14.Prove tecniche di

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Fernando Bela Belasteguin

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PADELPADDLE e

L’anno si è chiuso col botto! Una stagione ricca di appuntamenti che in questo 2016 si sono accavallati in rapida successione.

Nell’ultimo mese e mezzo tra Campionato Mondiale, Master Ford e Campionati Italiani Assoluti (da non dimenticare il Master WPT) hanno inebriato appassionati e non.

In questo primo numero del nuovo anno ci sarà un ricco resoconto di tutto questo.

Non una ma tre ciliegine sulla torta di un movimento che continua vertiginosamente a salire, crescere ed espandersi.

Sembra passata una vita dal primo numero. Ora le idee sono più chiare e con obiettivi ancor più ambiziosi. Ci piacciono le sfide e vogliamo, numero dopo numero, stupirvi sempre di più.

Ci saranno tante, tantissime novità ma non vi anticipiamo nulla. Voi continuate a seguirci come state già facendo e sempre più numerosi.

Un nuovo anno è alle porte e il nostro augurio è quello che possa essere, per tutti voi, magnifico.

Un augurio che allarghiamo anche a noi stessi perchè questa rivista possa divenire sempre più punto di riferimento.

Un nuovo anno ci attende.

Buon 2017 e buon padel!

Editoriale

Redazione

Via Senofonte, 8 00124 ROMA www.padelpaddle.com

Editore

Fabrizio Romiti

Info e pubblicità

[email protected]

Progetto grafico

Radici Uniche [email protected]

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Marcelo Capitani.

Con il romano Lorenzo Verginelli

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contents

Prove tecniche di...

NUMERO 4 L’accordo tra Supertennis e il World Padel Tour per

20.

Il sogno italiano

La nazionale italiana e il presidente del CONI,

50.

EMOZIONE UNICA

Fernando Belasteguin gioca per orgoglio per la sua na-

96.

Il meglio del padel...

All’interno del mitico campo Pietrangeli si svolge il Master Ford. L’evento clou della stagione

110.

Campionati italiani assoluti

Assegnati gli scudetti tricolori nel Padel Club Laurentina. Una novità: scudetto di 4a cat.

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IL RECENTE ACCORDO TRA SUPERTENNIS E WORLD PADEL TOUR È UN ALTRO TASSELLO CHE SI VA AD AGGIUNGERE ALLA PROMOZIONE E ALLO SVILUPPO DI UNA DISCIPLINA TUTTA DA SCOPRIRE PROVE

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Q uando nei primi anni ‘70 la tv cominciò a muovere i suoi primi passi a colori, le tecniche di trasmissione hanno rappresentato la verifica “sul campo” di quei primi e sperimentali segnali che da lì in poi hanno nel tempo riempito 24 ore su 24 la vita dell’uomo.

L’accordo formulato tra l’emittente televisiva SUPERTENNIS, canale tematico della Fedrazione Italiana di tennis ed il circuito professionistico di padel World Padel Tour, riporta alla memoria quei vecchi test ma rappresenta anche la volontà, identificandone la misura, di quanto la stessa Federazione creda nel progetto della pala, spingendolo con tutti i mezzi a disposizione e promuovendo una disciplina che si sta facendo sempre più conoscere dal movimento di massa.

Quando si parla di consacrazione di uno sport, lo si fa nel momento in cui questo passa attraverso i pollici di una televisione.

“Pollici” quindi in alto per l’ingresso in casa Supertennis come lo stesso Presidente del canale televisiovo, Francesco Soro, si augura attraverso una breve intervista per i lettori di Padelpaddle.

Aumentano i praticanti, aumentano i campi e abbiamo quindi pensato fosse il momento giusto per promuoverlo in televisione. Supertennis ha pertanto avviato una prima fase di sperimentazione, trasmettendo due match al giorno del World Padel Tour dal 19 gennaio.”

Gli appassionati da molto tempo attendevano la svolta televisiva. Come mai è arrivata soltanto nel 2017?

Presidente Soro, dal 19 gennaio Supertennis ha regalato agli appassionati di padel una grande novità, il padel in televisione.

“Il padel è uno sport in grande crescita nel nostro Paese.

“Per due ragioni sostanziali. La prima è che la resa televisiva di questo sport, al di là dei colpi più spettacolari che spopolano su Youtube e Vimeo, deve ancora essere testata. Questo sia dal punto di vista strettamente televisivo, per via della sabbia posata

Le foto utilizzate sono state prese direttamente dal profilo facebook di Francesco Soro

sul campo che ne riduce la godibilità, sia sotto il profilo dell’apprezzamento del pubblico perchè dagli studi che abbiamo fatto emerge che quasi solo chi ha praticato o pratica il padel riesce a seguire il gioco. “

E la seconda?

“La seconda è più burocratica. I rapporti con il World Padel Tour sono stati laboriosi e si sono sbloccati solo quando mi sono rivolto a Matteo Melandri, che in un’altra epoca era il mio compagno di doppio e oggi si è avventurato nella promozione del padel. Melandri si è confrontato con Marta Conean, la delegata del padel veneto che segue la promozione televisiva, e con la benedizione di Gianfranco Nirdaci sono riusciti a immaginare questo primo pacchetto sperimentale.”

Quindi lei gioca a padel?

“Giocavo. A un livello mediocre, in verità. Credo tuttavia di detenere il non invidiabile titolo di primo giocatore di padel romano ad essersi

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rotto il tendine di Achille sul campo. Era il lontano 2004, nel corso di un match contro il Presidente del Coni, Giovanni Malagò...”

Torniamo alla televisione. Quali saranno le seconde voci?

“Per questo periodo sperimentale, abbiamo affiancato il nostro ottimo Livio D’Alessandro, a un passo dall’essere contagiato dalla febbre del padel, con Sandrine Testud, Fabrizio Anticoli, Maurizio Serafino e Sebastiano Sorisio. Per il futuro vedremo. L’intenzione comunque è di continuare a sperimentare.”

Per chiudere. Cosa ci riserva il futuro?

“Vediamo intanto come va il padel in termini di ascolti televisivi.

Essendo uno sport largamente praticato da persone che già lavorano, il Direttore Valesio lo ha posizionato nella fascia di prima mattina, alle 7.30 prima di andare al lavoro, e alle 14, durante la pausa. Ma anche al di là degli ascolti, essendo Supertennis una televisione interamente dedita alla promozione dello sport, stiamo ragionando su un magazine televisivo e sull’avvio di una partnership con il World Padel Tour. Abbiamo chiesto a Melandri di occuparsene. Ovviamente anche questa volta a titolo gratuito, per amore del padel... “ (ride)

Un progetto, quindi, in start-up ma con i numeri giusti per poter continuare a meravigliare e raccontare un padel che ha ancora molto da raccontare.

C hiamato in causa proprio dal Presidente Soro, vediamo il punto di vista proprio di Matteo Melandri, uno dei soci di Superpaddle, la società che detiene i diritti per l’Italia di World Padel Tour.

“I primi feedback sono stati molto positivi -

confessa l’avvocato Matteo Melandri - Se

consideriamo poi che i passaggi sono su fasce orarie “particolari” per rispettare e mantenere un equilibrio con gli appassionati di tennis, possiamo dire che tutto questo rappresenta un importantissimo tassello per il padel italiano e i suoi appassionati.

Bisogna considerare che il vero amante del padel le partite del WPT le vedeva anche prima in streaming ma il fatto di poterlo trovare in tv e magari un domani anche potendone seguire in diretta lo rende più affascinante.

Stiamo già lavorando per trovare un accordo per i prossimi tre anni, anche se su questo manteniamo massimo riserbo. L’obiettivo però è di mandare in diretta le prossime partite del Circuito. Ci stiamo comunque incanalando verso un buon rapporto. In qualche maniera io sono proprio al centro della trattativa tra Supertennis e World Padel Tour. A dirla tutta, WPT sta cercando di alzare la posta in palio per i diritti, allettando magari altre realtà del broadcast sportivo. Vediamo come andrà a finire. Certo è che questo è un segnale positivo di un movimento che genera interesse fino a spingere una televisione, seppur della Federazione di tennis, a fare richiesta per la messa in onda di partite di padel. Lo scorso anno ad esempio la stessa WPT avrebbe girato gratuitamente questi incontri. Oggi non è più così. Questo perchè il Circuito è cresciuto da un anno ad oggi ma lo stesso atteggiamento della Federazione nei confronti del padel è visto con molto più rispetto di un anno fa. E’ un fenomeno che non passa inosservato ed è sotto gli occhi di tutti. Certamente a Roma c’è una risposta differente ma una volta parlare di padel non era così semplice come ora, soprattutto in zone dove questo sport era del tutto sconosciuto.

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Un evento unico per il padel italiano. La nazionale incontra il Presidente del CONI Giovanni Malagò nella casa dello sport.

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L’ so alle Olimpiadi.

emozione era tanta e compren sibile.

Il Salone d’O nore del CONI la cornice più bella per questo incontro tra il presidente del Co mitato Olimpico Giovanni Malagò e la nazionale italiana di padel. L’occasione, la partecipazione ai prossimi Campionati mondiali di padel, ha rappresentato un evento unico. I giocatori, tutti in tenuta ufficiale, sono stati catapultati in una realtà che nessuno pochi anni fa avrebbe mai immaginato. L’Italia s’è desta ed ha capito che è tutto vero quello che sta accadendo. Il padel, per stessa ammissione del Presidente Malagò guarda fiducio-

“Sembra di rivivere il percorso del calcetto, nato a Roma ma poi esplo so in tutta Italia. Ricordo come fosse ieri quando Binaghi (Presidente della FIT, ndr) venne nel mio ufficio nel novembre del 2013 chieden domi consiglio su cosa fare con il padel. Lo esortai ad accoglierlo in Federazione velocemente perchè credevo già allora nelle potenzialità di questa disciplina e nella sinergia con il tennis stesso. Devo dire con molta franchezza che questa è stata una scommessa vinta. Vinta dalla Federazione italiana tennis che ha voluto dedicare una sezione impor tante a questo sport.”

Prosegue con uno sguar do verso un possibile futuro olimpico:”Siamo nel 2016,

tutto sta cambiando così come i programmi olimpici. Abbiamo visto presenti nelle varie edizioni discipline come il tiro alla fune o gli scacchi. Alle prossime oltre al rientro di alcune, ce ne saranno tre totalmente nuove come l’arrampica ta, lo skateboard e il surf. In questo il CIO giustamente è attento agli sport di moda, agli sport dei giova ni, anche a rischio di quelle discipli ne con grande tradizione olimpica.

Ma i numeri sono quelli che sono. Lo dico con franchezza, indipenden temente da chi guiderà i vari organi sportivi, penso che un giorno ve dremo il padel nei Giochi olimpici. Questo anche per la facile gestione delle strutture di gioco. I presuppo sti sono buonissimi.”

Chiude con un saluto ai ragazzi

Portogallo.”

Servirà ancora un po’ di pazienza ma i sogni spesso si avverano e in attesa che questi prendano corpo bisognerà alimentare la realtà padelista in tutta Italia.

Il processo, rispetto a Roma, è un

pochino più lento ma lo sviluppo è

costante - spiega Gustavo Spector, coach della nazionale prossima alla partenza per questo Cam pionato del Mondo - Il clima crea

Malagò: “Sono felice ed orgoglioso di avere qui nella “Casa dello Sport” la nazionale italiana.

Questa è una scommessa vinta dalla FIT”

azzurri: ”Sono felice ed orgoglioso

di avere qui nella Casa dello Sport la nazionale italiana di padel e le auguro un “in bocca al lupo” per il qualche difficoltà ma chi prova a giocare a padel poi non smette e presto vedremo un nord Italia fiorito”.

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PADELPADDLE Dopo gli Europei dello scorso anno il team azzurro femminile potrà contare sull’appor to tecnico e sul bagaglio di esperienza di Sandrine Testud che oltre ad avere il ruolo di coach sarà giocatrice e parteciperà sia al Mondiale a coppie che a quello a squadre.

“I ricordi sono di un altro sport e le ambizioni sono per il padel e per l’Italia che ho la fortu na di rappresentare. Sono onorata e fiera di essere qui oggi e soprattutto di portare questa

Testud:“Partiremo testa di serie e faremo del nostro meglio”

bella squadra femminile ai Mondiali sperando di fare il migliore risultato possibile. Abbiamo una grande fortuna perchè le ragazze due anni fa hanno raggiunto il quarto posto e sono teste di serie evitando così di incontrare subito squadre più forti come Spagna, Argen tina, Brasile e Portogallo. E’ una responsabi lità ma anche una parte fondamentale dello sport. Siamo qui per dare il meglio di noi stesse.”

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La selezione azzurra con il Fiduciario nazionale Gianfranco Nirdaci.

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QUESTO MONDIALE DICE CHE IN EUROPA DOPO LA SPAGNA C’È L’ITALIA. UN PICCOLO PREMIO PER UNA NAZIONALE CHE DEVE CRESCERE ANCORA MOLTO.

OBIETTIVO

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PADELPADDLE T utto è ruotato su una partita, forse due. Un Mondiale che conferma il valore dell’Italia del padel e porta an cora una volta gli azzurri sulle cime E’ mancata un pizzico di grinta e quel quid d’Europa. di fortuna nel sorteggio delle coppie per trasformare un sogno in impresa. Lo scontro contro il Paraguay poteva finire diversamen te permettendo all’Italia di guidare il girone dopo il trionfo contro i “galletti” francesi. Ma questa è una storia che non leggeremo per chè non scritta... Quello che invece è reale è la conferma al sesto posto nel ranking mondia le. Superare la superpotenza iberica - l’unica che in Europa ci è davanti - è al momento im pensabile, forse anche in un futuro prossimo ma guardare tutti gli altri dall’alto fa morale ed è motivo d’orgoglio per il gruppo capeggia to dal coach argentino Gustavo Spector.

avessero una squadra più forte rispetto a quella che trionfò in Olanda.

È stata una grande emozione.”

E pensare che inizialmente temevamo i nostri avversari

“Quello che abbiamo fatto qui in Portogallo è qualcosa di importante. Due anni fa quel risul tato fu certamente legato alla nostra bravura ma la componente fortuna ebbe un ruolo forse determinante. Ogni anno che passa il livello cre sce in tutto il mondo e arrivare ancora una volta al sesto posto, anche se siamo molto distanti dal vertice, rappresenta comunque un grande risultato. Il mio obiettivo principale era arrivare ad essere la prima squadra europea dopo la Spagna e ci siamo riusciti. Abbiamo battuto nel girone la Francia, i campioni europei, nonostante “Era un girone molto difficile. C’era il Paraguay che nella passata edizione era arrivato terzo. C’era la Francia che aveva vinto gli Europei e ar rivava a questi Mondiali con una squadra molto rinforzata e poi il Belgio che aveva perso proprio contro la Francia la semifinale del Campionato europeo all’ultimo sospiro.

Questo vuol dire che nel giorne saremmo potuti arrivare anche quarti costringendoci a giocare una eventuale qualificazione per partecipare ai prossimi Mondiali.

Invece contro il Belgio i ragazzi hanno giocato veramente molto bene vincendo 2-1.

Poi è arrivata la Francia con un sorteggio parti colarmente sfavorevole. Ma c’è stata la risposta dei due neo nazionali e più giovani in assoluto Alessandro Cervellati, 20 anni in coppia con Matteo Spizzica e Daniele Cattaneo di 27 anni con Enrico Burzi. Impresa poi conclusa da Mar celo Capitani e Lorenzo Verginelli.

Battendo Belgio e Francia il secondo posto era nostro ma con il rischio di arrivare primi nel giorne perchè contro il Paraguay la nostra terza coppia Saverio Palmieri e Maurizio Serafino sono arrivati ad un passo dal terzo set, un break sopra e invece hanno perso il set 4-6.

Passato il girone andiamo a scontrarci contro l’Argentina dove Cattaneo-Burzi hanno giocato il terzo incontro opposti a Belasteguin e Gutier rez tenendo testa, soprattutto nel primo set agli argentini, dandoci tanta speranza per il futuro del nostro padel.

A questo punto ci giocavamo un posto tra il 5° e l’8° posto con la certezza che la qualificazione ai prossimi Mondiali era nostra. Ci è toccato il Cile che negli ultimi due Mondiali è arrivato tra le prime quat tro squadre. Li abbiamo battuti con una prova eccezionale dei nostri ragazzi.

Poi abbiamo ritrovato il Paraguay per il 5° posto. Sono state due battaglie in campo. Quello che mi è piaciuto dei miei giocatori è stata la disponibilità. Dopo aver perso il primo set contro il Paraguay ho invertito la posizione di Cattaneo e Cervellati e loro si sono adattati al cambiamento in corso in maniera superlativa e vincendo il secondo set. Nel terzo con un break sopra, purtroppo forse pagando un po’ l’inesperienza, non sono riusciti a chiude re la partita contro una coppia che ha già partecipato a sei mondiali.

Anche Capitani-Verginelli hanno lottato fino al terzo e al tiebreak.

Comunque sia, grande Italia e grandi ragazzi. Sono soddisfatto come allenatore dei miei giocatori.”

“Grande Italia e grandi ragazzi. Sono soddisfatto come allenatore.”

Un Mondiale che però ha evidenziato alcune lacune...

“Quando si parla di padel internazionale dobbiamo fare una considerazione. Ci sono due Paesi, Spagna ed Argentina, che sono anni luce avanti a tutti gli altri. Il resto del Mondo è troppo indietro rispetto a loro e ovviamente non hanno le strutture per organizzare eventi di questa portata. Bisogna comunque fare un elogio agli or ganizzatori portoghesi perchè il mondiale si doveva giocare in Messico e solo quattro mesi prima dalla data di inizio questo Pae se si è ritirato. Fortunatamente il Portogal lo si è offerto di subentrare permettendo di far disputare questo evento.”

Da dove si riparte ora? Quali sono i prossimi obiettivi?

“A livello di nazionale abbiamo un’idea di progetto che proposi al Comitato Padel già lo scorso anno dopo gli Europei ma per diversi motivi non fu possibile attuarlo. Credo che dopo questa esperienza ci sarà una spinta importante. Alcuni dirigenti della Federazione sono venuti a Cascais per assistere al Mondiale ed hanno potuto capire meglio cosa vuol dire il padel a livello mondiale e qual’è il livello di gioco dell’Italia. Ritengo che siano soddisfatti del lavoro svolto. Questo, secondo me, è molto importante per il padel perchè la Federazione dopo questa esperienza cercherà di venirci incontro per far sì che si possa crescere oltre alla quantità di campi anche come livello di qualità dei giocatori.”

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Viviamo, attraverso 11 domande, questa avventura in maglia azzurra di Capitani, Spizzica, Cervellati, Verginelli, Cattaneo, Palmieri, Burzi e Serafino, gli 8 nazionali che hanno partecipato al XIII° Campionato del Mondo di Padel.

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DOMANDE AGLI AZZURRI

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1 - E’ finita questa esperienza mondiale. Quale ricordo metti nel cassetto?

2 - In quel cassetto c’è anche qualche sogno che vorresti vedere realizzato?

3 - Se avessi una bacchetta magica cosa cambieresti di questo mondiale?

4 - Se avessi invece la macchina del tempo, quale match vorresti rigiocare?

5- Quale giocatore/trice prenderesti dalle varie nazionali viste al Mondiale?

6 - Cosa dovrebbe esserci sempre in un Mondiale?

7 - Cosa non vorresti mai rivedere nei prossimi Mondiali?

8 - Dai un voto alla “Nazionale” 9 - Miglior giocatore della nazionale?

10 - Miglior giocatore straniero?

11 - Togliendo Spagna e Argentina, quale nazionale ti ha più sorpreso?

1.

Inutile dire che ci sono tantissimi ricordi belli ma il migliore riguarda sicuramente l’espres sione di gioia di Capitan Gustavo e successivo abbraccio immediatamente dopo la vittoria del primo incontro con la Francia. Ma anche l’ingresso sul campo centrale contro Lamperti non me la scorderò di sicuro...

Matteo Spizzica

2.

Nel cassetto metto il ricordo della mio terzo mondiale e l’orgoglio di avervi partecipato. Il mio sogno sarebbe di avere 25 anni di meno per giocarmela alla pari con tutti.

Maurizio Serafino

3.

Se potessi cambiare qualcosa, cambierei l’ordine di entrata delle nostre partite contro il Paraguay (incontro valido per il quinto po sto). L’ideale sarebbe stato se Alessandro Cervellati ed io avessimo incontrato la loro coppia più forte. In tal modo le altre nostre due coppie avrebbero avuto la strada un po’ più facile e, se avessimo vinto tutte e due le partite, avremmo ottenuto il miglior risultato storico della na zionale di padel italiana. Ci è mancata un po’ di fortuna.

Daniele Cattaneo

4.

Se avessi la macchina del tempo ritornerei sul 7-6/3-1 contro il Paraguay. Una partita che non dovevamo lasciarci scappare.

Saverio Palmieri

5.

Sarebbe facile dire Belasteguin ma tra i meno conosciuti prenderei il brasiliano Julianotti.

Maurizio Serafino

6.

In un Mondiale deve esserci sempre il tifo, la competizione e l’attaccamento alla maglia... Secondo me queste tre cose differenziano questa competizione da tutte le altre.

Alessandro Cervellati

7.

Il differente trattamento di ospitalità e alloggio fra le diverse squadre nazionali.

Enrico Burzi

8.

Direi 9. Siamo stati bravi ma ci è manca to qualcosa per conquistare il 5° posto e si poteva fare. Peccato veramente...

Matteo Spizzica

9.

Per me quando si gioca da squadra non esiste un peggiore o un migliore ..... ma se devo fare un nome faccio quello di Cer vellati perché nonostante la sua giovane età si è battuto come un vecchio leone.

Lorenzo Verginelli

10.

Mi è piaciuto molto un giovane brasiliano di nome Campagnolo.

Saverio Palmieri

11.

Brasile perchè pur non avendo tutti i giocatori migliori ha espres so lo stesso un grande livello di padel lottandosela praticamente alla pari con Spagna e Argentina.

Enrico Burzi

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BATTESIMO MONDIALE

UN QUARTO DI FINALE CHE BATTEZZA QUESTO PRIMO MONDIALE. PER MARCELO CAPITANI È UNA BELLISSIMA ESPERIENZA E CRESCITA PERSONALE.

“Non avevo mai giocato un Mondiale. Per me è stata una grande emozione e una bella esperienza. Andare con tutta la nazionale italiana è ststa un’esperienza forte e bellissima. In questo Mondiale per coppie, anche se mancavano molte coppie di giocatori importanti, il livello era comunque molto alto. Hanno vinto Cepero e Lebron ma c’erano anche Chico Gomez, Cunha ed altri che hanno nutrito in maniera importante questo Mondiale. Peccato non vedere tanti giocatori della nazionale spagnola o argentina.

Personalmente, giocare con Enrico Burzi è stata una bella esperienza. Forse ci è mancata la possibilità di poter giocare insieme qualche torneo prima per poter trovare maggior affiatamento ma arrivare ai quarti e affrontare Bruno Nakid e Lucas Cunha in una partita sempre in bilico (4-6/5-7) è motivo di orgoglio.

Ringrazio la Federazione per la convocazione, Gustavo Spector e tutti i ragazzi del gruppo azzurro che sono stati tutti molto carini con me facendomi sentire come a casa.

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DOMANDE ALLE AZZURRE

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1 - E’ finita questa esperienza mondiale. Quale ricordo metti nel cassetto?

2 - In quel cassetto c’è anche qualche sogno che vorresti vedere realizzato?

3 - Se avessi una bacchetta magica cosa cambieresti di questo mondiale?

4 - Se avessi invece la macchina del tempo, quale match vorresti rigiocare?

5- Quale giocatore/trice prenderesti dalle varie nazionali viste al Mondiale?

6 - Cosa dovrebbe esserci sempre in un Mondiale?

7 - Cosa non vorresti mai rivedere nei prossimi Mondiali?

8 - Dai un voto alla “Nazionale” 9 - Miglior giocatore della nazionale?

10 - Miglior giocatore straniero?

11 - Togliendo Spagna e Argentina, quale nazionale ti ha più sorpreso?

1.

La mia prima partita vinta ai Mondiali contro il Messico ma anche l’incontro al CONI con il presidente Malagò.

Chiara Pappacena

2.

Si. In quel cassetto c’è anche un sogno in par ticolare che mi piacerebbe veder realizzato ed è quello di entrare in una classifica mon diale e giocare nel World Padel Tour.

Martina Lombardi

6.

A livello di squadra penso che ci do vrebbe essere sempre un gruppo coeso perché è fondamentale, si va via in 8 e si scende in campo in 6 e le 2 persone che a tur no non possono giocare è importante che siano squadra anche al di fuori della “pista”. L’altra cosa che mi sento di dire è che nessuna di noi è una pro fessionista quindi bisogna godersi al 100% questa esperienza cercando,si, di giocare al meglio, ma anche di divertirsi sia dentro che fuori dal campo.

Laura Pollacci

3.

Io non cambierei mai nulla in questa espe rienza e nella vita, perché anche i momenti meno belli sono sempre un insegnamento uti le e se le cose sono andate in un certo modo si vede che dovevano andare così.

Laura Pollacci

4.

Vorrei poter rigiocare con Sara Celata il match decisivo contro l’Uruguay.

Micaela Moroni

5.

Escluse Spagna e Argentina dove si cade sempre in piedi e dove la più infima riserva gioca 10 volte meglio di noi, mi hanno im pressionato molte giocatrici di Paesi diverse. Chi per una caratteristica, chi per un’altra. Due giocatrici svedesi mi hanno molto sorpresa. Conosciute 1 anno fa in Olanda agli Europei dove giocammo anche 1 set contro (partita in cui io e Sandrine ci siamo ritirate per infortunio di Te stud). Brave ma giocabili. Quest’anno a Cascais hanno avuto un miglioramento assurdo e infatti sono arrivate quarte sfiorando il 3° posto contro il Brasile perdendo all’ultimo incontro al terzo. Ho saputo che sono andate spessissimo in Spagna ad allenarsi e facendo tornei lì. Solo così si può crescere e migliorare.

Sara Celata

7.

Non vorrei rivedere due giocatrici ritirasi per un disaccordo tra gli sponsor!

Martina Camorani

8.

Un voto alla nazionale femminile? 8 ! Per l’impegno e l’unione. Siamo un bel gruppo e credo che questo sia uscito fuori. Siamo abbastanza intercambiabili e questo aiuta!

Sara Celata

9.

Alessandro Cervellati e Martina Camo rani.

Alessia Lamonaca

10.

Martina Lombardi

Domanda molto personale ma per me il miglior giocatore è stato Juan Martin Diaz.

11.

Chiara Pappacena

Il Brasile maschile perché non me l aspettavo potesse compete ai livelli dei più forti.

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È ancora una volta l’Argen tina a mettere le mani sul titolo iridato maschile. E’ il decimo per i ragazzi capitanati da Fernando Be lasteguin che con coraggio e determinazione agguan tano un Mondiale che per un soffio stava sfuggendo di mano.

Dopo aver facilmente liquidato Austria, Uruguay, Stati Uniti e Italia, avevano sofferto un po’ di più contro un ottimo Brasile, per poi andarsi a giocare tutto nella finale contro la Spagna.

Un ultimo atto pronostica bile e quanto mai scontato visto il livello di gioco espresso dalle due nazio nali.

Sorprende solo il team verdeoro che seppur orfana del suo miglior giocatore - Pablo Lima, assente per mo tivi personali (c’è chi dice per un mancato accordo economico con la propria Federazione, altri per stare con la famiglia), gioca un padel spavaldo, tecnico e concreto, portando sotto la luce dei riflettori di Cascais diversi buonissimi giocatori dal futuro promettente, atleti pronti per il circuito professionistico.

Le 16 nazioni, raggruppate in 4 gironi principali, hanno espresso un buon livello di gioco sottolineando come il padel stia facendo passi da gigante sia in campo maschile che in quello femminile. Certamente però per arrivare a compe tere alla pari con Argentina o Spagna dovrà passare tanta acqua sotto i ponti e probabilmente servirà ancora molto tempo vista la distanza che li separa dal

resto del mondo padelista.

Si parte con il mondiale a coppie, di fatto un torneo per riscaldare i motori. Gli argen tini non partecipano in blocco e si tengono freschi, insieme a quasi tutti gli altri spagnoli pro, per il titolo a squadre.

A passare il primo ostacolo dei gironi sono rispettivamen te: Argentina e Uruguay nel gruppo A; Spagna e Brasile nel gruppo B; Paraguay e Italia nel gruppo C; Cile e Gran Breta gna nel gruppo D.

All’Argentina tocca un’Italia ancora in festa per aver elimi nato la Francia. Il Brasile rego la agevolmente il Cile mentre la Spagna fa lo stesso contro una Gran Bretagna che fa poca resistenza. Tra Paraguay e Uruguay hanno la meglio gli ultimi che chiudono il tabello ne dei quarti.

Le semifinali vedono così opposte Argentina al Brasile e Uruguay alla Spagna. Per l’Al biceleste il turno è decisamen te più duro rispetto all’altra super-potenza del padel inter nazionale. Julio Cesar Julia notti e Lucas Campagnolo, due delle tante sorprese carioca, in un testa a testa da brividi hanno la meglio su Allemandi e Maxi Sanchez, non proprio due qualunque… Toccherà a Bela e Sanyo rimettere le cose in parità, mentre a Lamperti e Gutierrez il compito di chiude re la pratica e conquistare un posto in primafila per la finale.

Mentre le tribune del Quinta da Marinha Racket Club si vanno via via riempiendo in ogni angolo di posto, cresce l’attesa per il match clou della serata. Nomi importanti del circuito professionistico di padel. Tutti i primi della classe più due giovani spagnoli che hanno appena conquistato il titolo per coppie: Alvaro Ce pero Rodriguez e Juan Lebron Chincoa.

Partono forte le “furie rosse” del padel. Mati Diaz e Juan Mieres, la prima coppia a scendere in campo, sembrano indemoniati. Un match senza storia che lascia di stucco tutti

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PADELPADDLE gli spettatori presenti compresi gli stessi Maxi Grabiel e Agu Silingo che non riescono a far gioco e subiscono un sorpren dente quanto inspiegabile 0-6/1-6 senza lottare.

Giusto il tempo di riprendersi e nella gabbia scendono Bela Sanyo opposti a Juan Martin Diaz in coppia con Paquito Navarro. La storia passata e quella recente del WPT incrocia i quattro giocatori. E’ battaglia punto su punto. Il primo set (6 4) va all’Argentina che “break ka” sul 4-4 JMDiaz.

Il secondo vede il ritorno degli spagnoli. Il risultato si fissa sul 6-3 per i rossi ma le giocate continuano ad essere straordi narie per entrambe le coppie.

Sarà il terzo set a stabilire chi salirà sul gradino più alto del podio iridato. L’artiglieria dei giocatori è impressionante. Nell’altalena dei games il primo break è quello che subisce Sanyo sul 4-4. Cambio campo e battuta a JMDiaz. L’intensità degli scambi è impressionante e sul punteggio di 5-4 e 30-15 per gli spagnoli, il Mondiale sembra volgere al termine e il gruppo iberico mette una mano sulla coppa di cristallo. Ma per issare al cielo il trofeo di mani ne servono due e la storia dice che oltre il quinto gioco la Spagna non andrà. Conquistato il controbreak, ogni colpo di Bela sembra far scoppiare la palla sulla racchetta. Il suono sordo ed esplosivo della sua pala riecheggia per tutta la struttura coperta del circolo. Ma è la grinta del pluricampio ne argentino che impressiona. Un salendo di potenza che pare trascinare con sè anche il compagno. Una forma mentale senza eguali. Paquito Navarro continua a macinare gioco e “puntazi” ma saranno Bela e Sanyo a strappare il servizio e a conquistare un match che si era messo veramente male.

Ora tra Spagna e Argentina il punteggio è in parità. Un punto a testa. Mentre gli spalti inspiegabilmente vanno via via svuotandosi, saranno Miguel Lamperti e Cristian Gutierrez opposti a Lebron e Cepero a scatenare la gioia albiceleste in un ambiente gelido. Il match fi nito con un doppio 6-4 eviden zia una supremazia argentina a cui la Spagna ha tenuto testa fino alla fine, giocandosi tutte le carte a disposizione. E’ forse mancata quella zampata finalke che avrebbe chiuso a proprio vantaggio il secondo match e portato a casa con due set a zero il titolo iridato.

La premiazione sul campo di gioco è una bomboniera PADELPADDLE

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Lamperti

e compagni mentre nella foto La “fiesta” argentina.

Gutierrez Silingo Lebron

e sono sommersi dall’abbraccio dei filma tutto con il suo cellulare.

Dietro i due spagnoli sconfitti

Cepero

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PADELPADDLE che contiene mille emozioni: dalla gioia di chi ha vinto alle lacrime di chi ha visto sfumare il sogno Da domani si tornerà a lavorare duro per raggiungere un nuovo traguardo, sintesi dello sport.

Con questo trionfo, l’Argentina raggiunge il suo decimo titolo mondiale: 1992, 1994, 1996, 2000, 2002, 2004, 2006, 2012, 2014 e con quello del 2016 completa il record.

I tre titoli mancanti nella ba checa argentina sono in quella della Spagna: 1998, 2008 e nel 2010.

La storia di questo XIII° Cam pionato del Mondo di Padel mette alle spalle un torneo fat to di molte luci ma anche qual che piccola ombra. Un torneo così importante, il più significa tivo del calendario agonistico internazionale, organizzato in fretta e furia per l’abbandono a pochi mesi dalla data stabilita di Acapulco, certamente non ha reso la vita facile agli orga nizzatori lusitani e per questo va loro riconosciuto il merito ed il coraggio di aver lanciato un’àncora di salvezza all’intero movimento, correndo ai ripari e dando un importante contri buto allo svolgimento di questo Mondiale. Probabilmente avendo più tempo a disposizio ne la Federazione portoghese avrebbe fatto molto di più fino ad eliminare completamente quegli aspetti che hanno poco funzionato dal punto di vista organizzativo, di presenza di pubblico e di gestione dell’inte ro evento.

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EMOZIONE

Conquista il suo quinto titolo mondiale con la camiceta albiceleste. Per Fernando Belasteguin è un orgoglio poter rappresentare il suo Paese e si emoziona sempre ascoltando l’inno nazionale. Non ha mai pensato di perdere questo XIII° Mondiale, neanche quando è andato a due punti dalla sconfitta.

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P er Fernando Bela steguin giocare per l’albiceleste è motivo di orgoglio. Quello stesso fuoco interio re che lo spinge ad andare oltre nella in cui crede sempre anche quando il ricerca della vittoria match sembra compromesso.

Con questo titolo iridato Bela conquista il quinto mondiale con la Selección argentina (2002, 2004, 2006, 2014 e 2016).

Raccontaci le emozioni di Cascais. A parte la vittoria cosa ti ha lascia to questo Mondiale?

“Non si può spiegare a parole perché sono sensazioni uniche! Rappresen tare il tuo Paese in una competizione mondiale è la cosa più grande che ci sia! Mi emoziono ogni volta che sento l’inno argentino alla cerimonia di premiazione.”

Sei il giocatore più forte di tutti i tempi ma giocare per la tua nazio nale che sapore ha?

“Giocare per la Selección è qualcosa che può sentire e capire solo chi indos sa la maglia azzurra e bianca. Potrei parlare per ore ma sarebbe impossibile descrivere quella sensazione... Dovete sentirla! Questo, noi che abbiamo po tuto giocare per la Selección possiamo capirlo.”

“Non ho mai pensato che avrei potuto perdere quella partita. Confidavo nel nostro potenziale di gioco e sulla forza mentale.”

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La Spagna stipendia i giocatori se lezionati in Nazionale. Gli argentini nonostante siano tutti professio nisti giocano solo per l’orgoglio. Mi sapresti spiegare questa differen za?

“La FEP (Federación Española de Padel) è molto appoggiata a livello di sovvenzioni, mentre l’APA (Aso ciación Padel Argentino) non ha alcun supporto e i suoi giocatori devono occuparsi di ogni cosa. Ma indipendentemente da quanti soldi guadagnano gli spagnoli oppure no, questo è un aspetto che a noi non interessa perché quando entriamo in campo entrambe le squadre gio cano per l’amore della bandiera.” 

La finale è stata spettacola re. Dopo lo shock del primo match finito incredibilmente 6-0/6-1 per gli spagnoli, sei sceso in campo con una responsabilità enorme. Sentivi questa pressione?

“Sapevo che se avessimo perso la nostra partita, avremmo perso il Mondiale. In realtà ci siamo andati vicini! Ma eravamo fiduciosi delle nostre possibilità e alla fine siamo riusciti a trasformare una partita molto difficile contro Juan (Diaz) e Paquito (Navarro).”

Il tuo match ha tenuto tutti col fiato sospeso e il risultato è stato in bilico fino all’ultimo. Cercavi di dare sicurezza a Sanyo ma hai mai pensato di perdere quella partita consegnando così il titolo alla Spagna...

“Sanyo non aveva bisogno della mia sicurezza perchè stava giocan do bene! Non ho mai pensato che avremmo potuto perdere la partita, neanche quando loro erano ad un passo dal divenire Campioni del Mondo. Confidavo pienamente nel nostro potenziale di gioco e nella forza mentale.Così facendo siamo riusciti a tenere viva la partita e chiuderla con l’ultimo punto!”

Quale impressione ti ha fatto questo Mondiale? Come hai visto il livello di gioco? C’è qual che giocatore o nazionale che ti ha impressionato?

“Le squadre europee stanno migliorando a passi da gigante. Mi piace molto sia l’Italia che il Brasile. Non ho dubbi che sempre più Paesi europei si avvicineranno ai vertici. Stefano Flores e Lucas Bergamini mi sono piaciuti molto! Speriamo che vengano a giocare nel World Padel Tour.”

Dal punto di vista organizzativo cosa ha funzionato e cosa no?

“Ho pensato solo a giocare e non ho avuto occhi per analizzare l’organizzazione. Ma so che hanno fatto ogni sforzo per renderla una festa del padel mondiale e ci sono riusciti.”

Cosa hai detto ai tuoi compagni a fine torneo?

“Ho detto loro che le sensazioni di essere Campioni del Mondo con l’Argentina sono uniche e sono molto grato per avermi fatto vivere una settimana diversa difendendo il nostro Paese!”

A parte Miguel Lamperti che ha voluto a tutti i costi aprire lo spumante innaffiando tutti quelli che erano lì intorno, c’è qualche storia dietro le quinte che vuoi raccontare? Qualche aneddoto simpatico accaduto durante i Mondiali?

“Quello che è accaduto nella festa dopo la cerimonia di premiazione non si può dire (ride). Io mi sono preso... 3 Sprite! Non mi piace l’alcol.”

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ARRIVA LA BOMBA!

E’ quello che deve aver pensato Juan Martin Diaz quando ha visto la furia di Bela impattare con la sua racchetta la pallina.

In certi casi è meglio spostarsi o pre pararsi all’impatto!

Dal vivo il suono di ogni colpo dell’ar gentino è inquietante...

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EQUILIRIO IN CAMPO

Il primo match della semifinale tra Argentina ed il sorprendente Brasile, ha visto Adrián Fernando Allemandi (in primo piano) in coppia con Maximiliano Raùl Sanchez opposti a Julio Cesar Julianoti e Lucas De Oliveira Campagnolo, la coppia di punta del team verdeoro. Finirà 6-4/6-4 per l’Albiceleste.

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È STATA AD UN PASSO DAL QUARTO TITOLO IRIDATO.

LA SPAGNA NON CHIUDE I TRE MATCHPOINT E DEVE ACCONTENTARSI DEL SECONDO POSTO.

IL

SOGNO

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UN TITOLO ANDATO IN FUMO TRE MATCHPOINT PER JUAN M DIAZ E

Accade anche ai più grandi di non riuscire a sfruttare per ben tre volte il matchpoint che avrebbe chiuso il secondo dei tre incontri da disputarsi in questa finale mon diale. Prima di loro una grande prova di Juani Mieres e Mati Diaz che schiacciano Silingo e Grabiel.

T

ra Spagna e Argentina tutti e 16 i giocatori selezionati facevano parte del World Padel Tour e molti di questi, il circuito professionistico, lo giocano insieme. Ma le rispettive nazionali hanno spaccato in due molte coppie.

Una su tutte, Sanyo Gutiérrez e Pachito Na varro, si sono ritrovati uno di fronte all’altro nel match più intenso di tutto il Mondiale. Diffe renti gli stati d’animo a fine partita: ad uno la gloria per aver rimesso in piedi e poi portato a casa un incontro che sembrava perso, all’altro l’amaro sapore della sconfitta, per non aver chiuso set e mondiale, per poi consegnarlo al compagno/rivale. Ma quando lo spessore dei giocatori è così elevato tutto può accadere. Così come nel primo match, dove Matías Diaz e Juan Mieres hanno rifilato un secco 6-0/6-1 a Silingo e Grabiel. Gli spagnoli (Mieres argenti no naturalizzato) hanno spinto sull’acceleratore per tutto il tempo di gioco mettendo alle corde gli avversari e togliendo loro il respiro. Il “picco lo” Diaz è indemoniato e a Mieres riesce tutto.

Nel terzo incontro della serata (lunghissima con le premiazioni finali) Chiqui Cepero e Juan Lebron, partono con il freno a mano tirato e sentono la tensione del match. Hanno appena vinto il titolo mondiale per coppie e a loro era chiesto un miracolo. Non sono riusciti nell’im presa ma va il merito di aver tenuto testa agli esperti argentini Gutiérrez e Lamperti.

LA “PRIMA” DI ÁLVARO CEPERO RODRÍGUEZ

Era il sogno da bambino: riuscire a diventare Campione del Mondo con la sua nazionale. Un desiderio riuscito a metà perchè seppur l’an daluso non sia riuscito a vincere il torneo per squadre, è stato in grado di mettere le mani sul titolo iridato per coppie insieme al com pagno Juan Lebron. Per il giovane di San Fernando, resta un’anna ta importante. Oltre ad essere divenuto professionista nel circuito WPT, Álvaro è stato convocato per la prima volta in Nazionale. Un’esperienza molto utile per il cammino del giovane spagnolo soprattutto per aver avuto l’appog gio di tutto il team giallorosso che lo ha coccolato dandogli fiducia. Nel match contro gli argentini sicuramente l’esperienza ha avuto un ruolo determinante quando scrollata la tensione di dosso i due ragazzi spagnoli hanno cominciato a macinare gioco, recuperato lo svantaggio di 0-2 per arrivare poi a portandosi sul 4-3 recuperando da 0-40 sul 3-3. Un livello tutto som mato equilibrato, fatto di strappi e lampi da entrambe le parti. Nel secondo set non sono però mai riusciti a brekkare gli argentini subendo a loro volta la “rottura” sul 4-4 con servizio Lebron.

Rivedremo sicuramente ancora questa giovane coppia e con mag giore esperienza e forza accumula ta nel frattempo.

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L’ORO CARIOCA UN TERZO POSTO CHE VALE MOLTO

Hanno lottato alla pari con le prime della classe. Il Brasile ha portato in questo torneo un gruppo di giocatori giovani e forti che hanno impressionato per il livello di gioco espresso, molti di questi sono già pronti per il circuito professionistico. Lo stesso Belasteguin si augura di vedere presto nel WPT molti dei ragazzi che sono stati tra i protagonisti di questo XIII° Campionato Mondiale di Padel.

S i pensava che l’assenza di Pablo Lima potesse essere una grave perdita per il team verdeoro. Certamente avrebbe fatto comodo schierare il numero 1 del circuito pro e dar battaglia ad argentini e spagnoli ma pro babilmente non avrebbe potuto far molto di più di quanto Gomez, Cunha, Julianoti, Nakid, Campagnolo, Bergamini o Flores non abbiano fatto con onore e caparbietà. Ciò che va considerato è che il gruppo brasiliano è giovane ed ha tutto il tempo di crescere e migliorarsi ancora. Cominciare a confrontar si con i “mostri del padel”, tenendogli testa, darà sicuramente nuova energia e stimoli al gruppo selezionato dal coach Beto Ferreira. Vedremo cosa sapranno fare nel prossimo ap puntamento mondiale e se porteranno nuovi giovani emergenti.

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BETO FERREIRA: Abbiamo sorpreso tutti...

IL COACH DEL BRASILE “

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UESTO GRUPPO

Sapevano di avere una buona squadra ma forse neanche loro pensavano di arrivare così lontano. Lo stesso coach, Beto Ferrei ra, conferma di aver portato un team che ha sbalordito:”Credo che quest’anno il Bra-

sile ha sorpreso tutti. Eravamo ben allenati e abbiamo sempre giocato bene. I miei giocatori si sono comportati nel migliore dei modi per tutto il torneo, ognuno con le proprie capaci tà. Ciò che abbiamo fatto è meritevole.” “La coppia principale era quella formata da

Julianoti e Campagnolo - prosegue il coach del Curitibapadel - Loro si sono allenati PADELPADDLE

molto tutto l’anno per far bene in questo Mondiale. Chico (Gomes, ndr) e Lucas Cunha sono eccellenti giocatori e vivono in Spagna. Nakid, Flores, Bergamini e Joa Pedro si sono allenati con dedizione qui in Brasile. Credo che tutti loro figurerebbero bene nel circuito WPT.”

Non è stata fatta una vera e propria pre parazione pre-mondiale:” Viviamo in città separate - ammette Beto - ma il lavoro è

stato comunque duro e siamo rimasti sempre in contatto. Ci incontravamo nei fine setti mana dove valutavamo quello che c’era da

fare mentre ci allenavamo.” Sul futuro della nazionale non ha dubbi:” Questa squadra

ha un grande futuro. Basti pensare che il più vecchio è Chico Gomes ed è in piena forma, ma abbiamo altri giocatori qui in Brasile del lo stesso livello. Ci aspetta ora il Campionato sudamericano che si disputa in Cile e poi ci rivedremo nel prossimo Mondile in Para-

guay. Il gruppo verdeoro era strutturato e oltre al coach era presente anche un massaggiatore:”La nostra Federazione non

ha molte risorse, ma il nostro compito è quello di dare pieno sostegno ai nostri atleti Il padel in Brasile è tutt’altro che professionale.”

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Classifica maschile

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OGNI COACH VORREBBE UN TEAM COSÌ

Iciar Montes

, coach della nazionale femminile spagnola, si sente facile. Vede il livello del padel internazionale molto cresciuto.

P er sua stessa ammissione, essere il coach della nazionale spagnola è roba facile.

Per Iciar Monter, lo è ancor di più vista l’esperienza ventennale. Di padel ne sa e trasmetterlo a giocatori professionisti rende agevole ogni compito. Il Mondiale era loro prima ancora di giocarlo. Il livello di gioco in Spagna è altissimo e la selezione per creare il gruppo era servito su un vassoio d’oro: le prime 4 coppie del World Padel Tour sono spagnole.

La Spagna è un team fortissimo. Il podio non è mai stato in discussione. Come avete vissuto questa settimana mondiale da favorite?

propri spazi di tempo.”

È stato facile scegliere chi portare in nazionale. Tutte le prime coppie del WPT sono spagnole. Qual’è stato il tuo contributo? Cos’hai trasmesso alle ragazze?

 

“Il livello delle ragazze in Spagna è molto elevato. Ci sono così tante ottime giocatrici che si potrebbero fare due squadre.

Ho scelto pensando a quella più forte e più coesa e che mi avrebbe permesso più alter native. Ho mantenuto il criterio e l’unione di coppie sia per il Mondiale a squadre che e nell’Open.”

avresti modificato?

 

“Mi congratulo con l’organizzazione per la loro disponibilità nel cercare di agevolare giocatori e capitani nello svolgimento dell’evento. Nel nostro caso, abbiamo avuto il prezioso supporto di un capo spedizione che ci è stato d’aiuto in ogni momento per soddisfare qualsiasi esigenza di entrambi i team maschile e femminile.

Forse, avrei ampliato la capacità delle gra dinate del campo centrale e avrei aggiunto anche lo spazio di 3 metri per le giocate all’esterno.”

 

“La verità è che avevamo quattro coppie che stanno attualmente facendo benissimo nel circuito professionistico del WPT. Penso che qualsiasi allenatore si sentirebbe a dir poco fortunato ad avere questi giocatori nella propria squadra.”

La gestione di un gruppo di donne è sempre difficile. Come è stato lavorare con le ragazze?

 

“Nel mio caso è stato molto facile; sono giocatrici professioniste e si sono compor tate come tali. Sono stata a mia volta una giocatrice e mi identifico molto in loro.

L’unica cosa era tenere unito il gruppo ma al tempo stesso lasciare che ognuna avesse i

C’è stata una preparazione nel corso dell’anno o nei mesi precedenti il Mondiale?

 

“Dopo l’estate è stato fatto il punto della situazione con le giocatrici selezionate; ciò che è stato fatto era tenere traccia delle pre stazioni e dei risultati durante la stagione, ma dal momento che sono professionisti e si allenano quotidianamente, ogni coppia con il proprio team tecnico, abbiamo preferito non interferire sulla programmazione delle competizioni. La realtà che viviamo in Spagna rende molto diversa la classica preparazione per una Coppa del Mondo.”

Qual’è il tuo punto di vista di questo mondiale? Cosa ha funzionato e cosa Come hai visto il movimento delle donne in questo Mondiale?

 

“C’è stato un miglioramento del livello delle ragazze, così come nuove nazionali che hanno superato la fase a gironi, come Svezia, Belgio, etc. Le giocatrici hanno espresso un buon livello nonostante la poca esperienza nel padel, ma seppur provenienti da altri sport, hanno un potenziale di miglioramento da considerare. Un bilancio molto positivo dell’espansione del nostro sport in tutto il mondo.”

Ti manca il campo di gioco?

 

“La mia vita sportiva è stata molto soddisfa cente. Sono stata per 21 anni in gara e penso che sia tempo per fare altre cose. La vita continua e bisogna adattarsi.”

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Le “cattive ragazze spagnole” non fanno sconti e vincono per il secondo anno consecutivo il titolo iridato. 8 tra le migliori 10 al mondo compongono il team giallorosso. Per l’Argentina solo un secondo posto. Una finale già scritta.

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PADELPADDLE È troppa la differenza tra la Spagna ed il resto del mondo padelista. Quando in squadra hai 8 del le prime 10 giocatrici del World Padel Tour è come voler dare un chiaro messaggio a tutte: non ce n’è per nessuno!

E così è stato se pensiamo che nella prima fase, quella a giorni, le “malos chicas” su 6 incontri contro Messico e Francia hanno “regalato” un solo game a testa e nei quarti di finale 6 sulle 3 par tite giocate (una media di 6-2).

Una superpotenza che non fa prigionieri. Un rullo compres sore che nella semifinale contro la sorprendente Svezia perde ancora un solo game in 3 par tite...

Bisogna attendere lo scontro con le rivali argentine per far sudare la Spagna. Anche perchè oltre una corposa sudata tanto non si va. Impensabile vincere anche solo un set.

Le ragazze albicelesti riescono ad impensierire le iberiche solo nel primo set, sia nel primo che nel secondo incontro, quando i muscoli sono ancora freddi e i movimenti poco fluidi. Una volta ingranata la marcia per le av versarie si spegne la luce.

Alejandra Salazar e Marta Marrero, che avevano appena conquistato il Mondiale a cop pie, nel match contro Paula Eyheraguibel e Aranzazu Osoro si fanno sorprendere e si ritro vano sotto 0-2 ma sapranno recuperare e domare le argen tine fino al secondo e decisivo set (7-5, 6-2).

La seconda partita, quella tra Patricia Llaguno e Amatriain Elisabeth opposte a Silvana Campus e Cecilia Reiter sembra essere il prosieguo dell’incontro precedente. Partono subito le spagnole che conquistano i pri mi 3 giochi. Ma la grinta ed il tal ento di Cecilia Reiter ribaltano un match che sembrava ormai archiviato. 6-5 per l’Argentina! Le spagnole sembrano accusare il colpo e non riescono a recu perare. Ma a dar loro una mano ci penserà la Campus che con quattro gratuiti porterà il match al tiebreak. Una grandissima occasione gettata che si rivelerà letale per le argentine.

Il terzo incontro è pura for malità perchè la Spagna gio cherà con la certezza di chi ha già conquistato il titolo iridato. Le gemelle Alayeto certo non giocano sotto tono e rifilano un 6-2/6-3 a Catalina Tenorio e Nelida Brito, quest’ultima in lacrime a fine match.

E’ il quinto titolo per la Spagna che segue quelli del 1998, 2000, 2010, 2014. Un bis che mantiene vivo il duello infinito tra Spagna e Argentina con la speranza che il gap con le altre nazioni si riduca sempre più.

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Classifica femminile

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LA GRINTA DI CECILIA

Sentiva il match e la responsabilità di riportare in parità il match contro la Spagna. Ha provato nell’impresa con tutto l’orgoglio che la giocatrice argentina ha nel sangue. In un primo momento, quando le spagnole bruciato lo vantaggio di 3-0 sono andate un po’ in confusione, sembrava che le cose si mettessero in discesa per le ragazze albiceleste. Ma nel tie-break non hanno tenuto sciupando una buona occasione.

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QUESTIONE

DI

SPONSOR

S i stavano già riscladando per giocarsi la finale del Campionato Mondiale per Coppie quando alle gemelle viene intimato l’alt.

La Federazione spagnola di padel aveva deciso di ritirare le campio nesse in carica Mapi e Mayo Sánchez Alayeto. Vietato per loro difendere il titolo contro Marta Marrero e Alejandra Salazar.

Uno scherzo? No, tutto vero! Il mo tivo è legato all’incompatibilità tra sponsor federali e quelli privati. Ma come? Non sono due tornei distinti e separati? Teoricamente si ma nella pratica e nella sostanza (economica) la Federazione che paga l’iscrizione degli atleti pretende che gli stessi giochino con la casacca della nazio nale anche nell’Open. A chi giova questa diatriba tra Bullpadel, spon sor federale, e StarVie, sponsor delle gemelle? Sicuramente non allo sport che viene contaminato da questioni extra sportive. Ma al tempo stesso c’è chi potrebbe far notare che senza sponsor il padel, soprattutto quello spagnolo fatto di professionisti, senza la linfa vitale degli investitori e sostenitori non avrebbe così grande popolrità. In breve: è la legge del mercato che decide.

Rimanendo alla cronaca, le gemelle erano state già avvisate di questa irregolarità ma hanno continuato a giocare l’Open con il “loro” abbiglia mento. Probabilmente le aspettava no al varco e una volta raggiunta la finale la cesoia si è chiusa sanzio nando le sorelle con il blocco. Al loro posto Lucia Sainz e Gemma Triay.

Grande sostegno e appoggio è arri vato dal resto del gruppo spagnolo sui social.

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LA

SINTESI MONDIALE

U n Mondiale organizzato in poco tempo. L’elezione del nuovo Presidente. Capire il livello di gioco e la direzione del padel internazionale. L’eterno scontro tra Spagna e Argentina... Erano tanti gli aspetti, le curiosità e le aspettative che questo XIII° Mondiale intrecciava uno all’altro. Alla fine sembra che tutto sia rimasto come prima ma con una certezza: la crescita e lo sviluppo del padel. Con Daniel Patti tiriamo le somme di questo evento internazionale, la sua rielezione e i programmi futuri.

Un altro Mondiale va in archivio. Come lo cataloghiamo? Voto?

“E’ il Mondiale dei nostri “primi” 25 anni, è il primo Mondiale in Portogallo, e tenuto conto che nelle dodici edizioni anteriori si era giocato soltanto in Canada ed in Francia al di fuori dell’Argentina, del Messico e dalla Spa gna, è stato un grande segnale di apertura, dimostrazione di capacità e possibilità (per gli altri) e di successo.

Poi, io ho vissuto anche la mia rielezione come Presidente della Federazione Inter nazionale nell’Assemblea Generale, per cui il Mondiale di Cascais 2016 ha per me un valore particolare.

Va dato un punteggio massimo, da “dieci”. Gli organizzatori hanno dato il massimo. C’erano i giocatori più forti al mondo, sedici nazioni a contendersi ogni posto, record di partecipazione, tante cose da “primato vero”, ma non è il solo ad averci regalato emozioni e soddisfazioni, tutte le edizioni precedenti hanno avuto molte critiche positive e voti alti o altissimi.”

Il podio era già assegnato. Il dominio argentino, spagnolo e brasiliano resta. Ma come vede le altre nazionali?

“Le Squadre Nazionali che sarebbero arrivati sul podio erano abbastanza identificabili alla partenza; più difficile era pronosticare le posi zioni finali. Con il senno di poi si possono dire tante cose … Se il Brasile avesse presentato i fortissimi Lima e Jardim forse avrebbero avuto un risultato diverso … se Bela non avesse fatto ciò che tutti hanno visto nella seconda partita della finale l’Argentina non sarebbe arrivata a ripetersi Campione … se il Portogallo non avesse “beccato” il girone del la morte forse sarebbe ora cinque posizioni più in alto … se nel gruppo di Svezia, Regno Unito, Messico e Cile qualcuno avesse perso un incontro in più non sarebbero arrivati pari in punti, partite, game e set dopo due giorni di Campionato, ed alla fine portato al Messico all’ultimo posto … Senza dubbio il Campionato ha dimostrato che dopo la zona “podio” le posizioni, a priori, non sono assolutamente definite. I sudame ricani hanno “tenuto” grazie alla loro capacità di gioco ma anche di esperienza dei giocatori, soprattutto dei coach, e le europee sono tutte molto vicine. Il grande equilibrio è dimostrato dal fatto che la stragrande maggioranza degli incontri si è risolto con un 2-1, per cui il risultato poteva essere per chiunque.

Quanto detto vale soprattutto per i maschi, ma per le donne la situazione è un po’ diver sa. Possono essere chiaramente identificabili la fascia “da podio”, una seconda fascia che al podio ancora non può accedere ma che è molto competitiva, ed una terza che deve ancora crescere.

C’è da evidenziare che poche sono le squadre dove tutti sono “marziani” di alto livello ed offrono al loro coach dolori di testa per scegliere chi far giocare e chi lasciare fuori. Sono moltissime invece quelle che contano uno o due giocatori che “fanno la differenza” mentre gli altri sono “normali”, e questo fa sì che gli incroci delle tre partite in programma abbiano una valenza determinante per il risultato finale.

In ogni caso, tutto è molto appassionante ed il livello generale si alza ad ogni competizio ne. Ne sono testimone diretto avendo visto il primo Mondiale nel 1992, con la partita inaugurale Italia-Francia femminile a Madrid con la finale giocata nell’Expo di Siviglia. Non ho perso neanche una edizione.”

Quale nazionale l’ha sorpresa in positivo e da quale si aspettava qualcosa in più?

“Italia è stata una bella sorpresa. Non sapevo quanto potesse essere competitiva, non l’avevo vista benissimo all’Europeo del 2015 ed ero in attesa di vederli alla prova. Sono stato molto felice delle performance di ogni giorno e dei risultati finali, e ogni volta che potevo, andavo a vederli. Vale lo stesso per le due squadre, femminile e maschile.

Mi hanno sorpreso in positivo, nel maschile, i Brasiliani, gli Uruguaiani e Paraguaiani, i Bel-

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gi, i Portoghesi ed i Britannici. Mi aspettavo di più dagli Svedesi, dagli Americani e dai Messicani.

Per quanto le ragazze, mi hanno regalato conferme e buone sensazioni le Brasiliane e le Svedesi e mi aspettavo di più dalle ragazze della Francia.”

A parte le finali abbiamo visto tribune spesso vuote. Questo è lo scotto che deve pagare il padel giocato in Paesi emergenti o ci sono altre ragioni? Cosa si può e si deve fare?

“Vi sono diverse ragioni. Sicuramente se si fosse giocato in Spagna o Argentina ci sarebbe stato più pubblico anche per vedere altre squadre nazionali in campo, ma se pen sassimo soltanto a questo, non faremmo mai Campionati al di fuori dei Paesi con garanzia di maggiore affluenza di pubblico.

Non eravamo a Lisbona, ma in un “circolo-re sort” molto bello per chi doveva giocare ma non di facile accesso per il grande pubblico. Gli organizzatori si sono mossi tardi con proposte ed offerte per il pubblico straniero, per cui molto del potenziale si è perso ed ha scelto di andare a vedere altri eventi.

Il dover concentrare una quantità impres sionante di partite in soltanto cinque giorni porta ad una programmazione che non favorisce lo spettacolo, è dispersivo, e risulta difficile convogliare il pubblico verso tutti gli stadi dove si giocano incontri. Per forza biso gna scegliere quali partite fare giocare negli stadi ed a quale orario, ma sono convinto che vada rivisto il programma, allungandolo a più giorni, rivedendo il Mondiale a Coppie Nazionali, e comunicando meglio con molto anticipo per avere più pubblico già dall’inizio del Campionato.”

E’ stato anche il momento delle elezioni. C’era un po’ di preoccupazione? Altri 4 anni di presidenza. Quali saranno i programmi ?

“C’è sempre emozione quando si affronta il giudizio di un’Assemblea, anche se ho par tecipato a 23 delle 26 Assemblee Generali che finora si sono tenute nell’ambito della FIP e potrei essere considerato un “veterano esperto”. Ma anche preparandosi al meglio non si sa mai quali sorprese possano riservar ti i partecipanti. Un’Assemblea con carattere elettivo poi è sempre un evento particolare.

Ero comunque convinto di contare su una larga base e diffusa accettazione, e quindi la mia ri-elezione è stato un tranquillo passag gio formale dell’assemblea. Ero più curioso di quale Consiglio Direttivo avrei avuto, poiché nella FIP non lo costituisce il Presidente o si vota una lista, ma ogni singolo candida to viene eletto dall’Assemblea. Quindi è stato creato un gruppo di sei membri che provengono dal Canada, Messico, Brasile, Uruguay, Spagna e Belgio. Molto importante, entusiasmante e motivante !

I programmi sono di continuità e di crescita. Il nostro movimento cresce in tutto il pia neta e dobbiamo farci trovare pronti per le richieste e le necessità di un sempre maggio numero di affiliati, e mi riferisco a tornei e campionati, formazione a tutti i livelli, progetti strutturali, omologazioni, ecc..

Siamo già proiettati verso il futuro e quindi un capitolo importante è la comunicazione integrata, fra web-site, app, reti sociali, strea ming, tv, ed altre piattaforme di interazione fra noi (l’istituzione madre) e tutta la com munity del padel mondiale. Quindi stiamo potenziando il dipartimento di Comunicazio ne e Marketing della FIP, che poi dovrebbe facilitare un più diretto accesso a risorse, sempre necessarie per assolvere i compiti a cui siamo chiamati ogni giorno.

Partirà anche fra poco il Centro di Formazione FIP, finora ci siamo appoggiati sulle Federa zioni Nazionali ed i loro programmi, ma è sempre crescente la necessità di eccellenza e di armonizzazione fra Paesi diversi, per cui d’ora in poi sarà la FIP a proporre corsi ed attività al di sopra di ciò che viene comunque fatto dalle Federazioni affiliate, per meglio supportare loro ed accrescere il livello dei loro insegnanti, che a loro volta trasmettono quotidianamente nei propri ambienti i con cetti teorici e pratici della nostra disciplina sportiva, e necessitano di aggiornamenti qualificati e qualificanti che soltanto la FIP può offrire.

E molto altro ancora … ma lo vediamo la prossima volta!

Buon Padel … o Paddle … a tutti.”

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Il “piccolo” bolognese, inizialmente considerato la mascotte del gruppo, ha saputo ritagliarsi un posto importante nella squadra azzurra.

La vittoria inattesa nel match contro la Francia lo ha trasformato in elemento su cui contare.

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Il primo a chiamarlo così è stato Serf (Maurizio Serafino) e tutti, in questo mondiale portoghese, lo hanno seguito ribattezzandolo “

Piccolino

”. Sarà l’età, 20 anni, o l’altezza, appena 168cm, Alessandro Cervellati, classe ’96 è partito come la mascotte del gruppo ma nel corso del XIII Campionato Mondiale di Padel all’interno del gruppo azzurro si è ritagliato un ruolo importante. Sicuramente la vittoria contro la Francia è stata una sorpresa e con Matteo Spizzica ha saputo trasformarla in impresa permettendo così di indirizzare in maniera significativa e importante l’esito dell’incontro tra Italia e Francia. Quando lo abbiamo intervistato subito dopo la fine del match era raggiante:”

Bene bene sono contentissimo

- ripeteva con gli occhi spiritati ed un sorriso stampato -

Ottima prestazione giocando bene dall’inizio alla fine. Meglio di così non potevamo fare. Ancora non sto capendo molto ma tra poco capisco un po’ dove siamo e cosa stiamo facendo…

” Tutto il gruppo azzurro gli era saltato addosso per festeggiare quella vittoria. Il passaggio del turno era passato per il suo braccio, per il suo padel. Tra i più giovani atleti del Campionato aveva scritto già un pezzo di quella storia padelista che avrebbe portato avanti l’Italia ma soprattutto garantito l’ingresso diretto nel tabellone dei prossimi Mondiali e costringendo i “galletti” francesi a giocarsi le qualificazioni.

Come rivivi oggi quei momenti?

“In quel match tutti ci davano come perdenti. Siamo partiti da sfavoriti ma sia Matteo (Spizzica) che io eravamo carichi e molto concentrati riuscendo a giocare meglio nei momenti importanti. Anche all’inizio del terzo set dove potevamo avere un calo psicologico avendo perso il secondo. Invece siamo riusciti a reagire bene andando a vincere quella partita.”

Dopo quella vittoria hai sentito crescere la fiducia dei tuoi compagni?

che si respira e si vive durante un classico torneo. C’è l’attaccamento alla maglia che è un fattore che ti fa affrontare tutte le partite con uno spirito diverso. Certo l’emozione è stata tanta ma sono molto felice di aver potuto vivere questa esperienza nuova.”

Dal tennis al padel, passando per il beach tennis che però non ti ha entusiasmato più di tanto. Una passione infinita per la racchetta ma cosa vuoi fare con il padel?

“Si, certamente anche se non mi sono mai sentito messo da parte. I ragazzi sono stati tutti molto carini con me da subito ma dopo la partita con la Francia ovviamente qualcosa è cambiato. Venivano tutti a farmi i complimenti, a dirmi quanto ero stato bravo e questo mi dava fiducia. Alla fine anche negli incontri successivi facevano molto affidamento su di noi.”

Una fiducia che è cresciuta in te e ti ha fatto capire che potevi competere con tutti…

“Si, peccato che abbiamo subito preso Lamperti-Sanchez che ci hanno immediatamente rifilato un 6-1/6-0! Scherzi a parte la partita con la Francia era la mia prima e la tensione era tanta. Vincerla ha permesso di sbloccarmi.”

Cosa ti lascia questa tua prima esperienza mondiale?

“Tante cose positive. Si avvertiva il diverso sapore e clima rispetto a quello “Intanto mi piacerebbe un giorno andarmi a giocare una tappa del World Padel Tour, in Spagna, anche partendo ovviamente dalle qualificazioni e vivere di questo sport. Ora faccio il maestro qui a Bologna e mi piacerebbe continuare anche se ovviamente mi piacerebbe molto di più una carriera da giocatore. So che è molto difficile perchè significherebbe trasferirsi, lasciare tutto ed andare lì pensando solo ad allenarsi. Per il momento cercherò di andare in Spagna per un breve periodo. Difficilmente potrò starci mesi interi come fanno Denny o Enrico (Cattaneo e Burzi, ndr). Mi sono già fissato l’obiettivo dal prossimo anno di fare ogni anno una vacanza dedicata solo per giocare in Spagna. Ma dipende tutto molto anche dal lavoro.”

Per il momento ti resta quindi di allenarti in casa…

In realtà purtroppo non mi alleno quasi mai. Uno dei motivi è che non saprei con chi farlo qui a Bologna. Non riesco a farlo in maniera costruttiva. Anche fare il semplice cesto o una

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PADELPADDLE lezione è quello che mi manca. Il mio allenamento fondamentalmente è giocare i tornei. Faccio lezione e basta. E quando faccio qualche partitella non è mai sufficientemente impegnativa.

Vuol dire che hai del talento innato e sei talmente forte che non hai bisogno di allenarti.

Prima dei Mondiali chiamai Gustavo e gli dissi che non potevo allenarmi. Non avevo la possibilità di farlo proprio per l’assenza di persone che potessero permettermi di fare una preparazione utile. E così lui mi ha suggerito di guardarmi qualche video, cosa che peraltro faccio sempre, e di giocare un po’ a destra perchè questa era la sua prima intenzione. Poi invece ho fatto quasi tutto il Mondiale a sinistra. E questa è stata la mia preparazione: guardando qualche video e giocando nel mio circolo come faccio sempre.

Quanto può essere utile guardare un video? Cosa cerchi di capire attraverso un filmato? Una sorta di video analisi…

Innanzitutto i movimenti, le posizioni in campo. Come si muove il giocatore che colpisce ma anche quello che non colpisce la palla. Cerco di capire la tattica durante la partita. All’inizio guardavo un po’ tutto anche come veniva colpita la palla. Una cosa che invece faccio raramente è guardare le PADELPADDLE

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partite di Belasteguin o Lima. Loro fanno proprio un altro sport. Mi interessa di più guardare i match prima delle fasi conclusive. Le finali non le vedo mai perchè secondo me loro hanno alle spalle così tanto lavoro che hanno ormai raggiunto un livello troppo alto. Sono più attratto da una partita tra quattro giocatori meno forti dove però c’è più scambio, più gioco. Le loro son tutte partite dove ci sono pochi scambi e soprattutto finisco più o meno sempre 6-2/6-3. Non gli fai mai punto mentre loro quando vogliono il punto te lo fanno sempre.

Facciamo un salto indietro. Come hai cominciato a giocare?

Mi allenavo a tennis con Alberto Albertini. Era il mio maestro. Un giorno ci disse che ci avrebbe portato a giocare a padel al Torreverde, un circolo vicino Bologna. Dopo un paio di volte ho smesso di giocare a tennis e son rimasto a giocare a padel. Mi è piaciuto subito. Anche lì avevo cominciato ad allenarmi, ho fatto un mese ma poi con la neve è venuto giù il pallone pressostatico che copriva i campi ed è stata la fine degli allenamenti.

A livello agonistico invece quando hai cominciato?

Ho iniziato circa un anno e mezzo fa. Non giocavo molti tornei. Un giorno chiesi a Serf (Maurizio Serafino, ndr) che giocava spesso con Alberto, se aveva piacere a fare un torneo con me e da lì abbiamo continuato a farlo. Devo dire che mi ha dato tanto della sua esperienza. In ogni torneo lui è tranquillo, mi parla. C’è un rapporto molto sereno e per me è fondamentale quando si gioca in due. Penso che giocare e discutere in campo non abbia senso anche se poi ci sta che durante la partita ci possa essere un confronto anche acceso. Ma una volta finito il match tutto torna come prima.

Come giudichi questa stagione?

Una stagione molto positiva. L’obiettivo che avevo di giocare i Mondiale è stato centrato. Per tutto il resto della stagione mi sono sempre divertito e ritengo che sia una condizione fondamentale. Adesso si riparte e proverò ad allenarmi con un nuovo obiettivo principale: partecipare agli Europei. Ovviamente dovrò prima fare una buona stagione che mi permetterà di arrivare di conseguenza a giocarmi un posto in nazionale.

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PADELPADDLE à nella foto

Alessandro Cervellati

mostra il pugno per il punto conquistato.

Matteo Spizzica risponde con il pollice in su

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PADELPADDLE nella foto

Juan Martin Diaz

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IL MASTER “FORD” SI GIOCA SUI DUE CAMPI MONTATI NELLO STORICO CAMPO PIETRANGELI. UN EVENTO UNICO E STORICO PER IL GIOVANE PADEL ITALIANO

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va era del padel.

ono stati tre giorni di festa quelli vissuti dentro il campo Pietrangeli, teatro della storia recen te e passata del tennis italiano. Ma abbiamo assistito anche alla nascita di una nuo in palio. E così nel tabellone maschile la fetta più grande è andata alla coppia Capitani Verginelli che hanno battuto in finale l’altra pretendente al titolo Sarmiento-Rocafort e a Pappacena-Lombardi che per una manciata di punti hanno avuto la meglio su Camorani Maderna nella categoria fem minile.

Voluto fortemente dalla casa automobilistica Ford, l’even to ha messo nelle “gabbie” il meglio del panorama padelisti co nostrano e non solo, vista la presenza di giocatori di livello con passaporto argentino, spagnolo e messicano. Risulta to: spettacolo, divertimento e sport.

Non poteva mancare l’ago nismo che le coppie scese in campo hanno messo nelle partite, lottando per aggiu dicarsi l’importante monte premi e mettere le mani sulla torta messa

“E’ un movimento, questo del padel, che continua a cresce re sia come location che dal punto di vista di attenzione nei confronti dei giocatori

e del pubblico - commenta

Gianfranco Nirdaci durante il discorso che apre la ceri monia delle premiazioni - Le

emozioni di questi giorni nel vedere montare i campi ci ha fatto dimenticare che questa è stata una scommessa vinta. Abbiamo avuto tre giorni di bel tempo, ci siamo presi un po’ di freddo, le pareti erano umide, i marmi erano gelati ma sono abituato a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e le vostre cri- tiche costruttive ci aiutano a cre scere. Sicuramente troveremo soluzioni a tutto. Ci sono dei segnali chiari. La dimostrazio ne che avete dato in campo sempre e comunque ci fa pensare che questa è la strada giusta. Uno sport dove non c’è l’arbitro e non ci sono stati episodi contestati. Ringrazio tutti i giocatori e il pubblico presente e lo sponsor. Era un sogno averlo. Oggi Ford ha investito su di noi e siamo fiduciosi che ci supporterà anche negli anni a venire”.

Marco Alù Saffi, Direttore delle Relazioni Esterne di Ford Italia, ha così commentato la partnership dell’Ovale Blu: “Ford conferma il suo impegno

a favore dello sport e anco ra di più in questa occasione trattandosi di un movimento emergente che sta prendendo sempre più piede anche in Italia”.

Siamo alle porte di un nuovo anno che sarà sicuramente ric co di avventure sportive e tut te da vivere con la racchetta in mano.

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L a finale parlava per 4/3 spagnolo.Da una parte l’argentino Gustavo Sarmiento, detto Colo, e lo spagnolo Manu Rocafort, dall’altra con nonno e passaporto italiano. A padel Marcelo Capitani, anche lui argentino ma si gioca in quattro e alla destra di Capitani c’era Lorenzo Verginelli che con Capitani fa coppia fissa. Se i due argentini sono stati professionisti del World Padel Tour e Rocafort ha tutte le armi per iniziarvi l’avventura, l’italiano ha tenuto testa al ritmo violento ed incalzante di chi gioca il vero padel. Concentrato e pronto a chiudere quando era necessario ma al tempo stesso solido in fase difensiva e pronto a contrattaccare le giocare degli avversari.

“La mia fortuna è di avere un compagno che mi aiuta in tutto e per tutto - è il primo commento di “Lollo” - In questa finale c’erano 3 giocatori di livello alto e molto superiore rispetto a quello che si ha qui in Italia. Sono riuscito a difendermi bene ma devo dire sempre grazie a Marcelo che mi sorregge sotto tutti i punti di vista. Poi ovviamente devo metterci del mio se consideriamo il padel uno sport che si gioca in coppia. Poi il feeling, l’intesa che ho con il mio compagno o la coesione che si ha in campo è un’altra cosa.” Verginelli evita la luce dei riflettori ma in questa finale il suo ruolo e compito è stato portato a termine con grande attitudine:”Certamente non è semplice quando tra due giocatori c’è un dislivello importante. In questo Capitani è encomiabile perchè è un giocatore straordinario che sa calarsi ad un livello più basso per meglio adattarsi a me.” Nel gioco dei vasi comunicanti questo ha permesso al giocatore del Due Ponti di essere sempre attento:”Questo è anche il lavoro del mio compagno. Tenere alta la mia attenzione anche nei miei momenti di difficoltà. Un giocatore completo sotto tutti i punti di vista. Ma vorrei approfittare per fare anche i complimenti agli avversari perchè sono due giocatori straordinari e molto molto corretti.” Ci teneva a vincere questo Master non per sè, nè tanto meno per il montepre mi che ovviamente non disprezzava ma per dedicarlo a lui, il papà, che un paio di settimane fa ha salutato per l’ultima volta. In realtà non ne ha avuto la pos sibilità perchè Gustavo Colo Sarmiento ormai vive a Roma e in Argentina non torna da un po’. Due anni lontano da casa. Un’eternità. Il master lo ha giocato con lo spagnolo Manuel Rocafort. Un girone dominato e la sensazione di poter battere ancora una volta la coppia Capitani-Verginelli che già nella 8a tappa dello Slam di Roma gli avevano rifilato un 6-3/7-6. Ma questa volta non è andato tutto come avrebbero voluto. Il match è sta to duro, nervoso, spettacolare ma con la correttezza che contraddistingue i quattro finalisti scesi in “gabbia”.

“E’ stata una buona partita contro una grande coppia. Capitani ha giocato bene ma Verginelli non ha sbagliato nulla e con un gioco molto ordinato e strutturato - ammette il Colo - Forse noi non abbiamo fatto un gran match tatticamente. Anche se siamo riusciti a vincere il secondo set, la partita si è praticamente chiusa con il break subìto nel terzo set. Abbiamo giocato comun que un buon torneo e bisogna guardare avanti e rifarci alla prossima occasione.” Il gioco non passava per la sua porzione di campo e spesso era tagliato fuori dallo scambio:”Purtroppo non ho potu to fare molto perchè il gioco dei nostri avversari era tutto su Manu (Rocafort) e spesso ero tenuto fuori dal gioco. Questo non mi ha permesso di entrare con forza e precisione.

E’ molto difficile fare qualcosa senza poter giocare la palla. Ma bisogna fare comunque i complimenti a Capitani e Verginelli per aver giocato una buona partita. Sono stati precisi e anche un pizzico fortunati. Complimenti a loro.” PADELPADDLE

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I n questo Master Ford 2016 tinto di rosa, è successo di tutto: grandi partite e risultato in bilico fino all’ultimo a riprova che anche il padel femminile sta crescendo molto velocemente.

Lo sta facendo portandosi su un piano dove ci sono molte giocatrici dello

stato che ci aveva permesso di portare il risultato sempre dalla nostra parte

- ammette Martina Lombardi - Ma

abbiamo giocato partite veramente belle e difficili e siamo riuscite a vincere questo Master.”

Se facessimo un’analisi complessiva del torneo, si potrebbe tranquillamente stesso valore e sono i piccoli dettagli, una palla o poco più che possono determinare l’esito di un match.

Le 4 coppie che hanno raggiunto la quota utile per partecipare al Master finale si sono scontrate in un unico girone all’italiana: tutti contro tutti e dire che per la coppia Camorani Maderna il secondo posto nel Master giocato nel tempio del tennis è di tutto valore, un bicchiere mezzo pieno. Ma se pensiamo che quei soli 3 punti dalla vetta valevano 500€, il livello del bicchiere potrebbe drasticamente essere invertito. Ma i soldi non sono vince chi fa più punti.

Questi punti alla fine sono stati solo 3, stabiliti dalla differenza tra quelli fatti e subiti, in favore di Chiara tutto, dicono molti (soprattutto chi non li ha) e per un giovane movimento sportivo come il padel che di cifre ne ha viste sempre poche questa 3 giorni di torneo si chiude in positivo.

Pappacena e Martina Lombardi che hanno potuto così superare di misura la coppia Martina Camorani e Maria Maderna che non partiva certamente Dello stesso avviso è la bolognese Martina Camorani che fa un tra le favorite (era la 3 del girone) ma commento più in generale dell’intera che ha saputo giocare un bel padel, confermandosi coppia in buona salute. La solidità della coppia romana ha però tenuto bene sui campi sintetici del Foro italico. Forse un pizzico di calo c’è stato nell’ultimo incontro che le vedeva opposte a Celata-Moroni non in grande spolvero. Una battaglia persa 6-7/5-7 ma che ha permesso di portare a casa coppa e assegno più alto.

“Sono stati 3 giorni molto duri passati giocando partite molto difficili. Sapevamo

il valore delle nostre avversarie - confida Chiara Pappacena - Siamo riuscite a

vincere nonostante la sconfitta nell’ultimo match disputato. Sono molto contenta di questa vittoria e soddisfatta per aver giocato qui nel Campo Pietrangeli dove giocano i numeri 1.”

Un calo che poteva costare caro:”Nei

primi due giorni siamo rimaste concentrate e cariche. Poi, nell’ultima giornata, abbiamo perso forse quello

manifestazione:”Ottima organizzazione.

Si è visto un grande impegno per fare bene le cose e questo è assolutamente positivo. La location era molto bella, forse il periodo non è dei più adatti. Soddisfatta del mio gioco anche se avrei volentieri rigiocato la partita contro Pappacena e Lombardi. Per il resto una

grande compagna - prosegue Martina - sempre presente nei miei momenti di

distrazione. E’ stata molto brava a starmi vicina, aiutandomi in questo momento di scarsa condizione fisica. Solo 3 game di differenza dalle prime... Brave noi. C’è poco da aggiungere.” “Tremano le gambe a pensare che hai giocato sul mitico Pietrangeli versione

‘padel’! - è il commento raggiante di Maria Maderna - Ma ancor di più pensare

al risultato che a guardare gli umori della vigilia sembrava davvero ostico... eppure... Secondo posto, che arriva con tutti i problemi fisici della stoica Camorani, che ha affrontato con sguardo positivo ogni scambio, ogni punto... ogni ‘stupidata’! Partita di solidità e concretezza portata a casa contro Celata/Moroni e incontro vinto di ‘esperienza’ su Pollacci/Tommasi. Sarebbe stato bello rigiocare il primo match come spareggio finale ed invece solo 3 game di differenza!”

Se vogliamo cercare il pelo nell’uovo forse quello che è mancato è proprio lo spettacolo della finale non giocata. Un incontro decisivo ha sempre il suo fascino e stimola i giocatori ad un impegno maggiore.

Il tabellone all’italiana va bene nelle prime fasi di un torneo ma la finale resta la finale e... va giocata!

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“IL PIÙ BEL TORNEO MAI GIOCATO”

VALENTINA TOMMASI

PARTITA DA RISERVA SI È RIVELATA LA “SORPRESA” DI QUESTO MASTER FORD2016

Si era seduta in panchina come prima riserva e si è fatta trovare pronta al primo cambio. Valentina Tommasi è scesa in campo con Laura Pollacci, la giocatrice di maggiore esperienza e con lei ha disputato un gran bel torneo.

“Sono molto contenta già per il fatto di essere entrata tra le otto finaliste anche se per la rinuncia di una giocatrice. Ho fatto questa bellissima esperienza, giocando con una grande compagna e divertendomi. Penso di aver giocato uno dei tornei più belli tra tutti quelli che ho fatto e questo aumenta la mia felicità.”

Come Laura c’è il rammarico per il match contro Camorani-Maderna perso 4-6/4-6.

“Mi dispiace perchè si è giocato su pochi punti.”

LAURA POLLACCI

UN MASTER CHE DA BUONI FRUTTI

OLTRE LE ASPETTATIVE

Erano la quarta testa di serie ma in questo Master finale Laura Pollacci per i punti nel sacco era avanti a diverse giocatrici. La scelta di giocare con Valentina Tommasi però non le ha la solita grinta e voglia di giocare disputando così un buon torneo:“Il Master è andato meglio

delle aspettative. Ho giocato con Valentina (Tommasi, ndr) che è una ragazza giovane. Forse la partita che più mi dispiace aver perso è quella contro Camorani-Maderna perchè è mancata solo un po’ di esperienza. Il fatto che loro fossero una coppia solida mentre per noi fosse la prima volta che giocavamo insieme ha influito perchè è più difficile fare un gioco di “coppia”. Però Valentina per la prima volta ha giocato ad un livello alto che secondo me le compete e deve continuare per imparare a stare sul campo con persone di un livello più alto del suo perchè ha delle grandi potenzialità. Son contenta di come ho giocato e penso di aver fatto bene. Anche contro Pappacena Lombardi, nonostante il risultato sia un po’ bugiardo, abbiamo fatto una bella prestazione. Son contenta perchè mi sentivo bene. Bellissimo l’esordio contro Celata-Moroni dove abbiamo vinto.”

A.A.A. CERCASI RIPOSO

IL MONDIALE HA TOLTO ENERGIA E STIMOLI IN

Diciamo che hanno funzionato

poche cose oggi ma sono comunque molto contenta perchè almeno mi sono

divertita.” E’ il primo commento di Sara Celata alla fine di questo Master in cui qualsiasi cosa cercassero di fare non riusciva. “Dico che dopo il Mondiale abbiamo dato tutto quello che c’era da dare.” Non perde mai la sua vena ironica e scherzosa ma Sara forse è arrivata troppo stanca a questo master che si è giocato alla fine di una stagione ricca di appuntamenti.

“Non stiamo giocando benissimo e dopo il Mondiale ci siamo scaricate abbastanza - le fa eco la sua compagna Micaela Moroni - Io personalmente dopo il Portogallo avrò giocato forse due volte mentre Sara una.. Sono condizioni difficili. Non abbiamo preparato benissimo questo torneo. Inoltre venivo da 10 giorni di stop legato ad un infortunio ed abbiamo fatto quel che potevamo.” PADELPADDLE

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Campionati

NEL PADEL CLUB LAURENTINA, A ROMA, VENGONO ASSEGNATI GLI SCUDETTI 2016.

BURZI, SINISI, CELATA, TESTUD, PAPPACENA, FANTI, AURELI E GIACINTI CONQUISTANO IL TRICOLORE

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La stagione della pala si conclude con questi Campionati italiani assoluti. Gli scudetti vengono assegnati nel freddo circolo del Padel Club Laurentina. La grande novità di questa seconda edizione è il tricolore nella 4a categoria. Sicuramente uno degli aspetti positivi di questa settimana di full-padel. Ottima l’idea di dare spazio a quelli che arrivano da dietro. “Il prossimo anno ci saranno anche quelli di seconda e terza categoria - promette Gianfranco Nirdaci coordinatore nazio nale - Quest’anno c’è stata questa regola anche un po’

contrastata ma abbiamo deciso di fare i Campionati italiani in questa maniera (porte chiuse agli stranieri, ndr) mettendo qualche regola in più. Ringrazio Dino Mancini, ospite di casa. Questo circolo ha già ospitato i primi Campionati e vediamo quale manifestazione assegnare il prossimo anno.”

Fa una veloce panoramica della prossima stagione agonistica:”Abbiamo modificato gli Slam. Anche lì ci

saranno tutte le categorie dalla 1a alla 4a. Modifiche remo anche i montepremi che sono stati assegnati. Lo porteremo anche negli italiani anche se secondo me in questo Campionato ci dovrebbe essere un altro appeal ma cercheremo di fare del nostro meglio. Per ultimo voglio dirvi che sta cambiando tutta la struttura dei fi duciari e del Comitato. Stiamo proponendo cose nuove anche a livello di Federazione ma ci sarà un comunica to prima della fine dell’anno e regolamenteremo tutto.”

Il torneo porta complessivamente 111 coppie iscritte: 31 nel 4a categoria; 49 nel DM; 14 nel femminile e 17 nel doppio misto.

Certamente l’attuale padel dovrà avere un po’ di pazienza per far si che almeno nei Campionati italiani l’affluenza sia più corposa. Probabilmente le intuizioni della Federazione di inserire un monte premi vanno in questa direzione e sta cercando di trovare un modo per invogliare e allettare i gioca tori a spostarsi.

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italiani di seconda e terza

Gianfranco Nirdaci

Un tricolore anche nella 4a categoria

Certamente è la grande novità di questi Campionati italiani assoluti 2016. Da quest’anno è scudetto anche per la giovane 4a categoria. Non si sono fatti pregare i 62 giocatori che hanno partecipato a questa nuova quanto apprezzatissima iniziativa.

Partono una settimana prima e si sfidano sui 4 campi del Laurentina.

A cucirsi sul petto lo scudetto saranno Maurizio Aureli e Gianluca Giacinti che hanno la meglio su Fabio Mengoni e Jacopo Nicoletti.

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Nella passata edizione, la prima di questi Campionati italiani Assoluti, Enrico Burzi era l’unico assente tra gli attuali finalisti. Giuseppe Sinisi infatti era schierato con Daniele Cattaneo, Matteo Spizzica con Giulio Petrucci (assente in questo torneo) e Giordano Orecchio invece con Diego D’Attilio.

Sinisi e Orecchio si erano dovuti ar rendere agli ottavi mentre Spizzica il turno successivo. Il numero dei parte cipanti al torneo disputato sempre nel Padel Club Laurentina, era inferiore: 38 contro i 49 di questo Campionato senza stranieri.

Per Giuseppe Sinisi è stato un ottimo torneo. Sicuramente giocarlo al fianco di un compagno di assoluto valore come Burzi è stato più facile ma il milanese ha saputo rispondere quan do è stato chiamato in causa:”Grazie

ad Enrico ho vinto la Tripla Corona: Internazionali di Bologna, Internazionali

di Roma e Campionato italiano - com menta scherzosamente elencando i trofei principali che è riuscito ad aggiudicarsi in questa carriera pade listica - Una finale molto combattuta. I

nostri avversari ci hanno fatto soffrire portandoci a giocare il tutto per tutto nel terzo set. Lì il fisico e la bravura di Enrico ha fatto la differenza.”

In una recente intervista Enrico aveva sottolineato l’importanza della parte atletica ritenendosi forse l’unico giocatore di padel italiano che faceva una vera preparazione fisica. Probabilmente anche altri ora hanno iniziato a fare un lavoro specifico ma sicuramente la freschezza dimostrata in campo ha avuto un ruolo determi nante. “Una gioia immensa - esclama il bolognese Burzi - Un gran bel match.

Devo dire che sono state tutte belle par tite ma questa in particolar modo perchè è stata giocata in amicizia anche se tutti e tre, compreso il mio compagno, erano in difficoltà. Alla fine il più lucido fisica mente ero io e sono riuscito a fare un po’ la differenza. Devo fare i complimenti ai nostri avversari perchè sono stati bravis simi. Hanno fatto complessivamente un gran torneo e soprattutto non hanno mai mollato, neanche una palla. Veramente onore a loro e complimenti. Grandissimi.” “Sono molto contento di questa pre-

stazione e di questo torneo - confida Matteo Spizzica che sottolinea e appoggia la scelta della Federazione di vietare l’iscrizione agli stranieri e sottolinea la prestazione del suo compagno - Mi viene in mente che per

la prima volta abbiamo giocato tutti ad armi pari e senza stranieri. Il valore che il mio compagno ha dimostrato è enorme perchè fino ad ora non eravamo riusciti a trovare il risultato giusto. Sono molto contento, ripeto, sia della prestazione

finale lo è stata di più. Alla fine ero il più

Enrico Burzi

che del risultato. Fisicamente eravamo molto stanchi, alla fine, pagando sicura mente la stanchezza e la poca lucidità nel terzo set.”

“Stupendo! - sintetizza Giordano Orecchio questa ottima prestazione

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PADELPADDLE nella seconda edizione dei Campionati Italiani Assoluti di Padel - Un gran bel torneo. Per me è stata una grande soddisfa-

zione poter arrivare così avanti e giocare con gente più forte e più esperta di me. Questo torneo lo considero un inizio. Sono solo due anni che ho cominc iato a giocare e speravo di arrivare ai quarti. Invece mi sono ritrovato a disputare una finale totalmente inaspettata. Come dico al mio compagno: ogni vittoria è sempre un inizio. Peccato per un calo nel terzo set. Già dal primo game avevo crampi al quadricipite destro che mi ha un po’ condiziona to. Correndo e muovendomi sentivo che i muscoli erano sempre più affaticati e a rischio crampi. Purtroppo ho pagato le partite giocate in questi giorni dove abbiamo sempre lottato. Poi ovvia mente quando giochi contro il “mago” (Burzi, ndr) diventa tutto più difficile. Lui era fresco e avrebbe potuto giocare altri quattro set purtroppo. Resta assolutamente una grande soddisfazione.”

E’ nata una nuova coppia in questo campionato italiano di misto: Chiara Pappacena e Emanue le Fanti, giovani belli e promettenti. Non hanno sudato molto per arrivare a giocarsi le partite che contano di un tabellone di misto che ha visto 18 coppie iscritte. Peccato per il ritiro della coppia Orecchio-Maderna sul punteggio di 0-4 contro Polacco-Grimaldi. In sofferenza anche i cugini Palmieri e Campagna che seppur resistendo fino al terzo set lasciano il passo alla coppia lombardo piemontese Cremona-Savini. Saverio Palmieri non aveva più benzina in corpo dopo la battaglia nel maschile contro Spizzica-Orecchio e Beatrice Campagna non aveva ritmo per una stagione che l’ha vista spesso lontana dai campi. Questo non toglie nulla all’ottima prova di Simone Cremona e Manuela Savini.

Le sorprese (neanche tanto) di questa nuova classifica italiana portano a casa il primo tricolore alla prima uscita ufficiale e questo fa intendere che saranno una temibile coppia futura. “Sono molto contenta di come sia andato questo Campionato italiano, sia nel femminile che nel misto - commen ta Chiara che conferma di aver giocato solo gli ultimi due incontri di livello - In questo Campionato di misto abbiamo incontrato due coppie molto for ti. Prima in semifinale, Anticoli-Testud, riuscendo a vincere 6-4/7-5 e poi in finale una coppia ormai affiatata Polacco-Grimaldi 6-4/6-3. E’ nata questa nuova coppia con Emanuele (Fanti) e sono molto molto contenta.” Ad attenderla ora una cena offerta dal suo compagno:”Cena per tutti, ovvio! Una grande soddisfazione, almeno quello. Ci tenevo molto a vincerlo con Chiara che oltre ad essere una grande giocatrice è una mia cara amica.” PADELPADDLE

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