Consiglio Comunale - Giorno del Ricordo Il discorso del Sindaco di

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Consiglio Comunale - Giorno del Ricordo
Il discorso del Sindaco di Milano Giuseppe Sala
10 Febbraio 2017
Signor Presidente,
Signore e Signori Consiglieri,
Care e Cari Milanesi,
Milano oggi dedica una seduta straordinaria del Consiglio Comunale alla memoria
dell’eccidio di migliaia di Italiani in Istria e in Dalmazia tra il 1943 e il 1947, e al ricordo
dell’esodo di migliaia di italiani costretti alla fuga dopo il trattato di pace del 1947.
È la prima volta che Milano convoca in seduta straordinaria il Consiglio in questa
circostanza: è un passo avanti che appartiene a tutta la città e al suo percorso di memoria.
Un percorso che è voluto per unire, e per ritrovare insieme un nuovo fondamento di pace.
Un percorso che parte consapevolmente dalle sedi più rappresentative di tutta la città
come quest’Aula, e che vogliamo coinvolga tutta Milano.
Oggi Milano si unisce a tutta l’Italia che si ferma per ricordare senza reticenze fatti tragici,
che hanno segnato e segnano ancora in modo doloroso migliaia di famiglie. Saluto e
ringrazio i cittadini presenti e le associazioni degli esuli che, con la loro tenacia e la loro
passione, hanno contribuito a tenere viva la cultura e le tradizioni di quelle terre: un
patrimonio culturale che oggi grazie a voi non solo continua a vivere, ma arricchisce la
nostra comunità cittadina e nazionale.
È anche grazie a questo impegno che oggi possiamo ricordare quella tragedia: per troppi
anni infatti, su quei crimini, c’è stato un silenzio colpevole, motivato da ragioni diverse, a
volte opposte, ma ugualmente ingiustificabili.
Pochi giorni fa abbiamo ricordato le vittime della Shoah e delle persecuzioni nazifasciste.
Si tratta di momenti di un unico percorso che stiamo costruendo per consolidare una
memoria comune fondata sulla consapevolezza degli orrori provocati dall’odio, dal
razzismo, dall’intolleranza. Nel secolo scorso il nostro popolo ha pagato un tributo
altissimo di sangue e sofferenza a causa di nazionalismi e totalitarismi. E in molti casi
l’Italia– bisogna avere il coraggio e l’onestà di ricordarlo - è stata vittima e carnefice allo
stesso tempo.
Il ‘900, il “secolo breve”, ha visto il continente europeo squassato da guerre, contrasti e
persecuzioni che hanno costituito la tragica taccia dell’affermarsi e dello scontro tra le
ideologie totalitarie. Ma è evidente che la pace nella quale vive oggi l’Occidente ha le sue
radici nel superamento degli orrori del secolo che ci ha preceduto.
Ma la pace di oggi non deve privare di forza la nostra vigilanza. Noi abbiamo il dovere di
far sì che mai più si ripetano certi orrori e certe stragi, anche e soprattutto perchè la vita di
un solo uomo e di una sola donna è un valore assoluto che non merita mai e poi mai di
essere messo in discussione.
Ma se l’Occidente è in pace non si può dire lo stesso del resto del mondo. Da guerre e da
orrori che echeggiano quelli del Secolo Breve fuggono migliaia di persone che cercano tra
noi un rifugio da destini terribili. Noi dobbiamo accoglierli perchè questo è il nostro
dovere di esseri umani che lottano per la pace e che sono disposti a rinunciare a qualcosa
del loro per essere testimoni viventi dell’opposizione a qualsiasi violenza.
Su questa strada è possibile difendere i nostri valori e insieme puntare a quella
pacificazione che ci farà superare anche nel nostro cuore le tragedie che oggi stiamo
ricordando. Da molte parti si richiede un superamento delle divisioni nel nome della pace
e del rispetto della vita umana. Noi siamo favorevoli e protagonisti di questa svolta nella
convinzione che solo agendo su comuni valori possiamo costruire anche a Milano una
società più giusta, equa e accogliente.
Per questo, accolgo con favore, cara Mariastella Gelmini, di continuare anche insieme In
questa prospettiva. Lavoreremo per coinvolgere soprattutto i giovani: perché guardino al
futuro con consapevolezza e con un senso di unità – ce lo auguriamo tutti noi che abbiamo
vissuto le divisioni del passato – maggiore del nostro. Non a caso l’istituzione del Giorno
del Ricordo nel 2004 è avvenuta con il sostegno di tutte le parti politiche: e tutte le parti
sono qui oggi in quest’aula con uno spirito a cui vorrei Milano desse il proprio segno di
positività, di innovazione costruttiva e di crescita culturale. Anche così una città si
distingue positivamente in Italia e in Europa. Anche così si è capaci di uno sguardo nuovo
non solo sul nostro Paese ma su tutto il contesto internazionale. Mai come oggi il mondo
ne ha bisogno.
Milano è e vuole essere la città della pace, della non violenza, della tolleranza. Non una
pace qualsiasi, non una qualsiasi tolleranza. Una pace consapevole, condivisa, costruita
insieme superando le divisioni in modo attivo. Il ricordo del dramma vissuto dagli italiani
di Istria e Dalmazia è una ferita per ogni milanese: tutta la Milano civile e democratica
rinnova il tributo alle vittime di quella tragedia; un dramma che ancora oggi porta dolore
e sofferenza a chi l’ha vissuto in prima persona e a chi ha perso in quei giorni di follia una
persona cara, la propria casa, la propria terra.
A tutti gli amici giuliani, istriani e dalmati e alle loro famiglie va oggi la solidarietà,
l’affetto, la vicinanza mia personale, delle Istituzioni e di tutti i milanesi. Perché Milano sia
per tutti loro una casa e una famiglia nuova, dove ritrovare le ragioni di un presente e di
un futuro diverso e migliore. Dove la differenza non sia più motivo di paura ma fonte di
ricchezza civile.