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Le difficoltà scolastiche dei bambini adottati
Silvia Andrich Pergine (TN) 12 aprile 2014 Silvia Andrich 2014
Perché un bambino adottato intelligente può avere difficoltà scolastiche?
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Sembra essere una costante la discrepanza tra potenzialità cognitive e risultati scolastici nei bambini stranieri adottati.
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Il caso di Fernando 12 anni prima media (Bolivia)
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• •
Test d’intelligenza WISC-III: QIV = 80 QIP =109 QIT = 93
Difficoltà di attenzione, in tedesco, lettura e scrittura. Una tortura i compiti a casa.
• In matematica se la cava meglio.
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Cosa dice Fernando A due mesi dall’inizio della prima media.
Fernando finisce i compiti regolarmente alle dieci di sera. Una sera stremato e in lacrime dice ai suoi genitori: ” Io non sono adatto a questa vita e a questa scuola … Perché non torniamo tutti insieme in Bolivia?
” Silvia Andrich 2014
Il caso di Teresita 11 anni, quinta elementare (Equador)
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• • • • • Test WISC IV QIT
81
Comprensione verbale = QCV 96 Ragionamento visuo-percettivo = QRP 87 Memoria di lavoro =
QML 79
Velocità di elaborazione =
QVE 76
•
Difficoltà in lettura e matematica, molto lenta.
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Cosa dice Teresita • “A scuola mi dicono tutti che sono lenta … Ma cosa credi? Io se capisco il meccanismo dopo parto sai?”.
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Il caso di Asha 13 anni, seconda media (Nepal)
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•
WISC-III: QIV = 80 QIP =109 QIT = 93
•
Difficoltà nella logica, nel problem solving e nella comprensione del testo
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Il caso di Jennifer 14 anni terza media (Colombia)
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• • • • •
Test WISC IV QIT 81 Comprensione Verbale di 102 Ragionamento visuo-percettivo 85 Memoria di lavoro è 76 La velocità di elaborazione (82).
Problemi importanti, mai risolti in matematica, alle prese con l’elaborazione della sua storia e con l’angoscia di non essere ammessa agli esami.
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Cosa dice Jennifer
• La prof. mi dice che mi devo impegnare di più perché l’unico mio pensiero e compito è quello di studiare. Ma che ne sa lei di quanto male sto io e dei miei problemi?” Silvia Andrich 2014
L’importanza della scuola
La scuola è fondamentale per la crescita di ciascun bambino che si ritrova a misurarsi su contemporaneamente, vari piani impiegando energie emotive e cognitive che non devono essere sottovalutate.
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Ciò è vero soprattutto per il bambino adottato.
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Le richieste della scuola:
• • • • • • • • • • Intelligenza Attenzione Memoria Autocontrollo e gestione delle emozioni Ordine Ritmi imposti di apprendimento Impegno Motivazione ad apprendere Abilità metacognitive Abilità sociali e relazionali Silvia Andrich 2014
Dalla pratica clinica ed educativa quotidiana, nonché dalla letteratura, si riscontra soventemente che i bambini adottati stranieri mostrano difficoltà scolastiche in misura significativamente maggiore dei non adottati.
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Perché?
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• • • • • • • La storia pregressa; l’età di adozione del bambino; la minore stimolazione ricevuta; Il trauma dell’abbandono e i problemi di attaccamento; L’iperattivismo, l’ipervigilanza e la difficoltà di concentrazione; Il problema linguistico; Il temperamento Silvia Andrich 2014
Difficoltà aggiuntive
• A prescindere da quale sia stata la sua storia e la sua esperienza, il bambino adottato presenta sempre e comunque una maggiore fragilità relativamente al suo valore e alla sua autostima.
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La ferita dell’abbandono
• I bambini abbandonati temono sempre di essere abbandonati nuovamente: sono pieni di ansie che impediscono loro di fidarsi, perché tutte le loro energie sono indirizzate a cercare di “piacere”.
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• Se piaccio a questo genitore, a questo insegnante, a questo amico, lui non mi lascerà e non mi abbandonerà.
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• • Generalmente il bambino adottato vuole essere amico di tutti e tutti sono amici nello stesso modo.
La scelta dell’amico o dell’amica del cuore rappresenta una vera e propria conquista.
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L’ ipersensibilità al rifiuto.
• R. 8 anni in lacrime: “Perché Emma non mi invita mai alla sua festa di compleanno mentre la invito sempre?
• Forse non le piacciono le bambine marroncine …” Silvia Andrich 2014
Il problema dell’ attenzione • • Da studi recenti (soprattutto americani) sembra ci sia un’incidenza abbastanza alta di ADHD nei bambini adottati.
Situazioni di malnutrizione severa, assenza di stimolazioni deprivazione affettiva, psicofisiche, prematurità in caso di emotiva sindrome fetoalcolica, bombardamento di nuovi stimoli e il l’ondata all’arrivo in famiglia possono essere effetti scatenanti.
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L’ipervigilanza
• Molto più comunemente le difficoltà di attenzione manifestate dai bambini sono da ricondursi all’istituzionalizzazione. Non è vero che i bambini non sono in grado di stare attenti; il loro problema è invece l’opposto: che non perdono nulla di tutto ciò che accade attorno a loro.
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Effetti dell’ipervigilanza
• • La loro energia è tutta concentrata nell’evitare ciò che più temono: un abbandono.
Soprattutto nei primi tempi, l’ipervigilanza ostacola la “giusta attenzione” verso l’apprendimento della lingua e di tante nuove e complesse nozioni scolastiche.
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L’ipervigilanza inconsapevole
• Il bambino ha necessità di tenere tutto sotto controllo, la capacità di percepire qualsiasi alterazione degli equilibri familiari, qualsiasi stravolgimento della routine quotidiana lo può far andare in ansia.
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• Molte volte i bambini sognano ad occhi aperti, “si perdono”, hanno problemi nel concludere un compito e nell’eseguire un test o una verifica.
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Il temperamento
• • I ritmi lenti, la flemmaticità o al contrario, l ’impulsività, sono da considerarsi tratti innati di un temperamento presente dalla nascita (e anche prima).
Non scambiamoli riduttivamente come pigrizia o come carattere difficile, ma come caratteristiche che costituiscono un ’ identità socio-culturale ben definita.
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Il problema linguistico
• • Tutti gli adulti si sorprendono di quanto i bambini imparino velocemente la nuova lingua nella quotidianità e a farsi capire dagli altri.
In realtà il bisogno di appartenenza per loro è essenziale.
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• Ma un’altra cosa è apprendere le regole, della grammatica, della morfosintassi, dei modi di dire , delle parole i cui significati sono intraducibili o che assumono significati diversi in contesti linguistici diversi.
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• • Occorrerà impadronisca aspettare della anni struttura profonda.
perché si linguistica Spesso rimarrà per sempre una difficoltà linguistica, soprattutto se il bambino introdotto tardivamente è all’apprendimento della nuova secondario) lingua (bilinguismo Silvia Andrich 2014
• Sempre più bambini arrivano in Italia già con un loro assetto linguistico talvolta profondamente diverso dal nostro sia come suoni che come grammatica. Silvia Andrich 2014
La prima verifica di storia: quando si è ancora ancorati in maniera massiccia al concreto … Prima domanda: Che cos’è la storia?
Risposta di R. 8 anni, terza elementare: la storia è un libro. Seconda domanda: Come si può ricostruire la storia?
Risposta: La storia si può ricostruire sempre con c’era una volta.
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Tranelli linguistici matematici Una mamma stremata dopo un pomeriggio interminabile di divisioni, non sa capacitarsi del perché il figlio, frequentante la quinta elementare e adottato due anni prima dalla Colombia, nell’eseguire le divisioni prima divida correttamente il dividendo per il divisore e poi subito dopo si ostini ad eseguire una moltiplicazione tra il divisore e il dividendo. Alla fine, scoraggiata chiede al bambino: “Ma perché moltiplichi se devi devo fare per?
dividere per 12?”.
Il bambino allora ancora più arrabbiato risponde:”Ma allora decidetevi: devo dividere o Silvia Andrich 2014
Il lessico dei numeri
• • • Sangita (seconda elementare) nell’eseguire un calcolo a mente 6+5 dà la risposta 15.
La mamma le dice: ma Sangita, non è possibile che faccia 15! Prova a contare sulle dita. La bambina dopo aver contato dice: “Ma io sapevo che faceva 11! Mi sbaglio tante volte tra quindici e undici.
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Ancora problemi di lessico
• • Dettato di numeri 1) 123 • 9 “Che centrano i nonni con la matematica?” Silvia Andrich 2014
Difficoltà dovute a possibili errori degli insegnanti • 1.
Accomunare il bambino adottato internazionalmente al bambino immigrato; • 2. aderire in maniera troppo rigida alle attività formative previste dalla scuola primaria: il classico esempio della storia; Silvia Andrich 2014
• • • 3.
atteggiamento troppo pietistico e di commiserazione che può esprimersi chiedendo troppo poco al bambino: anziché proteggerlo si rischia di inviare un messaggio di svalutazione; 4. al contrario chiedere troppo con pretese irrealistiche non considerando le difficoltà peculiari linguistiche che in alcuni casi tendono a cronicizzarsi; 5. Se rapporti l’insegnante è chiamato a mediare nei con i compagni può rischiare di minimizzare commenti e comportamenti non benevoli rivolti al bambino adottato.
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Lavoriamo sulle diversità
Creare un clima di accettazione e di inclusività di tutte le diverse realtà abituando tutti i bambini a capire le diversità individuali, senza prese in giro, esclusioni o stigmatizzazioni.
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Il silenzio è sempre una pessima politica
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E’ opportuno invece acquisire quell’assetto mentale che permetta di tenere il bambino adottato presente nella sua “normalità differente”, di favorire le occasioni di narrazione spontanea, di saperlo ascoltare quando si sentirà abbastanza sicuro e fiducioso da voler portare in classe la propria storia.
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Quanto contano i risultati scolastici?
• Nella società in cui viviamo il risultato scolastico è sovrastimato.
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• Anche noi genitori presi dal vortice del problema scuola ci dimentichiamo che il valore dei nostri bambini e ragazzi non va misurato in base alle loro prestazioni scolastiche Silvia Andrich 2014
• Aiutiamoli a fare del loro meglio e abbassiamo le aspettative.
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Difficoltà incontrate nel percorso scolastico dal bambino adottato 1. I momenti di criticità sono individuabili negli anni di passaggio da un ciclo all’altro.
2.
l’inserimento scolastico, più difficoltoso nelle adozioni di bambini anni di già grandi (9-10 età o più) e precedentemente scolarizzati, 3. la scelta della scuola superiore di 2 ° grado e la sua frequenza Silvia Andrich 2014
Dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria • Con l’inizio della classe prima iniziano le prime difficoltà che riguardano sia l’apprendimento della letto-scrittura, sia quello del calcolo e si rilevano problematiche autoregolative (attenzione e metacognizione), mentre si evidenziano buone abilità sociali e capacità espressive (es. disegno).
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Secondo ciclo della scuola primaria • Le richieste scolastiche si fanno via via più complesse e si richiedono ai bambini abilità di comprensione del testo più sofisticate, abilità logico-matematiche più complesse (problemi), autonomia e organizzazione nello studio (storia, geografia, scienze); apprendimento della seconda bambino lingua straniera adottato diventerebbe la terza).
(che per il internazionalmente Silvia Andrich 2014
Scuola secondaria di primo grado
• Le difficoltà sono diffuse nell’area linguistica e nelle aree scientifiche e logico-matematiche (astrazione).
• Aumentano esponenzialmente i ritmi di apprendimento, la flessibilità e la mole di lavoro sia a scuola che a casa.
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Il necessario accompagnamento nello studio giornaliero del ragazzo da parte dei genitori rende più arduo lo sviluppo di un metodo di studio personale e autonomo.
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Scuola secondaria di secondo grado • Per i ragazzi adottati, in misura ancora maggiore che per la generalità degli studenti, la scelta dovrebbe essere fatta più per gli interessi e potenzialità presenti che per importanza o desiderio della famiglia.
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Pochi studi e ricerche nelle superiori • Sembra che nonostante le maggiori difficoltà incontrate e la “fatica del pensare” che può far emergere ricordi dolorosi, quasi tutti arrivino al diploma e una discreta percentuale di casi si laurea.
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L’interazione tra essere adolescenti ed essere adottati I compiti evolutivi tipici e faticosi degli adolescenti, vengono ulteriormente complicati dalla condizione di essere figli adottivi.
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A fronte di spesso capacità cognitive molto buone, l’adolescente adottato ha risultati scolastici deludenti o mediocri.
Anche se aiutato e spronato non riesce a dare quello che gli altri si aspetterebbero da lui.
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• Spesso si assiste ad una banalizzazione e a una sottovalutazione del problema, l’idea che sia un problematicità problema legato dell’adolescenza alla in generale e non alla condizione di adottato.
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• Il riaffiorare dell’esperienza abbandonica, l’interrogarsi sulle proprie origini, l’andare alla ricerca dei tanti della propria perché, la costruzione identità, tolgono inevitabilmente energia e motivazione allo studio, capacità di concentrazione e motivazione.
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• I ragazzi di colore e di etnia diversa da quella italiana hanno problemi ulteriori.
Finché sono piccoli, fanno tenerezza e stimolano il senso di protezione. Quando il ragazzo o la ragazza di colore crescono, condividono l’immagine e l’accettazione sociale che nel contesto in cui vivono, tocca agli adulti di colore o di etnia diversa.
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• Non sempre l’accettazione è incondizionata o positiva …
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Krishna, 15 anni, 1 ° Liceo studente brillante ma con inaspettati problemi di rendimento scolastico • • “Sta andando tutto malissimo: la scuola, il calcio, la vita … Io mi impegno ma non riesco a migliorare i miei voti … Non vi è capitato un figlio che vale tanto … forse vi meritavate di più …” Silvia Andrich 2014
Bibliografia
• • • • • L. M. Majocchi (a cura di), 2010, “Ho adottato mamma e papà”, Erickson, Trento E. De Rienzo et al., 1999, “Storie di figli adottivi”, Utet, Torino F. Vadilonga (a cura di ), 2010, “Curare l’adozione”, Raffaello Cortina, Milano AA.VV., 2009, “L’adozione entra a scuola: vademecum per insegnanti”, pubblicazione a cura dell’ Assessorato alle politiche sociali servizio Attività sociali, Comune di Trento M. Scarpati, 2000, “Adottare un figlio”, Mondadori, Milano Silvia Andrich 2014