Autonellascarpata:morto

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» Brutta caduta per De Aliprandini: niente superG mondiale
€ 1,20 ANNO 72 (CXXXI) - N
O
30
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postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004
n°46) art.1, comma 1, Cns BOLZANO
QUOTIDIANOFONDATONEL 1945
DOMENICA 5 FEBBRAIO 2017
DIREZIONE REDAZIONE:
VIA SANSEVERINO 29 38122 TRENTO
ALTO ADIGE
TEL: 0461/885111
QUEST’ETERNA
CAMPAGNA
ELETTORALE
[email protected]
www.giornaletrentino.it
paura ieri sera a trento nord
Rapina il negozio
con una siringa
e scompare nel nulla
di ALBERTO FAUSTINI
utti concordano: l’Italia e
il Trentino non possono
permettersi un anno e
mezzo di campagna elettorale.
Ma il cammino sembra segnato.
Renziha capitoche ilsuo destino
personale quello del Paese potrebbero non coincidere. Non
che abbia accettato la cosa; ma
ha capito che di strappo in strappo potrebbero restare solo le macerie. Qualcuno invoca ancora le
elezioni anticipate. Ma la convinzione è poca e il rischio di restare
con il cerino in mano è troppo alto persino per un Beppe Grillo
che vede sempre meno... Raggi
di luce. Gli ultimi sondaggi dicono che gli italiani hanno bisogno
di un po’ di Gentiloni e di un po’
di calma, ammesso che le due cose non siano in realtà la stessa cosa. Dicono anche altro, i sondaggi: che il Pd è appena sotto il 30
per cento (record negativo) e che
anche il Movimento 5 stelle (al
26,6, secondo l’ultima rilevazione di Demos) inizia a frenare. Se
per qualcuno è ancora una notizia, dicono pure che il partito di
D’Alema - inteso come sinistra
della sinistra, galassia peraltro ancora piena di non meglio definiti
satelliti - oscilla fra l’8 e il 10 per
cento. Il centrodestra cresce un
po’ e, unito, potrebbe superare il
30 per cento. Ma parlare di unità
sembra davvero ardito anche da
questaparte dellabarricata.
Persino mettere in piedi una
grande coalizione, con questi numeri, sarebbe impossibile. Normale, dunque, che partiti alla ricerca dell’identità perduta desiderino arrivare a fine legislatura.
Non solo per cercare di varare
una riforma elettorale che non
sia quella uscita dal cilindro della
Consultaenon tantoperarrivare
(come qualcuno accusa) alla maturazione del diritto al vitalizio
(che è concetto diverso dalla maturazione del vitalizio, che arriverà per molti di loro solo fra parecchi anni). L’obiettivo nobile è in
realtà quello di cercare una risposta politica al vento dell’antipolitica. Di qui, anche da queste parti, la ricerca dello spirito dell’Ulivo: con Pd e Upt che rivendicano
un ruolo diverso rispetto al Patt.
E di qui molte altre iniziative che
cercano di arginare con delle proposte le picconate contro l’intero
sistema. Giochi ancora tutti da fare, dunque. Per buona pace di
chi si sente già parlamentare o
presidentedellaProvincia.
A PAGINA 42
MARA DEIMICHEI A PAGINA 19
Rapina ieri sera a Trento Nord
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Paura ieri sera a Trento nord, in
via Brennero: un uomo è entrato nel negozio per animali
«L’isola dei tesori» all’ora di
chiusura, quando dentro erano
rimaste solo le due commesse,
e le ha affrontate minacciandole con una siringa. Alle due donne non è rimasto altro da fare
che consegnare l’intero incasso della giornata, e in pochi secondi l’uomo si è dileguato facendo perdere le sue tracce.
Starà ora alla Polizia avviare le
indagini per cercare di identificare il rapinatore.
Auto nella scarpata: morto
Tragedia a Storo. La vittima è Luciano Radoani, 54 anni
A PAGINA 14
nelle cronache
ieri a spini di gardolo: si era costruito una mazza di ferro
Detenuto manda quattro agenti all’ospedale
a trento
A PAGINA 16
Consigliere
leghista nei guai
con la Finanza
Il consigliere comunale di Trento Gianni Festini
Brosa, Lega Nord, è stato condannato per aver venduto dei capi sequestrati dalla Finanza (donati per
fare beneficenza) durante la fiera di Santa Lucia.
il caso
TESSARI A PAGINA 17
Per Chico Forti
una speranza
da Trump jr.
Momenti di follia (e di paura) ieri al carcere di Spini di Gardolo. Un detenuto è riuscito a costruirsi una mazza di
ferro con le parti di un tavolo e ha devastato la cella ferendo gli agenti intervenuti per cercare di fermarlo. Il bilancio
parla di quattro agenti penitenziari feriti e mandati all’ospedale per le contusioni riportate.
TESSARI A PAGINA 23
la domenica del trentino
protesta all’università
Da Sanremo alle «faccine»:
supplemento tutto da leggere
«Non c’è posto per studiare»
E gli studenti occupano il Cial
DA PAGINA 49 A PAGINA 60
FRANCESCA QUATTROMANI A PAGINA 15
A MORI
CASSOL A PAGINA 28
Vallo tomo, piano
di evacuazione
per 144 persone
trentini doc
Eleonora e il tesoro delle erbe
«Noris» Cunaccia, guru di montagna che strega gli chef con i sapori
di Paolo Mantovan
redete sia possibile
andar con lei all’ombradei pini, sullerive
dei ruscelli, su, lungo i sentieri della Val di Genova, fino a toccar la roccia dove la
neve s’è sciolta? Credete?
Difficile. Bisogna avere la
sua tempra, ragazzi. E la sua
ispirazione. Eleonora Cunaccia non “va nel bosco”,
leisiimmerge nellanatura.
SEGUE APAGINA 21
GIORNATA A TEMA
DIARIO AUSCHWITZ
Stop agli sprechi Lezione di storia
alimentari
vissuta dal vivo
di Carlo Bridi
di Elena Benedini
i celebra oggi in Italia
la “Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare”, una
giornata importante.
l nostro racconto di
viaggio legato all’iniziativa «Promemoria Auschwitz» non può che prendere il via dalla partenza.
SEGUE A PAGINA 11
SEGUE A PAGINA 11
5 > 8 FEBBRAIO 2017
ORARIO DOM. - LUN. - MART. 10.00 > 18.30 MERC. 10.00 > 17.00
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21
DOMENICA 5 FEBBRAIO 2017 TRENTINO
Se fai un lavoro
che ti piace non
resti seduto
Chi è seduto, è senza idee
e pensa che tu sia matto
trentini doc / 37
Eleonora Cunaccia
e il tesoro delle erbe
di montagna
“Noris” raccoglie piante e germogli sulle Dolomiti di Brenta
ed è un guru che strega gli chef. I suoi prodotti volano in Usa
di Paolo Mantovan
◗ SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
www.azzurramusic.it
Eleonora “Noris” Cunaccia a «Cook the Mountain»
Noris Cunaccia col famoso chef Gabriele Bonci e Teo Musso della birra Baladin
forza Eleonora.
Ma come è cominciato tutto
questo? «Una tradizione nata
in casa, la voglia di raccogliere
erbe e mantenere sapori che
c’erano in cucina». D’accordo,
però poi è diventata una vera
attività. «Sai com’è, io ho fatto... come si dice?... con un termine positivo, dai! L’apripista!
Ecco, ho fatto l’apripista su
questo ritorno alla cultura delle erbe. Eh, come succede... E
che ne so come succede? Sai
quando in dialetto ti dicono
“quel lì l’è matt, quela l’è matta”, ecco bisogna avere un po’
del “matt”. La storia delle erbe
mi appartiene. Credo che tante cose si possano rubare, ma
la tua storia non te la può rubare nessuno. E a chi è senza idee
tu sembri come un matto. Ma
io non mi confronto con chi è
senza idee». È pieno di gente
senza idee, vero? «Pieno! Pieno!».
Eleonora coltiva negli anni
questa capacità di capire il bosco, di scovare i suoi tesori: c’è
dote, certo, ma anche un lavoro indefesso, perfino certosino, giusto? «Bisogna applicarsi, non c’è dubbio. Però ora che
me lo domandi, direi che più
che la scuola serve il sapere. Ecco: più sapere e meno scuola.
In tutto, mica solo nelle erbe. E
invece abbiamo tante scuole e
perdiamo il sapere». Ma nel bo-
sco e nelle campagne com’è
andata? «È stato un crescendo,
perché poi esci e ti confronti.
Io sono curiosa: ho cercato altre persone come me in giro
per il mondo. E poi il bosco
continua a essere fonte di ispirazione». Ispirazione. Noris fa
anche continui esperimenti.
«Non guardare quei pentoloni
e quei vasi! Sì, sono i miei esperimenti. Io faccio delle prove,
poi, quando qualcosa riesce,
c’è mio fratello Giovanni che
mette a punto le cose e segue il
procedimento di pulizia e cottura». La pulizia è un lavoro
lungo e ricco di passaggi. Appena scesi dalla montagna bisogna immediatamente svuotare
gli zaini e mettere subito in acqua le erbe, per raffreddarle.
«La prima pulizia con raffreddamento la facciamo nella fontana della piazza grande, qui a
Borzago. Vieni, ecco la nostra
piazza». Borzago, duecento
anime. La piazza ruota attorno
alla fontana, che è un bene comune: ciascuno ne fa uso a seconda delle proprie necessità.
E nella piazza s’affaccia un portale da dove si entra, a sorpresa, in una corte con le pareti affrescate: è la “Cort da Togno”,
ricca di pitture originali di Vigilio Pellizzari Togno, rarissima
testimonianza di satira dei pri-
mi anni del Novecento. «Prende in giro anche il coro del paese, vedi? C’è tanta ironia».
Poi, dopo il primo lavaggio,
ancora pulizia. «Con grande
cura, per non alterare il sapore
delle erbe». Ma la grande opera
rimane sempre nella raccolta.
Nella cernita. «E poi ci sono i
permessi da ottenere, ci sono
mille norme, mica si può conoscere solo il bosco». Sì, ok, ma è
la magia della raccolta il vero
ingrediente, via. Come s’impara quest’arte?
«Stop! Chiudi quel quadernetto e ascolta! Smetti di prender nota: sei troppo razionale».
Ecco uscire la vera natura di
Noris. «Se vuoi capire qualcosa, ascolta. Io in primavera inizio a percorrere il fondovalle
dove germogliano le prime
piante e i miei pensieri sono
come i primi fiori, poi verso
Eleonora Cunaccia a Madonna di Campiglio (foto Massimo Berruti per Trentino Sviluppo)
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA
DUE DI NOI NEI LAGER NAZISTI
L’odissea di due giovani deportati
I diari qui raccolti raccontano due diverse vicende di giovani italiani: l’uno, civile,
deportato per una specie di giovanile intemperanza; l’altro, militare, accomunato
dalla sorte al destino di altre centinaia di migliaia di internati militari.
In comune una nostalgia della casa, della famiglia, perino, in alcuni momenti,
un inedito orgoglio patriottico; la capacità sorprendente di non abbattersi, la
riaffermazione della fede come strumento di forza e rassegnazione.
IL LIBRO È IN EDICOLA A € 6,80*
*Oltre al prezzo del quotidiano
Eleonora Cunaccia, detta
“Noris”, classe 1959, di Spiazzo
Rendena, è un guru di montagna. Tutti i giorni dell’anno, da
fine marzo a novembre, seleziona e raccoglie erbe, germogli, piante, radici, frutti, setacciando i boschi della Val Rendena, misurando palmo a palmo le radure e costeggiando i
sentieri delle Dolomiti di Brenta. I profumi che porta a casa
diventano sapori, dopo una
lunga e puntigliosa pulizia, grazie all’opera di suo fratello, Giovanni, che cucina e conserva.
Eleonora è la cacciatrice,
Giovanni l’uomo in cucina. Insieme hanno realizzato «Primitivizia», un’azienda-bottega
che confeziona centinaia di vasetti ricchi di tesori naturali
che finiscono sulle tavole di
mezzo mondo, anche in Usa.
Perché le erbe di Noris stregano gli chef. «Ho iniziato che ero
bambina ad entrare nel bosco.
Andavo per funghi. Ho imparato a conoscere tutta la terra selvatica che ci circonda». E si resta inselvatichiti? «No. Se devo
entrare nel bosco mi armo di
mani rudi e affilo l’odorato, indosso pantaloni e scarpe di
montagna, mi faccio rapire da
pensieri naturali. Se invece incontro persone mi vesto di accoglienza, prendo un abito bello e cerco i sorrisi. Ogni luogo
ha il suo linguaggio».
Eleonora conosce il bosco
come le sue tasche ma è anche
stata ristoratrice per tanti anni,
al ristorante Mezzosoldo di
Spiazzo. Ora vive con
“Primitivizia”, che sforna centinaia di vasetti di buonenrico,
di aglio della regina, tarassaco,
crescione, corniole, ma anche
composta di pera e cioccolata.
Pere? «Raccogliamo il meglio
di quanto offre la natura spontanea della montagna» si legge
nel foglietto illustrativo dei prodotti. «Sì, tutto spontaneo, anche la frutta, anche pere» rin-
l’estate entro nel bosco e lì ci
sono luci e ombre: e così io
penso: di luce e di ombra; in
giugno raggiungo gli alpeggi in
quota, sopra i 1500 metri, con
l’acqua dei ruscelli che riluce, e
i miei pensieri si fanno fluidi e
scorrono come acqua, e lassù,
in malga, trovo i prodotti più
puri, di grande energia, come il
buonenrico, l’ortica, e poi ancor più su, sopra i duemila metri, dove la vegetazione si dirada e anche i pensieri si fanno
più essenziali, lassù cresce il radicchio dell’orso. Ecco. Hai capito?» ride Eleonora.
Però non è tutto poesia. A
proposito di radicchio dell’orso... e l’orso? «Non voglio parlarne. Posso dire soltanto che
negli ultimi anni dentro il bosco non si sta più come prima.
Lo stato d’animo è diverso».
E la fatica? «Tanta. Mi vien
da ridere quando ricevo mail
di persone che dicono: mollo
tutto e vengo con te a raccogliere erbe. A volte credo che molti
pensino che io sia una Heidi
delle erbe, col mio cestello, la
gonnellina a fiori, in mezzo alle
piante, il sole e io trallallà che
sgambetto dentro il bosco.
Ahahaha! Non è così, ragazzi.
C’è fatica. La mia schiena è formidabile, ma ci si deve curvare
in continuazione. Le mani devono lavorare. Si passano ore
così».
Ma c’è anche tanta soddisfazione, no? «Se fai un lavoro che
ti piace non ti passa mai la voglia. E se sei una persona
“seduta” non fai esperimenti,
se non ti “svalvoli” il sabato e la
domenica, non vai da nessuna
parte...». Ma c’è anche ricerca,
mica solo passione. «Sì. Sono
appena tornata da Care’s,
l’evento-raduno organizzato
dal grandissimo chef Norbert
Niederkofler in val Badia. Ah,
Norbert! Che bravo! È davvero
un’occasione rara: si incontrano trenta chef provenienti da
tutto il mondo e lì puoi vedere i
“movimenti del cibo” oggi, seguire i nuovi tracciati della sostenibilità». Sostenibilità è una
parola d’ordine di Eleonora.
«Sì, dobbiamo puntare alla sostenibilità. Dobbiamo essere
natura». E come si trova? «Occorre lavorare in modo etico».
Cos’è l’etica per Noris Cunaccia? «Non lo so bene, ma credo
che l’etica stia nelle piccole
scomode scelte che fai ogni
giorno». L’accento è su scomode? «Sì, scomode». Solo così si
possono trovare i tesori in
montagna. Non solo le vette,
anche le erbe.