Cittadinanza

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La cittadinanza
nel tempo
La cittadinanza in generale
Cittadinanza: è l’appartenenza e il vincolo giuridico che si
instaura tra il singolo e lo stato al quale appartiene.
• Cosa significa, quindi, essere un cittadino? Significa il
riconoscimento di particolari diritti e obbligo di particolari
doveri? Se sì quali?
• È sempre stato così?
• Cos’era a Roma il diritto di cittadinanza?
• E in Grecia?
Cosa vuol dire essere un cittadino?
Attualmente la cittadinanza è un diritto che viene concesso dal
momento stesso del concepimento all’interno del paese. Di fronte
alla legge ogni cittadino prima è un individuo poi è una persona.
Un individuo diventa una persona quando incontra altri individui
ossia quando si inserisce in società pubblica
non è disponibile
INDIVIDUO:
non è divisibile
•Un individuo non è disponibile perché non è utilizzabile per scopi
comuni e dello Stato
•Un individuo non è divisibile perché costituisce un unità
inscindibile fisicamente e moralmente
La cittadinanza si può acquisire:
• secondo lo ius sanguinis (diritto di sangue), per il fatto della nascita
da un genitore in possesso della cittadinanza
• secondo lo ius soli (diritto del suolo), per il fatto di essere nato sul
territorio dello stato;
• per il fatto di aver contratto matrimonio con un cittadino; vi sono
anche ordinamenti in cui il matrimonio non fa acquistare
automaticamente la cittadinanza ma è solo un presupposto per la
naturalizzazione;
• per naturalizzazione, a seguito di un provvedimento della pubblica
autorità, subordinatamente alla sussistenza di determinate condizioni
o per meriti particolari. In molti ordinamenti, a sottolinearne la
solennità, il provvedimento di concessione della cittadinanza è
adottato, almeno formalmente, dal capo dello stato.
È sempre stato così?
La cittadinanza è un tema, come la legge , che viene cambiato e
adattato a seconda dello spazio e del tempo. Necessariamente la
cittadinanza all’interno di un paese è mutabile e viene concessa
nella forma che viene decisa dallo Stato . In antichità il termine
cittadinanza indicava un tratto giuridicamente rilevante del
soggetto: lo status civitatis. Nel 1950, il sociologo inglese Thomas
Marshall usava il termine in un'analisi sulla disuguaglianza di
classe e sosteneva che divenire eguali significa divenire cittadini.
La cittadinanza romana
Nella Roma antica, decidevano e contavano gli
uomini liberi, questi erano liberi per nascita o
liberti. I liberti erano gli schiavi liberati dalla servitù
legale. Solo chi era riconosciuto “liber” dalla legge
era “civis” ossia un cittadino. I servi erano quindi
esclusi dal godimento del diritto a meno che non
fossero divenuti liberi. Erano esclusi oltre alle
donne e agli schiavi anche i non “cives” (stranieri)
liberi per lo stato di provenienza.
Essere cittadino romano comportava una
notevolissima serie di privilegi, variabili nel corso
della storia, a creare diverse "gradazioni" di
cittadinanza. Nella sua versione definitiva e più
piena, comunque, la cittadinanza romana consentiva
l'accesso alle cariche pubbliche e alle varie
magistrature (nonché la possibilità di votarle nel
giorno della loro elezione), la possibilità di
partecipare alle assemblee politiche della città di
Roma, svariati vantaggi sul piano fiscale e,
importante, la possibilità di essere soggetto di diritto
privato, ossia di poter presentarsi in giudizio
attraverso i meccanismi dello ius civile, il diritto
romano per eccellenza.
Un cittadino romano era prima di tutto un
soldato. Ogni Romano diveniva abile alle armi a
diciassette anni e rimaneva tale fino a
quarantasei anni, dopo entrava a far parte della
riserva, ma era richiamabile in guerra in
qualunque momento. Prima di diventare soldato
un ragazzo romano intraprendeva un
addestramento durissimo, dove le reclute
dovevano imparare a marciare con il passo
cadenzato e a combattere corpo a corpo, con la
lancia, il giavellotto, la spada, l’arco e la fionda.
Il fatto che le legioni fossero composte da
cittadini fu il punto di forza dell’esercito romano,
il quale era interessato a proteggere la propria
patria e arricchire l’ager publicus.
L’essere cittadino era uno status, tale
definizione ha origine dalle antiche città stato
e specialmente in Roma. Chi era cittadino di
Roma, e quindi ne aveva o ne conseguiva la
cittadinanza, era tutelato e si considerava
protetto e intoccabile in ogni luogo dell'impero
e anche nelle città straniere. Il conseguimento
dello status di Cittadino romano fu considerato
a lungo un privilegio e l'aspirazione ad
esserlo, da parte degli abitanti delle zone sotto
il dominio romano, fu anche oggetto di aspre
contese tra Roma e le altre popolazioni
italiche.
La veste tipica del cittadino romano è
la toga.
Quando un cittadino si candidava per
le elezioni questa diveniva bianca,
cioè candida…
Cosa voleva dire essere
cittadino in Grecia?
Te lo spiegano loro …
“Come sono nate le polis in Grecia?”
In principio ogni polis greca fu una monarchia
ma col corso del tempo divenne una
democrazia. La parola di origine greca deriva
dalle parole demos (popolo) e kratos (potere);
essa indica dunque un tipo di organizzazione
dello stato che consente a"tutti" di partecipare
realmente alla sua amministrazione.
È proprio in Grecia che l’assemblea de cittadini
divenne la prima responsabile
dell’amministrazione pubblica.
Tutti quanti potevano essere cittadini
e avere diritti politici?
In una democrazia, infatti, non si
conoscono sudditi ma solo cittadini.
Tuttavia la piena partecipazione alla vita
politica da parte di tutti i cittadini non fu un
diritto acquisito subito né ovunque.
Sulla decisiva questione della
"cittadinanza“, cioè gli uomini che
potevano partecipare alle assemblee
cittadine, nacquero nelle diverse città
scontri tra chi voleva un regime
democratico o chi invece voleva un
regime aristocratico. Nel primo caso si
sarebbe trattato di allargare l’assemblea
popolare mentre nel secondo di
restringerla.
“Ma chi erano i cittadini in Grecia?”
Si pensava che solo gli uomini liberi,
maschi e adulti potessero godere dei
diritti politici infatti in nessuna polis fu
mai consentito agli schiavi e alle donne
di accedere alla gestione del potere.
Soprattutto ai primordi della polis la
concessione della cittadinanza rimase
strettamente legata alla proprietà di terre e
di beni: solo i liberi cittadini avevano il diritto
al possesso della terra e d'altra parte chi non
era proprietario non poteva essere cittadino.
Per lungo tempo, inoltre, soltanto i cittadini
nobili, grandi proprietari terrieri, assunsero
nelle assemblee le decisioni fondamentali e
questo rimase in molte città una condizione
politica permanente.
Ma quali sono la differenze tra Sparta e
Atene?
Sparta e Atene, una basata sulla
guerra e l’altra sulle arti come il
teatro e la filosofia, erano diverse
anche dal punto di vista della
cittadinanza.
Chi era un cittadino a Sparta?
A Sparta erano cittadini solo gli Spartiati, i
discendenti dei Dori aristocratici e solo loro
avevano il diritto di andare in guerra
Gli Iloti,discendenti delle popolazioni
sconfitte dai Dori , invece, essendo schiavi
di Stato,non avevano la cittadinanza come
nemmeno i Perieci,cioè i discendenti dei
Dori di umili origini.
Sparta era quindi definita un’oligarchia
dato che il potere era in mano agli
Spartiati.
Fondamento dello stato era
l’educazione: il cittadino era
completamente al servizio dello
stato. I fondamenti dell’educazione
erano la divisione per classi di età,
un esercizio militare costante, la
partecipazioni ai pasti comuni.
E ad Atene?
Nel VI secolo Atene introduce un sistema
politico basato sulla partecipazione di tutti
alla gestione degli affari pubblici: la
democrazia. Nella polis erano considerati
cittadini solo gli uomini adulti, figli di
genitori ateniesi e liberi dalla nascita;
aveva pieno diritto alla cittadinanza,
quindi, solo una piccola percentuale
dell'intero popolo ateniese, visto che non
erano considerati propriamente cittadini né
i meteci (stranieri), né le donne, né gli
schiavi.
Nella polis essere cittadino significava
essere membro della collettività e quindi
partecipare a una vita comune che si
manifestava sul piano politico, militare,
religioso, e parzialmente su quello
economico. Da adulto, il cittadino doveva
partecipare alle feste in onore degli dèi,
doveva partecipare alla vita politica e
doveva andare a teatro.
A cura di:
Levorato Sofia
Venuti Francesco
Giora Domenico
Forza Camilla