Corso Digital Communication | Accademia Cappiello

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Transcript Corso Digital Communication | Accademia Cappiello

Accademia
D’ARTE e DESIGN
Leonetto Cappiello FIRENZE
26 febbraio 2013
Social Media e Cinema!
Focus on “Io mi fermo qui”
Open Day
Corso Digital Communication & Design
Internamente all’Open Day di presentazione del corso Digital communication & Design organizzato dall’Accademia Cappiello, il 26 febbraio alle
ore 10.30 verrà presentato dal regista Federico Micali il film “Io mi fermo
qui”, centrato sulla storia del Cinema Universale di Firenze.
Dopo la presentazione e un case study sull’esperienza precedente de
“L’Ultima Zingarata”, i partecipanti registrati all'open day si cimenteranno
nell'ideazione di una Social Media Campaign per il nuovo film, alla presenza regista. Nel pomeriggio, le idee avute nel brief saranno realizzate all'interno di due workshop centrati su immagini e web.
L’Open Day
e la presentazione del film
si svolgeranno presso la
Nuova Sede
dell’Accademia Cappiello
Viale Michelangiolo 19
Firenze
IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA
ore 10.30
(aperto al pubblico)
Presentazione del Film "Io mi
fermo qui" alla presenza del Regista.
Case study su "l'ultima zingarata",
film co-diretto da Federico Micali
ore 11.30 - 13.00
(l'open day prosegue per i soli
partecipanti registrati)
Un brief per "Io mi fermo qui".
Ideazione di una campagna di
Social Media Marketing per il film
Docenti: Elena Farinelli e Gianluca
Torrini
Ore 14.00
Workshop su realizzazioni grafiche.
Visual Adv per "Io mi fermo qui"
Docente: Cristian Contini
Ore 15.30
Workshop su realizzazioni Web.
Prodotto web per "Io mi fermo qui"
Docente: Alberto Mori
ore 17.00
Chiusura Open Day
IL FILM IO MI FERMO QUI
Regia di: Federico Micali
Prodotto da: L'Occhio e La Luna
Sceneggiatura di: Heidrun Scheleef /
Cosimo Calamini / Federico Micali
“Sceneggiatura originale di particolare
rilievo culturale e sociale”
"Film di interesse culturale"
ammesso al finanziamento da:
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI
Contributo Sviluppo Progetti (2010)
Produzione Opere Prime di Lungometraggio (2012)
REGIONE TOSCANA
Fondo Cinema per lo Sviluppo (2009)
Fondo Cinema per la Produzione Opere
Prime (2011)
La storia
Questa è la storia di tre amici: Tommaso,
Marcello e Alice, dei loro destini che
s’intrecciano, si lasciano e poi si ingarbugliano di nuovo, in una serie di avventure che
attraversano tre decenni - dai favolosi
sessanta ai plasticosi ottanta - e che incarnano i sogni, le svagatezze, le illusioni e le
sconfitte di una generazione.
Ma questa è anche la storia di un cinema
(L’UNIVERSALE) , un cinema un po’ particolare a dire il vero, dove per una strana
congiuntura epocale, rionale e perché no,
astrale, per un periodo si sono incontrate la
cultura alta, sperimentale e politica del
movimento studentesco e quella popolare,
sarcastica e disincantata del quartiere
fiorentino di San Frediano, creando un
meraviglioso cortocircuito che ben presto
ha portato a un inatteso e scintillante caos
creativo. In sala si poteva dire, fare e creare
di tutto e il vero spettacolo non erano più i
film, ma il pubblico.
Ma questa è anche un po’ la nostra storia,
nel senso di un paese, l’Italia che in
trent’anni ne ha viste passare di cotte e di
crude sotto i suoi campanili: le lotte studentesche, i figli dei fiori, il terrorismo, il riflusso
degli anni ’80, e la fine di un mondo, di un
muro contro muro dopo il quale niente
sarebbe stato più uguale, perché come
diceva il Tamburini, noto frequentatore del
cinema Universale: “Un’ideale non è come
un papa, morto uno ci vuole del tempo per
farne un altro!”.
E sarà Tommaso a condurci in questo
pirotecnico viaggio, lui, figlio del proiezionista dell’Universale, col suo sguardo colto e
popolare al tempo stesso, ci condurrà per
mano nella sua vita, in quella degli avventori del cinema, dei suoi amici del rione e così
via, facendoci sorridere, commuovere,
riflettere e percepire il pulsare anarchico di
quell’ “esistenze”, che per anni ha riempito
l’aria fumosa del cinema Universale d’Essai.
Perché è comunque il cinema il vero protagonista di questa storia: il cinema come
luogo e come film, come specchio e come
appendice di storie private e generazionali.
Storie che possono cominciare anche così: “
con un gesto dada in un contesto pop.
Forse l’ho presa larga… Ricominciamo.
Tutto cominciò a Firenze, più precisamente
nel quartiere di San Frediano, dove c’era un
cinema con le persone dentro, il film sullo
schermo e un rumore dal fondo della sala,
un rumore che all’inizio si pensava venisse
dallo schermo, ma era troppo forte e poi,
come dire, non era congruo con le immagini del film proiettato. Insomma, per farla
breve, era il rumore di una Vespa ET3 125
Primavera, si proprio così, un “Vespino”,
montato da un tizio misterioso con un
casco integrale che gli copriva la faccia. Il
centauro, inseguito dalla maschera urlante,
fece un paio di giri veloci tra lo stupore e le
risate della folla e nello spazio che separa la
prima fila dallo schermo ebbe la geniale
idea di impennare la Vespa su una ruota
e…stop!
Per conoscere il resto bisogna entrare al
Cinema Universale…
Il film in breve
Io mi fermo qui è stato scritto grazie al
sostegno del Ministero per i beni e le atttività culturali e della Regione Toscana che lo
hanno entrambi ritenuto di particolare
rilievo culturale e sociale ammettendolo ai
benefici del finanziamento.
La scrittura della sceneggiatura si è avvalsa
del lavoro di Heidrun Schleef, una delle più
note sceneggiatrici italiane, Palma d’oro a
Cannes con La stanza del figlio di Nanni
Moretti, e di Cosimo Calamini, giovane
sceneggiatore e scrittore con all’attivo già
due titoli pubblicati da Einaudi.
Insieme a loro l’esperienza del regista, Federico Micali, che aveva già avuto modo di
immergersi nelle atmosfere del Cinema
Universale grazie alla realizzazione di un
film documentario uscito nel 2008.
Note artistiche del regista
Per quasi due anni ho “vissuto” all’interno
del Cinema Universale di Firenze assorbendo una straordinaria serie di racconti, storie
e aneddoti che sono poi, in piccola parte,
confluiti nel mio documentario, “Cinema
Universale d’essai”.
E’ stato un viaggio emozionate e divertente
in una storia del cinema molto privata,
quella che ha caratterizzato l’identità di
varie generazioni che si sono alternate su
quelle scomode poltroncine di legno, dove
il film diventava una partitura personale su
cui improvvisare collettivamente: una
interazione che iniziava durante la proiezione e proseguiva nelle discussioni al bar o
davanti alla cassa.
Mi ha affascinato soprattutto quel rapporto
viscerale che si creava con il cinema, inteso
come film ma soprattutto come luogo: uno
spazio familiare, una piazza che riusciva
magistralmente a mettere insieme la cultura alta dei film d’essai e la sagacia popolare
di San Frediano. Un meltin’ pot di persone,
mestieri, modi di essere ed idee che avrebbe fatto diventare quel cinema un incredibile punto di riferimento culturale per gli anni
settanta e- indirettamente per tutti gli anni
ottanta.
Da queste basi ho iniziato a cullare l’idea di
avere il Cinema Universale come teatro di
una scrittura drammaturgica che superasse
i confini segnati dal reale, per andare a
raccontare la storia di una generazionequella che passa per gli anni 70- attraverso
le strette mura di un cinema e l’immensa
finestra che è il suo schermo.
La Storia passa dunque attraverso le vicende di Tommaso, Alice e Marcello, bambini a
metà degli anni 60, intenti a giocare in un
cinema di quartiere che pare immutabile
nei suoi personaggi- la cassiera, la
maschera,il proiezionista, la barista e gli
“avventori abituali”- protagonisti di una
commedia quotidiana fatta di film di terza
visione commentati ad alta voce dai personaggi del quartiere.
La loro crescita coincide con il profondo
cambiamento del cinema che inizia a
proiettare pellicole d’essai, diventando
immediatamente un punto di riferimento
per la controcultura caotica, lisergica,
sognatrice e violenta di quel periodo: gli
anni 70 travolgono l’Universale con la loro
forza e le loro contraddizioni provocando
intime rivoluzioni culturali, cortocircuiti
emotivi e contraccolpi personali in tutti i
personaggi.
Le vicende particolari si ergono dunque a
simbolo “universale”- per l’appunto- di
cambiamenti sociali e di costume: e le
microstorie di una coralità di personaggi
ben
delineati
e
tenuti
insieme
dall’ambiente cinema si muovono intorno
alla figura di Tommaso, l’io narrante che
trova la sua diretta corrispondenza con il
Cinema stesso.
La scrittura del film ha fatto tesoro della
grande esperienza Heidrun Schleef e della
conoscenza dell’ambiente di Cosimo
Calamini, scrittore fiorentino diplomato al
Centro Sperimentale, per una sceneggiatura che riesce a mantenersi vivace e dinamica, alternando e bilanciando momenti
comici e drammatici.
L’obiettivo era infatti quello di mantenere
sempre un tono lieve anche in relazione a
tematiche complesse, riproponendo in
qualche modo il tema stesso del Cinema
Universale, dove i grandi film contemporanei, così come le accese discussioni politiche, riuscivano ad uscire dagli schemi imposti per essere filtrati dal pubblico con immediatezza e ironia.
Questa vorrà essere anche la chiave di
conduzione di una regia, mai fine a sé
stessa, e totalmente al servizio del film e
delle sue storie, anche attraverso
un’attenzione particolare all’uso delle musiche e più in generale di tutti strumenti
espressivi del cinema- dalla luce al montaggio- in stretto legame con gli stessi
riferimenti filmici del Cinema Universale.
Federico Micali è nato a Firenze nel 1971.
Dopo aver documentato i fatti del G8 di
Genova, ha diretto insieme a Teresa Paoli e
Stefano Lorenzi il film Genova senza risposte, trasferito in 35mm per l’Occhio e la Luna
presentato a Venezia off nel 2002 e distribuito dalla Pablo nel circuito cinematografico.
Del 2002, il film sui giorni del social forum
europeo a Firenze, Firenze città aperta,
distribuito in allegato editoriale sul circuito
nazionale: dell'anno successivo il pluripremiato Nunca Mais, sul disastro ecologico
della petroliera Prestige sulle coste della
Galizia, e Note dal Basso film musicale sulle
bande di strada
Nel marzo 2007, ha firmato 99 Amaranto
film documentario su Cristiano Lucarelli e
Livorno, liberamente tratto dal libro "Tenetevi il Miliardo" di Carlo Pallavicino prodotto
da L'occhio e La Luna e distribuito anche in
sala dalla Pablo di Gianluca Arcopinto. In
occasione dell'uscita di 99 Amaranto La7 ha
dedicato al regista una settimana di
programmazione de La venticinquesima
ora mettendo in onda tutti i precedenti
documentari e cortometraggi.
Del 2009 "Cinema Universale d'Essai",
presentato in anteprima al Festival dei
Popoli di Firenze è stato poi distribuito in
sala ed in home video anche grazie ad una
notevole attenzione mediatica.
Nel Giugno 2010 ha girato il cortometraggio "L'ultima Zingarata", un tributo ad “Amici
Miei” con la partecipazione di Monicelli ed
un'ampissima attenzione dei media nazionali. Dopo la presentazione nel corso del
Festival del Cinema di Venezia 2010,
l’Ultima Zingarata è diventato un
film-documentario (in omaggio a Mario
Monicelli) distribuito in sala e nel circuito
editoriale da Giunti editore.
PARTECIPAZIONE ALL’ OPEN DAY
Durante l’anno l’Accademia propone alcune giornate di orientamento completamente
gratuite.
Gli open day sono il momento ideale per prendere contatto con l’Accademia, con le materie
e con i docenti, e per soddisfare ogni curiosità.
Gli open day hanno una durata complessiva di 5 ore e vengono svolti sotto forma di
workshop.
La partecipazione agli open day è libera (è sufficiente prenotare), non comporta alcun impegno per l’iscrizione, e ha uno scopo puramente orientativo e attitudinale; inoltre costituisce
elemento di valutazione ulteriore per l’eventuale assegnazione delle Borse di studio.
Iscrizione all’open day sul sito dell’Accademia: http://accademia-cappiello.it/pages/info
IL CORSO DIGITAL COMMUNICATION & DESIGN
Partirà a marzo il Corso Annuale in Digital
Communication e Design, ultimo nato
all’Accademia Cappiello, in risposta alle
sempre maggiori esigenze formative e
professionali che ruotano intorno al mondo
della comunicazione e dello sviluppo
Internet.
Un corso modulare con due specializzazioni in Comunicazione Digitale e Design
Web
E’ un Corso che, data la struttura che prevede un modulo base comune e poi la possibilità di scegliere fra un approfondimento
su Marketing e Social Media oppure Design
e Sviluppo, si rivolge a chi vuole coniugare
competenze orizzontali sulla comunicazione digitale ad altre verticali estremamente
professionalizzanti.
Proprio per questa specifica organizzazione, il Corso è stato supportato da aziende,
che offriranno la possibilità agli studenti di
mettere in pratica le competenze acquisite.
Potete scaricare la MAPPA ORIENTATIVA sul
Corso
Borse di Studio
Per l’anno accademico 2013 sono state
istituite Borse di Studio da assegnare a
giovani che intendono frequentare il corso
di Digital Communication & Design che
avrà inizio, presso la nuova sede
dell’Accademia, nel prossimo mese di
marzo 2013.
Le Borse in palio di Studio sono rivolte a
coloro che frequenteranno tutti e tre i
moduli del Corso e contribuiranno a coprire
il costo del corso per il 25%.
La possibilità di poter frequentare i corsi
mediante Borse di Studio è nata dalla
necessità di estendere ad un maggior
numero di giovani l’opportunità di conseguire la specializzazione necessaria per un
futuro nel mondo del lavoro.
PER PARTECIPARE ALLA ASSEGNAZIONE DI
UNA DELLA BORSE DI STUDIO COMPILA ED
INVIA, ENTRO LA SCADENZA, IL MODULO
PRESENTE SUL SITO
http://web.accademia-cappiello.it
Accademia
D’ARTE e DESIGN
Leonetto Cappiello FIRENZE
L’Accademia
http://www.accademia-cappiello.it
tel. +39 (0)55 6813211
email [email protected]
Nuova sede
Viale Michelangiolo, 19
50125 Firenze
Corso Digital Communication & Design
http://web.accademia-cappiello.it
Coordinatore del Corso
Niccolò Pandolfini
[email protected]