Strade per tutti

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17 febbraio 2017 delle ore 15:04
Strade per tutti
Per carità, non datela vinta ai taxisti italiani. Sciopereranno, si incazzeranno neri, ma poi
torneranno a lavorare. E forse, con Uber e co. tra i piedi limeranno un po' i costi assurdi delle loro
corse. E se si tratta di "costi" di licenze e affini beh, che non se la prendano con i car sharing
Milano o Roma (Torino un po' meno, forse, per
dimensioni più ridotte) una notte qualsiasi:
aprire la portiera di un taxi parcheggiato costa
8,50 euro per iniziare. Per fare 2 chilometri
siamo intorno ai 12 euro. Per attraversare la città
circa 35. Un po' come un biglietto Frecciarossa
dal capoluogo lombardo a Bologna, e più che
un altro biglietto di treno da Milano a Torino.
A New York fermare un taxi costa 2,65 dollari,
e New York c'è anche Uber, e anche Lift. In
Italia invece i taxisti, arroccati al loro sindacato
potentissimo, si permettono di paralizzare la
Capitale (che ieri non aveva più una macchina
né a Ciampino né a Fiumicino) e non solo.
Perché? Perché contro l'emendamento inserito
nel decreto Milleproroghe che favorirebbe
servizi alternativi, come Uber o il noleggio
senza conducente. E sarebbe davvero ora, visto
che se a tarda notte non si possiede una tessera
Enjoy o Car2Go nelle città italiane più grandi
si fa prima a decidere di tornare a casa a piedi,
piuttosto che chiamare un taxi in solitaria. Sulla
difesa dell'emendamento anche Massimiliano
Dona, Presidende dell'Unione Consumatori:
"La normativa attuale è antidiluviana ed
impedisce qualunque forma di concorrenza e di
innovazione. Ecco perché il legislatore, per una
volta, dovrebbe non farsi condizionare dalle
solite proteste di piazza dei tassisti e fare il
proprio dovere. Nessuna norma danneggia i
tassisti: vanno semplicemente regolamentati i
Servizi tecnologici per la mobilità che
consentono di intercettare una nuova domanda
di servizi. I giovani, infatti, utilizzano poco i
taxi e preferiscono le piattaforme di sharing. Si
tratta, quindi, di ampliare l'offerta". Al fianco
dei taxisti di Torino si è schierata la Sindaco
Chiara Appendino, che evidentemente della
rivoluzione a 5 Stelle non ha colto l'idea di
mercato libero, come tutto il gruppo del resto,
che in questo caso resta ben saldo alla tutela del
"potere forte" delle auto bianche, mentre il
Codacons depositerà un esposto urgente alle
procure della Repubblica di Roma, Milano e
Torino, chiedendo di aprire una indagine sulla
protesta, alla luce dei reati di interruzione di
pubblico servizio e blocco stradale. Noi ci
auguriamo che la strada possa essere di tutti, e
a prezzi concorrenziali, in barba al terrorismo
degli "abusi" della professione declamato dagli
stessi taxisti, unica arma per uno status quo che
puzza sempre di truffa legalizzata. (MB)
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