COMPRESENZA STORIA - DIRITTO “LA FAMIGLIA”

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COMPRESENZA
STORIA - DIRITTO
“LA FAMIGLIA”
DIRITTO
DELLA FAMIGLIA SE NE OCCUPA L’ART. 29 DELLA
COSTITUZIONE.
• Comma 1° - LA FAMIGLIA E’ UNA SOCIETA’
NATURALE FONDATA SUL MATRIMONIO.
• Comma 2° - IL MATRIMONIO E’ FONDATO
SULL’UGUAGLIANZA MORALE E MATERIALE DEI
CONIUGI.
IL MATRIMONIO è un accordo tra un uomo e una
donna stipulato alla presenza di un ufficiale di
stato civile o di un sacerdote per il quale i due
contraenti si uniscono in una comunanza di vita
spirituale e materiale riconoscendosi reciproci
diritti e assumendosi reciproci obblighi.
• FINO AGLI ANNI ‘50 - l’economia italiana era
basata principalmente sull’agricoltura, in italia
c’era la famiglia patriarcale, con una netta
predominanza nella famiglia del padre-marito.
• La prima figlia non si sposava perche’ il suo ruolo
era quello di aiutare la madre ad allevare i figli.
• NELLA SOCIETA’ ATTUALE C’E’ LA FAMIGLIA
NUCLEARE: costituita da padre, madre ed
eventuali figli.
MA PRIMA DEL 1975, DATA DELLA RIFORMA
DEL DIRITTO DI FAMIGLIA, C’ERA:
- L’ISTITUTO DELLA PATRIA POTESTA’: il padre prendeva
ogni decisione riguardante i figli (studi, regole di vita e
comportamento).
- LA POTESTA’ MARITALE: il marito decideva anche per la
moglie, che perdeva il suo cognome da ragazza e
acquistava quello del marito. Doveva seguirlo nella sua
residenza. Il marito faceva le scelte più importanti
all’interno della famiglia. La donna, casalinga,
dipendeva economicamente dal marito.
- L’ISTITUTO DELLA DOTE: dopo il matrimonio il marito
aveva in gestione un corredo, greggi, terreni, immobili o
qualsiasi altro possedimento della moglie. E’ stato
vietato dalla riforma del 975.
Art. 29 COSTITUZIONE 2° comma:
i coniugi hanno gli stessi diritti e doveri
all’interno della famiglia
Ha trovato una compiuta realizzazione legislativa
nella riforma del diritto di famiglia del 19
maggio 1975:
1) PARITA’ MORALE E GIURIDICA dei coniugi,
che assumono gli stessi diritti e doveri;
2) POTESTA’ GENITORIALE di entrambi sui figli,
dal 1942 non c’è più la potestà maritale;
3) La donna inizia a lavorare e ad essere
ECONOMICAMENTE INDIPENDENTE.
• L’art. 79 della Riforma del diritto di famiglia è
intitolato:
“Della promessa di matrimonio”
- La promessa di fidanzamento non è
vincolante, i fidanzati sono liberi di cambiare
idea.
- Se uno dei due fidanzati, senza giustificato
motivo, decide di non sposarsi, le spese o i
debiti contratti in vista della costituzione della
nuova famiglia dall’altro fidanzato, qualora la
promessa sia stata fatta per iscritto o tramite
pubblicazioni, vanno risarcite.
- Si può richiedere anche la restituzione dei
regali che i fidanzati usano scambiarsi.
• I MATRIMONI VALIDI PER LO STATO ITALIANO
SONO:
• 1.
CONCORDATARIO
• 2.
CIVILE
• 3.
RITO ACATTOLICO (RICONOSCIUTI
CON PROTOCOLLI D’INTESA)
• MATRIMONIO CONCORDATARIO:
L’11 febbraio 1929 vengono firmati tra Stato
Italiano e Chiesa Cattolica i PATTI
LATERANENSI (Mussolini e il Cardinal
Gasparri).
Nel 1984 il Concordato è stato rivisto da Craxi e
il Cardinal Casaroli.
• L’11 FEBBRAIO DEL 1929 SONO STATI
STIPULATI I PATTI LATERANENSI:
regolano i rapporti tra Stato italiano e Santa
Sede.
 Indipendenza della Santa Sede di fronte a
tutto il mondo
 Stato Vaticano autonomo e su esso il Papa
esercita una vera e propria sovranità.
• IL MATRIMONIO CONCORDATARIO:
È un matrimonio con rito cattolico celebrato in
chiesa dal ministro di culto cattolico, acquista
effetti civili. Il celebrante legge alcuni articoli
del Codice Civile con i Diritti e Doveri dei
coniugi (art. 143-144-147).
Il parroco redige l’atto di matrimonio entro 5 giorni ne
trasmette copia all’ufficiale di stato civile e lo registra nel
Comune di residenza dei coniugi. Entro 24 ore l’ufficiale
di stato civile ne cura la trascrizione, atto essenziale per
l’attribuzione degli effetti civili al matrimonio religioso.
Gli effetti giuridici si producono dal giorno della
cellebrazione.
Tra 1870 e 1929 gli italiani dovevano sposarsi due volte: in
chiesa, in comune e non potevano convivere prima dei
due riti.
• IL MATRIMONIO CIVILE:
viene celebrato da un ufficiale dello Stato Civile
(sindaco o delegato). E’ valido a tutti gli effetti
civili.
E’ un atto solenne e deve essere effettuato alla
presenza di minimo due testimoni.
E’ un negozio giuridico bilaterale, non
patrimoniale.
• MATRIMONIO CON RITO ACATTOLICO
Art. 83 Se gli sposi celebrano il matrimonio
secondo un rito religioso diverso da quello
cattolico, purché si tratti di una confessione
ammessa nello Stato, produce gli stessi effetti
di un matrimonio celebrato dall’ufficiale dello
stato civile.
Gli effetti giuridici si producono dal giorno della
cellebrazione.
• Accanto alla famiglia legittima trova ampia
diffusione la FAMIGLIA DI FATTO:
• Convivenza more uxorio
• Non è riconosciuta dal diritto
REQUISITI PER POTER CONTRARRE UN
MATRIMONIO civile o concordatario:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Diversità di sesso,
Consenso degli sposi (l’affermazione del
“si”),
La celebrazione si deve svolgere davanti ad
un ufficiale di Stato Civile o Ministro del
Culto,
Libertà di stato (non essere già sposati),
Età minima di 18 anni (eccezione il minore di
almeno 16 anni “emancipato”= il Tribunale
dovrà accertare la maturità psico-fisica e
affidarlo all’assistenza di un curatore).
Capacità di intendere e volere (vietato agli
interdetti).
IMPEDIMENTI NEL POTER CONTRARRE IL
MATRIMONIO:
• I parenti e gli affini in linea retta di qualunque
grado,
• I gradi di parentela collaterale, i cugini fino al
3° grado,
• Le persone legate da vincolo di adozione,
• Le persone delle quali l’una è stata
condannata per omicidio nei confronti del
coniuge dell’altra,
• Le donne precedentemente sposate, se non
sono trascorsi 300 giorni dallo scioglimento,
annullamento, annullamento del precedente
matrimonio (per evitare dubbi su suna
eventuale paternità).
LE PUBBLICAZIONI DI MATRIMONIO:
• Certificato affisso nella bacheca del Comune o
Chiesa di residenza per almeno 8 giorni, per
rendere pubblico e far saper alla collettività
l’intenzione dei fidanzati di sposarsi (in modo
che chi ne ha interesse, si possa fare avanti
per opporsi).
• Il matrimonio si può celebrare 100 giorni dopo
le pubblicazioni.
I VIZI :
situazioni che viziano la volonta’ di un
matrimonio.
1.
2.
3.
4.
Violenza, il consenso viene estorto sotto
minaccia.
Timore di eccezionale gravità, dovuto a
cause esterne a uno degli sposi.
Errore sull’identità fisica, penso di sposare
una persona che ha certi valori o ceto sociale
o mi ha tenuti nascosti certi difetti.
Simulazione, fare finta di essere innamorati
per avere la cittadinanza (stranieri).
LA FORMA DELLA CELEBRAZIONE:
• Deve essere PUBBLICA.
• L’ufficiale di Stato Civile alla presenza di
almeno due testimoni legge agli sposi gli artt.
143(diritti e doveri reciproci degli sposi)-144
indirizzo della vita familiare e residenza della
famiglia)-147(doveri verso i figli).
• Ciscuna delle parti deve dichiarare di volersi
prendere rispettivamente in marito e moglie.
• L’ufficiale di stato civile dichiari che sono uniti
in matrimonio.
• Sia compilato l’atto di matrimonio che verrà
poi iscritto nel registro di stato civile.
DIRITTI E DOVERI DEI CONIUGI
 Art. 143 1° comma: uguaglianza morale e
giuridica dei coniugi, uguali diritti e doveri.
 Art. 143 2° comma: obbligo reciproco della
fedeltà (sessuale e amorosa), dell’assistenza
morale e materiale, della coabitazione.
 Art. 143 3° comma: la moglie aggiunge al
proprio cognome quello del marito.
 Art. 144: i coniugi devono collaborare e
concordare l’indirizzo della vita famigliare.
 Art. 147: obbligo di mantenere, istruire,
educare i figli, tenendo conto delle capacità,
inclinazioni e aspirazioni dei figli.
RAPPORTI PATRIMONIALI TRA CONIUGI
IL CODICE CIVILE DEL 1942:
• attribuiva al marito il dovere di mantenere la
moglie, la moglie doveva contribuire al
mantenimento solo qualora il marito si
trovasse in condizioni di bisogno.
• Vigeva il regime di
SEPARAZIONE/DIVISIONE dei beni,
ciascun coniuge rimaneva titolare esclusivo
dei propri beni, senza alcun diritto sui beni
dell’altro coniuge.Se i due si separavano
(legge del divorzio del 1970), la donna, che
spesso era casalinga, rischiava di rimanere
senza nulla.
DOPO LA RIFORMA DEL 1975:
• si è equiparata la posizione tra i due coniugi
anche dal punto di vista patrimoniale.Entrambi
devono contribuire sia all’esterno che
all’interno della famiglia (lavoro casalingo) al
mantenimento patrimoniale.
• Art. 159: i coniugi possono decidere per la
COMUNIONE legale dei beni: tutto quanto i coniugi
acquistano dopo il matrimonio, da soli o
congiuntamente, appartiene a entrambi in parti uguali,
salvo si tratti di beni personali che restano nella
esclusiva disponibilità di ciascuno di loro (acquistati
prima del matrimonio, ricevuti per donazione o eredità,
acquistati per l’esercizio della professione, ottenuti
come risarcimento di un danno, per pensione di
invalidità).
• Ma possono scegliere anche la SEPARAZIONE
dei beni, al momento del matrimonio,
indicandolo sull’ATTO DEL MATRIMONIO,
oppure può essere deciso successivamente,
andando dal notaio e facendosi redigere un
ATTO PUBBLICO, indicando che da quel
momento in poi il loro regime patrimoniale
sarà diverso.
La COMUNIONE o SEPARAZIONE dei beni
durano sino ad eventuale:
- SEPARAZIONE DEI CONIUGI
- DIVORZIO
- SCIOGLIMENTO DEL MATRIMONIO
•
LA FILIAZIONE
la Costituzione impone ai genitori doveri e
obblighi
La FILIAZIONE può essere:
1.
FILIAZIONE LEGITTIMA = quando i figli sono
concepiti da genitori uniti in matrimonio (fra
180 giorni dalla celebrazione delle nozze ai
300 giorni dopo lo scioglimento del
matrimonio) e portano sempre il cognome
del padre. Resta la possibilità però di
DISCONOSCERE il figlio attraverso un’azione
giudiziaria se ci sono incertezze sulla
paternità.
2.
FILIAZIONE NATURALE = i figli nati da
genitori non uniti in matrimonio.
E’ necessario che siano RICONOSCIUTI da
uno o da entrambi i genitori (se viene
riconosciuto prima dalla madre riceve il suo
cognome, se, in seguito, viene riconosciuto
anche dal padre, aggiunge anche quello del
padre).
Prima della Riforma del 1975 i figli concepiti da
genitori legati da matrimoni con altre persone erano
chiamati “ADULTERINI” e non potevano essere
riconosciuti se non dopo la morte del coniuge. A
questa categoria appartengono anche i FIGLI
INCESTUOSI (nati tra genitori parenti tra loro), per i
quali la legge prevede il divieto di riconoscimento, a
meno che i genitori, a quel tempo, non sapessero la
loro relazione di parentela.
3. FILIAZIONE ADOTTIVA = antico istituto
che risale al diritto romano e veniva fatto
quando un soggetto non aveva dei figli o
parenti stretti, adottava un figlio per non
lasciare il suo patrimonio allo Stato.
Esiste anche oggi e si chiama ADOZIONE DEI
MAGGIORENNI.
•
•
Non è come la intendiamo noi oggi: dare una
casa e affetto a dei bambini.
Adozione internazionale: il minore acquista
la cittadinanza dei genitori adottivi.
FASI DI ADOZIONE:
•
•
•
•
•
•
Con l’adozione il minore dopo un anno di AFFIDO PREADOTTIVO (per vedere se il bambino e la famiglia si
adattano l’uno all’altro), in cui viene monitorata la
situazione dai sevizi sociali, inizia l’ADOZIONE vera e
propria.
Il bambino diventa figlio a tutti gli effetti:
Acquista
il cognome del padre adottivo,
Perde ogni contatto con la famiglia d’origine,
La famiglia d’origine non ha più nessun diritto sul
figlio.
E’ il Tribunale dei Minori a dichiarare lo STATO DI
ADOTTABILITA’ dei bambini:
A. Abbandonati
B. Con famiglie d’origine non in grado di occuparsene,
C. Con famiglie che hanno abusato o compiuto violenze
su di loro
• Se i minori hanno già compiuto 12 anni, vanno
ascoltate la richieste dei ragazzi.
• Se hanno compiuto 18 anni ci vuole il loro
consenso per l’adozione.
• Possono adottare solo le coppie unite in
matrimonio da almeno 3 anni.
• Non possono adottare i single e i conviventi.
COMPRESENZA
STORIA - DIRITTO
“LA FAMIGLIA”
STORIA
• TRA I PRIMI GRUPPI SOCIALI CHE SI STANZIARONO LUNGO
I FIUMI
La presenza femminile è molto forte.
L’economia del gruppo era basata sulla raccolta dei vegetali e dei prodotti
della terra.
Nasce una prime forma di artigianato.
La donna assume un ruolo sempre maggiore nella raccolta, distribuzione e
conservazione del cibo.
Si occupa di tenere unita la famiglia.
•
ICONOGRAFIA DI DONNE NELL’ANTICHITA’ :
La figura della donna, stando ai reperti rinvenuti, era molto importante:
svolgeva il ruolo di sacerdotessa e aveva caratteristiche magiche.
 Venere di Willendorf
Figura sacra legata alla fecondità della terra e all’alimentazione
 La Dea dei serpenti,
civiltà cretese - micenea
Figura magica che tiene in mano 2 serpenti, indica simbolicamente il dominio
sulla natura, un potere superiore e magico.
LA FIGURA FEMMINILE ASSUME L’IMMAGINE DI CHI HA POTERI
MAGICI.
La figura femminile aveva un grande potere nei nuclei famigliari, sia in ambito
religioso che magico.
• La donna aveva un ruolo molto importante:
- era depositaria del mistero della nascita: solo lei sapeva cosa succedeva
nel momento della nascita (gli uomini non assistevano come adesso),
- inoltre, era una civiltà agricola e di commercio, era molto importante il
ruolo femminile.
• Solo quando le tribù diventano stanziali: si devono difendere da altre
tribù, e l’uomo assume maggiore importanza.
- Dalle famiglie sono matriarcali (la funzione di capofamiglia è data alla donna).
- con il formarsi delle prime città, la famiglia diventa patriarcale (capofamiglia è
l’uomo).
• Nella civiltà egizia: il ruolo della donna si modifica.
 La figura femminile entra nell’apparato iconografico della tomba
faraonica.
 Re e Regina hanno entrambi un ruolo importante, anche se il Faraone
primeggia.
 Più evidente è l’aspetto fisico e la forza dell’uomo.
Nel regno egizio la donna ha un ruolo di primaria importanza:
1.
è protetta, rispettata,
2.
Partecipa ai culti religiosi,
3.
In casi eccezionali può avere la “reggenza” del regno (nel caso in
cui l’erede Faraone , suo figlio, sia troppo piccolo)
• Cleopatra, ad esempio, aveva sposato (obbligata) il fratellino minore di
12 anni e finché egli non raggiunse i 16 anni, la reggenza fu sua.
• Cleopatra è un esempio di fascino e bellezza, le sue arti femminili sono
state applicate in politica per mantenere il regno. Per paura di essere
portata a Roma da Ottaviano come prigioniera, magari insultata e
legata su un carro, come spesso accadeva, si uccise.
• Nell’antico Regno Assiro Babilonese:
il codice di Hammurabi fornisce delle disposizioni sul comportamento
della donna.
E’ una regola per la morale comune e per il senso civile del matrimonio.
Si parla, infatti, di donna solo come moglie e madre.
Una delle colpe maggiori per le donne era l’adulterio.
• Nei Regni micenei l’uomo assume maggiore importanza:
è una società di impronta militare, guerriera. Anche la
struttura urbana (mura, fortificazioni) ha scopo difensivo.
L’iconografia documenta una larga partecipazione alla vita
pubblica, ma i resti architettonici documentano una
divisione nei palazzi degli spazi riservati alle donne.
Oltre a sale comuni (trono, sale di raccolta e riunione) ,
c’erano stanze con un focolare al centro, riservate alle
donne.
Era molto netta anche la divisione nei lavori, maschili
(militari) e femminili (gestione del cibo).
• La forte presenza di divinità maschili segna il
ridimensionamento del ruolo femminile: il potere della
donna è minore.
E’ una società militare, nelle città-stato il ruolo della donna è
meno importante
Ma ci sono delle eccezioni (Lemnie, Amazzoni), tribù
esclusivamente femminili, con donne-guerriere che
avevano bisogno degli uomini solo per la riproduzione.
La loro regina Pentesilea era stata punita da una dea con la
“puzza”, per non aver tenuto fede ai patti.
Questi miti sembrano voler esorcizzare la forza delle donne e
un eventuale potere femminile.
• Quella delle Amazzoni è vista come una società barbara:
infatti, a Sparta, civiltà che si afferma dopo, le donne erano state
definitivamente escluse dalla società.
Erano relegate ad un ruolo dedicato alla procreazione e alla cura della
casa.
A Sparta: i bambini venivano educati in collegio dall’età di 6-7 anni. Le
donne erano quindi molto libere, perché non dovevano seguirli e si
potevano dedicare alla cura del corpo e alla ginnastica.
• l’educazione femminile prevedeva che la bambina, come i maschietti,
venisse portata via a 7 anni, per andare in un collegio con degli
educatori, sotto la protezione di Artemide (dea della caccia, vergine).
Nei collegi le bambine praticavano gli stessi sport che facevano i
ragazzi (lotta, corsa). L’educazione avveniva quasi per intero fuori
dalla familgia.
• Le bimbe erano consacrate ad Artemide perché dovevano arrivare
vergini, a 12 anni, al matrimonio.
• Dai 12 anni, fino al momento del matrimonio, erano sotto la protezione
di Elena, mitica regina spartana, bellissima.
 Artemide, dea atletica, sportiva (dea della caccia), proteggeva
l’educazione degli spartani, maschi e femmine, ed era un’educazione
di tipo quasi esclusivamente fisico-sportivo. Si preparavano così al
matrimonio.
• Le donne spartane erano più libere rispetto a quelle greche:
-
non allevavano i figli,
- erano più indipendenti (pare che per questa qualità Elena afascinò
Paride),
- erano donne sportive,
-
erano escluse però dal governo della città.
• Il lavoro delle donne:
Erano salariate (domestiche, artigiane, agricoltrici)
Si occupavano della manipolazione dei cereali
Della custodia e distribuzione del cibo (dispensiere e cuoche)
Dei lavori ancillari (cameriere, domestiche)
Dell’artigianato (tessitura)
• Nella civiltà greca la donna assume un ruolo meno
importante: leggendo Omero, nell’Iliade o nell’Odissea,
queste primissime forme di scrittura, anche se tramandate
oralmente, ci raccontano di molte figure femminili:
Elena: il primo personaggio femminile con una sua
personalità. La bellezza è la sua caratteristica principale.
Rapita da Paride e portata a Troia, viene ammirata perché,
come tutte le donne spartane è libera, forte e indipendente.
I loro bambini venivano, infatti, educati in collegio dall’età
di 6-7 anni. Usava abiti discinti ed era di liberi costumi. E’
definita bella come una dea immortale.
Nella civiltà greca:
• la cura fisica e dell’aspetto avevano un’importanza fondamentale.
• La donna doveva eccellere nei lavori domestici.
• Doveva obbedire ed essere sottomessa all’autorità maschile.
Penelope: moglie di ulisse, regina di Itaca, i Proci volevano sposarla, ma
lei trova lo stratagemma del tessere e disfare la tela.
• Anche lei eccelleva nei lavori domestici e nella dedizione al marito.
• Andromaca: la moglie di Ettore, primo guerriero di Troia e figlio di
Priamo. Aveva le caratteristiche di bellezza e sottomissione al marito.
• La donna greca, infatti, è subalterna al marito, sottomessa e vittima di
un’ideologia misogina (di odio nei confronti della donna).
SOCIETA' GRECA
società misogina
la donna nell'epoca greca ha un ruolo solo se sposata: bella madre, fedele.
qualità della donna
bellezza (Elena)
bravura nei lavori domestici (Penelope)
fedeltà (Penelope)
ruolo della donna
sottomissione (Andromaca)
rapporti uomo-donna
predominio maschile
rapporti non paritari
sospetto nei confronti della fedeltà
• Le Dee Atena, Giunone, Venere, Diana rappresentano degli esempi di
come devono essere le figure femminili ed escludono dalla propria vita
gli uomini, sono libere.
 Artemide (Diana), dela della caccia
 Giunone (Eva), tradita da Zeus, Dea della fedeltà, punisce le donne con
cui il marito l’ha tradita, ma poi riaccoglie il marito. Protettrice delle
donne partorienti.
 Venere, Dea della bellezza, costretta a sposare Efesto (Vulcano), dio
fabbro e molto brutto, lo tradisce in continuazione. Donna fuori dal
comune alla quale tutto si perdona.
 Atena, Dea della saggezza e protettrice della tessitura. Nata dalla testa
di Zeus, che aveva tradito Giunone, protettrice della città di Atene. Dea
della guerra. Non è sposata.
• Quella greca era una società in cui tutto ruotava intorno alla casapalazzo del sovrano:
vi era un’unica cucina nel palazzo reale che cuoceva i viveri per tutta la
popolazione.
La donna era addetta anche alla tessitura e ai lavori ancillari (domestici),
ce lo documentano le fonti artistiche.
 Il fregio sul Partenone rappresenta la processione in occasione delle
Panatenaiche (festa dedicata alla Dea Atena), che si svolgeva ogni 4
anni, durante la quale sfilavano per la città ragazze scelte in base al
ramo sociale, all’età puberale, con un abito bianco, che portavano in
processione un doni e un telo tessuto in onore alla Dea Atena
(protettrice della tessitura) dalle sacerdotesse del tempio.
Ad Atene l’educazione era simile a quella spartana (c’era
meno sport rispetto a Sparta) ma l’obiettivo di una
donna era quello di fare dei figli.
C’erano delle fasce d’età in cui veniva privilegiato un
aspetto, vi erano quindi 4 momenti distinti nella crescita
femminile:
1. addestrate a tessere (7-10 anni)
2. istruite nella preparazione del pane (10-12 anni)
3. Fase intermedia- sottratte alla famiglia in un periodo di
segregazione
4. Preparazione al matrimonio (12-14 anni)