Pronto soccorso, inutile persino un esposto

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Transcript Pronto soccorso, inutile persino un esposto

-MSGR - 05_LATINA - 41 - 29/01/17-N:
41
Domenica 29 Gennaio 2017
www.ilmessaggero.it
Latina
Tir rubati in Umbria grazie ai droni
La Polstrada di Aprilia in collaborazione con la Digos `I grossi autosnodati trafugati fra Terni e Perugia finivano
di Terni sgomina una banda di romeni che vive a Latina per essere nascosti in un capannone di Campoverde: tre arresti
`
IL BLITZ
Sono nove, al momento, gli episodi contestati a tre romeni che abitano a Latina e che sono i componenti di una banda specializzata
in furti di mezzi pesanti ai danni
di ditte ternane e delle province
di Grosseto, Frosinone, Perugia
ma anche di Latina, scoperta dalla Digos di Terni coordinata dal
dirigente Colurci insieme con gli
investigatori della Polizia stradale di Aprilia guidati dall’ispettore
Massimiliano Corradini.
L’indagine iniziata nel Ternano
ha visto l’apporto determinante
degli investigatori della Polizia
stradale di Latina e, soprattutto,
del team del distaccamento polstrada
di
Aprilia
diretto
dall’ispettore Corradini.
I tre romeni, di età compresa tra i
30 e i 31 anni, tutti disoccupati e
residenti a Latina, avevano la loro base logistica del gruppo in un
capannone di Campoverde di
Aprilia, sono stati arrestati al termine di un’indagine, coordinata
dal sostituto procuratore Marco
Stramaglia, avviata a maggio
2016, dopo il primo furto di tre tir
Mercedes Actros e tre semirimorchi, con all’interno rotoli di acciaio, nella ditta ternana Asciutti
Autotrasporti del valore di centinaia di migliaia di euro. Avevano
fatto seguito altri episodi simili,
alla società Nizzi, sempre ai danni di semirimorchi carichi di
merce e di tir Mercedes, tanto
che nel Ternano il fenomeno aveva destato allarme tra le associazioni di categoria degli autotrasportatori del territorio, tra cui
anche la Confindustria di Terni.
In base a quanto accertato dalla
polizia, la banda agiva secondo
uno schema collaudato: nelle ore
serali i componenti del gruppo
partivano, organizzati, da Campoverde per raggiungere nelle
prime ore notturne i luoghi da
colpire, preliminarmente individuati in accurati sopralluoghi
compiuti nei giorni immediatamente antecedenti il furto. Con
l’uso anche di droni che venivano
fatti sorvolare sopra i piazzali dove erano parcheggiati i mezzi pesanti da rubare.
Obiettivo della banda era rubare
camion di alcune marche e modelli, macchine da lavoro, mezzi
di trasporto eccezionale e attrezzatura da cantiere. Una volta
commesso il furto, il gruppo riprendeva la via del ritorno percorrendo preferibilmente strade
secondarie per eludere i controlli
della polizia, fino a raggiungere
le località di partenza e consegnare la refurtiva a ricettatori locali.
Questi ultimi, a loro volta, provvedevano a “ripulire” i tir per rimetterli nel mercato, sia nazionale ma soprattutto estero, sostituendo i telai originali e falsificando le carte di circolazione.
Molti mezzi venivano portati direttamente in Albania via mare,
proprio grazie ai documenti abilmente falsificati.
La banda aveva adottato alcuni
accorgimenti per evitare di essere rintracciata, come l’uso di
schede telefoniche intestate a
prestanome, che venivano periodicamente sostituite insieme ai
cellulari. Tutti molto vecchi, che
venivano gettati dopo il colpo.
Nel corso delle perquisizioni do-
miciliari e nel capannone industriale di Campoverde, utilizzati
per nascondere i mezzi rubati,
sono stati scoperti e sequestrati
quattro tir, un escavatore Caterpillar, una macchina rullatrice
da asfalto, sofisticati sistemi elettronici per inibire anche i più
evoluti sistemi di allarme e
geo-localizzazione, numerosissime chiavi di automezzi rubati,
targhe, motori Mercedes di tir rubati, una centralina elettrica per
memorizzare i codice delle chiavi elettroniche, altro materiale
edile ed industriale provento di
vari furti, oltre a 10.000 euro in
contanti.
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Morte da spiegare, un’indagine su Carissimo
SEZZE
E’ stata aperta un’indagine sulla
morte del professor Quintino Carissimo, docente di matematica
presso l’istituto Pacifici e De Magistris. La Polizia Locale di Sezze
sta indagando su quanto accaduto il 9 gennaio scorso in via Piagge Marine, strada dove Quintino
Carissimo è stato trovato riverso
a terra dopo essersi sentito male.
Pare che l’uomo cadendo, infatti,
abbia sbattuto contro una macchina in sosta, ieri posta subito
sotto sequestro dal Comando della Polizia Locale. Sulla dinamica
di quanto avvenuto sono sorti subito dei sospetti, soprattutto da
parte dei familiari della vittima, i
quali ieri hanno chiesto e ottenuto che sulla salma venga esegui-
to l’esame autoptico. I figli e la
moglie del professore chiedono
che sia fatta luce sugli attimi che
hanno preceduto la rovinosa caduta a terra di Carissimo. I fatti
risalgono appunto alla mattina
del 9 gennaio scorso, quando il
docente di matematica si era recato presso un istituto di credito.
Uscito dalla banca Carissimo si
sarebbe accasciato a terra a causa di un malore in prossimità di
un’automobile in sosta, ipotesi
che non ha mai convinto i familiari. Immediatamente l’uomo
venne soccorso e trasportato
con urgenza in eliambulanza
presso l’ospedale civile Santa
Maria Goretti di Latina, con un
codice rosso e in condizioni disperate, dovute ad una profonda
emorragia cerebrale. Ieri mattina, dopo due settimane di terapia intensiva e coma farmacologico, il paziente è deceduto. Si
vuole capire se ha urtato l’auto
MALORE O ALTRO?
IL PROFESSORE
È DECEDUTO
AL GORETTI, DISPOSTA
L’AUTOPSIA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pronto soccorso, inutile Il sindaco Procaccini entra
persino un esposto
nel consiglio nazionale dell’Anci
SANITÀ
L’affollamento di questi giorni è
lo stesso degli ultimi anni, ma
non sono serviti nemmeno gli
esposti alla Procura della Repubblica o i cambiamenti ai vertici
dell’ospedale e della Asl per una
inversione di marcia. Anzi, se
possibile, le condizioni del pronto soccorso dell’ospedale “Santa
Maria Goretti” di Latina sono ulteriormente peggiorate. Non per
cattiva volontà degli operatori,
sia chiaro, loro vivono in prima
linea tutto l’anno e praticamente
24 ore su 24. È che gli accessi crescono, le strutture restano quelle, così come gli ausili - salvo un
recente acquisto di barelle - il
personale anche. Il “filtro” del
territorio resta una pia intenzione, qualcosa cominciano a fare
gli “ambu fest” nei fine settima-
L’USB SI RIVOLSE
ALLA PROCURA
MA DAL 2014
NESSUN INTERVENTO
E LA SITUAZIONE
RESTA DIFFICILISSIMA
na ma ancora non è sufficiente.
A fronte di questo, la situazione
quotidiana è a dir poco caotica. è
in programma a inizio settimana
un ennesimo vertice per cercare
di capire cosa si possa fare e come intervenire, ma sembra un
cane che si morde la coda. Perché ogni giorno ci sono sale visita super affollate, pazienti in attesa, malati in osservazione inevitabilmente a fianco di chi è appena arrivato ed è in barella, ambulanze bloccate perché non
possono “sbarellare” e via discorrendo.
La cosa che colpisce è che nulla,
finora, abbia dato esito. L’esposto alla Procura, ad esempio, presentato nel marzo 2014 dal sindacato Usb è rimasto nei cassetti.
Venivano descritte - in pratica le stesse condizioni di adesso.
Certo, non possono essere i magistrati a dare una soluzione e nel
caso di apertura di un’inchiesta
non è che da oggi a domani si trovano possibili responsabili e soluzioni immediate, ma quello
che arriva dal pronto soccorso
del “Goretti” e dagli altri dipartimenti di emergenza è un grido
d’allarme che qualcuno dovrà
pur ascoltare.
«Noi abbiamo fatto un presidio
in azienda, siamo andati in Procura - spiegano dall’Usb - abbiamo invitato i colleghi a sottoscrivere lettere con le quali informare che in condizioni di sovraffollamento non si possono garantire i normali standard, ma purtroppo nulla è cambiato». La situazione è comune ad altre realtà del Lazio, non c’è dubbio, ma
questa è una spiegazione che regge fino a un certo punto. In sanità il male comune, non può essere considerato mezzo gaudio.
Giovanni Del Giaccio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
TERRACINA
Il sindaco Nicola Procaccini è
entrato a far parte del Consiglio Nazionale dell’Anci, l’associazione che rappresenta la
quasi totalità dei Comuni da
nord a sud d’Italia. Di fatto il
consiglio è una sorta di parlamento dei Comuni nel quale si
entra su nomina del presidente
e su indicazione dei vari partiti
nazionali. Nel caso del sindaco
di Terracina, dunque, il suo ingresso è stata la conseguenza
delle indicazioni fornite da Fratelli d’Italia. La comunicazione
è stata fatta venerdì scorso dal
presidente del consiglio nazionale Enzo Bianco, una notizia
che ha fatto particolarmente
piacere a Nicola Procaccini.
cadendo o se non sia stato colpito dal veicolo, in sostanza, magari durante una manovra.
Molto conosciuto in città, Quintino Carissimo insegnava da moltissimi anni matematica presso
l’Istituto di via Cappuccini. Noto
in città per la sua professionalità, messa a disposizione anche
per i corsi organizzati dalla sua
FB Formazione & Progettazione,
in collaborazione con altri docenti del luogo, ma anche per il
suo impegno in politica negli anni passati. Quintino lascia la moglie e due figli, avrebbe compiuto sessanta anni il prossimo 3
agosto. I funerali verranno svolti
subito dopo il dissequestro della
salma da parte della magistratura.
Alessandro Mattei
«Ringrazio Fratelli d’Italia per
avermi indicato in seno all’organismo in cui si sviluppa il
confronto tra le città italiane,
oltre che tra queste ed il governo nazionale - ha dichiarato il
sindaco- Spero di poter dare un
contributo utile, rispetto al delicato ruolo che svolgono le istituzioni comunali nell’ordinamento italiano, ma anche di poter rappresentare la città di
INDICATO
DA FRATELLI
D’ITALIA:
«SONO
ORGOGLIOSO»
SI OCCUPERÀ
DI PORTI
A scuola
di diritti umani
con Amnesty
Terracina su un piano “alto”
dove non è mai stata davvero
presente. Non a caso, ho scelto
di far parte della commissione
presieduta dal sindaco di Livorno che si occupa delle città portuali. Resto dell’idea - conclude
Nicola Procaccini - che il legame tra i campanili, a prescindere dalle appartenenze politiche, sia la spina dorsale del passato e del futuro d’Italia. Un elemento di unità e speranza per
tutti».
A memoria, dovrebbe trattarsi
della prima volta che un sindaco di Terracina entri a far parte
del
Consiglio
Nazionale
dell’Anci, altro dettaglio che
inorgoglisce il primo cittadino
appena nominato.
Rita Recchia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Un supercommissariato per Formia
GLI OBBIETTIVI
Un supercommissariato a Formia
e una sede staccata della Dia a Fondi o Sperlonga per combattere con
più efficacia le varie forme di criminalità organizzata e le infiltrazioni
della camorra nel sud pontino.
Queste istanze sono state più volte
ribadite durante il convegno su
“Mafie nel Basso Lazio, tante luci,
ma…”, organizzato a Formia nella
sala Ribaud dall’associazione antimafia “Antonino Caponnetto”, che
ha visto confrontarsi esponenti
dell’amministrazione comunale
(l’assessore Claudio Marciano), del
Movimento dei Poliziotti democratici e progressisti (Francesco Putorti), della commissione parlamentare antimafia (Francesco D’Uva) e
dell’associazione Caponetto (il presidente onorario Alfredo Galasso e
il segretario nazionale Elvio Di Cesare). E proprio Di Cesare ha fatto il
punto sulle attività svolte e anticipate quelle in agenda «per tentare
di sconfiggere il cancro che, più tutti, rende assai nebuloso il futuro di
un comprensorio di confine qual è
quello del Golfo». E ha aggiunto
che «nemmeno quel poco che è stato realizzato finora nella lotta al
crimine organizzato si sarebbe potuto ottenere se non fossero intervenute le Direzioni Distrettuali Antimafia di Roma e Napoli, i corpi
speciali come la Dia, il Gico della
Guardia di Finanza e il Ros dei carabinieri». L’associazione Caponnetto ha rinnovato l’esigenza di rafforzare i presìdi di polizia in provincia di Latina con esperti in indagini di carattere finanziario, econo-
mico e patrimoniale. Di Cesare ha
inoltre ribadito la necessità di istituire al più presto a Formia un supercommissariato, diretto da un
primo dirigente esperto nell’azione di contrasto alle mafie e dotato
di una sezione della Mobile. Ed è
stata anche riproposta l’istanza di
una sezione staccata della Dia “che
potrebbe trovare sistemazione,
senza spese aggiuntive, nella caserma della della Finanza di Fondi o in
quella della stazione dei carabinieri di Sperlonga”. L’assessore formiano Claudio Marciano si è soffermato sulla questione dei rifiuti e
delle ecomafie, ribadendo l’opportunità della gestione pubblica per
prevenire infiltrazioni. Ed ha infine accennato alle difficoltà nel gestire i beni confiscati alla camorra.
Sandro Gionti
FORMIA
“Scuole amiche dei diritti umani” è il titolo del progetto didattico promosso dal Comune in
collaborazione con Amnesty
International, per sensibilizzare le nuove generazioni sui
principali diritti alla base della
civile convivenza tra le persone. Martedì e giovedì si terranno, alle 9.30 presso la sala Ribaud, i primi due incontri, il
primo riservato alle scuole medie e il secondo agli studenti
delle scuole superiori, per illustrare fini e modalità del progetto.
«Sarà l’occasione per incontrare ragazzi e docenti - sottolinea l’assessore alle Politiche
scolastiche Maria Rita Manzo
- e per iniziare ad impostare il
percorso didattico-educativo.
Alle attività in classe si accompagneranno workshop, incontri, conferenze con esperti, cineforum, spettacoli teatrali e
scambi con altre scuole d’ambito sia nazionale che internazionale. Ciascun Istituto ha
scelto un argomento da approfondire: stereotipi, pregiudizi,
discriminazione, cyperbullismo e migranti, diritti umani e
pena di morte». L’idea nasce
dal percorso di collaborazione
che l’amministrazione ha avviato con le dirigenze degli istituti scolastici e Amnesty International. Una forma di partenariato che per la prima volta
vede insieme protagonisti Comune, scuole e Amnesty di un
importante percorso di sensibilizzazione su temi fondamentali per la crescita umana,
culturale e relazionale dei giovani.
An.Gio.
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