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Camera dei deputati – 4-15530 – Interrogazione a risposta scritta
presentata dall’on. Civati (Misto) il 9 febbraio 2017. Pagina | 1
Camera dei deputati – 4-15530 – Interrogazione a risposta scritta
presentata dall’on. Civati (Misto) il 9 febbraio 2017.
CIVATI, ANDREA MAESTRI, BRIGNONE, MATARRELLI e PASTORINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
il modulo sperimentale elettromeccanico (MOSE) è un'opera che insiste sulla laguna di Venezia finalizzata alla difesa della laguna
stessa e della città dalle acque alte. L'opera è costituita da un insieme di paratoie mobili a scomparsa, azionate temporaneamente
durante gli eventi di alta marea;
la realizzazione dell'opera, affidata al Consorzio Venezia Nuova, è cominciata nel 2003 ed è stata al centro di un'inchiesta che ha
portato a numerosi arresti per reati contestati nel campo della corruzione, tanto da condurre a una gestione straordinaria su input
dell'Autorità nazionale anticorruzione;
nell'ottobre del 2016 il professor Gian Maria Paolucci, già docente di Metallurgia all'università di Padova, ha redatto una perizia
commissionata dal provveditorato alle opere pubbliche di Venezia in cui si legge: «La natura metallica non inossidabile del materiale
prescelto con cui è stata realizzata la maggior parte dei componenti immersi, rende quest'ultimo particolarmente vulnerabile alla
corrosione elettrochimica provocata dall'ambiente marino. Abbiamo l'assoluta convinzione che la protezione offerta dalla vernice non
sia totale né duratura, causa le abrasioni prodotte da sabbia e detriti». In questa situazione, aggiunge Paolucci, «c’è la seria
probabilità che la corrosione provochi danni strutturali e dunque il cedimento della paratoia»;
da quanto si apprende dalla medesima perizia «Le cerniere delle paratoie sono formate da un “maschio”, agganciato alla paratoia, e
da una “femmina”, cementata nei cassoni di fondazione. Il connettore femmina, dal quale dipende il funzionamento delle barriere
mobili, costituisce l'anello debole dell'apparato a causa di un mancato controllo ispettivo per la sua intera vita di 100 anni, a meno di
una laboriosa e costosa manutenzione straordinaria. Inoltre, la necessità di effettuare tale manutenzione verrebbe segnalata da
malfunzionamenti causati da danni ormai avvenuti e talvolta irreparabili. Cioè, quando è troppo tardi. In questo caso, l'unica cosa da
fare è sperare che i danni che certamente si saranno verificati sui connettori femmina di Lido, San Nicolò, Malamocco, Chioggia, siano
contenuti»;
l'azienda assegnataria della commessa relativa alla fornitura dei suddetti materiali, Fip di Padova (azienda del gruppo Mantovani)
risulta essere coinvolta in una inchiesta giudiziaria;
si avvicinano i termini della prescrizione per gli imputati del processo MOSE in corso presso il Tribunale di Venezia –:
se il Governo non ritenga necessario assumere iniziative per effettuare una perizia sui materiali utilizzati;
quali iniziative intenda adottare per escludere possibili disastri in caso di cedimento delle cerniere;
quali iniziative di competenza intenda in ogni caso adottare per assicurare opportuni controlli;
se non intenda assumere ogni iniziativa di competenza per sospendere i lavori di completamento dell'opera e l'erogazione dei relativi
finanziamenti, in attesa che le iniziative e le indagini suddette accertino che il funzionamento delle dighe mobili non mette a
repentaglio la sicurezza della laguna di Venezia. (4-15530)
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