C`eravamo tanto amati

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Transcript C`eravamo tanto amati

120 anni ancora
81 giorni
SETTIMANALE DELLA VAL SUSA E VAL SANGONE
ANNO 120 - N. 5 - Giovedì 2 febbraio 2017 - Poste Italiane Spa - Sped. Abb.Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) NO/TO - art.1, comma 1 - Euro 1.40
OULX
UNIONE MONTANA
L’albero della Memoria cresce
grazie agli studenti
dell’Istituto Des Ambrois
VALGIOIE - REANO
Incontro a Bussoleno tra
i sindaci valsusini e il prefetto
Renato Saccone
SERVIZIO - A PAGINA 13
In arrivo nei prossimi giorni
ventisei richiedenti asilo,
saranno ospitati in due villette
ZOLFINI - A PAGINA 35
BREZZO - A PAG.4
Il gruppo CLN mantiene la parola e firma l’accordo preliminare per l’acquisto
La Vertek è salva
CONDOVE – La Cln mantiene le parola data e la vicenda
della Vertek di Condove, da tutti conosciuta come la ex Moncenisio, si avvia a una conclusione
positiva con la firma, avvenuta lunedì sera, 30 gennaio, dell’accordo preliminare dello stabilimento condovese, ex Lucchini,
già in amministrazione straordinaria, al Gruppo Magnetto.
Un processo che non sarà
semplice, visto il cambiamento
produttivo che dovrà essere effettuato anche se la fabbrica condovese continuerà ad operare
nella siderurgia, tanto che Magnetto ha chiesto il ricorso alla
cassa integrazione straordinaria
per tutti i dipendenti per un periodo di due anni. La notizia, è
stata diffusa nella mattinata di venerdì, è stata accolta con una certa prudenza iniziale.
ASL TO3
Ospedale di Susa,
dopo un anno
di Day Service
materno-infantile,
il bilancio è positivo
BREZZO - A PAG. 10
ANDOLFATTO - A PAGINA 23
Un interno della Vertek di Condove
“C’eravamo tanto amati”
SUSA
27 gennaio, Adelaide
perde la Memoria.
Solo 12 partecipanti
allo spettacolo
9771721247200170005
BREZZO - A PAG. 9
Almese,
Rubiana
e Villar Dora
tre Comuni
in lite.
Perchè?
BUSSOLENO
Tessere del treno
gratuite per chi ha l’Isee
“povero”. Ne discutono
i sindaci con il Ceim
GRANDI - ROSSETTI E TAGLIANETTI - A PAG. 3
ANDOLFATTO - A PAG. 19
VentiRighe
P
overa Italia. Lo spread
che torna a salire, la disoccupazione giovanile che è oltre il 40%, l’Europa che ci chiede una correzione, lacrime e
sangue, della nostra manovra
economica e nessuno in tempi
elettorali ha però voglia di farla.
Non siamo pessimisti ma semplicemente realisti se scriviamo
che siamo un Paese fermo, sempre più vecchio. Se poi ci mettiamo le calamità naturali, un terremoto che sembra non finire più.
L’arrivo pressoché continuo di
profughi, di rifugiati con l’Europa (sempre lei) che se ne frega
(scusate il verbo). Tanto la spiaggia dell’Europa siamo noi. In
questo quadro più che desolante,
la politica, più che parlare, balbetta o recita la sua solita commedia. I più sembrano invocare
il voto, come soluzione a tutti i
problemi. Il voto, si sa, è sacrosanto. E’ il principio di una vera
democrazia. Ma non si dovrebbe
andare a votare pur che sia. Un
minimo di legge elettorale ci
vuole. Salvo considerare la Corte Costituzionale il vero Parlamento italiano. Ma non può essere così. Verrebbe voglia di
dire: ofelè fa el to mestè. Parlamento fai il Parlamento. Alla
fine però verrà fuori un pastrocchio e si andrà a votare. Perché
tutti, a destra, a manca e al centro guardano al palazzo d’inverno. Che sarebbe poi il Governo
del Paese. Mentre scrivo, non so
perché, canticchio: “Siamo rimasti in tre, tre somari e tre briganti, sulla strada longa longa di
Girgenti”. A sinistra è il caos,
basti come prova la frase di uno
che se ne intende, che dice: senza congresso, si corre al voto tutti liberi. Come se giocassimo a
nascondino. A destra la speranza (!?) è un ottantenne. Non so
dove stiano i grillini, ma per
loro il futuro è un ex comico. Coraggio, finiamo ancora cantando:
come la marcia ben la banda, la
banda, come la marcia ben la
banda la banda. E poi ci chiediamo, perché l’Italia va male?
*