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Mercati
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Martedì 7 Febbraio 2017
UNA LEGGE REGIONALE VARATA IL 29 DICEMBRE RIAPRE ALLA SOLUZIONE DELLA FUSIONE
Torna in pista l’ipotesi Fnm-Atm
L’articolo 5 del documento emanato dall’ente lombardo prevede che la durata di un contratto di
servizio possa essere estesa in caso di operazioni straordinarie che coinvolgano società quotate
di Manuel Follis
N
ella recente intervista
a MF-Milano Finanza
rilasciata dall’amministratore delegato di
Atm, Bruno Rota, il manager parlando dell’espansione
all’estero della società che
gestisce il trasporto milanese
ha risposto: «Prima di tutto
bisognerà capire se Atm avrà
ancora la gestione del trasporto milanese e a che condizioni.
Poi potremo tornare a guardare all’estero». Il tema della gestione del trasporto pubblico
locale sta diventando sempre
più importante per gli operatori, a maggior ragione da quando l’amministratore delegato
di FS, Renato Mazzoncini,
ha presentato un nuovo piano
strategico all’interno del quale
proprio la crescita nel tpl avrà
un ruolo importante. In questo senso il Comune di Milano
dovrà prendere delle decisioni.
Atm è oggi una società che,
numeri alla mano, è stata in
grado di portare efficienza
e risultati garantendo investimenti in crescita, ma una
gara potrebbe rimettere tutto
in discussione, anche perché
è chiaro che non solo FS, ma
anche altri soggetti come Arriva Italia (che già gestisce i
trasporti messi in gara da enti
locali italiani) potrebbero essere interessati. Poco più di
un mese fa, però, esattamente il 29 dicembre, la Regione Lombardia ha varato una
Ryanair, più passeggeri ma profitti in calo per terrorismo e sterlina debole
di Antonio Lusardi
terlina debole, concorrenza e terrorismo
S
mettono a dura prova anche Ryanair. La
compagnia aerea irlandese ha comunicato i risultati del terzo trimestre dell’anno
2016-17, che hanno visto diversi dati deludere le aspettative della vigilia nonostante
l’aumento dei passeggeri e il record nel
tasso di occupazione (95%). A partire dai
profitti, in calo dell’8% rispetto a un anno
prima, per un totale di 95 milioni di euro,
passando per il fatturato, aumentato di solo
l’1% a 1,34 miliardi per finire con l’incasso medio per passeggero, in calo a 33 euro
(-17%). Le previsioni degli analisti e della
società erano leggermente meno pessimistiche su tutti e tre i dati sopra riportati
ma, come ricordato dalla stessa Ryanair,
legge che all’articolo 5 prevede che «le agenzie per il
trasporto pubblico locale [...],
ovvero gli enti locali competenti, estendono la durata dei
vigenti contratti di servizio
[...] qualora i relativi soggetti gestori o i loro azionisti
deliberino, entro il 30 giugno
2017, operazioni di natura
straordinaria di integrazione
societaria del soggetto gestore nell’ambito di società quotate nei mercati regolamentati
[...] da perfezionarsi entro il
31 dicembre 2017». Coma
mai la Regione ha inserito
una clausola di questo tipo,
peraltro indicando tempi così
stringenti? Leggendo verrebbe da pensare che entro il 30
Il trimestre è debole
ma Toyota alza i target
di Rosario Murgida
MF-DowJones
C
onti deboli ma obiettivi rivisti al rialzo per Toyota.
La casa automobilistica giapponese ha chiuso il trimestre
con risultati finanziari non
esaltanti a causa dell’impatto
negativo dello yen ma ha comunque alzato i target annuali.
Nel periodo aprile-dicembre la
casa nipponica ha visto i ricavi
calare del 6% a 20.154 miliardi di yen (167 miliardi di euro)
Akio Toyoda
nonostante un aumento delle
vendite di veicoli di 150.602
unità a 6,6 milioni. L’utile netto è inoltre sceso da 1.886 a
1.433 miliardi di yen mentre l’utile operativo si è contratto da
1.555 miliardi a 2,305 miliardi a causa di un impatto negativo
delle valute per 770 miliardi e di un aumento dei costi per
405 miliardi. Toyota ha però rivisto al rialzo le stime sulle
vendite di veicoli annuali da 8,9 milioni a 8,85 milioni per
tener conto del recente trend commerciale.
La casa nipponica, che pochi giorni fa ha perso la corona mondiale del settore auto con il sorpasso di Volkswagen, prevede
ricavi netti per 26.500 miliardi di yen e non più per 26 mila
miliardi, un utile operativo a 1.850 miliardi, contro la precedente stima di 1.700 miliardi, e un utile netto di 1.700 miliardi, in
aumento rispetto ai 1.550 miliardi. (riproduzione riservata)
«si basavano in gran parte sull’assenza di
problemi per la sicurezza che potessero
influenza negativamente le prenotazioni».
Le minacce terroristiche hanno ormai da
mesi un impatto negativo sulla crescita
del volume di traffico aereo passeggeri in
Europa, e di conseguenza sui profitti delle
compagnie low-cost. Nonostante i passeggeri siano aumentati del 16% rispetto a
un anno prima, l’eccesso di offerta e la
concorrenza degli altri vettori ha costretto
Ryanair a tenere i prezzi così bassi da non
riuscire ad aumentare significativamente il
fatturato. La compagnia guidata da Michael O’Leary punta comunque a continuare
a espandersi con una politica commerciale
aggressiva, contando sulla sua superiore
solidità finanziaria rispetto agli avversari.
Secondo diversi analisti, le altre compa-
gnie low cost subiranno una pressione
ancora maggiore da questo contesto, tra
minacce terroristiche, eccesso di offerta e
volatilità nelle valute. Infatti l’altro grande
colpo alla profittabilità di Ryanair è arrivato dalla conseguente caduta di valore della
sterlina dopo il voto sulla Brexit. Il vettore
irlandese realizza il 25% dei suoi profitti
nel Regno Unito. O’Leary ha insistito molto sulla necessità di adattarsi ad un contesto di debolezza della valuta inglese: «Ci
aspettiamo che la sterlina rimanga volatile
a lungo, per questo punteremo meno sulla
crescita nel Regno Unito e più sugli altri
mercati europei continentali». Il titolo della compagnia aerea ha accusato il colpo
sul mercato, chiudendo le contrattazioni
a Dublino in calo del 3,76% a 14,22 euro
per azione. (riproduzione riservata)
Roberto
Maroni
giugno 2017 possa essere varata (o perlomeno ipotizzata)
una qualche «operazione straordinaria» che poi consenta
di «estendere la durata dei
vigenti contratti» (non è specificato per quanto), come ad
esempio quello di Atm, qualora
fosse coinvolta, eliminando il
rischio di gare e di affidamento
Cnh brilla in borsa spinta
da rumor di cessioni
di Francesca Gerosa
l titolo Cnh Industrial ha brilIdendo
lato ieri a Piazza Affari chiucon un rialzo del 3,1%
a 8,9 euro. A sostenere i corsi
del titolo, oltre a motivazioni
prettamente tecniche, sono i roadshow a Londra e a New York
tenuti dalla società che hanno
fatto riscoprire il titolo ad alcuni fondi di investimento. Ma, ha
aggiunto un gestore di una banca d’affari milanese interpellato
da milanofinanza.it, l’azione è
Richard Tobin
spinta anche da alcuni rumor
sulla possibile vendita della divisione macchine per costruzioni, che permetterebbe al gruppo
di concentrarsi su trattori e macchine agricole. La divisione
macchine per le costruzioni di Cnh Industrial non viaggia come
quella dei veicoli commerciali; ha infatti registrato ricavi di
vendita netti in diminuzione del 9,4% nel 2016 rispetto al 2015
per effetto di una domanda di mercato sfavorevoli nell’area
Nord America e in America Latina e di prezzi netti inferiori.
Anche l’utile operativo è sceso a 2 milioni di dollari rispetto
ai 90 milioni di dollari del 2015. Non è escluso che nel nuovo
business plan che verrà presentato a maggio, il management
possa prendere in considerazione la cessione della divisione
macchine per le costruzioni per abbattere almeno in parte l’indebitamento netto industriale. (riproduzione riservata)
ad altri operatori (FS inclusa).
Inevitabile che la legge e il relativo articolo abbiano spinto a
rispolverare un vecchio dossier
milanese, sul quale sono stati
scritti negli anni fiumi di inchiostro, e cioè la fusione tra
Ferrovie Nord Milano (Fnm) e
appunto Atm. Si potrebbe dire
nihil sub sole novi, ma è chiaro
che la nuova legge del 29 dicembre (40 giorni fa) offra uno
spunto perfetto per ripensare al
progetto. Anzi, c’è chi arriva a
dire che tra le ipotesi circolate
ce ne siano alcune che ipotizzano una maxi aggregazione
anche con il trasporto pubblico
di Brescia e/o Bergamo. Operazione che, quantomeno valutata in assenza di conferme o
di ulteriori dettagli, sembra più
fantafinanza o fantapolitica.
Già l’integrazione tra Fnm
(società quotata di cui Regione
Lombardia possiede il 57%) e
Atm, quella sì più volta passata
sui tavoli di azionisti e vertici,
non è mai riuscita a vedere la
luce per mancanza di accordi
su progetti ma soprattutto sulle valutazioni delle rispettive
aziende. Ipotizzare un’aggregazione anche più ampia sembra impossibile, tanto più che
tutti gli operatori del trasporto
pubblico sanno che non sempre vale la regola (che invece
vale per altri business) tale per
cui «un gruppo più grande è
sicuramente più redditizio».
Ma al di là dei possibili scenari, che rimarranno tutti tali fino
a che (come spiegato anche da
Rota) non si capiranno quali
sono le volontà e la strategia
non solo della Regione ma
anche del Comune di Milano
(azionista unico di Atm) resta
un punto legato alla liberalizzazione del mercato, che si
tratti di gomma o di rotaia.
(riproduzione riservata)
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