I dati internazionali sulle competenze della popolazione adulta

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Transcript I dati internazionali sulle competenze della popolazione adulta

I dati internazionali sulle
competenze della popolazione
adulta: analisi e riflessioni
Fonte: INVALSI Indagine ALL – Adult Literacy and Life skills
Premessa (1)
Per interpretare e comprendere quali siano le competenze di una popolazione, i
punteggi corrispondenti alle performance sono collocati su una scala che va da 0 a
500 punti e raggruppati in 5 gruppi, che corrispondono alle diverse difficoltà delle
prove e quindi alle diverse competenze di chi riesce o non riesce a risolvere i
compiti presentati nelle prove stesse.
Ognuno dei 5 gruppi di punteggi, corrispondono a intervalli successivi di risultati,
livelli, in relazione a un aumento di difficoltà dei compiti svolti.
Per cui 5 gruppi di punteggi = 5 livelli
Gli esperti considerano che la popolazione adulta, che raggiunge almeno il livello 3
di competenza è quella capace di rispondere efficacemente alle esigenze di vita e di
lavoro del mondo attuale:
solo il 20% della popolazione italiana raggiunge o supera questo livello.
Ogni livello è descritto sulla base di quello che sa fare una persona che si colloca a
questo livello di competenza.
Premessa (2)
Ogni livello, indicato sulla scala da 0 a 500 punti, rappresenta una
progressione, un incremento di competenza: chi si situa a un livello
dato, possiede le competenze del livello in cui si situa ed anche la
probabilità di rispondere in modo esatto alle domande dei livelli
inferiori.
In sintesi:
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 4/5
competenze estremamente modeste al limite dell’analfabetismo.
patrimonio limitato di competenze di base.
possesso di competenze che permettono l’innesto di nuovi saperi.
padronanza sicura.
I livelli di competenza della popolazione italiana
Livello 1 (da 0 a 226 punti)
Livello 2 (fino a 276 punti)
Livello 3 (fino a 326 punti)
Livello 4/5 (fino a 500 punti)
46,1%
Prose
35,1%
48,8%
Document
33,4%
41,6%
Numeracy
41,6%
0%
10%
20%
30%
40%
2,3%
15,3%
2,5%
15,7%
69,6%
Problem Solving
16,5%
6,5% 0,6%
23,3%
50%
60%
70%
80%
1,3%
90%
100%
Il 46,1% della popolazione 16-65 anni si trova al livello 1 della scala di prose literacy, il
35,1% al livello 2 e il 18,8% ad un livello 3 o superiore; la distribuzione nei livelli per le
altre tipologie di prove è abbastanza simile, tranne che per il problem solving, dove quasi
il 70% delle persone non supera il livello 1.
I livelli di competenza nel confronto internazionale
Document literacy
Ambito considerato strategico in relazione ai compiti della vita adulta nel mondo globale
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 4/5
Percentuale
80
60
40
20
0
20
40
60
80
100
Norvegia
Canada
Bermuda
Svizzera
Stati Uniti
Italia
Nuevo Leon
Messico
Lo zero distingue la quota di popolazione che non supera il livello 1-2 da quella che li supera
Relazione tra titolo di studio, competenza di Numeracy
e livello di performance (1)
Punteggio
500
Livello
5
450
400
4
350
3
300
2
250
1
200
150
100
50
0
1 2 3 4
1 2 3 4
1 2 3 4
1 2 3 4
1 2 3 4
1 2 3 4
Svizzera
Norvegia
Canada
Stati Uniti
Bermuda
Italia
Legenda: 1 Fino alla licenza media 2 Diploma 3 Post-secondario non universitario 4 Università
Relazione tra titolo di studio, competenza di Numeracy
e livello di performance (2)
La figura precedente presenta il titolo di studio della popolazione e i punteggi
conseguiti nell’ambito della numeracy sulla scala di punteggio che va da 0-500,
e il livello di performance misurato sulla scala che va dal livello 1 al livello 5.
Mentre negli altri Paesi è più evidente che all’aumento del titolo di studio
migliorano anche le performance, in Italia non si registrano grandi differenze.
I punteggi ottenuti dalla popolazione italiana con un titolo di studio universitario
sono più modeste (si collocano poco al di sopra del livello 3) rispetto a quelli
degli altri Paesi.
La relazione tra le performance registrate nell’ambito della competenza di
numeracy secondo l’ipotesi che sta alla base dell’indagine ALL, rappresenta un
indicatore predittivo della capacità dei soggetti di incrementare abilità e
competenze di tipo scientifico-tecnologico ed anche di sviluppare capacità
creative.
Modalità di apprendimento nei Paesi partecipanti all’indagine ALL
Apprendimento informale
Partecipazione a corsi
Partecipazione a programmi di studio
Totale partecipazione
Svizzera
Stati Uniti
Norvegia
Canada
Bermuda
Italia
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
In tutti i Paesi il coinvolgimento della popolazione adulta in attività formali, non formali e informali di
educazione/istruzione è elevato, sia in attività formative che si presentano come programmi, percorsi di studio
finalizzati al conseguimento di titoli di studio, sia come corsi di argomento e finalità varie, l’Italia presenta le
percentuali più basse di partecipazione (circa il 20%), sia per quanto riguarda i programmi di studio sia per quanto
riguarda corsi che hanno finalità varie, evidenziando la persistente difficoltà di accostarsi alle medie di partecipazione
degli altri Paesi.
Le persone che hanno competenze più limitate partecipano meno all’educazione degli adulti, questa tendenza è
comune a tutti i Paesi; il fatto che solo una persona su dieci di quanti si trovano al livello 1, abbia occasione di
partecipare ad attività formative, è particolarmente preoccupante in Italia, tenuto conto dell’alta percentuale di
cittadini che si trova in questo livello.
Professioni/competenze di Prose e Document literacy combinate (1)
Livello 3
Livello 4/5
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6
Norvegia
Canada
Bermuda
Stati Uniti
Svizzera
Italia
Legenda
1 Esperti
2 Manager
3 Professioni dell’informazione(elevate abilità/competenza) 5 Servizi (basse abilità/competenze)
4 Professioni dell’informazione(bassa abilità/competenza) 6 Produzione di beni strumentali
Professioni/competenze di Prose e Document literacy combinate (2)
L’Italia mostra (figura precedente) un modello di distribuzione delle competenze
entro le professioni coerente con quello degli altri Paesi, ma la percentuale di
persone che raggiungono livelli 3 e 4/5 è molto più limitata.
Stare al ritmo coi processi di cambiamento e di competitività in atto, soprattutto per
alcuni Paesi e in particolare per l’Italia, significa non solo agire per promuovere un
incremento delle politiche educative/formative rivolte ai giovani, ma tenuto conto
dell’invecchiamento della popolazione, sviluppare politiche di lifelong learning
mirate all’insieme di una popolazione, che ha bassi livelli di competenza.
Si evidenzia inoltre in Italia, nel confronto con i Paesi partecipanti, una diversa
condizione lavorativa: i lavoratori dipendenti sono il 50,26% contro il 76% della
media degli altri Paesi, i lavoratori autonomi sono il 14,75% mentre negli altri Paesi
sono l’8,43% (il 100% di queste percentuali è rappresentato da tutta la
popolazione intervistata).
Gli occupati del campione in Italia lavorano in genere in aziende medio-piccole,
con meno di 100 addetti, il 53% circa in aziende che hanno al massimo 20
dipendenti ed un ulteriore 23% in aziende che hanno al massimo 99 dipendenti.
Fasce di età/Livelli di competenza/Document literacy (1)
Livello 1
Percentuale
Livello 2
Livello 3
Livello 4/5
80
60
40
20
0
20
40
60
80
100
16-25 anni
26-35 anni
36-45 anni
46-55 anni
56-65 anni
Lo zero distingue la quota di popolazione che non supera il livello 1-2 da quella che li supera
Fasce di età/Livelli di competenza/Document literacy (2)
La lettura analitica dei livelli raggiunti dalla popolazione, raggruppata per decenni (figura
precedente), conferma il risultato delle fasce di età più vecchie, ma nello stesso tempo evidenzia
un dato forse meno scontato: i 26-35enni hanno raggiunto risultati leggermente
migliori rispetto ai 16-25enni.
Qual è il fattore che influisce negativamente sulle prestazioni dei più giovani?
Si tratta di carenze del processo formativo, dell’orientamento ovvero delle condizioni in cui si
realizza un precoce ingresso nel mercato del lavoro?
Le classi di età più vecchie mostrano: una carenza di manutenzione di competenze; una
formazione iniziale che, per la maggioranza di questa popolazione, è stata molto debole ed
estremamente breve.
Il 92% 56-65enni si trovano ai livelli 1 e 2 della scala di competenze.
Se si può quindi affermare che con l’aumentare dell’età diminuiscono le abilità cognitive, è
altrettanto vero che le abilità potrebbero essere accresciute nel tempo, o almeno mantenute, e
che la pratica di tali abilità cognitive, ossia l’esercizio quotidiano per “mantenerle”, potrebbe
assicurare delle performance migliori e un loro declino più diluito nel tempo. E’ questo il terreno
rispetto al quale l’Italia denuncia un deficit di iniziativa e di intervento, attività di educazione
permanente, mirate a queste fasce di popolazione sono deboli, mentre potrebbero risultare
estremamente utili, non solo in relazione alla necessità di mantenere abilità e competenze, ma
come fonte di arricchimento del benessere e delle reti della vita sociale.
Le scelte dopo il conseguimento del diploma influenzano le performance
Ha iniziato e non concluso un corso di istruzione formale dopo il diploma
Punteggio
Nessun corso di istruzione formale dopo il diploma
270
Numeracy
265
Prose
Problem Solving
260
Document
255
Numeracy
250
Prose
245
Problem Solving
240
Document
235
L’andamento delle due curve, che descrivono le performance dei due gruppi, è simile ma è
evidente che tutti quelli che sono rimasti per più tempo in un circuito di istruzione formale
raggiungono i risultati migliori.
Gli indici annuali dell’OCSE, che studiano la relazione tra educazione e mercato del lavoro,
suggeriscono che la soglia minima, il limite minimo da raggiungere per garantirsi un positivo
ingresso nel mondo del lavoro, è un titolo di studio pari al diploma. Il 17,8% dei rispondenti
ALL ha un titolo inferiore al diploma, ed evidenzia prestazioni che risultano essere decisamente
inferiori a quelle di tutti coloro che hanno titoli più elevati.
Confronto dei punteggi ottenuti da chi partecipa/ha
partecipato ad attività formative, da chi non partecipa, da chi è
studente e il punteggio nazionale in tutte le tipologie di prove
Punteggio
280
Studenti a tempo pieno
Punteggi medi nazionali
Chi partecipa ad attività formative (esclusi gli studenti a tempo pieno)
Chi non partecipa ad attività formative
260
240
220
200
180
160
140
120
100
Prose
Document
Numeracy
Problem Solving
Chi frequenta un’attività di istruzione/formazione (triangolo giallo) raggiunge
performance migliori (punteggi più alti) rispetto a chi non la frequenta (pallino verde);
chi partecipa ad attività formative (triangolo giallo), infatti si accosta di molto alle
performance degli studenti a tempo pieno (rombo blu), che sono il gruppo di
popolazione che risulta più competente.
10,2%
0
0,6%
Lavoro domestico non retribuito
28,6%
Studenti
Numeracy
8,1% 2%
Pensionati
Document
3,8%
Disoccupati in cerca di lavoro
6,1%
Occupati
6,9%
Lavoro domestico non retribuito
4,5%
Studenti
Prose
22,4%
Pensionati
21,7%
Disoccupati in cerca di lavoro
10,8%
Livello 2
Occupati
Livello 1
Lavoro domestico non retribuito
37,1%
Studenti
Percentuale
Pensionati
9,3%
Disoccupati in cerca di lavoro
21,9%
13,3%
Occupati
4,7%
Lavoro domestico non retribuito
40
Studenti
Pensionati
20
Disoccupati in cerca di lavoro
Occupati
Condizione occupazionale per livelli di competenza (1)
Livello 3+
60
33,7%
22%
1,7%
20
40
60
80
100
120
Problem Solving
Lo zero distingue la quota di popolazione che non supera il livello 1-2 da quella che li supera
Condizione occupazionale per livelli di competenza (2)
Dalla lettura della figura precedente emerge con chiarezza che in tutte le
tipologie di prove, i livelli più alti (livello 3–4/5) sono raggiunti prevalentemente
dagli studenti e dai lavoratori occupati (evidenziati con un cerchio rosso). Sono
queste le due condizioni che garantiscono meglio l’acquisizione e il
mantenimento di competenze.
Chi svolge un lavoro domestico non retribuito e chi è pensionato presenta le
prestazioni più modeste.
Osservando l’insieme delle popolazione italiana, per condizione occupazionale, si
nota che livelli alti di competenza vengono raggiunti soprattutto nelle prove di
prose literacy e nella numeracy, piuttosto che nella numeracy o nel problem
solving; gli studenti presentano il profilo culturale decisamente più elevato.
Occupati/Livelli di competenza per titolo di studio
Livello 1
Percentuale
Livello 2
Livello 3+
60
31%
40
20
35,3%
34,6%
28,3%
8,1%
7,1%
0
20
40
60
80
100
Fino alla licenza media
Diploma
Post-diploma/Università
120
Document
Numeracy
Document
Numeracy
Document
Numeracy
Le prestazioni raggiunte dagli occupati sono legate ai livelli di scolarità. Il possesso di un titolo
superiore al diploma garantisce a una percentuale consistente di lavoratori di raggiungere il livello
3+ (in verde) nelle due competenze strategiche di document literacy e numeracy.
Il possesso di un diploma garantisce al 30% degli occupati di raggiungere il livello 3+, mentre,
per un occupato, il fatto di non avere un diploma risulta fortemente discriminante, meno del 10%
dei non diplomati raggiunge il livello 3+ (in verde).
.
La lettura dei dati: quali sono le riflessioni possibili (1)
L‘istruzione è uno fra i fattori che influenzano di più l’acquisizione, il mantenimento
e lo sviluppo di competenze e tali competenze sono necessarie per riuscire nella
carriera scolastica per cui alti livelli di competenze conducono probabilmente a
iscriversi e a completare i percorsi scolastici più elevati.
Le competenze apprese a scuola facilitano l’accesso ad una scolarizzazione
ulteriore, questo a sua volta produce competenze.
Abbandonare la scuola, prima di aver conseguito almeno un diploma, significa
precludersi l’opportunità di acquisire ulteriori competenze, soprattutto quelle
necessarie per agire in modo efficace nelle situazioni problematiche del vivere
quotidiano.
L’analisi di questi dati evidenzia la necessità di sviluppare politiche volte a sostenere
il raggiungimento di almeno un titolo di scuola secondaria superiore per tutta la
popolazione.
La lettura dei dati: quali sono le riflessioni possibili (2)
L’analisi delle quote di popolazione italiana, che frequentano corsi in età
adulta e le caratteristiche di queste, mostrano che l’Italia è ancora lontana
dal garantire all’adulto, che ha un basso livello di scolarità, un effettivo
accesso a percorsi di educazione/formazione permanente e continua.
Apprendimento chiama apprendimento, in questo caso si potrebbe dire
che “competenza chiama apprendimento”, rispetto alla partecipazione ad
attività formative, si osserva che, chi si colloca nei livelli di competenza
alfabetica funzionale più alti, frequenta di più un corso rispetto a chi si
trova in una situazione culturalmente più modesta.
Due domande:
È vero che altri fattori, oltre all’istruzione, potrebbero facilitare
l’acquisizione di tali competenze, ma come si recupera lo svantaggio?
Attraverso quali strategie si potrà riportare in formazione un adulto, che si
è fermato alla licenza elementare o alla licenza media?