20140905 - Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia
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Transcript 20140905 - Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia
5 settembre 2014
Il Resto del Carlino
La ‘Serenissima’ chiede la Cig
LE ORGANIZZAZIONI sindacali di categoria, Filcams – Cgil, Fisascat- Cisl, UILTuCS – Uil
di Ferrara, rendono noto che la ditta ‘Serenissima Ristorazione’ ha chiesto in questi giorni
a livello ministeriale l’attivazione della Cassa integrazione guadagni in deroga per il proprio
personale impiegato all’ospedale di Cona. E in una lettera chiedono ai rispettivi livelli
nazionali di «astenersi nelle sedi opportune (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali)
di acconsentire che questa richiesta venga accolta». «Le motivazioni che ci spingono a
fare questa richiesta sono le seguenti: 1) non ci risulta che ci siano stati cali di pasti
nell’Ospedale di Ferrara; 2) da diversi mesi è in corso una trattativa fra le organizzazioni
sindacali territoriali e Serenissima che riguarda proprio l’orario di lavoro, non perchè
mancano ore, ma esattamente per l’opposto, cioè su come distribuire ore ”in supero” che
l’azienda vorrebbe pagare non rispettando il CCNL; 3) nel corso degli ultimi mesi l’azienda
ha proceduto ad assumere personale di tutti i tipi: Apprendisti, tirocinanti con il preciso e
dichiarato scopo di non distribuire più le ore in supero al personale a part/time». Secondo
le segreterie territoriali «la richiesta di Serenissima di inserire senza nemmeno avere un
confronto a livello locale stante anche la certificazione delle buone prassi sindacali, il
sito\mensa Ferrara fra le richieste di CIG/D, oltre a non avere nessuna giustificazione
oggettiva, ha lo scopo di escludere il sindacato territoriale da qualsiasi tipo di confronto».
La Nuova Ferrara
Una paziente rintracciata dai carabinieri
Si era persa, e girava per la città spaesata e in stato confusionale e così l’aveva descritta
ai carabinieri, chi l’ha incrociata nei pressi del vecchio Sant’Anna. Per questo motivo i
militari sono intervenuti, perchè la donna in realtà era una paziente psichiatrica e poco
dopo è stata oggetto di un trattamento sanitario obbligatorio. Sono stati i carabinieri della
Stazione di Corso Giovecca a rintracciarla in centro storico: una donna, priva di
documenti, che vagava in stato confusionale. La signora, originaria della toscana e senza
fissa dimora, è stata poi identificata. Dopo averle prestato i primi soccorsi, i militari
l’affidavano alle cure dei sanitari che provvedevano ad operare nei suoi confronti un
trattamento sanitario obbligatorio. Infine, dopo il furto compiuto alla scuola elementare di
Gaibanella, presso la stazione Carabinieri di San Martino è stato denunciato il colpo che
ricordiamo è stato messo a segno dai ladri dopo aver forzato una porta antipanico nel retro
della scuola elementare di Gaibanella. I ladri avevano rubato materiale informatico di poco
valore che serviva però per le lezioni.
Tbc, poliziotto ferrarese fra i tre casi accertati
«L’agente di Ferrara ha contratto la malattia, la Tbc, mentre operava al servizio
fotosegnaletica. Il contagio? Attraverso un migrante richiedente asilo che era in attesa del
giudizio della Commissione e collocato in provincia. Dunque non è un problema di periferia
ma generale la tutela degli operatori deve esser una priorità». Si torna a parlare di
tubercolosi in polizia e a farlo è il segretario del sindacato Sap, Gianni Tonelli che mette a
fuoco il caso dell’agente di Ferrara. Il caso del poliziotto, assieme a quelli di altri due
colleghi di Bologna e Terni, sono gli unici tre casi accertati in Italia dopo le ulteriori
verifiche dopo il test di Mantoux. «Persone – spiega il segretario – che dovranno
comunque subire una cura pesante». Il caso del poliziotto era stato portato all’attenzione
dell’opinione pubblica già nel luglio scorso dai sindacati ferraresi e la polemica sul
contagio nelle forze dell’ordine è tornato in questi giorni alla ribalta grazie al blog di Beppe
Grillo che aveva rilanciato la denuncia di un altro sindacato di Polizia, il Consap che
riportava la positività di circa 40 agenti al test di Mantoux. Ma proprio sui numeri occorre
fare attenzione, spiega Tonelli, poichè dei 40 casi denunciati dal Consap solo tre agenti
sono in fase di incubazione. «Ringrazio Beppe Grillo e il Movimento 5 stelle per
l’attenzione che ci ha voluto dedicare ma il dato è inesatto» ha spiegato sul sito web del
Sap, Tonelli, che ha confermato i tre casi accertati dopo gli esami più appofonditi dopo il
test di Mantoux. Il dato dei 40 agenti rilanciato dal blog di Beppe Grillo e che ha portato a
parlare di allarme tubercolsi è da rivedere. «Le 40 persone sono risultate positive al test di
Mantoux, e perciò non significa avere la malattia manifesta o nel periodo in incubazione.
Noi abbiamo lanciato un gravissimo allarme sul cordone sanitario che manca in Italia e le
condizioni dei nostri colleghi perché sono stati riscontrati tre casi». «Il ministero dell’Interno
– spiega il segretario – in maniera altrettanto poco corretta cerca di raddrizzare il tiro
dicendo che non c’è nessuno che abbia la malattia. Dopo le nostre denunce abbiamo i dati
reali ma, secondo la legge dei grandi numeri possiamo anche ipotizzare che i dati
divengano superiori». Insomma anche se soltanto tre, al momento, non bisognerebbe
sottovalutare questa situazione. E soprattutto non rischiano solo gli agenti in servizio ai
posti di frontiera, dove arrivano i profughi e i migranti. «Le tre persone contagiate sono
agenti che non hanno avuto a che fare con gli sbarchi. Hanno contratto il batterio per
motivi di servizio nelle zone di ricezione di migranti». E nonostante ci siano direttive, soldi
e materiali pronti all’utilizzo, se raccomandazioni e controlli non vengono effettuati al
meglio il rischio si fa concreto: «Ci sono zone in cui il materiale anche se arrivato non
viene distribuito per negligenza degli enti locali», conclude Tonelli.
Non firmate richiesta di Cig
per Serenissima Ristorazione»
Le segreterie provinciali di Filcams, Fisascat e Uiltucs Ferrara chiedono alle loro rispettive
sigle nazionali di non avallare e firmare (nelle sedi istituzionali di ministero lavoro e
politiche sociali) la richiesta di cassa integrazione Cig/D che Serenissima Ristorazione ha
chiesto per i dipendenti dell’ospedale di Cona. Un appello lanciato dai segretari provinciali
Corazzari, Paganini e Zattoni poichè la realtà dei fatti non collima con l’esigenza di Cig.
«Non ci risulta - spiegano - che ci siano stati cali di pasti nell'ospedale di Cona, termine
generico in quanto a Ferrara esistono ben 3 strutture in cui si somministrano pasti:
Sant'Anna, Cona e Pellegrino». «Da diversi mesi - aggiungono - è in corso una trattativa
fra sindacati e Serenissima sull'orario di lavoro, non perchè mancano ore, ma esattamente
per l'opposto, cioè su come distribuire ore ”in supero” (supplementare/straordinario) che
l'azienda vorrebbe pagare non rispettando il contratto nazionale». E ancora, spiegano,
«nel corso degli ultimi mesi l'azienda ha proceduto ad assumere personale di tutti i tipi:
apprendisti, tirocinanti con il preciso e dichiarato scopo di non distribuire più le ore in
supero al personale part/time». Sulla situazione di Serenissima e nella trattativa con
l’azienda i sindacati hanno coinvolto l’assessore provinciale Ferri e il sindaco Tagliani. Poi
fotografavano la situazione al rientro dalle ferie, sui dati delle ore «in supero», forniti
dall’azienda: luglio 2013, 8000 ore oltre il normale orario di lavoro; da gennaio 2013 a
luglio 2013 e con proiezione dei sindacati fino a dicembre 2013, 11500/12000 ore in più.
«Riteniamo che i fatti si commentino da soli: la richiesta di Serenissima di inserire senza
un confronto locale, il sito/mensa Ferrara fra le richieste di Cig/D, oltre a non avere
nessuna giustificazione oggettiva, ha lo scopo di escludere il sindacato territoriale da
qualsiasi tipo di confronto».
«Mia moglie all’ospedale, andava evitato»
VIGARANO MAINARDA «La mancanza di responsabilità e senso civile è stata gravissima,
bisogna risalire a chi ha perso il liquido e multarlo». È arrabbiato il marito di C.F., la donna
di 45 anni di Ferrara rimasta vittima l’altro pomeriggio dell’incidente avvenuto sulla via
Cento a Vigarano Mainarda, nella curva del “Piezzometro”, subito fuori dal paese in
direzione Ferrara. Un automezzo poco prima aveva perso del gasolio, proprio all’altezza
della curva, su questo sono scivolati due scooter, uno dei quali guidato da C.F., tuttora
ricoverata all’ospedale Sant’Anna di Cona, dove a breve sarà operata per risistemare la
piastra della tibia. «Ne avrà per almeno tre mesi - racconta il marito -, e non possiamo
lamentarci, perché per fortuna la signora che arrivava in auto dopo di lei è riuscita ad
evitarla. Poteva essere una tragedia e fosse successo venti minuti prima sullo scooter con
mia moglie c’era nostro figlio di 14 anni, lo stava portando all’allenamento di calcio a
Vigarano Mainarda. A terra c’era una lunga striscia di gasolio, che non era minimamente
segnalata dalle forze dell’ordine. Solo diversi minuti dopo è stato lavato l’asfalto, ma ormai
l’incidente era già avvenuto. Non credo che l’autista del camion non si sia accorto della
perdita, doveva segnalarla subito, avrebbe evitato l’incidente di mia moglie».