Porto Offshore di Venezia, via al progetto italo-cinese

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Porto Offshore di Venezia, via al progetto italo-cinese

L'italiana 3TI progetti insieme a China Communication Construction Company per la progettazione del porto offshore onshore di Venezia, una sfida infrastrutturale di dimensioni imponenti Nei giorni scorsi una firma ha sancito ufficialmente l’affidamento della progettazione del porto offshore-onshore di Venezia al raggruppamento di imprese italo-cinese 4C3 costituito dalle società 3TI Progetti ed e-Ambiente e guidato da China Communication Construction Company Group (CCCC), il quinto General Contractor mondiale.

Il progetto del porto offshore è il punto terminale del progetto globale chiamato “One belt, one road”, che mira a realizzare un nuovo collegamento del Mediterraneo, e attraverso questo dell’Europa, con i mercati dell’Estremo Oriente. Per i committenti questa infrastruttura avrà il ruolo strategico di favorire lo sviluppo economico di tutta l’area dell’alto Adriatico, che diventerà il bacino di destinazione degli imponenti traffici commerciali che potranno svilupparsi tra Italia e Cina.

“Si tratta di un progetto di grande prestigio – commenta Alfredo Ingletti, Presidente della 3TI Progetti – considerando che riguarderà il più grande terminal plurimodale offshore del

mondo, un’opera che restituirà a Venezia un ruolo primario nel Mediterraneo. Grazie alla nuova piattaforma d’altura che sorgerà al largo di Malamocco (a 8 miglia dalla costa) e al primo terminal container che sorgerà in area Montesyndial a Porto Marghera, Venezia si proporrà come punto di riferimento per il sistema navale e logistico del traffico merci globale”.

4C3 avrà sei mesi di tempo per realizzare il progetto definitivo e per eseguire le attività di monitoraggio e indagini ambientali. La società non è nuova a progetti infrastrutturali imponenti con consegne rapide. Recentemente si è occupata del restyling dell’aeroporto di Craiova, in Romania, ultimato in soli tre mesi, o della realizzazione della terza corsia dell’Autostrada Quarto D’Altino-San Donà di Piave il cui progetto è stato consegnato con otto mesi di anticipo.

Per il porto offshore di Venezia la società italiana è chiamata a realizzare un approdo per navi gigantesche da 20 mila teu (unità di misura dei container) che arriveranno con il carico sulla piattaforma d’altura della Laguna, da dove la merce verrà poi portata a terra attraverso un sistema di navette (Mama Vessel), evitando di scavare ulteriormente i canali all’interno della Laguna. Tale tipologia di grandi navi mercantili, che rappresentano oggi la più diffusa modalità di trasporto container, pescano infatti fino a 18 metri di profondità e in Italia, al momento, nessun porto è in grado di accoglierle.

Il progetto di 3TI prevede la prefabbricazione a terra di cassoni di calcestruzzo e il loro successivo affondamento al fine di formare la diga foranea – che si svilupperà per circa 4.000 metri e una superficie di circa 80 mila mq – la realizzazione del terminal container (di circa 200 mila mq) e quella della banchina servizi (circa 127 mila mq).

La diga foranea avrà il compito di proteggere dai movimenti marini il terminal container, che per dimensioni garantirà

l’attracco contemporaneo di due navi mercantili da 8.000 teu ciascuna, e la banchina di ormeggio e servizi larga 200 m. e lunga 1.000 m. dove avverrà lo scarico dei containers dalle “navi madre” per essere successivamente imbarcati sulle flotte di distribuzione alla terraferma.

“Si tratta di un’opera di proporzioni imponenti, unica nel bacino del Mediterraneo – aggiunge Ingletti – ma che risponde a precisi requisiti e prescrizioni dettati dalle Autorità competenti soprattutto per quanto riguarda la salvaguardia, il rispetto e la tutela del patrimonio ambientale della Laguna di Venezia”.

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