In Consiglio regionale si trova la quadra anche se resta in piedi il

Download Report

Transcript In Consiglio regionale si trova la quadra anche se resta in piedi il

anno ii- n° 0 giovedì 9 Febbraio 2017
www.gazzettamolisana.com
E-mail: [email protected]
Seguici anche Su Facebook e
twitter
Massimiliano Scarabeo
L’Oscar del giorno lo assegniamo a
Massimiliano Scarabeo. Il consigliere regionale ha riaperto la questione della soppressione a Venafro
della sede dell’Arsarp, l’agenzia di
sviluppo agricolo. Un punto di riferimento, da sempre, per l’intera
area a forte vocazione agricola e di
sperimentazione.
L’Ardire
Le tante,
troppe, infinite
serrande
che si abbassano
IL NOSTRO
TAPIRO
IL NOSTRO
OSCAR
Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione
Direttore Responsabile: giuseppe Saluppo
viMarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso
redazione tel: 0874.484486
email: [email protected]
Battista-Chierchia
Tapiro al sindaco Battista e all'assessore
Chierchia. Il consiglio comunale di Termoli ha approvato piani per l'edilizia sociale per circa 3 mila appartamenti,
Campobasso per circa 300. Comuni a
guida Pd, sia sindaco sia assessore al
ramo, ma con visioni diverse: Campobasso città ospizio, Termoli città ospitale.
In Consiglio regionale si trova la quadra
anche se resta in piedi il rischio
della privatizzazione del sistema idrico
di Giuseppe Saluppo
I
politici ed i governanti non si rendono minimamente conto della
paurosa crisi che sta attanagliando
le imprese molte delle quali sono
costrette alla pura, difficile, sopravvivenza. E l'addio ai piccoli negozi significa l'addio anche ai servizi.
L’erosione delle attività nei piccoli centri diventa inarrestabile. Tra 2015 e
2016 si sono persi servizi postali e bancari, negozi di vicinato, macellerie, piccoli
supermercati,
con
una
desertificazione che tocca soprattutto i
piccoli comuni, ma anche i centri storici di Campobasso e Isernia. Ed in
questa drammatica situazione prosegue
imperterrita l’azione di taluni Amministratori locali che, nonostante la crisi
del commercio, nonostante le difficoltà
delle imprese, nonostante la chiusura di
aziende storiche nonostante le pesanti
ripercussioni sulla vita dei nostri centri
storici, continuano imperterriti a dosare
Ici, Tosap, Tarsu e Imposta pubblicità.
Per rivitalizzare i centro storici e i piccoli centri interni è sì una questione di
ripristino urbanistico (eliminare ad
esempio le brutture edilizie di questi ultimi decenni; togliere il “grigio” che caratterizza piazze, strade, periferie
continue… ), ma è anche “ritornare ai
piccoli negozi, alle botteghe”. Occorrono, perciò, incentivi e per questo una
nuova legge regionale in materia. Se le
attività non resteranno sul territorio il
territorio non sarà appetibile perchè
tutto sarà scaduto nell’omologazione.
E, allora, perchè un tizio dovrebbe venire in un qualsiasi centro se commercialmente e artigianalmente non c’è più
nulla? Non è possibile che queste aree
diventino il fanalino di coda delle priorità legate allo sviluppo per evitare che
la zona interna non divenga, nel prossimo futuro uno scenario costituito da
rocce, boschi e paesi fantasma. Ogni
serranda che chiude definitivamente è
un pezzo di vita comunitaria di un
luogo che finisce.
Servizio a pag.3
Lavoro
Area di crisi,
i dubbi sui progetti
per i lavoratori
Si allontana l’ipotesi di ricollocazione, riqualificazione, scivolo
pensionistico dei lavoartori.
Regione
Strade dissestate,
occorrono priorità
e finanziamenti
Nuovo incontro in Regione per fare
il punto sullo stato di dissesto di
molte strade interne.
pagina 2
www.gazzettamolisana.com
pagina 5
2
TAaglio
lto
9 febbraio 2017
Si allontana l’ipotesi di ricollocazione, riqualificazione, scivolo pensionistico o progetti di lavoro di pubblica utilità (ex-articolo 26 della legge 150/2015 di integrazione del reddito)
Petraroia: Chi afferma l’avvenuto profilo tecnico,
amministrativo e giuridico dei lavoratori della Gam e
dell’Area di Crisi industriale complessa, afferma il falso
Un Ente che dispone di un Dipartimento, del Servizio per le politiche dell’occupazione,
dell’Agenzia Molise Lavoro e dei Centri per l’impiego non può giustificare il mancato
inserimento dei lavoratori nei provvedimenti amministrativi finalizzati ad ottenere
le misure speciali e straordinarie previste per le aree di crisi
Alla Regione Molise sono arrivati
a un punto tale di cinismo da giocare sulla pelle dei lavoratori. Nel
caso che diciamo, servendoci
delle informazioni dell’ex assessore alle politiche del Lavoro Michele Petraroia, oggi consigliere
di Sinistra Italiana, per la prima
volta incrociamo un’ipotesi di
falso. False sarebbero le notizie
circa l’avvenuto profilo (tecnico,amministrativo e giuridico)
dei lavoratori della Gam e dell’Area di Crisi industriale complessa. Se fossero state vere, nel
corso della riunione tenuta ieri al
Ministero dello Sviluppo economico, sarebbero servite alle organizzazioni sindacali nazionali a
creare le soluzioni positive al destino di quei lavoratori. False,
perché nel corso del confronto in
consiglio regionale con la rappresentanza dello Zuccherificio e
della Gam, è emersa l’assenza di
qualsiasi atto istruttorio, determinazione dirigenziale, o delibera di
giunta, mirati all’individuazione
dei dipendenti delle aziende in
crisi del Molise beneficiari di misure concrete di politiche attive
del lavoro, d’incentivi alla ricollocazione occupazionale e/o all’auto impiego, e di sostegni alla
riqualificazione professionale e/o
in favore di scivoli pensionistici.
Altro punto fermo: dopo oltre un
anno d’attesa la Regione, come
abbiamo fatto cenno, non avrebbe
adottato alcun atto pubblico di riconoscimento della profilazione
che per legge compete ai Centri
per l’impiego e non all’Inps. Al
riguardo, circola un appunto ufficioso dell’Istituto previdenziale
su 2800 lavoratori.
Ha ragione pertanto il consigliere
di Sinistra Italiana Petraroia ad
affermare che tutto ciò è grave e
perché mai un Ente che dispone
del dipartimento delle politiche di
sviluppo e dei servizi alla persona, del Servizio per le politiche
dell’occupazione, dell’Agenzia
Molise Lavoro e dei Centri per
l’impiego, non sia riuscito a fare
ciò che avrebbe dovuto fare: inserire i lavoratori nei provvedimenti amministrativi finalizzati
ad ottenere le misure speciali e
straordinarie previste per le aree
di crisi. Per cui, l’assenza delle
attività istruttorie sui profili personali dei dipendenti della Gam e
dello Zuccherificio allontana ogni
ipotesi di ricollocazione, riqualificazione, scivolo pensionistico o
progetti di lavoro di pubblica utilità (ex-articolo 26 della legge
150/2015 di integrazione del reddito). Definito questo aspetto e la
sua deleteria conseguenza, rimangono la paralisi in cui versano i Centri per l’Impiego dopo
il contenzioso insorto tra il personale a tempo determinato, la Provincia e la Regione Molise, e
l’assenza di interlocutori istituzionali, amministrativi e dirigenziali nella condizione di occuparsi
sul piano politico, tecnico e burocratico della vicenda umana di
migliaia di lavoratori. Altro tasto
dolente che ha già fatto parte di
altri rilievi, in altri contesti, da
parte di Pietraroia nei confronti
del governo regionale, è la scarsa
propensione molisana a chiedere
ed ottenere “risposte impellenti,
straordinarie ed operative per la
risoluzione delle crisi di Gam, Ittierre e dello Zuccherificio, costretto, pertanto, il governo
regionale ad adottare, allo scadere
del 2016, una deliberazione che
utilizza “parte dei fondi destinati
al pagamento delle mobilità in
deroga ai disoccupati, per sostenere con somme inadeguate ed
insufficienti, timidi cenni di politiche attive del lavoro nelle arre
di crisi”. Pannicelli caldi, panacee
che non curano il male. Una Regione che avesse autorevolezza e
determinazione politica imputerebbe allo Stato il taglio di 145
milioni di euro operato sui Fondi
europei 2014/2020, ne chiederebbe la compensazione per ricollocare i lavoratori, per
sostenere l’autoimpiego e per incentivare al pensionamento gli
aventi diritto di Itr, Gam e Zuccherificio. Conclusione pietraroiana e lapalissiana: “Senza fondi
adeguati si annaspa e si cincischia, ma non si risolvono le vertenze complesse”.
Dardo
“La proroga dello split payment uccide le piccole aziende”
La denuncia è dell’Acem, l’associazione costruttori molisani
L’ACEM (Associazione Costruttori
Edili del Molise aderente ad ANIEM)
apprende con sconcerto la richiesta di
proroga triennale del meccanismo
della scissione dei pagamenti (split
payment) per le operazioni tra fornitori
e Pubblica Amministrazione, chiesta
ieri dal Ministro dell’Economia Pier
Carlo Padoan alla commissione europea.
L’Associazione ha denunciato sin dall’inizio come tale meccanismo, mette
nelle condizioni le aziende di fungere
da Bancomat allo Stato: l’azienda, con
lo Split Payment mentre non riceve
l’iva sulle commesse, dovrà comunque
versare in pagamento l’Iva su fattura ai
propri fornitori ed aspettare fiduciosa
che la Pubblica Amministrazione restituisca l’Iva.
Una misura che arreca gravi danni alle
imprese ormai da due anni, per l’ammanco di liquidità che genera e per la
conseguente necessità di ricorrere all’indebitamento.
Della questione, questa mattina
l’ACEM ha interessato l’Associazione
nazionale di appartenenza ANIEM affinché intervenga a livello governativo
centrale per bloccare la proroga e
l’estensione annunciata dal Ministro.
Sull’argomento è intervenuto oggi
stesso il Presidente nazionale dell’ANIEM Dino Piacentini, il quale in
una nota stampa ha parlato di colpo di
grazia per le PMI, sottolineando che il
provvedimento rappresenta un cambio
di rotta anche rispetto alla direzione in
cui va il nuovo codice appalti sui temi
di maggiore tutela per
le piccole e medie imprese.
Critico il giudizio del
Vice Presidente delCarmine
l’ACEM
Abiuso: “Seppur la misura dello split payment
sia nata per un nobile
scopo che è quello della
lotta all’evasione fiscale, con questa proroga in realtà si finisce
ancora una volta per penalizzare chi, nonostante tutto, cerca di
creare lavoro e cioè le
piccole e medie imprese”.
3
TAaglio
lto
9 febbraio 2017
Miracolo dell’acqua a Palazzo D’Aimmo
Timidi accenni di risveglio dal
sonno (della ragione) del consiglio regionale nel corso della seduta del 7 febbraio, condizionato
dal peso specifico delle questioni
di cui s’è occupato nella sessione
antimeridiana e in quella pomeridiana. Finalmente una giornata
piena di lavoro (?) per gente che
prende anche il gettone di presenza. Il 22 marzo si celebrerà la
Giornata mondiale dell’acqua, e
vogliamo credere che i consiglieri
regionali siano edotti e per questo
abbiano voluto discuterne sull’abbrivo di una mozione a più
firme: una mozione “assembleare”. L’hanno infatti firmata i
consiglieri Ciocca, Sabusco,
Niro, Ioffredi, Di Pietro, Petraroia, Totaro, Lattanzio, Monaco,
Scarabeo, Parpiglia, Manzo, Federico, Fusco Perrella e Iorio. La
concordia politica a sostegno di
un interesse collettivo in cui la
colorazione politica s’è annacquata e s’è dispersa: “La gestione
delle acque pubbliche nel territorio della regione Molise”. Capitasse più spesso di convenire su
obiettivi strategici per l’economia
e l’occupazione, la crescita e lo
sviluppo, avremmo probabilmente un diverso Molise e un diverso clima politico, certo meno
astioso e meno fazioso di quello
che tocca assistere nella pantomina quotidiana farcita d’interessi di bottega e personali. Il
colpo di reni sulla destinazione
dell’acqua va messo pertanto a
registro nelle note di merito. Tra i
punti salienti della mozione approvata vanno annotati l’impegno a tenere sotto controllo
l’evolversi della costruzione dell’ennesimo invaso (Piana dei Limiti), la sua portata e
dell’acqua;
l’utilizzazione
Mozione e voti unitari sulla
gestione delle risorse idriche
Capitasse più spesso di convenire su obiettivi strategici per l’economia e
l’occupazione, la crescita e lo sviluppo, avremmo probabilmente un diverso
Molise e un clima politico meno astioso e meno fazioso di quello che tocca
assistere nella pantomima quotidiana farcita d’interessi di bottega e personali
un’azione
politica decisa e trasparente nei
confronti delle regioni che ricevono acqua del Molise, dal Molise, da cui pretendere le
contropartite in canoni, in rimborsi, e in infrastrutture; il rendiconto al consiglio “circa
l’esposizione debitoria della
Azienda Regionale Molise Acque
verso le regioni Puglia, Campania
ed Abruzzo e le relative azioni di
recupero del credito, e delle procedure per la revisione delle tariffe per la Puglia e l’Abruzzo alla
pari dell’adeguamento già otte-
L’Intervento
Dieci parroci surrogando l’assenza
di partiti, sindacati e movimenti,
hanno denunciato le disastrose condizioni in cui versa la viabilità delle
loro comunità, sollecitando un intervento urgente di sistemazione e
messa in sicurezza. Un cittadino
preoccupato dell’alta incidenza di
patologie tumorali nell’area venafrana lancia un appello per una sfilata silenziosa a cui aderiscono
migliaia di persone che chiedono
certezze sui dati ambientali e sui
controlli sanitari effettuati dalle istituzioni.
Centinaia di famiglie attendono da
giugno 2016 che la Regione Molise
si prenda a carico un proprio familiare diversamente abile assicurando
servizi socio-sanitari e socio-assi-
nuto
dalla Regione Campania”; a mettere in atto senza più tergiversare
la rimodulazione delle tariffe ove
queste risultino chaitamente non
corrispondente “al giusto corrispettivo”. Punti cardine di una ristorica,
vendicazione
ultradecennale, che non è mai approdata a nulla di concreto perché
“interdetta” dai rapporti politici e
personali tra i vertici istituzionali
o anche da mai chiariti motivi di
“opportunità” dai cui, probabilmente non erano (e non sono )
esclusi interessi di altra natura. Il
consiglio ha trovato l’unità
per dirsi stanco di attendismi e strumentalismi.
Il cerino è passato nelle
mani del presidente della
giunta regionale e degli
assessori. Occhio, dunque, alla loro volontà.
Nel contesto della discussione il consiglio poteva esprimersi anche
sull’Egam e come salvaguardare la destinazione
pubblica della distribuzione dell’acqua dall’insidia latente della
privatizzazione: un capitolo sul quale ci sarà da
discutere e da preoccuparsi se
permarranno irrisolti gli interrogativi e le perplessità di sindaci e
delle associazioni ambientaliste e
di categoria, e di quanti difendono il pronunciamento referendario sull’acqua pubblica come
bene comune. In consiglio regionale non ne hanno parlato; in
compenso ha parlato Sinistra Italiana. Il partito appena nato ritiene irrinunciabile l’occasione
della legge regionale sul servizio
idrico integrato, “per acquisire il
parere dell’Anci, della Lega delle
A u tonomie Locali e dell’Associazione Nazionale dei Piccoli
Comuni d’Italia e per approvare
una norma che mantenga la gestione del ciclo idrico integrato in
mano pubblica, evitando ogni
ipotesi di nefasta privatizzazione
in favore di soggetti interessati a
mercificare un bene comune innalzando le tariffe così come fatto
in altre regioni e in città di altri
territori”. Per concludere, nel
corso della sessione mattutina
l’assemblea di Palazzo D’Aimmo
ha considerato le mozioni del
consigliere Petraroia e dei colleghi Fusco, Iorio, Sabusco e Cavaliere) sulle vertenze della Gam e
dello Zuccherificio del Molise.
Dinanzi all’attualità del Tavolo di
confronto col Governo e degli
sviluppi che si prevedono, il consiglio ha valutato opportuno di
rinviare l’argomento ad altra seduta. Che probabilmente terrà
conto anche delle preoccupazioni
che le delegazioni dei due stabilimenti in crisi hanno manifestato
in separata sede al presidente del
consiglio Cotugno e all’assessore
alle politiche agricole Facciolla.
Dardo
Un Consiglio regionale che dovrebbe brillare per presenza
stenziali domiciliari in sostituzione
delle 400 euro mensili erogate fino a
maggio 2016 con i 2,6 milioni annui
del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza.
Una parte dei cittadini dell’area del
cratere attende ancora la risistemazione delle proprie abitazioni a 15
anni dal terremoto ed alcuni di essi
aspettano vanamente il rimborso del
bollo auto della Regione Molise.
I pazienti costretti a ricorrere a ricoveri, esami e prestazioni nelle strutture sanitarie pubbliche regionali si
ritrovano con liste d’attesa di mesi
e mesi, molto spesso incompatibili
col rischio clinico e con la necessità
di accertare le patologie per accedere alle cure o all’intervento chirurgico.
In questo quadro occorre un maggior senso di responsabilità istituzionale del Consiglio Regionale, la
massima assise amministrativa del
Molise, chiamata ad occuparsi per
legge delle necessità e dei bisogni
dei cittadini e delle comunità locali.
Serve una risposta all’altezza della
fase intensificando l’attività istruttoria dell’Ufficio di Presidenza,
della Conferenza dei Capigruppo,
delle Commissioni Consiliari Permanenti e del Consiglio Regionale.
Nel corso della seduta d’Aula del 7
febbraio 2017 su 54 punti iscritti all’ordine del giorno ne sono stati esaminati solo 2, il punto 6) associato
alla discussione sulle Mozioni inerenti le crisi di GAM e Zuccherificio e rinviato alla prossima seduta
anche per l’assenza del Presidente
della Giunta e dell’Assessore alle
Attività Produttive, ed il punto 7) riferito alla Diga di Piana dei Limiti
a confine tra Puglia e Molise.
Sono rimasti inevasi 52) punti su
54) ma il Consiglio non è stato aggiornato a martedì 14 febbraio ma a
data da destinarsi.
Nei momenti di difficoltà le istituzioni dovrebbero dare un esempio di
solerzia, determinazione e di maggiore impegno se non altro per una
questione di buon senso.
Per il Coordinamento Regionale
dei Cristiano Sociali
Piera Liberanome
Per il Coordinamento Provinciale
Chiara D’Amico
4
TAaglio
lto
9 febbraio 2017
Il caso del medico del pronto soccorso d’Isernia
L’Asrem del Molise, in virtù di
un regolamento vessatorio della
libertà d’espressione dei suoi dipendenti, ha potuto assumere un
provvedimento disciplinare a carico del dottore Lucio Pastore
che svolge la sua opera professionale al pronto soccorso dell’ospedale d’Isernia, ma certo
non può occultare il cattivo funzionamento di quel servizio e le
conseguenze che i pazienti devono subire a causa delle politiche di taglio alla spesa sanitaria
e alla cattiva, pessima, per alcuni
aspetti arbitraria, organizzazione
del sistema sanitario regionale.
provvedimento
quel
Con
l’Asrem ha richiamato su di sé e
sulle disfunzioni che amministra,
ulteriore attenzione e ulteriori
motivi per ritenere l’intero la sanità molisana un modello di inefficienza, di carenze operative
(per difetto di personale, di attrezzature e di posti letto), ed
anche di scarsa trasparenza e democrazia là dove ritiene lesivo
per sé che dall’interno dell’organizzazione sanitaria si rilevano e
si segnalino difficoltà a svolgere
il lavoro e ad assistere il cittadino. Sulla figura di Pastore era
lecito addensare apprezzamento
e solidarietà, che solo in parte si
Il provvedimento disciplinare contro
Pastore è servito a mettere in luce
la verità sul sistema sanitario
molisano: inefficienza, carenze strutturali e cattiva gestione
Solidarietà al professionista isernino da parte della segreteria regionale del Partito della Rifondazione Comunista
sono avuti. Apprezzamento per la chiarezza
della denuncia e delle
circostanze che la rendono un prezioso serall’opinione
vizio
pubblica; solidarietà,
per non farlo sentire
solo in questa sua
azione di verità e trasparenza, fornendo ai
provveditori di sanzioni un implicito
avallo. A fianco di Pastore s’è schierato il
segretario regionale
del Partito della Rifondazione Comunista,
Silvio Arcolesse, evidenziando il
carattere antidemocratico del regolamento in base al quale è stato
assunto il provvedimento che
pretende di limitare il diritto alla
libera espressione dei dipendenti
dell’Asrem, vincolandoli ad un
incostituzionale patto di omertà
aziendale. Per Arcolesse è
“amaro constatare che un simile
episodio si sia manifestato all’indomani dell’ampio pronunciamento popolare in difesa della
Costituzione dei principi di libertà e di dignità del lavoro”.
Dardo
A Isernia, nuove scuole subito
Abbiamo appreso dagli organi
di stampa i contenuti del Programma Triennale per gli anni
2017-2019, nel quale sono inclusi i progetti di realizzazione
della scuola in località Tremolicci e altre opere riguardanti
scuole da riqualificare.
Sorprendentemente però la realizzazione della scuola di Località Tremolicci è stata prevista
per il 2018 e non più entro settembre 2017, come sarebbe
stato auspicabile dal momento
che le due scuole medie, per
stessa ammissione dell’assessore De Toma, non sono antisismiche e che invece i nostri figli
necessitano di un luogo sicuro
per assolvere al proprio impegno scolastico.
Non di meno conta l’evidente
ritardo dei lavori presso la
nuova scuola di San Leucio,
che non sarà certamente consegnata a giugno 2017, nonostante ciò sia stato più volte
assicurato, con il rischio concreto di iniziare il prossimo
anno scolastico negli attuali edifici scolastici, come se nulla
fosse accaduto in questi mesi.
Il Comitato, unitamente a tutti i
genitori che lo rappresentano e
lo appoggiano, ritiene a questo
punto che l’amministrazione
comunale debba decretare con
ogni sollecitudine lo spostamento di tutti i ragazzi delle
scuole medie “Giovanni XXIII”
e“Andrea D’Isernia” in edifici
sicuri, antisismici e idonei allo
svolgimento sereno e regolare
delle attività didattiche.
La decisione non è più prorogabile, proprio perché è ormai evidente che la tempistica per la
consegna delle nuove scuole è
incerta e comunque molto più
lunga di quanto il 17 settembre
2016 assicurato dallo stesso
Sindaco D’Apollonio, di cui
tutti ricordano la fermezza nel
dichiarare il proprio impegno a
dimettersi se non fosse riuscito
nel suo intento di mettere in sicurezza i ragazzi delle due
scuole medie di Isernia entro
settembre 2017.
Pur comprendendo le notevoli
difficoltà nell’ottenere i finanziamenti richiesti, non pos-
siamo che ribadire, ancora una
volta, l’urgenza di una soluzione immediata, da ricercarsi
verosimilmente nella locazione
di spazi adeguati, esistenti e già
più volte indicati, come mero
esempio, nelle diverse occasioni di dialogo.
Isernia si trova nella fascia territoriale appenninica a più alto
rischio sismico, la pericolosa
zona 1, e semplicemente non
possiamo permetterci pressapochismi, superficialità e fatali-
smo. Le uniche scelte responsabili sono la prevenzione, la coscienza nelle scelte attuate e
azioni più rapide di quelle prospettate in un Programma
Triennale, che può andar bene
per il cimitero e la villa comunale, non certo per mettere in sicurezza il futuro della nostra
città.
Per questo motivo il Comitato
ha chiesto un incontro formale
con il Sindaco D’Apollonio e
l’assessore De Toma, auspi-
cando che possa realizzarsi nel
più breve tempo possibile, per
avanzare eventuali proposte di
soluzioni in edifici sicuri già
esistenti sul territorio,con
quello spirito di serena collaborazione e condivisione che ha
sempre caratterizzato i rapporti
con l’amministrazione di Isernia.
Si coglie inoltre l’occasione per
ufficializzare l’adesione del Comitato Scuole Sicure per Isernia
al più ampio progetto del Comitato Scuole Sicure Centro
Italia, che comprende tutti i movimenti sorti in Marche,
Abruzzo, Umbria, Lazio e Molise, un’unione che sta facendo
sentire la sua potente voce agli
organi di stampa locali e nazionali oltre che al Garante nazionale dell’infanzia e a Save the
Children Italia. Ognuno per la
sua parte e tutti uniti, pretendiamo la sicurezza nelle scuole,
un diritto inalienabile e non più
rinviabile.
COMITATO SCUOLE SICURE PER ISERNIA
5
TAaglio
lto
9 febbraio 2017
Secondo incontro in Giunta regionale con i sindaci
“Strade dissestate, le priorità
e poi lo stanziamento dei fondi”
Il presidente Frattura e l’assessore Nagni hanno fatto il punto della situazione
CAMPOBASSO. Individuare
gli interventi di maggiore urgenza e le priorità per attivare
subito dopo il conseguente percorso amministrativo: è il
nuovo step indicato nella seconda riunione convocata a Palazzo Vitale dal presidente della
Regione Molise, Paolo di Laura
Frattura, per superare l’emergenza delle strade dissestate nei
comuni molisani a rischio isolamento. Ieri sera all’incontro con
i sindaci e i parroci di Acquaviva Collecroce, San Felice del
Molise, Castelmauro, Montefalcone nel Sannio, Montemitro e
Tavenna anche l’assessore ai lavori pubblici, Pierpaolo Nagni,
il presidente della Provincia di
Campobasso, Antonio Battista,
il comandante militare dell’Esercito Molise, il colonnello
Andrea Bolognesi, e il tenente
colonnello
dell’Arma
del
Genio, Riccardo Proietti. “La
presenza questa sera dell’Esercito e del Genio, che ringraziamo per la partecipazione, ci
rassicura per una tempestiva soluzione dei problemi contingenti che possiamo superare con
il minor investimento possibile
grazie anche alla professionalità
espressa dai tecnici provinciali”, la premessa del presi-
“La Regione Molise per scelte
che sfuggono non ci fa arrivare
fondi dal 2014. Questo, è facile
intuibile, costringe il nostro
ente a difficoltà consistenti e di
fatto all’inoperosità”. Duro
l’affondo del presidente del
Parco Regionale dell’Olivo di
Venafro, Emilio Pesino, che ha
puntato l’indice contro la Regione Molise,a suo dire, inadempiente verso il Parco che è
a rischio chiusura per mancanza di fondi. “Ciononostante
ci adoperiamo perché il Parco
vada avanti nell’interesse di
Venafro e dell’intero Molise,
per cui invitiamo il governo regionale a rivedere metodi, assegnazioni e stanziamenti per non
costringere quest’ente a chiudere i battenti, cosa che assolutamente sia l’intero consiglio di
amministrazione del Parco che
Ruta: “La Rai
in basso Molise
ora si vede”
dente Frattura e dell’assessore
Nagni. “Contestualmente –
hanno poi indicato –, dobbiamo
lavorare insieme per individuare le priorità reali per una
viabilità davvero necessaria e
utilizzata dai cittadini nei comuni interessati da pesanti fenomeni di smottamenti e frane
che minacciano di compromettere seriamente i collegamenti”.
Dunque, sulla base del lavoro di
ricognizione dei dissesti idrogeologici in corso già effettuato
dalla Provincia di Campobasso,
sarà predisposto a livello comunale un documento degli interventi ritenuti strategici per
consentire alla Regione di definire in tempi certi e brevi la
procedura.
Per Frattura e
Nagni, che durante l’incontro
hanno ricordato il pacchetto di
9,6 milioni già destinati alla
viabilità secondaria, la sicurezza viaria, assieme alla sicurezza degli edifici pubblici,
risponde al tema centrale degli
interventi da programmare e finanziare. “Nessun tentenna-
mento né esitazione a riguardo”,
hanno assicurato puntualizzando che “l’indicazione delle
priorità da parte dei sindaci, dei
parroci e di tutti i portatori di
interessi pubblici deve necessariamente rispondere a criteri di
oggettiva utilità perché solo
così possiamo garantire strade
sicure ai nostri cittadini”. Nella
serata di domani, giovedì 9 febbraio, un incontro operativo a
Montefalcone nel Sannio, con
l’assessore Nagni e il presidente
della Provincia di Campobasso.
“A seguito dell’interrogazione presentata in Vigilanza Rai per chiedere il
ripristino della piena funzionalità del segnale Rai in
basso Molise, mi è stata comunicata l’avvenuta risoluzione della questione
evidenziata avendo provveduto, a conclusione della
procedura attivata dal Ministero dello Sviluppo economico, a interrompere in
data 7 febbraio, il segnale
di emittente privata abruzzese, consentendo la regolare diffusione del segnale
Rai in basso Molise”. Lo
sostiene il senatore molisano del Pd, Roberto Ruta.
“Parco dell’Olivo, la Regione
ci costringe a chiudere i battenti”
La denuncia viene dal presidente dell’ente, Emilio Pesino
tante associazioni e movimenti
di questa città assolutamente
non vogliono. Continueremo
perciò nella nostra azione, ma
chiediamo al Governo Regionale di avere tutt’altra attenzione verso il Parco Regionale
dell’Olivo di Venafro erogando
i fondi necessari alla sua sopravvivenza e funzionalità, che
però non siano contributi sporadici bensì assegnazioni, fondi
annuali continuativi”. A Pesino
ha fatto eco il consigliere regionale Massimiliano Scarabeo, a sua volta nient’affatto
tenero verso l’assemblea regionale per la persistente e man-
cata attenzione verso le aspettative sia del Parco dell’Olivo
che di tant’altre realtà sociali
della città. Dopo altri interventi
di rappresentanti istituzionali
del territorio, dal Comune di
Venafro al Consiglio di amministrazione dello stesso Parco,
ha ribadito concetti e posizioni
il citato Pesino che ha invitato
il governo regionale a guardare
con tutt’altra attenzione e riguardo l’ente da lui presieduto
assegnandogli le rimesse necessarie alla sua sopravvivenza,
a prescindere da qualsivoglia
polemica o posizione particolare”.
6
TAaglio
lto
9 febbraio 2017
Sentenze della Commissione Tributaria di Campobasso su ricorso dello Studio commerciale, Saluppo
CAMPOBASSO. E’ obbligo, o
meno, l’attivazione del contraddittorio preventivo tra contribuenti ed Amministrazione
finanziaria? E conseguentemente, quali effetti per il mancato esperimento di tale pratica
si ha sugli atti adottati dall’ente esattore? Gli interrogala
sciolti
ha
li
tivi
Commissione Tributaria di
Campobasso a seguito dell’articolato ricorso dello Studio
commerciale Saluppo. Sul
quotidiano finanziario ed economico ‘Italia Oggi’ nell’edizione di mercoledì 8 febbraio
2017, è apparso un lungo articolo sul contraddittorio preventivo a seguito delle
sentenze n. 116/3/2016 e n.
1094/2/2016 emesse dalla
Commissione Tributaria Provinciale di Campobasso che, in
accoglimento dei ricorsi proposti dagli assistiti dello Studio commerciale Saluppo di
Campobasso, ha annullato gli
avvisi di accertamento notificati dalla Agenzia delle Entrate
(afferenti tanto i tributi armonizzati quanto quelli non armonizzati) in quanto emessi in
contrasto con il principio sopra
richiamato. In particolare, con
le richiamate decisioni, il Giudice adito, accogliendo la tesi
di parte attorea, ha avuto modo
di specificare e ribadire il principio (già fissato dalla Cassazione con Sent. n. 1997/2014)
secondo il quale “incombe sull’amministrazione finanziaria
un generale obbligo di attivare
sempre il contraddittorio rispetto ad un atto che possa in-
Il consigliere comunale Michele
Ambrosio in una nota esprime il
suo disappunto in merito alla
mancata sostituzione degli attuali contatori idrici con quelli di
nuova generazione abilitati alla
telelettura, già previsti per i consumi di energia e gas.
“Un onere, la lettura dei contatori, che ogni anno costa all’amministrazione comunale 30mila
euro e da quest’anno destinata
a raddoppiare a causa dell’obbligo di due letture ogni anno.
Pertanto, l’ammodernamento
con le attuali tecnologie consentirebbe un’ammortizzazione dei
costi, oltre a garantire un servizio puntuale ai cittadini e diversi
benefici nella gestione in tempo
reale dei dati, dalla ottimizzazione delle risorse umane al contrasto alla dispersione idrica”.
Tributi, contraddittorio
preventivo obbligatorio
per gli accertamenti
cidere negativamente sui diritti
e sugli interessi dei contribuenti. In caso contrario l’atto
è nullo.” Non solo. In via generale, e senza distinzioni di
sorta, ha ritenuto giusto motivo
di annullamento dell’atto impositivo la mancata attivazione
del contraddittorio preventivo
confermando, altresì, quanto
ribadito anche dalla Suprema
Corte (cfr. Sent. n. 132/2015)
secondo la quale “ …..l’attivazione del contraddittorio endoprocedimentale costituisce un
principio fondamentale immanente nell’ordinamento, operante anche in difetto di una
espressa e specifica previsione
normativa, a pena di nullità
dell’atto finale del procedimento, per violazione del dipartecipazione
di
ritto
dell’interessato al procedimento stesso”. La ricostruha
giornalistica
zione
permesso, così, di portare in
Italia le tesi portate avanti
dallo Studio commerciale Saluppo di Campobasso che si è
visto riconoscere l’applicazione per tutti i tributi della necessità del contraddittorio
preventivo che, oltre ad essere
un valido strumento per permettere una distensione nei
rapporti tra contribuenti ed
Enti impositori, addirittura, nei
casi in cui si concludesse posipermetterebbe
tivamente,
anche di non attivare la costosissima macchina processuale,
consentendo un copioso risparmio alle casse dello Stato.
Ambrosio: “A Campobasso i contatori
dell’acqua vanno sostituiti”
Inoltre,
Ambrosio
evidenzia
come quest’anno la fatturazione
delle circa 30mila utenze cittadine non è stata eseguita attraverso lettura del contatore e
dunque rilevando il consumo effettivo, ma su dati storici che,
stante l’avviso dell’ufficio tributi, potrebbero generare contestazioni e rettifiche, con i
cittadini chiamati a fare da letturisti.
“Così, mentre altre realtà entrano
a pieno titolo nel “sistema” di
città intelligente tenendo il passo
con il progresso che avanza, a
Campobasso l’amministrazione
comunale continua a non adeguarsi con il conseguente di-
spendio inutile di denaro pubblico”.
Pertanto, Ambrosio promette che
la proposta di ammodernamento
verrà presto portata all’attenzione della commissione “innovazione tecnologica” presieduta
dal consigliere Landolfi e dell’assessore Ramundo, per una
prima verifica di fattibilità da
realizzarsi inizialmente con la ricezione di manifestazioni di interesse. Una data utile potrebbe
essere proprio il 22 marzo prossimo in occasione della giornata
mondiale dell’acqua, quale segnale di attenzione al “valore”
dell’acqua, bene comune da preservare.