Articolo - Dinamo Sassari

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Cinquina Sassari
è la quarta forza
Reggio, che crisi
• Il Banco centra il 5° successo di fila scalzando
gli emiliani dalle prime 4. Pasquini: «Noi maturi»
SASSARI
REGGIO EM.
(18-17, 3442; 61-58)
BANCO DI SARDEGNA
SASSARI: Bell 12 (0/1,4/7),
Lacey 16 (5/8,2/3), Devecchi
(0/1 da 3), Sacchetti 5 (1/3,1/1),
Lydeka 6 (3/4); D'Ercole 3 (1/2 da
3), Savanovic 13 (4/7,1/4), Carter 3
(1/3 da 3), Stipcevic 11 (0/4, 3/4),
Lawal 13 (4/6). N.e.: Monaldi,
Ebeling. AH.: Pasquini.
GRISSIN BON REGGIO EMILIA:
Needham 11 (1/2,3/6), Della
Valle 20 (0/3,5/7), Strautins
(0/1 da 3), Polonara 7 (3/5,0/6),
Cervi 15 (5/11); Reynolds 4 (2/7),
De Nicolao 7 (2/3,1/2), Bonacini,
Kaukenas 6 (2/4,0/1), Lesic 2 (1/2,
0/1). Ali.: Menetti.
ARBITRI: Seghetti, Lo Guzzo,
Paglialunga.
NOTE - I I : Sas 9/14, Reg 13/18.
Rimb.: Sas 32 (Lawal 7), Reg 35
(Cervi 11). Ass.: Sas 18 (Stipcevic
4), Reg 19 (Needham 6). Progr.: 5'
4-4,15' 22-28, 25' 47-51, 35' 72-64.
Max vant.: Sas 12 (77-65), Reg 10
(39-29).
Gian Mario Sias
SASSARI
S
assari mette la freccia. La
Dinamo vince per la
quinta volta di fila e supera Reggio Emilia, spodestandola dal quarto posto in classifica. Partiti a razzo, gli ospiti si
sono spenti nel finale, pagando
dazio contro un avversario oggettivamente più in forma sul
piano fisico e in condizioni
mentali smaglianti. La striscia
positiva in campionato e il passaggio del turno in Champions
League hanno galvanizzato
una squadra che, dopo il passaggio a vuoto di fine anno, sta
trovando una sua fisionomia e
ha iniziato ad acquisire consapevolezza nei propri mezzi. Dal
canto suo la Grissin Bon ha dato evidenti segnali di ripresa
dopo le ultime uscite, ma la formazione di coach Menetti deve
ancora fare i conti con le assenze di Gentile e Aradori, il reintegro di Kaukenas e il rientro di
Della Valle, autore di una prestazione straordinaria per intensità e per il ritrovato feeling
con il canestro anche nelle condizioni più critiche e con le attenzioni speciali riservategli
dalla difesa sassarese.
MENTALITÀ' La chiave della
partita è stata tutta lì, con Reggio Emilia che ha dominato la
prima parte della sfida sulla
spinta delle grandi motivazioni
e del grande desiderio di riscatto e Sassari che ha saputo sfruttare la tranquillità data dal momento positivo. Una condizione
mentale che ha consentito al
Banco di non disunirsi anche
quando, a una manciata di secondi dalla fine del secondo
quarto, si è trovata sotto di 10,
30
SERIE A
• I punti subiti da Sassari nella
ripresa nella sfida contro
Reggio Emilia. La Dinamo, con
74.5 punti subiti di media, è la
seconda miglior difesa della A
sul 39-29 per gli ospiti, guidati
da Della Valle. Pasquini, che era
partito con un quintetto inedito, con Sacchetti, Devecchi e
Lydeka subito nella mischia, ha
approfittato della pausa per
riordinare le idee e nel terzo
quarto ha aumentato il ritmo
delle rotazioni, trovando sempre buonissime risposte dal
punto di vista difensivo. Strette
le maglie, Sassari ha potuto
aprire un po' di più il campo e i
risultati si sono subito visti, sia
sul perimetro che sotto canestro. Proprio in quel momento
Reggio, che per i primi 25' era
stata dentro la partita, ha accusato un calo vistoso e ha consentito a Sassari di chiudere in
surplace.
COMMENTI «Sapevamo della
difficoltà di questa partita, perché sapevamo che Reggio Emilia stava venendo da un periodo
non molto positivo e aveva voglia di ripartire», commenta a
caldo il coach di Sassari, Federico Pasquini. «Sono molto contento di quanto abbiamo fatto aggiunge il tecnico ferrarese nell'intervallo siamo stati bravi
ad analizzare con calma quello
che stavamo facendo male in
difesa e abbiamo aumentato
l'intensità, senza deprimerci
per i loro canestri e diventando
meno prevedibili in attacco». La
sconfitta di Sassari non scalfisce l'ottimismo di Max Menetti.
Per il coach di Reggio «è un mo-
mento particolare, gli infortuni
ci hanno condizionato e ora, in
attesa del rientro di Gentile e
Aradori, stiamo rielaborando
SERIE A
questo nuovo assetto, con il reintegro di Kaukenas e il recupero di Della Valle». E al di là del
risultato, chiude Menetti, «la
via è quella giusta».