Sintesi Indagine Congiunturale FEDERLAZIO

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INDAGINE CONGIUNTURALE SULLE
PICCOLE E MEDIE IMPRESE DEL LAZIO
II SEMESTRE 2016
SINTESI DEL REPORT DI RICERCA
ROMA, 8 FEBBRAIO 2017
INDICE
{ TOC \O "1-4" \H \Z \U }
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Indagine Congiunturale II sem. 2016
CONSIDERAZIONI DI SINTESI
{PAGE }
Indagine Congiunturale II sem. 2016
Non è facile individuare una chiave interpretativa univoca dei risultati di
questa indagine semestrale. L’immagine che i dati seccamente ci restituiscono è
quella di un tessuto imprenditoriale regionale che, nel suo insieme, si sta
faticosamente rimettendo in marcia, a ritmi tuttavia ancora molto lontani da
quelli che servirebbero per produrre un colpo d’ala più energico.
Non si può negare che il quadro complessivo, se guardiamo ai principali
indicatori di performance delle imprese, lasci intendere che è in atto un percorso
di ripresa, ancorché lento. Il dato che resta tuttavia sostanzialmente invariato,
anche rispetto alle precedenti indagini congiunturali, è rappresentato da un
sentimento di incertezza che pervade gli imprenditori e che sembra non
consentire mai, al di là delle oscillazioni congiunturali, talvolta positive talaltra
negative, di poter cogliere un cambio di passo strutturale.
Sicuramente possiamo dire che rispetto al semestre scorso vi sono elementi
tendenzialmente più confortanti, che indubbiamente vanno accolti con positività.
La stessa domanda sulla percezione della crisi – che abbiamo inserito oramai da
qualche anno a questa parte appunto per monitorare l’evoluzione dello stato
degli imprenditori – mostra, rispetto al semestre precedente, un lieve recupero
degli “ottimisti”, il cui dato permane tuttavia ancora al di sotto di quello registrato
un anno fa in occasione della indagine sul secondo semestre 2015.
Anche le indicazioni prospettiche e i dati previsionali espressi dalle imprese
non sono del tutto univoci. Esse sono ad esempio ottimiste sulle prospettive di
crescita per il prossimo semestre, ma in misura più blanda in confronto al semestre
scorso.
Il problema che si nota, tuttavia, è che queste attese di miglioramento che pure non sono semplici auspici bensì valutazioni basate su dati di fatto che
investono le dinamiche degli ordini o del fatturato – sono espresse a capacità
produttiva invariata. In termini più espliciti, quelle aspettative, che indubbiamente
emergono, non risultano tuttavia sufficienti a spingere gli imprenditori verso
iniziative di investimento di medio-lungo respiro.
La percentuale di imprese che hanno dichiarato di aver effettuato
investimenti nell’ultimo semestre, ad esempio, è rimasta sostanzialmente invariata
rispetto a quello precedente – anzi semmai è leggermente calata – ma
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Indagine Congiunturale II sem. 2016
soprattutto cala di quasi 2 punti percentuali nelle previsioni per il prossimo
semestre.
Cosa ci segnala allora questo dato? Ci segnala che la vivacità del
mercato e le condizioni generali di contesto evidentemente ancora non sono
così rassicuranti da convincere le imprese ad effettuare investimenti. Ce lo
conferma del resto anche Il Report congiunturale della Banca d’Italia
sull’economia del Lazio, presentato nel novembre scorso, laddove si afferma che
nel corso del 2016 “l’attività di investimento è (…) rimasta debole, in connessione
con l’ampio grado di capacità produttiva inutilizzato e l’incertezza del quadro
geopolitico”.
Il quadro geopolitico cui si riferisce Bankitalia riguarda principalmente il
contesto internazionale, con i diversi focolai di tensione sparsi in diverse regioni
strategiche del mondo, un fenomeno terroristico che si fa sempre più virulento,
una Unione Europea depotenziata dalle sempre più forti spinte centrifughe e dalle
linee di frattura che l’attraversano internamente e che la rendono incapace di
esercitare quel ruolo propulsivo sulle economie nazionali di cui oggi si avrebbe un
grande bisogno.
Qualunque ipotesi di rilancio o strategia di crescita per le nostre imprese
dunque non potrà prescindere da un ruolo determinante dell’Europa, non solo in
termini di politiche monetarie, ma soprattutto in termini di politiche economiche,
di azioni per lo sviluppo e di capacità di attivare investimenti poderosi: gli unici
che possano fare da volano ad una ripartenza decisa dell’Italia, la quale senza di
essi probabilmente è destinata, nel migliore dei casi, ad una navigazione di
piccolo cabotaggio.
Ma quello che vogliamo qui sottolineare è che, allo scenario appena
descritto, si aggiunge un ulteriore, rimarchevole elemento di incertezza per il
sistema delle imprese, rappresentato dal nostro quadro politico nazionale. Un
quadro che si è mostrato in tutta la sua debolezza all’indomani del referendum
sulla riforma costituzionale e che al momento lascia immaginare una fase di
transizione
non
proprio
brevissima,
dove
andranno
messe
in
fila
prima
l’approvazione di una nuova legge elettorale, poi nuove elezioni politiche e infine
la formazione di un nuovo Governo. Tutto questo con il rischio che le misure
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Indagine Congiunturale II sem. 2016
necessarie per rilanciare la nostra economia – dall’abbassamento della pressione
fiscale
sulle
imprese
alla
riorganizzazione
del
mercato
del
lavoro,
all’ammodernamento delle reti infrastrutturali, all’intervento sul sistema del
credito, all’efficientamento e razionalizzazione della PA – necessariamente
subiranno un ulteriore slittamento, che potrebbe essere esiziale per la nostra
economia.
Il che ci fa dire, realisticamente, che avremo davanti all’incirca un paio
d’anni prima che possano essere varate misure strutturali, e soprattutto prima che
esse producano effetti, mentre che nel frattempo dovremo accontentarci di
misure tampone e senza grande respiro strategico, che probabilmente non ci
metteranno in grado di affrontare di petto i nodi di sistema.
Certo è che anche l’imprenditoria dovrà scuotersi dal torpore che ancora
si annida là e qua in alcune sacche. Essa dovrà adottare un rapporto meno
casuale, meno episodico e più sistematico e quotidiano con l’innovazione
tecnologica, organizzativa e gestionale. La cultura imprenditoriale dovrà fare
anch’essa un salto di qualità per raccordarsi con i trend più moderni a livello
internazionale. Restare arroccati, in un’ottica difensivista, su vecchie posizioni per
il timore o l’incapacità di affrontare il cambiamento, potrà forse ritardare un po’ il
processo di decadimento del sistema imprenditoriale, ma non potrà essere di
alcun aiuto per progettare un rilancio più solido e duraturo.
Non meno importante sarà altresì la capacità delle imprese della regione
di affrontare con più decisione e più sistematicità i mercati internazionali. Sono
ormai anni che la capacità di penetrazione del sistema economico laziale non va
molto al di là del 4% dell’export nazionale. Oggi è tempo che le imprese facciano
un salto di qualità anche su questo fronte strategico, allargando i confini del
proprio mercato all’Europa e al resto del mondo.
Non bisogna però dimenticare che il supporto del sistema politicoistituzionale resta un elemento imprescindibile proprio per favorire e per
accompagnare
adeguatamente
la
transizione
dal
vecchio
paradigma
imprenditoriale ad uno più adeguato alla contemporaneità. Ed è qui purtroppo
che scontiamo forse il gap più vistoso nei confronti degli altri sistemi nazione. In
questo paese ci troviamo in una situazione dove il tessuto imprenditoriale, per
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Indagine Congiunturale II sem. 2016
quanto possa esprimersi, non potrà riuscire a farlo pienamente in assenza di una
governance strategica e di una burocrazia pubblica rifunzionalizzata ed
efficientata.
Al momento è proprio qui che si annidano le principali criticità, le quali, se
non verranno sciolte definitivamente, rischiano di fare del nostro sistema
industriale un’anatra zoppa che ha, rispetto ai concorrenti, troppa zavorra per
poter riprendere a volare.
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Indagine Congiunturale II sem. 2016
1. IL LAZIO SECONDO I DATI ISTITUZIONALI
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Indagine Congiunturale II sem. 2016
Secondo quanto pubblicato da Prometeia1 nell’ottobre di quest’anno
la crescita del PIL regionale si attesterebbe al +0,9%, quindi leggermente
superiore alla media nazionale. Tale tasso colloca il Lazio nell’insieme delle
quattro regioni in Italia con una crescita superiore rispetto alla media
nazionale assieme a Emilia Romagna, Lombardia e Veneto.
Partendo dall’analisi della demografia delle imprese, nel terzo
trimestre 2016 il tasso di crescita delle imprese nel Lazio (Graf. 1.9) è stato
positivo (+0,45%) e superiore al corrispondente dato nazionale (0,27%). Va
sottolineato che nello stesso periodo del 2015 il valore è stato positivo dello
0,52% mentre il dato nazionale era pari allo 0,33%, vi è quindi da registrare
un leggero rallentamento della dinamica di crescita delle imprese sia in
regione che nel resto del Paese.
A livello di singola provincia, in un quadro generale di crescita si
evidenziano alcune differenti articolazioni dei tassi.
La provincia che ha fatto registrare tassi maggiormente elevati è stata
quella di Roma con una crescita dello 0,48%, che però risulta inferiore a
quello dell’anno precedente (era dello 0,59%).
Al secondo posto si trovano le provincie di Frosinone e Latina
entrambe con un tasso positivo dello 0,41% ma differenti dinamiche
rispetto all’anno precedente. Infatti a Frosinone il tasso registrato è inferiore
rispetto a quello del 2015 (era dello 0,45%) mentre a Latina è superiore (era,
infatti dello 0,3%).
La provincia di Rieti con il tasso di crescita dello 0,27%, pur essendo
inferiore al dato regionale complessivo, mostra una dinamica positiva
rispetto all’anno precedente.
A Viterbo, infine il tasso è positivo (+0,25%) e sostanzialmente allineato
a quanto fatto registrare nel 2015 (era dello 0,26%)
Questo terzo trimestre 2016 pertanto si connota per tassi di crescita
positivi ma, in peggioramento rispetto al terzo trimestre 2015 se si considera
l’aggregato regionale, in miglioramento solo nelle provincie di Rieti e
Latina. Tale situazione risulta comunque, migliore rispetto a quella
nazionale che presenta un tasso di crescita più modesto e in
peggioramento rispetto all’anno precedente.
1(fonte:
Prometeia - Scenari per le economie locali 2016. La Repubblica, 06/10/2016)
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Indagine Congiunturale II sem. 2016
Graf.1.9 - Tassi di crescita delle imprese nel terzo trimestre: 2015 e 2016
0,70
0,59
0,60
0,50
0,41
0,40
0,30
0,52
0,48
0,45
0,41
0,33
0,30
0,27
0,26 0,25
0,45
0,27
0,19
0,20
0,10
0,00
Viterbo
Rieti
Roma
Latina
IIItrim2015
Frosinone
Lazio
Italia
IIItrim2016
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Federlazio su dati Movimprese.
Nel periodo gennaio settembre 2016rispetto allo stesso periodo del
2016, le esportazioni del Lazio sono diminuite del 4,8% mentre le
importazioni sono aumentate del 9,3%(tav. 1.4). Le esportazioni sono
diminuite verso l’area Unione Europea (-8,6%) ed aumentate sul mercato
Extra Comunitario (+4,0%).
Tav.1.4 - Lazio: esportazioni e importazioni. II semestre 2016(variazioni % tendenziali)
MONDO
UE 28
EXTRA UE 28
Import
Export
Import
Export
Import
Export
Viterbo
-7,9
-7,9
15,9
-1,9
-27,5
-16,4
Rieti
25,7
26,5
26,0
34,3
22,6
-14,1
Roma
7,3
0,8
7,4
1,7
7,2
-0,1
Latina
1,6
-16,4
2,2
-18,7
-2,9
0,3
Frosinone
23,4
0,3
16,5
-7,3
35,5
25,8
LAZIO
9,3
-4,8
8,0
-8,6
11,7
4,0
ITALIA
-2,5
0,2
1,4
2,4
-7,9
-2,5
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Federlazio su dati ISTAT. Dati cumulati.
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Indagine Congiunturale II sem. 2016
La quota di beni e servizi esportati dalle imprese del Lazio sul totale
nazionale, nel confronto col periodo gennaio – settembre 2015, è
leggermente diminuita dal 4,9% al 4,7%. Il peso delle importazioni nel Lazio
sul totale nazionale importato è aumentato dal7,9%all’8,9%.
Sul versante occupazionale, nel terzo trimestre del 2016, nel Lazio, il
tasso di attività è diminuito rispetto al trimestre precedente (dal 67,8% al
67,2%); il tasso di occupazione è aumentato (dal 59,9% al 60,1%)ed il tasso
di disoccupazione è in diminuzione significativa (dall’11,6% all’10,5%) (tav.
1.5).
Tav.1.5 - Lazio: forze di lavoro e indicatori del mercato del lavoro
Occupati
(migliaia)
Persone in
cerca di
occupazione
(migliaia)
Forze
Lavoro
Tassi di
attività
Tassi di
occupazione
(15-64)
(15-64)
Tassi di
disoccupazione
(migliaia)
2 Trim. 15
2.301
335
2.636
67,4
58,7
12,7
3 Trim. 15
2.328
248
2.576
65,7
59,3
9,6
4 Trim. 15
2.335
294
2.629
65,7
59,8
11,2
1 Trim. 16
2.311
293
2.604
67,0
59,4
11,3
2 Trim. 16
2.333
306
2.639
67,8
59,9
11,6
3 Trim 16
2.342
275
2.617
67,2
60,1
10,5
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Federlazio su dati ISTAT, 2016.
Da gennaio a giugno 2016, rispetto allo stesso periodo del 2015, le ore
di cassa integrazione guadagni complessivamente autorizzate nel Lazio
sono notevolmente diminuite (-53,8%). Anche a livello nazionale la
tendenza è stata di diminuzione sia pur con un tasso (-24,1%) meno
accentuato (tav. 1.7).
Disaggregando il dato per tipo di gestione, nel Lazio il tasso di crescita
della CIG Ordinaria è negativo del 42% e decisamente migliore rispetto al
dato nazionale (-13,3%) La stessa situazione si registra anche i tassi relativi
alle ore autorizzate per cassa integrazione straordinaria (-54,6%) e in
deroga (-60,7%) che sono tutti in forte riduzione e migliori rispetto alla
situazione nazionale complessiva.
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Indagine Congiunturale II sem. 2016
Tav.1.7 - Lazio: ore di CIG. II semestre 2016(variazioni % tendenziali)
Ordinaria
Straordinaria
Deroga
Totale
Frosinone
10,9
-39,8
-69,5
-38,6
Latina
-55,6
-23,8
-76,7
-51,0
Rieti
289,3
-81,0
-28,4
-86,6
Roma
-53,9
-62,0
-53,2
-59,8
Viterbo
-72,0
-50,2
-89,3
-66,3
LAZIO
-42,0
-54,6
-60,7
-53,8
ITALIA
-13,3
-19,4
-52,5
-24,1
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Federlazio su dati INPS, 2016.
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Indagine Congiunturale II sem. 2016
2. L'INDAGINE DELLA FEDERLAZIO
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Indagine Congiunturale II sem. 2016
Dal quadro qui sommariamente descritto sulla base delle fonti
istituzionali, passiamo ora ai risultati della nostra indagine, svolta su un
campione di 350 aziende associate, e relativa al secondo semestre 2016.
Cominciamo dagli ordinativi (graf.2.1), il saldo di opinioni
sull’andamento degli ordinativi- valore che, ricordiamo, rappresenta la
somma algebrica tra le percentuali in aumento ed in diminuzione rilevate
per ciascuna variabile –per quanto concerne il mercato nazionale
recupera 7punti passando da -9 a -2rispetto al primo semestre del 2016
I saldi relativi agli ordinativi dall’estero, invece, mostrano livelli di salute
decisamente migliori.
In particolare, per quel che concerne gli ordini dal mercato Extra UE,
la valutazione espressa indica un miglioramento di 4 punti: il saldo di
opinioni passa da +16 a +20.
In diminuzione, per converso il saldo relativo agli ordinativi provenienti
dai paesi dell’Unione Europea che fanno registrare un saldo positivo di + 6
rispetto al + 9 registrato nel primo semestre di quest’anno.
Graf.2.1 – Ordinativi per area geografica di provenienza (valori %)
Italia
60,0
40,0
50,0 50,6
28,0
20,2
27,4
42,9
22,0
29,2 29,8
20,0
6
0,0
-20,0
Aumento
Stabile
IIsem15
Diminuzione
Isem16
{PAGE }
IIsem16
-9
Saldo
-2
Indagine Congiunturale II sem. 2016
UnioneEuropea
80,0
59,4
60,0
40,0
20,0
75,0
71,4
17,1
25,0
15,6
11,4
15,6
9,4
6
9
6
0,0
Aumento
Stabile
IIsem15
Isem16
Saldo
IIsem16
ExtraUnioneEuropea
80,0
64,7
60,0
40,0
Diminuzione
58,1
46,7
26,5 29,0
36,7
20,0
8,8
12,9
16,7
18
16
20
0,0
Aumento
Stabile
IIsem15
Diminuzione
Isem16
Saldo
IIsem16
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio
Sul fronte delle importazioni, il 24,1% delle imprese ha dichiarato di
averne effettuate nel corso del secondo semestre 2016; erano il 34,6% nella
prima parte del 2016.
Nel secondo semestre 2016, il saldo di opinioni sull’andamento del
fatturato sul mercato domestico registra un deciso miglioramento rispetto a
quanto verificatosi nel semestre precedente passando da -5 a +4(Tav. 2.4).
Un andamento crescente riguarda anche il fatturato derivante
dall’estero, accentuando i saldi positivi di opinione rispetto alla rilevazione
precedente, soprattutto per quello realizzato sul mercato extra Unione
Europea. Per tale area, difatti, il saldo di opinioni sale da +3 a + 10
guadagnando 7 punti.
{PAGE }
Indagine Congiunturale II sem. 2016
Il saldo di opinioni cresce a + 8 da +5 per il fatturato realizzato sul
mercato dell’Unione Europea.
Graf.2.3 – Andamento del fatturato per area geografica di provenienza (%).
Italia
60,0
40,0
48,8
47,4
42,6
27,2 26,2 28,5
24,0
31,1
24,1
20,0
4
3
0,0
-20,0
-5
Aumento
Stabile
Diminuzione
IIsem15
Isem16
Saldo
IIsem16
UnioneEuropea
71,4 67,6 72,0
80,0
60,0
40,0
20,0
16,7 18,9 18,0
11,9 13,5 10,0
5
5
8
0,0
Aumento
Stabile
IIsem15
Diminuzione
Isem16
IIsem16
Saldo
ExtraUnioneEuropea
80,0
66,7
60,0
40,0
58,3
62,7
25,6 22,2 23,5
19,4
20,0
7,7
13,7
18
3
0,0
Aumento
Stabile
IIsem15
Diminuzione
Isem16
{PAGE }
IIsem16
Saldo
10
Indagine Congiunturale II sem. 2016
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
Rimane negativo il saldo di opinioni sull’andamento della produzione
nel secondo semestre 2016 (Graf. 2.5) che, pur migliorando rispetto alla
precedente indagine, si attesta sul valore di -5.
Graf.2.5 - Andamento della produzione(%)
50,6 51,1
60,0
40,0
25,8
20,7
25,5
43,6
23,6
28,3 30,9
20,0
2
0,0
-20,0
Aumento
Stabile
IIsem15
Diminuzione
Isem16
-8
Saldo
-5
IIsem16
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
E’ pari al 36,9% la percentuale delle imprese che ha dichiarato di aver
effettuato investimenti nel secondo semestre 2016(Graf.2.7).
Si tratta di una percentuale in lieve diminuzione rispetto alla prima
parte del 2016 (37,8%) ma superiore rispetto allo stesso periodo dell’anno
2015 (29,3%), confermando quindi un trend positivo in consolidamento.
{PAGE }
Indagine Congiunturale II sem. 2016
Graf.2.7 – Imprese che hanno investito(%)
60,0
50,0
40,0
30,0
37,8
36,9
29,3
20,0
10,0
0,0
IIsem15
Isem16
IIsem16
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
Nel secondo semestre 2016, il 19,0% delle imprese del campione ha
dichiarato di aver sostenuto spese per attività di ricerca e sviluppo.
La percentuale è in diminuzione rispetto al 27,6% del primo semestre
2016.
In particolare, le imprese che hanno sostenuto tali spese, lo hanno
fatto prevalentemente per attività di prototipazione con una percentuale
del 53,8%.
Seguono le spese per altre forme di ricerca e sviluppo (assegni di
ricerca, assegnazione di borse di studio, finanziamento progetti ad hoc)
che dal 38,1% salgono al 50%.
In crescita al 11,5% dal precedente 9,5% rilevato nel primo semestre
2016 le spese per brevetti, risulta inesistente la spesa sostenute per i marchi.
{PAGE }
Indagine Congiunturale II sem. 2016
Nel II semestre 2016, ha sostenuto spese per attività di Ricerca e Sviluppo. Ma in che
forma? (risposta multipla- possibili più risposte)
60,0
50,0
50,0
53,8
50,0
43,8
37,5 38,1
40,0
30,0
20,0
12,5
10,0
9,5
11,5
6,3
0,0
Prototipazione
Brevetti
IIsem15
2,4
0,0
Marchi
Isem16
Altro
IIsem16
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
Dopo una lieve contrazione nel passaggio tra il primo e secondo
semestre 2015, rispettivamente dal 19,1% al 18,3%, e una crescita al 22% nel
I semestre del 2016, la percentuale di aziende che hanno assunto nel
secondo semestre 2016 è tornata praticamente ai livelli del 2015
assestandosi al 18,6% (Graf.2.9).
Cresce leggermente anche la percentuale delle aziende che hanno
fatto registrare una diminuzione dell’occupazione (dal 15,7% al 17,1%).
La combinazione di questi elementi determina un saldo di quasi parità
fissandosi a un livello +1.
{PAGE }
Indagine Congiunturale II sem. 2016
Graf.2.9 - Andamento dell’occupazione (%)
80,0
67,5
62,2
63,6
60,0
40,0
20,0
18,3
22,0
18,6
14,3
15,7
17,9
4
6
1
0,0
Aumento
Stabile
IIsem15
Diminuzione
Isem16
Saldo
IIsem16
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
La nostra indagine ha rilevato anche le previsioni a breve sui prossimi
sei mesi, dalle quali emerge che, per quanto concerne gli ordinativi, per il
primo semestre del 2017 (Graf. 2.2), le aspettative sono positive su tutti i
fronti.
I livelli di ottimismo, sono però articolati e con trend diversificati
secondo le aree geografiche considerate:
•
il saldo riguardante il mercato domestico è di + 13, in crescita
costante;
•
quello relativo all’Unione Europea pur attestandosi sul livello
ragguardevole di + 26 è in diminuzione di 5 punti rispetto al
primo semestre dell’anno;
•
infine le opinioni relative al mercato extracomunitario sono
decisamente ottimistiche (saldo + 29) e in costante crescita
rispetto ai tre semestri precedenti.
{PAGE }
Indagine Congiunturale II sem. 2016
Graf.2.2 – Previsioni sugli ordinativi per area geografica di provenienza (%)
Italia
80,0
71,8
57,0 58,4
60,0
40,0
20,0
26,7 27,3
19,2
9,0
16,3 14,3
10
10
13
0,0
Aumento
Stabile
sulIsem16
Diminuzione
sulIIsem16
Saldo
sulIsem17
UnioneEuropea
80,0
66,7
55,2
60,0
37,9
40,0
26,7
61,3
32,3
31
20
20,0
6,7
6,9
6,5
0,0
Aumento
Stabile
sulIsem16
Diminuzione
sulIIsem16
{PAGE }
sulIsem17
Saldo
26
Indagine Congiunturale II sem. 2016
ExtraUnioneEuropea
80,0
71,9
62,1
60,0
40,0
31,0
57,1
35,7
24
21,9
29
16
20,0
6,3
6,9
7,1
0,0
Aumento
Stabile
sulIsem16
Diminuzione
sulIIsem16
Saldo
sulIsem17
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio
Il 22,9% delle imprese ha, inoltre, manifestato l’intenzione di importare
beni e/o servizi nel secondo semestre 2016; erano il 25,6% nella rilevazione
precedente.
Abbiamo poi chiesto alle imprese del campione di esprimersi sulla loro
previsione di ampliamento dell’organico nei prossimi sei mesi.
Per le previsioni sull’occupazione (Graf.2.10) nel primo semestre 2017, il
saldo atteso diminuisce tornando negativo a -1 rispetto alle previsioni
espresse dagli imprenditori laziali nel primo semestre 2016. Tale risultato è
determinato da una combinazione di effetti sia sul lato delle aziende che
prevedono di aumentare l’occupazione che cresce in misura del 4,6% che
sul lato di quelle che prevedono una diminuzione (la cui percentuale
cresce di una proporzione decisamente superiore rispetto alle prime).
Diminuisce significativamente anche la percentuale di aziende che
esprime una previsione di stabilità dei livelli occupazionali.
{PAGE }
Indagine Congiunturale II sem. 2016
Graf.2.10 - Previsioni sull’occupazione (%)
100,0
83,2 79,5
80,0
65,7
60,0
40,0
20,0
16,4
7,2 11,8
9,6
8,7
17,9
3
0,0
-20,0
Aumento
Stabile
Diminuzione
sulIsem16
sulIIsem16
sulIsem17
-2
-1
Saldo
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
Infine, per quanto concerne le previsioni d’investimento, il 39,4% la
delle imprese ha manifestato l’intenzione di effettuare investimenti nel
primo semestre 2017. Intenzione che era al il 41,5% nella precedente
rilevazione ed al37,9% un anno fa.
Il 25,0% delle imprese ha manifestato l’intenzione di sostenere spese in
ricerca e sviluppo nel primo semestre2017, percentuale in diminuzione dal
31,5% rilevato nella scorsa indagine ma leggermente in crescita rispetto
22% registrato nel secondo semestre 2015.
Per quanto riguarda il dettaglio degli investimenti in R&S dalle risposte
delle imprese emerge una crescita della proporzione di chi prevede spese
in prototipazione che passa dal 36,8% al 45,5%. Decisamente più
accentuata la crescita della proporzione delle imprese che intendono
investire in brevetti (dal 12,3% al 21,2%), praticamente stabile, infine la
proporzione di quelle che prevedono spese per marchi.
Sono in aumento anche le altre spese in attività di ricerca e sviluppo,
indicate ora dal 48,4% delle imprese mentre erano il 42,1% nella
precedente indagine.
{PAGE }
Indagine Congiunturale II sem. 2016
Nel I semestre 2017, intende sostenere spese per attività di Ricerca e
Sviluppo: Ma in che forma? (risposta multipla – possibili più risposte)
60,0
50,0
40,0
48,4
45,5
43,6
42,1
36,8
28,2
30,0
21,2
17,9
20,0
12,3
10,3 8,8 9,1
10,0
0,0
Prototipazione
Brevetti
sulIsem16
Marchi
sulIIsem16
Altro
sulIsem2017
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
Come di consueto, abbiamo poi invitato gli imprenditori del
campione a segnalare le principali problematiche che, a loro avviso,
hanno influenzato più negativamente l’attività della propria.
Torna in cima alla lista dei problemi incontrati dalle imprese nel
secondo semestre2016 la “insufficienza della domanda” che sale al 28,0%
dal 27% registrato nel primo semestre 2016.
Pur rimanendo comunque a livelli significativi migliora la situazione
relativa a ritardi di pagamenti.
Il “ritardo dei pagamenti da parte dei privati” che viene indicato al
secondo posto delle problematiche, segnalata dal 23,4%, si tratta di un
valore in calo rispetto al precedente 24,3% (Graf. 2.11).
Mantiene il terzo posto il “ritardo dei pagamenti della PA”, anch’esso
con una percentuale in lieve attenuazione, dal 17,0% al 14,2%.
Rimane stabile il problema della “impossibilità di partecipare agli
appalti” ora segnalato dal 9,2% delle imprese rispetto al 9,6% di sei mesi fa.
{PAGE }
Indagine Congiunturale II sem. 2016
In leggero aumento al 5,0% dal precedente 4,8% la “mancata
concessione o erogazione del credito bancario”.
In sintesi, il problema principale segnalato dalle imprese continua ad
essere la “domanda” ritenuta insufficiente nel semestre appena trascorso,
cui si unisce il ritardo dei pagamenti dei propri clienti, pubblici o privati, e la
impossibilità di partecipare agli appalti (che determina, anche in questo
caso, una contrazione del mercato di riferimento delle aziende laziali).
Graf.2.11– Problematiche delle imprese nel II° semestre 2016(*) (%)
28,0
insufficienzadomanda
25,8
23,4
ritardodeipagamentidei
privati
14,2
ritardodeipagamenti
dellaPA
17,8
altrimotivi
14,7
no
concessione/erograzione
deicreditobancario
5,0
5,3
24,3
28,0
17,0
20,1
17,4
4,8
9,2
impossibilità
partecipazioneappalti
8,4
0,0
27,0
5,0
IIsem16
9,6
10,0
Isem16
(*) Tre risposte per ciascuna impresa.
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
{PAGE }
15,0
IIsem15
20,0
25,0
30,0
Indagine Congiunturale II sem. 2016
La percezione della crisi
Anche in questo semestre abbiamo voluto cogliere la percezione
delle imprese su come si stia evolvendo la crisi dal loro punto di vista (Tav.
2.7).
Nel complesso emerge un quadro di incertezza: infatti se da un lato
diminuiscono gli imprenditori che dichiarano che “al momento non si
intravede una via di uscita” che fa registrare una percentuale del 38,2%
rispetto al 43,4%, dall’altro cresce anche la percentuale di coloro che
pensano che “il peggio deve ancora venire” cha passa dal 3,3% al 6,1%.
Per quanto riguarda le dinamiche dei giudizi più ottimistici risulta in
aumento la percentuale di coloro che “cominciano a vedere la luce in
fondo al tunnel” dal 38,5% del primo semestre al 44,3% attuale; diminuisce
invece la percentuale di chi dichiara che il peggio è ormai alla spalle
(11,5% vs. 14,8%)
Considerando e confrontando le percentuali complessive di chi
esprime un sentiment negativo rispetto a quelli che si mostrano più ottimisti
emerge una prevalenza delle aspettative positive che complessivamente
raggiungono il 55,8%, in leggera crescita rispetto al 52,3% del primo
semestre ma in significativa riduzione rispetto al 66,4% del secondo
semestre 2015.
{PAGE }
Indagine Congiunturale II sem. 2016
Tav.2.7 – Con quale delle seguenti affermazioni riguardanti la crisi in atto Lei
concordamaggiormente? (%)
II sem
2015
I sem 2016
IIsem 2016
Si comincia ad intravedere una luce in fondo al tunnel
55,2
38,5
44,3
Il peggio è ormai alle nostre spalle
11,2
14,8
11,5
Somma degli atteggiamenti ottimistici
66,4
52,3
55,8
Al momento non si intravede alcuna via di uscita
31,2
43,4
38,2
Il peggio deve ancora venire
2,4
3,3
6,1
Somma degli atteggiamenti pessimistici
33,6
46,7
44,3
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
La domanda successivamente posta alle imprese è stata se,
permanendo l’attuale situazione economica, esse ritengano che la propria
azienda possa correre seri rischi di chiusura entro i prossimi sei mesi.
La percentuale di coloro che ha risposto “si” è aumentata
ulteriormente dal 10,3% di sei mesi fa al 13,6% nel secondo semestre 2016.
Parimenti, le imprese che hanno risposto “no” sono passate dall’89,7%
rilevato nel primo semestre 2016 all’ 86,4 della seconda parte di
quest’anno.
Il contrasto della crisi ed i vincoli alla competitività
Anche in questo secondo semestre 2016 alle imprese del campione è
stato chiesto quali azioni intendessero porre in essere al proprio interno per
contrastare la crisi (Tav. 2.8).
Rispetto al primo semestre l’azione principale rimane la “creazione di
nuovi prodotti” con una percentuale del 22,0%, ma in diminuzione rispetto
al 25,1%rilevato nella prima parte del 2016.
L’altra indicazione che indica un intervento sul sistema di offerta e
cioè il miglioramento dei prodotti esistenti ottiene il 20% delle citazioni
posizionandosi al terzo posto.
Il “taglio dei costi di gestione” è al secondo posto con il 20,6% ma in
diminuzione rispetto al precedente 22,2%.
Sostanzialmente stabile, attorno al 18%, l’azione
“miglioramento della qualità del prodotto o servizio”.
{PAGE }
relativa
al
Indagine Congiunturale II sem. 2016
In aumento la percentuale di imprese che ha indicato nella “riduzione
del personale” lo strumento atto a contrastare la crisi che sale al 7,6% in
confronto al 5,9% del primo semestre del 2016.
Anche l’altro intervento che ha come effetto una riduzione
complessiva dei costi del lavoro, cioè la trasformazioni da contratti a
tempo pieno a part-time, registra una crescita di indicazioni (dal 3,8% al
5,1%).
Infine, l’attività di “esternalizzazione dei servizi” che continua a
rimanere marginale al 3,6%.
Tav.2.8 – Quali azioni intende porre in essere nella Sua azienda per contrastare la crisi e
“reggere il mercato”? (%)
II sem 2015
I sem 2016
I sem 2016
Taglio i costi di gestione
26,6
22,2
20,6
Creare nuovi prodotti o servizi
21,8
25,1
22,0
Migliorare la qualità del prodotto o servizio
18,3
18,8
20,0
Iniziare/Sviluppare/Incrementare l’attività sul mercato estero
8,3
10,9
11,2
Ridurre il personale
6,0
5,9
7,6
Trasformare qualche contratto da tempo pieno a part-time
3,6
3,8
5,1
Esternalizzare servizi
5,6
2,5
3,6
Altro
9,9
10,9
9,0
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
E’ stato poi chiesto alle imprese di indicare anche cosa renda,
secondo la loro percezione, la loro attività qui in Italia meno competitiva
rispetto a quella dei propri concorrenti (Tav. 2.9).
La “pressione fiscale” resta al primo posto nella lista dei vincoli alla
competitività che ha raggiunto il livello del 30% dal 29,4%, seguita dal
“costo del lavoro” anch’esso in crescita sia pur leggera al 26,1 dal 25,5%
rilevato nel primo semestre 2016.
Al terzo posto troviamo la “complessità normativa e burocratica”
indicata nel 20,3% dei casi, allo stesso livello della precedente indagine.
In lieve crescita il “costo dei servizi”, al 12,8% in media; si conferma un
fattore frenante il cui impatto limitante sull’attività di impresa non è di
immediata soluzione.
{PAGE }
Indagine Congiunturale II sem. 2016
Chiude la classifica il “costo del credito”, indicato dall’8,3% del
campione rispetto al10,8% del primo semestre 2016.
Tav.2.9 – Secondo Lei, cos’è che rende meno competitiva la sua attività qui in Italia
rispetto a quella dei suoi concorrenti, o comunque di aziende come la sua,all’estero? (%)
II sem 2015
I sem 2016
IIsem 2016
Pressione Fiscale
28,8
29,4
30,0
Costo del lavoro
26,4
25,5
26,1
Complessità normativa e burocratica
19,8
20,5
20,3
Costo dei servizi (energia, trasporti, comunicazione, servizi
professionali, ecc.)
12,4
11,9
12,8
Costo del credito
9,6
10,8
8,3
Altro
3,0
1,9
2,5
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
Infine, al campione di imprese destinatarie dell’indagine è stato
domandato quale azione avrebbero consigliato al Governo Regionale per
uscire dalla crisi (Tav. 2.10).
L’azione che le imprese vorrebbero fosse prioritariamente posta in
essere dal Governo Regionale resta la “riduzione delle tasse su impresa e
lavoro” che, segnalata dal 62,7% dal precedente 64,4%, sostanzialmente
stabile e costante nel tempo.
Per quanto concerne il primo semestre 2016, si possono segnalare
alcune variazioni interessanti:
•
L’eliminazione di inefficienze e sprechi cala di oltre 5 punti
passando dal 14,2% al 9%;
•
Aumenta significativamente il suggerimento di incentivare
nuove assunzioni che raccoglie il 6% di indicazioni rispetto
all’1,6% della precedente rilevazione;
•
Diminuisce la richiesta di azioni per l’agevolazione del credito
che passa dal 5,5% al 3,7%;
•
Cresce la richiesta di un maggiore impegno contro l’evasione
fiscale che sale dal 3,1% al 5,2%.
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Indagine Congiunturale II sem. 2016
Tav.2.10 – Tra le varie azioni che il Governo regionale dovrebbe porre in atto per uscire
dalla crisi, quale tra le seguenti Lei consiglierebbe di mettere al primo posto? (%)
II sem 2015
I sem 2016
II sem 2016
Ridurre le tasse su impresa e lavoro
62,2
64,6
62,7
Eliminare inefficienze e sprechi
11,8
14,2
9,0
Agevolare la concessione di credito per immettere liquidità
nel sistema
5,5
5,5
3,7
Semplificare le procedure burocratiche
5,5
4,7
6,0
Combattere più duramente l'evasione fiscale
4,7
3,1
5,2
Investire nella creazione di piccole opere pubbliche ed in
un piano di manutenzioni
4,7
3,1
3,0
Investire nella creazione di nuove grandi opere pubbliche
1,6
1,6
3,0
Incentivare nuove assunzioni
1,6
1,6
6,0
Favorire la nascita di nuove imprese
0,0
0,8
0,7
Altro
2,4
0,8
0,7
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
NOTA
L'indagine Federlazio - finalizzata alla misurazione dello stato di salute
delle PMI laziali nel semestre immediatamente precedente la rilevazione, e
alla formulazione di previsioni per quello successivo – è condotta mediante
la somministrazione di un questionario online.
I dati congiunturali (rispetto al semestre precedente) e previsionali
(riferiti al semestre successivo) sono di tipo qualitativo ossia sono valutazioni
sull’andamento di alcune variabili aziendali che sono espresse dagli
imprenditori in termini di “aumento, stabilità o diminuzione”.
Il campione è composto da 350 imprese, stratificate in base al
comparto produttivo, al numero di addetti e alla provincia.
La rilevazione sulle imprese è stata effettuata nel mese di dicembre
2016. Le statistiche ufficiali sono aggiornate al 30 gennaio 2017.
Lo studio è stato realizzato dall’Ufficio Studi e Comunicazione della
Federlazio.
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