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Venerdì, 27 gennaio 2017
In Italia sale lo spread, la crescita in Gran Bretagna, la moda negli Stati Uniti
Gentili Clienti,
i tassi d'interesse sono in salita, in particolare in Italia. Dopo che ieri la Corte
Costituzionale ha bocciato in parte la riforma elettorale dell'ex-premier Matteo Renzi, la
maggioranza del PD e il Movimento 5 Stelle hanno invocato la necessità di nuove elezioni
in tempi rapidi. In questo contesto è aumentato il premio al rischio per i titoli di Stato italiani
rispetto ai Bund tedeschi fino a raggiungere i 170 punti base. Si tratta del differenziale
più ampio dalle dimissioni di Matteo Renzi avvenute lo scorso dicembre, dopo il
referendum.
Ieri la Gran Bretagna ha registrato per il quarto trimestre una crescita economica su base
annuale del 2,4%. A prima vista il risultato è abbastanza soddisfacente, tuttavia in tutto il
2016 il PIL è cresciuto solamente del 2%, ritornando al record negativo del 2013.
Questo incremento è dovuto in primo luogo ai consumi privati. In particolare, è fiorente il
settore alberghiero e della ristorazione che ha raggiunto i migliori risultati degli ultimi
cinque anni. La debolezza della sterlina sostiene anche l'industria e il settore
manifatturiero, il quale del resto contribuisce al PIL solo per il 10%, rendendoli più
competitivi. E se le case automobilistiche britanniche, come è avvenuto nel 2016,
ridurranno i loro investimenti, la situazione non sembra destinata a cambiare. Per il 2017
prevedo in Gran Bretagna una crescita intorno all' 1,2%. Attendiamo per ora i negoziati
sull'uscita dall'Unione Europea. La Brexit non è ancora iniziata.
Negli Stati Uniti l'indebitamento delle famiglie è ormai molto diminuito rispetto al periodo
precedente alla crisi finanziaria. E anche se i tassi d'interesse sono in aumento, il mercato
immobiliare sembra di nuovo interessante. Negli ultimi dieci anni il numero di immobili
acquistati e venduti non era mai stato così elevato come nel 2016, in seguito
all'incremento delle retribuzioni e al basso tasso di disoccupazione, ma anche a causa del
timore di un aumento dei costi di finanziamento. Questa "house flipping“, come viene
chiamata questa tendenza negli Stati Uniti, è il segnale di un clima di ottimismo sui mercati
che sembrano allontanarsi sempre di più dal difficile periodo della crisi finanziaria. Se
confrontiamo il reddito disponibile, i prezzi delle case e i tassi d'interesse, si nota che gli
immobili negli Stati Uniti sono più accessibili che nel 2007.
Quando quest'anno il Kings Plaza di Brooklyn riaprirà i battenti, sarà la moda europea a
dominare questo grande centro commerciale, inondando anche la clientela newyorkese di
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nuove collezioni a ritmo settimanale. È una strategia con la quale i tradizionali marchi
americani, come J.Crew, rue21 e True Religion, in crisi di liquidità e alle prese con un
elevato rapporto di indebitamento, non riescono a tenere il passo. Se le cose non
dovessero migliorare, nei grandi shopping center potrebbero esserci tra qualche tempo
diversi posti vuoti. Sono curioso di sapere se Donald Trump avrà una soluzione. Potrebbe
introdurre dazi doganali, ma anche i marchi americani hanno ormai delocalizzato la
produzione in Asia.
Come ha dimostrato anche l'attacco dei presunti hacker russi alle elezioni americane, la
digitalizzazione, oltre a offrire nuove opportunità, nasconde alcuni effetti collaterali. La rete
globale, con il suo fitto intreccio, ci espone a questi attacchi e cresce parallelamente la
necessità di difendersi. Entro il 2021 il mercato della cyber security potrebbe crescere
in tutto il mondo fino a 200 miliardi di dollari. Nessun Paese sembra così preparato
come Israele che solo nel 2016 ha investito quasi 600 milioni di dollari in società che si
occupano di sicurezza informatica, fondate da imprenditori che beneficiano di un knowhow di cui si sono impadroniti durante il servizio militare. Gli investitori interessati possono
consultare il Nasdaq oppure ricercare le aziende che cooperano con le start-up israeliane.
Cordiali saluti
Ulrich Stephan
Global Chief Investment Officer dei Private & Commercial Clients di Deutsche Bank
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