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ISGAS: «UN PICCOLO IMPIANTO»
Fonte: L'Unione Sarda
9 febbraio 2017
URL della pagina: http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=55471
Data scaricamento: 24 aprile 2017, 16:25
PORTO CANALE. Per la direttiva Seveso a rischio i depositi dove si trasforma il gnl in metano
Il rigassificatore servirà la città metropolitana e Macchiareddu
Usa gli esempi e confronta i numeri per scacciare dubbi, timori e perplessità. Barcellona, 540
mila metri cubi, Panigaglia, 100 mila. «Ecco, quelli sono rigassificatori. In realtà per Cagliari
stiamo parlando di un deposito costiero cui sono collegati dei vaporizzatori per trasformare il gas
naturale liquefatto, il Gnl, nel metano immediatamente utilizzabile nelle reti cittadine». Parola di
Giuseppe De Roma, amministratore di IsGas, la società concessionaria del servizio di
distribuzione del gas e titolare del progetto per la realizzazione al Porto canale di un impianto da
20 mila metri cubi. Dunque di proporzioni ben più modeste. «Il nostro schema - spiega - è sullo
stile di quelle mini centrali costiere che funzionano nel mare del nord dove, non essendo possibile
realizzare infrastrutture con rete fissa, si usa la tecnica del deposito».
LE DIMENSIONI Piccolo, dunque, destinato a garantire il metano non solo a Cagliari ma anche
alla città metropolitana (con i suoi 450 mila abitanti) e alla zona industriale di Macchiareddu, ma
pur sempre un impianto classificato a rischio dalla normativa Seveso. Intanto perché il Gnl è
materiale altamente infiammabile ed esplodente. Per questo l'iter per l'approvazione dell'impianto
Small scale e la sua costruzione non sarà di breve termine. Il deposito, o piccolo rigassificatore
del Porto canale che dir si voglia, dovrà vedersela con la severità della direttiva Seveso, con le
altrettanto rigorose verifiche dei Vigili del Fuoco, con la Valutazione di impatto ambientale. E
questo perché l'incidente, in centrali simili, va previsto eccome, perché possibile evidentemente lo
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è. «Assolutamente sì», avverte l'amministratore di IsGas. «Questo impianto è previsto nel Piano
energetico regionale che permetterà, dopo trentacinque anni, di avere finalmente il metano. Per
quanto riguarda la capacità di resa tutto dipende dalla richiesta. Se il fabbisogno cresce, allora
faremo aumentare i viaggi delle navi gasiere che trasportano il Gnl. Anche per questo stiamo, in
fase di progettazione, modulando l'impianto». De Roma si dice comunque certo che la domanda
sarà piuttosto alta per via dei costi energetici che da sempre hanno condizionato lo sviluppo
anche industriale dell'Isola e inciso sulle bollette dei suoi abitanti.
I PERICOLI Benefici a parte, restano i timori per questo stabilimento classificato a rischio e che
sorgerà nelle vicinanze di insediamenti urbani come appunto il capoluogo, lo stesso Porto canale,
il porto di Cagliari, l'aeroporto di Elmas. «Nessuno ci ha ancora informati del progetto», dice
Marco Di Giugno, direttore aeroportuale dell'Enac per la Sardegna. «Per noi la sicurezza è
preminente, nelle vicinanze dello scalo insistono limitazioni rigorose alle quali i Comuni, sulla
base del regolamento, si devono attenere, anche adeguando i loro piani urbanistici. Per il
rigassificatore attendiamo informazioni dettagliate».
LE ASSOCIAZIONI Spiega Stefano Deliperi, responsabile del Gruppo d'intervento giuridico: «È
necessario capire intanto il rapporto tra costi e benefici. Ventimila metri cubi sono quantità
piuttosto modeste, è un impianto di dimensioni ridotte ma che comunque deve rispettare, per la
sua autorizzazione, precisi parametri». Dice il responsabile scientifico di Legambiente, Vincenzo
Tiana: «Parlare di rigassificatore è improprio e crea confusione. A questo tipo di impianto noi
siamo d'accordo, esattamente come lo siamo stati per l'altro deposito costiero di Oristano-Santa
Giusta».
GLI ESEMPI In effetti sono due i depositi previsti per la costa centro-occidentale dell'Isola,
leggermente più piccoli di quello da 18 silos della lunghezza ognuno di 50 metri per sei d'altezza
che sorgeranno al Porto canale di Cagliari. «Sia il nostro che gli altri due dell'Oristanese - spiega
Giuseppe De Roma - sono impianti definiti di rilevanza strategica dal decreto-legge del dicembre
2016. Ciò significa, per quanto riguarda le autorizzazioni, che dovrà esserci una conferenza unica
tra ministeri dell' Ambiente e delle Attività produttive per accelerare l'iter. Restano, invece, gli altri
passaggi: i vigili del fuoco e la Via regionale».
Andrea Piras
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