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DOMENICA
12 FEBBRAIO 2017
savona provincia
IL SECOLO XIX
IL CAPOGRUPPO DEL PD A PALAZZO SISTO AFFONDA I COLPI
Battaglia: «Il sindaco
esautorato da un assessore»
«Il piano anti-dissesto? Ha deciso Montaldo per tutti»
MARIO DE FAZIO
SAVONA. Bilancio, la partecipata Ata, il futuro del Pd e una
possibile candidatura al Parlamento. Cristina Battaglia, capogruppo dem a Savona, critica la giunta di centrodestra e il
piano “lacrime e sangue” «deciso da un assessore che ha
esautorato sindaco e colleghi».
Battaglia, il bilancio continua a tenere banco. Quali sono i punti deboli?
«È stato approvato un piano
di riequilibrio considerandolo
un mero fatto tecnico quando
invece si è blindato e ipotecato
il futuro della città. Nei Comuni
in pre-dissesto di solito ci sono
discussioni infinite, assessori
che provano a difendere, anche
in modo aggressivo, il proprio
ambito. Invece a Savona un assessore, molto autorevole e
tecnicamente molto preparato, (Silvano Montaldo, nda) ha
proposto un documento che
esautora il ruolo del sindaco e
di alcuni assessori».
Lei da sindaco cosa avrebbe
fatto con dei conti simili?
«Il 2016 è stato l’annus horribilis del bilancio per tre ragioni: la sentenza della Corte dei
conti, l’applicazione di norme
sulla contabilità pubblica e un
disavanzo di circa quattro milioni comparso a luglio. Non
c’era opacità, erano questioni
note. Avrei fatto una discussione seria senza farmi scrivere il
piano sotto dettatura della
Corte dei conti ma tentando di
impostare la programmazione. I capisaldi sono sani: non ci
sono debiti fuori bilancio, il
pattodistabilitàèstatosempre
rispettato. Avrei scelto assessoricapacidiportareuncontributo: non c’è stata dialettica e
parte di chi è in giunta non aveva l’esperienza sufficiente per
affrontare questa fase».
Ma di preciso quali scelte
diverse avrebbe fatto?
«Avrei evitato di parcellizzare tanto le scelte. La questione
asili nido è emblematica: pri-
ma si aumentano le tariffe e poi
si ragiona su come riorganizzare il servizio. È chiaro che non si
fa così ma il contrario. Mi chiedo quali spazi ci siano per ripartire, a meno che la tecnica
non sia fare cassa in questi tre
anni per poi avere i due anni vicino alle elezioni un po’ più leggeri. La città arretra sul sociale
ed è ferma su cultura e sport».
Ata è ancora nella bufera.
Come giudica il comportamento del Comune?
«Sono molto preoccupata,
basta guardare cosa sta accadendo a Genova con Amiu: la
politica ha un’importanza fondamentale. Ata ha bisogno di
un piano industriale, di buona
gestione e di un Comune che dà
indirizzi e obiettivi. Non vedo
nessuna di queste cose ma tan-
LA CONDIZIONE
L’OBIETTIVO
Ok al nome che va
bene a tutti ma
Savona deve avere
un ruolo
La mia candidatura
al Parlamento?Non
mi sento di
escludere l’ipotesi
CRISTINA BATTAGLIA
capogruppo Pd a Palazzo Sisto
ti irresponsabili che spostano
l’attenzione su altro: si rischia
di fare trasparenza su una società morta. Non vorrei che
quando arriverà la trasparenza
i lavoratori siano a casa».
E la commissione d’inchiesta?
«IlPdnonèstatoinalcunmodo coinvolto ma collaboreremo. È buffo che la maggioranza
chieda una commissione d’inchiesta: dovrebbe avere tutti
gli elementi per dare risposte e
non fare domande.
Il Pd si avvia al congresso:
lei e il suo gruppo sembrate
contrari all’unica candidatura fin qui emersa, quella di
Giacomo Vigliercio. È così?
«Non sono contraria ad un
candidato unitario a patto che
lo sia davvero e che tenga necessariamentecontodeisingoliterritori.Speroinunpercorso
che componga non solo le varie
aree del partito ma che dia il
giusto rilievo ad una proposta
politica per la città di Savona.
Se il congresso non servirà a
questo si rischia di marginalizzare il Pd. Non ho avuto segnali
finora nel senso di considerare
la centralità e rilevanza di Savona e quindi ho esposto a più
persone l’imbarazzo e il disa-
Cristina Battaglia, capogruppo Pd a Palazzo Sisto
gionelvedereapplicatounmetodo che coinvolge poche persone. Non è una questione interna al partito ma dobbiamo
farne l’occasione per rilanciare
l’azione politica».
Cosa pensa della presenza
del sindaco Briano nel Cda di
Fg Riciclaggi?
«Briano è stato un bravissimo amministratore. È anche
un avvocato, che per mestiere
si occupa di altro: ha fatto valutazioni su opportunità e assenza di conflitti d’interesse».
Si vocifera di una sua possibile candidatura al Parlamento. Lo esclude?
«L’auspicio è che le candidature al Parlamento passino da
una discussione di merito. Non
ci ho pensato perché è prematuro: l’importante è che non si
adotti il metodo di chi si chiude
in una stanza ma si faccia sintesi. La mia ultima campagna
elettorale è fresca, non partirei
subito con un’altra. Ma non
escludo mai niente, anche se è
un ragionamento lontano».
SCONTRO TRA CHI VUOLE DIFENDERE IL VERDE E CHI LA SICUREZZA
GLI ABBONAMENTI SONO SCESI DA 51 A 39
In 500 contro l’abbattimento ma anche firme a favore
Santi: «Eredità del passato, ridimensioniamo il servizio»
TOMMASO DOTTA
FEDERICA PELOSI
SAVONA. È più importante
SAVONA. Non c’è futuro per
il bike sharing a Savona. Le
sette ciclostazioni dislocate
per la città – ormai piuttosto
sfornite o con biciclette vandalizzate – potrebbero ridursi di qualche unità sotto i
colpi di un servizio che non
ha mai spiccato il volo e della
mancanza di risorse a disposizione per questo “capitolo”.
«E’ un’eredità del passato
su cui non conviene investire, almeno al momento –
esordiscel’assessoreall’Ambiente, Pietro Santi – Al di là
del fatto che non abbiamo
soldi per riorganizzare il tutto, l’unica opzione, che potremmo mettere in pratica
dal prossimo anno, potrebbe
essere quella di eliminare le
postazioni che non hanno
una grande fruibilità e concentrarci sulle più gettonate».
Quelle della stazione e del
campus di Legino, ad esempio, utilizzate in particolare
dagli studenti che pedalano
lungo la pista ciclabile realizzata nel 2014 in via Stalingrado. E in effetti i numeri
parlano di un’occasione
“ecologica” mancata: per ciò
che concerne gli abbonamenti, sono 51 quelli relativi
al 2015, più tredici rinnovi,
una sostituzione e tre ricari-
Pini di corso Tardy&Benech Bike sharing, pochi utenti
botta e risposta di petizioni “tagli” alle postazioni
la sicurezza di un manto
stradale liscio o la bellezza
della fronde verdi degli alberi in mezzo ai palazzi?
I savonesi si spaccano sulla
questione del taglio dei pini
di corso Tardy & Benech. Da
quando il Comune ha annunciato la volontà di rimuoverli, a causa dei danni alla pavimentazione provocati dalle
radici, i residenti del quartiere di Santa Rita si sono mobilitati.
È subito nata una petizione
contraria all’operazione, che
ha raccolto oltre 500 sostenitori sul portale “Change.org”. Ma si è anche sviluppato un movimento a supporto della scelta della giunta e in difesa degli
automobilisti. Il dibattito è
infuocato, tanto per la strada
e nei bar quanto sui social
network.
Chi vuole scongiurare il taglio degli alberi sottolinea
l’importanza di valutare soluzioni alternative. «Esistono possibilità di intervento
diverse dall’abbattimento –
dicono -. Serve una pavimentazione che permetta il
passaggio dell’acqua nel sottosuolo e lo scambio gassoso
tra le radici e l’atmosfera, così che non siano costrette a
salire».
lL’asfalto “aperto” dalle radici dei pini
La soluzione, adottata di
recente in via Einaudi ad Albenga, è stata presa al vaglio
da Pietro Santi, assessore savonese ai Lavori pubblici,
che però non è rimasto convinto: «Siamo tutti d’accordo
che sia difficilmente adottabile a Savona, perché corso
Tardy & Benech è trafficato
anche da mezzi pesanti. Comunque valuteremo tutte le
possibili soluzioni alternative al taglio».
Di contro è nata una petizione favorevole all’abbattimento dei pini. Da una parte
per gli evidenti danni che
hanno causato ai parcheggi e
a parte della carreggiata,
mettendo a rischio il transito
di bici, moto e macchine;
dall’altra perché «è contro
natura costringere un albero
come un pino ad avere le radici sotto l'asfalto e non in
una collina, con la possibilità
di ricevere acqua dalla terra»
dice Edoardo Del Barone.
È però difficile, per chi frequenta da anni il corso, immaginarlo senza il suo familiare tetto di fronde. «Sarebbe un vero peccato se li tagliassero tutti – dice
sconsolato Piero Seccomani,
che abita a Spotorno ma viene ogni giorno a Savona per
lavoro -. Bisogna imparare a
convivere con la natura, anche a costo di subire qualche
disagio. È vero: si balla un po’
muovendoci nei parcheggi,
ma sono ben disposto a farlo
pur di vedere un po’ di verde».
Il bike sharing alla stazione ferroviaria di Mongrifone
che; nel 2016 si registra un
ulteriore calo con 39 abbonamenti nuovi, sette rinnovi, una sostituzione e tre ricariche. I maggiori fruitori
sono i giovani dai 20 ai 29 anni (62,16% uomini e 37,84%
donne), seguiti dalla fascia
d’età che va dai 40 ai 49.
«Manca una cultura della
bicicletta a Savona – dice an-
IL PIANO
Saranno salvate le
“colonnine” della
stazione
ferroviaria
e del campus
cora Santi – Il servizio è gestito per conto del Comune
da “Bicincittà”: dovremmo
definire con i responsabili
della società come procedere. Un rilancio, forse, sarà
possibile solo il prossimo
anno, con l’ipotizzata riduzione delle postazioni “inutili”. Ma per ora resta tutto
così com’è». Noleggiare una
bici non è così automatico a
meno di non essersi organizzati prima, visto che l’unico
centro in cui acquistare le
schede è in piazza del Popolo, o a meno di saper utilizzare le App con una certa facilità. L’abbonamento annuale
è di 15 euro: gli incassi –
piuttosto esigui in realtà vengono introitati da Bicincittà.