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Riforme. Presentati emendamenti Anief al Senato: richieste
molte modi che
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ANIEF – Arrivano al Senato gli emendamenti
Anief agli otto decreti delegati della Legge
107/2015 di riforma della Scuola, approvati il 14
gennaio scorso dal Consiglio dei Ministri: a
illustrare alla VII Commissione di Palazzo
Madama le proposte di modi ca, nel pomeriggio
di mercoledì 2 febbraio, è stato Marcello Paci co,
segretario confederale Cisal e presidente nazionale Anief.
Durante l’audizione, il sindacalista si è soffermato sulle questioni irrisolte del settore
scolastico, che necessitano di interventi immediati e risolutori, per evitare di mettere
a serio rischio lo svolgimento del prossimo anno scolastico: gestione della fase
transitoria per gli insegnanti precari abilitati, vincitori e idonei del concorso, docenti
dell’infanzia ed educatori, blocco decennale sul sostegno e stabilizzazione dei posti
in deroga, precari in servizio all’estero, parità di trattamento e rivalutazione
dell’assegno dell’indennità di sede, retribuzione delle attività legate all’Invalsi,
insegnamento di diritto, loso a e storia per la cultura umanistica, tempo pieno e
prolungato. Paci co ha quindi spiegato le motivazioni che hanno portato
l’associazione sindacale a sostenere con forza le modi che parlamentari alle otto
deleghe della L. 107/15.
Sulla delega relativa al “riordino, adeguamento e sempli cazione del sistema di
formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria” (Atto n.
regolarità delle lezioni nelle nostre scuole, prima sono stati ignorati dal piano
straordinario d’assunzioni della Buona Scuola, ora anche dalle deleghe. Una
situazione di stallo, che li accomuna a chi ha partecipato all’ultimo concorso a
cattedra. Si vuole attuare una fase transitoria, prima dei nuovi concorsi, ma senza
Codice abbonamento:
prossimo triennio esclude l’assunzione dei precari abilitati: benché garantiscano la
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377), il sindacalista ha ricordato che il riordino del reclutamento dei docenti per il
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tenere conto di quanto accade nelle scuole per garantire la continuità didattica.
In particolare, è stato sottolineato il perdurante disallineamento tra domanda e
offerta dovuto al blocco dell’aggiornamento delle GaE, il mancato inserimento di
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Lavoro?
personale abilitato, la contrazione degli organici e la falsa individuazione
dell’organico di diritto, che produce nuovo precariato con sempre più numerose
condanne del Miur al pagamento di scatti stipendiali, mensilità estive, risarcimenti e
spese legali. Così come non si prospetta alcuna soluzione per i laureati che potevano
misurare il loro merito e non possono conseguire l’abilitazione. Inoltre, i futuri
tirocinanti, vincitori di concorso, lavoreranno senza aver riconosciuta la loro
professionalità, essendo costretti a ripartire da zero, in cambio di un micro stipendio
di formazione iniziale di 400 euro, assegnatogli per il primo anno, a cui seguirà un
ulteriore biennio a paga ridotta.
Per quel che riguarda la legge delega sulle “norme per la promozione dell’inclusione
scolastica degli studenti con disabilità”, Atto 378, l’organizzazione sindacale spiega i
motivi per cui sarebbe un grave errore raddoppiare la permanenza sul sostegno da 5 a
10 anni: “ciò – ha spiegato il sindacalista Cisal-Anief – non aiuta la continuità
didattica, contrasta la motivazione e discrimina il docente specializzato rispetto ai
colleghi che continueranno ad avere il blocco triennale sulla disciplina. L’unico
aspetto positivo è che, rispetto all’attuale normativa, viene riconosciuto il servizio
pre-ruolo nel computo degli anni svolti”. Tra le modi che richieste, la possibilità del
docente di ruolo, anche specializzato, di essere utilizzato su posti di sostegno. E nel
caso di un docente precario, di poterlo assumere a tempo determinato una seconda
volta e una terza, termine dopo il quale scatterebbe la sua immissione in ruolo per
garantire la continuità didattica e il rispetto delle norme comunitarie. Si richiede,
inoltre, la progressiva stabilizzazione del personale sui 40mila posti liberi ancora oggi
assegnanti annualmente, in deroga, no al 30 giugno dell’anno successivo.
Sul decreto delegato sulla “revisione dei percorsi dell’istruzione professionale, nel
rispetto dell’articolo 117 della Costituzione, nonché raccordo con i percorsi
dell’istruzione e formazione professionale”, Atto 379, premessa la necessità di
eliminare “sovrapposizioni e pleonasmi”, è stato ricordato che dopo la sentenza n.
284/2016 della Corte Costituzionale, non si può legiferare non tenendo conto della
centralità delle Regioni su questo versante. In particolare, come ha detto la Consulta,
sulla “previsione degli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi
educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia, diversi cati in base alla tipologia,
all’età dei bambini e agli orari di servizio, prevedendo tempi di compresenza del
personale”. Anche nella ride nizione degli indirizzi di studio, si è rivendicata una
maggiore “comunicazione” tra i due ambiti e collegamento col mondo del lavoro,
sempre tutelando i diritti degli allievi attraverso la stipula di apposite convenzioni. A
tal proposito, va sempre preso in considerazione lo statuto dei lavoratori, il D.M.
300/77, per il quale lo studente-lavoratore è un soggetto avente titolo a completare il
percorso di studi. Allo stesso modo, lo statuto degli studenti e delle studentesse del
1998 accorda il loro diritto alla partecipazione alle attività extracurricolari
organizzate dalla scuola.
di potenziamento e un piano straordinario di assunzioni di 33mila maestri e 2.500
educatori (inspiegabilmente ignorati dalla riforma della Buona Scuola), considerando
anche la presenza di decine di migliaia di posti già oggi vacanti. Oltre che di prevedere
l’anticipo di un anno dell’obbligo scolastico in classi in compresenza (l’anno
terminale del Sistema integrato, con docenti in contemporanea appartenenti sia alla
Codice abbonamento:
istruzione dalla nascita sino a sei anni”, l’Atto 380, Cisal-Anief ha chiesto l’organico
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Per il decreto legislativo sulla “istituzione del sistema integrato di educazione e di
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scuola dell’infanzia che alla primaria) e la riapertura immediata delle GaE a tutto il
personale docenti abilitato, nonché l’assunzione di tutti gli idonei dei concorsi.
Esaminando il decreto legislativo concernente “l’effettività del diritto allo studio
attraverso la de nizione delle prestazioni, in relazione ai servizi alla persona, con
particolare riferimento alle condizioni di disagio e ai servizi strumentali, nonché
potenziamento della carta dello studente”, Atto 381, l’organizzazione sindacale ha
chiesto, tra le altre cose, di provvedere a un incremento sostanzioso delle borse di
studio, a iniziare dagli studenti appartenenti a nuclei familiari non abbienti. Inoltre,
vanno incrementati gli organici del personale docente e Ata laddove siano più alti i
tassi di dispersione scolastica, di disoccupazione e di collegamento con il mondo del
lavoro. È stato ricordato che l’Italia è l’unico Paese Ocse che dal 1995 non ha
incrementato la spesa per studente nella scuola primaria e secondaria, a dispetto di
un aumento in media del 62% degli altri Paesi.
Sul decreto legislativo recante “norme sulla promozione della cultura umanistica,
sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della
creatività”, Atto 382, Cisal-Anief ha auspicato una serie di interventi, al ne di
centrare gli obiettivi di creatività, salvaguardia del patrimonio artistico-culturale e di
centralità dei valori dell’uomo, in adeguata relazione agli studi umanistici. A questo
proposito, è necessaria l’introduzione nella scuola secondaria di secondo grado di due
ore obbligatorie di Filoso a e Storia. Tuttavia, l’entità del “Fondo per la promozione.
della cultura umanistica, del patrimonio artistico e della creatività”, pari a 2 milioni di
euro, appare largamente insuf ciente per centrare gli obiettivi pre ssati.
Per quel che concerne la legge delega sul “riordino delle scuole italiane all’estero”,
l’Atto n. 383, servono diverse modi che per evitare danni professionali al personale
in servizio precario e di ruolo: il testo sembra punire il personale in servizio nelle 142
scuole, nei 242 lettorati e nei corsi di lingua e cultura italiana. Si vuole ridurre
l’indennità ssa di sede (-38% dal 2014 per docenti superiori), penalizzare il rientro
in Italia (no al super-punteggio e sì ad ambiti territoriali), cancellare le supplenze (ore
aggiuntive obbligatorie per chi è in servizio), svilire la dirigenza (lontana dall’Ise dei
diplomatici), morti care le reggenze (il docente che sostituisce in reggenza il
dirigente scolastico dovrebbe invece avere lo stesso trattamento economico ed essere
esonerato dall’insegnamento), introdurre un tetto all’organico di sostegno (10 unità).
Per il sindacato sono poi inaccettabili le riduzioni di organici e gli spezzoni di ore. I
problemi del precariato si risolvono, piuttosto, riconoscendone dignità e parità di
trattamento, alla luce delle ultime sentenze della Cassazione che equiparano il
servizio pre-ruolo a quello di ruolo. Lo stesso vale per conferire l’indennità tabellare,
senza rivolgersi a professionalità esterne non abilitate in Italia per le stesse
discipline.
L’ultima delega su cui si è soffermato il sindacato è quella relativa allo schema di
decreto legislativo sulle “norme in materia di valutazione e certi cazione delle
competenze nel primo ciclo ed esami di Stato”, Atto 384, per la quale è necessario
mettere mano al nuovo modello valutativo allargandolo ad altri aspetti rilevanti, oltre
quello di base dell’istruzione e formazione. Si chiede il riconoscimento del lavoro
riforma del Ministro Francesco Profumo ha poi annullato. Tra i passaggi ineludibili di
una valutazione ef cace vi è quello del forte coinvolgimento del Collegio Docenti, nel
rispetto della sua autonomia didattico-docimologica. Sugli Esami di Stato, Cisal-Anief
rivendica maggior peso all’esame nale e la salvaguardia della libertà di valutazione
di ogni singolo docente. In ne, si è chiesto di ridurre l’attendibilità docimologica dei
Codice abbonamento:
Gelmini, durante l’ultimo Governo Berlusconi, aveva disposto, ma che la successiva
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aggiuntivo che la riforma della scuola precedente, introdotta dal Ministro Maria Stella
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test, metodo di valutazione che può certi care solo le conoscenze ma non le
competenze, in contrasto con quanto previsto da questo atto e dalla Circolare
Ministeriale n. 3 del 2015.
Marcello Paci co ha concluso il suo intervento ricordando “la preziosa opportunità
fornita dagli otto decreti delegati della Legge 107 per ridurre gli effetti perversi della
stessa riforma approvata nel luglio del 2015. Il sindacato ha già espresso al
Parlamento la sua linea, attraverso una serie di emendamenti al decreto
Milleproroghe, e ora si è ripetuto, convinto della bontà della sua azione, al ne di
trovare delle soluzioni ai tanti nodi da sciogliere sul funzionamento delle nostre
scuole e dell’istruzione pubblica italiana. Mantenere le deleghe così come presentate
dal Governo – ha concluso il sindacalista Cisal-Anief – costituirebbe un grave errore,
perché dimostrerebbe l’ennesima opera incompiuta del legislatore, su cui dovranno,
per forza di cose ancora una volta, mettere mano i giudici”.
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2 febbraio 2017 - 18:58 - redazione
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