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REGGIO EMILIA
-
25 MAGGIO 2010
Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia
Incontro con delegazione Russa
La valorizzazione delle produzioni agro-alimentari
Davide Barchi
Valorizzazione delle Produzioni
Agroalimentari
DIREZIONE GENERALE
AGRICOLTURA
POLITICA DI VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI
AGROALIMENTARI DELL’UNIONE EUROPEA
Sicurezza alimentare
 - libro bianco (elevato
livello di protezione)
- pacchetto igiene
- costituzione EFSA
Benessere animale
 - Regolamenti vari
Qualità delle produzioni  - prodotti tipici (DOP IGP
STG)
- etichettatura
QUALITÀ
- libro verde
STRUMENTI DI SOSTEGNO
____________
•
Politica Agricola Comune
•
Piani di Sviluppo Rurale
QUALITÀ
PRINCIPALI OBIETTIVI
____________
• Permanenza dell’attività agricola sul territorio
• Stabilizzazione delle popolazioni rurali sui territori
marginali
• Competitività delle imprese agricole sui mercati
intra ed extra UE (salvaguardia del reddito)
• Sicurezza alimentare
• Tutela ambientale
QUALITÀ
LEGISLAZIONE VOLONTARIA. NORME COGENTI:
PRODUZIONI REGOLAMENTATE UE
- Reg. CE 510/2006: DOP e IGP
- Reg. CE 509/2006: STG
- Reg. CE 834/2007: Agricoltura biologica
- Reg. CE 1234/2007: Etichettatura pollame
- Reg. CE 1760/2000: Etichettatura bovina
Rispetto del disciplinare di produzione
(approvato sia a livello nazionale che Comunitario)
Controllo: Organismo di controllo pubblico o privato
accreditato ai sensi della norma UNI EN 45011
Vigilanza: ente pubblico che controlla il controllore
QUALITÀ
La conformità:
- ai disciplinari delle produzioni
agroalimentari regolamentate,
- alle norme volontarie di prodotto,
- alle norme di certificazione di sistema
È attestata dagli organismi terzi di
controllo e certificazione
ENTI TERZI DI CERTIFICAZIONE
Definizioni:
CONTROLLO:
è la verifica della rispondenza alle specifiche di
produzione.
E’ controllo ufficiale se le specifiche sono contenute in
normative obbligatorie.
E’ controllo di conformità se le specifiche di produzione
sono contenute in norme volontarie.
VIGILANZA:
è il “controllo dei controllori” dell’applicazione delle
norme volontarie.
Caratteristiche comuni:
Ogni prodotto a qualità regolamentata ha un
Disciplinare di produzione che regola tutte le fasi della
produzione e identifica i diversi attori della filiera ed i
flussi materiali dalla materia prima al prodotto finito.
 Il
controllo da parte di organismi accreditati avviene
in tutti i livelli della filiera.
Esistono
gli albi degli attori di ciascun anello della
filiera: produzione, trasformazione, confezionamento,
commercializzazione
 Il
controllo da parte degli OdC accreditati avviene in
base ad una valutazione dei rischi di tutte le fasi
produttive descritte nei disciplinari, che origina un
PIANO
DEI
CONTROLLI
specifico
per
ogni
prodotto/metodo di produzione.
Tutti
i PIANI DEI CONTROLLI prevedono alte
percentuali di visite all’anno agli operatori del settore
(biologico: almeno una visita all’anno; DOP, DOC media
35 % all’anno, ecc.)
i PIANI DEI CONTROLLI dei prodotti biologici, DOP/IGP
e DOCG/DOC, contengono un piano di campionamento
per analisi per la ricerca di residui antiparassitari,
presenza OGM, ecc. sulla base delle prescrizioni dei
rispettivi disciplinari
 agli
OdC è richiesto di operare “in conformità alla
norma
UNI
45011”
(per
l’agricoltura
biologica
maggioranza sono accreditati al SINCERT per la norma).
per
ciascun prodotto agroalimentare a D.O.P./I.G.P.,
D.O.C.G./D.O.C. e per le etichettature facoltative i PIANI
DEI CONTROLLI vengono approvati da comitati di
valutazione nazionali o regionali.
IL SISTEMA DI CONTROLLO MISTO
applicabile a tutte le produzioni regolamentate
VANTAGGI
1. Il costo dei controlli ricade direttamente sul produttore che
vuole accedere al percorso di valorizzazione delle proprie
produzioni e non su tutta la comunità. All’ente pubblico solo il
compito di supervisione.
2. Gli Enti privati dimostrano maggiore flessibilità di azione in un
comparto produttivo e commerciale poco costante come questo.
SVANTAGGI
1. Minore trasparenza nel rapporto controllore/controllato.
2. Difficoltà nell’applicazione uniforme della normativa tra i vari
OdC e tra le varie regione (moltiplicazione delle interpretazioni!)
3. Frequente perdita dei ruoli
4. Complessità della verifica dell’OdC della conformità alla
norma UNI EN 45011 ed alle applicazioni dei diversi schemi
di certificazione (vigilanza)
BIOLOGICO
ORGANISMI DI CONTROLLO
Presso il Ministero delle Politiche agricole
alimentari e forestali sono operativi:
1- Gruppo tecnico di valutazione sugli OdC che
controllano le DOP-IGP-STG alimentari
2- Comitato di valutazione degli OdC dell’agricoltura
biologica
3- Gruppo di valutazione degli OdC che controllano le
DOP-IGP vinicole
4- Commissione di valutazione Etichettatura carne
bovina
sono composti da rappresentanti del Ministero e della
Conferenza Stato-Regioni ed hanno il compito di fornire il
parere in merito all’autorizzazione dei relativi OdC,
esaminano i requisiti degli OdC e i piani di controllo.
Alle riunioni partecipano i rappresentanti degli OdC, dei Consorzi e
delle Regioni che hanno piani di controllo in discussione
DOP/IGP
ORGANISMI DI CONTROLLO
Gli OdC devono PREVENTIVAMENTE essere accreditati
presso l’ente accreditante italiano (ACCREDIA srl) per la
norma EN 45011.
Successivamente gli OdC richiedono specifica
autorizzazione al Mipaaf per svolgere il controllo di una
delle produzioni regolamentate.
Il Mipaaf svolge un’istruttoria su tutta la documentazione
dell’OdC relativa al settore di riferimento.
Gli OdC vengono autorizzati con DM, sentito il parere del
gruppo/comitato deputato alla valutazione.
L’autorizzazione vale tre anni
L’OdC deve inviare rapporti annuali a Ministero e Regioni
DOP/IGP
ORGANISMI DI CONTROLLO
Conformità alla EN 45011 (ISO 65)
Reg. (CEE) 2081/92 articolo 10
Dal 1/1/1998, per ottenere l'autorizzazione dello
Stato membro, gli organismi devono adempiere le
condizioni stabilite nella norma EN 45011
Accreditamento alla EN 45011 (ISO 65)
Reg. (CE) 510/06 articoli 10 e 11 :
- richiamo al Reg. 882/04
- costi a carico degli operatori
- obbligo dell’accreditamento dal 1/5/2010
ORGANISMI DI CONTROLLO
MUTUO RICONOSCIMENTO
IN OGNI NAZIONE ESISTE UNA
STRUTTURA EQUIVALENTE AI
“SIT - SINAL - SINCERT”
MUTUO RICONOSCIMENTO
“MULTILATERAL RECOGNITION
AGREEMENT”
ACCORDO TRA GLI ENTI MONDIALI DI
ACCREDITAMENTO PER IL RICONOSCIMENTO
DELLE PROCEDURE DI CERTIFICAZIONE
ENTI TERZI DI CERTIFICAZIONE
ORGANISMI DI CONTROLLO
IL SISTEMA DI ACCREDITAMENTO E
NORMAZIONE NEL MONDO E IN ITALIA
IAF (ENTE INTERNAZIONALE DI ACCREDITAMENTO)
MONDO
ILAC (ENTE INTERNAZIONALE DI ACCREDITAMENTO LABORATORI)
ISO - IEC (ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI DI NORMAZIONE)
EA (ENTE EUROPEO DI ACCREDITAMENTO)
EUROPA
EN (ASSOCIAZIONE EUROPEA TRA GLI ORG. DI NORMAZIONE)
CEN - CENELEC (ENTI EUROPEI DI NORMAZIONE COMUNITARIA)
SIT - SNT (ACCREDITAMENTO DEI CENTRI DI TARATURA)
ITALIA
SINAL (ACCREDITAMENTO DEI LABORATORI DI PROVA)
SINCERT (SISTEMA NAZIONALE PER L’ACCREDITAMENTO DEGLI ODC)
UNI - CEI (ENTI NAZIONALI DI NORMAZIONE)
ENTI TERZI DI CERTIFICAZIONE
ORA
“ACCREDIA”
ORGANISMI DI CONTROLLO
ACCREDITAMENTO IN ITALIA
SIT – SNT (ente pubblico)
(SERVIZIO DI TARATURA IN ITALIA – SERVIZIO
NAZIONALE DI TARATURA)
FONDATO:
1979
SINAL (organismo privato)
(SISTEMA NAZIONALE PER L’ACCREDITAMENTO DEI
LABORATORI DI PROVA)
da gennaio 2010
FONDATO: 1988
SINCERT (organismo privato)
(SISTEMA NAZIONALE PER L’ACCREDITAMENTO DEGLI
ORGANISMI DI CERTIFICAZIONE)
FONDATO: 1991
ENTI TERZI DI CERTIFICAZIONE
“ACCREDIA”
ORGANISMI DI CONTROLLO
Reg. (CE) 765/2008: Accreditamento
“IN OGNI STATO MEMBRO DEVE
ESISTERE UNA STRUTTURA CHE
ACCREDITA GLI ORGANISMI DI
CONTROLLO E CERTIFICAZIONE”
DM 22 dicembre 2009: individuazione ACCREDIA
è l’Ente Nazionale per l’accreditamento
dei Laboratori di prova e degli Organismi
di certificazione e ispezione
(Sincert + Sinal)
ENTI TERZI DI CERTIFICAZIONE
norma europea EN 45011 del 26 giugno 1989:
Criteri generali per gli organismi di certificazione dei prodotti
SOMMARIO della norma:
1. Oggetto e campo di applicazione
2. Definizioni (Certificazione di conformità, Sistema di certificazione, Organismo di
certificazione, Organismo di ispezione, Licenza per la certificazione, Richiedente la
certificazione, Licenziatario per la certificazione, Certificato di conformità, Marchio di
conformità, Fornitore)
3. Prescrizioni generali
4. Struttura amministrativa (imparzialità, partecipazione di tutte le parti interessate)
5. Mandato del Consiglio direttivo (politica, sorveglianza, comitati)
6. Struttura organizzativa (stato giuridico, organigramma, mezzi, schemi di certificazione)
7. Personale addetto all'attività di certificazione (competenza, formazione, istr. operative)
8. Controllo della documentazione e delle modifiche
9. Registrazioni
10. Procedure di certificazione
11. Strutture di prova e di ispezione richieste da un organismo di certificazione
12. Manuale della qualità
13. Riservatezza
14. Pubblicazioni (elenchi dei prodotti certificati, schemi di certificazione, ecc.)
15. Ricorsi
16. Verifiche ispettive interne e riesami periodici
17. Uso scorretto delle licenze, dei certificati e dei marchi di conformità
18. Reclami
19. Ritiro e annullamento delle licenze, dei certificati e dei marchi di conformità
DOP/IGP
PRODUZIONI
DOP
IGP
STG
PRODUZIONI DOP E IGP– UE
Produzioni tipiche
a denominazione
geografica protetta
Reg. CE 510/2006
469 DOP
864 DOP-IGP
Febbraio 2010
395 IGP
+ 23 STG
Reg. CE 509/2006
DOP/IGP
PRODUZIONI DOP E IGP– UE
STATI MEMBRI CON DOP E IGP (febbraio 2010)
7
20
3
67
0
86
124
166
4
196
1
0
0
DOP/IGP
Belgio
4
Repubblica ceca
3
Danimarca
0
Germania
6
Estonia
13
Grecia
6
Spagna
116
Francia
1
Irlanda
4
Italia
3
Cipro
2
Lettonia
31
Lituania
Lussemburgo
Ungheria
Malta
Paesi Bassi
Austria
Polonia
Portogallo
Slovenia
Slovacchia
Finlandia
Svezia
Regno Unito
PRODUZIONI DOP E IGP– ITALIA
123 DOP
196 DOP-IGP
Febbraio 2010
73 IGP
+ 2 STG
Reg. CE 509/2006
il peso economico è di:
- 8,7 miliardi di € al consumo,
corrispondente al 12% del PIL in
valore e all'8-10% in quantità
- 4,5 miliardi di € alla produzione
DOP/IGP
PRODUZIONI DOP E IGP– UE
TIPOLOGIA
Totale UE
ITALIA
Carni fresche
111
3
97
31
171
35
24
1
Oli e grassi
107
38
Ortofrutticoli e cereali, freschi o trasformati
206
60
Pesci, molluschi, crostacei freschi e prodotti derivati
18
2
Altri prodotti dell’allegato I del trattato (spezie, ecc.)
27
6
Birre
21
0
Acque minerali naturali e acque di sorgente
24
0
Prodotti di panetteria, pasticceria, confetteria o biscotteria
35
5
Gomme e resine naturali
2
0
Pasta alimentare
3
0
Fieno
1
0
Oli essenziali
3
1
850
182
Prodotti a base di carne
Formaggi
Altri prodotti di origine animale
Totale
DOP/IGP
(Fonte UE: Database DOOR febbraio 2010)
PRODUZIONI DOP E IGP– UE
Le “big Dop”, un fenomeno solo italiano
(valori alla produzione e comparazione produttiva) Nomisma 2010
Italia
Grana Padano
Parmigiano Reggiano
Prosciutto di Parma
Francia
Comtè
Spagna
Jamon de Teruel
Portogallo
5,4 Mrd €
163.000 tonnellate
116.000 tonnellate
9,8 Milioni di prosciutti
3,8 Mrd €
46.000 tonnellate
0,9 Mrd €
470.000 prosciutti
0,08 Mrd €
PRODUZIONI DOP E IGP– ITALIA
I primi 10 prodotti Dop e Igp italiani per valore al consumo
Fonte: Nomisma -2008
PRODOTTI
Grana Padano
Prosciutto di Parma
Parmigiano Reggiano
Prosciutto di San Daniele
Mela Val di Non
Gorgonzola
Bresaola della Valtellina
Mortadella Bologna
Mozzarella di Bufala Campana
Mela Alto Adige
Totale Top Ten
FATTURATO AL
CONSUMO 2008
(MLN DI €)
2.031
1.700
1.540
690
500
460
350
307
286
220
8.084
PRODUZIONI DOP E IGP– ITALIA
Valore al consumo dei diversi settori
Fonte: Nomisma -2008
I formaggi rappresentano il 53% del
valore del “paniere tipici”
SETTORI
Altro
Formaggi
Oli e grassi
Ortofrutticoli e cereali
Prodotti a base di carne
Totale
fatturato al
consumo
2008 (mln di €)
57
5.223
104
900
3.529
9.813
incidenza
sul totale
0%
53%
1%
9%
36%
100%
I salumi rappresentano il 36%
DOP/IGP
PRODUZIONI DOP E IGP– UE
I valori dei prodotti Dop e Igp in Italia Nomisma 2010
Riconoscimenti Dop/Igp
196
(11 febbraio 2010)
% su totale UE
21%
Aziende agricole
n. 75.963
% sul totale settore (iscritte CCIAA)
Imprese di trasformazione
% sul totale settore
8,5%
n. 5.812
8,1%
Valore alla produzione (Mln €)
5.400
Valore dell’export (Mln €)
1.323
PRODUZIONI DOP E IGP– UE
I valori dei prodotti Dop e Igp in Regione Nomisma 2010
Riconoscimenti Dop/Igp
% su totale Italia
Aziende agricole
% sul totale settore (iscritte CCIAA)
Imprese di trasformazione
n. 30
15%
n. 6.231
8,9%
n. 1.227
Valore alla produzione (Mln €)
2.400
Incidenza Dop/Igp su:
- totale latte vaccino prodotto
- totale suini macellati
85%
36%
PRODUZIONI DOP E IGP– EMILIA-ROMAGNA
15 DOP
30 DOP-IGP
di cui 9 interregionali
Prodotti DOP
1. Parmigiano-Reggiano
2. Grana padano
3. Provolone Valpadana
4. Prosciutto di Parma
5. Prosciutto di Modena
6. Culatello di Zibello
7. Coppa piacentina
8. Salame piacentino
9. Pancetta piacentina
10. Salamini italiani alla cacciatora;
11. Olio di Brisighella
12. Olio Colline di Romagna
13. Aceto balsamico tradizionale di Modena
14. Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia
15. Formaggio di Fossa di Sogliano
15 IGP
Prodotti IGP
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
Vitellone bianco dell’Appennino centrale
Mortadella Bologna
Zampone Modena
Cotechino Modena
Salame Cremona
Fungo di Borgotaro
Marrone di Castel del Rio
Scalogno di Romagna
Pera dell’Emilia-Romagna
Pesca nettarina di Romagna
Asparago verde di Altedo
Coppia ferrarese
Aceto balsamico di Modena
Amarene brusche di Modena
Riso del Delta del Po
PRODUZIONI DOP E IGP– EMILIA-ROMAGNA
30 denominazioni registrate
15 Dop e 15 Igp
Si tratta del 15% del totale
delle 182 denominazioni
italiane registrate
PRODUZIONI DOP E IGP– EMILIA-ROMAGNA
In valore alla produzione, le Dop e Igp
dell’Emilia-Romagna corrispondono a
poco più del 40% del totale nazionale.
Il valore al consumo non si allontana da questa
quota.
Prosciutto di Parma, Parmigiano-Reggiano,
Mortadella Bologna, Grana Padano
rappresentano circa il 95% del valore al consumo
delle Dop-Igp regionali. (fonte Nomisma)
PRODUZIONI DOP E IGP– EMILIA-ROMAGNA
Il primato dell’Emilia Romagna è confermato dal valore al
consumo riconducibile alle quantità certificate:
la RER realizza il 41% dell’intero valore del sistema Dop/Igp
stimato a livello nazionale.
Sardegna
Campania 4%
4%
Friuli Venezia
Giulia
6%
Piemonte Toscana
2%
3%
altre
3%
Emilia Romagna
40%
Veneto
6%
Trentino Alto Adige
7%
Lombardia
25%
Le principali regioni italiane per valore al consumo dei prodotti Dop e Igp
(2008) Fonte: Nomisma
DOP/IGP
PRODUZIONI DOP E IGP– EMILIA-ROMAGNA
DOP e IGP dell’Emilia-Romagna in protezione transitoria:
PATATA DI BOLOGNA
SALAME FELINO
GRAN SUINO PADANO
AGLIO DI VOGHIERA
CIPOLLA DI MEDICINA
DM 2004
DM 2007
DM 2005
DM 2007
DM 2007
DOP e IGP dell’Emilia-Romagna con richiesta di registrazione in corso:
- Amarene Brusche di Modena
- Coppa di Parma
- Riso del Delta del Po
- Squacquerone di Romagna
- Aglio Bianco Piacentino
- Ciliegia di Vignola
- Erbazzone Reggiano
- Spalla di San Secondo
- Piadina Romagnola
- Castagna e Farina di Castagne di Granaglione
- Mora Romagnola
- Pecorino dell’Appennino Reggiano
PRODUZIONI DOP E IGP– EMILIA-ROMAGNA
DOP e IGP dell’Emilia-Romagna con richiesta di modifica di disciplinare:
- Salumi piacentini
- Parmigiano Reggiano
- Grana Padano
- Coppia Ferrarese
- Vitellone bianco dell’Appennino Centrale
- Fungo di Borgotaro
- Pera dell’Emilia-Romagna
- Pesca Nettarina di Romagna
DOP e IGP dell’Emilia-Romagna con istruttoria nazionale in corso:
Vongola di Goro
Cocomero Ferrarese
Salama da Sugo Ferrarese
Agnello del Centro Italia
Carota del Delta Ferrarese
Culaccia di Fontanellato
Cappellacci di Zucca Ferraresi
Carne di Puledro Agricolo
Pampapato-Pampepato di
Tortellino di Modena
Ferrara
Grano Romagnolo
Zia Ferrarese
Melone dell’Emilia
PRODUZIONI DOP
"denominazione d'origine": il nome di una
regione, di un luogo determinato o, in casi
eccezionali, di un paese che serve a designare
un prodotto agricolo o alimentare
• originario di tale regione, di tale luogo
determinato o di tale Paese
• la cui qualità o le cui caratteristiche siano
dovute essenzialmente o esclusivamente
all'ambiente geografico inclusi i fattori naturali
ed umani e
• la cui produzione, trasformazione ed
elaborazione avvengano nella zona geografica
delimitata
PRODUZIONI IGP
"indicazione geografica": il nome di una
regione, di un luogo determinato o, in casi
eccezionali, di un Paese che serve a
designare un prodotto agricolo o alimentare
• come originario di tale regione, di tale luogo
determinato o di tale Paese e
• del quale una determinata qualità, la
reputazione o altre caratteristiche possano
essere attribuite all'origine geografica e
• la cui produzione e/o trasformazione e/o
elaborazione avvengano nell'area geografica
determinata
PRODUZIONI STG
• “specialità”: l'elemento o l'insieme di
elementi che distinguono nettamente un
prodotto agricolo o alimentare da altri
prodotti o alimenti analoghi appartenenti alla
stessa categoria
• “tradizionale”: un uso sul mercato
comunitario attestato da un periodo di
tempo che denoti un passaggio
generazionale (25 anni)
• “specialità tradizionale garantita”: prodotto
agricolo o alimentare tradizionale la cui
specificità è riconosciuta dalla Comunità e
registrata
PRODUZIONI DOP E IGP
DISCIPLINARI
DOCUMENTAZIONE PER IL RICONOSCIMENTO
DEI DOP/IGP
Il disciplinare
La relazione tecnica
La relazione storica
Le eventuali relazioni scientifiche
La cartografia
Altra documentazione
DOP/IGP
ISTRUTTORIA REGIONALE
Entro 120 giorni dalla ricezione dell’istanza,
la Regione procede:
a) alla valutazione di tutta la documentazione
b) alla formulazione di un parere sulla
legittimazione dell’associazione e sui contenuti
della relazione socio-economica
c) alla trasmissione al Ministero della valutazione e
del parere di cui ai punti a) e b)
ISTRUTTORIA REGIONALE
Istruttoria regionale
• Delibera 1273/97
• Valutazione disciplinare e soprattutto relazioni
(tecnica e storica)
• Pubblicazione sul Bollettino Ufficiale
• In caso di opposizioni, pubblica audizione nella
zona d’origine
• Emissione del parere
ISTRUTTORIA NAZIONALE
Entro 120 giorni dal parere regionale,
il Ministero accerta
 la legittimazione del soggetto richiedente
 la completezza della documentazione, con
particolare riferimento al legame con il territorio,
e agli elementi comprovanti la produzione
almeno venticinquennale
 l’adeguatezza del disciplinare di produzione
 che il prodotto non insiste sulla stessa zona
geografica o in una zona immediatamente
limitrofa a quella in cui avviene la produzione di
altro prodotto già riconosciuto dello stesso tipo
con caratteristiche analoghe
ISTRUTTORIA NAZIONALE
Riunione di pubblico accertamento
• comunicazione ai comuni, alle OOPP e di
categoria ed ai produttori ed agli operatori
economici interessati
• massima divulgazione dell’evento (diramazione
di avvisi, l’affissione di manifesti o altri mezzi)
• verificare la rispondenza della disciplina proposta
agli usi leali e costanti
• Pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della
proposta di disciplinare di produzione affinché
tutti i soggetti interessati possano prenderne
visione e presentare eventuali osservazioni
adeguatamente motivate e documentate
ISTRUTTORIA NAZIONALE
• Dopo trenta giorni, in mancanza di
osservazioni, la richiesta di registrazione e la
documentazione relativa sono notificate alla
Commissione Europea
• Il disciplinare di produzione nella versione
trasmessa alla Commissione Europea è
pubblicato sul sito del Ministero ai sensi del
Reg. CE 510/2006, comunicato alla Regione e
notificato all’associazione
ISTRUTTORIA NAZIONALE
Se vengono presentate osservazioni
• Controdeduzioni dei promotori
• Entro 120 giorni, riunione con la Regione competente,
l’associazione, i soggetti che hanno presentato le
osservazioni, nonché la Regione nel cui ambito
territoriale ha sede legale il soggetto che ha proposto
osservazioni
• Al termine della riunione il Ministero, d’intesa con la
Regione competente, decide in merito alle osservazioni
• In caso positivo il Ministero procede alla notifica alla
Commissione Europea
• In caso contrario il Ministero procede all’archiviazione
della pratica, dandone comunicazione alla Regione e
notificando la decisione alla associazione
ISTRUTTORIA NAZIONALE
Modifiche del disciplinare
La procedura è la stessa, salvo che il Ministero convoca la
riunione di pubblico accertamento nel caso in cui la modifica
richiesta riguardi una variazione della zona delimitata dal
disciplinare di produzione vigente, o laddove non ci sia un
Consorzio di tutela incaricato.
• Richiesta del Consorzio di tutela riconosciuto
• In assenza, la richiesta deve essere sottoscritta dai
soggetti immessi nel sistema di controllo rappresentanti
almeno il 51% della produzione controllata/certificata,
nonché almeno il 30% delle imprese
• Le percentuali di cui al comma 2 devono essere
verificate rispetto alla categoria dei “produttori e
utilizzatori”
Domanda di registrazione - UE
Entro 12 mesi dalla ricezione la Commissione
esamina la domanda e se la trova confacente
pubblica nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea
il documento unico e il riferimento della
pubblicazione del disciplinare.
Nel termine di sei mesi dalla pubblicazione nella
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, ogni Stato
membro o paese terzo può opporsi alla
registrazione proposta, presentando alla
Commissione una dichiarazione debitamente
motivata.
DOP/IGP
PROTEZIONE NAZIONALE
TRANSITORIA
Protezione transitoria:
• Può essere richiesta dai promotori, esonerando
il Ministero da qualunque responsabilità
presente e futura conseguente al mancato
accoglimento della richiesta di registrazione
della denominazione
• Decade qualora entro 6 mesi dalla data di
pubblicazione del decreto non sia approvato il
piano dei controlli
• Sul sito web del Ministero è pubblicato l’elenco
delle denominazioni in protezione transitoria ai
sensi dell’art. 5 del Reg. (CE) 510/06
SISTEMA DI CONTROLLO
Articolo 10 REG (CE) 510/2006
Gli stati membri designano l’autorità competente
incaricata dei controlli in relazione agli obblighi
stabiliti a norma del Reg. (CE) 882/2004
(controlli ufficiali di conformità alla normativa in
materia di alimenti)
Articolo 11 REG (CE) 510/2006
La verifica del rispetto del disciplinare è effettuata
da autorità competenti e organismi di controllo
I costi della verifica del rispetto del disciplinare
sono sostenuti dagli operatori soggetti al controllo
DOP/IGP
SISTEMA DI CONTROLLO
• Organismo di controllo autorizzato
esegue i controlli sui produttori per
verificare il rispetto del disciplinare
• Autorità di vigilanza che effettua la
vigilanza sull’attività degli OdC
• Consorzio di tutela esegue i controlli
sul prodotto immesso sul mercato e
ne tutela l’immagine
DOP/IGP
Consorzi di tutela
Sono costituiti ai sensi dell’articolo 2602 del
codice civile ed hanno funzioni di tutela,
di promozione, di valorizzazione, di
informazione del consumatore e di
cura generale degli interessi
relativi alle denominazioni
Tali attività sono distinte dalle attività di controllo
DOP/IGP
Consorzi di tutela
• Devono assicurare determinati requisiti di
rappresentatività alle categorie che
realizzano i prodotti DOP-IGP
• Sono autorizzati a svolgere l’attività di
tutela (Legge 526/99, articolo 14, comma
15)
• Solo così possono esercitare la tutela
DOP/IGP
Consorzi di tutela
• Collaborano alla
vigilanza, alla tutela e
salvaguardia delle
denominazioni;
• Sono organismi
rappresentativi della
denominazione;
• I costi per queste
attività sono a carico
di tutti i produttori e
utilizzatori (anche
non associati) DM 410
del 12 settembre 2000
DOP/IGP
OdC
DOPIGP
operanti
in
regione
2010
OdC per i DOP-IGP
art. 14 legge 526/99 e DM 29 maggio 1998
• Presentazione piano dei controlli
• Esame da parte del Gruppo tecnico di
valutazione sugli organismi di controllo privati
- È composto da rappresentanti del Ministero e della
Conferenza Stato-Regioni
- Esamina i requisiti degli OdC e il contenuto dei
piani di controllo
- Alle riunioni partecipano i rappresentanti degli OdC,
dei Consorzi e delle Regioni che hanno piani di
controllo in discussione
• Decreto ministeriale di autorizzazione
OdC per i DOP-IGP
Sono autorizzati a svolgere l’attività di controllo
(Legge 526/99, articolo 14) in attuazione di
quanto previsto all'articolo 10 del Reg. (CE) 510/06:
• il Ministero delle politiche agricole alimentari e
forestali è l'autorità nazionale preposta al
coordinamento dell'attività di controllo è responsabile
della vigilanza sulla stessa. L'attività di controllo è
svolta da autorità di controllo pubbliche designate e
da organismi privati autorizzati con decreto del
Ministro delle politiche agricole e forestali, sentito il
gruppo tecnico di valutazione istituito con decreto del
Ministro per le politiche agricole 25 maggio 1998,
pubblicato nella GU n. 178 del 1 agosto 1998.
DOP/IGP
OdC per i DOP-IGP
Gli organismi privati che intendano proporsi per il
controllo delle denominazioni registrate devono
presentare apposita richiesta al Ministero delle
politiche agricole e forestali.
E' istituito presso il Ministero delle politiche
agricole e forestali l’elenco degli OdC che
soddisfano i requisiti di cui al Legge 526/99,
denominato:
"Elenco degli organismi di controllo privati per la
denominazione di origine protetta (DOP), la indicazione
geografica protetta (IGP) e la attestazione di specificità
(STG)".
DOP/IGP
OdC per i DOP-IGP
Chi EFFETTUA la scelta dell'organismo privato (tra quelli
iscritti all'elenco)?:
a) i soggetti proponenti le registrazioni, per le
denominazioni registrate ai sensi dell'articolo 5 del
citato regolamento (CEE) n. 2081/92;
b) dai soggetti che abbiano svolto, in conformità alla
normativa nazionale sulle denominazioni giuridicamente
protette, funzioni di controllo e di vigilanza, per le
denominazioni registrate ai sensi dell'articolo 17 del
citato regolamento (CEE) n. 2081/92;
c) dai produttori, singoli o associati, che intendono
utilizzare attestazioni di specificita' registrate ai sensi
del citato regolamento (CEE) n. 2082/92, individuando
l'organismo di controllo nella corrispondente sezione.
DOP/IGP
OdC per i DOP-IGP
E in assenza della scelta?
le Regioni e le Province Autonome, nelle cui aree
geografiche ricadono le produzioni, indicano le
autorità pubbliche da designare o gli organismi privati
che devono essere iscritti all'elenco.
Nel caso di indicazione di autorità pubbliche (Autorità
designate) , queste possono avvalersi di organismi
terzi che, se privati, devono essere iscritti all'elenco.
Il Governo esercita, ai sensi dell'articolo 11 della
legge 9 marzo 1989, n. 86, il potere sostitutivo nei
confronti delle regioni nell'adozione dei
provvedimenti amministrativi necessari in caso di
inadempienza da parte delle autorita' di controllo
designate.
DOP/IGP
OdC per i DOP-IGP
Gli organismi privati autorizzati e le autorità
pubbliche designate possono svolgere la loro
attività per una o più produzioni riconosciute ai
sensi del
Reg. (CE) n. 510/06 e del Reg. (CE) n. 509/06.
Ogni produzione DOP-IGP è soggetta al
controllo di un solo organismo privato
autorizzato o delle autorità pubbliche designate,
competenti per territorio, tra loro coordinate.
Ogni produzione STG è soggetta al controllo di
uno o più organismi privati autorizzati o delle
autorita' pubbliche designate, competenti per
territorio, fra loro coordinate.
DOP/IGP
OdC per i DOP-IGP
art. 14 legge 526/99 e DM 29 maggio 1998
•
•
•
•
•
La documentazione è costituita da:
Manuale della qualità e serie di requisiti
Piano dei controlli
Modulistica
Schema riassuntivo
Tariffario
Esempio di Piano di Controllo: fase
allevamento produzione latte per
Provolone Valpadana
Soggetto
Procedura o
fase del
processo
Requisiti
Autocontrollo
Attività di
controllo
Categoria Descrizione
Allevamento Riconoscimento Ubicazione In territorio
iniziale
(Requisito 1) delimitato
1
Disciplinare
(par. 7.2)
2
3
4
5
6
Adeguatezza Possesso
strutture,
autorizzazione
impianti
sanitaria
(requisito 2)
Produttore
Controllo
presenta a
richiesta
CSQA richiesta
di accesso al
sistema di
controllo e
certificazione
(cfr. paragrafo
5.0)
Allega a
richiesta
autorizzazione
e
documentazion
e prevista in
paragrafo 5.0
(estremi
iscrizione
CCIAA aut.
Sanitaria, dati
informativi
allevamento)
Controllo
presenza
documentazione
e vigenza
autorizzazione
Verifica ispettiva
adeguatezza e
coerenza con
richiesta
Documentazio
Entità del
Gravità
Trattamento
Tipo di
Elemento
ne
Non
controllo
della non
della non
controllo
controllato comunicata a conformità
per anno
conformità conformità
MIPAF
(in %)
D
D
I
Ad ogni
richiesta
Ad ogni
richiesta
Ad ogni
richiesta
Allevamento Elenco
Ubicazione
Grave
richiedente allevamenti e
fuori territorio
capacità
produttiva alla fine
di ogni anno
solare
Carenze della
documentazion Lieve
e
Allevamento
richiedente
Allevamento
richiedente
Carenze della Lieve
documentazion
e
Azione
correttiva
Diniego
riconoscimento
Sospensione
procedura di
riconoscimento
Richiesta
integrazione
documentazione
Sospensione
procedura di
riconoscimento
Richiesta
integrazione
documentazione
Verifica
adeguamento
documentazione
con
autorizzazione
vigente
Non vigenza
autorizzazione
Grave
Sospensione
procedura di
riconoscimento
fino a ripristino
vigenza
autorizzazione
Imprecisioni
documentali
Lieve
Notifica carenza Richiesta
adeguamento
documentazione
Mancata
adeguatezza
condizioni
Grave
Sospensione
procedura di
riconoscimento
Attesa
adeguamento e
presentazione
nuova richiesta
Piano dei controlli per DOP-IGP
Gravità della non conformità:
Per non conformità Lievi s'intendono le
irregolarità che non ingenerano
presupposti di non conformità per la
materia prima e per il prodotto.
Al contrario, le non conformità Gravi
sono irregolarità che ingenerano
presupposti di non conformità per la
materia prima e per il prodotto.
Piano dei controlli per DOP-IGP
Trattamento della non conformità:
• Azioni intraprese dall’organismo di controllo al
fine di “risolvere” la non conformità in senso
stretto. (es. riparazione, rilavorazione, scarto,
riesame di prodotti ottenuti in condizioni simili a quelli
non conformi, esclusione del prodotto dal circuito
tutelato, ecc.)
• Nei casi in cui si adottino misure di esclusione
del prodotto finito atto alla
commercializzazione è obbligatorio
comunicare tale decisione al Mipaaf ed alle
Regioni e PA
Piano dei controlli per DOP-IGP
Azione correttiva:
• Azioni intraprese dall’organismo di controllo per
eliminare le cause di non conformità esistenti o
potenziali. Ad esempio:
– intensificazione temporanea delle verifiche ispettive
– intensificazione temporanea dei controlli analitici
– intensificazione temporanea dei controlli documentali
– sessioni formative
– sospensione del soggetto controllato dal circuito
– revoca del riconoscimento del soggetto controllato
• Inoltre, l’OdC deve provvedere ad elaborare ed
adottare specifiche procedure per la gestione dei casi di
reiterazione della medesima non conformità
• Misure di sospensione o esclusione dell’operatore dal
sistema di certificazione vengono comunicate al Mipaaf,
unico autorizzato a comminarle
SISTEMA SANZIONATORIO per DOP-IGP
Il D. L.vo 297/2004 elenca le fattispecie sanzionatorie
I - Dei produttori
A) Uso commerciale
Impiego di una DO per prodotti comparabili ma
senza assoggett. al controllo della relativa struttura
SANZIONI
euro
Da 3.000
a
20.000
Impiego di una DO per prodotti comparabili ma
senza ottenimento della certificazione di
conformità rilasciata dalla struttura di controllo
Da 2.500
a
16.000
Impiego di una DO per prodotti comparabili ma
per i quali è stata accertata la violazione delle
norme contenute nei disciplinare
Da 2.000
a
13.000
Impiego di una DO con sfruttamento indebito della
reputazione per prodotti non comparabili cioè non
appartenenti allo stesso tipo
Competenza
per
l'accertamento
Da 500
a
3.500
Per prodotti composti, elaborati o trasformati che
recano in etichetta, presentazione e pubblicità il
riferimento alla DO protetta
Da 2.500
a
16.000
Detenzione e vendita di prodotti già certificati a
DO ma privi della relativa indicazione
100/kg o
litro
AGENTI
VIGILATORI
APS
CONSORZI
DI
TUTELA
SISTEMA SANZIONATORIO per DOP-IGP
B) Designazione e presentazione della
denominazione, del segno distintivo o del marchio
Modifica della denominazione o del segno distintivo o
del marchio così come registrati ai fini della
commercializzazione del relativo prodotto
Usurpazione, imitazione
denominazione
protetta
designazione del prodotto
o evocazione di una
nella
presentazione
e
Utilizzo di indicazioni false o ingannevoli relative alla
provenienza, origine, natura, qualità nonché utilizzo
di recipienti che possano indurre in errore e
attuazione di qualsiasi altra prassi idonea ad indurre
in errore sull’origine vera
Da 3.000
a 15.000
Da 2.000
a 13.000
Da 3.000
a 20.000
Uso di marchio di impresa che riproduce o evoca una
denominazione protetta
Da 5.000
a 50.000
Dichiarazione mendace di svolgimento di attività di
controllo o di tutela
50.000
AGENTI
VIGILATORI
APS
CONSORZI
DI TUTELA
SISTEMA SANZIONATORIO per DOP-IGP
Piano di controllo
Accertata non conformità grave al
piano di controllo
Comportamento diretto a non
consentire le ispezioni da parte
dell’OdC o degli agenti vigilatori
del Consorzio di tutela
Mancato assolvimento degli
obblighi pecuniari nei confronti
dell’organismo di controllo
Mancato assolvimento degli
obblighi pecuniari nei confronti
del Consorzio di tutela
Da 2.000 a
13.000
ICQ
516
Triplo
dell’importo
dovuto e
sospensione
utilizzo DO
CC
Politiche
Agricole
CFS
SISTEMA SANZIONATORIO per DOP-IGP
II - Degli organismi di controllo e
dei Consorzi di tutela
A) Inadempienze della struttura di
controllo
Mancato adempimento da parte
degli organismi di controllo alle
prescrizioni e agli obblighi
impartiti dal Mipaf che ha
concesso l’autorizzazione
Comportamento discriminatorio
dell’organismo di controllo nei
confronti degli operatori
SANZIONI
euro
ICQ
50.000
CC
Politiche
Agricole
CFS
62.000
SISTEMA SANZIONATORIO per DOP-IGP
La recente Legge 99/2009 rafforza la tutela delle DOP
• Legge 99/09, modifica articolo 517 CP: reato di
contraffazione delle Dop-Igp
– Produzione
– Commercio
• reclusione fino a due anni
• multa fino a 20.000 euro
• attenuanti ai colpevoli che collaborino con l’autorità
giudiziaria
SISTEMA SANZIONATORIO per DOP-IGP
B) Tutela dei Consorzi incaricati
Uso della denominazione protetta nella ragione o
denominazione sociale di una organizzazione
diversa dal Consorzio di tutela riconosciuto
26.000
Soggetti privati non immessi nel sistema di
controllo di una DO protetta che svolgono attività
rientranti tra quelle relative alla protezione senza il
preventivo consenso del Consorzio di tutela
10.500
Mancato adempimento dei Consorzi di tutela alle
prescrizioni e agli obblighi impartiti dal Mipaf con il
decreto di riconoscimento e successive disposizioni
50.000
Comportamento discriminatorio del Consorzio di
tutela verso alcuni soci e chi vorrebbe accedere
62.000
Il mancato rispetto delle inibizioni previste agli
articoli 1 e 2 del presente decreto legislativo
50.000
Le sanzioni di cui ai precedenti articoli, sono aumentate di tre volte
in caso di reiterazione dello stesso illecito
AGENTI
VIGILATORI
APS
CONSORZI
DI TUTELA
ICQ
CC
Politiche
Agricole
CFS
ORGANI DI CONTROLLO
Gli organi deputati all’applicazione del D. Lvo 297/2004 sono
diversi a seconda dell’oggetto del controllo (DM 1/12/2005):
- USO COMMERCIALE E DESIGNAZIONE DEL PRODOTTO gli
agenti vigilatori dei Consorzi di tutela: svolgono vigilanza
sul prodotto nel mercato. Accertano le usurpazioni, le
contraffazioni, falsificazione ecc. e le segnalano all’ICQRF
che procede all’irrogazione della sanzione
- APPLICAZIONE DISCIPLINARE (PIANO DI CONTROLLO)
gli ispettori dell’organismo di controllo accertano e
segnalano all’ICQRF che procede all’irrogazione della
sanzione
- STRUTTURA DI CONTROLLO e CONSORZI DI TUTELA
i Carabinieri delle Politiche Agricole (NAC), gli ispettori e
gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, gli ispettori
dell’ICQRF.
ORGANI DI CONTROLLO
I consorzi di tutela collaborano con l’ICQRF nell'attività di
vigilanza, tutela e salvaguardia delle DOP e IGP:
a)nella verifica che le produzioni tutelate per le quali
sia completata l'attività di certificazione da parte
dell'organismo di controllo autorizzato rispondano ai
requisiti previsti dai disciplinari; nel caso in cui non
sussistano tali requisiti, l'attività ispettiva può
essere estesa anche alle fasi di produzione della
materia prima, trasformazione e confezionamento
b)nella vigilanza in Italia e all’estero sui prodotti
similari che, con false indicazioni sull'origine rechino
danno alle produzioni DOP e IGP nazionali
c) nella verifica della rispondenza tra la quantità dei
prodotti tutelati certificati dagli OdC e quella
immessa sul mercato
*
I NUMERI DEL BIO
in UE e in Italia
*
nuovo logo europeo per identificare i prodotti biologici
Obbligatorio dal 1 luglio 2010.
PRODUZIONI BIOLOGICHE - UE
Rep.Slovacca
Danimarca
0
Superficie coltivata ad agricoltura biologica in Europa
interamente convertita e in conversione (valori in ha)
150.104
148.760
150.374
Finlandia
148.134
161.624
Lettonia
Portogallo
Superficie biologica in Europa 2007 - 2008
117.906
140.755
0
Polonia
Grecia
Rep.Ceca
233.475
289.440
313.944
279.895
317.824
293.650
320.311
2008
2007
308.273
336.439
372.026
383.756
Svezia
Austria
557.133
583.799
Francia
660.200
726.381
Gran Bretagna
865.336
Germania
907.786
1.150.253
Italia
1.002.414
988.323
1.317.752
Spagna
100.000
300.000
500.000
700.000
900.000
1.100.000
1.300.000
PRODUZIONI BIOLOGICHE – ITALIA 2008
Operatori 49.972 ( -1,17%)
42.037 produttori
7.371 produttori-preparatori
246 produttori-preparatori-importatori
Superficie
di 1.150.253 Ha (+ 0,8%)
1° produttore d’Europa (18%)
5° nel Mondo
(dopo Australia, Argentina,
Cina e USA)
Giro d’affari stimato
1.400 MEuro
Fonte: Sinab
di cui 970 MEuro
per consumi interni
Numero operatori biologici in Italia
trend 1990 - 2008
L’andamento della superficie coltivata è sempre
coerente con quello del numero degli operatori
Dati: Mipaaf - Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali
Fonte: Organismi di controllo
Elaborazione: SINAB - Sistema d'Informazione Nazionale sull'Agricoltura Biologica
PRODUZIONI BIOLOGICHE – ITALIA 2008
Superfici e colture in agricoltura biologica
Dati: Mipaaf - Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali
Fonte: Organismi di controllo
Elaborazione: SINAB - Sistema d'Informazione Nazionale sull'Agricoltura Biologica
PRODUZIONI BIOLOGICHE – ITALIA 2008
Zootecnia biologica
Dati: Mipaaf - Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali
Fonte: Organismi di controllo
Elaborazione: SINAB - Sistema d'Informazione Nazionale sull'Agricoltura Biologica
I NUMERI DEL BIO
in Emilia-Romagna
PLV totale produzioni agricole
Emilia-Romagna 2008: 3.955 M€ (- 0,7%)
TOTALE
PRODUZIONI
ZOOTECNICHE
21%
COLTIVAZIONI
ERBACEE
15%
PRODOTTI ZOOT
TRASFORMATI
11%
ALLEVAMENTI
10%
TOTALE
PRODUZIONI
VEGETALI
28%
COLTIVAZIONI
ARBOREE
12%
PRODOTTI VEG
TRASFORMATI
3%
PLV totale produzioni agricole
Emilia-Romagna 2008: 3.955 M€ (- 0,7%)
Produzione lorda vendibile dell'Emilia-Romagna (2005-2008)
M€
2.000
1.800
2005
2006
2007
2008
1.600
1.400
1.200
1.000
800
600
400
200
0
COLTIVAZIONI
ERBACEE
COLTIVAZIONI
ARBOREE
PRODUZIONI
ZOOTECNICHE
Fonte: Direzione generale Agricoltura Servizio programmi, monitoraggio e valutazione
PLV zootecnia
Emilia-Romagna 2008: 1.714 M€
PLV ZOOTECNIA 2008 - Fonte RER
ALLEVAMENTI:
Carni bovine
Carni suine
Pollame e conigli
Ovicaprini
Latte vaccino
Uova (mln.di pezzi; €/1000 pezzi)
TOTALE PRODUZIONI ZOOTECNICHE
Uova
11%
PLV 2008 (Meuro)
177,26
317,51
324,10
3,89
686,49
190,19
1.714,27
Carni bovine
10%
Carni suine
19%
Latte vaccino
41%
Ovicaprini
0%
Pollam e e conigli
19%
Numero operatori biologici in
Italia 2008: n. 49.972
Nell’anno 2008 gli operatori che producono e/o preparano e/o
commercializzano prodotti ottenuti con il metodo di
produzione biologico in regione Emilia-Romagna,
assommano a 3.843 unità.
6.988
L’Emilia-Romagna si conferma la quinta
regione italiana per numero di
operatori biologici.
3.843
2.687
2.211
PIEMONTE
2.620
SARDEGNA
MARCHE
2.909
LAZIO
6.640
5.093
4.155
2.931
TOSCANA
EMILIA
ROMAGNA
BASILICATA
PUGLIA
CALABRIA
SICILIA
Distribuzione operatori biologici
in Emilia-Romagna 2008
Sono 2772 le aziende agricole, mentre raggiungono quota 1071 le
imprese che effettuano la trasformazione o la commercializzazione di
prodotti biologici.
6000
AGRICOLTORI
TRASFORMATORI
5000
TOTALE
4000
3000
2000
1000
0
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Distribuzione operatori biologici
in Emilia-Romagna 2008
Rispetto al 2007 c’è una riduzione (-6%) nel numero di
operatori totali, che deriva soprattutto dalla diminuzione del
numero delle aziende agricole (-9,8%) solo in parte
compensato dall’aumento del numero dei trasformatori (+5,4%)
I dati confermano la sostanziale costanza che si registra negli
ultimi anni nei flussi del settore biologico: i nuovi ingressi, in
gran parte aziende di trasformazione, compensano le uscite
delle aziende agricole.
Andamento superficie biologica
in RER 2003-2008
La contrazione delle superfici coltivate, in proporzione,
è di entità ridotta rispetto al calo di aziende agricole;
questa tendenza rivela un aumento della dimensione aziendale
delle aziende agricole biologiche
106.539 Ha
SUPERFICIE
92.615 Ha
4083
87.477 Ha
85.750 Ha
84.214 Ha
80.469 Ha
3421
3296
3135
N. az. agricole biologiche
3073
2772
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Produzioni vegetali biologiche
in RER 2008
arboree e vite
8%
ortive e annuali
altre arboree
2%
1%
prati e pascoli
23%
seminativi
21%
foraggere
avvicendate
45%
La superficie destinata alla produzione di foraggi è al 70%.
Tra i seminativi, le colture annuali a cereali da granella sono il 17%.
Stentano ad incrementare le colture arboree frutticole,
costantemente all’8% della superficie coltivata con metodo biologico.
Produzioni zootecniche biologiche
in RER 2008
Per quanto riguarda l'allevamento
biologico, il patrimonio zootecnico
regionale è di quasi 600 aziende
Province
n. az. zoot.
biologiche
È consistente l'allevamento bovino
(circa 20.000 UBA), sia da carne
che per il latte. Più del 65% degli
allevamenti biologici ha bestiame
bovino.
Bologna
82
Forlì-Cesena
121
Ferrara
7
Modena
53
L'allevamento ovino e caprino è
presente in circa 180 allevamenti, e
vi sono 60 aziende avicole, alcune
di grosse dimensioni.
Piacenza
120
Parma
110
Il comparto apistico è in crescita,
con la presenza di circa 80 aziende
per un totale di oltre 9000 famiglie
Ravenna
21
Reggio Emilia
57
Rimini
15
Totale
586
Produzioni zootecniche biologiche
in RER 2008
In regione sono presenti circa 600 allevamenti biologici.
Oltre il 70% delle superfici certificate è rappresentato da foraggere
leguminose, prati e pascoli, base alimentare della zootecnia biologica.
ovini
11%
suini
6%
api
13%
equini
8%
caprini
3%
Fonte Emilia-Romagna
bovini
54%
avicoli
5%
PRODUZIONI BIOLOGICHE Emilia-Romagna
Numero operatori biologici 1999-2008
8000
7000
4.772
5.192
5.085
4.764
6000
4000
4.115
4.102
5000
446
588
3.843
4.089
4.017
656
681
2.384
681
819
882
1016
1071
3000
203
2000
1000
4326
4497
4536
4083
3421
3296
3135
3073
2772
2004
2005
2006
2007
2008
2181
0
1999
2000
2001
2002
2003
Sezione Produttori
Sezione Preparatori/trasformatori
fonte: Assessorato Agricoltura, Regione Emilia-Romagna
Numero aziende agricole biologiche 1999-2008
5000
4497
4326
4500
4536
4083
4000
3421
3500
3296
3104
3135
3073
3000
2500
2181
2772
2434
2325
2094
2000
1500
2033
1956
1704
1324
1252
920
1000
528
500
1998
1979
1671
561
959
962
687
473
329
863
579
842
456
756
423
751
702
289
366
2007
2008
0
1999
2000
2001
Aziende biologiche
2002
2003
Aziende in conversione
2004
2005
Aziende miste
2006
Sezione Produttori
PRODUZIONI BIOLOGICHE Emilia-Romagna
I contributi del PRSR
Colture biologiche 2007 (ha)
certificato 2007
seminativi
foraggere avvicendate
prati e pascoli
arboree e vite
ortive e annuali
altre arboree
TOTALE
a contributo PSR 2006
%
16.134,96
38.636,83
20.538,58
9.539,68
33.649,14
12.965,83
59%
87%
63%
6.343,29
1.640,56
5.052,92
1.144,42
80%
70%
919,65
84.213,87
234,06
62.586,05
25%
74%
Nel 2007 il 74 % della superficie biologica della Regione
ha ricevuto i contributi per le coltivazioni agroambientali
del Piano di sviluppo rurale.
L’obiettivo principale delle politiche regionali in agricoltura può essere
validamente riassunto dall’enunciato che accompagna il marchio QC della
Produzione Integrata:
“Prodotti agricoli ed alimentari ottenuti con tecniche
rispettose dell’ambiente e della salute del consumatore”
cui è necessario aggiungere:
“… e dei cittadini”
ASSESSORATO AGRICOLTURA
Questo obiettivo, ormai ampiamente condiviso, viene declinato in
questo modo dall’Unione Europea:
“La legislazione alimentare persegue un livello
elevato di tutela della vita e della salute umana,
degli interessi dei consumatori, della salute e del
benessere degli animali, della salute vegetale e
dell’ambiente”
•
tratto dal Reg. (CE) n. 178/2002 del Parlamento e del Consiglio
Anche la PAC in tutti e due i suoi pilastri persegue questo
obiettivo (Condizionalità, Art. 69, Piani di sviluppo rurale)
ASSESSORATO AGRICOLTURA
LEGISLAZIONE VOLONTARIA
REGOLAMENTATA di origine Regionale:
Legge Regionale 28/99: Qualità Controllata
Rispetto del disciplinare di produzione
Controllo: Organismo di controllo privato accreditato ai sensi
della norma UNI EN 45011 al concessionario del marchio
Vigilanza: ente pubblico che controlla il controllore
QC
DIREZIONE GENERALE
AGRICOLTURA
Vigilanza sugli OdC
dell’agricoltura biologica
Regione Emilia-Romagna
OdC dell’agricoltura biologica in Italia a maggio 2010
Dal 1998 il Mipaaf ha autorizzato 17 OdC in Italia, attualmente ne
sono autorizzati 13, ma 2 di essi sono sospesi fino a giugno 2010.
In Emilia Romagna attualmente ne operano 10.
[evidenziati con cornice verde quelli operativi in Emilia-Romagna]
ANCCP
ANCCP
Prorogati al 30/6/2010
Revocati
… e quindi 14 sedi nazionali e alcune decine di sedi regionali
Compiti e competenze:
Ministero politiche agricole, alimentari e forestali + Regioni:
1- Gestione del regolamento UE: deroghe, valutazione disciplinari, proposte di
modifica del regolamento, ecc.
2- Verifica conformità UNI EN 45011 (ISO 65) degli OdC
3- Approvazione piani di controllo e autorizzazione agli OdC
3- Vigilanza sugli organismi di controllo privati
Circa 40
ispezioni presso
:
Organismi di controllo
Accreditamento
1 – Accreditamento per la
norma EN 45011
Controllo applicazione del
Reg. UE: deroghe, sanzioni, ecc.
Sorveglianza
(schema agricoltura biologica)
2 - Sorveglianza per il
mantenimento requisiti
50.000 IMPRESE AGROALIMENTARI Biologiche
- Produttori agricoli (vegetali, zootecnici)
- Trasformatori
- Raccoglitori di prodotti spontanei
- Importatori
Reg. 834/2007 TITOLO V - CONTROLLI
Articolo 27 - Sistema di controllo
[...] 4. L’autorità competente può:
a) conferire le sue competenze di controllo ad una o più altre autorità
pubbliche di controllo. Le autorità di controllo devono offrire
garanzie di oggettività e imparzialità e disporre di personale
qualificato e delle risorse necessarie per svolgere le loro funzioni;
b)
a)
delegare compiti di controllo a uno o più organismi di controllo.
In tal caso gli Stati membri designano le autorità responsabili
dell’autorizzazione e della vigilanza di detti organismi
+ b) conferire ad Autorità pubbliche e delegare Organismi di
controllo privati
ITALIA opzione B, autorizzazione statale: 14 OdC (+4)
FRANCIA opzione B, autorizzazione statale: 5 OdC
GERMANIA opzione B, autorizzazione dei Land: 22 OdC
FINLANDIA opzione A: 17 Strutture pubbliche
DANIMARCA opzione A: 12 Strutture pubbliche
SPAGNA opzione A+B, Comunità autonome e OdC
PRODUZIONI BIOLOGICHE
Attività regionale gestione del regolamento
D. L.vo 220/95 art. 8 Compiti delle regioni
PREDISPOSIZIONE ELENCO REGIONALE UFFICIALE
OPERATORI BIOLOGICI
(ENTRO IL 30 MAGGIO)
Archiviazione e conservazione delle notifiche di attività e
validazione degli operatori biologici riconosciuti idonei dagli OdC
mediante verifica degli adempimenti documentali verso
l’amministrazione Regionale.
L’elenco regionale è pubblico.
La presenza nell’elenco regionale è condizione essenziale per
l’accesso ai contributi del PSRER azione 2f (istruttorie provinciali)
BIOLOGICO
PRODUZIONI BIOLOGICHE
Attività regionale gestione del regolamento
Reg. CE 834/2007 Compiti delle regioni
GESTIONE DELLE DEROGHE AL REGOLAMENTO
(criteri e modalità che possono variare da regione a regione)
-
Riduzione del periodo di conversione
(circa 100 all’anno, modalità di concessione)
-
Utilizzazione rame
Alimentazione animale: api, siccità, ecc.
Tipo di allevamento: stabulazione fissa
Provenienza degli animali
PARERI ED AUTORIZZAZIONI
(criteri e modalità che possono variare da regione a regione)
-
Informatizzazione registri aziendali
(impatto sui controlli, sulla vigilanza, sulla rintracciabilità)
BIOLOGICO
PRODUZIONI BIOLOGICHE
Attività regionale gestione del regolamento
Reg. CE 834/2007 Compiti delle regioni
RETE DI SEGNALAZIONI DI NON CONFORMITA’
(Circolare Mipaf n. 121370 del 15/11/2004)
per garantire un seguito coerente ed efficace all’applicazione
delle azioni correttive necessarie alla risoluzione delle non
conformità rilevate nel corso del CONTROLLO UFFICIALE da
parte di: CFS, Comando Carabinieri Politiche Agricole,
Guardia di Finanza Regioni (Assessorati Agricoltura e Sanità)
COMUNICANO LA NON CONFORMITA’
ALL’ORGANISMO DI CONTROLLO
che deve tempestivamente attivare una verifica finalizzata
all’accertamento delle condizioni che hanno dato origine
alla non conformità e all’eventuale comminazione di
sanzioni, e ne relazionerà alla regione competente e p.
c. al Mipaf gli esiti (verificabile durante la visita
ispettiva)
BIOLOGICO
Attività regionale gestione del regolamento
NON CONFORMITA’ DEGLI OPERATORI rilevate dagli ODC
Andamento 2003-2009
101
ESCLUSIONE
86
SOSPENSIONE
SOPPRESSIONE
62
42
41
34
34
29
29
29
23
21
25
20
2003
2004
16
2005
2006
24
30
20
18
21
12
2007
2008
2009
VIGILANZA sulle PRODUZIONI BIOLOGICHE
Ciascun OdC redige e fa valutare, a ciascuna regione ove sono
presenti operatori da esso controllati,
il PIANO ANNUALE DEI CONTROLLI, che intende attuare per
l’effettuazione dei controlli presso gli operatori biologici stessi,
nell’anno successivo.
Tale “piano dei controlli” deve essere
conforme alle linee guida indicate dal
Mipaf (Circolare n. 92673 del 29/11/2002),
e deve essere redatto ogni anno
tenendo presenti i risultati dell’attività di
controllo dell’anno precedente, prevedendo ipotesi di sviluppo e le
caratteristiche produttive e la consistenza degli operatori biologici
sottoposti a controllo.
VIGILANZA sulle PRODUZIONI BIOLOGICHE
Ciascun OdC redige e recapita a gennaio di ogni anno a ciascuna
regione ove sono presenti operatori da esso controllati,
la RELAZIONE ANNUALE DELL’ATTIVITA’,
di controllo presso gli operatori biologici stessi,
nell’anno passato.
Tale “relazione” deve essere conforme
alle linee guida indicate dal Mipaf,
(Circolare n. 9990540 del 31/03/1999)
deve essere redatta ogni anno,
E deve contenere il riassunto dei risultati dell’attività
di controllo dell’anno precedente, comprese le sanzioni.
VIGILANZA sulle PRODUZIONI BIOLOGICHE
Distribuzione degli operatori biologici per OdC operanti in regione
2008
IMC
9%
CDX
4%
BIOS
1%
QCI
1%
altri
1%
CPB
29%
BAC
12%
ICA
27%
ASS
16%
Distribuzione degli operatori
biologici per OdC operanti
in regione
trend 2002-2008
2002
2008
2000
1500
1000
500
0
CPB
ICA
ASS
BAC
IMC
CDX
BIOS
QCI
ECO
ANC
SDL
CTQ
VIGILANZA sulle PRODUZIONI BIOLOGICHE
La vigilanza sugli organismi di controllo operanti sul
territorio regionale si esplica con l’effettuazione di:
- visite annuali per ciascun organismo nelle sedi
nazionali o regionali
e
- visite annuali sul 3% degli operatori iscritti
all'elenco regionale di cui all'art. 5 della LR 28/97
alla data del 31 dicembre dell'anno precedente.
Ai sensi del
L.R. 28/97 Norme per il settore agroalimentare biologico
Determinazione del DG per i CRITERI PER LO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITA' DI
VIGILANZA SUGLI ORGANISMI DI CONTROLLO AUTORIZZATI IN AGRICOLTURA
BIOLOGICA
e delle
Delibera di Giunta n. 860 del 8/6/1998: Elenco BIO
Delibera di Giunta n. 794 del 5/5/2003: Zootecnia BIO
Determinazione dirigenziale n. 6903 del 13/07/1998: vigilanza BIO
BIOLOGICO
VIGILANZA sulle PRODUZIONI BIOLOGICHE
1_ Verifica del rispetto degli obblighi previsti per gli OdC dal Reg. CE n. 834/07 e
dal Reg. CE 889/2008
2_ Verifica del mantenimento dei requisiti e degli adempimenti previsti
negli Allegati I, II, III del Decreto L.vo n. 220/95
3_ Verifica del rispetto del piano tipo di controllo annuale predisposto
dagli OdC autorizzati operanti sul territorio regionale
4_ Verifica degli adempimenti operativi previsti dal Decreto L.vo n. 220/95 e dalla
regolamentazione discendente
5_ Verifica della corretta applicazione della documentazione di sistema approvata,
in particolare i procedimenti sanzionatori comminati
Unità Vigilanza delle
Produzioni regolamentate
INDIRETTAMENTE
in collaborazione con
CFS
Sedi degli
operatori biologici
Visite ispettive e sopralluoghi presso le
strutture degli operatori controllati per
la verifica dell’attività svolta dagli
organismi di controllo
DIRETTAMENTE
Sedi degli OdC
PRODUZIONI BIOLOGICHE
AREE TEMATICHE OGGETTO DI VERIFICA PRESSO OPERATORE
DISPOSIZIONI GENERALI All. III Reg. CEE 2092/91
Dati anagrafici
Relazione di visita ispettiva dell’OdC e Ispezioni strutture aziendali e Analisi su matrici
SCHEDA MATERIE PRIME (sementi, piante, fertilizzanti, presidi fitosanitari, ecc.)
Controllo a campione
SCHEDA COLTURALE (aratura, semina, raccolta, trattamenti, trapianto, ecc)
Controllo a campione
SCHEDA VENDITE (prodotti aziendali venduti)
CERTIFICAZIONI DI PRODOTTO
(Certificato di prodotto)(Autorizzazione stampa etichette)(registro carico/scarico etichette)
PRODUZIONI VEGETALI
P.A.P. vegetale
Periodo di conversione [All. IA Reg. CEE 2092/91] [Circolare R.E.R. del 02/08/02]
Relazione di ispezione (semine piante erbacee,ortive ed impianti arborei)
Circolari MIPAF N° 9891136 del 1998 e N° 12 del 2000[All. IIA Reg. CEE 2092/91]
PRODUZIONI ANIMALI
P.A.P. zootecnico
Piano di gestione allevamento e Piano di conversione allevamento
P.U.D.Z. e R.A.P.
PREPARAZIONI ALIMENTARI
P.A.P. preparazioni alimentari
SCHEDA PREPARAZIONE PRODOTTI
Controllo a campione
EVENTUALE: Visita ai terreni, strutture, magazzini, stabilimento
VIGILANZA sulle PRODUZIONI BIOLOGICHE
Performance OdC 2004-2009: andamento non
conformità rilevate durante le VI presso OdC
42
43
40
42
34
30
28
25
31
29
TOTALE
23
19
IRREGOLARITA'
14
9
12
10
13
INFRAZIONI
4
2004
2005
2006
2007
2008
2009
PRODUZIONI BIOLOGICHE
ATTIVITA’ REGIONALE per la qualificazione
L.R. 28/97 Norme per il settore agroalimentare biologico
- ISTITUZIONE RICONOSCIMENTO DELLE ASSOCIAZIONI
PRODUTTORI BIOLOGICI E CONCESSIONE CONTRIBUTI
- UNICA RICONOSCIUTA IN RER: ProBER
Associazione produttori Biologici della regione Emilia Romagna
ATTIVITA’ SVOLTE da ProBER:
- PROMOZIONE COMMERCIALE (contributi da Bilancio regionale)
- ASSISTENZA TECNICA (fondi nazionali)
ATTIVITA’ REGIONALE:
- SUPPORTO allo SVILUPPO DEI PROGETTI DI VALORIZZAZIONE DI ProBER
- progettazione e realizzazione in collaborazione con la PO Promozione
delle produzioni di qualità degli eventi promozionali che coinvolgono gli
enti ed i produttori regionali
BIOLOGICO
Produzione vitivinicola regionale
PLV 2008: 241 MLN €
(-16%)
Rappresenta il:
6 % PLV regionale
(3955 MLN €)
24 % PLV coltivazioni arboree
(1000 MLN €)
PRODUZIONE LORDA VENDIBILE DELL'EMILIA-ROMAGNA ANNO 2008 - VALORI A PREZZI CORRENTI
PRODUZIONI VEGETALI
Vino (.000/hl)
PRODUZIONI
(x .000 t.)
2007
6.122,2
%
2008
5.853,6
-4,4
PREZZI
(€/100 kg.)
2007
47,00
2008
41,30
%
-12,1
PLV TOTALE COLTIVAZIONI ARBOREE
PLV GENERALE
P.L.V.
(MEuro)
2007
287,74
%
2008
2000/99
241,75
-16,0
1.001,99
999,96
-0,2
3.982,90 3.955,71
-0,7
Produzione vitivinicola regionale
2008
Suddivisione della produzione per province
FC
10%
RA
36%
Composizione qualitativa della produzione RER
RN
4%
PC
6%
IGT
40%
DOC/DOCG
25% (-1%)
PR
1%
FE
1%
RE
15%
BO
13%
MO
14%
Vino da tavola
35% (+1%)
Produzione vitivinicola regionale
2008
Quantitativi di vino prodotti nel 2008 in Emilia-Romagna: 5,85 MLN di Hl
Composizione qualitativa delle produzioni provinciali
DOC/DOCG
IGT
Vino da tavola
PC
PR
RE
MO
BO
FE
RA
FC
RN
-
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
I 6 consorzi autorizzati in Emilia Romagna
ai sensi del DM 29 marzo 2007
CONSORZI
DENOMINAZIONI
TUTELA
L. 164
10 febbraio 1992
OdC
INCARICATO
DEI
CONTROLLI
DOCG – Albana di Romagna
DOC – Cagnina di Romagna
DOC – Pagadebit di Romagna
1
Ente tutela vini di Romagna
(Faenza – RA)
DOC – Sangiovese di Romagna
DOC – Trebbiano di Romagna
DOC – Romagna Albana Spumante
D.M. 5 aprile 2002
D.M. 6 agosto 2003
(integrazione)
DOC – Colli Romagna Centrale*
DOC – Colli di Faenza*
DOC – Colli di Imola*
2
Consorzio vini Colli Bolognesi
(Monteveglio - BO)
3
Consorzio volontario per la tutela dei
vini dei Colli di Parma (Parma)
DOC – Colli Bolognesi
DOC – Colli Bol. Classico Pignoletto
DOC – Colli di Parma
DOC – Lambrusco di Sorbara
4
Consorzio tutela del
Lambrusco di Modena (Modena)
DOC – Lambrusco di Grasparossa di Castelvetro
DOC – Lambrusco di Salamino di Santa Croce
DOC – Modena
5
Consorzio tutela vini DOC
Colli Piacentini (Piacenza)
DOC – Colli Piacentini
6
Consorzio tutela vini DOC
Bosco Eliceo (Voghiera - FE)
DOC – Bosco Eliceo
7
Consorzio per la tutela dei vini
Reggiano e Colli di Scandiano e di
Canossa (Reggio Emilia)
8
Consorzio tutela vini del Reno DOC
(Castelfranco Emilia – MO)
9 Consiglio Colli di Rimini
DOC – Colli di Scandiano e di Canossa
D.M.22 novembre 2004
D.M. 24 ottobre 2002
D.M. 24 novembre 2000
D.M. 3 marzo 2004
(conferma)
DM 4 luglio 2001
DM 18 gennaio 2005
(conferma)
D.M. 29 marzo 2001
D.M. 22 novembre 2004
(conferma)
D.M. 22 maggio 2003
DOC – Reggiano
DOC - Reno
DOC – Colli di Rimini
D.M.19 dicembre 2000
D.M.22 novembre 2004
(conferma)
VALORITALIA
srl
PRODUZIONI DI VINI DI QUALITA’
VQPRD: DOC e i DOCG
SISTEMA DI CONTROLLO DEI VINI
percorso italiano
Prima fase:
DM 29 maggio 2001 e DM 22 marzo 2002: SPERIMENTALE, facoltativa,
soggetti incaricati per i controlli i Consorzi di Tutela.
Seconda fase:
DM 29 marzo 2007 e DD 13 luglio 2007: obbligatoria, soggetti incaricati
per i controlli i Consorzi di Tutela, gli Enti pubblici, gli OdC.
Terza fase:
Reg. (CE) N. 479/2008: obbligatoria, soggetti incaricati per i controlli gli
Enti pubblici e gli OdC.
“Temporanea” scelta diversa per il controllo degli IGT.
Nessuna indicazione per il controllo dell’annata e vitigno in etichetta,
PRODUZIONI DI CARNE BOVINA
CON ETICHETTATURA FACOLTATIVA
Etichettatura (e rintracciabilità) della carne bovina
Reg. 1760/2000 titolo II sezione I questa è OBBLIGATORIA
Paese e N. di
registrazione
dell’impianto di
macellazione
Paese e N. di
registrazione del
centro di
sezionamento
Numero o codice che
identifica l’animale o
il lotto di animali:
esso evidenzia
il nesso
tra la carne e
gli animali o l’animale
Paese di ingrasso
Paese di nascita
PRODUZIONI DI CARNE BOVINA
CON ETICHETTATURA FACOLTATIVA
LOGO:
Organismo di controllo:
Paese di nascita del bovino:
Paesi di allevamento:
Bovino allevato in Italia per un periodo di:
Da:
INDICAZIONI
Alimentazione:
OBBLIGATORIE
Stabulazione dei bovini:
relative al
Macellato in:
Reg. 1760/2000
Sezionato in:
Titolo II , Sezione I
Data macellazione:
n° auricolare:
n° progressivo carcassa codice fascetta:
etichettatura taglio anatomico:
Data ingresso allevamento:
INDICAZIONI
Categoria:
FACOLTATIVE
Vitellone Età:
relative al
Reg. 1760/2000
Sesso:
Titolo II, Sezione II
Tipo genetico:
Classifica commerciale nome del taglio:
Associaz. Produttori Carni Bovine Romagna
CSQA
Francia
(FR/IT)
250 giorni
Az. Agr. Angeli – Bussecchio (FC)
priva di grassi animali aggiunti
allevamento stallino libero in box
Italia 2222M da X Carni srl via Caio, 1 Bologna
Italia 2243S da Y Carni srl via Tizio, 1 Bologna
17/05/2004
FC0987654321
11/124
A123456
20/09/2003
A
18 mesi
Maschio
Limousine
AU3 Noce
Organizzazioni di produzione di CARNE BOVINA
con ETICHETTATURA FACOLTATIVA e relativi OdC
Codice
Operatore
Organismo di controllo
IT 001 ET
INALCA Industria Alimentari Carni S.p.A
Via Spilamberto, 30/c
41014 Castelvetro (MO)
S.G.S. Italia S.p.A. Via G.
Gozzoli, 1/A Milano
IT 008 ET
REVOCATO
(D.M. n. 7231
del 7 giugno 2007)
AUTOSOSPESO
(dalla prima
settimana
del 2006)
Consorzio Nazionale Zootecnico (CO.NA.ZO.) Soc.
Coop. a r.l.
Via Due Canali, 13
42100 Reggio Emilia
C.S.Q.A. Certificazione S.r.l. Via
San Gaetano,74
36016 Thiene (VI)
2
IT 013 ET
Associazione Produttori Carni Bovine dell'Emilia
Romagna - PRO.IN.CARNE
Via S. Silvestro, 178
48018 Faenza (RA)
S.G.S. Italia S.p.A. Via G.
Gozzoli, 1/A Milano
3
IT 016 ET
COOP Italia - Soc. Coop. a r.l.
Via del Lavoro, 6-8
40033 Casalecchio di Reno (BO)
C.S.Q.A. Certificazione S.r.l. Via
San Gaetano,74
36016 Thiene (VI)
4
IT 017 ET
Consorzio Nazionale Dettaglianti - CONAD Soc.
Coop. a r.l.
Via Michelino, 59
40127 Bologna
S.G.S. Italia S.p.A. Via G.
Gozzoli, 1/A Milano
5
IT 047 ET
Cooperativa Esercenti Macellai Scarl - CEM
Via Guarneri, 497
47023 Cesena (FC)
CERMET - Certificazione e ricerca
per la qualità
Via Cadriano, 23
40057 Granarolo (BO)
IT 051 ET
REVOCATO
(D.M. n. 21517
del 30 maggio
2006)
AUTOSOSPESO
(dal 20 ottobre
2004)
UNICARNI Soc. Coop. a r.l.
Via due Canali, 13
42100 Reggio Emilia
C.S.Q.A. Certificazione S.r.l. Via
San Gaetano,74
36016 Thiene (VI)
6
IT 058 ET
Industria Romagnola Carni e Affini IRCA S.p.A.
Via Carrara Arginello, 1/4 - 1/5 - 1/6
48022 Lugo (RA)
Bureau Veritas Italia SpA
Monza,261
20126 Milano
7
IT 070 ET
Ditta Maramotti Ernesto & C. S.n.c.
Via Emore Prandi, 31
42100 Reggio Emilia (RE)
S.G.S. Italia S.p.A. Via G.
Gozzoli, 1/A Milano
8
IT 080 ET
UNIPEG Soc. Coop. a r.l.
Via due Canali, 13
42100 Reggio Emilia
C.S.Q.A. Certificazione S.r.l. Via
San Gaetano,74
36016 Thiene (VI)
9
IT 089 ET
LEM Carni S.p.A.
Via Meluzza, 24
40060 Toscanella di Dozza (BO)
Bureau Veritas Italia SpA
Monza,261
20126 Milano
10
IT 090 ET
CLAI Cooperativa Lavoratori Agricoli Imolesi a r.l.
Via Gambellara, 62/A
40020 Sasso Morelli - Imola (BO)
S.G.S. Italia S.p.A. Via G.
Gozzoli, 1/A Milano
11
IT 124 ET
MARR S.p.A.
Via Spagna, 20
47921 RIMINI (RN)
Bureau Veritas Italia SpA
Monza,261
20126 Milano
1
Elenco Organizzazioni
situate in Emilia-Romagna
autorizzate
all'etichettatura delle
carni bovine informazioni
facoltative
Disciplinari approvati dal
Ministero delle Politiche
Agricole e Forestali
PRODUZIONI DI CARNE BOVINA
CON ETICHETTATURA FACOLTATIVA
Elenco Organismi di controllo (4) operanti in Emilia Romagna
autorizzate al controllo dell'etichettatura delle carni bovine
informazioni facoltative
1
CSQA Certificazioni Srl (Thiene - VI)
2
BVQI Italia S.r.l. (Milano)
3
SGS Italia S.r.l. (Milano)
4
Cermet (Bologna)
VIGILANZA SULLE STRUTTURE AUTORIZZATE
Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali
Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari
FUNZIONI:
Roma
- CONTROLLO CONFORMITA’ PRODOTTI COMMERCIALIZZATI
(presenza residui, etichettatura, ecc.)
e dal 2008
- AUTORIZZAZIONE E REVOCA ODC
- VIGILANZA sugli OdC (sussidiarietà sull’intero territorio nazionale)
- COORDINAMENTO della VIGILANZA sugli ODC
Assessorati Agricoltura
delle REGIONI
(19 Regioni e 2 Province Autonome)
FUNZIONI: - VIGILANZA sugli OdC nel territorio di competenza
Valorizzare: come?
NELLA PRODUZIONE
- Razionalizzando i processi produttivi (per es. riduzione
dei costi: di produzione, di certificazione, ecc.)
- Migliorando le caratteristiche qualitative dei prodotti
(sapore, gusto, serbevolezza, parametri nutrizionali, servizi,
ecc.)
- Adeguando le caratteristiche al cambiamento delle
esigenze dei consumatori, senza perdere il legame con la
tradizionalità
- Esempi: Gran Suino Padano, Parmigiano-Reggiano,
Etichettatura facoltativa
Valorizzare: come?
NELLA COMMERCIALIZZAZIONE
- Aggregando l’offerta
- Strutturando in modo aggregato reti commerciali
- Aggregando risorse promozionali e pubblicitarie
(Es. “Deliziando” – “Comitato ICE UNIONCAMERE RER in stretto
contatto con le CCIAA ed i CONSORZI)
- Proponendo soluzioni collettive ai diversi
problemi logistici, soprattutto nella penetrazione
dei mercati esteri.
Valorizzare: come?
NELLA COMUNICAZIONE
-Valorizzazione del legame con il territorio, con la sua
cultura, con le strutture produttive (azioni di in-coming,
coinvolgimento di ristoratori, albergatori, delle “strade dei
sapori”, ecc.)
- Informazioni sui processi produttivi
- Informazioni sulle caratteristiche organolettiche,
nutrizionali e dietetiche dei prodotti
- Informazioni sui diversi impieghi dei prodotti
- Informazioni sul significato dei diversi marchi di tutela
Valorizzare: come?
NELLA FIDUCIA DEL CONSUMATORE
Efficacia dei sistemi di controllo e vigilanza per
offrire garanzie sull’attendibilità degli strumenti di
valorizzazione e comunicazione (marchi ed
etichettatura)
Libro verde: proposte RER
La Regione Emilia-Romagna si è espressa in
particolare su:
- Origine delle materie prime
- Termini riservati
- Autoregolamentazione
- Protezione ex officio
- Tutela nazionale o regionale
Libro verde: proposte RER
Origine delle materie prime:
- Obbligo dell’indicazione dell’origine
- Chiarezza verso i consumatori
- Per i prodotti non trasformati, l’indicazione deve
riguardare il prodotto finito
- Per i prodotti trasformati, l’indicazione deve
riguardare le materie prime prevalenti
- Indicare almeno lo Stato membro, o la
provenienza extra UE
Libro verde: proposte RER
Termini riservati :
Le etichette possono contenere termini
riservati facoltativi relativi a specificazioni
territoriali o all'assenza di determinati prodotti:
“prodotti di montagna”
“OGM free”
Questo a fronte di un adeguato livello di
autocontrollo costantemente verificabile
Libro verde: proposte RER
Autoregolamentazione :
Prevenire o superare crisi di mercato
I Consorzi di tutela investono ingenti risorse
per la comunicazione delle loro
denominazioni
Chi provoca aumenti di produzioni tali da
determinare crisi di mercato dovrebbe
partecipare alla copertura degli interventi di
programmazione e regolazione
Libro verde: proposte RER
Protezione “ex officio”:
Sentenza Parmesan
Procedere "ex officio" alla tutela delle
denominazioni di origine a fronte di
usurpazione o imitazione delle medesime
Impegno della UE e degli Stati membri
La UE ribadisce che la protezione "ex officio" è
già garantita dal Reg. (CE) 882/04
Libro verde: proposte RER
Tutela Unione Europea:
Denominazioni con notevole reputazione a livello
internazionale e forte vocazione all'export = elevato
rischio di contraffazione e usurpazione
Tutela nazionale o regionale:
Altre denominazioni diffuse su mercati locali, meno
esposte all'utilizzo non conforme dei marchi d'origine:
procedura di riconoscimento semplificata che consenta
una protezione di carattere nazionale o regionale
Libro verde: proposte RER
Tutela nazionale o regionale:
Adeguare con procedure semplificate i
disciplinari di produzione in relazione
all'evoluzione delle tecniche produttive e delle
tecnologie di trasformazione
Autorizzazione all’uso di Dop-Igp come
ingredienti di prodotti trasformati o di alimenti
preparati gestita dagli organismi
rappresentativi dei produttori o dall’autorità
pubblica