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EUROPA
Newsletter Numero 3
17 febbraio 2017
L’INTERVISTA
Claudia Vernotti, Direttore di ChinaEU
Quali conseguenze nei rapporti UE-Cina
dobbiamo attenderci dal rafforzamento degli strumenti europei di difesa
commerciale?
Allo scadere di certe disposizioni dell’articolo 15 (d) del protocollo di adesione
della Cina all’OMC dell’11 dicembre
2016, la Commissione Europea ha proposto delle modifiche alla normativa anti-dumping a anti-sovvenzioni dell’UE,
avanzando di fatto un rafforzamento degli
strumenti di difesa commerciale europea. Ad oggi, tale proposta non ha alcun
valore legale, essendo ancora in attesa
dell’approvazione del Parlamento europeo
e del Consiglio. Il problema non consiste
quindi di per sé nella decisione dell’UE
di rafforzare la politica antidumping, ma
nel fatto che da qui alla formalizzazione
di tale proposta, l’UE stia ancora utilizzando la vecchia metodologia nel trattare
(continua a pag. 2)
PA S SA PA RO L A
Parlamento Europeo: chi vince, chi perde
Il cambio di mezza legislatura al vertice
del Parlamento Europeo ci aveva nel passato abituati ad un avvicendamento tra
i due maggiori gruppi politici, il Partito
Popolare europeo (PPE) ed i Socialisti e
Democratici (S&D), uniti in una solida
“grande coalizione”. La recente elezione
di Antonio Tajani a Presidente del Parlamento Europeo rende invece il quadro
molto più incerto. La scelta del terzo più
importante gruppo, i liberali dell’ALDE,
di ritirare la propria candidatura e di appoggiare il candidato PPE, ha di fatto rotto
il patto pluriennale. Cosa comporta questo
nuovo scenario? Si prevede una maggiore
difficoltà a raggiungere posizioni comuni
sui futuri grandi dossier (vedi Brexit), con
un rafforzamento del potere del Consiglio,
nel caso in cui gli Stati membri riescano a
parlare con un’unica voce. I Presidenti dei
tre maggiori gruppi, Gianni Pittella (S&D),
Manfred Weber (PPE) e Guy Verhofstadt
(ALDE) vedranno aumentare considerevolmente il loro ruolo ma così sarà anche
per i gruppi minori, sempre più indispensabili per trovare una maggioranza nelle
decisioni. Nuovi equilibri che peseranno
anche in prospettiva delle prossime elezioni europee del 2019. Per quanto riguarda
le Commissioni parlamentari, dove si costruiscono le posizioni politiche da votare
in aula, nessuna differenza nella distribuzione degli incarichi chiave rispetto alla
precedente tornata, per quanto riguarda
i gruppi di appartenenza. Numerose e significative invece le novità sul fronte della nazionalità dei parlamentari nominati,
come ci fa rilevare un interessante studio di
VoteWatch. Ottimo risultato per i Maltesi
(probabilmente favoriti dalla coincidenza
del loro turno di Presidenza al Consiglio)
ma anche per Lituani, Cechi, Svedesi ed
Italiani. Per la Germania, la perdita della
Presidenza ha influito senz’altro negativamente, così come il percorso Brexit per il
Regno Unito. Per quanto riguarda i partiti
italiani, la Presidenza di Antonio Tajani,
unita alle Vicepresidenze di Barbara Matera alla Commissione Diritti della donna
e Stefano Maullu alla Commissione Cultura, rappresentano un successo per Forza
Italia all’interno del PPE. Mentre il Partito
Democratico rafforza sicuramente la sua
posizione nei posti chiave: due Presidenze di Commissione (Diritti dell’uomo
con Pier Antonio Panzeri e la conferma
di Roberto Gualtieri nella delicata Commissione ECOFIN) due prime Vicepresidenze (Patrizia Toja, Mercato Interno e
Paolo De Castro, Agricoltura) e altre tre
Vicepresidenze con Nicola Danti (Mercato Interno), Andrea Cozzolino, (Sviluppo regionale) e Renata Briano (alla
Pesca). Da non dimenticare infine i quattro posti di coordinatore per S&D nelle
Commissioni Commercio, Industria ed
Energia, Aff. Costituzionali e Cultura,
che vedrà due ulteriori coordinatori italiani, dal M5S e dal Gruppo Indipendente. Una presenza italiana significativa,
completata dalla Vicepresidenza di Barbara Spinelli (GUE-Indipendente) agli
Affari costituzionali e di Laura Ferrara
(M5S) alla Commissione giuridica, che
potrà assicurare il presidio sui dossier
estremamente sensibili in discussione nei
prossimi mesi.
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17 febbraio 2017
nuovi casi anti-dumping nei confronti della Cina sorti dopo l’11 dicembre. Questo
ha portato la Cina a fare appello all’OMC.
La questione di concedere o no alla Cina
lo “status di economia di mercato”, fino a
quel momento tema fisso e delicatissimo
di qualsiasi forum sulle relazioni UE-Cina
è ora non più una questione politica, bensì
una questione tecnica, in mano ai giuristi
dell’OMC. La questione si è di fatto spostata da Bruxelles a Ginevra. Se l’appello
della Cina all’OMC contro l’UE è di per
sé un fatto negativo, la buona notizia è che
ora l’agenda bilaterale non è più inquinata
dal veleno del “market economy status”.
Le due economie si possono ora focalizzare su un’agenda più positiva, mettendo
in pratica la volontà condivisa tanto dal
Presidente cinese Xi Jinping – vedi discorso di apertura pronunciato a Davos –
quanto da Cecilia Malmström, Commissaria UE per il commercio, di rinvigorire
il commercio mondiale e lottare insieme
contro le nuove tendenze protezioniste di
certi leader politici.
In che modo la collaborazione tra UE
e Cina può contribuire allo sviluppo
dell’e-commerce mondiale?
UE e Cina insieme contano oltre 1.1 miliardi di internauti. Lo sviluppo del commercio online tra le due regioni presenta
non solo dimensioni gigantesche ma anche un altissimo livello di complementarietà: il consumatore cinese è affascinato
da prodotti di qualità, di cui l’Europa è
emblema, dall’agro-alimentare – basti
pensare al volume di importazioni di latte in polvere in seguito agli scandali della
produzione domestica – al lusso – i cinesi
consumano quasi il 40% dei prodotti di
lusso a livello mondiale. Il consumatore
europeo trae vantaggio dall’importazione
di prodotti a basso costo di origine cinese, dall’elettronica all’accessoria. I cinesi
amano in modo particolare fare shopping
online. L’e-commerce apre così un potenziale enorme per le aziende europee che
possono entrare nel mercato cinese con
barriere e costi estremamente ridotti rispetto al commercio tradizionale, grazie
a piattaforme online come WeChat. Lo
scorso 11 novembre, il famoso “double
eleven” che marca il giorno dei single in
Cina, Alibaba da sola ha registrato $17.7
miliardi di vendite contro i $3.45 miliardi
registrati dai rivenditori americani il 28
novembre, noto come “Cyber Monday”.
Una collaborazione tra la Cina e l’UE
nell’ambito del commercio online può
essere particolarmente vantaggiosa nelle
Newsletter N° 3/2017 seguenti aree: nella lotta contro la contraffazione, ambito nel quale l’Europa può
forse insegnare qualcosa alla Cina; nello
sviluppo di un sistema di logistica più efficiente, rapido e vantaggioso, settore in
cui la Cina, dove un prodotto non supera
i tre giorni di viaggio per attraversare le
23 province, può essere da modello per
un’Europa ancora divisa in 28 mercati digitali; nella diffusione di sistemi affidabili
di pagamento online, e qui ancora la Cina
è anni luce avanti con sistemi quali Alipay
e WeChatPay; nella politica fiscale, dove
possono essere stipulati accordi per ridurre le tasse sul commercio transnazionale
online; e ancora, nell’inclusione delle PMI
nel commercio online su scala globale –
proposta avanzata un anno fa da Jack Ma,
dirigente del colosso Alibaba.
La partecipazione al piano Juncker
rafforza il ruolo della Cina nel rilancio
degli investimenti in Europa. Quali le
prospettive in tal senso?
Il 28 settembre 2015, in occasione dell’High-Level Economic Dialogue tenutosi a
Pechino, la Cina ha annunciato ufficialmente l’intenzione di investire nel piano
Juncker, iniziativa di punta dell’attuale
Commissione volta al rilancio degli investimenti privati all’interno dell’UE. Da
quel giorno ad oggi si sono seguiti diversi
incontri a livello di lavoro tra la Commissione Europea, la Banca Europea degli
Investimenti e il Silk Road Fund, al fine
di accordarsi su come il capitale cinese
possa venire incanalato nel funzionamento del piano. È importante che l’UE non si
lasci sfuggire questa opportunità, tenendo
a mente che la Cina rimane di fatto l’unico
Paese extra-europeo a supportare finanziariamente il piano di investimenti europeo. Oggi la Cina è la fonte principale di
importazioni extra-UE, ma sta diventando
anche un importante fonte di investimenti
diretti esteri (IDE). Il piano Juncker è importante perché mira a rilanciare investimenti laddove il privato da solo non avrebbe incentivi sufficienti ad investire, o per
insufficienza di capitale o per assenza di
un solido business case. Parliamo di investimenti in infrastrutture strategiche in
zone meno densamente popolate o di investimenti in PMI, che rimangono il motore
principale della crescita e dell’occupazione in Europa. Ed è in particolare in questo ultimo campo che ritengo che la partecipazione cinese possa giocare un ruolo
importantissimo, non solo alimentando le
nostre PMI con il capitale necessario alla
sopravvivenza, ma anche aprendo loro po-
2
tenzialità di sviluppo nel mercato cinese,
grazie alla connessione con gli investitori locali, le autorità e potenziali business
partner.
Com’è possibile rafforzare ancor di più
la rete di partnership imprenditoriale
tra le due aree? Che funzione possono svolgere a riguardo gli organismi
intermediari come le Camere di Commercio?
La chiave risiede nell’individuare iniziative concrete dove la comunità business
delle due regioni trovi vantaggio a lavorare insieme. I cinesi amano parlare di
“win-win”. Per quanto suoni come concetto ricco di senso diplomatico ma privo di
significato reale, è proprio e solo tramite
l’individuazione di benefici comuni che si
può creare una partnership duratura. Una
joint venture non potrà mai funzionare se
a guadagnarci è una sola delle due parti.
In questo senso, la classica lobby mirata
ad individuare ed enfatizzare i problemi
e livellare le differenze costringendo una
delle due parti ad adottare il modo di lavorare dell’altra non ha grande successo
con la Cina, dove le parole chiave sono
compromesso e adattamento. ChinaEU
mira a fornire una piattaforma per favorire lo scambio, il dialogo, la cooperazione tra attori europei e cinesi nell’ambito
del digitale, dalle telecomunicazioni alle
tecnologie avanzate. Base per creare una
solida rete di partnership imprenditoriale
è la comprensione reciproca, a partire da
leggi e normative che regolano il settore
e che molto spesso nascondono notevoli
complicazioni per l’investitore straniero.
Con questo obiettivo, ChinaEU sta fondando, in partnership con la China Internet Development Foundation, un centro di
ricerca su tutte le normative su Internet,
TLC e e-commerce in vigore in Cina e
nell’UE. Il secondo elemento decisivo per
promuovere lo sviluppo di relazioni business basate sulla fiducia consiste nella
condivisione di una metodologia di lavoro
comune e nello scambio di benefici reciproci. E su questo punto, ChinaEU intende creare una rete che metta in contatto
investitori cinesi interessati ad investire in
brand e tecnologie europee con PMI europee interessate a lavorare con la Cina, e
promuovere lo scambio di giovani imprenditori cinesi ed europei nella fase iniziale
della loro attività.
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17 febbraio 2017
Newsletter N° 3/2017 3
OSSERVATORIO EUROCHAMBRES
Le camere europee in vetrina
Il restyling digitale delle Camere
francesi: una realtà in divenire
Alla luce della recente riforma costituzionale, che di fatto ne ha generato la razionalizzazione della presenza sul territorio – 13
le Camere regionali e 90 le Camere locali – continua il cammino delle Camere di
Commercio francesi verso una fornitura di
servizi più moderna ed in linea con il processo di digitalizzazione camerale in atto
in buona parte d’Europa. La CCI France
guidata da Pierre Goguet – Presidente della CCI Bordeaux Gironde eletto lo scorso
6 febbraio dall’Assemblea generale – punta
infatti alla realizzazione di tre ambiziosi
obiettivi, la cui attuazione dovrebbe portarla
a posizionarsi come unico punto di raccolta
dell’eccellenza dei servizi digitali a favore
delle imprese: la costituzione di un network
connesso, in grado di investire sulla digitalizzazione come centro delle proprie attività;
collaborativo, capace di operare in partenariato costante con tutti gli attori territoriali;
dinamico, pronto a soddisfare i bisogni delle
imprese e ad adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. Variegate le modalità
di declinazione del progetto: la realizzazione di CCI Store, una piattaforma collettiva
di e-services, concepita per promuovere l’of-
ferta digitale a livello nazionale e locale, che,
per quanto ancora allo stadio di prototipo,
sarà presto accessibile attraverso applicazioni web e mobili; CCI Business builder, strumento di accompagnamento personalizzato
per le start up d’impresa; lesaides.fr, portale
che consente l’accesso al panorama europeo,
nazionale e locale degli strumenti di finanziamento disponibili. Non solo: la nuova
veste digitale delle Camere propone anche
servizi di supporto all’internazionalizzazione – CCI Implantation plus, che prevede
un’assistenza dedicata, anche grazie al sostegno delle Camere francesi all’estero – e alla
formazione digitale delle imprese attraverso
l’identificazione delle competenze, oltre a
soluzioni di sviluppo sostenibile in sinergia
con altre aziende. Un percorso senza dubbio
innovativo, reso possibile dai contributi del
Fondo di modernizzazione e perequazione
del sistema camerale francese e dallo spirito
di cooperazione degli altri stakeholder, che
ha peraltro consentito alle CCI di sviluppare un processo di etichettatura di alcuni dei
propri servizi.
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Nata con lo scopo di diventare la principale fonte di soluzioni innovative, svolgere un
ruolo determinante nella definizione delle
normazioni tecniche e far beneficiare del
progresso anche i soggetti appartenenti al
mondo del lavoro, la piattaforma tedesca
Industria 4.0, sviluppata da 300 soggetti
interessati e 159 organizzazioni politiche,
imprenditoriali, accademiche e sindacali e
dalla rete delle Camere di Commercio della
Germania, si propone di fornire una risposta
efficace a questi obiettivi attraverso il lavoro
dei suoi organi e di gruppi di lavoro ad hoc.
Da un punto di vista operativo, la piattaforma si occupa di sviluppare alleanze per la
fase pre-competitiva al fine di coinvolgere il
maggior numero di imprese tedesche nella
nuova dimensione digitale. Attraverso sponsorizzazioni di eventi locali, l’accesso ad una
libreria pubblica online e mappe interattive,
questo strumento si rivolge anche alle PMI
che sono ancora riluttanti a digitalizzare i
loro processi di produzione e di business.
A tal fine il tool, rappresentando uno snodo centrale per le attività nazionali e internazionali sulla trasformazione digitale della
produzione in Germania, si impegna ad instaurare dialoghi a livello transfrontaliero.
Infatti, con l’obiettivo di assumere un ruolo
di leadership nel mercato di riferimento, la
piattaforma collabora con i mercati statunitensi e asiatici (soprattutto Cina e Giappone)
senza tuttavia tralasciare il regolare dialogo
a livello europeo.
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di Commercio è capofila. Il rapporto delinea
uno scenario non uniforme: se, in ambito
audit, una buona metà degli Stati intervistati
mostra di non aver ancora sviluppato misure
concrete di supporto finanziario, il quadro
migliora decisamente nel settore dell’implementazione delle raccomandazioni e delle
campagne promozionali, operative in 8 Pae­
si su 10. Perfettamente inserita nel contesto
generale la situazione italiana: lacunosa nei
due macrosettori dal punto di vista operativo, efficiente da quello finanziario (grazie
anche ai 30 MIL di € stanziati dal MISE
e dalle Regioni fino al 2020, che garantiscono alle PMI 5.000 € per audit e 10.000
€ per sistemi di gestione energetica al netto
dell’IVA), nel supporto alle PMI in ambito di
sviluppo delle competenze, ma ancora limitata in fase d’implementazione dei risultati
degli audit. Da notare la campagna informativa indetta dall’Agenzia ENEA, iniziata a
novembre 2016 e che avrà durata triennale.
Oltre ad un’azione più mirata della Commissione per l’adempimento degli obblighi da
parte degli SM e ad un aumento del sostegno
alle PMI in campo finanziario da parte di
questi ultimi, EUROCHAMBRES invita ad
una maggior collaborazione fra le autorità
pubbliche e le organizzazioni intermediarie,
quali le Camere di Commercio, per garantire la promozione degli audit e dei sistemi di
gestione energetici fra le PMI.
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La cooperazione piuttosto che la
concorrenza per l’industria del futuro
Efficientamento dell’energia nell’UE:
piccole luci e grandi ombre
Come stabilito dall’Articolo 8 della Direttiva europea sull’efficienza dell’energia, gli
Stati membri Ue hanno l’obbligo di realizzare programmi atti a promuovere, presso le
PMI, controlli energetici su base volontaria
e sistemi di gestione dell’energia, da realizzarsi anche attraverso la concessione di
incentivi finanziari. Interessanti, in questo
contesto, i risultati di uno studio pubblicato
recentemente da EUROCHAMBRES, che
ha analizzato la qualità degli audit nel settore dell’energia e i sistemi di gestione della
stessa in 10 Stati membri Ue (AT, BE, EE,
ES, FR, HR, HU, IT, LV, RO) identificati
sulla base del loro coinvolgimento nel progetto STEEEP (vedi ME N° 12 e 16, 2016),
di cui l’Associazione europea delle Camere
17 febbraio 2017
Newsletter N° 3/2017 4
A MISURA CAMERALE
Un focus sulla legislazione UE
Cittadinanza a portata di
click: “e-Residency”
La cittadinanza digitale rappresenta la
nuova frontiera del web. E l’ha capito
molto bene l’Estonia, promotrice di un
progetto, avviato nel 2014, che la porterà
soprattutto ad accrescere la sua economia
digitale. Bastano 100 euro, una smart card
con chip e un software da scaricare sul
pc per chiedere la e-Residency. Una volta
approvata, in una decina di giorni lavorativi, bisognerà presentarsi alla polizia
di frontiera di Tallinn (o in ambasciate/
consolati del proprio Paese) per ricevere
il kit, lasciare le impronte digitali ed effettuare una scansione del proprio viso.
Insomma, in un solo mese il gioco è fatto! Obiettivo primario della e-Residency è
aiutare milioni di imprenditori stranieri a
far crescere il proprio business nel piccolo
Stato baltico, abbattendo i costi e il lungo
iter burocratico, ma anche attrarre investitori e risorse da tutto il mondo. Fino ad
ora, il governo estone ha raccolto più di
17000 richieste provenienti da oltre 137
Paesi. Finlandia, Russia, USA e Ucraina
figurano tra gli Stati che hanno maggiormente aderito all’iniziativa, mentre in Italia il progetto inizia ad essere conosciuto solo ora. In definitiva, sviluppando il
concetto di e-Residency, il governo estone
si sta muovendo verso l’idea di un Paese
senza confini. Ovviamente siamo ancora
ben lontani da un risultato del genere, ma
gli intenti dell’Estonia appaiono davvero
molto interessanti e pionieristici.
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Italia ancora troppo indietro
nella trasformazione digitale
Pur in presenza di forti disparità all’interno dei paesi UE, le imprese europee
stanno finalmente comprendendo l’importanza che le tecnologie digitali hanno
per l’innovazione, la crescita e la competitività nei mercati globali: è ciò che
emerge dal Digital Transformation Scoreboard 2017, pubblicato recentemente
dalla Commissione europea. Il rapporto
di monitoraggio, basato su una survey
alle aziende europee, ha lo scopo di illustrare il grado di trasformazione digitale
in Europa per aiutare i decisori politici
europei e nazionali a portare avanti politiche di sostegno per le imprese dell’UE
nei processi di questo tipo. Se Belgio,
Danimarca, Finlandia e Irlanda hanno
saputo creare le migliori condizioni per
l’integrazione delle tecnologie digitali,
al gradino più basso troviamo Bulgaria,
Polonia e Grecia. L’Italia, da parte sua,
insieme a Paesi come il Portogallo, la Lituania e la Repubblica ceca, ha un grado
di trasformazione digitale “moderato”.
In effetti, pur dimostrando performance
superiori alla media europea rispetto alla
diffusione della cultura dell’imprenditorialità, ulteriori sforzi dovranno essere
fatti in materia di domanda/offerta di
competenze, di start-up ICT, di e-leadership, di integrazione delle tecnologie digitali e di brevetti high-tech. Un esempio
di iniziativa italiana che va nella giusta
direzione è Design+3, esplicitamente citata dal rapporto, lanciata dal Ministero
dello Sviluppo Economico in collaborazione con Unioncamere per supportare
finanziariamente le imprese di micro,
piccola e media dimensione nella valorizzazione di disegni e modelli.
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Una miglior mobilità per
l’apprendimento attraverso
il Mobility Scoreboard
Sviluppato sulla scia della raccomandazione del Consiglio Youth on the Move del
2011, il Mobility Scoreboard è uno strumento che dispone di mappe dinamiche
che consentono all’utente di comprendere
nell’immediato il contesto delle politiche
di mobilità per l’apprendimento all’interno dell’UE. Gli indicatori in esso utilizzati
hanno lo scopo principale di aiutare i singoli Paesi a identificare quelle azioni necessarie per eliminare gli ostacoli alla mobilità dei giovani europei. In quest’ambito,
oltre ad una sezione dedicata all’istruzione superiore, è possibile accedere ad una
piattaforma concepita ad hoc per l’istruzione e formazione professionale iniziale
(IVET - Initial Vocational Education and
Training). Quest’ultima si rivolge a policy
maker, a ricercatori ed esperti, oltre che ai
cd. “mobility users” (Istituti di formazione
professionale e di orientamento, agenzie e
aziende coinvolte nella mobilità, Camere
di Commercio etc) attivi sia a livello nazionale che europeo. Il tool permette di
recuperare, attraverso strumenti specifici,
numerose informazioni sui singoli Paesi,
tra cui: panoramiche dei punti di forza e di
debolezza, dettagli su politiche, strutture e
prassi, analisi delle prestazioni calibrate su
settori mirati, aree di forza e di debolezza
per l’UE nel suo complesso, raccolta delle
migliori performance e best practices.
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17 febbraio 2017
Newsletter N° 3/2017 5
PROcamere
PROgrammi e PROgetti europei
Link sostenibili tra l’Asia e l’Africa:
la call Switch Africa Green
Con leggero ritardo rispetto al lancio del
bando Switch Asia 2017 (vedi ME N°1 –
2017), la Commissione ha pubblicato la
call a valere sulla seconda fase del programma Switch Africa Green, in scadenza il prossimo 31/03 e con un budget
complessivo di 15.500.000 €. Numerosi
i punti in comune fra le due azioni, a
cominciare dalle priorità del programma SAG, che prevede: una componente
di assistenza green alle Micro, Piccole e
Medie Imprese dei Paesi target (Burkina Faso, Etiopia, Ghana, Kenya, Mauritius, Sud Africa, Uganda) per accelerare
l’attuazione di iniziative di consumo e
di produzione sostenibili; una componente di policy di supporto per la realizzazione di strumenti e di strutture che
incentivino lo sviluppo dell’imprenditoria verde; una componente di networking, che favorisca la promozione della
comunicazione e dei contatti fra le parti
interessate del settore. I beneficiari –
tra essi le CCIAA – dovranno presentare delle proposte dotate di approccio
integrato, con focus su alcune attività
standard, quali, ad es., lo sviluppo e la
fornitura di sostegno tecnico alle imprese sull’efficienza delle risorse, l’eco-innovation e l’eco-labelling, i cicli di vita
produttiva, le opportunità commerciali, la gestione finanziaria e la gestione
d’impresa, l’accesso ai finanziamenti,
lo scambio di competenze e di migliori
pratiche. La durata dei progetti varierà
dai 36 ai 48 mesi, il cofinanziamento
comunitario massimo ammonterà al
90% dei costi ammissibili, mentre il budget per singolo progetto sarà compreso
fra un minimo di 600.000 € ed un massimo di 1.200.000 €. Il 01/03/2017 la
DG DEVCO organizzerà a Bruxelles una
giornata informativa.
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Nuovi sviluppi per il Forum delle
Camere di Commercio balcaniche
Un forum permanente tra le Camere di
Commercio dei Balcani occidentali che
ha l’obiettivo di stimolare la cooperazione economica regionale ed i progetti di
investimento: è questo il fine ultimo del
Western Balkans Chamber Investment
Forum (CIF), costituito nel 2015 nel più
ampio contesto del cd. “Processo di Berlino”, un’iniziativa diplomatica voluta
dalla Germania nel 2014 alla quale hanno aderito l’Italia, l’Austria, la Francia, la
Slovenia, la Croazia ed i 6 Paesi balcanici.
Finalizzato a rilanciare la crescita economica dell’area attraverso investimenti in
progetti infrastrutturali, il CIF ha definito o già realizzato 26 progetti congiunti
di sviluppo regionale e collaborato con le
Istituzioni europee per l’implementazione
delle cosiddette “soft measures” in materia di trasporti ed energia (ad esempio una
strategia per la riforma del sistema ferroviario, la rimozione degli ostacoli giuridici
alla creazione di mercati dell’elettricità regolamentati, etc). Gli obiettivi del CIF potranno in un prossimo futuro essere meglio
raggiunti grazie alla sua trasformazione in
una piattaforma regionale per le PMI che
faciliti la collaborazione inter-camerale,
consenta un più semplice accesso al credito delle PMI, migliori i servizi già offerti
dalle Camere balcaniche. Di primo piano
il ruolo dell’Italia: sua sarà, infatti, la Presidenza del Processo di Berlino e suo, dunque, il compito di organizzare il Summit
che si terrà il 12 luglio 2017 a Trieste. Tra
i temi centrali, oltre a quello classico della
connettività, figurano i collegamenti tra i
giovani, la crescita, la sicurezza e lo stato
di diritto, il rafforzamento delle PMI per
mezzo dell’arrivo di altri capitali e il potenziamento della collaborazione contro la
lotta alla corruzione.
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Gli open data al servizio di tutti
Co-finanziato dalla Commissione europea
nell’ambito del programma Horizon 2020,
Yourdatastories (YDS) è un progetto di
ricerca che mira a rendere l’accesso degli
open data più strutturato e trasparente. Il
consorzio, composto da 9 membri (aziende
tecnologiche, istituti di ricerca, enti pubblici) provenienti da 5 Paesi europei, ha
l’obiettivo di coniugare e fondere le due
sorgenti di dati (quelli tradizionali e quelli generati dagli utenti) al fine di sfruttare
il valore aggiunto che ne deriva soddisfacendo al meglio le esigenze del mercato.
In termini pratici, attraverso la collaborazione con diversi altri progetti Horizon
2020 che condividono uno o più obiettivi
di ricerca comuni, il processo inizia con
la definizione di un campo d’azione in un
particolare settore: attraverso la raccolta
delle informazioni da un’ampia varietà di
fonti, YDS riversa i dati in un grande melting pot e osserva come questi ultimi possano fondersi a vicenda aggiornandosi in
modo continuativo, fornendo loro un contesto storico. In questo modo si prevede di
sviluppare un software che, consentendo
la gestione trasparente dei dati, acquisisce
un ruolo significativo nell’attività sociale
del cittadino. YourDataStories mira a colmare il divario fra la domanda e l’offerta,
soddisfare le esigenze della pubblica amministrazione, del mondo produttivo e dei
cittadini e migliorare, in ultima analisi, la
trasparenza e la lotta alla corruzione.
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EsperienzEUROPA
Le best practice italiane
Camere di Commercio in evoluzione: i progetti europei come leva di sviluppo del sistema
Sono numerosi i drivers esterni che
influenzano (e influenzeranno) decisamente il futuro delle Camere di
Commercio, in relazione alle imprese. Da
un lato, l’ambiente in rapida evoluzione
e altamente competitivo in cui le nostre
piccole e medie imprese devono operare:
cambiano modelli di business, cresce la
necessità di cooperare all’interno delle
17 febbraio 2017
value chains, diventa necessario innovare e crescere sui mercati internazionali;
dall’altro, le strategie politiche nazionali
ed europee emergenti decretano un ruolo
sempre più forte dei servizi di supporto
alle PMI in un’ottica di contenimento
delle risorse e di disponibilità finanziarie sempre più scarse. In questo contesto,
anche alla luce della recente riforma delle
Camere di Commercio, risulta strategico
definire obiettivi camerali di medio periodo a cui legare progettualità che accompagnino l’erogazione di servizi in
ottica di reti aperte all’Europa.
La Camera di Commercio di Torino partecipa da diversi anni a progetti europei e
con questi è riuscita a sviluppare servizi
nuovi ad elevato impatto per le aziende
del territorio, in sinergia con l’ecosistema locale. Innovazione, Digitalizzazione
e Competitività, Istruzione sono parole
chiave in ognuna delle azioni che l’Unione Europea prevede per raggiungere
gli obiettivi di Europa 2020, la strategia
decennale per la crescita e l’occupazione
che l’Unione europea ha varato nel 2010.
Queste sono state, nel tempo, alcune traiettorie seguite anche dall’ente camerale
torinese per partecipare ai progetti europei.
Le azioni a supporto delle nuove imprese
sono state, ad esempio, arricchite dalla
partecipazione al programma “Erasmus
for Young Entrepreneurs (EYE)” di COSME cycle 7, il cui obiettivo è la mobilità
transfrontaliera di nuove imprese e aspiranti imprenditori.
Nel corso del periodo 2014-2016 10 nuovi
imprenditori e 5 aziende ospitanti sono
stati i beneficiari dell’attività ed una nuova programmazione è in corso per il periodo 2016-2021, grazie a sinergie create
con altre Camere di Commercio europee,
coordinate dalla Camera di Commercio di Terrassa (Spagna), con il progetto
Ulixes Eyes.
Supplemento a La bacheca di Unioncamere
Anno 8 N. 2
Mensile di informazione tecnica
Registrazione presso il tribunale
civile di Roma n. 330/2003
del 18 luglio 2003
Editore: Unioncamere – Roma
Redazione: p.zza Sallustio, 21 – 00187 Roma
Tel. 0647041
Direttore responsabile: Willy Labor
Newsletter N° 3/2017 Accanto a queste iniziative si aggiunge
il grande pilastro dell’innovazione e del
supporto alla competitività delle PMI.
Grazie ai programmi COSME e Horizon 2020 sono stati ampliati i servizi e
gli strumenti a supporto delle aziende
per l’accesso al capitale e il sostegno alle
PMI innovative, contribuendo a colmare
il divario tra ricerca e mercato, aiutando le imprese innovative a trasformare i
loro progetti di innovazione in prodotti
che abbiano un reale potenziale commerciale. Nella nuova programmazione UE 2014-2020 è rafforzato il ruolo
chiave assegnato alla rete Enterprise Europe Network, di cui la Camera di Commercio di Torino è coordinatore per il
nodo ALPS del Nord Ovest di Italia (in
partenariato Unioncamere Piemonte, Regione Piemonte, Confindustria Piemonte,
Unioncamere Liguria e Regione Liguria),
per sostenere l’innovazione e la competitività delle imprese. Enterprise Europe
Network rappresenta lo strumento per
favorire l’accesso delle imprese ai mercati
esteri e facilita la ricerca partner per la
presentazione di progetti e l’utilizzo dello
“Strumento per le PMI” per realizzare il
passaggio dalla ricerca all’innovazione di
processo e di prodotto, nonché attività di
mentoring e formazione sulla gestione dei
programmi di innovazione aziendale.
A queste attività si sono affiancati alcuni
servizi personalizzati ad alto valore aggiunto in campo innovativo offerti dalla
rete EEN, grazie allo specifico supporto
di H2020 e di progettualità ad esso legate. Ne sono un esempio i servizi di valutazione della gestione dell’innovazione
cd “Enhancing Innovation Management
Capacities of SMEs with high EU-wide market and innovation potential” ed
il supporto dedicato ai beneficiari dello
Strumento PMI.
Dopo la valutazione individuale del potenziale innovativo, realizzato su piattaforma Imp3rove (AT Kearney) e spesata
dal progetto, sono in fase di attivazione
nuovi servizi, sempre EEN, dedicati alla
valutazione del “Quoziente digitale”
d’impresa, per uno sviluppo di percorsi
formativi dedicati e supportati da altre
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iniziative del sistema camerale italiano,
gestite con grandi players come Google.
Dalla definizione di servizi generalisti,
risalente ai primi anni duemila, la Camera di Commercio di Torino punta ora
all’ottenimento di risorse europee per erogare servizi ad alto valore aggiunto ad un
numero di aziende selezionato: ne sono
un esempio i progetti dedicati alle cosiddette aziende in “iper crescita o scale-up”,
finanziati dal programma H2020 e dal
programma Interreg Spazio alpino (progetto SCALE(up)ALPS). Quest’ultimo
rappresenta un’occasione unica per legare
il sistema camerale a reti di policy maker
e di stakeholder specifici che si occupano
di giovani aziende ad alto potenziale di
sviluppo internazionale e per sviluppare
ulteriormente servizi integrati di assistenza individuale.
Sempre sul fronte dell’assistenza specifica alle imprese la partecipazione alla
rete europea Enterprise Europe Network
ha facilitato la costruzione di progetti
volti all’erogazione di servizi “verticali”,
come ad esempio il progetto SESAM di
recente approvazione supportato dal programma COSME dedicato all’assistenza
alla partecipazione delle PMI agli appalti
internazionali.
Prendendo esempio da buone prassi europee, dal duemila anche la Camera di
Commercio di Torino, nell’ambito del
suo mandato di rappresentante delle forze
economiche, si è attrezzata per la partecipazione a progetti europei che nel solo
2016 hanno portato un valore di circa
1 milione di euro per l’ente camerale, a
fronte di una gestione budgetaria complessiva (come capofila o partner) pari a
oltre 6 milioni di euro.
A questo si aggiungono le azioni di lobbying nella costruzione di partenariati e
forti azioni di networking sugli assi strategici, il monitoraggio costante delle fonti
dei programmi di finanziamento europei
(ed internazionali), la costruzione di una
task force interna a supporto degli uffici
per lo sviluppo di progettualità da inserire
in programmi europei nonché la gestione
di progetti strategici pluriregionali.
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Il sito web Spazio Europa http://asbl.unioncamere.net/, regolarmente aggiornato a cura
dello staff di Unioncamere Europa, si propone d’informare le Camere di Commercio sulle
novità legislative europee. Unitamente a schede di approfondimento sulle tematiche
europee d’interesse, in Spazio Europa sono disponibili le edizioni settimanali degli
strumenti di monitoraggio legislativo e di monitoraggio bandi.
Lo staff di Unioncamere Europa asbl ([email protected]) rimane a disposizione per rispondere a
richieste di chiarimenti specifici sui temi contenuti in questo numero o a quesiti su altre tematiche europee di interesse.