19 febb UNITÀ. Doccia. Vendesi museo È splendido ma è chiuso

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Vendesi museo
È splendido
ma è chiuso
I
1 vaso d'artista di cui pubblichiamo
la foto nell'articolo a fianco, dalla
mostra sull'Art Decò a Forlì, proviene dal Museo Richard Ginori di Sesto Fiorentino. Che possiede quel vaso
perché l'autore, il geniale Gio Ponti detto
Giò, fu il direttore artistico per una decina
d'anni in quella manifattura. Il museo ha
prestato il pezzo senza alcuna difficoltà:
sul suo profilo Facebook, "chiede" quale
futuro lo attende. E specifica che non «è
possibile prevedere quando potrà riapri re». È una preziosissima raccolta di ceramiche storiche della suddetta manifattura alle porte settentrionali di Firenze unicainItalia. Anzi, unica nel globo. Il museo
è vicino all'azienda di ceramiche Ginori.
Ha due secoli e mezzo di vita, contiene un
archivio, porcellane e maioliche raffinatissime, eppure è sigillato. Perché appartiene alla Società Richard-Ginori «in liquidazione volontaria». E giovedì 23 febbraio il museo va all'incanto in un'asta
giudiziaria per unacifradi partenzafissata a 4.334.700 euro. Il Consiglio comunale
di Sesto ha chiesto che qualcuno - leggi il
Ministero dei beni culturali per il museo e
quello dello Sviluppo economico per il
marchio Richard- Ginori - acquisti l'edifi cio, laraccoltae lamanifattura. Il Pdlocale
ha scritto un appello al ministro Dario
Franceschini ricordando che si parla del
«più antico museo d'impresa in Europa»,
oltre a segnalare che è doverosa una ri sp o sta adeguata all'incertezza in cui vivono i
lavoratori della fabbrica. Sul museo lo Stato potrebbe esercitare il diritto di prelazione. Nellacittadinanonrisultasi siafattoavanti nessuno, da Roma.
Qui si intrecciano lavoro, arte e storia.
La Manifattura fu creata da Carlo Ginori
nel 1737 nel luogo chiamato Doccia. Negli anni'50 scese un po' avalle. L'edificio
del museo, aperto nel 1965, copreunasuperficie di 2500 metri quadri. Dispiega
terrecotte, porcellane pregiate, gessi,
statue in cera, disegni, provedicottura. E
gli archivi sono autentiche miniere per
chi scava nella storia dell'industria e dell'alto artigianato. Chi compra, compra in
blocco. Sa che dovrà spendere un altro
paio di milioni per mettere Il complesso
in sicurezza. Ma andò all'asta nel giugno
scorso e nessuno si fece avanti. I timori
sono fondatissimi.
Dal 2003 esiste l'associazione Amici
di Doccia. Secondo la sua presidentessa
Livia Frescobaldi Malenchini il museo
vive un degrado che peggiora ogni giorno che passa e le muffe si propagano. La
raccolta è stata saggiamente vincolata
dalla soprintendenza perciò non può essere smembrata né trasferita altrove. Chi
controlla la società Richard Ginori, il
gruppo francese del lusso Kering, alla
stampa locale ha fatto sapere che non
vuole comprare. Non sarebbe soltanto
bello, sarebbe opportuno che lo stallo,
giovedì, venisse sbloccato.
Ste. Mi.
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