V Domenica del Tempo Ordinario

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Transcript V Domenica del Tempo Ordinario

Vita Consacrata
La Giornata mondiale della Vita
Consacrata si celebra, ogni anno,
nella festa della Presentazione del
Signore. Maria e Giuseppe presentano il bambino Gesù al tempio di
Gerusalemme. Sull’esempio di Gesù, che si offre al Padre, i consacrati
e le consacrate accolgono la particolare chiamata di Dio e donano la
loro vita per il Regno dei cieli. Le
nostre comunità hanno la grazia di
camminare insieme ad una fraternità
di consacrati che si ispirano al
carisma di san Francesco d’Assisi.
Condividiamo qualche passaggio
delle riflessioni offerte da papa
Francesco in occasione della Giornata mondiale della Vita Consacrata.
Il Papa prende lo spunto dal tema
spinoso degli abbandoni nella vita
consacrata. È un fatto che preoccupa, ma è necessario individuarne le
cause e, possibilmente, porvi rimedio. Tra le cause, si sottolinea il
cambio d’epoca, in cui risulta
difficile assumere impegni seri e
definitivi. Si respira la cultura del
frammento, del provvisorio. A questo si aggiunge la complessità del
mondo giovanile, nei suoi aspetti
positivi e negativi. Infine si presenta,
a volte, problematica la stessa vita
consacrata nelle case religiose.
Come risposta il Papa indica
alcune vie da percorrere. La prima
via consiste nella cura della vita
fraterna in comunità, alimentata
dalla preghiera comunitaria, dalla
lettura orante della Parola, dalla
partecipazione attiva ai Sacramenti
dell’Eucarestia e della Riconciliazione, dal dialogo fraterno e dalla comunicazione sincera tra i suoi membri, dalla correzione fraterna, dalla
misericordia verso il fratello e la
sorella che pecca, dalla condivisione
delle responsabilità. La vocazione,
come la fede, è un tesoro fragile; per
questo va custodita, non cedendo a
criteri mondani, curata con una seria
formazione e accompagnata con
prudente saggezza.
Una domanda provocatoria: da
quanto tempo non fiorisce, anche
qui nella nostra isola, una vocazione
di speciale consacrazione?
Anno VIII, n. 6
Venezia, 4 febbraio 2017
V Domenica
del Tempo Ordinario
Is 58,7-10
Sal 111
1Cor 2,1-5
Mt 5,13-16
Intenzioni delle S. Messe
SS. Redentore
Martedì 7: deff. Fra Vittorio Della Rovere e
Alberto Moretto (1 anno)
Giovedì 9: def. Giulia
S. Eufemia
Sabato 4: deff. Irma, Eugenio e Emilia
Venerdì 10: def. Gloria Rodriguez Garcia
Sabato 11: deff. Emilio e Teresa
S. Gerardo Sagredo
Giovedì 9: def. Marilena (1 anno)
AVVISI DELL’UPG
Domenica 5: XXXIX Giornata nazionale
per la vita 2017
Domenica 5, ore 16.00, Basilica di
S. Marco: il Patriarca celebra la S. Messa in
occasione della Giornata mondiale della
Vita Consacrata
Lunedì 6, ore 20.45, chiesa del S. Cuore (via Aleardi – Mestre): Veglia di preghiera per la vita
Donne e uomini per la vita
Domenica 5 febbraio si celebra la XXXIX Giornata nazionale per la vita.
Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana ha inviato un
Messaggio incentrato sull’immagine del sogno, tante volte evocata da papa
Francesco. Di fronte alle scelte importanti della vita occorre avere il coraggio
di sognare in grande. Il sogno di Dio “continua a realizzarsi nei sogni di
molte coppie che hanno il coraggio di fare della loro vita una famiglia; il
coraggio di sognare con Lui, il coraggio di costruire con Lui, il coraggio di
giocarci con Lui questa storia, di costruire un mondo dove nessuno si senta
superfluo o senza posto” (Papa Francesco, Discorso alla festa delle famiglie,
Filadelfia 26 settembre 2015).
Per papa Francesco il sogno di Dio si realizza con la cura dei bambini e dei
nonni. Tale cura, che promette il futuro, esige superamento della cultura
dello scarto e della logica della denatalità, favorendo la difesa di ogni persona
umana dallo sbocciare della vita fino al suo tramonto naturale. Figura
esemplare di cura della vita è Teresa di Calcutta, la Santa degli ultimi, che
insegna a sentire la voce dei sofferenti, il grido nascosto dei piccoli innocenti,
l’accorata supplica dei poveri e dei più bisognosi di pace. Conclude il
Messaggio: “Com’è bello sognare con le nuove generazioni una Chiesa e un
Paese capaci di apprezzare e sostenere storie di amore esemplari e
umanissime, aperte a ogni vita, accolta come dono sacro di Dio”.
Martedì 7, ore 21.00, sala parrocchiale
201, SS. Redentore: incontro sulle Opere
di misericordia (vedi locandina)
Sabato 11: XXV Giornata mondiale del
Malato
Ringraziamo
tutti
coloro
che
hanno
collaborato, in modi diversi,
all’ottima riuscita della Festa di
san Giovanni Bosco, cui è
dedicato il patronato della
parrocchia di S. Eufemia.
E ringraziamo anche coloro
che hanno partecipato alle
varie manifestazioni.
Alleluia, alleluia.
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.
Alleluia.
SALE E LUCE, MA COME?
Il brano del Vangelo continua il
“discorso della montagna” che
abbiamo ascoltato domenica scorsa.
Gesù è il nuovo Mosè che proclama la
volontà del Padre. Le Beatitudini sono
i dieci comandamenti secondo la
visione di Gesù e la sua esperienza di
Figlio. Il clima è quello gioioso e
positivo che annuncia un grande
dono: le Beatitudini, prima di essere
un impegno, sono un dono. “Voi siete
il sale della terra e la luce del mondo”.
Così ci ha fatti il Creatore e tali diventiamo soprattutto con il Battesimo,
quando ci viene donata la vita di figli di Dio. Non ci è chiesto prima di fare
certe cose per avere il premio, ma ci è dato un dono che rende possibile la
risposta. Tuttavia sappiamo che non è facile custodire il dono; infatti Gesù ci
avverte che il sale può perdere il sapore e la luce può essere nascosta. Da qui
derivano alcune caratteristiche dell’esistenza cristiana.
La prima è la visibilità. Non dobbiamo essere cristiani anonimi, né
vergognarci di mostrarlo. Tuttavia lo stile della vita del discepolo è diverso da
quello del mondo: non la ricerca del successo, ma la gioia della gratuità. Il
dono ricevuto, infatti, è offerto a tutti perché l’amore del Padre è per tutti,
senza distinzioni. Non bastano le parole o i grandi proclami, ma l’efficacia
della Bella Notizia si misura dai fatti concreti dalle “buone opere” che, sole,
“rendono gloria al Padre che è nei cieli”, cioè sono sua trasparenza credibile.
L’immagine del sale richiama l’identità del cristiano che realizza la sua
efficacia nel nascondimento, rivelando dal di dentro il vero significato di una
vita riuscita; mentre la luce ne evoca la rilevanza, facendo uscire da sé stessi,
senza secondi fini.
Una domanda: è facile o difficile perdere il sapore? Nella vita è facile,
perché spesso la vita ci porta da un’altra parte. Ma il problema non è tanto
salare o illuminare, quanto di essere sale e luce. Ciò che siamo è più
importante.
Fra Luciano
Festa di Don Bosco
per essere parte di un Tutto
La Festa di don Bosco si è conclusa, ed ogni anno
accanto all’obiettivo principale che è quello di fare
Comunità e di trascorrere qualche giorno più a stretto
contatto per sentire che assieme è più bello, si trova
l’occasione per riflettere su particolari tematiche.
Quest’anno abbiamo utilizzato il simbolo del puzzle e
lo slogan “Tu fai la differenza” per esprimere che
ognuno di noi, proprio come una tessera di un puzzle è
unico e insostituibile. Solo quando tutti i pezzi sono uniti
tra di loro è possibile ammirare l’immagine.
E l’immagine ha iniziato a prendere forma venerdì
sera quando abbiamo conosciuto più da vicino cinque
realtà presenti alla Giudecca: Casa Famiglia, Casa Anffas,
Cooperativa Rio Terà dei Pensieri, Casa di Riposo IRE,
Mensa per i poveri dei Frati Cappuccini.
I rappresentanti autorevoli di queste strutture ci hanno
raccontato come sia importante, anche più delle necessità
materiali, costruire relazioni di amicizia ed affetto.
Moltissimi altri pezzi del nostro puzzle si sono
aggiunti sabato, iniziando nel pomeriggio con la tanto
attesa Caccia ai Pokémon attraverso tutta l’isola. Per
l’occasione i tre patronati dell’UPG sono rimasti aperti
ed hanno accolto bambini e genitori che hanno trascorso
un fantastico pomeriggio insieme, giocando con
semplicità, tralasciando il mondo virtuale e riscoprendo il
divertimento che nasce condividendo emozioni, fatiche e
divertimento che nasce condividendo emozioni, fatiche e
soddisfazioni quando assieme si superano le prove. La
squadre, infatti, hanno dimostrato grande abilità
sfidando Braccio di Ferro, interpretando canzoni,
realizzando opere artistiche e scrivendo poesie e… tutte,
naturalmente, si sono guadagnate il meritato Tesoro!
La cena è stata doppiamente condivisa per lo stile con
cui è stata servita e perché una parte del ricavato verrà
destinato per contribuire alla costruzione di un patronato
nelle zone colpite dal terremoto. Le pietanze sono state
davvero molto gradite grazie anche al prezioso
contributo del noviziato del gruppo scout che ha
preparato una grigliata davvero cotta a puntino.
Il gruppo musicale Max and Seven Sound ci ha
accompagnato nella serata a ritmo di ballo coinvolgendo
non solo i ragazzi ma un po’ tutti i presenti.
Anche domenica pomeriggio la musica ci ha tenuto
compagnia, questa volta attraverso una sfida che
richiedeva abilità per indovinare le canzoni proposte in
maniera singolare. Tutti si sono sentiti coinvolti sia i
giovani che i meno giovani. Non sono mancati neppure i
colpi di scena quando abbiamo visto dei video in cui
cantavano persone a noi molto note e quando dal vivo si
sono sfidati a colpi di “ballo” gli uomini e le donne
accompagnate dalla voce di fra Oswald.
Anche la pubblicità è stata apprezzata perché proposta
con disinvoltura, simpatia ed ironia da alcuni nostri
nuovi piccoli talenti.
Il centro della nostra festa è stato sicuramente
domenica celebrando assieme la S. Messa.
Per unire tutti i tasselli di un puzzle è necessario
vedere il disegno sulla scatola ed ecco che l’immagine
completa del nostro puzzle si è delineata, infatti è solo
guardando a Gesù che si riesce a capire quale può essere
il nostro posto nella Comunità ma soprattutto nella
nostra vita.
Ci è stato di aiuto il brano del Vangelo che parlava
delle Beatitudini che sono la vita stessa di Gesù perché
Lui per primo le ha vissute.
Gesù, non solo ci ha lasciato un bel disegno da
guardare ma ci chiede di farne parte perché ci vuole
davvero Beati.
Al momento dell’Offertorio sono stati scanditi tutti i
momenti della festa e assieme al pane e al vino, segno
della vita della nostra Comunità che desidera nutrirsi
dell’Amore di Cristo, abbiamo presentato:
un disegno per indicare l’impegno nel porre
attenzione alle 5 realtà presenti in Giudecca che abbiamo
conosciuto venerdì
un Pokémon vinto sabato alla bellissima caccia al
tesoro per tutta l’isola per offrire il pomeriggio trascorso
insieme, giocando e divertendosi a squadre.
le posate simbolo della cena: meravigliosa la
condivisione in cui ognuno ha potuto sentirsi parte del
grande puzzle della Comunità.
Il CD per rappresentare il fantastico concerto:
ognuno ha fatto la differenza illuminando la serata con
risate e balli.
un microfono: lo spettacolo, espressione dei
talenti cabarettistici di alcuni di noi, per offrire la
capacità di far sorridere il prossimo, dote indispensabile
per assaporare la gioia di vivere.
Non vogliamo infine dimenticare che don Giovanni
Bosco con il suo esempio ci insegna che per amare i
giovani si deve saperli accettare come sono, spendere
tempo con loro, condividere i loro gusti e i loro tempi,
dimostrare fiducia nelle loro capacità, tollerare quello che
è passeggero e occasionale, perdonare silenziosamente
quello che è involontario, camminando al loro fianco
con discreta attenzione.
Esercitare la Carità
Le opere di misericordia per il nostro tempo
Una serie di incontri organizzati dagli universitari della Casa
Studentesca al Redentore, aperti a tutti
Martedì 7 febbraio, ore 21.00
“Vestire gli ignudi e alloggiare i pellegrini”
La cultura cristiana dell’accoglienza
Con Donato Diamante, coordinatore accoglienza
dell’area migranti. Cooperativa Olivotti di Mira (VE)
Sala Parrocchiale del SS. Redentore, vicino alla fermata del
vaporetto (Giudecca 201)
Giornata mondiale del malato
“L’11 febbraio prossimo sarà celebrata, in tutta la
Chiesa e in modo particolare a Lourdes, la XXV
Giornata Mondiale del Malato, sul tema: Stupore per
quanto Dio compie “Grandi cose ha fatto per me
l’Onnipotente…” (Lc 1,49). Così inizia il messaggio di papa
Francesco, che continua: “Tale Giornata costituisce
un’occasione di attenzione speciale alle condizioni degli
ammalati e,più in generale, dei sofferenti; e al tempo
stesso invita chi si prodiga in loro favore, a partire dai
familiari, dagli operatori sanitari e dai volontari, a
rendere grazie per la vocazione ricevuta dal Signore di
accompagnare i fratelli ammalati”. Il messaggio del Papa
fa esplicito riferimento alla Beata Vergine Maria di
Lourdes e a tutto il movimento di preghiera, spiritualità e
cura dei malati che ruota attorno al Santuario. L’invito è
quello di sentirci solidali, nella fede e nella carità, con chi
è provato dalla sofferenza in tutte le sue forme.
Spesso nelle comunità cristiane la ricorrenza dell’11
febbraio offre l’occasione per celebrare anche il
sacramento dell’Unzione degli infermi. Vale la pena
ricordare, a questo riguardo, quanto dice il Catechismo
della Chiesa Cattolica: “Il sacramento dell’Unzione degli
infermi ha lo scopo di conferire una grazia speciale al
cristiano che sperimenta le difficoltà inerenti allo stato di
malattia grave o alla vecchiaia” (n. 1527). Possono
ricevere questo sacramento i fedeli il cui stato di salute
risulti seriamente compromesso per la malattia o
vecchiaia. Non bisogna, quindi, riservarlo ai soli
moribondi, né d’altra parte darlo indiscriminatamente a
tutti. Una constatazione: sono molto rare, da parte delle
famiglie delle nostre parrocchie, le richieste di avere il
sacerdote per amministrare il sacramento dell’Unzione
degli infermi per i propri cari. La causa? Paura,
pregiudizi, rispetto… Allo scopo di sensibilizzare
maggiormente tutti, abbiamo pensato di celebrare
comunitariamente in chiesa il sacramento dell’Unzione
degli infermi domenica 30 aprile 2017, preparandolo con
un’adeguata catechesi.