” a cura di Maria Rosaria La Morgia e Mario
Setta.
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http://www.abruzzoweb.it/contenuti/celiachia-all-alberghiero-dell-aquila-settimanaformativa-con-esperti/620993-4/
CELIACHIA: ALL'ALBERGHIERO DELL'AQUILA SETTIMANA
FORMATIVA CON ESPERTI
L'AQUILA - Dal 20 al 25 febbraio 2017 presso l’Istituto d'istruzione superiore “Da Vinci
Colecchi” dell'Aquila, nella sede di via Monte San Rocco, si terrà la Settimana della
Celiachia.
In particolare il giorno 22 le studentesse e gli studenti delle terze degli indirizzi di
Enogastronomia e di Sala e Vendita parteciperanno al corso di formazione sulla celiachia
in collaborazione con A.I.C. Abruzzo.
Interverranno il dott. Gianluca Giampietro dietista A.I.C., che terrà un corso di formazione
teorico sulla celiachia e sulle norme generali da applicare da parte degli operatori della
ristorazione alla presenza di un cliente affetto da celiachia; il prof. Mario Centi Pizzutilli,
presidente A.I.C. Abruzzo; Pierpaolo Lattanzi, componente del Consiglio direttivo A.I.C.
Abruzzo e il Paolo Gridelli, cuoco A.I.C. Abruzzo esperto nella realizzazione di cibi senza
glutine.
Le studentesse e dagli studenti, in collaborazione con il cuoco Paolo Gridelli e sotto la
supervisione del prof. Vincenzo Ambrosini, per l’indirizzo Sala e Vendita, e del prof.
Valentino Ceccarelli per l’indirizzo Enogastronomia, prepareranno cibi e bevande
rigorosamente senza glutine e alla degustazione saranno presenti per la prima volta ospiti
esterni celiaci.
Coordinatrice del progetto la prof.ssa Formica.
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http://www.abruzzoweb.it/contenuti/-alt-marco-salustro-/620155-381/
FOTOGRAFIA: L'AQUILANO MARCO SALUSTRO VINCE
IL RORY AWARDS, ''IO IN LIBIA RACCONTANDO I DANNATI''
L'AQUILA -"Non fai solo una fotografia con una macchina fotografica. Tu metti nella
fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai sentito e le
persone che hai amato".
Una citazione di Ansel Adams, fotografo americano del secolo scorso di fama mondiale,
che ben si addice all'aquilano Marco Salustro, 38 anni, fotogiornalista.
Un filmmaker la cui passione, diventata poi una professione, lo ha portato non solo
all'estero con la sua digitale al collo, ma a vincere una serie di prestigiosi premi di settore
tra cui l'ultimo Rory Peck Award con il documentario Libya’s migrant trade.
"Ho sempre scattato foto - racconta Marco ad AbruzzoWeb - fino a capire che poteva
essere un modo per vedere e raccontare la storia mentre accade e farne anche una
professione".
Ha vissuto all'Aquila fino al diploma per poi cercare la sua strada altrove, adesso abita di
nuovo nel capoluogo , facendo la spola con una serie di Paesi 'caldi', zone a rischio, quali
appunto la Libia dove passa molto tempo raccontando la triste quotidianità.
Ha lavorato in Italia, Iran, India, Brasile, Perù, Colombia, Thailandia, Burma, Tunisia, Libia,
Venezuela, Egitto Armenia, Somalia, Malawi, Niger e Iraq. Da queste collaborazioni, sono
nati dei progetti che lo hanno portato a vincere dei premi di settore.
Non solo, vanta anche publicazioni sulle più importanti riviste del mondo, da Vanity Fair
Italia a Le Figaro, Paris Match, Guardian, Daily Telegraph, Los Angeles Times, Le Monde,
De Standaard. Scatti raccolti anche in un sito (www.marcosalustro.com) dove, oltre alle
immagini prese da tutto il mondo, non ha dimenticato di immortalare la sua L'Aquila.
Ha un desiderio, continuare a raccontare della Libia in tutte le sue sfaccettaure. "Lybia’s
migran trade è il secondo lavoro sulla questione della migrazione - racconta ancora - nel
2014, ne feci un altro, molto simile, che arrivò in finale al Dig Award".
Il Dig award è un premio internazionale che si tiene a Riccione, dedicato al giornalismo
d'inchiesta, nato dall'esperienza del riconoscimento giornalistico 'Ilaria Alpi', dedicato alla
memoria dellla videoreporter uccisa in circostanze misteriose a 33 anni in Somalia, dove si
trovava come inviata per seguire un'indagine sul traffico d'armi e i rifiuti tossici.
"La prima volta che sono arrivato in Libia - spiega ancora - è stato nel pieno della guerra
civile con Muammar Gheddafi ancora in carica. Ho coperto entrambi le parti in conflitto
lavorando a Tripoli con le autorità del regime durante i bombardamenti Nato e, in seguito,
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20 febbraio 2017
con i ribelli seguendoli dalle montagne del Jebel Nafusa fino alla presa di Tripoli".
Momenti delicati per la storia non solo di un Paese ma del mondo intero, che hanno spinto
Marco a voler tornarci anche dopo, per raccontare e documentare la situazione dei tanti
civili che strozzati dalle difficili condizioni locali hanno tentato la fortuna per mare.
È proprio il fenomeno della migrazione post Gheddafi, tema caldo in tutta l'Europa, il suo
leitmotiv ricorrente. Analizzare, riprendere, portare a conoscenza, cogliere le sfumature di
questa gente raccogliendo in un'immagine brandelli di vita e di speranza.
"Quello che a me interessava era rispondere alla domanda sul perché continuassero a
passare il mare pur sapendo che potevano morire - spiega - Volevo avere e dare risposte,
dare voce al progetto migratorio come progetto di vita, paradossalmente non hanno scelta,
una volta che sei in Libia è meno pericoloso passare il mare con i gommoni che
rimanerci".
"I tg riprendono questi arrivi presentando questa gente male in arnese come i protagonisti
di Brutti sporchi e cattivi di Ettore Scola - prosegue - La storia umana straordinaria che c'è
dietro non viene fuori, è un servizio messo lì quasi a rovinare l'ora dei pasti del
telespettatore medio".
Nonostante Marco abbia avuto a che fare con gli aspetti più terribili dell'animo e del
genere umano, gli riesce difficile parlare, scrivere, raccontare attraverso le immagini il 'suo
terremoto', quello che ha spezzato L'Aquila nel 2009 e negli anni a seguire.
"Ho lavorato pochissimo con il sisma perché non mi viene facile - ammette - mi coinvolge
troppo e non ho il distacco necessario per fare un lavoro senza carichi emotivi eccessivi".
In ogni caso, come visibile anche nel suo sito, ne esce un quadro toccante e meraviglioso
della sua città, mutilata, sicuramente ferita, ma con un cuore pulsante che desidera vivere.
"Penso di tornare in Libia a breve - conclude - magari spaziando su altre tematiche e
analizzare altri aspetti di questo popolo che ha attraversato un periodo molto difficile,
cercando con i miei scatti di raccontare ancora storie e momenti di vita".
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