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Rassegna Stampa
AntiCorruzione
Corriere della Calabria.it: L'Anticorruzione indaga sulla gestione dei rifiuti .................................................
Il Sole 24 Ore - Plus: Tanti arbitri ma quello Anac manca ancora ....................................................................
La Nazione (ed. Lucca): Per Sea Ambiente è Miracolo-bis Ma i revisori contestano la nomina .....................
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Privacy
Askanews: Algoritmo della reputazione: perché il Garante per la privacy ha detto no .....................................
Il Sole 24 Ore Online: FOIA e accesso civico generalizzato. Dal 28 dicembre le linee guida dell'ANAC, ....
Lavori Pubblici: Garante per la privacy: Rinnovate le autorizzazioni generali per i liberi professionisti ........
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Responsabilità amministrativa degli enti
Cinquantamila giorni: Caso Saipem, mancano le toghe. Il processo a un giudice onorario ............................
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Corriere della Calabria.it
L'Anticorruzione indaga sulla gestione dei rifiuti
Data:
02/01/17
L'Anticorruzione indaga sulla gestione dei rifiuti
L' Anticorruzione indaga sulla gestione dei rifiuti
Dubbi su procedure e servizi dopo un esposto della Daneco sugli appalti per la gestione degli impianti di
Catanzaro e Rossano. Per il servizio c'era solo un soggetto idoneo. Ora la Regione dovrà fornire risposte entro
30 giorni
Lunedì, 02 Gennaio 2017 11:37 Pubblicato in Cronaca
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ROMA Procedure di gara per l'affidamento del servizio di smaltimento e conferimento in discarica dei rifiuti,
ma l'impianto idoneo a riceverli è uno solo. È su questa situazione, che riguarda la regione Calabria e le gare
per il trattamento dei rifiuti di Catanzaro e di Rossano, che l'Autorità nazionale anticorruzione
(Anac) ha deciso di avviare un'istruttoria per valutare possibili interventi. Tutto prende le mosse da
una nota inviata all'Anac da Daneco Spa: la società ha segnalato le due procedure d'appalto relative a
Catanzaro e Rossano. Entrambe le gare prevedono oltre alle fasi principali di trattamento e stabilizzazione dei
rifiuti urbani, anche la successiva movimentazione e il collocamento finale in discarica.
Per quest'ultima attività, il compenso fissato a base d'asta a favore di chi si aggiudica l'appalto è di 68
euro/tonnellata per lo smaltimento a cui si aggiungono 23 euro/tonnellata per il trasporto (20 euro per
Rossano). Il punto è che una gara così congeniata presuppone una platea di operatori interessati e titolati a
parteciparvi. Invece, segnala Daneco all'Anac, «l'unico impianto autorizzato a ricevere i rifiuti trattati
dal polo tecnologico di Catanzaro - e a ben vedere anche da quello di Rossano - appare essere quello della
società Sovreco con sede a Crotone», a 60 km da Catanzaro e 110 da Rossano.
Quella descritta e sui cui Anac vuole far luce, è una sostanziale situazione di monopolio a cui viene
però applicato uno schema di gara aperta, stabilendo nei bandi dei prezzi di partenza che «potrebbero
apparire - rileva l'Autorità - assolutamente incongrui» soprattutto se la Sovreco decidesse di applicare «un
prezzo di mercato» diverso da quello posto a base d'asta «rendendo insostenibile l'eventuale offerta resa in
sede di gara». Secondo l'Autorità, invece, «la presenza di un unico impianto idoneo su base regionale al
ricevimento del rifiuto trattato avrebbe dovuto indurre l'amministrazione regionale ad accollarsi gli oneri
della fase finale di smaltimento del rifiuto, trattato e/o ad imporre all'unico soggetto abilitato - monopolista una tariffa predefinita, ed un conseguente obbligo legale di contrarre a carico del titolare».
Per quanto riguarda l'esito delle gare, quella di Rossano risulta aggiudicata a un raggruppamento di imprese
riconducibile a un gruppo, V&V Group, che controlla Sovreco; mentre quella di Catanzaro risulta revocata.
Ora l'Anac ha chiesto al dipartimento Ambiente della Regione una relazione esplicativa e la
documentazione relativa alle gare entro 30 giorni.
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Argomento:AntiCorruzione
p.2
Il Sole 24 Ore - Plus
Tanti arbitri ma quello Anac manca ancora
Data:
02/01/17
Tanti arbitri ma quello Anac manca ancora
il Sole 24 Ore ed. Plus
sezione: Professionisti del risparmio data: 31 Dicembre 2016 - pag: 16
Tanti arbitri ma quello Anac manca ancora
Ci troviamo in un periodo di grande effervescenza per gli "arbitri" a cui clienti di banche e investitori possono
rivolgersi. L'Arbitro bancario finanziario ha potenziato la sua struttura portando i suoi collegi da tre a sette.
L'Arbitro per le controversie finanziarie della Consob si è ufficialmente insediato e fra pochi giorni inizierà le
proprie attività. Uno però manca ancora all'appello. Si tratta dell'Arbitrato dell'Autorità nazionale
anticorruzione che dovrebbe occuparsi dei clienti delle quattro banche "risolte" a fine 2015. Da
quanto risulta il consiglio di Stato ha dato il parere su entrambi i decreti che servono per avviare gli arbitrati
presso l'Anac. Un Decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) sulla composizione del
collegio, un decreto ministeriale per fissare il procedimento. Sul Dpcm devono esprimersi, segnalano dal
ministero dell'Economia, anche le commissioni parlamentari. L'entrata in vigore dei due provvedimenti sarà
contestuale data la loro complementarietà per l'avvio dell'organismo. Sui tempi -- a più di un anno di distanza
-- non c'è ancora nessuna certezza.
L'organismo avrebbe dovuto dare risposta a chi avesse deciso di non aderire al "rimedio semplificato"
costituito «dall'indennizzo forfettario che già consente l'accesso al fondo di solidarietà con erogazione diretta».
La procedura semplificata, come più volte spiegato, dà la possibilità di rimborso fino all'80% delle somme
investite, per chi avesse acquistato, prima del 12 giugno 2014, strumenti finanziari subordinati, li avesse avuti
ancora al 22 novembre 2015 e inoltre avesse alcune caratteristiche reddituali/patrimoniali, al 31 dicembre
2015. Trq queste avere un patrimonio mobiliare inferiore a 100mila euro e un reddito inferiore a 35mila euro.
Quindi chiusura totale per le azioni e per chi non si trovasse nelle condizioni previste. A questo punto per i
risparmiatori che non intendono avvalersi della procedura semplificata c'è da sperare che si dichiari
competente l'Arbitro per le controversie finanziarie della Consob. Per i decreti sull'arbitrato Anac
bisognerà aspettare ancora.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Antonio Criscione
Argomento:AntiCorruzione
p.3
La Nazione (ed. Lucca)
Per Sea Ambiente è Miracolo-bis Ma i revisori contestano la nomina
Data:
02/01/17
Per Sea Ambiente è Miracolo-bis Ma i revisori contestano la nomina
PRIMO PIANO VIAREGGIO pag. 21Per Sea Ambiente è Miracolo-bis Ma i revisori contestano la nomina
Il sindaco Del Ghingaro tira dritto: «Nessun problema di inconferibilità»
LA QUESTIONE Secondo il collegio contabile la riconferma di Miracolo non rispetta il decreto 39/2013
TUTTO come previsto. Nell'assemblea di Sea Ambiente - riunita per procedere alla surroga di Fabrizio
Petruzzi e Franco Allegretti dimessi dal Cda su richiesta del sindaco - Giorgio Del Ghingaro ha confermato
l'avvocato Fabrizio Miracolo, già nominato a settembre del 2015, alla presidenza della società dei rifiuti, che
vede insieme i comuni di Viareggio e Camaiore con Publiambiente. Confermata nel consiglio anche Elisabetta
Emili. E, sempre come previsto e preannunciato da 'La Nazione', durante l'assemblea si è concretizzata la
questione dell'inconferibilità dell'incarico all'avvocato Miracolo, in base a quanto prescritto dal decreto
39/2013. Ovvero il decreto Monti anticorruzione; che prevede, tra le altre, la non conferibilità
dell'incarico nelle partecipate a chi ne è stato presidente o amministratore delegato nei due anni precedenti.
Secondo varie interpretazioni il cuore della questione è rappresentato dalle deleghe. Sarebbe cioè inconferibile
il nuovo incarico a chi ha avuto deleghe precedentemente: secondo altri soci di Sea Ambiente Miracolo aveva
deleghe; secondo Miracolo e Del Ghingaro le deleghe non c'erano. Il rebus da risolvere è questo. A
SOLLEVARE ufficialmente la questione è stato il Collegio dei revisori dei conti della società, che ha invitato la
funzionaria responsabile dell'anticorruzione, Gemma Basile, ad attivare le procedure di legge con la
segnalazione e il coinvolgimento dell'Anac, l'autorità nazionale anticorruzione. A questo
punto il referente per il Comune di Camaiore, il vicesindaco Simone Leo, ha invitato alla produnza, dunque a
rimandare la nomina solo dopo l'arrivo del parare dell'Anac. Per questa ragione Camaiore, come
precisa Leo «non ha partecipato al voto, mentre il socio privato si è astenuto». LA QUESTIONE però non ha
preoccupato il sindaco Del Ghingaro, che durante l'assemblea ha spiegato ai soci e ai revisori di avere dalla sua
un parere legale confortante, che afferma la piena conferibilità dell'incarico all'avvocato Miracolo.
Aggiungendo che lo mostrerà, ma solo qualora venga aperta la procedura di segnalazione all'autorità
competente. Sereno anche Miracolo: «Ho approfondito il decreto anticorruzione e per quanto
riguarda l'ambito di applicazione la normativa è applicabile, con riferimento al caso, al presidenti di enti di
diritto privato a controllo pubblico 'con deleghe gestionali dirette'. E non mi risulta avere in essere - aggiunge
-, né aver avuto in passato, tali poteri. In ogni caso, non vi sono norme applicabili alla mia situazione, né di
inconferibilità, né di incompatibilità». Forte di questa convinzione Miracolo ha firmato senza indugio l'atto di
accettazione in cui dichiara di non trovarsi in alcuna situazione di inconferibilità, di incompatibilità e di non
avere carichi giudiziari pendenti con gli enti pubblici. E infine per conto dell'Rsu dell'azienda, Giuseppe
Moriconi si congratula con il neo (ri)designato presidente: «Al quale - commenta - facciamo i migliori auguri
di buon lavoro, nell'auspicio di una buona collaborazione e nel raggiungimento degli obiettivi
dell'amministrazione Del Ghingaro». Martina Del Chicca
Argomento:AntiCorruzione
p.4
Askanews
Algoritmo della reputazione: perché il Garante per la privacy ha detto no
Data:
02/01/17
Algoritmo della reputazione: perché il Garante per la privacy ha detto no
pubblicato il 02/gen/2017 13:19
Algoritmo della reputazione: perché il Garante per la privacy ha detto no
Bocciato il progetto per la misurazione del "rating reputazionale"
facebook twitter google+ whatsapp e-mail
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Roma, 2 gen. (askanews) - No del Garante per la privacy alla banca dati on line della reputazione. Il
progetto per la misurazione del "rating reputazionale", elaborato da una organizzazione articolata in
un'associazione e da una società preposta alla gestione dell'iniziativa, viola le norme del Codice sulla
protezione dei dati personali e incide negativamente sulla dignità delle persone. L'infrastruttura, costituita da
una piattaforma web e un archivio informatico, dovrebbe raccogliere ed elaborare una mole rilevante di dati
personali contenuti in documenti "caricati" volontariamente sulla piattaforma dagli stessi utenti o "pescati"
dal web.
Attraverso un algoritmo, il sistema assegnerebbe poi ai soggetti censiti degli indicatori alfanumerici in grado,
secondo la società, di misurare in modo oggettivo l'affidabilità delle persone in campo economico e
professionale. Nel disporre il divieto di qualunque operazione di trattamento presente e futura, il Garante ha
ritenuto che il sistema comporti rilevanti problematiche per la privacy a causa della delicatezza delle
informazioni che si vorrebbero utilizzare, del pervasivo impatto sugli interessati e delle modalità di
trattamento che la società intende mettere in atto. Pur essendo infatti legittima, in linea di principio,
l'erogazione di servizi che possano contribuire a rendere maggiormente efficienti, trasparenti e sicuri i
rapporti socioeconomici, il sistema in esame - realizzato peraltro in assenza di una idonea base normativa presuppone una raccolta massiva, anche on line, di informazioni suscettibili di incidere significativamente sulla
rappresentazione economica e sociale di un'ampia platea di individui (clienti, candidati, imprenditori, liberi
professionisti, cittadini).
Il "rating reputazionale" elaborato potrebbe ripercuotersi sulla vita delle persone censite, influenzando le
scelte altrui e condizionando l'ammissione degli interessati a prestazioni, servizi o benefici. Per quanto
riguarda, poi, l'asserita oggettività delle valutazioni, la società non è stata in grado di dimostrare l'efficacia
dell'algoritmo che regolerebbe la determinazione dei "rating" al quale dovrebbe essere rimessa, senza
possibilità di contestazione, la valutazione dei soggetti censiti. L'Autorità nutre, in generale, molte perplessità
sull'opportunità di rimettere ad un sistema automatizzato ogni decisione su aspetti così delicati e complessi
come quelli connessi alla reputazione. Senza contare, infatti, la difficoltà di misurare situazioni e variabili non
facilmente classificabili, la valutazione potrebbe basarsi su documenti e certificati incompleti o viziati, con il
rischio di creare profili inesatti e non rispondenti alla identità sociale delle persone censite. Dubbi sono stati
espressi dal Garante anche sulle misure di sicurezza del sistema - basate, prevalentemente, su sistemi di
autenticazione "debole" (user id e password) e su meccanismi di cifratura dei soli dati giudiziari - secondo
l'Autorità davvero inadeguate, specie se rapportate all'elevato numero di soggetti che potrebbero essere
coinvolti e all'ingente quantitativo di informazioni, anche molto delicate, che verrebbero registrate all'interno
della piattaforma. Ulteriori criticità, infine, sono state ravvisate nei tempi di conservazione dei dati e
nell'informativa da rendere agli interessati. Mpd/Int9
Argomento:Privacy
p.5
Il Sole 24 Ore Online
FOIA e accesso civico generalizzato. Dal 28 dicembre le linee guida dell'ANAC, a gennaio i
Data:
02/01/17
FOIA e accesso civico generalizzato. Dal 28 dicembre le linee guida dell'ANAC, a gennaio i controlli.
FOIA e accesso civico generalizzato. Dal 28 dicembre le linee guida dell'ANAC, a gennaio i controlli. 31
dicembre 2016 Fulvio Sarzana Diritto delle nuove tecnologie e Pubblica Amministrazione
Il Consiglio dell’ Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha approvato nella seduta del 28 dicembre le linee
guida per l’attuazione dell’accesso civico generalizzato, il cosiddetto FOIA ( Freedom of information act).
Le linee guida, che erano state sottoposte in precedenza ad una procedura di consultazione pubblica, sono
state rese disponibili sul sito dell'Autorità il 29 dicembre.
Le linee guida completano ( per il momento) il D.lgs. 97/2016, attuativo della riforma della Pubblica
Amministrazione (Legge 124/2015), che ha introdotto gli obblighi di trasparenza entrati in vigore il 23
dicembre.
Il documento redatto dall'ANAC ha ottenuto l’intesa del Garante della privacy, il parere favorevole
della Conferenza unificata e ha recepito le osservazioni formulate dagli enti territoriali.
Un apposito tavolo tecnico, che vedrà la partecipazione del Garante e delle rappresentanze degli enti locali,
monitorerà l’applicazione delle Linee guida in modo da giungere a un aggiornamento entro i prossimi 12 mesi.
Nella medesima seduta il Consiglio dell’Anac ha approvato inoltre le prime Linee guida sull’attuazione degli
obblighi di pubblicazione previsti dal decreto Trasparenza (dlgs. 97/2016).
Tra le modifiche di maggior rilievo previste dalla normativa, l’introduzione di nuove sanzioni pecuniarie per i
soggetti inadempienti, che d’ora in poi saranno irrogate direttamente dall’Anac, e l’unificazione fra il Piano
triennale di prevenzione della corruzione e quello della trasparenza.
L’Autorità ha infine evidenziato alcune criticità che saranno oggetto di segnalazione al Governo e al
Parlamento ai fini di una eventuale modifica.
L'Accesso civico (semplice o generalizzato) consente a chiunque di accedere a dati, documenti e informazioni
delle pubbliche amministrazioni senza necessità di dimostrare un interesse legittimo (Art. 5, D.Lgs. 33/2013).
L’Accesso civico semplice consente a chiunque di richiedere documenti, dati o informazioni che le
amministrazioni hanno l'obbligo di pubblicare (art.5, c. 1). L' Accesso civico generalizzato (o accesso FOIA)
consente a chiunque di richiedere documenti, dati o informazioni ulteriori rispetto a quelli che le
amministrazioni sono obbligate a pubblicare (art.5, c. 2).
Restano escluse dall’obbligo di trasparenza le informazioni coperte dal segreto di Stato.
Si deve inoltre valutare volta per volta se la divulgazione di determinati documenti si riferisce a dati personali
o sensibili o se può pregiudicare la sicurezza nazionale, le relazioni internazionali, lo svolgimento di attività
ispettive, gli interessi economici e commerciali pubblici o privati, la segretezza della corrispondenza.
In questi casi, il rifiuto va sempre adeguatamente motivato.
L'ANAC ha anche stabilito che l’attività di vigilanza dell’Autorità sui nuovi obblighi e su quelli oggetto
di modifica sarà svolta dal 31 gennaio 2017, nonostante le disposizioni siano già entrate in vigore dal 23
dicembre scorso .
Argomento:Privacy
p.6
Lavori Pubblici
Garante per la privacy: Rinnovate le autorizzazioni generali per i liberi professionisti
Data:
02/01/17
Garante per la privacy: Rinnovate le autorizzazioni generali per i liberi professionisti
Garante per la privacy: Rinnovate le autorizzazioni generali per i liberi professionisti
02/01/2017
Sul supplemento ordinario n. 61 alla Gazzetta ufficiale n. 303 del 29 dicembre 2016 sono state pubblicate le
Autorizzazioni del Garante per la privacy 15 dicembre 2016 relative alle autorizzazioni al trattamento
dei dati sensibili e giudiziari che saranno efficaci dal 1° gennaio 2017 fino al 24 maggio 2018 data di
applicazione del Regolamento UE 2016/679 in materia di protezione dati.
I provvedimenti riguardano i rapporti di lavoro, i dati sulla salute e la vita sessuale, le associazioni e le
fondazioni, i liberi professionisti, le attività creditizie, assicurative, il settore turistico, l'elaborazione dei dati
effettuata per conto terzi, gli investigatori privati e il trattamento dei dati di carattere giudiziario.
In linea generale le nuove autorizzazioni rispecchiano quelle in scadenza e apportano le necessarie integrazioni
derivanti da modifiche normative intervenute nei settori considerati.
Il Garante ha rinnovato, inoltre, l'autorizzazione generale al trattamento di dati genetici e quella relativa al
trattamento dei dati personali effettuato per scopi di ricerca scientifica, anch'esse efficaci fino al 24 maggio
2018.
Le nuove 9 autorizzazioni sono le seguenti:
Autorizzazione generale n. 1/2016 al trattamento dei dati sensibili nei rapporti di lavoro Autorizzazione
generale n. 2/2016 al trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale Autorizzazione
generale n. 3/2016 al trattamento dei dati sensibili da parte degli organismi di tipo associativo e delle
fondazioni Autorizzazione generale n. 4/2016 al trattamento dei dati sensibili da parte dei liberi professionisti
Autorizzazione generale n. 5/2016 al trattamento dei dati sensibili da parte di diverse categorie di titolari
Autorizzazione generale n. 6/2016 al trattamento dei dati sensibili da parte degli investigatori privati
Autorizzazione generale n. 7/2016 al trattamento dei dati a carattere giudiziario da parte di privati, di enti
pubblici economici e di soggetti pubblici Autorizzazione generale n. 8/2016 al trattamento dei dati genetici
Autorizzazione generale n. 9/2016 al trattamento dei dati personali effettuato per scopi di ricerca scientifica.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
Argomento:Privacy
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Cinquantamila giorni
Caso Saipem, mancano le toghe. Il processo a un giudice onorario
Data:
02/01/17
Caso Saipem, mancano le toghe. Il processo a un giudice onorario
Caso Saipem, mancano le toghe. Il processo a un giudice onorario
Corriere della Sera, lunedì 2 gennaio 2017
Uno dei più importanti e complessi processi di corruzione internazionale, sul pagamento di 197 milioni in
Algeria da parte di Saipem-Eni nel 2006-2010 su una commessa da 8 miliardi, per poter essere celebrato a
Milano si aggrapperà a un giudice onorario: uno dei 2.100 non di carriera che (facendo altri lavori, specie
avvocati) sono ingaggiati a scadenza, pagati a cottimo sul numero di udienze, privi di
pensione-malattia-maternità-ferie-tfr alla stregua di precari del diritto. È il risultato della carambola innescata
dal fatto che per la prima volta in Italia una società imputata (qui Eni con Saipem) il 30 dicembre ha ottenuto
l’astensione dal processo di un giudice per il fatto che anni prima avesse espresso un convincimento sul
medesimo aspetto della legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle società.
Affiorato nell’estate 2013 con alcuni arresti, il fascicolo arriva a fine indagini nel gennaio 2015, ma si sdoppia
in ottobre quando la gup Alessandra Clemente rinvia a giudizio gli indagati salvo Eni e l’ex suo
amministratore Paolo Scaroni, i cui proscioglimenti vengono però annullati nel febbraio 2016 dalla
Cassazione. In luglio anche Eni e Scaroni sono mandati a processo, per attendere il quale l’altro era stato nel
frattempo fermato qualche mese. Ma un mese fa, al momento della possibile riunione, Eni e Saipem – tramite i
professori Paola Severino (ex ministro della Giustizia), Alberto Alessandri e Angelo Giarda – chiedono
l’astensione per incompatibilità del giudice Oscar Magi. Perché?
Perché nel 2013 celebrò il processo per tangenti Saipem su una precedente commessa in Nigeria, conclusosi
con la prescrizione dei manager ma con la condanna di Saipem alla confisca di 24 milioni. Nella sentenza di
quel processo-Nigeria, lamentano ora Eni e Saipem nel processo-Algeria, Magi espresse il convincimento che il
modello organizzativo delle società fosse stato in quegli anni inadeguato a prevenire le corruzioni: ma se è così,
paventano le difese, Magi sarà portato a ritenerlo anche nell’attuale processo-Algeria.
Non ci sono precedenti. Il presidente del Tribunale, Roberto Bichi, assieme al coordinatore penale Cesare
Tacconi, accoglie l’astensione. Ma ora chi potrà fare il processo nella IV sezione? Non le giudici Amicone e
Guadagnino, affondate dalla medesima incompatibilità di Magi. Non il collega Tremolada, da poco presidente
di un’altra sezione, che perciò la presidenza del Tribunale non ritiene di “applicare” a un processo destinato a
durare almeno un anno. Non il giudice Vanore, perché quand’era gip gli capitò di autorizzare qualche
intercettazione del processo, il che lo rende adesso incompatibile per legge a farlo. Altra terna non esiste: le
sezioni hanno non più (come in passato) 9 giudici (che dunque possono comporre tre collegi) ma 6 (solo due
collegi), e nella IV sezione resterebbero solo due giudici (Giulia Turri e Caterina Ambrosino), senza il terzo.
Spostare il processo all’altra sezione (la X) che si occupa di corruzione è impossibile, perché già sta per essere
assorbita dal processo Ruby-ter.
Così il 17 gennaio il processo a Eni e Saipem inizierà davanti a un collegio formato solo grazie all’innesto,
accanto alle due giudici togate superstiti, di una «giudice onoraria di tribunale» (Got), Maria Cristina
Filiciotti.
Luigi Ferrarella
Argomento:Responsabilità amministrativa degli enti
p.8
I servizi di BLS
Responsabilità amministrativa degli enti
- attività formativa
- la redazione del modello 231 e dei documenti satelliti
- audit 231
- reati ambientali
- ausilio Odv
- reati informatici & audit informatici
- implementazione e aggiornamento del modello 231 - sicurezza sul lavoro
BLS Compliance in queste
materie si distingue dai competitors poiché è in grado di offrire
competenze di altissimo livello
per il tramite di professionisti
che hanno maturato esperienze
di grande rilievo
Anticorruzione
- attività formativa
- audit 190
- implementazione procedure
- trasparenza
- supporto al RPC
Privacy
- audit
- mappatura e censimento
- policy e misure organizzative
- formazione
Cyber security
- conformità a PCI DSS
- gap analisys & IT audit
- high level security consulting
- it risk management
- la mitigazione del rischio
- penetration test
- security audit
- security evaluation
- vulnerability assessment
i
sionist
Profes
lizzati
specia
per
ettore
ogni s
Whistleblowing
- la segnalazione
- la valutazione
Massi
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Servizi integrati
- brand reputation
- rating di legalità
...per aiutarvi a creare le fondamenta della serenità...
Capacità
di individuare
criticità
e proporre
soluzioni
Raggiungimento
degli obiettivi
prefissati
Formazione
teorica
e pratica
Rispetto
dei doveri
di
riservatezza
Trasparenza
commerciale
e operativa
BLS Compliance srl
via Alberico Albricci n°8
20122 Milano
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