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Edizione di giovedì 16 febbraio 2017
NEWS DEL GIORNO
CO: nuovi standard dal 28 febbraio 2017
di Redazione
NEWS DEL GIORNO
Videosorveglianza lavoratore domestico: necessario il consenso
di Redazione
NEWS DEL GIORNO
Credito d’imposta per spese di videosorveglianza, allarme e vigilanza
di Redazione
NEWS DEL GIORNO
Licenziabile il dipendente che non comunica tempestivamente l’assenza
di Redazione
BLOG
Problematiche attuali nella gestione del diritto di assemblea dei lavoratori
di Luca Vannoni
www.eclavoro.it
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Edizione di giovedì 16 febbraio 2017
NEWS DEL GIORNO
CO: nuovi standard dal 28 febbraio 2017
di Redazione
Il Ministero del lavoro, con comunicato n. 930 del 10 febbraio 2017, ha reso noto che saranno
aggiornati gli standard del sistema informativo delle comunicazioni obbligatorie, che
comprende tutti i modelli in uso del sistema nazionale per l’incontro domanda e offerta di
lavoro e del programma Garanzia Giovani.
Per consentire ai sistemi informatici di adeguarsi, i nuovi standard tecnici e il nuovo servizio
del Flusso SAP entreranno in vigore il giorno 28 febbraio 2017.
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NEWS DEL GIORNO
Videosorveglianza lavoratore domestico: necessario il consenso
di Redazione
Il Ministero del lavoro, con nota n. 1004 dell’8 febbraio 2017, ha precisato che l’esclusione del
lavoro domestico dall’applicabilità dell’articolo 4, L. 300/1970, non sottrae al rispetto
dell’ordinaria disciplina sul trattamento dei dati personali, essendo confermata la tutela del
diritto del lavoratore alla riservatezza, garantita dal D.Lgs. 196/2003, che dispone la
necessarietà del consenso preventivo e del connesso obbligo informativo degli interessati.
Pertanto nell’ambito domestico il datore di lavoro, anche nel caso di trattamento di dati
riservati per finalità esclusivamente personali, incontra i vincoli posti dalla normativa sul
trattamento dei dati personali a tutela della riservatezza, e in particolare quanto previsto
dall’articolo 115, D.Lgs. 196/2003.
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NEWS DEL GIORNO
Credito d’imposta per spese di videosorveglianza, allarme e
vigilanza
di Redazione
L’Agenzia delle entrate, con provvedimento n. 33037 del 14 febbraio 2017, ha definito le
modalità e i termini di presentazione dell’istanza di attribuzione del credito d’imposta per le
spese di videosorveglianza, previsto dall’articolo 1, comma 982, L. 208/2015. Il documento
precisa che dal 20 febbraio al 20 marzo i contribuenti che hanno sostenuto spese per sistemi
di videosorveglianza digitale, sistemi di allarme e di vigilanza potranno inviare
telematicamente, tramite il software gratuito “Creditovideosorverglianza”, le domande di
accesso al credito d’imposta introdotto dalla Legge di Stabilità 2016.
Le spese devono riguardare immobili non utilizzati nell’attività d’impresa o di lavoro
autonomo e, in caso di uso promiscuo, il credito spetta nella misura del 50%. Il beneficiario
può utilizzare il credito d’imposta maturato in compensazione, presentando il modello F24
esclusivamente tramite i servizi telematici dell’Agenzia. Le persone fisiche non titolari di
reddito d’impresa o di lavoro autonomo possono utilizzare il credito spettante anche in
diminuzione delle imposte dovute in base alla dichiarazione dei redditi.
La misura percentuale del credito d’imposta sarà resa nota con provvedimento del Direttore
dell’Agenzia delle entrate, da emanarsi entro il 31 marzo 2017.
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NEWS DEL GIORNO
Licenziabile il dipendente che non comunica tempestivamente
l’assenza
di Redazione
La Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con sentenza 1° febbraio 2017, n. 2630, ha ritenuto
legittimo il licenziamento per giusta causa del dipendente che non comunica
tempestivamente l’assenza, non permettendo al datore di lavoro di organizzare la peculiare
attività imprenditoriale in modo ottimale per la gestione degli appuntamenti con i clienti. La
sanzione espulsiva, in definitiva, appare ben giustificata in ragione del fatto che la specifica
attività della lavoratrice presupponeva una tempestiva comunicazione dell’assenza, in modo
da consentire ai fini della riorganizzazione del lavoro su turni e appuntamenti.
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Edizione di giovedì 16 febbraio 2017
BLOG
Problematiche attuali nella gestione del diritto di assemblea dei
lavoratori
di Luca Vannoni
Il diritto di assemblea rappresenta l’istituto essenziale per rendere effettivo il principio di
libertà di opinione, sancito dall’articolo 1, St.Lav., che consente di manifestare ai lavoratori, nei
luoghi dove prestano la propria opera, il proprio pensiero. Pur essendo risalente al 1970, nel
quadro normativo vi sono, come vedremo in seguito, passaggi in cui contrasti interpretativi,
anche a livello di Cassazione, rendono incerte le prassi aziendali nella gestione delle relazioni
sindacali e aprono possibili fronti di rischio di contestazioni di antisindacalità in caso di rifiuto
del riconoscimento del diritto a riunirsi.
Recentemente i dubbi si sono manifestati in riferimento alle Rsu. Come noto tale forma di
rappresentanza, introdotta con l’accordo interconfederale del 23 luglio 1993 e oggetto di
recenti modifiche, se scelta determina il subentro in tutti i diritti e le prerogative sindacali che
lo Statuto dei Lavoratori riconosce alle Rsa.
Arriviamo così al problema: il diritto di indire l’assemblea spetta soltanto, in via collegiale, alla
Rsu ovvero anche ai singoli membri della stessa?
Al momento, preso atto del determinarsi di orientamenti giurisprudenziali tra loro in contrasto,
è attesa una pronuncia a Sezioni Unite da parte della Cassazione che possa dissolvere le
incertezze e i rischi di contestazione di comportamenti antisindacali.
Come ricorda infatti la recente ordinanza della Cassazione civile, Sezione lavoro, n. 24443 del
30 novembre 2016, che appunto ha rinviato la decisione alle Sezioni Unite, sulla questione
esistono diversi orientamenti che, nel tempo, si sono succeduti sul tema.
Se nelle prime sentenze si dava rilevanza alla natura di organo collegiale della Rsu,
escludendo che il singolo componente della Rsu possa esercitare autonomamente il potere di
indire l’assemblea, con la Cassazione n. 15437/2014 il diritto di indire assemblee è stato
riconosciuto non solo alla Rsu considerata collegialmente, ma anche a ciascun componente
della Rsu, purché questi sia stato eletto nelle liste di un sindacato che, nell’azienda di
riferimento, sia, di fatto, dotato di rappresentatività, ai sensi dell’articolo 19, L. 300/70, quale
risultante a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 231/2013.
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