Interrogazione n. 3573 Cons. CIVETTINI su Criticità nella gestione

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Transcript Interrogazione n. 3573 Cons. CIVETTINI su Criticità nella gestione

CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
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Gruppo Consiliare CIVICA TRENTINA
Trento, 22 settembre 2016
ILL. MO
PRESIDENTE DEL
CONSIGLIO PROVINCIALE
PALAZZO TRENTINI
SEDE
INTERROGAZIONE n. 3573
ROVERETO E VALLAGARINA
GUARDIE MEDICHE E SOPPRESSIONE SEDI
UNA SITUAZIONE (A BREVE) INSOSTENIBILE
IPOTIZZATO IMPROBABILE SERVIZIO 24 ORE SU 24 PER I MEDICI DI BASE?
DIVERSAMENTE QUALE L’ORGANIZZAZIONE
CHE NON PENALIZZI SERVIZIO E SERVITI?
QUALE IL PROGETTO CHE GARANTISCA L’ASSISTENZA?
Conformemente a quanto temuto e segnalato con l’Interrogazione n. 3465/XV del 25 luglio
scorso, a breve – secondo quanto segnalatoci - il servizio presso la sede di Rovereto, coperto da 10
medici (3 dei quali titolari a tempo indeterminato e 1 incarico a tempo determinato con scadenza
31/10/2016), dal 01/11/2016 sarà garantito con soli 8 sanitari.
Notizia già grave ma che lo diviene ancor di più se si pensa che coinciderà con la
soppressione del servizio di guardia medica di Mori, di riferimento anche per Ronzo-Chienis, Val di
Gresta e Altipiano di Brentonico, cosa che porterà gli appena 8 medici che, salvo cambi di
programma, saranno in servizio a Rovereto a dover fronteggiare, da soli, un bacino di oltre 75.000
persone, 77.146 per la precisione.
In pratica, ci si troverebbe ad avere un medico ogni 9.643 persone, in totale difformità dal
parametro di un singolo medico di continuità assistenziale ogni 5.000 abitanti residenti previsto
dall’Accordo collettivo per la disciplina dei medici di medicina generale (art.64). Non solo: anche il
verbale di Deliberazione del Direttore generale dell’Azienda (Reg. delib. n. 409|2016) prevede
espressamente di assicurare «per tutto il territorio provinciale» il «rapporto ottimale di un medico»,
dunque proprio non si capisce come possa essere considerata sostenibile la situazione che verrebbe
a crearsi a partire dall’11.11 presso la sede di Guardia medica di Rovereto.
Da questo punto di vista, la delibera dell’APSS n. 409 dell’8 agosto 2016 - oltre a non essere
stata minimamente concordata con le organizzazioni sindacali in difetto a quanto indicato nell’ACN
- definisce una risistemazione inaccettabile poiché diverse sedi non rispettano il citato e non
facoltativo bensì tassativo rapporto medico/popolazione residente. In particolare, per evitare che la
Guardia medica roveretana venga a trovarsi in seria difficoltà operativa, parrebbe quanto mai
opportuno – se davvero non vi sono margini per il mantenimento della sede di Mori – valutare
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quelle che sono a tutti gli effetti delle alternative concrete alle decisioni finora prese e che, in
prospettive, potrebbero rivelarsi davvero avventate.
La ipotesi alternative sembrano essere almeno tre. La prima è quella di un accorpamento
della sede di Mori e quella di Ala, scenario che per un territorio di 297,3 Kmq vedrebbe 27.715
assistiti con 4 medici in servizio, cioè 1 medico ogni 5 928 assistiti: molto meglio del medico ogni
9.643 persone che verrebbe a crearsi a Rovereto. Sempre meglio di quanto si delinea all’orizzonte
sarebbe un accorpamento tra la sede di Rovereto e quella di Ala, così come lo sarebbe una terza
possibile opzione, quella di spartire territorialmente la sede di Mori tra quella di Rovereto e quella
di Ala, coi territori di Rovereto e Mori da una parte e quelli di Ala, Brentonico e Ronzo-Chienis
dall’altra.
Chiaramente saranno Provincia ed Azienda Sanitaria a dover scegliere quale opzione
alternativa considerare, ma è opportuno che venga fatto sia per lo scenario davvero difficilissimo
che verrebbe a concretizzarsi una volta che l’ambito territoriale di Rovereto e Mori venissero
accorpati (con la sede di Rovereto ridotta ad un organico di 8 medici) sia perché, se è vero che
prendendo in considerazione il citato numero di medici per distretto, il dato 1 medico ogni 5000
viene rispettato, se si va a vedere sede per sede allora le cose cambiano, evidenziando la necessità di
un urgente ripensamento.
Ma in verità, tale progetto sembrerebbe nascondere insidie ben più preoccupanti, quale il
ritorno al passato, dove la sanità era rivolta ai pochi e non un diritto e dovere civico, politico e
sociale come oggi è comunemente intesa. Un ritorno al passato che coinvolgerebbe i medici di base
in una improbabile gestione, che, seppur organizzata con turnazioni, potrebbe manifestare dei limiti
oggettivi, con l’effetto di un altrettanto probabile incremento al ricorso dei pronto soccorso (dove si
tassano con i ticket!) e ai servizi di ambulanza (con costi di gestione altrettanto evidenti!), dando
così risposte inappropriate alle necessità di screening delle urgenze.
Tutto ciò premesso
Il sottoscritto Consigliere
interroga
Il Presidente della Giunta provinciale e l'Assessore provinciale competente per sapere:
• Se corrisponde al vero che il servizio presso la sede di Rovereto, coperto da 10 medici (3 dei
quali titolari a tempo indeterminato e 1 incarico a tempo determinato con scadenza
31/10/2016), dal 01/11/2016 sarà garantito con soli 8 sanitari;
• Come sarà conciliabile siffatto scenario con il parametro di un singolo medico di continuità
assistenziale ogni 5.000 abitanti residenti imposto dall’Accordo collettivo per la disciplina
dei medici di medicina generale (art.64);
• Se prima di stabilire l’accorpamento, per le guardie mediche, tra l’ambito territoriale di
Rovereto (con la sede di Rovereto ridotta ad un organico di 8 medici) e quello di Mori (che
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comprende Mori, Ronzo-Chienis, Val di Gresta e Altipiano di Brentonico) si siano
considerate alternative e, in caso affermativo, quali;
Come e attraverso quale progetto si intenda garantire a tutta la bassa Vallagarina il servizio
di assistenza notturna e festiva in supplenza dell’eutanasia funzionale della presenza delle
Guardie mediche;
Come si intenda confrontarsi con le categorie, per una concorde valutazione sulle procedure
di verifica delle presenze territoriali di assistenza, prima di orchestrare ogni tipo di scelta
che potrebbe dimostrarsi devastante dal punto di vista degli effetti e supportata unicamente
da esigenze di cassa, che alla fine non darebbe nei fatti, alcun risparmio, per il ricorso ai
pronto soccorso e al servizio delle ambulanze, travasandone i costi di gestione;
Quanto sia preventivato il risparmio previsto (che sembrerebbe obiettivo primario
all’assessore!) dal taglio di tali servizi e quanto il previsto incremento per il ricorso
automatico ai pronto soccorso dei pazienti che vi ricorreranno in supplenza nelle ore
notturne e festive;
Se sia in atto una valutazione per il coinvolgimento nel progetto di assistenza territoriale h
24, dei medici di base, ai quali, come un tempo quando la sanità era forse per pochi, si
potrebbe richiedere la presenza costante con turnazioni che dovrebbero supplire le guardie
mediche oggi attive e in procinto di essere ragionieristicamente soppresse;
Ad oggi, per ogni presidio di Guardia medica presente sul territorio trentino, dal 2008 ad
oggi e per ogni anno, quanti i chilometri registrati per le assistenze territoriali, quanti gli
utenti che si sono rivolti anche telefonicamente a tali presidi e quali i costi sostenuti per
garantire tali servizi.
A norma di Regolamento, si chiede risposta scritta.
Cons. Claudio Civettini
LISTA CIVICA TRENTINA