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AG
GA
Z E TT E
N o 210- 2017
Taluni non abbandonano mai il timone,
può sempre servire su un’altra barca.
(Stanislaw J.Lee)
Ringraziamenti
Da qualche tempo i numeri quindicinali della AGgazette sono intervallati dall’invio dei Servizi Speciali.
La regolarità, la frequenza e, ancora di più, la qualità
dei Servizi è resa possibile dai numerosi invii che i
“fornitori” fanno pervenire alla redazione della AGgazette. Sembra quindi corretto e giusto che questi
“benemeriti” vengano segnalati all’attenzione degli
843 affezionati lettori, pur nel parziale anonimato
che le regole della privacy ci impongono.
Il numero dei fornitori è molto alto, come potete
vedere, e la Redazione desidera ringraziarli a nome
di tutti accomunandoli in unico cordiale abbraccio.
Un grazie a Luigi , Enrico ,. Piero , Gianni , Aldo ,
Sergio , Giuseppe Alberto , Domenico , Paolo ,
Giancarlo , Rodolfo, Nino , Aldo ,
Fabrizio ,
Cristina , Fadel , Giovanni , Carlo , Giorgio ,
Primo , Franco, Mariella ,. Carlo , Umberto,
Anna Maria . Maurizio , Fabrizio , Giovanni ,
Donatella , Giuseppe , Osvaldo, Clara ,
Rosanna , Ottaviano, Pietro.
Novità da Amburgo.
Nel 2003 Alexander Gérard, imprenditore immobiliare, che aveva acquistato il Keispeicher, deposito dismesso costruito da Werner Kallmorgen nel 1966 per
stoccare il tabacco e le fave di cacao che arrivavano
nel porto di Amburgo, rese pubblico un progetto dello
studio svizzero Herzog & de Meuron per un teatro che
comprendeva tre sale di diversa capienza, ristoranti,
un hotel e alcuni appartamenti di lusso.
La città accolse con grande entusiasmo l’idea.
Ma subito sorsero dei problemi. Nel 2007, a lavori
iniziati, il Comune fece causa alla ditta appaltatrice
dei lavori, che vennero fermati per due anni, e si ebbero ricorsi contro l’affidamento del progetto ad incarico privato.
Dopo dieci anni di attese, rinvii, modifiche al progetto
originario, aumento dei costi dai 77 milioni del 2004
agli 800 (!!!) di oggi, finalmente l’11 gennaio di quest’anno l’Elbephilarmonic è stato inaugurato.
Visto da distante l’edificio sembra la sagoma merlata
di un castello di ghiaccio, quasi una nuvola o un veliero espressionista, che poggia sulla solida e cupa base
di mattoni del Kaispecher. Ne deriva un gigantesco,
affascinante contrasto tra leggerezza e pesantezza,
apertura e chiusura, chiaro e scuro. Da vedere !
1.0 - 2.0 - 3.0 - 4.0
Tutti li sentiamo nominare, non è facile capirne il significato. Proviamo a farlo.
Web 1.0. Composto prevalentemente da siti statici,
senza possibilità di interazione con l’utente, eccetto la
normale navigazione tra le pagine, l’uso delle e-mail e
dei motori di ricerca. E’ il passato.
Web 2.0 - Il Web 2.0 è l’evoluzione del World Wide
Web, rispetto alla condizione precedente.Sono tutte
quelle applicazioni che permettono un elevato livello di
interazione tra il sito web e l’utente, quali i blog, i forum, le chat, le piattaforme di condivisione e i social
network (Facebook, Myspace, Twitter, Google, Linkedin). E’ il presente.
Web 3.0 - Difficile da definire dato che è un processo in
continua evoluzione. Alcuni punti base:
Trasformazione del web in un Data Base. Sfruttamento
delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale capaci di interagire con il web in modo quasi umano.
Ricerche più evolute attraverso la presenza nei documenti di parole chiave (web semantico).Trasformazione
del web in una serie di spazi in 3D. Uso di un web capace di influenzare la realtà come mai prima era successo.
Web 4.0 - Il termine industria 4 (o industry 4.0) indica
l’integrazione dell’automazione industriale con alcune
nuove tecnologie produttive, per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la produttività e la qualità produttiva degli impianti.
Si suddivide in tre parti:
Smart production: nuove tecnologie produttive che creano collaborazione tra tutti gli elementi presenti nella
produzione, ovvero collaborazione tra operatore, macchine e strumenti.
Smart services: tutte le infrastrutture informatiche, ma
anche tutte le strutture, che permettono di integrare i
sistemi in modo collaborativo tra le aziende (fornitorecliente) e anche tra sistemi esterni (strade, hub, rifiuti).
Smart Energy: con un occhio attento ai sistemi energetici, creando sistemi più efficaci e riducendo gli sprechi
di energia.
Origine del nome: trae origine dal piano industriale del
governo tedesco ( presentato nel 2011) e concretizzato
nel 2013, che prevedeva investimenti in infrastrutture,
scuole, sistemi energetici, enti di ricerca e aziende per
ammodernare il sistema produttivo e riportare la manifattura tedesca ai vertici mondiali.
All’inizio c’era solo Motorola. Poi arrivò il diluvio !
1983. Motorola lancia il primo telefono mobile.
1994. Nokia lancia i telefonini “monoblocco” serie 2100 e ne vende 20 milioni.
Motorola è n° 1 al mondo con il 32,5% di quota di mercato, ma è lenta nell’investire nel digitale.
1998. Nokia supera Motorola e diventa il primo produttore mondiale di telefonini.
1999/2002. Nokia lancia telefonini con sistema Symbian connessi a internet, fanno foto e video.
2003. Research in Motion lancia il Blackberry 6210 con internet, e-mail, sms, app aziendali.
2007. Il 29 giugno Apple lancia l’iPhone e in tre mesi ne vende 1 milione.
2009. Blackberry ha il 20% del mercato globale degli smartphone ed è uno status symbol aziendale.
Samsung lancia il suo primo smartphone con Android, il sistema operativo di Google.
2010. L’ iPhone batte il Blackberry e raggiunge il 16,7% di quota di mercato
2011. Nel secondo trimestre Samsung batte Nokia come n° 1 di tutti i telefonini. Nel terzo trimestre batte Apple
come n° 1 negli smartphone. Inizia a soffrire la concorrenza degli Android cinesi a basso prezzo.
Huawei lancia i primi smartphone con il proprio marchio Android a basso prezzo.
2012. Nokia perde il primo posto. Capisce tardi il nuovo mondo degli smartphone.
I fondatori di Blackberry lasciano l’azienda, la cui quota di mercato è scesa sotto il 7%. Ha perso il treno del
touch screen e della consumerizzazione dell’IT.
Apple perde la leadership del mercato a favore di Samsung, arrivando tardi nel lancio di modelli a schermo largo.
2013. Nokia ha il 3% del mercato e viene venduta a Microsoft.
2014. Muore il vecchio marchio Nokia, sostituito da “Lumia”.
Motorola viene venduta a Lenovo.
2015. Huawei vende oltre 100 milioni di smartphone e sale al terzo posto tra i produttori.
2016. Muore il vecchio marchio Motorola sostituito con “Moto”.
La quota di mercato di Blackberry scende sotto l’1%. La società, ceduta all’inglese Enscription, molto probabilmente abbandonerà i telefonini per offrire solo servizi, in particolare alla aziende.
.
Grazie all’iPhone Apple continua a macinare record di vendite e profitti.
Huawei punta a battere Apple e Samsung entro il 2020.
Previsioni. Vittima della “commoditizzation” degli smartphone cinesi, Samsung deciderà di uscire dal mercato
tra cinque anni? Si prevede che, tra i produttori “occidentali”, solo Apple potrà opporsi ai produttori cinesi,
mantenendo la sua alta quota di mercato nel segmento “lusso”.
La Torre pendente.
L’inizio dei lavori si ebbe nel 1173 e in soli cinque anni vennero costruiti i primi quattro ordini (o piani).
Dopo una lunga interruzione di quasi un secolo, fino al 1272, i lavori furono ripresi e in sei anni portati fino al
settimo ordine, cioè tutta la torre esclusa la cella campanaria che è alla sommità. Nuova interruzione per circa
ottant’anni e, infine, dal 1360 al 1370 la torre venne completata con la costruzione della cella campanaria.
Le interruzioni furono dovute, a quanto sembra, al verificarsi delle prime avvisaglie della pendenza della torre
verso Nord (lato opposto alla pendenza odierna). I lavori della seconda fase vennero fatti in modo da compensare la pendenza e il risultato fu che da allora la torre pende verso Sud.
La domanda è: “Ma perché la torre si mise a pendere?” La causa è la struttura del sottosuolo, tipico di una pianura alluvionale; si alternano strati sabbiosi e strati argillosi e il tutto ha una sua peculiare elasticità che rende la
torre soggetta alle sollecitazioni più varie; dai terremoti al variare delle stagioni e della temperatura. Dal 1911
la pendenza della torre venne misurata con sistemi e criteri adeguati. La velocità dell’inclinazione crebbe inesorabilmente, raddoppiando dopo gli anni Trenta. Nel 1989 venne costituito un Comitato internazionale per risolvere il problema; dopo varie tecniche esaminate venne scelta quella della “sottoescavazione controllata”, che
consistette nello scavare parte del terreno sottostante la torre, riducendone la pendenza del 10%.
Un furto del 1983 e il ritrovamento del 1984.
Il furto fu messo a segno nel Museo di Belle Arti di Budapest. In quella occasione vennero rubate, oltre alla
Madonna Ersterhàzi di Raffaelle Sanzio, altre sei opere di scuola italiana; Ritratto di giovane attribuito a Raffaello, Ritratto d’uomo attribuito a Giorgione, Vergine con sei Santi di Gianbattista Tiepolo, Riposo dalla fuga in
Egitto di Giandomenico Tiepolo, Ritratto di uomo e Ritratto di donna attribuibili al pennello di Tintoretto.
Il Museo di Budapest era molto vulnerabile e in quel periodo, nella parte posteriore dell’edificio, era montata
un’impalcatura per eseguire lavori di restauro. Un appiglio ideale per i tre personaggi che, nella notte tra il sabato 5 e la domenica 6 novembre, grosso modo all’una di notte, al momento esatto del cambio del turno di guardia, si arrampicarono di lì per entrare nel museo. Non suonò nessun allarme. Entrarono nelle sale dei maestri
italiani, staccarono dalle pareti le opere che erano state loro commissionate, senza le cornici le infilarono in sacchi di iuta, e uscirono ripercorrendo a ritroso la strada che avevano usato per entrare. Salirono su due auto che li
aspettavano e sparirono nella notte.
La polizia locale avviò subito le indagini. I ladri avevano lasciato tracce del loro passaggio: impronte digitali, sacchetti di plastica e, soprattutto, un cacciavite con la scritta “Usag”. Facile scoprire che era stato fabbricato a Milano. Ancora più importante fu il ritrovamento di un sacco di iuta con la scritta “Malteria Adriatica”, azienda
con sede a Venezia. Una serie di indizi portarono a due italiani che erano riusciti a entrare in contatto con due
ungheresi, elementi sospetti; Gustzav Kovacs e Jozsef Raffai. Raffai collaborò e dichiarò che a fare il colpo erano
stati Kovacs e i due italiani.
A questo punto iniziò la collaborazione con il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico dei Carabinieri. Chi erano i due
italiani e dove si trovavano? E dove erano finite le opere rubate? Le indagini seguirono vie diverse, con il coinvolgimento anche della polizia greca che portò a importanti conferme sul coinvolgimento di elementi greci.
Alcuni personaggi, sospettati di far parte del furto, furono fermati in Italia dai Carabinieri. Uno di questi era tale
Giacomo Morini.
Intanto cresceva il clamore internazionale sulla vicenda e la refurtiva era diventata difficile da piazzare; il pericolo era che venisse distrutta.
La polizia ungherese riuscì a far parlare Kovacs e nel gennaio del 1984 venne ritrovato il Ritratto di giovine di
Raffaello, nascosto in un sacco e sepolto sotto terra in un villaggio presso Budapest.
Il 20 gennaio, cinque giorni dopo il ritrovamento del Raffaello, una telefonata anonima giunse alla sede dell’Interpol di Atene: la voce di un greco indicava dove ritrovare le sei opere mancanti. Erano a Egio, sponda meridionale del Golfo di Corinto, nel giardino del monastero di Panagia Trypiti, dentro una grossa valigia nascosta tra i
cespugli.
Il 27 febbraio venne arrestato a Reggio Emilia Ivano Scianti, due giorni dopo Graziano Iori si costituì ai Carabinieri di Ventimiglia. A questo punto fu possibile ricostruire il profilo della banda e la dinamica del furto: oltre a
Morini, Scianti e Iori avevano preso parte al colpo anche Giordano Incerti e Carmine Palese (che vennero subito
arrestati). Incerti aveva fatto da palo, Scianti, Iori e Palese avevano attuato il furto, Kovacs e Raffai li avevano
attesi con le Trabant. La refurtiva era stata affidata al Morini che l’aveva portata in Grecia per consegnarla al
presunto committente del furto, il magnate dell’olio Eftimios Moskachilaidis, per un compenso di 50.000 dollari.
La consegna non venne mai effettuata e ciò impedì di esibire solide prove sul coinvolgimento dell’industriale.
Italia batte Slovacchia.
Il nuovo Suv sportivo della Lamborghini, super modello della casa di Sant’Agata controllata da Audi, sarà prodotto nel nostro Paese e non a Bratislava, dove la Volkswagen produce i suv Audi Q5 e Audi Q7 e, parzialmente,
Porsche Cayenne. Andrà sul mercato nel 2018. Un bel colpo per l’immagine del nostro Paese, con probabili 600
nuovi posti di lavoro e rilancio di tutto il sito produttivo di Sant’Agata.
La fotografia della prima pagina illustra
Lubecca - la Rathaus -
Luoghi da visitare, se avete tempo.
Castello Sannazzaro - Giarole (AL)
La costruzione del castello venne ideata sulla base di un diploma dato dall’Imperatore Federico Barbarossa a Pavia, il 4 dicembre 1163, a Guido, Burgundio, Assalito e Raineri, cavalieri di Sannazzaro in cui,
tra gli altri privilegi, li autorizzava a costruire un castello dovunque volessero nei loro possedimenti
(ubicunque voluerint in possessionibus eorum).
Altri documenti attestano l’esistenza del castello a partire dalla fine del 1200-inizio 1300.
Modificato più volte in varie epoche venne trasformato in residenza di campagna nel XVIII secolo con
la ristrutturazione dell’ala sud prospiciente il paese, mentre nel 1854-57 venne ridecorata e restaurata
secondo il gusto neogotico allora imperante, l’ala occidentale e settentrionale con importanti risultati
scenografici e decorativi.
Il complesso è circondato da un parco di circa 23 mila metri quadrati delimitato dal torrente Grana che
un tempo forniva l’acqua al fossato, da un giardino di impianto ottocentesco, all’inglese, con alberi
d’alto fusto, platani, ippocastani, ginko, noci, tassi e pioppi. Un piccolo frutteto e un ampio gazebo nella parte occidentale dietro le scuderie completano il tutto.
Il fantasma. Nel 1854-57 il conte Giacinto Sannazzaro Natta fece restaurare in stile neogotico
(e neorinascimentale) il grande salone d’ingresso, lo scalone principale, la sala da ballo e le principali
camere da letto. Fu in quell’occasione che lavorarono per Giarole alcuni valenti artisti e pittori piemontesi come Paolo Emilio Morgari e Andrea Gastaldi. Un altro pittore di valore, un giovane della famoglia Grosso (stirpe di pittori piemontesi dell’Ottocento), morì cadendo mentre affrescava il gruppo centrale della sala da ballo. Si dice che il suo fantasma vaghi ancora nelle sale del castello e forse è proprio
lui che a dispetto dei suoi proprietari, amici e ospiti, accende le luci negli angoli più impensati e non
solo (attenti alla torre…)
La Madonna del Rosario. Da molti secoli i Sannazzaro portano in processione per il paese di Giarole durante la prima domenica del Rosario, dedicata
da S.S. Pio V nel 1571 alla battaglia di Lepanto, una statua lignea della Madonna. Il padre dell’attuale proprietario, Ranieri Sannazzaro, raccontava a
qualcuno dei suoi giovani parenti, che partecipava svogliatamente a questa
tradizione, di averla saltata soltanto in due occasioni, nel 1943 nel 1944,
quando era prigioniero in Germania.
Il passaggio segreto e i sotterranei del castello. Giarole ha due leggende di passaggi segreti collegati a castelli e fortezze. Una parla di un passaggio segreto verso il castello di Pomaro, a circa 3 chilometri di distanza, già residenza dei conti Calvi di Bergolo e della principessa Jolanda di Savoia; l’altra di
un passaggio segreto verso il castello di Baldesco, che fu per molti secoli proprietà dei marchesi Natta
d’Alfiano, cugini dei Sannazzaro. L’ingresso di questi passaggi segreti sarebbe, a detta di esperti, facilmente identificabile nella parte nord dei sotterranei del castello, non lontana da quella che fu la prigione ( in uso e documentata fino al 1796). Nella parte nord dei sotterranei si trova anche un “infernot” in
mattoni e muratura dove veniva conservato il vino migliore. Tra i sotterranei del castello e la cripta
della Chiesa di S. Giacomo potreste fare altre interessanti scoperte.
PS - Il castello è visitabile su appuntamento - tel 335– 1030923 - oppure 347– 2505519
E-mail: [email protected]
La pagina economico-finanziaria
Auto USA 2016.
Studi di architettura nel mondo -
Nell’anno appena trascorso iI mercato USA ha
segnato il record storico di vendita con 17,54 milioni di veicoli, 56 mila più del 2015, con una crescita di un milione di veicoli all’anno per sei anni;
la serie positiva più lunga degli ultimi cent’anni.
FCA ha segnato il passo (-0,3%) con 2.244.315
unità e con un risultato economico che rappresenta il 90% dei profitti del gruppo.
Gli altri due big hanno venduto, rispettivamente,
General Motors 3.042.775 ( - 1,30%) e Ford
2.614.697 (+0,10%) unità.
Da segnalare, per tutte la case, una forte diminuzione delle vendite di berline, a vantaggio dei Suv
e pick-up, in crescente popolarità.
Il 2017 si presenta con le incognite legate alla politica che Trump deciderà di adottare, specie per
quanto riguarda l’ecologia e il protezionismo.
Classifica per numero di architetti impiegati.
1. Aecom (USA) - 1.370 architetti impiegati
2. Gensler (USA) - 1.346
3. IBI Group (Canada) - 1.129
4. Nikken Sekkei (Giappone) - 1.109
5. Aedas (Cina/UK) - 1.078
6. Perkins & Will (USA) - 771
7. DP Architects (Singapore) - 736
8. HOK (USA) - 715
9. Samoo Architects (Sud Corea) 712
10. Foster & Partners (UK) - 646
PS - I fatturati variano da “over 400 million dollar” di
Aecom, Gensler e Nikken Sekkei a “80” di DP Architects.
Fonte : Building Design - rivista inglese
Vendite via eCommerce.
Studi di architettura in Italia -
Le ultime stime del mercato mondiale 2016 parlano
di cifre intorno ai 2.300 miliardi di dollari.
Ripartizione mondiale per Stati :
Cina 33,7%
USA 26,2 %
UK 7,7%
Giappone 5%
Francia 3,2%
Germania 2,9%
Corea del Sud 2,8% Canada 1,6% India 1,1%
Russia 1% Altri 14,8%
Valori per Stati europei ( miliardi di dollari) :
UK
174,3
Francia 72
Germania 66,2
Russia 22,8
Spagna 20,1
Italia 19,6
Altri 131,2
Italia - dei 19,6 miliardi 10,6 sono acquisti di servizi e
9 di prodotti.
Quote di acquisti on-line sul totale acquisti.
UK 19% - Germania 12% - Francia 10% - Italia 5%
E’ opinione confermata che la bassa quota italiana sia
dovuto a una carenza di offerta, non di scarsa propensione all’acquisto, tanto è vero che molti acquisti
da parte degli italiani vengono fatti all’estero.
Classifica secondo i dati di bilancio 2015
1. Renzo Piano Building Workshop
2. One Works
3. Lombardini 22
4. Antonio Citterio Patricia Viel Interiors
5. Pininfarina
6. Antonio Citterio Patricia Viel Design
7. David Chipperfield Architets
8. Hydea
9. Cremonesi
10. Studio Baciocchi
NB. Se si sommano i fatturati del due Studi Citterio
& Viel, questi diventano i primi in classifica.
La classifica non comprende i fatturati realizzati da
studi esteri collegati con la casa madre italiana ( ad
esempio Renzo Piano).
Fonte : Sole 24 Ore - ottobre 2016
Technogym - Solo iol 20% del fatturato viene realizzato
in Italia
Industria 4.0 ( segue da pagina 2). Dopo le definizioni vediamo i risultati.
Impatto dell’innovazione - Confronto 2014/2007 - Produzione manifatturiera potenziale
Belgio + 16,3% - Germania + 7,7 % - Austria + 7,3 % - Olanda + 3,1 %
Spagna - 24% - Italia - 17,7 % - Francia - 10,9 % - Area Euro - 5,5%
Aumento atteso di produttività del lavoro con l’intelligenza artificiale (2035 rispetto a oggi).
Austria 30 - Germania 29 - Olanda 27 - Francia 20 - Belgio 17 - Italia 12 - Spagna 11 -