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I COMMENTI
Venerdì 10 Febbraio 2017
L’ANALISI
IMPROVE YOUR ENGLISH
Abbiamo messo da parte
altri 83 mld in un anno
We saved another
83 bln in one year
A
nni di crisi?
solo perché il potere
DI CARLO VALENTINI
Certo, siamo
d’acquisto è diminupiù poveri.
ito ma soprattutto
C’è della farraginosità nel perché non c’è fiducia nel futuro e
sistema politico e sociale. Paghiamo quindi si risparmia aspettando eveni nostri errori, anche quello di non tuali tempi bui.
volere cambiare. Ma forse il restìo Il circolo è vizioso. Il denaro
al mutamento si comprende con gli tenuto sotto il materasso o in un
ultimi dati della Banca d’Italia: ne- conto corrente (oggi in pratica è la
gli istituti di credito gli italiani pos- stessa cosa) non è volano di nulla,
siedono un tesoretto (per altro non non mette in moto investimenti né
retribuito) di 1.367 miliardi di euro, rende dinamica la società e questo
cresciuto di 83 miliardi nell’ultimo immobilismo fa rimanere al palo le
anno. È vero che le statistiche regi- potenzialità di sviluppo e fa crescere
strano l’ampliamento della forbice il pessimismo.
tra la ricchezza e la non ricchezza, L’Italia è lo strano Paese che ha lo
col ceto medio che si restringe. Ma spread a 200 ma risparmia (ci si riquelle stesse statistiferisce alla classe media) più dei tedeschi e
che faticano a indidei francesi. Solo che è
viduare l’economia
Il tesoretto degli
un risparmio-rifugio.
sommersa. Quindi gli
italiani raggiunge
D’altra parte come
italiani, a parte le ecquindi 1.367 mld
può un risparmiatore
cezioni, se la passano
non essere impaurito
un po’ meno bene di
prima ma non così male, grazie al con le banche a capofitto anche per la
sommerso e all’arte di arrangiarsi. mancanza di un’adeguata vigilanza,
Così il dato concreto fornito da Ban- con una borsa dove c’è posto solo per
ca d’Italia, che nel 2016 il risparmio i soliti noti e i rari abbozzi di public
bancario degli italiani è cresciuto del company, come l’Alitalia, si sono ri3,9%, vale più di tante statistiche che velati disastrosi per chi s’era fatto
convincere, con fondi d’investimento
vedono solo il chiaro e non il nero.
Quindi: a) si è allargata la fascia non sempre trasparenti, con una ledell’estrema povertà; b) sono tanti gli gislazione immobiliare che fa fuggire
immigrati border line; c) il risparmio anche i più volenterosi.
della maggioranza degli italiani cre- Si continua a risparmiare, nonosce; d) calano i consumi. I due ultimi stante la crisi, ma il gruzzolo è chiuso
dati si possono leggere intrecciati: si a chiave nello scrigno di famiglia.
spende meno nella quotidianità non
© Riproduzione riservata
Y
ears of crisis? Of course, has declined, but mainly because
we are poorer. The politi- there is no confidence in the futucal and social system is re and therefore we save expecting
muddled. We pay for our potential dark times.
mistakes, also for the unwillingness The circle is vicious. The money
to change. Nevertheless, the fact of kept under the mattress or in a curbeing reluctant to change can be rent account (in practice, it is the
explained perhaps with Bank of same thing today) isn’t a reservoir
Italy’s latest figures: Italians have a at all, it doesn’t get investments
hoard (moreover unpaid) in lenders moving or make society dynamic
amounting to 1.367 billion euro, and this paralysis hinders potenwhich grew by 83 billion last year. tial development and increases
It is true that statistics record a wi- pessimism.
dening of the gap between wealth Italy is the strange country with
and non-wealth, with the middle a 200-point spread but it saves (we
class shrinking. However, the very refer to the middle class) more
same polls are struggling to iden- than the Germans and the French.
However, it is only a
tify shadow economy.
savings-safe haven.
Therefore, Italians,
Therefore, Italian’s
After all, how can an
apart from excepa saver not be afraid
tions, are less well off
hoard reaches
if banks collapse also
than before but not
1,367 bln euros
because of inadequathat badly, thanks to
te supervision, with a
the black market and
the art of getting by. Indeed, real fi- stock exchange where there is only
gures provided by the Bank of Italy, room for the usual well-known nathat Italians’ bank savings grew by mes, and rare examples of public
3.9% in 2016, are more important companies, such as Alitalia, proved
than many statistics that see only disastrous for those who were persuaded, with not always transpawhite and not black.
Therefore: a) extreme poverty rent investment funds, with a real
range has expanded; b) there are estate legislation that pushes even
many borderline immigrants; c) sa- the most willing companies to flee.
vings of most Italians are growing; We continue to save, despite the
d) consumption is falling. The last crisis, but the nest egg is locked in
two figures can be read intertwined: the family’s treasure chest.
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we spend less in everyday life not
Traduzione di Silvia De Prisco
only because our purchasing power
IL PUNTO
LA NOTA POLITICA
L’M5s è un partito posseduto
solo da un ex comico e dall’erede
Elezioni anticipate
sempre più lontane
DI
SERGIO LUCIANO
T
utti a guardare il dito,
e pochi che si accorgano della luna. La polemica sull’insostenibile
leggerezza del sindaco di Roma
Virginia Raggi (il dito) sta facendo trascurare il vero male
oscuro dei Cinquestelle, cioè il
rapporto paternalistico-dittatoriale dei sedicenti protagonisti politici del partito, l’ex Direttorio e gli altri capetti, con il
fondatore Beppe Grillo e con
l’erede dinastico del cofondatore Davide Casaleggio.
Tutti comandati a bacchetta,
teleguidati, sgridati, elogiati,
dall’ex comico; tutti a pendere
dalle labbra del figlio dell’ideologo scomparso; in base a una
sorta di «vincolo di mandato»
che sembra sospendere le loro
scelte personali, addirittura le
loro coscienze. Fanno quel che
gli dicono di fare i due. L’uno
strillando, l’altro tenendo i fili.
La caricatura della democrazia.
I vari Di Battista e Di Maio,
Fico, Sibilia, Ruocco – i membri dell’ex «Direttorio», fondato
e sfondato da Grillo a colpi di
blog, come ectoplasmi. O decide il Tandem o non decide
nessuno. Gli altri parlano e
straparlano, ormai attaccandosi vicendevolmente, ma non
contano niente. Non rispondono a chi li ha eletti, se non per
interposto Grillo o per sovrap-
Gli altri sono elogiati,
strigliati e, di tanto
in tanto, espulsi
posto Casaleggio. È incredibile,
sia la sostanza che l’apparenza: ma è così.
Le polemiche sul leaderismo narcisista di Matteo
Renzi, le ironie sui vari «cerchi
magici» di Umberto Bossi e
di Silvio Berlusconi, lo sdegno per i «nani e le ballerine»
di Bettino Craxi non bastano a descrivere e deprecare
l’attuale situazione grillina.
Altro che sovranismo renziano, altro che partito personale
berlusconiano. Qui siamo oltre,
siamo in una situazione di democrazia avocata dal vertice
non-eletto, che la base eletto-
rale spontanea del movimento,
peraltro, proprio non si merita.
Il comando esercitato dai due
capi sul battaglione di personaggetti (copyright De Luca)
spedito nelle istituzioni è assoluto. Pur essendo presentato,
al contrario, come un modo di
governare che esprimerebbe
attraverso la Rete il massimo
della relazione con la base.
Gli scomunicati ormai
non si contano più, primo
fra tutti l’onesto sindaco di
Parma Federico Pizzarotti. Sempre con lo stesso metodo: nessun confronto «nelle
regole» ma editti digitali. Le
polemiche contro i giornalisti
sono una ciliegina sulla torta.
Il dramma vero, per il Paese,
è che il partito attualmente al
primo posto nei sondaggi non
ha un gruppo dirigente preparato ai possibili impegni di
governo, non ha una strategia
per dotarsene ed è guidato da
due leader maximi incontrastabili, uno dei quali scelto per
linea dinastica e privo della
benché minima investitura democratica e l’altro intoccabile,
infallibile e irresponsabile.
© Riproduzione riservata
DI
MARCO BERTONCINI
Chiudere anticipatamente una legislatura incontra
sempre ovvie ritrosie parlamentari. Non c’è un deputato o un senatore disponibile
a rinunciare al posto occupato per affrontare, nell’ordine: reinserimento in lista;
collocazione in un posto, se
non sicuro, almeno foriero di
speranze; campagna elettorale col carico di impegni,
spese, fatiche. I mugugni,
però, sono di solito soffocati
dall’obbedienza agli ordini.
Quest’anno chi si oppone allo scioglimento delle
Camere può esternare non
pochi argomenti a favore,
partendo dall’insussistenza di una crisi di governo
anche soltanto virtuale.
Perché mai un eletto nel Pd
dovrebbe troncare una legislatura nella quale il suo
governo gode una comodissima maggioranza a Montecitorio e numeri mai scalfiti
a palazzo Madama? Anche
lasciando stare i comodacci
personali dei singoli parlamentari, la fiducia renziana
in un successo non è affatto
condivisa: perché, allora, rischiare di peggiorare le attuali condizioni politiche?
Ovviamente le truppe
di tutte le sigle centriste
sono ostili alle urne immediate. Nel loro caso, oltre
all’incertezza dei singoli (che
per molti è la triste certezza
nel ritorno a casa), domina
l’insicurezza nella sopravvivenza del proprio partito. E
ci sono coloro che un partito
nemmeno lo possiedono. I
grillini fingono di condividere
la fretta, ma preferirebbero
procedere lento pede, esattamente come i non pochi che
hanno lasciato la casa madre
pentastellata.
Si dirà che Renzi, da
segretario del Pd, può
imporre il «tutti a casa».
Teoricamente è vero, tuttavia deve fare i conti con la
legge elettorale almeno da
sistemare, con il Quirinale
incombente, con le minoranze interne pronte a incontrare spezzoni della sua
stessa maggioranza.
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