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anticSwiss
06/02/2017 13:35:38
http://www.anticswiss.com
I secolo a.C., Maschera funeraria egizia
IN VENDITA
Epoca:
Anteriore al 16° secolo
Stile:
Altri stili
ANTIQUARIO
Ars Antiqua srl
Milano
+39 02 29529057
+39 347 9735757
Altezza:31cm
Larghezza:22cm
Materiale:Cartonnage
Prezzo:12.000€
DESCRIZIONE DETTAGLIATA:
I secolo a.C.
Maschera funeraria egizia
Cartonnage, garze di lino stuccate e dipinte, cm 31 x 22
L'antica civiltà egizia affascina ancora oggi il mondo per la grandezza della sua storia, la
modernità della sua civiltà, la ricercatezza dei suoi riti e gli elementi di superstizione
insiti nelle sue credenze. La forza della sua storia era tale che anche Roma, quando riuscì
ad annettere il regno ai suoi domini, non pote imporre a pieno la sua civiltà, come spesso
accadeva nelle terre conquistate ma dovette mantenere vive le precedenti tradizioni. Lo
stesso culto dell'imperatore romano era diverso rispetto a tutte le altre province,
caratterizzato da un'aura di divinità e col tempo da un' immagine che richiamava quella
del Faraone. Recente è il ritrovamento nel tempio di Iside, non lontano da Luxor di un'
incisione con l'imperatore Claudio (41 – 54 d.C) vestito da Faraone. Le stesse tradizioni
egizie perciò non poterono cessare; in particolare il ricco rituale funebre continuò come
da secoli ormai era impostato.
Per gli antichi egizi la morte non era la fine della vita, che continuava nell'eternità
ultraterrena; svilupparono perciò un complesso culto funerario che gli permetteva la vita
dopo la morte. Per vivere nell’Aldilà, gli antichi Egizi credevano fosse necessario
preservare il defunto attraverso la mummificazione, per consentire all'anima di vivere
nel corpo imbalsamato. Ai morti veniva poi fornito tutto ciò che poteva essere loro utile
dopo la morte, anche vestiti, suppellettili o cibo. Un modellino di barca veniva spesso
posto nella tomba per compiere il viaggio nell'aldilà. Sul volto della mummia veniva
posta una maschera funeraria. Questa serviva per aiutare lo spirito della persona defunta
a riconoscere il suo corpo. Le maschere sono ritratti idealizzati dei defunti, dagli
esemplari dorati dei faraoni alle maschere in cartonnage come quella qui esaminata. Si
tratta di una tecnica che prevede l'applicazione di fogli di lino o di papiro, incollati fra di
loro e successivamente dipinti; adatto alla manipolazione risulta infatti plastico e nella
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fase che precede l’essiccazione assume la forma desiderata, consentendo agli Egizi di
utilizzarlo per modellare maschere funerarie o rivestimenti completi di corpi mummificati
Tale tecnica è utilizzata sin dal primo periodo intermedio della storia egizia, dunque dallo
scadere del terzo millennio. La maschera in esame va datata al I secolo a.C., dunque ad
una fase di transizione tra il regno tolemaico e la dominazione romana che vede l'Egitto
annesso nel 30 a.C. e nominato provincia da
Ottaviano Augusto nel 29 a.C. Per quanto la maschera tendenzialmente rappresentasse
un ritratto idealizzato, con il passare del tempo, durante la dominazione romana, si
diffuse anche la ricerca di tratti fisionomici più corrispondenti al vero. Si tratta di una
tipologia di oggetto il cui fascino espressivo non ha tempo, si osservino gli occhi
spalancati, la resa stilizzata delle lunghe ciglia e la definizione del copricapo. Il nero degli
occhi veniva spesso realizzato in ossidiana mentre il contorno occhi con il khol nero. Le
sopracciglia sono indicate ancora da una linea di nero, le labbra sono chiuse in un sorriso
accennato. Tra le due ali laterali del copricapo, che ricorda la tipica forma del klaft in
tessuto rigato, emerge il collare wesekh dorato e decorato a file di perline, poggiante sul
petto.
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