Detenuti psichiatrici nel vecchio ospedale Pronto il maxi piano

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LASTAMPA
REDAZIONE VIA XX SETTEMBRE 17
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Economia verso la ripresa
Economia
Pallacanestro
Dopo il lungo stallo
il Piemonte ora vola
L’Angelico punta
al quarto posto
Cresce la fiducia degli imprenditori piemontesi nella ripresa: a tirare la volata sono soprattutto i servizi e il manifatturiero. Previsioni ottimistiche
anche per la moda e il settore
alimentare, mentre l’edilizia
rimane in crisi.
La vittoria a Trapani rilancia le
quotazioni dell’Angelico. Dopo la certezza matematica dei
playoff, ora i rossoblù possono puntare al quarto posto.
Una sfida a tre, questa, e tutta
piemontese: oltre a Biella sono
coinvolte Casale e Torino.
Servizi ALLE PAGINE 52 E 53
Correnti da
nord-ovest
raggiungono
il Piemonte,
presentandosi in gran
parte asciutte
fino a giovedì,
e mitigate dal
foehn nei
fondovalle e
sulle pianure.
10 21
Oggi
Ben soleggiato
con lievi velature
nel corso della
giornata; addensamenti sulle
zone interne
vallive. Venti
deboli o moderati al mattino,
foehn forte o
molto forte dal
pomeriggio.
10 20
Domani
Condizioni
soleggiate con
addensamenti
sulle zone alpine
di confine. Venti
in generale
attenuazione e
temperature in
lieve calo.
8 22
Giovedì
Ancora una
giornata di sole
con addensamenti sulle zone
alpine di confine, ma venti in
generale attenuazione e
temperature in
calo.
Stefano Zavagli A PAGINA 48
BIELLA
Che
tempo
fa
Situazione
Raymond, 29 punti a Trapani
12
E PROVINCIA
MARTEDÌ 31 MARZO 2015
IL TRASFERIMENTO DOPO LA CHIUSURA DEGLI OPG
Detenuti psichiatrici
nel vecchio ospedale
Pronto il maxi piano
In arrivo dodici pazienti, manca l’ok della Regione
Il direttore Geda: “Non sarà una gabbia per topi”
STEFANO ZAVAGLI
BIELLA
Il progetto, almeno sulla carta, è già pronto. Nuova vita all’ex padiglione Cartotti, nel
cuore dello spoglio «Degli Infermi»: pian terreno e primo
piano riattivati, utilizzo del
giardinetto interno, 13 o 14 dipendenti, un impianto di videosorveglianza ad hoc. Così
l’Asl di Biella e il Dipartimento
di salute mentale immaginano l’arrivo in centro città dei
detenuti psichiatrici: «Siamo
in attesa della decisione finale
della Regione - spiega il direttore del dipartimento Giovanni Geda -, pensiamo che possa
deliberare a breve». La novità
rilevante è sui numeri: dei 46
piemontesi attualmente tra le
mura degli Opg sparsi per
l’Italia (tra cui un biellese) e
destinati a chiudere, a Biella
dovrebbero esserne ospitati
da dieci a dodici, per gli altri si
immagina una soluzione tampone nel torinese. «Non sarà
una gabbia per topi, il numero
non sarà elevato per evitare
qualsiasi tipo di conflittualità», specifica Geda.
Ristrutturazione
In teoria gli Opg dovrebbero
chiudere oggi. In pratica le
di cinque o sei mesi il Degli Infermi potrebbe essere parzialmente riattivato, dopo alcuni
accorgimenti: occorrerà un impianto di riscaldamento per il
reparto, essendo stata prima
tutta la struttura ospedaliera
centralizzata. La riattivazione
delle utenze e la messa in ordine dei sistemi di sicurezza.
Operatori sanitari
Palazzina
vuota
L’ex
padiglione
Cartotti, nel
cuore del
vecchio
ospedale,
potrebbe
ospitare i
detenuti
psichiatrici in
arrivo
in città
strutture attualmente aperte,
quasi tutti i piemontesi sono in
cura a Castiglione delle Stiviere
(Mantova), resteranno in funzione visto il ritardo accumulato sul tema dalle regioni. A Biella c’è in piedi il progetto di realizzare una «Rems» nell’ex
ospedale di Bioglio per un investimento che si avvicina ai 6 milioni di euro: «In quel caso potremmo ospitare fino a venti
pazienti - spiega Geda -, la Regione ha chiesto alle Asl interessate da progetti una soluzione transitoria». Così nell’arco
«Non è previsto negli standard
personale addetto alla sicurezza, nessun intervento di agenti
della penitenziaria», sottolinea
Geda. La cura dei pazienti e la
gestione della quotidianità delle struttura è a opera di personale sanitario: figure che nel caso di Biella dovranno essere assunte, il dipartimento di salute
mentale è pronto a far partire
un concorso per l’integrazione
di 13 o 14 addetti tra medici, infermieri e operatori sociali: «Il
rapporto è circa uno a uno, ma
essendo i numeri contenuti potrebbero esserci più addetti
che pazienti», aggiunge Geda.
Il direttore del dipartimento
esclude rischi di pericolo pubblico: «Trattate adeguatamente sono persone innocue». Ora
la decisione finale spetta alla
Regione.
Altro servizio IN NAZIONALE
RIVOLUZIONE-VIABILITÀ
Va in pensione la rotonda della discordia
1 Sarà cancellata la rotonda delle polemiche di piazza Curiel: l’ha
deciso la giunta di Biella, dopo cinque anni di discussioni e battaglie.
Abolito e resuscitato più volte, il rondò aveva creato una disputa che
aveva mobilitato addirittura i tecnici del ministero dei Trasporti. Forse la rotonda sarà sostituita da un semaforo.
Zorio A PAGINA 40
FRA MASSAZZA E SALUSSOLA
Il nido della cicogna
provoca un black out
Quando si registra un guasto
alle linee elettriche ormai
tutti pensano a un furto di rame. Questa volta, invece, a
far saltare la linea Enel che
costeggia la provinciale tra
Massazza e Salussola ci ha
pensato una cicogna.
L'animale ha infatti costruito il suo nido su un traliccio dell’alta tensione causando un corto-circuito. Increduli i tecnici dell'azienda
elettrica, che avevano dato
l'allarme e richiesto l'intervento dei carabinieri.
I militari si sono precipitati
a Massazza, pensando di riuscire a catturare sul fatto una
banda dei predoni di «oro rosso». Invece hanno trovato solo
la cicogna. «Da anni torna a fare il nido lì», hanno spiegato i
residenti di una vicina cascina
ai carabinieri.
Improbabile del resto che
potesse trattarsi di un furto vista anche l'ora del black out: le
14,30. Dopo aver isolato il guasto la linea è stata ripristinata
in modo da non mettere in pericolo l’animale.
[A. F.]
12
LA STAMPA
MARTEDÌ 31 MARZO 2015
.
Cuneo e provincia .43
SANITÀ, IL LIVELLO DEI SERVIZI «APPREZZATO» DAL 94% DEI PAZIENTI
SAVIGLIANO
L’Asl Cn1 punta a ridurre
liste di attesa e spese
Condannato
a sei mesi
per le botte
alla moglie
Miglioramentiprevistianchesupasti,segnaleticaeposteggiperdisabili
A Mondovì
CAMILLA PALLAVICINO
CUNEO
Con la nuova
sala
operatoria
di Ortopedia
l’Asl Cn1
prevede
di risolvere
il problema
dei tempi
di ricovero
che si è
acuito a causa
del blocco
del turn over
per medici
e infermieri
Proseguire nell’azione di riduzione della spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera,
delle prestazioni diagnostiche
(analisi, risonanze magnetiche, Tac e terapia fisica) che
non siano necessarie, contenere la spesa aziendale per
dispostivi medici e proseguire con il progetto dei percorsi
integrati di cura dei malati
cronici (di diabete, scompenso cardiaco e Bpco), in modo
da evitare ricoveri impropri e
garantire un’assistenza adeguata sul territorio; sono questi alcuni dei principali obiettivi che l’Asl Cn1, diretta da
Gianni Bonelli, si è data per il
2015 e che sono stati presentati ieri in conferenza stampa
alla Consulta permanente
delle Associazioni.
Indagine conoscitiva
Gloria Chiozza, direttore sanitario dell’Asl Cn1: «Con
queste indicazioni rispondiamo sia alle richieste regionali
che alle esigenze emerse dal
nostro territorio di riferimento». Per alcuni obiettivi,
come la spesa farmaceutica,
si tratta di mantenere i risultati ottenuti e continuare a
migliorarli, in altri casi si
tratta di ottimizzare il servizio, per esempio riducendo le
liste di attesa».
Liste di attesa che si sono
allungate a causa del blocco
del turn over di medici ed infermieri, «soprattutto – dice
Bonelli – nell’area dei ricoveri in ortopedia, negli ambulatori di oculistica e per la diagnostica di cardiologia. Con
la nuova sala operatoria di
ortopedia a Mondovì contiamo di risolvere il problema,
ma ci serve il personale per
farla funzionare». Tra i risultati positivi, l’Asl Cn1 può
contare sul 94% di giudizi positivi emersi dall’indagine di
soddisfazione realizzata fra
aprile e luglio del 2014: degli
11.000 moduli distribuiti agli
utenti di consultori, sportelli
distrettuali, servizi di radiodiagnostica, reparti ospedalieri e ambulatori, sono stati
8.168 quelli compilati e ricon-
Ospedale «Santa Croce»
Primariocuneeseallaguida
deiradioterapistioncologiitaliani
1 Elvio Russi, primario di Radiotera-
piadel«S.CroceeCarle»,daierièilpresidente nazionale della società scientificadeiradioterapisti(Airo,associazione italiana radio oncologi). Autore e
co-autore di oltre 80 pubblicazioni
scientifiche su riviste nazionali e internazionali, coordinatore del gruppo di
studionazionaledeiradiooncologisui
tumori testa-collo, vicepresidente della Lilt cuneese, lavora a Cuneo dal 1982 (con due brevi intervalli a Messina e Asti). Nella storia del «S. Croce», è la
seconda volta che un primario viene chiamato a ricoprire
il prestigioso incarico. «Prima di me - spiega - Gianfranco
Camuzzini fu a capo della società scientifica di medicina
nucleare. Un riconoscimento che l’ospedale merita per
l’impegnodituttieilfruttodell’importantepercorsorealizzato dalla struttura di radioterapia».
[C. P.]
segnati. Ai cittadini è stato
chiesto di esprimere un giudizio sull’accessibilità ai servizi,
sugli aspetti relazionali, il
comfort ambientale e gli
aspetti informativi. In particolare la professionalità e umanità degli operatori è stata giudicata positivamente o molto positivamente da 7.826 utenti, se-
guita dagli aspetti informativi
(7.280), dal comfort ambientale (7.099) e dall’accessibilità ai
servizi (6.629).
Dove migliorare
Da migliorare tempi di attesa
per l’accesso alla prestazione o
al ricovero, parcheggio per i disabili, qualità dei pasti, segna-
Liberaprofessione
Ambulatori
trasferitialCarle
1 Da ieri gli ambula-
tori specialisti dell’ospedale «Santa Croce e Carle» dedicati alla
libera professione intramenia, sono stati
trasferiti da via degli
Artigiani al secondo
piano del blocco A del
Carle. «Anche lo spostamento della specialistica ambulatoriale
della libera professione
- dice Giovanna Baraldi,
direttrice dell’ospedale
- fa parte della riorganizzazione della struttura del Carle».
[C. P.]
letica interna e chiarezza delle
informazioni al momento della
prenotazione. «Capire i nostri
punti forti e quelli deboli - spiega Pinuccia Carena, responsabile della struttura di programmazione e politiche di budget –
è fondamentale per costruire il
piano e anche uno strumento di
trasparenza verso i cittadini».
«L’ho picchiata, è vero, con
un manico di scopa. Ma l’ho
fatto per difendermi, mi aveva appena tirato in testa un
vaso. Mi dava botte continuamente, quando beveva
diventava intrattabile». Furiosi litigi di coppia con un
particolare: lei era alcolista,
spesso ubriaca.
Tanto da essere portata,
una sera, in ambulanza, all’ospedale perché in coma
etilico. Si è difeso così ieri, in
tribunale, Anton Duma, romeno imputato per una serie di reati piuttosto gravi e,
ieri, assolto da tutte le accuse salvo quella di lesioni personali.
Il giudice gli ha assegnato
la pena di 6 mesi di reclusione con la sospensione condizionale. Assoluzione, invece,
per maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona e
violenza privata.
I fatti risalgono al 2011, la
donna ha denunciato il marito ma, dopo la querela, è tornata in Romania, non si è
presentata agli inquirenti
durante le indagini e, in seguito, al processo.
L’avvocato difensore
L’ha rimarcato il difensore di
Duma, l’avvocato Flavio Manavella. «Se la signora si fosse presentata in aula - ha
esordito nell’arringa avremmo potuto renderci
conto della sua corporatura.
È alta trenta centimetri in
più di lui ed è anche più robusta. Litigavano furiosamente e le percosse erano
reciproche».
Il pubblico ministero ha
esibito un certificato del
Pronto soccorso che prevedeva, per la donna, 20 giorni
di prognosi. Di qui la condanna per lesioni. Al marito:
«Perché non è mai andato in
ospedale?». «Faccio il muratore, avevo bisogno di lavorare».
Ad essere preda di gelosia
patologica, ha sostenuto la
difesa, era la donna. «Una
sera - ha spiegato l’ex marito
nell’interrogatorio - non mi
lasciava nemmeno mangiare
cena, come al solito era
ubriaca e mi aggrediva. Così
l’ho chiusa un’oretta in camera da letto insistendo per[B. M.]
ché riposasse».
FERROVIE, FIRMATA LA CONVENZIONE
«Un buon risultato, frutto di
un intenso lavoro e al quale
abbiamo contribuito tutti con
convinzione e perseveranza».
Così l’assessore regionale ai
Trasporti, Francesco Balocco, all’uscita ieri dal Forte dell’Annunziata di Ventimiglia,
dopo la firma della convenzione per l’affidamento dei lavori
di messa in sicurezza della linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia-Nizza.
Oltre a Balocco hanno sottoscritto l’intesa Maurizio
Gentile, amministratore delegato di Rfi, e il direttore generale di Sncf Reseau, Alain
Quintet. L’accordo definisce
l’elenco dei lavori che saranno
realizzati con i 29 milioni del decreto «Sblocca Italia» nel percorso tra Limone e Olivetta. La
maggior parte dei cantieri in
territorio francese per una spesa di 20 milioni, il resto in Italia.
Prevista la messa in sicurezza e
il rinforzo del tunnel ferroviario
al colle di Tenda, l’installazione
di un doppio sistema di sicurezza che permetterà ai treni francesi di raggiungere la Stazione
di Limone, e altri interventi su
ponti e gallerie per risolvere alcune cause dei rallentamenti in
val Roya (oggi con limite di 40
km/orari).
Appalto a luglio
Tutti i cantieri andranno appal-
Grinzane Cavour
Addio all’ex titolare
della Cantina Olivero
1 Saranno
celebrati oggi,
alle 15,30 nella parrocchiale
di Grinzane, i funerali di Aldo
Olivero, 84 anni. Da tempo
aveva lasciato la conduzione
della Cantina Olivero alle figlie Laura e Raffaella. «Affabile e solare, era conosciuto e
apprezzato proprio per il suo
bel carattere» ricorda il sindaco Franco Sampò. Lascia
anche la moglie Rosa e la figlia Silvia.
[I. C.]
Busca
Consiglio discute
cinque mozioni
1 Oggi,
alle 18,30, Consiglio comunale con 5 mozioni
delle minoranze. Fra le quattro dei 5 Stelle, la richiesta di
misure per maggiore sicurezza. «Insieme per Busca»
chiede di istituire le commissioni consigliari.
[MT. B.]
Boves
In via Roma inaugurata
una macelleria
1 Inaugurata, in via Roma,
la macelleria «La Storica di
Martini» di Matteo Dalmasso di Boves e Ruggero Fanizza di Cuneo. Hanno rilevato il
negozio e continueranno a rifornirsi da Marco Martini,
che si dedicherà alla nuova
«Officina della Carne» in via
Milia, dove il cliente potrà visitare la filiera dell’azienda
dall’allevamento al macello,
confezionamento e acquisto
del prodotto finale (carne di
vitella piemontese).
[MT. B.]
Bra
Sosta vietata
in due piazze
1 Prosegue il divieto di so-
sta in piazza Spreitenbach e
piazza XX Settembre (area
ex mercato coperto), fino alle
24 di domenica 12 aprile: tutte le auto in sosta irregolare
saranno rimosse.
[V. M.]
Cuneo
Cuochi della Granda
confermano presidente
1 Loris
Macario, 65 anni,
chef e patron dell’albergo ristorante «Il Nazionale» di
Vernante, è stato confermato
presidente dell’associazione
Cuochi Provincia Granda
che ha rinnovato il direttivo.
Sarà affiancato dal vice Alberto Canale e dal tesoriere
Angelo Macario, i consiglieri
Maddalena Prato, Pasqualino Aimo, Andrea Audisio,
Luigi Cavallo, Graziella Canavese, Sabrina Musso e Andrea Bertolino.
[MT. B.]
Roccabruna
Dibattito su imposte
e bilancio di previsione
Entro la fine dell’anno i primi cantieri
per la sicurezza della Cuneo-Ventimiglia
MATTEO BORGETTO
CUNEO
In breve
tati entro il 31 luglio, in caso
contrario si perderanno i 29 milioni. A questi dovrebbero aggiungersi 10 milioni del Governo francese e altri 10 della Regione Paca (Provence Alpes Cote d’Azur). Per la sistemazione
completa della linea, tuttavia,
servirebbero 92 milioni, da recuperare tra il 2015 e il 2020, periodo stimato per completare i
lavori.
S’inizierà sul lato italiano
«Sul lato italiano - ha osservato
Balocco -, le prime opere dovrebbero iniziare entro fine anno. Sul versante francese, nel
2016. La convenzione consente
di garantire un futuro alla linea.
Ringrazio i colleghi francesi e li-
1 Stasera,
alle 20,30, Consiglio comunale. Si parlerà di
tariffe Tari, Tasi e Irpef, programma di vendita dei beni
immobili di proprietà comunale, bilancio di previsione e
concessione in comodato
d’uso alla società sportiva
Valle Maira di un terreno per
realizzare nuovi spogliatoi al
campo di calcio.
[MT. B.]
Un convoglio sulla linea Cuneo-Ventimiglia-Nizza
NECROLOGIE
E’ mancato all’affetto dei suoi cari
guri, Rfi e Sncf, i comitati a sostegno della tratta, le parlamentari cuneesi Chiara Gribaudo e Patrizia Manassero, e
tutti coloro che non si sono rassegnati a quello che sembrava
un inevitabile declino della li-
nea internazionale». «L’impegno congiunto tra Refi e Sncf ha aggiunto Gentile -, è una risposta concreta alle sollecitazioni e richieste dei territori attraversati, di cui la Regione Piemonte si è fatta portavoce».
Aldo Olivero
di anni 84
Lo annunciano con dolore la moglie
Scarzello Rosa Giuseppina, le iglie
Laura, Silvia e Raffaella con le rispettive famiglie.
– Gallo Grinzane, 31 marzo 2015
12 45 67 18
40 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
MARTEDÌ 31 MARZO 2015
Violata la legge sulla privacy
Ospedale Martini
telecamere
spente da 4 anni
Per installarle spesi 660 mila euro
Stefano Gallo
L’assessore
allo Sport
Stefano Gallo
difende
il PalaNuoto
«Possiamo
concederlo
solo per
singoli eventi»
Marco
Sublimi
È il presidente
della Federazione italiana Nuoto
che gestirà
il PalaNuoto fino
al 31 dicembre
REPORTERS
22 milioni per realizzarlo
Costi troppo alti
la grande fuga
dal PalaNuoto
Comune-Fin, contenzioso da 300 mila euro
L’assessore: «Non
abbiamo alternative
deve restare un
impianto agonistico»
LETIZIA TORTELLO
Giovanna
Briccarello
La direttrice
dell’AslTo1 dice
di aver interessato il garante
della Privacy
sulle telecamere
rimaste
spente
al Martini
Un impianto nato sbagliato:
per i ritardi nella consegna,
causa fallimento della ditta
costruttrice, e per pecche di
progettazione della piscina,
che lo rendono incompleto.
Le 8 corsie della vasca principale, invece che 10, impediscono di ospitare grandi manifestazioni internazionali
come Mondiali o Europei. Per
il Palazzo del Nuoto di via Filadelfia il futuro è incerto.
Non rende economicamente,
perché l’agonismo è un attività senza lucro. Nessuna entrata, solo spese. Eppure è costato 22 milioni e sforna atleti
di livello nazionale.
Deserto il primo bando
Ma sta diventando una bella
gatta da pelare per il Comune, dalle casse povere. Il primo bando internazionale per
la gestione è andato deserto,
la delibera che farà partire il
secondo «sarà pronta entro
due mesi», spiega l’assessore
allo Sport, Stefano Gallo.
Quello che potrebbe essere
un gioiellino sportivo, nonostante le magagne che non si
possono più raddrizzare, rischia di diventare una cattedrale nel deserto come alcuni
altri impianti ereditati dalle
Olimpiadi. Il PalaNuoto era
stato, infatti, inserito nelle realizzazioni di Torino 2006. Il
Comune ne ha la gestione diretta, l’ha inaugurato a maggio 2011 e l’ha classificato tra
le comuni piscine, tanto che
chi lo gestisce oggi deve pagare il 30% delle utenze (350 mi-
Per il 2006
Il PalaNuoto
era stato
inserito nelle
realizzazioni
di Torino 2006
Il Comune
ne ha la gestione diretta
e l’ha classificato tra
le piscine
ordinarie:
così chi lo
gestisce deve
pagare il 30%
delle utenze
8
corsie
Sono solo
otto le corsie
nella vasca
principale
del PalaNuoto
Dovrebbero
essere dieci
per ospitare
grandi eventi
sportivi
come
Mondiali
e Europei
la euro l’anno circa), mentre il
70% lo paga l’amministrazione.
L’altra assurdità, figlia del fatto
che questo stadio del nuoto ha
finito i lavori solo a settembre
2014, è che non c’è ancora l’agibilità definitiva. «Possiamo
concedere solo l’accesso per i
singoli eventi - continua Gallo -,
perché ci sono interventi di impiantistica da ultimare».
Alla Fin fino a dicembre
Intanto, c’è la Federazione Italiana Nuoto che lo tiene in vita.
Ieri, il Consiglio Comunale ha
approvato una delibera che affida l’impianto alla Fin Piemonte e Valle d’Aosta, fino al 31
dicembre. Una necessità, per
correre ai ripari, visto che il
2015 è l’anno di Torino Capitale
europea dello Sport. La Federazione, in realtà, ce l’ha in consegna da settembre, ma finora
è stata una via crucis: ogni gara
doveva essere autorizzata dal
Comune. Il conto da pagare per
questi mesi ammonta a 300 mila euro, il Consiglio comunale
(andando dietro a una interpellanza della M5s Chiara Appendino) ha avvertito l’assessore
che non ha alcuna intenzione di
coprire quelle spese che la Fin
non vuole pagare. «Chiederemo quello che ci spetta. Apriremo un contenzioso», dice Gallo.
Parallelamente, però, l’assessore non intende mollare la
sua battaglia: «Quello stadio
deve rimanere agonistico spiega -, non abbiamo un’altra
piscina da 50 metri e sarebbe
uno spreco usarla per altro». Il
punto, come sempre, sono i soldi. Se la vocazione resterà
quella degli allenamenti degli
atleti, o si abbassano i costi di
gestione, oppure nessuna società vorrà entrarci. Ma diminuire i costi per il privato (l’ipotesi è chiedere al gestore solo il
10% delle utenze) significa alzare le spese per il Comune e
l’amministrazione non può
permetterselo.
REPORTERS
Il direttore dell’Asl
«Di questa storia
forse se ne occuperà
la magistratura»
FABRIZIO ASSANDRI
All’ospedale Martini la prima
telecamera s’incontra subito
dopo l’entrata. Lungo il corridoio se ne possono contare
dieci. Un Grande Fratello in
corsia i cui occhi elettronici
però sono spenti da quattro
anni, quasi subito dopo il loro
arrivo. Praticamente non sono mai stati accesi, sebbene
l’AslTo1 abbia speso 660 mila
euro per «migliorare la protezione di utenti, personale e dei
beni mobili e immobili».
Le delibere
Così si giustificava la spesa in
tre delibere con cui, nel 2010,
si decise l’acquisto delle telecamere per gli ospedali Martini, Valdese e Oftalmico. Viene
aggiudicato il bando, si scelgono impianti allora di ultima
generazione, che riprendono
da un’angolatura di 180 gradi.
Vengono posizionati nei primi
mesi del 2011, ma l’Asl si dimentica della legge sulla privacy dei lavoratori. Così, dopo
una richiesta di chiarimento
dei sindacati, decide di spegnerle. Siamo a luglio 2011. In
attesa, si disse allora, di capire come e dove posizionarle a
norma. A marzo 2015 non è
cambiato nulla: tavoli tecnici
e riunioni non sono riusciti a
sciogliere il nodo.
«Un evidente spreco di risorse - dice Dario Sartoris
della Cgil – non siamo affatto
contrari alle telecamere. Non
ci sembrava però normale riprendere l’obitorio o la sala
d’attesa della rianimazione,
l’Asl si esponeva a richieste di
La struttura
All’ospedale
Martini
la prima
telecamera
si incontra
subito dopo
l’entrata.
L’AslTo 1
ha speso
nel 2010
ben 660
mila euro
173
spente
Su 219
telecamere
173 sono
spente da
quattro anni
Dopo
l’installazione
ci si è accorti
che veniva
violata la
legge sulla
privacy
risarcimenti. Abbiamo chiesto
spiegazioni, ma la direzione non
ha mai presentato un piano a
norma di legge».
Le telecamere spente sono
173 (su circa 200: sono accese
quelle esterne). E l’Asl non sa
più cosa farsene. Al Valdese,
dopo la dismissione, del loro destino non s’è più parlato. Al
Martini stanno finendo in qualche magazzino. Al sesto piano,
dopo la ristrutturazione le telecamere non ci sono più. Destino
che toccherà anche agli altri
piani. «Sono state smontate
per i lavori, inutile rimetterle
per tenerle spente» dice l’Asl. E
sembra anche che siano troppe. «Se le riaccendessimo a
norma – dice la direttrice dell’Asl Giovanna Briccarello, che
ha ereditato la patata bollente
dalla gestione precedente – potrebbero avanzarne».
Perché non s’è fatto nulla
Perché in quattro anni non s’è
fatto nulla? Mesi fa l’Asl disse
di stare aspettando «le indicazioni chieste al Garante della
privacy». Dagli uffici di Roma,
però, dicono di non essere stati
contattati. L’Asl, alle strette,
risponde oggi con una versione
differente. Non tira più in ballo
il Garante, ma «difficoltà tecniche», come l’impossibilità di
trovare un «responsabile trattamento dati». Insomma un
gran caos che non si risolverà
presto. «Il mio mandato sta
per scadere, se ne occuperà il
mio successore - dice Briccarello – e forse anche la magistratura». Chi ha firmato le delibere, Silvano Nieddu, è stato
arrestato per gli appalti dell’Aslto1. Ma le telecamere non
sono oggetto di quell’indagine.
Il direttore sanitario del Martini, Flavio Nalesso, si limita a
dire che «aumentando il personale della vigilanza, si sono ridotti i pericoli legati ai malintenzionati, che avevano reso
necessarie le telecamere».
12 45 67 18
LA STAMPA
MARTEDÌ 31 MARZO 2015
mila euro
È la somma
che l’Asl To 4
dovrà versare
ai famigliari
dell’uomo
ANDREA ROSSI
I
Una causa lunga 14 anni
Ci sono voluti quattordici anni
di battaglie giudiziarie. Venerdì scorso la terza sezione
civile della Cassazione ha dato ragione agli avvocati Renato Ambrosio, Marco Bona e
Umberto Oliva, incaricati dalla famiglia del signor B. nel
2001, quattro anni dopo il malore. Era il primo dicembre
1997: B. aveva 58 anni, era in
pensione da pochi mesi. Stava
male, quel mattino, un dolore
che dalla testa si irradiava alla
parte sinistra del corpo. Sua
moglie aveva chiamato il medico di famiglia, aveva lasciato
un messaggio in segreteria e
atteso la telefonata fino alle
21,30. «Mio marito ha mal di
testa, fatica a muovere la mano sinistra». Il medico aveva
promesso di passare il mattino dopo, ma senza particolare
urgenza, tanto che si era presentato a casa B. - a Chivasso solo nel pomeriggio dopo una
nuova telefonata di sollecito.
«Non è niente, signora, solo
un po’ di stress»: la pressione
andava bene, la visita era finita con una pastiglia di Tavor e
un’impegnativa per una visita
neurologica da prenotare una
volta passato il malessere,
senza fretta.
Danni irreversibili
La fretta, invece, è proprio quel
che sarebbe stato necessario
per salvare la vita al signor B.
La stessa notte è crollato a ter-
Cronaca di Torino .43
180
La storia
l medico di base - o della
mutua, come si chiamava
fino a qualche tempo fa non è un libero professionista.
E se sbaglia, se non si prende
cura dei suoi pazienti, non è
l’unico responsabile. Anche il
suo datore di lavoro - l’Asl con
cui è convenzionato - ne deve
rispondere.
La sentenza con cui la Cassazione ha costretto l’Asl To 4 a risarcire con 180 mila euro i famigliari di un uomo morto quattro
anni fa, dopo averne passati
quattordici in stato quasi vegetativo a causa di un’ischemia
cerebrale curata in grave ritardo, crea un precedente con cui
d’ora in poi il sistema sanitario
dovrà confrontarsi: un medico
di famiglia non va considerato
diversamente da un dottore
che lavora in ospedale; se provoca un danno a un assistito ne
risponde anche la struttura, ovvero l’azienda sanitaria.
.
IL CASO
Uber gratis
fa arrabbiare
i sindacati
FEDERICO GENTA
SEGUE DA PAGINA 39
Grave
ritardo
14
A causa
del grave
ritardo
con cui
fu visitato
e della
diagnosi
sbagliata
il paziente
ha avuto
danni
irreversibili
anni
È la durata
del processo
con verdetti
diversi
nei vari gradi
72
anni
Nel 2011
l’uomo
è morto
dopo 14 anni
in casa di cura
Sentenza pilota della Cassazione
Se il medico di base sbaglia
anche l’Asl deve risarcire
Il caso del ’97: il dottore non si era accorto di un’ischemia cerebrale
ra senza conoscenza. All’ospedale di Chivasso gli è stata diagnosticata un’ischemia. Non è
mai più tornato a casa: dopo
quattordici anni vissuti tra centri di riabilitazione e case di cura, il 6 agosto del 2011 è morto.
È morto poco prima che la
Corte d’appello di Torino ribaltasse in parte la sentenza del Tribunale, che nel 2008 aveva condannato medico e Asl (l’ex Usl 7)
a risarcirlo per quel terribile errore. Una consulenza del Tribunale aveva dimostrato che se soccorso in tempo B. avrebbe potuto
proseguire una vita dignitosa,
per lo meno a casa sua. Il danno
cerebrale - l’80% - avrebbe potuto essere più lieve, non oltre il
60%. Per di più, sarebbe bastata
un’aspirina per frenare l’emorragia che aveva in testa. La condanna del medico era stata pressoché automatica: il dottore, chiamato più volte dalla moglie di B.,
aveva atteso quasi due giorni per
visitare l'uomo; e una volta a casa
sua aveva sbagliato diagnosi.
Fino al marzo 2016
Ticket,laRegionevaralaproroga
Ibeneficiarinoncambiano
1 La Regione ha prorogato al 31 marzo 2016 la validi-
tà delle attestazioni di esenzione dal ticket per reddito,
già rilasciate dalle Asl. Usufruiscono dell’esenzione i cittadini con meno di 6 o più di 65 anni, con reddito familiare inferiore a 36.151,98 euro; i titolari o a carico di altro soggetto titolare, di assegno (ex pensione) sociale;
di pensione al minimo, con più di 60 anni e reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro, incrementato a
11.362,05 euro in presenza del coniuge e di ulteriori
516,46 euro per ogni figlio a carico; i residenti in Piemonte compresi tra i 6 e i 65 anni di età con reddito familiare inferiore a 36.151,98 euro. I cittadini in possesso
del certificato di esenzione con il codice E02, disoccupati e lavoratori in mobilità, dovranno recarsi alla propria
Asl di riferimento per l’eventuale rinnovo del certificato.
La comunicazione è stata inoltrata a tutte le Aziende sanitarie regionali, ai presìdi e alle case di cura e strutture
sanitarie accreditate con il servizio sanitario nazionale
(info: www.regione.piemonte.it/sanita).
Un doppio errore dalle conseguenze drammatiche. Secondo i
giudici d’appello, tuttavia, se la
responsabilità del medico (senza assicurazione e nel frattempo
trasferitosi in Australia) era assodata, non si poteva dire lo
stesso per l’Asl: mancava un
rapporto diretto tra l’azienda e il
paziente e tra l’azienda e il dottore. La Cassazione ha invece
accolto le tesi degli avvocati di B.
Il rapporto esiste eccome: il medico di base non è un libero professionista, ma un lavoratore
para-subordinato, convenzionato con l’Asl e pagato dall’Asl stessa. Ed è, in sostanza, il braccio
attraverso cui l’azienda eroga il
servizio di assistenza ai cittadini
garantito dalla legge. Una sentenza dagli effetti dirompenti: «I
cittadini, se danneggiati dal medico di base o dal pediatra potranno agire anche contro le
Asl», spiegano Ambrosio, Bona
e Oliva. «E le aziende dovranno
assicurasi anche per l’operato di
questi dottori».
ngelo è subito rassicurante: «Non si preoccupi, potremo impiegarci anche tutto il giorno,
tanto oggi è gratis. Ci è arrivata una mail da Uber questa mattina. In sostanza non
dobbiamo far pagare nessuno». Dopo 24 minuti di viaggio l’arrivo a destinazione.
L’auto si ferma veloce all’angolo di via Po. Manco a dirlo,
dal lato opposto della piazzola dei taxi.
«È meglio così - dice Angelo - Fino ad ora non ho mai
passato guai ma siamo un
po’ tutti in allarme. Lavoro
12 ore al giorno per portarmi
a casa, quando va bene, 200
euro a settimana. Per questa
miseria non ha senso correre troppi rischi».
Il viaggio è finito e il portafoglio è rimasto chiuso in
tasca. Anche il biglietto dell’autobus, acquistato per
l’occasione che avremmo
dovuto mostrare per garantirci la gratuità del passaggio, non è servito a niente.
Come falsa, del resto, è stata anche la nostra iscrizione. È bastato taroccare un
vecchio abbonamento aggiungendo una mail e un
nuovo numero di telefono
per trasformarci in clienti
della prima ora. Anzi: adesso abbiamo diritto ad una
nuova corsa bonus.
L’iniziativa non può che
far arrabbiare i taxisti, già
da mesi sul piede di guerra
per un servizio che giudicano in tutto e per tutto «abusivo». Ma non piace nemmeno all’esecutivo provinciale
di Usb, promotore dello
sciopero. «Uber di fatto si
pone come sabotatrice della
protesta degli autoferrotranvieri, che da otto anni
hanno il rinnovo del contratto nazionale bloccato e
vedono il futuro minacciato
da una politica di selvaggia
privatizzazione e tagli di risorse al servizio di trasporto pubblico locale».
La multinazionale, però,
non molla un centimetro.
Anzi, rilancia l’ennesima
partnership: ha già stretto
un patto con l’Ail: dall’1 al 6
aprile per ogni corsa Uber
donerà un euro all’associazione italiana contro le leucemie e i linfomi.
A
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Un lettore scrive:
2 «Abito a Baldissero Tori-
nese e ogni giorno percorro,
almeno due volte, la strada di
Superga in auto.
«Detta strada è una sorta di
via crucis di ciclisti che da soli
o in branco si dannano a scalarla con, viste le andature traballanti e ignorando la regola
elementare di tenere la destra,
assoluto sprezzo del pericolo
che creano. I fine settimana
poi sono davvero proverbiali:
sembra di essere in una tappa
del Giro d’Italia. Questo sabato, un gruppo di una ventina di
novelli Moser che procedevano in discesa a folle velocità superando addirittura le automobili mi ha circondato al semaforo Sassi intimandomi di
scendere dall’auto per finire
col prenderla a pugni e coprendomi d’improperi. La mia
colpa? Un colpo di clacson per
farli spostare (occupavano
tutta la corsia) e averli superati in quanto esasperato dal loro
1
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comportamento. Non sono pregiudizialmente contro nessuna
categoria, figuriamoci i ciclisti,
ma sarebbe cosa buona e giusta
che l’amministrazione comunale vietasse il transito “hobbistico” alle bici su quella strada».
G.L.
Un lettore scrive:
2 «Vorrei segnalare un episo-
dio accaduto presso l’aeroporto
Sandro Pertini lunedì 23 marzo
verso le 11 mi stavo recando al lavoro, da privato cittadino sono
obbligato al transito nella corsia
di sinistra (quella di destra è riservata), essendo in corso dei la-
vori stradali, dei gentili operai
dirottavano il traffico nella corsia riservata questo è già la seconda volta che succede
«La prima volta mi sono visto
appioppare 90 € di multa per divieto di transito (sic!). A fronte
delle mie rimostranze di allora i
vigili di Caselle mi riferirono che
è ben visibile la scritta di segnalare eventuali anomalie entro 10
giorni (peccato che la multa mi
arrivò dopo un mese e mezzo).
«Lunedì 23 alla mia telefonata presso i vigili di Caselle mi è
stato detto:
1) i dieci giorni valgono solo
per addetti ai lavori
2) gli operai non sono autorizzati al cambio di corsia
3) le telecamere non sono gestite dai vigili
4) quando arriverà la multa
potrò fare tranquillamente ricorso.
Ora mi chiedo è cosi difficile
spegnere le telecamere a fronte
di attività di manutenzione?
«Io come vado a lavorare? E
infine chi incassa le multe?
Complimenti all’aeroporto internazionale di Torino. Questo è
un furto, oltre che un sopruso
per cittadini che si recano al lavoro».
GIANANDREA GIOVANNINI
Un lettore scrive:
riallacciarmi alle
lettere, pubblicate in questi
giorni su Specchio, che denunciano nuovi sprechi legati all’utilizzo scriteriato di linee di bus.
E’ indubbio che il bus ha dalla
sua alcuni vantaggi rispetto al
tram (costa meno nel breve termine, è più flessibile se ci sono
deviazioni o incidenti) ma tutto
va contestualizzato e visto nell’insieme. I tram durano decine
di anni, quindi il costo è ampiamente ammortizzato. Inoltre in
centro città il bus è molto dannoso: per l’inquinamento, per il
rumore, per i danni alla pavi-
2 «Voglio
mentazione (via Rossini, via Pietro Micca sono gli ultimi esempi
di assurde spese per riparare i
danni dei “bestioni” da 12 o 18
metri… e presto ci saranno altre
vie dove intervenire, non ci vuole una sfera di cristallo per immaginarlo). Peccato che Torino,
che aveva centinaia di km di binari, li stia piano piano perdendo, sprecando soldi su soldi:
pensiamo a via Rossini e via N.
Bianchi o a piazza Hermada, anche se pare che il tram qui stia
per tornare. Voglio quindi essere ottimista per il futuro: d’altronde è saggio non chi non sbaglia mai, ma chi ha l’onestà intellettuale e il coraggio di ammetterlo e cambiare.
«Ci pensino i nostri amministratori pubblici!».
STEFANO A. CERRATO
[email protected]
via Lugaro 15, 10126 Torino
Forum lettere su
www.lastampa.it/specchio
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